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Evento: PAOLA RISOLI IN I’M BERLIN
26/09/2015 - 22/11/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 22/09/2015 - 12:44 |
Luogo: | Sant'Agata de' Goti (BN) - Campania |
Data di inizio: | 26/09/2015 |
Data di fine | 22/11/2015 |
Descrizione
Si inaugura sabato 26 settembre alle ore 19.00 la mostra I’m Berlin di Paola Risoli presso la Galleria Il Ritrovo di Rob Shazar di Sant’ Agata de’ Goti – Benevento. La mostra si potrà visitare fino al 22 novembre 2015. Un lavoro lungo e complesso che ha il suo punto di partenza a Berlino, dove nel settembre 2011 l'artista trascorre un breve periodo in occasione di una fiera, approda a Milano nel 2014 alla Mia Fair con un primo corpo di lavori e si conclude con questa personale, subendo modificazioni e un ulteriore allargamento. Il risultato è un lavoro complesso e affascinante fatto di sculture fotografie e video il cui tema centrale è la trasformazione cui tutti, uomini, cose e città, sono investiti nel corso della loro esistenza. Come scrive Vittorio Falletti nel testo che accompagna il catalogo: “Ha scritto Alejandro Jodorowsky (Jodo per gli amici): Sono profondamente convinto della magia della realtà. Perché abbia effetto, però, ognuno deve coltivare dentro di sé una serie di qualità che possono sembrare in contraddizione, come per esempio: innocenza, autocontrollo, fede, audacia... Attivare la magia richiede molto coraggio, anche una certa purezza e un profondo lavoro su se stessi. Il punto di vista del pirotecnico regista, scrittore, poeta, drammaturgo, tarologo (e tanto altro) cileno naturalizzato francese ben si adatta a una lettura critica del fare artistico e dell’Esserci di Paola Risoli. ‘Alchemico’, ‘alchimia’ sono termini abusati: suonano così cool e piacciono tanto, specie ad artisti più o meno emergenti e rampanti curatori. Il significante acchiappa, evoca esoterismi, conferisce un’aura di mistero, e chissenefrega – con rare eccezioni - di approfondire-conoscere il significato. La ‘magia della realtà’ nel senso di Jodo, così come l’alchimia (nel senso che diremo tra breve) sono cose serie e profonde e queste profondità serissime sono l’essenza del lavoro e dell’Esserci di Paola Risoli, che in I’m Berlin trova una compiuta rappresentazione. Partiamo dalle qualità, apparentemente contraddittorie ma necessarie per attivare la ‘magia’: oltre a un grande talento artistico Paola coltiva innocenza, autocontrollo, fede, tenacia, coraggio, purezza, determinazione, rigore quasi teutonico. Ma soprattutto lavora incessantemente su se stessa, in un fruttuoso percorso che sul piano artistico si traduce in opere ‘magiche’. Nella vulgata comune l’alchimia è il tentativo di trasformare metalli non nobili in oro, grazie alla ‘pietra filosofale’ in grado di garantire anche l’immortalità e l’onniscienza. Le principali fasi del processo alchemico, che prevedeva l’uso di forno speciale (Athanor) sono: nigredo (opera al nero: putrefazione), albedo (opera al bianco: purificazione) e rubedo (opera al rosso: atto finale). C’è però uno modo di interpretare l’alchimia in chiave metaforica, già implicita nel linguaggio esoterico: la ‘pietra’ che si tenta di ottenere è ‘filosofale’, mica materiale. Ricordiamo che nel 1944 Jung pubblica il trattato Psicologia e Alchimia nel quale sostiene come la pratica alchemica simboleggi processi di perfezionamento interiore. Ciò che fa l’alchimista anche quando opera sulla materia è, secondo Jung, adottare una “tecnica dell’anima”, che percorre le tappe di un ideale viaggio interiore del Sé nel quale il grande studioso riconosce il riflesso della propria psicologia dell’inconscio. Nel suo fare artistico Paola Risoli affronta un percorso che si presta molto bene alla interpretazione di Jung. Ma anche a quella, non troppo dissimile, di Jodo, che definisce l’alchimia “spiritualizzazione della materia”. L’opera al nero è rappresentata da bidoni usati di petrolio a lungo ripuliti (bruciati, purificati) e altri materiali poverissimi. Il ‘processo alchemico 2.0’ di Paola procede con azioni di trasformazione che – facendo uso anche di tecnologie - generano una dimensione filosofale ed esistenziale ogni volta spiazzante e profondissima. Il combustibile del suo forno alchemico ha essenza eminentemente cinematografica. In I’m Berlin la ‘tecnica filmica dell’anima’ dell’artista porta alla spiritualizzazione della materia anche molto grezza utilizzata. Bidoni, immagini berlinesi, proiezioni che nell’ambito di un processo di trasformazione documentano precedenti mutazioni materiche, ma di senso non materico, compongono un ‘film’ che è un’autentica Danza magica della realtà nella quale spirito e materia si con-fondono, come prodotto di un processo evolutivo. Film che mette in scena un percorso di trasformazione esistenziale profonda: Io sono come Berlino: mi distruggo e mi ricostruisco, chiarisce Paola Risoli. Il suo è un mettersi in gioco continuo, un agire nel mondo, con una positiva capacità di ri-pensarsi. Vedete I’m Berlin. Poi ... “chiudete gli occhi e ricominciate”, immagino direbbe Jodo”.
Paola Risoli (1969, Milano) vive e lavora ad Andrate- Torino. Ha esposto al MAMAC di Nizza, in numerose gallerie e fiere, in Italia e all'estero. Le sue opere si trovano in molte collezione
Paola Risoli (1969, Milano) vive e lavora ad Andrate- Torino. Ha esposto al MAMAC di Nizza, in numerose gallerie e fiere, in Italia e all'estero. Le sue opere si trovano in molte collezione
Altri eventi dell'inserzionista
MARIA SCOGNAMIGLIO IN SCELTI DALL'ANIMA
04/03/2016 - 24/03/2016
Ercolano (NA) - Campania
Inserito da Giovanni Cardone
Si inaugura venerdì 4 marzo la mostra Scelti dall’Anima di Maria Scognamiglio Intervento Critico di Giovanni Cardone presso il Caffè Letterario – Le Scuderie di Villa Favorita Ercolano . La mostra la si potrà visitare fino al 24 marzo 2016. Come scrive nella sua recensione critica Giovanni Cardone : “Artista poliedrica Maria Scognamiglio spazia dalla pittura alla scultura . Forme leggere che si liberano da ogni forma tecnica che solo l’anima e l’istinto riescono ha percepire e ha creare . Figure che richiamano alla forte incisività simbolica dell’arte dei Nativi d’America altre, nella morbidezza dei profili, dialogano in coreografie di denuncia ai crudeli meccanismi che regolano la società contemporanea, dove il più debole sembra destinato a soccombere. L’artista predilige i toni scuri, che mettono in risalto i volumi delle opere, arricchendole talvolta con cromatismi preziosi, utili a far vibrare con delicatezza le superfici, a cui fanno da contrappunto bagliori improvvisi, che si animano incontrando la luce. Anche nell’uso dei materiali Maria Scognamiglio compie un lavoro eterogeneo: il modellato alterna parti lisce ad altre corrugate, che parlano di cuoio, creta e di incisione e soprattutto di una meticolosa ricerca estetica. Il variegato percorso dell’artista che descrive la sua abilità tecnica e immaginifica, che attira l’attenzione dell’osservatore. Come per incanto i volti veicolano un’intensa espressività. L’atteggiamento dei corpi plasmati racconta il dolore, la disperazione o ancora la contemplazione e il distacco. I lavori fatti su cuoio e in creta sanno suscitare un turbilio di emozioni e riflessioni: pensieri che planano liberi sintetizzati in poche linee sottili, strutture misteriose che sembrano nascondere segreti indecifrabili, intrisi del ricordo di quel magma primordiale da cui scaturisce l’impeto creativo di Maria, in un rincorrersi di forme scandite dalla sua sensibilità. Alterna così, con grazia, racconti espliciti e verità celate, intrecciandole con fine alchimia”.
PAOLO CONSORTI IN FIGLI DI MAAM
19/06/2015 - 31/07/2015
Sant'Agata dei Goti Benevento
Inserito da Giovanni Cardone
Si inaugura sabato 20 giugno alle ore 19.00 la mostra Figli di Maam di Paolo Consorti presso la Galleria Il Ritrovo di Rob Shazar di Sant’Agata dei Goti di Benevento. La mostra si potrà visitare fino al 31 luglio 2015. Figli di Maam è il titolo del secondo lungometraggio dell'artista marchigiano, girato nell'ex fabbrica Fiorucci al numero 913 di via Prenestina a Roma, attualmente occupata da extracomunitari e varia umanità, luogo quanto mai simbolo delle contraddizioni e della confusione del mondo post - post tutto, diventato anche un museo. Un redivivo San Giovanni Battista, impersonato da Luca Lionello, viene accolto dagli abitanti del posto: nella fabbrica si sta per inaugurare una mostra d’arte contemporanea organizzata dal MAAM, il museo dell'Altro e dell'Altrove, realmente sorto nell’edificio, occupato in difesa dei “metropoliziani” continuamente minacciati di sfratto. Giovanni vaga tra gli artisti e fa amicizia con i bambini di Metropoliz, confondendo la realtà con le sue visioni. Il suo intento è ricominciare la predicazione da quel luogo, ma scoprirà di essere il performer di uno degli artisti invitati. Il film come sostiene Stefano Valente, nella sua recensione su taxidrivers.it, tra i vari temi ne tocca uno fondamentale per l'arte e riassumibile nel quesito: "Può l'arte da sola dare senso al non senso delle nostre esistenze?" Da questo materiale di partenza la personale si completa con una serie di foto e still dal film, opportunamente rielaborati in forma fotografica. Il progetto è stato presentato in anteprima alla Mia Fair, la fiera della fotografia e dell'immagine che si è svolta a Milano lo scorso aprile.
Nota Biografica
Paolo Consorti 1964 (San Benedetto del Tronto) - Artista, Filmaker, Performer, Consorti lavora con numerose gallerie in Italia e all'estero. Tra le mostre in grandi spazi pubblici ricordiamo Rebellio Patroni al Palazzo Reale di Milano e al Madre di Napoli. Ha partecipato tra le altre esposizioni alla Biennale di Venezia, a due Quadriennali Nazionali d’arte, alla Biennale di Praga, alla Biennale di Mosca per la giovane arte, ed ha esposto in importanti musei tra cui il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Palazzo delle Papesse a Siena e in numerose fiere d’arte italiane e internazionali.
Galleria Il Ritrovo di Rob Shazar
Via Diaz, 26 – Sant’Agata De’ Goti – Benevento
Paolo Consorti in Figli di Maam
Dal 20 giugno al 31 luglio 2015
ORARIO VISITE: dal venerdì alla domenica dalle ore 16,30 alle ore 21,00 – altri giorni a richiesta su appuntamento
Info e Contatti : Tel. +39 0824 832837 mob. +39 339 1532484 shazar@virgilio.it www.galleriashazar.it - FB: Il ritrovo di Rob Shazar
Nota Biografica
Paolo Consorti 1964 (San Benedetto del Tronto) - Artista, Filmaker, Performer, Consorti lavora con numerose gallerie in Italia e all'estero. Tra le mostre in grandi spazi pubblici ricordiamo Rebellio Patroni al Palazzo Reale di Milano e al Madre di Napoli. Ha partecipato tra le altre esposizioni alla Biennale di Venezia, a due Quadriennali Nazionali d’arte, alla Biennale di Praga, alla Biennale di Mosca per la giovane arte, ed ha esposto in importanti musei tra cui il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Palazzo delle Papesse a Siena e in numerose fiere d’arte italiane e internazionali.
Galleria Il Ritrovo di Rob Shazar
Via Diaz, 26 – Sant’Agata De’ Goti – Benevento
Paolo Consorti in Figli di Maam
Dal 20 giugno al 31 luglio 2015
ORARIO VISITE: dal venerdì alla domenica dalle ore 16,30 alle ore 21,00 – altri giorni a richiesta su appuntamento
Info e Contatti : Tel. +39 0824 832837 mob. +39 339 1532484 shazar@virgilio.it www.galleriashazar.it - FB: Il ritrovo di Rob Shazar
Eventi che potrebbero interessarti
La pittura in Italia, anni ’30 – anni ’50
18/11/2017 - 13/01/2018
Sant'Agata dei Goti Benevento
Inserito da CSArt Serri
La Galleria de’ Bonis rinnova la sua sede, ampliando i propri locali di Viale dei Mille n. 44 a Reggio Emilia.
Per l’occasione, sabato 18 novembre 2017, alle ore 17.30, si inaugurerà “La pittura in Italia, anni ’30 – anni ’50”, una ricca collettiva che, fino al 13 gennaio 2018, si propone di esplorare lo scenario artistico nazionale in tre decenni cruciali per la storia italiana.
In quegli anni, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia vede la stabilizzazione del fascismo, lo scoppio della Guerra, l’uscita dal conflitto e una lenta ricostruzione.
Molti artisti furono coinvolti o si impegnarono attivamente su fronti diversi: chi si mise al servizio del fascismo (come Sironi), chi entrò nelle file della Resistenza (come Guttuso, Morlotti, Birolli), chi rimase neutrale e proseguì la propria attività artistica in modo pressoché immutato, come Morandi, che continuò a dipingere le sue nature morte e i paesaggi familiari, quasi a proteggersi dallo sconvolgimento che scuoteva l’Italia.
In mostra saranno esposti importanti olii dei più grandi artisti figurativi del Novecento Italiano, che hanno scritto la storia della pittura soprattutto in quei tre decenni: Renato Guttuso, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Renato Birolli, Alberto Gianquinto, Mino Maccari, Ennio Morlotti, Alberto Sughi, Renzo Vespignani.
Le opere saranno in parte inerenti agli eventi bellici, alla ricostruzione e alle relative conseguenze, e in parte del tutto avulsi, per osservare come si è sviluppato lo stile pittorico e il sentire personale di ciascuno di essi in quegli anni “caldi”.
La guerra e l’attualità sociale e politica in anni particolarmente intensi, infatti, non sono sempre presenti nella pittura in modo diretto, ma influenzano fra le righe lo stile degli artisti. È dunque particolarmente interessante osservare la produzione dei principali artisti italiani duranti questi anni di cambiamenti, di declino, di guerra, di ricostruzione.
Nel trentennio ’30 – ’50, del resto, nacquero e si svilupparono importanti movimenti artistici dei quali alcuni degli artisti in mostra fecero parte, per esempio Corrente, cui aderirono Guttuso, Birolli e Morlotti, e il Fronte Nuovo delle Arti. Le tensioni sociali infatti, come spesso accade, fecero da propulsore per lo sviluppo artistico e culturale del Paese.
L’arte è stato uno strumento per esorcizzare gli spettri durante gli anni più duri per il nostro Paese e poi uno strumento di catarsi per il superamento del trauma bellico. L’arte negli anni ’40 diede anche una grande spinta alla ricostruzione culturale del Paese su basi di rinnovata consapevolezza, nate dall’aver elaborato e metabolizzato gli eventi storici.
La mostra sarà visitabile dal 18 novembre 2017 al 13 gennaio 2018, con ingresso libero, secondo i seguenti orari: da martedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Per le festività natalizie la galleria sarà chiusa in data 24, 25, 26, 30, 31 dicembre 2017 e 1, 2, 6 gennaio 2018. Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
“La pittura in Italia, anni ’30 – anni ’50” è parte della quarta edizione di “In Contemporanea”, rassegna che dal 2017 diventerà rete di gallerie, con un maggior numero di proposte distribuite nel corso dell’anno. Tra i primi appuntamenti si segnalano: dal 17 novembre al 1 dicembre 2017, “In Contemporanea a Palazzo Magnani”, una serie di incontri dedicati ai mestieri dell’arte; il 16 e il 17 dicembre 2017, “In Contemporanea fiera diffusa”, weekend all’insegna dell’arte con apertura delle gallerie aderenti ad orario continuato, dalle 10.00 alle 20.00.
Per l’occasione, sabato 18 novembre 2017, alle ore 17.30, si inaugurerà “La pittura in Italia, anni ’30 – anni ’50”, una ricca collettiva che, fino al 13 gennaio 2018, si propone di esplorare lo scenario artistico nazionale in tre decenni cruciali per la storia italiana.
In quegli anni, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia vede la stabilizzazione del fascismo, lo scoppio della Guerra, l’uscita dal conflitto e una lenta ricostruzione.
Molti artisti furono coinvolti o si impegnarono attivamente su fronti diversi: chi si mise al servizio del fascismo (come Sironi), chi entrò nelle file della Resistenza (come Guttuso, Morlotti, Birolli), chi rimase neutrale e proseguì la propria attività artistica in modo pressoché immutato, come Morandi, che continuò a dipingere le sue nature morte e i paesaggi familiari, quasi a proteggersi dallo sconvolgimento che scuoteva l’Italia.
In mostra saranno esposti importanti olii dei più grandi artisti figurativi del Novecento Italiano, che hanno scritto la storia della pittura soprattutto in quei tre decenni: Renato Guttuso, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Renato Birolli, Alberto Gianquinto, Mino Maccari, Ennio Morlotti, Alberto Sughi, Renzo Vespignani.
Le opere saranno in parte inerenti agli eventi bellici, alla ricostruzione e alle relative conseguenze, e in parte del tutto avulsi, per osservare come si è sviluppato lo stile pittorico e il sentire personale di ciascuno di essi in quegli anni “caldi”.
La guerra e l’attualità sociale e politica in anni particolarmente intensi, infatti, non sono sempre presenti nella pittura in modo diretto, ma influenzano fra le righe lo stile degli artisti. È dunque particolarmente interessante osservare la produzione dei principali artisti italiani duranti questi anni di cambiamenti, di declino, di guerra, di ricostruzione.
Nel trentennio ’30 – ’50, del resto, nacquero e si svilupparono importanti movimenti artistici dei quali alcuni degli artisti in mostra fecero parte, per esempio Corrente, cui aderirono Guttuso, Birolli e Morlotti, e il Fronte Nuovo delle Arti. Le tensioni sociali infatti, come spesso accade, fecero da propulsore per lo sviluppo artistico e culturale del Paese.
L’arte è stato uno strumento per esorcizzare gli spettri durante gli anni più duri per il nostro Paese e poi uno strumento di catarsi per il superamento del trauma bellico. L’arte negli anni ’40 diede anche una grande spinta alla ricostruzione culturale del Paese su basi di rinnovata consapevolezza, nate dall’aver elaborato e metabolizzato gli eventi storici.
La mostra sarà visitabile dal 18 novembre 2017 al 13 gennaio 2018, con ingresso libero, secondo i seguenti orari: da martedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Per le festività natalizie la galleria sarà chiusa in data 24, 25, 26, 30, 31 dicembre 2017 e 1, 2, 6 gennaio 2018. Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
“La pittura in Italia, anni ’30 – anni ’50” è parte della quarta edizione di “In Contemporanea”, rassegna che dal 2017 diventerà rete di gallerie, con un maggior numero di proposte distribuite nel corso dell’anno. Tra i primi appuntamenti si segnalano: dal 17 novembre al 1 dicembre 2017, “In Contemporanea a Palazzo Magnani”, una serie di incontri dedicati ai mestieri dell’arte; il 16 e il 17 dicembre 2017, “In Contemporanea fiera diffusa”, weekend all’insegna dell’arte con apertura delle gallerie aderenti ad orario continuato, dalle 10.00 alle 20.00.
III Biennale del libro d'artista
04/04/2015 - 18/04/2015
Avellino, Italia; San Jose, California
Inserito da Luigi Cola
Terza Biennale del libro d’artista
a cura di Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito
PAN Palazzo delle Arti Napoli
via Dei Mille 60, , Napoli
Inaugurazione: venerdì 3 aprile 2014 ore 17 - PAN - Palazzo delle Arti Napoli
Napoli come New York, al Pan di Napoli,
Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la III terza edizione della Biennale del libro d’artista
curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma.
Alla Kermesse, saranno ospiti oltre 250 “opere libro”. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Al centro dell’interesse sarà “l’opera libro”. Il libro d’artista è una vera è propria opera d’arte con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri oggetto
in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. E nzo Correnti
ed infine l’azione creativa “SEMIINAZIONE" se il seme non 'muore' non dà frutto."di Gino Sansone e Agnese Viviana Perrella. Luigi Cola è presente all'Evento con l'Opera dal titolo: "Poesia tra pareti elicoidali". Testo critico: Scintillanti orizzonti nella spirale dei moti delle cose. L’Idea è di un percorso creativo, articolato attraverso un sistema volutamente spiraliforme dal corpo elastico, atto a simboleggiare uno slancio verso l’alto e senza fine, con la velocità proporzionata all’energia di spinta, sprigionata per acuire nuovi scintillanti orizzonti. Di contro, la fase scendente della spirale, vuole essere metafora del ritorno in se dell’uomo, con la ritrovata consapevolezza del bisogno di amare. Nella fluttuante flessibilità del corpo metallico, pagine di storie s’intersecano con i loro alfabetismi. L’astante, può percepire in piena sinestesia la poetica intrisa all’opera: il non ritorno alle realtà vissute, per l’inesorabile trascorrere del tempo, spesso con brusche trasformazioni, nell’uomo e nel mondo e l’esistenza di un avviluppamento forte, di moti, non noti, delle cose, con i loro scintillanti orizzonti, da scoprire attraverso le azioni disvelanti nei raggi di luce.
Nel cromatismo nero della spirale erge il centro di controllo dell’opera in contrasto con le grafiche alfabetiche e le tavole colorate presenti nella parte interna cilindrica della spirale, dalle pareti elicoidali piene e vuote, concave e convesse, tra cui scintillanti “tagli di luce” trafilano e si dilatano geometricamente nello spazio cosmico. L’opera, ha in se un concepimento visivo che gli permette di offrire una visione d’insieme, il dinamico slancio plastico e continuo nello spazio e, una preminenza estetica, anche alla presenza del forte vincolo strutturale, la spirale, come in questo caso. In quest’opera, la gamma dei colori e la fantastica dose creativa rafforzano il corpus cromatico e, la struttura spiraliforme nella sua elasticità è un pieno di gioia ed energia positiva. L’opera, nel suo continuo divenire, vuole indicare il fluire delle cose, dal nulla all’essere. Esattamente questo è il miracolo che avviene nelle mani dell’artista! Dalle materie le forme prendono vita, come d’incanto, generate da linee a loro volta generanti codici visivi. Nell’opera, la verticalità è un’interrogazione interiore. Una preghiera, un’invocazione, una ricerca d’infinito, ancora, la verticalità nella ruotante leggerezza dell’avviluppamento delle spire elicoidali, vi è la visione di un ripetuto recupero di spazi dove trova la presenza un improvviso vuoto, un nuovo motivo d’ordine ritmico, che riscrive un’altra storia. L’insieme dei materiali usati consente di constatare come avviene la nascita e la crescita dell’opera, pittura o scultura, nell’artista e, soprattutto, la tensione interiore o la gran gioia di esistere che lo sostiene, la volontà di assoluto che lo muove. L’impegno psicofisico affrontato nella preparazione e nella messa a fuoco dell’opera non è mai scemato, proprio per quel rapporto evidente che c’è tra il pittore o lo scultore e l’osservatore. L’opera è una riflessione che tenta di formulare una risposta positiva ai continui e inquietanti interrogativi dell’attuale contemporaneità
Luigi Cola 2015
a cura di Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito
PAN Palazzo delle Arti Napoli
via Dei Mille 60, , Napoli
Inaugurazione: venerdì 3 aprile 2014 ore 17 - PAN - Palazzo delle Arti Napoli
Napoli come New York, al Pan di Napoli,
Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la III terza edizione della Biennale del libro d’artista
curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma.
Alla Kermesse, saranno ospiti oltre 250 “opere libro”. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Al centro dell’interesse sarà “l’opera libro”. Il libro d’artista è una vera è propria opera d’arte con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri oggetto
in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. E nzo Correnti
ed infine l’azione creativa “SEMIINAZIONE" se il seme non 'muore' non dà frutto."di Gino Sansone e Agnese Viviana Perrella. Luigi Cola è presente all'Evento con l'Opera dal titolo: "Poesia tra pareti elicoidali". Testo critico: Scintillanti orizzonti nella spirale dei moti delle cose. L’Idea è di un percorso creativo, articolato attraverso un sistema volutamente spiraliforme dal corpo elastico, atto a simboleggiare uno slancio verso l’alto e senza fine, con la velocità proporzionata all’energia di spinta, sprigionata per acuire nuovi scintillanti orizzonti. Di contro, la fase scendente della spirale, vuole essere metafora del ritorno in se dell’uomo, con la ritrovata consapevolezza del bisogno di amare. Nella fluttuante flessibilità del corpo metallico, pagine di storie s’intersecano con i loro alfabetismi. L’astante, può percepire in piena sinestesia la poetica intrisa all’opera: il non ritorno alle realtà vissute, per l’inesorabile trascorrere del tempo, spesso con brusche trasformazioni, nell’uomo e nel mondo e l’esistenza di un avviluppamento forte, di moti, non noti, delle cose, con i loro scintillanti orizzonti, da scoprire attraverso le azioni disvelanti nei raggi di luce.
Nel cromatismo nero della spirale erge il centro di controllo dell’opera in contrasto con le grafiche alfabetiche e le tavole colorate presenti nella parte interna cilindrica della spirale, dalle pareti elicoidali piene e vuote, concave e convesse, tra cui scintillanti “tagli di luce” trafilano e si dilatano geometricamente nello spazio cosmico. L’opera, ha in se un concepimento visivo che gli permette di offrire una visione d’insieme, il dinamico slancio plastico e continuo nello spazio e, una preminenza estetica, anche alla presenza del forte vincolo strutturale, la spirale, come in questo caso. In quest’opera, la gamma dei colori e la fantastica dose creativa rafforzano il corpus cromatico e, la struttura spiraliforme nella sua elasticità è un pieno di gioia ed energia positiva. L’opera, nel suo continuo divenire, vuole indicare il fluire delle cose, dal nulla all’essere. Esattamente questo è il miracolo che avviene nelle mani dell’artista! Dalle materie le forme prendono vita, come d’incanto, generate da linee a loro volta generanti codici visivi. Nell’opera, la verticalità è un’interrogazione interiore. Una preghiera, un’invocazione, una ricerca d’infinito, ancora, la verticalità nella ruotante leggerezza dell’avviluppamento delle spire elicoidali, vi è la visione di un ripetuto recupero di spazi dove trova la presenza un improvviso vuoto, un nuovo motivo d’ordine ritmico, che riscrive un’altra storia. L’insieme dei materiali usati consente di constatare come avviene la nascita e la crescita dell’opera, pittura o scultura, nell’artista e, soprattutto, la tensione interiore o la gran gioia di esistere che lo sostiene, la volontà di assoluto che lo muove. L’impegno psicofisico affrontato nella preparazione e nella messa a fuoco dell’opera non è mai scemato, proprio per quel rapporto evidente che c’è tra il pittore o lo scultore e l’osservatore. L’opera è una riflessione che tenta di formulare una risposta positiva ai continui e inquietanti interrogativi dell’attuale contemporaneità
Luigi Cola 2015