Accedi
Evento: STIGMA
28/11/2014 - 08/12/2014
Dettagli
Data di inserimento: | 25/11/2014 - 1:39 |
Luogo: | Palermo (PA) - Sicilia |
Data di inizio: | 28/11/2014 |
Data di fine | 08/12/2014 |
Descrizione
Da venerdì 28 novembre a lunedì 8 dicembre 2014, Spazio Alloro (via Alloro 129, Palermo) ospita STIGMA, mostra collettiva a cura di Tiziana Pantaleo, che mette insieme il lavoro di sei scultrici: Cristina Gerbino, Grazia Inserillo, Valeria Prestigiacomo, Noemi Priolo, Sara Rizzo e Gaetana Valguarnera.
Il lavoro di queste giovani artiste offre uno spaccato sulla realtà della scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo; nate tra il 1990 e il 1985, hanno tutte studiato con il maestro Salvatore Rizzuti, e sono in procinto di specializzarsi con il validissimo Daniele Franzella.
STIGMA non vuole essere semplicemente una mostra al femminile, e non vuole neanche ripercorrere i fiumi di inchiostro dedicati negli anni all’approfondimento e alla legittimazione della figura della donna nell’arte. E’ una mostra che ambisce a delineare un particolare campo, partendo dal doppio stigma che appartiene alle protagoniste: essere artiste ed essere scultrici.
La scultura è nella visione comune prerogativa degli uomini; più della pittura, e ancor di più della fotografia, presuppone particolare forza e virile manualità, ma queste ragazze danno la prova che in arte non ci sono identità di genere, e che l’essere donna non può venire inteso come “stile”, ancor meno se per questo definito “femminile”.
STIGMA
a cura di Tiziana Pantaleo
Cristina Gerbino (Mistretta, 1990)
Grazia Inserillo (Palermo, 1988)
Valeria Prestigiacomo (Carini, 1990)
Noemi Priolo (Palermo, 1990)
Sara Rizzo (Palermo, 1990)
Gaetana Valguarnera (Palermo, 1985)
inaugurazione venerdì 28 novembre 2014, ore 19
fino all’ 8 dicembre 2014
dal lunedì al sabato, dalle 17 alle 20
Spazio Alloro
via Alloro, 129 – Palermo
info:
+39 091 5087727 - +39 338 8443204
spazioalloro@gmail.com
www.facebook.com/pages/SPAZIO-ALLORO/415671025191520
Il lavoro di queste giovani artiste offre uno spaccato sulla realtà della scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo; nate tra il 1990 e il 1985, hanno tutte studiato con il maestro Salvatore Rizzuti, e sono in procinto di specializzarsi con il validissimo Daniele Franzella.
STIGMA non vuole essere semplicemente una mostra al femminile, e non vuole neanche ripercorrere i fiumi di inchiostro dedicati negli anni all’approfondimento e alla legittimazione della figura della donna nell’arte. E’ una mostra che ambisce a delineare un particolare campo, partendo dal doppio stigma che appartiene alle protagoniste: essere artiste ed essere scultrici.
La scultura è nella visione comune prerogativa degli uomini; più della pittura, e ancor di più della fotografia, presuppone particolare forza e virile manualità, ma queste ragazze danno la prova che in arte non ci sono identità di genere, e che l’essere donna non può venire inteso come “stile”, ancor meno se per questo definito “femminile”.
STIGMA
a cura di Tiziana Pantaleo
Cristina Gerbino (Mistretta, 1990)
Grazia Inserillo (Palermo, 1988)
Valeria Prestigiacomo (Carini, 1990)
Noemi Priolo (Palermo, 1990)
Sara Rizzo (Palermo, 1990)
Gaetana Valguarnera (Palermo, 1985)
inaugurazione venerdì 28 novembre 2014, ore 19
fino all’ 8 dicembre 2014
dal lunedì al sabato, dalle 17 alle 20
Spazio Alloro
via Alloro, 129 – Palermo
info:
+39 091 5087727 - +39 338 8443204
spazioalloro@gmail.com
www.facebook.com/pages/SPAZIO-ALLORO/415671025191520
Altri eventi dell'inserzionista
VIRTUS
28/11/2015 - 08/12/2015
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Si inaugura sabato 28 novembre alle ore 19 presso lo Spazio Alloro (via Alloro 129, Palermo) la mostra VIRTUS, collettiva a cura di Tiziana Pantaleo che presenta il lavoro di cinque scultori: Gero Canalella, Luigi Citarrella, Adriano Ferrante, Daniele Notaro, Francesco Scherma. Spazio Alloro torna così ad ospitare la scultura dopo l’esperienza dello scorso anno, quando proprio nello stesso giorno veniva inaugurata STIGMA, una collettiva sempre dedicata alla scultura ma che allora accoglieva esclusivamente autrici donne.
VIRTUS è dunque un continuum, una ripresa del discorso sui linguaggi scultorei, ma questa volta con una selezione prettamente al maschile (provenienti sempre dalla scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo) che si accorda con la visione comune per cui la scultura è prerogativa degli uomini, che per natura va in contrasto con i toni delicati, sensibili, leggeri visti un anno fa e che nel titolo trova la sua ragion d’essere.
Virtus semanticamente significa virilità - da Vir: uomo - nel senso specifico di maschio contrapposto alla donna e fa riferimento a determinate e basilari caratteristiche maschili, come la forza fisica, l’indole combattente, il vigore. Ma la parola Virtus è anche - e soprattutto - Virtù, ed è in questa declinazione che offre l’incipit alla mostra. La Virtus degli antichi romani, che con questo termine designavano le qualità del Vir, che tramite le sue azioni manifestava il suo valore.
VIRTUS prende avvio proprio da un motto romano del poeta Furio Anziate (II sec. a. C.): “Increscunt animi, virescit vulnere virtus / Le anime crescono, e la virtù fiorisce dalla ferita”, ed è quindi la Virtù intesa come possibile via di salvezza per sanare le ferite e alleviare le anime. Un rimedio forse per conquistare la bellezza, attraverso questa virtuosa predisposizione dell’animo umano ad operare bene e per il bene, racchiudendo l’insieme di valori, di qualità, di abilità di una persona e l’accettazione di questi ideali come assoluti e immutabili.
Nelle opere di questi scultori la forza si fonde alla virtù; la conoscenza profonda della materia e della tecnica si accosta ad un’idea di scultura non più soggetta a stabiliti canoni estetici. Vengono trattati temi forti, passando dentro ideologie, stimolando pensieri e riflessioni sulle regole, sui divieti e sui tabù. La contrapposizione tra la vita e la morte sembra però essere il comune denominatore, nelle varie interpretazioni e reinterpretazioni, attraverso una sacralità più tradizionale o verso una sperimentazione più esistenzialista, fino a visioni contemplative o irrazionali.
VIRTUS
a cura di Tiziana Pantaleo
Gero Canalella
Luigi Citarrella
Adriano Ferrante
Daniele Notaro
Francesco Scherma
Inaugurazione sabato 28 novembre 2015, ore 19
fino all’ 8 dicembre 2015
dal lunedì al sabato, dalle 17 alle 20
Spazio Alloro
via Alloro, 129 – Palermo
info:
+39 091 5087727 - +39 338 8443204
spazioalloro@gmail.com
www.facebook.com/pages/SPAZIO-ALLORO/415671025191520
VIRTUS è dunque un continuum, una ripresa del discorso sui linguaggi scultorei, ma questa volta con una selezione prettamente al maschile (provenienti sempre dalla scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo) che si accorda con la visione comune per cui la scultura è prerogativa degli uomini, che per natura va in contrasto con i toni delicati, sensibili, leggeri visti un anno fa e che nel titolo trova la sua ragion d’essere.
Virtus semanticamente significa virilità - da Vir: uomo - nel senso specifico di maschio contrapposto alla donna e fa riferimento a determinate e basilari caratteristiche maschili, come la forza fisica, l’indole combattente, il vigore. Ma la parola Virtus è anche - e soprattutto - Virtù, ed è in questa declinazione che offre l’incipit alla mostra. La Virtus degli antichi romani, che con questo termine designavano le qualità del Vir, che tramite le sue azioni manifestava il suo valore.
VIRTUS prende avvio proprio da un motto romano del poeta Furio Anziate (II sec. a. C.): “Increscunt animi, virescit vulnere virtus / Le anime crescono, e la virtù fiorisce dalla ferita”, ed è quindi la Virtù intesa come possibile via di salvezza per sanare le ferite e alleviare le anime. Un rimedio forse per conquistare la bellezza, attraverso questa virtuosa predisposizione dell’animo umano ad operare bene e per il bene, racchiudendo l’insieme di valori, di qualità, di abilità di una persona e l’accettazione di questi ideali come assoluti e immutabili.
Nelle opere di questi scultori la forza si fonde alla virtù; la conoscenza profonda della materia e della tecnica si accosta ad un’idea di scultura non più soggetta a stabiliti canoni estetici. Vengono trattati temi forti, passando dentro ideologie, stimolando pensieri e riflessioni sulle regole, sui divieti e sui tabù. La contrapposizione tra la vita e la morte sembra però essere il comune denominatore, nelle varie interpretazioni e reinterpretazioni, attraverso una sacralità più tradizionale o verso una sperimentazione più esistenzialista, fino a visioni contemplative o irrazionali.
VIRTUS
a cura di Tiziana Pantaleo
Gero Canalella
Luigi Citarrella
Adriano Ferrante
Daniele Notaro
Francesco Scherma
Inaugurazione sabato 28 novembre 2015, ore 19
fino all’ 8 dicembre 2015
dal lunedì al sabato, dalle 17 alle 20
Spazio Alloro
via Alloro, 129 – Palermo
info:
+39 091 5087727 - +39 338 8443204
spazioalloro@gmail.com
www.facebook.com/pages/SPAZIO-ALLORO/415671025191520
PRESEPI D’ARTISTA #2 Alessandro BAZAN | Francesco DE GRANDI
23/12/2015 - 09/01/2016
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
PRESEPI D’ARTISTA
Libera interpretazione della natività per una collezione di Eva e Giovanni Rizzuto
#2 Alessandro BAZAN | Francesco DE GRANDI
Sarà inaugurata mercoledì 23 dicembre 2015 alle ore 18.00 presso la RizzutoGallery (via Monte Cuccio 30, Palermo) - la seconda edizione dei PRESEPI D’ARTISTA ( Libera interpretazione della natività ).
L’iniziativa nasce dal desiderio di Eva Oliveri e Giovanni Rizzuto di creare una collezione di presepi realizzati da artisti contemporanei, investendo nell’arte come bene culturale di cui compiacersi, da possedere ma anche da esporre e condividere.
L’immagine della Natività è uno dei temi più rappresentati nella Storia dell’Arte, innumerevoli artisti si sono cimentati su questo soggetto in ogni tempo, in ogni luogo e con ogni tecnica. Il presepe poi, come prodotto culturale e artigianale, si è diffuso in ogni parte del mondo con innumerevoli varianti.
Per queste ragioni, e al di là del credo religioso, il tema proposto è probabilmente uno dei più difficili e rischiosi per un artista contemporaneo, forse proprio per questo uno dei più interessanti anche in virtù della assoluta libertà interpretativa lasciata agli artisti coinvolti nel progetto.
Le opere – acquisite dalla RizzutoGallery – entreranno a far parte della collezione privata di Eva e Giovanni Rizzuto, che - arricchendosi anno dopo anno - promette di diventare un viaggio nella sensibilità artistica, una riflessione che attraverso le opere indaga gli stati d'animo degli artisti protagonisti del progetto.
Dopo la prima edizione che ha visto protagonisti Daniele Franzella e Luigi Citarrella, gli artisti scelti per la seconda edizione dell’iniziativa sono ALESSANDRO BAZAN e FRANCESCO DE GRANDI, protagonisti della scena artistica palermitana degli ultimi vent’anni.
ALESSANDRO BAZAN (Palermo, 1966)
Alessandro Bazan elabora un linguaggio sintetico e fortemente espressivo che si rifà sia alla tradizione della pittura che ad altri territori della cultura visiva, fumetto e cinema in testa, riuscendo ad essere allo stesso tempo colto e popolare.
Protagonista insieme a Fulvio Di Piazza, Andrea Di Marco e Francesco De Grandi della cosidetta Scuola di Palermo degli anni ’90, ha all’attivo una serie di mostre personali e collettive in gallerie ed istituzioni pubbliche (Palazzo della Penna, Perugia; Quadriennale di Roma) oltre ad esser stato incluso nella lista degli artisti scelti dalla Farnesina per rappresentare l’arte contemporanea italiana. Nel 2012 la GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna di Palermo - ospita la sua personale “Moderna”.
FRANCESCO DE GRANDI (Palermo, 1968)
Francesco De Grandi con una pittura intensa ed eloquente stabilisce un rapporto emotivo di interiorizzazione con la condizione originaria del reale, attraverso la costruzione di paesaggi, di nature, di luoghi. I dipinti di De Grandi, apparentemente paesaggi tradizionali, possiedono elementi visionari di disorientamento capaci di spiazzare lo spettatore e di condurlo in un viaggio interiore che tocca corde psicologiche ed esistenziali.
Con Alessandro Bazan, Andrea Di Marco e Fulvio Di Piazza è un esponente della Nuova scuola palermitana, emersa tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila. Nel 2003 il Ministero degli Affari Esteri italiano lo invita alla mostra Futuro italiano al Parlamento Europeo di Bruxelles. Nel 2007 ha esposto in diverse mostre collettive alla Galleria Civica di Trento, al Palazzo Reale di Milano, al MAXXI, al Centro Cultural Borges di Buenos Aires e alla Galleria Hof & Huyser di Amsterdam. Nel 2008 ha partecipato alla XV Quadriennale di Roma. Nel 2010 ha esposto al Padiglione italiano dell'Expo 2010 di Shanghai. L'anno successivo è stato invitato alla 54ª Biennale di Venezia (Padiglione Italia) e nello stesso anno la Galleria d'Arte Moderna di Palermo ha esposto le sue opere nella mostra personale “Il passaggio difficile”. Sue opere sono conservate al Museo di Palazzo Riso e nella Collezione Farnesina Experimenta, istituita dal Ministero degli Esteri.
PRESEPI D’ARTISTA #2
Libera interpretazione della natività per una collezione di Eva e Giovanni Rizzuto
Alessandro BAZAN | Francesco DE GRANDI
Inaugurazione: mercoledì 23 dicembre 2015 ore 18.00
Fino al 9 gennaio 2016
Visitabile su appuntamento chiamando il 347 1769901
RizzutoGallery
Palermo - Via Monte Cuccio 30
Libera interpretazione della natività per una collezione di Eva e Giovanni Rizzuto
#2 Alessandro BAZAN | Francesco DE GRANDI
Sarà inaugurata mercoledì 23 dicembre 2015 alle ore 18.00 presso la RizzutoGallery (via Monte Cuccio 30, Palermo) - la seconda edizione dei PRESEPI D’ARTISTA ( Libera interpretazione della natività ).
L’iniziativa nasce dal desiderio di Eva Oliveri e Giovanni Rizzuto di creare una collezione di presepi realizzati da artisti contemporanei, investendo nell’arte come bene culturale di cui compiacersi, da possedere ma anche da esporre e condividere.
L’immagine della Natività è uno dei temi più rappresentati nella Storia dell’Arte, innumerevoli artisti si sono cimentati su questo soggetto in ogni tempo, in ogni luogo e con ogni tecnica. Il presepe poi, come prodotto culturale e artigianale, si è diffuso in ogni parte del mondo con innumerevoli varianti.
Per queste ragioni, e al di là del credo religioso, il tema proposto è probabilmente uno dei più difficili e rischiosi per un artista contemporaneo, forse proprio per questo uno dei più interessanti anche in virtù della assoluta libertà interpretativa lasciata agli artisti coinvolti nel progetto.
Le opere – acquisite dalla RizzutoGallery – entreranno a far parte della collezione privata di Eva e Giovanni Rizzuto, che - arricchendosi anno dopo anno - promette di diventare un viaggio nella sensibilità artistica, una riflessione che attraverso le opere indaga gli stati d'animo degli artisti protagonisti del progetto.
Dopo la prima edizione che ha visto protagonisti Daniele Franzella e Luigi Citarrella, gli artisti scelti per la seconda edizione dell’iniziativa sono ALESSANDRO BAZAN e FRANCESCO DE GRANDI, protagonisti della scena artistica palermitana degli ultimi vent’anni.
ALESSANDRO BAZAN (Palermo, 1966)
Alessandro Bazan elabora un linguaggio sintetico e fortemente espressivo che si rifà sia alla tradizione della pittura che ad altri territori della cultura visiva, fumetto e cinema in testa, riuscendo ad essere allo stesso tempo colto e popolare.
Protagonista insieme a Fulvio Di Piazza, Andrea Di Marco e Francesco De Grandi della cosidetta Scuola di Palermo degli anni ’90, ha all’attivo una serie di mostre personali e collettive in gallerie ed istituzioni pubbliche (Palazzo della Penna, Perugia; Quadriennale di Roma) oltre ad esser stato incluso nella lista degli artisti scelti dalla Farnesina per rappresentare l’arte contemporanea italiana. Nel 2012 la GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna di Palermo - ospita la sua personale “Moderna”.
FRANCESCO DE GRANDI (Palermo, 1968)
Francesco De Grandi con una pittura intensa ed eloquente stabilisce un rapporto emotivo di interiorizzazione con la condizione originaria del reale, attraverso la costruzione di paesaggi, di nature, di luoghi. I dipinti di De Grandi, apparentemente paesaggi tradizionali, possiedono elementi visionari di disorientamento capaci di spiazzare lo spettatore e di condurlo in un viaggio interiore che tocca corde psicologiche ed esistenziali.
Con Alessandro Bazan, Andrea Di Marco e Fulvio Di Piazza è un esponente della Nuova scuola palermitana, emersa tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila. Nel 2003 il Ministero degli Affari Esteri italiano lo invita alla mostra Futuro italiano al Parlamento Europeo di Bruxelles. Nel 2007 ha esposto in diverse mostre collettive alla Galleria Civica di Trento, al Palazzo Reale di Milano, al MAXXI, al Centro Cultural Borges di Buenos Aires e alla Galleria Hof & Huyser di Amsterdam. Nel 2008 ha partecipato alla XV Quadriennale di Roma. Nel 2010 ha esposto al Padiglione italiano dell'Expo 2010 di Shanghai. L'anno successivo è stato invitato alla 54ª Biennale di Venezia (Padiglione Italia) e nello stesso anno la Galleria d'Arte Moderna di Palermo ha esposto le sue opere nella mostra personale “Il passaggio difficile”. Sue opere sono conservate al Museo di Palazzo Riso e nella Collezione Farnesina Experimenta, istituita dal Ministero degli Esteri.
PRESEPI D’ARTISTA #2
Libera interpretazione della natività per una collezione di Eva e Giovanni Rizzuto
Alessandro BAZAN | Francesco DE GRANDI
Inaugurazione: mercoledì 23 dicembre 2015 ore 18.00
Fino al 9 gennaio 2016
Visitabile su appuntamento chiamando il 347 1769901
RizzutoGallery
Palermo - Via Monte Cuccio 30
Eventi che potrebbero interessarti
Tobia Ravà, Da’at, I numeri della creazione
17/04/2016 - 29/05/2016
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da CSArt Serri
Il Palazzo Ducale di Sabbioneta (Mantova) ospita, dal 17 aprile al 29 maggio 2016, “Da’at, I numeri della creazione”, mostra personale di Tobia Ravà, a cura di Maria Luisa Trevisan e Mario Romanini. Promossa dal Comune di Sabbioneta e da Viaggiare nell’Oglio Po, in collaborazione con PaRDeS, Laboratorio di Ricerca D’Arte Contemporanea, con il patrocinio della Provincia di Mantova, l’esposizione sarà inaugurata domenica 17 aprile, alle ore 11.00, presso il Teatro all’Antica di Sabbioneta.
«La mostra – spiega Maria Luisa Trevisan – fa esplicito riferimento all’albero sefirotico, composto dalla sfere che si possono visualizzare come degli ascensori che portano all’elevazione dell’essere umano. L’albero sefirotico è una delle immagini più complesse ed affascinanti della “Kabbalah”, che significa, tradizione, “ciò che abbiamo ricevuto”. L’esposizione prende il nome dalla “Sephirah Da’at”, conoscenza, che nasce dall’unione di “Chokmah” (sapienza) e “Binah” (intelligenza), sopra le quali sta “Keter”, corona, l’emanazione superiore. Insieme formano le emanazioni intellettuali più elevate, che danno agli esseri umani la possibilità di essere “appena al di sotto degli angeli”. Di solito si dice che l’albero sia composto di dieci sfere non considerando “Da’at”, che è l’undicesima, forse perché non è posta sull’Albero della vita, ma rimane nascosta, invisibile, situata dietro le quinte, ma – come sostiene Roy Doliner – ogni cabalista è sempre consapevole della sua esistenza, poiché essa è “l’impulso di accumulare e conservare il sapere per noi stessi, il nostro futuro e quello dei nostri figli e di tutta l’umanità”. “Da’at” è la soglia per accedere alle sfere più alte. In “Da’at” c’è il segreto sia della generazione sia della rigenerazione, la chiave della manifestazione di tutte le cose tramite la differenziazione nelle coppie di opposti e la loro unione».
Il titolo dell’esposizione è stato scelto in piena sintonia con la storica città di Sabbioneta, la seconda in provincia per importanza dal punto di vista storico-artistico, dopo Mantova, eletta quest’anno Capitale della Cultura, ed entrambe ricche di fascino, arte e storia, tanto da essere inserite nella World Heritage List dell’Unesco nel 2008. Sabbioneta, capitale dell’omonimo staterello, fu la dimora della famiglia regnante e il fulcro dell’organizzazione politica, amministrativa e cortigiana del ducato.
Anche le opere esposte si pongono in dialogo con il territorio, come i pioppeti caratteristici della Pianura Padana, con la cittadina, costruita in base ai principi umanistici della città ideale rinascimentale, ma anche con il contenitore della mostra, il Palazzo Ducale (1559-1578, primo significativo edificio fatto realizzare da Vespasiano Gonzaga, 1531-1591, figlio di Rodomonte e di Isabella Colonna, educato a Fondi dalla famosa zia Giulia Gonzaga), la sua storia e le opere delle collezioni permanenti in esposizione nelle sale.
In mostra, opere recenti tridimensionali, pittoriche e specchianti che trattano soggetti architettonici, animali e vegetali. L’allestimento comprende, inoltre, alcuni boschi recenti specchianti e sculture in bronzo, sempre supportati da un percorso numerico legato alla “ghematria” ed alle leggi naturali.
La ricerca di Tobia Ravà non si deve intendere affatto come riduzione del mistico al misterico, all’esoterico, ma come visualizzazione di una profonda consapevolezza che la mistica è, secondo la definizione di Platone, e nel suo senso originario e autentico, ricerca della saggezza – “esercizio di vita ed esercizio di morte”, “l'universale della ragione, ovvero ciò che è propriamente umano”.
Dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 l’artista ha avviato una ricerca rivolta alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla “Kabbalah” al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico, fatto di lettere e numeri che si cristallizzano sulla superficie “grandangolata” di vedute di canali e boschi. L’artista sviluppa un percorso simbolico a rebus, costruito su piani di lettura diversi attraverso la “ghematria” (“gimatreya”), criterio di permutazione delle lettere in numeri in uso fin dall’antichità nell’alfabeto ebraico, secondo cui ad ogni lettera corrisponde un numero, così ogni successione alfabetica può considerarsi una somma aritmetica.
La personale sarà visitabile fino al 29 maggio 2016, da martedì a venerdì ore 9.30-13.00 e 14.30-18.30, sabato e festivi 9.30-13.00 e 14.30-19.00, chiuso lunedì. Catalogo Grafiche Turato Edizioni, Rubano (PD), 2016, a cura di Maria Luisa Trevisan.
Per informazioni: Comune di Sabbioneta, Ufficio Eventi Culturali (tel. 0375 52599, www.comune.sabbioneta.mn.it, a.ghizzardi@comune.sabbioneta.mn.it).
«La mostra – spiega Maria Luisa Trevisan – fa esplicito riferimento all’albero sefirotico, composto dalla sfere che si possono visualizzare come degli ascensori che portano all’elevazione dell’essere umano. L’albero sefirotico è una delle immagini più complesse ed affascinanti della “Kabbalah”, che significa, tradizione, “ciò che abbiamo ricevuto”. L’esposizione prende il nome dalla “Sephirah Da’at”, conoscenza, che nasce dall’unione di “Chokmah” (sapienza) e “Binah” (intelligenza), sopra le quali sta “Keter”, corona, l’emanazione superiore. Insieme formano le emanazioni intellettuali più elevate, che danno agli esseri umani la possibilità di essere “appena al di sotto degli angeli”. Di solito si dice che l’albero sia composto di dieci sfere non considerando “Da’at”, che è l’undicesima, forse perché non è posta sull’Albero della vita, ma rimane nascosta, invisibile, situata dietro le quinte, ma – come sostiene Roy Doliner – ogni cabalista è sempre consapevole della sua esistenza, poiché essa è “l’impulso di accumulare e conservare il sapere per noi stessi, il nostro futuro e quello dei nostri figli e di tutta l’umanità”. “Da’at” è la soglia per accedere alle sfere più alte. In “Da’at” c’è il segreto sia della generazione sia della rigenerazione, la chiave della manifestazione di tutte le cose tramite la differenziazione nelle coppie di opposti e la loro unione».
Il titolo dell’esposizione è stato scelto in piena sintonia con la storica città di Sabbioneta, la seconda in provincia per importanza dal punto di vista storico-artistico, dopo Mantova, eletta quest’anno Capitale della Cultura, ed entrambe ricche di fascino, arte e storia, tanto da essere inserite nella World Heritage List dell’Unesco nel 2008. Sabbioneta, capitale dell’omonimo staterello, fu la dimora della famiglia regnante e il fulcro dell’organizzazione politica, amministrativa e cortigiana del ducato.
Anche le opere esposte si pongono in dialogo con il territorio, come i pioppeti caratteristici della Pianura Padana, con la cittadina, costruita in base ai principi umanistici della città ideale rinascimentale, ma anche con il contenitore della mostra, il Palazzo Ducale (1559-1578, primo significativo edificio fatto realizzare da Vespasiano Gonzaga, 1531-1591, figlio di Rodomonte e di Isabella Colonna, educato a Fondi dalla famosa zia Giulia Gonzaga), la sua storia e le opere delle collezioni permanenti in esposizione nelle sale.
In mostra, opere recenti tridimensionali, pittoriche e specchianti che trattano soggetti architettonici, animali e vegetali. L’allestimento comprende, inoltre, alcuni boschi recenti specchianti e sculture in bronzo, sempre supportati da un percorso numerico legato alla “ghematria” ed alle leggi naturali.
La ricerca di Tobia Ravà non si deve intendere affatto come riduzione del mistico al misterico, all’esoterico, ma come visualizzazione di una profonda consapevolezza che la mistica è, secondo la definizione di Platone, e nel suo senso originario e autentico, ricerca della saggezza – “esercizio di vita ed esercizio di morte”, “l'universale della ragione, ovvero ciò che è propriamente umano”.
Dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 l’artista ha avviato una ricerca rivolta alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla “Kabbalah” al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico, fatto di lettere e numeri che si cristallizzano sulla superficie “grandangolata” di vedute di canali e boschi. L’artista sviluppa un percorso simbolico a rebus, costruito su piani di lettura diversi attraverso la “ghematria” (“gimatreya”), criterio di permutazione delle lettere in numeri in uso fin dall’antichità nell’alfabeto ebraico, secondo cui ad ogni lettera corrisponde un numero, così ogni successione alfabetica può considerarsi una somma aritmetica.
La personale sarà visitabile fino al 29 maggio 2016, da martedì a venerdì ore 9.30-13.00 e 14.30-18.30, sabato e festivi 9.30-13.00 e 14.30-19.00, chiuso lunedì. Catalogo Grafiche Turato Edizioni, Rubano (PD), 2016, a cura di Maria Luisa Trevisan.
Per informazioni: Comune di Sabbioneta, Ufficio Eventi Culturali (tel. 0375 52599, www.comune.sabbioneta.mn.it, a.ghizzardi@comune.sabbioneta.mn.it).
Le “Sospensioni” di Carla Rigato in mostra al Palazzo della Cancelleria Apostolica Vaticana di Roma
27/11/2016 - 08/12/2016
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Angela Forin
La pittrice e scultrice veneta Carla Rigato è tra gli artisti chiamati ad esporre alla 31° edizione de “Il Metaformismo. L’arte Contemporanea nelle antiche dimore”, curata dallo storico e critico Giulia Sillato, che si terrà al Palazzo della Cancelleria Apostolica di Roma dal 27 novembre all’8 dicembre 2016. L’artista esporrà due opere della serie “Sospensioni”, realizzate nel 2016, frutto della riflessione sulla precarietà della condizione umana.
«Siamo sospesi. La nostra esistenza è un continuo essere travolti, essere portati in alto per poi ricadere e nuovamente rialzarci, senza soluzione di continuità.La nostra vita è sospesa come la schiuma delle onde».
Ispirate al tema marino su tonalità di colore che alcuni critici riconducono ai fondali lirici dei pittori veneti, le “Sospensioni” segnano un temporaneo abbandono da parte di Carla Rigato dell’uso del pennello e della spatola per sperimentare nuovi strumenti con i quali imprimere le proprie emozioni sulla tela.
Questo perché, per usare le parole della stessa Giulia Sillato, autrice di un saggio critico presente nel volume “Rigato. Il richiamo della Creazione” (Editoriale Giorgio Mondadori, 2015): «Carla Rigato è artefice di un linguaggio pittorico complesso, che non si ripete e non crea generi. Il messaggio dell’artista è cogliere delle cose il dettaglio essenziale; scegliere tra le cose quelle di cui trattare in pittura lasciando ad essa la responsabilità di modellare forme con il puro colore che, interagendo con la luce, plasma prima nell’occhio e poi nel cuore, l’impressione dell’oggetto reale».
Il risultato sono opere senza spazio e senza tempo in totale libertà compositiva, una memoria pregna di sensazioni, di emozioni, di suggestioni catturate e rimandate direttamente sulla tela dalla materia del colore. Un colore a volte violento, drammatico, corrosivo, a volte morbido, lirico, melodico. Anche quando il linguaggio figurativo riappare è pur sempre trasfigurato dal colore, dalla libertà, dall'intensità dell’emozione, dalla poetica dell’interiorità.
Date queste premesse, non stupisce dunque che Carla Rigato sia stata scelta per partecipare ad una esposizione che ha come propria cifra caratteristica quella di scegliere solo “i maestri del nostro futuro” sulla base della qualità, sull’originalità e sull’unicità della proposta artistica.
La mostra verrà inaugurata domenica 27 novembre alle ore 17.00 presso la Sala Capitolare della Basilica di San Lorenzo in Damasco con un concerto di musica lirica che vedrà la pianista Barbara Cabattiani accompagnare il mezzosoprano-contralto Maria Ràtcova e il soprano Sabrina Testa. In programma musiche di Offenbach, Puccini, Donizzetti, Bizet, Mozart, Arditi Grieg, Camille Saint Saëns.
Pubblicazione del Catalogo: 24Ore Cultura.
Orari di apertura: dal 27 novembre all’8 dicembre tutti i giorni 10.00-13.30/ 15.30-19.30
Ingresso libero
«Siamo sospesi. La nostra esistenza è un continuo essere travolti, essere portati in alto per poi ricadere e nuovamente rialzarci, senza soluzione di continuità.La nostra vita è sospesa come la schiuma delle onde».
Ispirate al tema marino su tonalità di colore che alcuni critici riconducono ai fondali lirici dei pittori veneti, le “Sospensioni” segnano un temporaneo abbandono da parte di Carla Rigato dell’uso del pennello e della spatola per sperimentare nuovi strumenti con i quali imprimere le proprie emozioni sulla tela.
Questo perché, per usare le parole della stessa Giulia Sillato, autrice di un saggio critico presente nel volume “Rigato. Il richiamo della Creazione” (Editoriale Giorgio Mondadori, 2015): «Carla Rigato è artefice di un linguaggio pittorico complesso, che non si ripete e non crea generi. Il messaggio dell’artista è cogliere delle cose il dettaglio essenziale; scegliere tra le cose quelle di cui trattare in pittura lasciando ad essa la responsabilità di modellare forme con il puro colore che, interagendo con la luce, plasma prima nell’occhio e poi nel cuore, l’impressione dell’oggetto reale».
Il risultato sono opere senza spazio e senza tempo in totale libertà compositiva, una memoria pregna di sensazioni, di emozioni, di suggestioni catturate e rimandate direttamente sulla tela dalla materia del colore. Un colore a volte violento, drammatico, corrosivo, a volte morbido, lirico, melodico. Anche quando il linguaggio figurativo riappare è pur sempre trasfigurato dal colore, dalla libertà, dall'intensità dell’emozione, dalla poetica dell’interiorità.
Date queste premesse, non stupisce dunque che Carla Rigato sia stata scelta per partecipare ad una esposizione che ha come propria cifra caratteristica quella di scegliere solo “i maestri del nostro futuro” sulla base della qualità, sull’originalità e sull’unicità della proposta artistica.
La mostra verrà inaugurata domenica 27 novembre alle ore 17.00 presso la Sala Capitolare della Basilica di San Lorenzo in Damasco con un concerto di musica lirica che vedrà la pianista Barbara Cabattiani accompagnare il mezzosoprano-contralto Maria Ràtcova e il soprano Sabrina Testa. In programma musiche di Offenbach, Puccini, Donizzetti, Bizet, Mozart, Arditi Grieg, Camille Saint Saëns.
Pubblicazione del Catalogo: 24Ore Cultura.
Orari di apertura: dal 27 novembre all’8 dicembre tutti i giorni 10.00-13.30/ 15.30-19.30
Ingresso libero