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Evento: Davide Bramante - NOVE
04/04/2015 - 17/05/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 25/03/2015 - 12:28 |
Luogo: | Palermo (PA) - Sicilia |
Data di inizio: | 04/04/2015 |
Data di fine | 17/05/2015 |
Descrizione
DAVIDE BRAMANTE NOVE
RISO, MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DELLA SICILIA
INAUGURAZIONE SABATO 4 APRILE ORE 17:00
FINO AL 3 MAGGIO 2015
GAM - GALLERIA D’ARTE MODERNA
INAUGURAZIONE SABATO 4 APRILE ORE 19.00
FINO AL 17 MAGGIO 2015
NOVE è il titolo di un ampio progetto - promosso dall’Assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana e realizzato dal Museo Regionale d'Arte Contemporanea Palazzo Belmonte Riso, dalla Galleria d’Arte Moderna di Palermo e dall’Associazione Ars Mediterranea, in collaborazione con la RizzutoGallery - che ha al centro il lavoro del fotografo Davide Bramante e costituisce un momento significativo nella sua prolifica e cosmopolita carriera.
Bramante realizza le sue opere fotografiche con la tecnica della esposizione multipla in fase di ripresa, risultato di più scatti sulla stessa porzione di pellicola, caratteristica distintiva unica che ha assicurato a Bramante un posto più che meritato nella fotografia d’arte. Ne risultano visioni simultanee di grandi città, porzioni assemblate dei suoi tanti viaggi e dei suoi pensieri, opere d’arte suggestive e seducenti dove i luoghi più rappresentativi di ogni città riescono a convivere diventando interpretazioni dello spirito collettivo. La sovrapposizione è una delle tecniche più affascinanti della fotografia ma usata molto di più nel cinema. Bramante la usa per uscire, andare in giro per il mondo e catturare immagini, e invece che ricondurle a un reportage documentario, lo fa diventare un’opera a parte, un altro mondo. Il progetto espositivo si articola nelle due sedi museali.
Riso, Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia
NOVE | DAVIDE BRAMANTE +
Stefano Cumia, Gianni Di Rosa, Donatella Lombardo, Massimiliano Pelletti, Perino & Vele, Roberto Pugliese, Turi Rapisarda, Giulio Zanet
NOVE sta per i nove artisti coinvolti nell'evento, personalmente invitati da Davide Bramante. Nelle sale di Palazzo Belmonte Riso si creerà un dialogo tra le opere di Davide Bramante e quelle degli artisti chiamati a dialogarci; tra i lightbox e le sculture “luminose” del fotografo saranno esposti i lavori di Stefano Cumia, Gianni Di Rosa, Donatella Lombardo, Massimiliano Pelletti, Perino & Vele, Roberto Pugliese, Turi Rapisarda, Giulio Zanet. E proprio partendo dall’input delle sue opere luminose, Bramante ha idealmente pensato questa mostra come una dedica alla luce, o meglio alla relazione che si instaura con questo elemento, indispensabile e imprescindibile per la creazione, e per certi versi la sua comprensione. Il 2015 è stato proclamato d’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Anno internazionale della Luce” con l’obiettivo di accrescere la conoscenza e la consapevolezza di ciascuno di noi sul modo in cui le tecnologie basate sulla luce promuovano lo sviluppo sostenibile e forniscano soluzioni alle sfide globali.
GAM - Galleria d’Arte Moderna
DAVIDE BRAMANTE | NOVE
Con la mostra alla GAM - il cui titolo allude sinteticamente al numero delle province siciliane – Bramante compie una “indagine” sulle opere che si trovano sul territorio dell’Isola e che nel corso degli anni sono state acquisite da collezionisti siciliani, oltre a voler essere un modo per ringraziare pubblicamente coloro che hanno creduto e credono nel suo lavoro. La mostra parte infatti da un primo grande nucleo di opere provenienti da collezioni siciliane. Dopo aver girato il mondo e fotografato centinaia di città realizzando migliaia di scatti, per il “globetrotter” Bramante questa esposizione è forse soprattutto un tributo alla sua Sicilia, terra ricca di storie, di passaggi, di dominazioni, di stratificazioni e di immagini che inevitabilmente hanno contribuito alla formazione del suo DNA artistico. Oltre al nucleo centrale di opere, il percorso espositivo si articolerà in altre tre sezioni tematiche. Una si compone di 3 nuove Photos di medio/grande formato, realizzate in omaggio a Palermo appositamente per questa mostra, la seconda è una serie di acquarelli su foto, la terza è un nuovissimo ed inedito progetto di opere stampate su tessuto, realizzate in collaborazione con la Seteria Argenti di Como. Nato a Siracusa nel 1970, Davide Bramante si è formato a Torino, alla prestigiosa Accademia Albertina di Belle Arti. Il suo curriculum artistico annovera numerose esperienze a livello internazionale, ha all’attivo oltre sessanta mostre tra personali e collettive in Musei, Fondazioni e Gallerie nazionali ed estere, tra cui il MoMA New York Museum, il MACI di Isernia, il Palazzo delle Papesse di Siena e il Kunsthaus Tacheles di Berlino.
Con il patrocinio della Regione Siciliana, Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana
Progetto: Ars Mediterranea e RizzutoGallery, con il sostegno di Elenka s.r.l.
Catalogo con testi di Leoluca Orlando, Andrea Cusumano, Antonella Purpura, Valeria Li Vigni, Elio Grazioli, Tiziana Pantaleo, edito da Afa/GlifoGlifo edizioni.
Sponsor tecnici: Cantina Settesoli, Hotel Principe di Villafranca, Hotel Plaza Opera, Palermo, C&S congressi ed eventi.
RISO, MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DELLA SICILIA
INAUGURAZIONE SABATO 4 APRILE ORE 17:00
FINO AL 3 MAGGIO 2015
GAM - GALLERIA D’ARTE MODERNA
INAUGURAZIONE SABATO 4 APRILE ORE 19.00
FINO AL 17 MAGGIO 2015
NOVE è il titolo di un ampio progetto - promosso dall’Assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana e realizzato dal Museo Regionale d'Arte Contemporanea Palazzo Belmonte Riso, dalla Galleria d’Arte Moderna di Palermo e dall’Associazione Ars Mediterranea, in collaborazione con la RizzutoGallery - che ha al centro il lavoro del fotografo Davide Bramante e costituisce un momento significativo nella sua prolifica e cosmopolita carriera.
Bramante realizza le sue opere fotografiche con la tecnica della esposizione multipla in fase di ripresa, risultato di più scatti sulla stessa porzione di pellicola, caratteristica distintiva unica che ha assicurato a Bramante un posto più che meritato nella fotografia d’arte. Ne risultano visioni simultanee di grandi città, porzioni assemblate dei suoi tanti viaggi e dei suoi pensieri, opere d’arte suggestive e seducenti dove i luoghi più rappresentativi di ogni città riescono a convivere diventando interpretazioni dello spirito collettivo. La sovrapposizione è una delle tecniche più affascinanti della fotografia ma usata molto di più nel cinema. Bramante la usa per uscire, andare in giro per il mondo e catturare immagini, e invece che ricondurle a un reportage documentario, lo fa diventare un’opera a parte, un altro mondo. Il progetto espositivo si articola nelle due sedi museali.
Riso, Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia
NOVE | DAVIDE BRAMANTE +
Stefano Cumia, Gianni Di Rosa, Donatella Lombardo, Massimiliano Pelletti, Perino & Vele, Roberto Pugliese, Turi Rapisarda, Giulio Zanet
NOVE sta per i nove artisti coinvolti nell'evento, personalmente invitati da Davide Bramante. Nelle sale di Palazzo Belmonte Riso si creerà un dialogo tra le opere di Davide Bramante e quelle degli artisti chiamati a dialogarci; tra i lightbox e le sculture “luminose” del fotografo saranno esposti i lavori di Stefano Cumia, Gianni Di Rosa, Donatella Lombardo, Massimiliano Pelletti, Perino & Vele, Roberto Pugliese, Turi Rapisarda, Giulio Zanet. E proprio partendo dall’input delle sue opere luminose, Bramante ha idealmente pensato questa mostra come una dedica alla luce, o meglio alla relazione che si instaura con questo elemento, indispensabile e imprescindibile per la creazione, e per certi versi la sua comprensione. Il 2015 è stato proclamato d’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Anno internazionale della Luce” con l’obiettivo di accrescere la conoscenza e la consapevolezza di ciascuno di noi sul modo in cui le tecnologie basate sulla luce promuovano lo sviluppo sostenibile e forniscano soluzioni alle sfide globali.
GAM - Galleria d’Arte Moderna
DAVIDE BRAMANTE | NOVE
Con la mostra alla GAM - il cui titolo allude sinteticamente al numero delle province siciliane – Bramante compie una “indagine” sulle opere che si trovano sul territorio dell’Isola e che nel corso degli anni sono state acquisite da collezionisti siciliani, oltre a voler essere un modo per ringraziare pubblicamente coloro che hanno creduto e credono nel suo lavoro. La mostra parte infatti da un primo grande nucleo di opere provenienti da collezioni siciliane. Dopo aver girato il mondo e fotografato centinaia di città realizzando migliaia di scatti, per il “globetrotter” Bramante questa esposizione è forse soprattutto un tributo alla sua Sicilia, terra ricca di storie, di passaggi, di dominazioni, di stratificazioni e di immagini che inevitabilmente hanno contribuito alla formazione del suo DNA artistico. Oltre al nucleo centrale di opere, il percorso espositivo si articolerà in altre tre sezioni tematiche. Una si compone di 3 nuove Photos di medio/grande formato, realizzate in omaggio a Palermo appositamente per questa mostra, la seconda è una serie di acquarelli su foto, la terza è un nuovissimo ed inedito progetto di opere stampate su tessuto, realizzate in collaborazione con la Seteria Argenti di Como. Nato a Siracusa nel 1970, Davide Bramante si è formato a Torino, alla prestigiosa Accademia Albertina di Belle Arti. Il suo curriculum artistico annovera numerose esperienze a livello internazionale, ha all’attivo oltre sessanta mostre tra personali e collettive in Musei, Fondazioni e Gallerie nazionali ed estere, tra cui il MoMA New York Museum, il MACI di Isernia, il Palazzo delle Papesse di Siena e il Kunsthaus Tacheles di Berlino.
Con il patrocinio della Regione Siciliana, Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana
Progetto: Ars Mediterranea e RizzutoGallery, con il sostegno di Elenka s.r.l.
Catalogo con testi di Leoluca Orlando, Andrea Cusumano, Antonella Purpura, Valeria Li Vigni, Elio Grazioli, Tiziana Pantaleo, edito da Afa/GlifoGlifo edizioni.
Sponsor tecnici: Cantina Settesoli, Hotel Principe di Villafranca, Hotel Plaza Opera, Palermo, C&S congressi ed eventi.
Altri eventi dell'inserzionista
Variazioni e capricci morali
04/10/2014 - 18/10/2014
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Variazioni e capricci morali
a cura di Tiziana Pantaleo
Dalila Belato
Roberto Calò
Luigi Citarrella
Daniele Notaro
La Compagnia delle Mutazioni
Inaugurazione sabato 4 ottobre 2014, ore 18.30
fino al 18 ottobre
dal martedì al sabato 9:30/12:30 | 16:30/19:30
lunedì 16:30/19:30
BoBeZ
Associazione Culturale
via Isidoro La Lumia 22 – Palermo
Sabato 4 ottobre 2014, presso l’Associazione Culturale Bobez (via Isidoro La Lumia 22) si inaugura “Variazioni e capricci morali”, a cura di Tiziana Pantaleo, che presenta le opere di Dalila Belato, Roberto Calò, Luigi Citarrella, Daniele Notaro e del collettivo “La Compagnia delle Mutazioni”.
In mostra sculture, dipinti e fotografie: linguaggi eterogenei si congiungono per divenire parte di un percorso unico che si sviluppa tra capricci e variazioni, come dichiara il titolo, ossequiosamente mutuato dall’ultima opera lasciataci da Manlio Sgalambro. “Variazioni e capricci morali” (2013), raccoglie sotto forma di aforismi gli ultimi e illuminati pensieri del maestro, che nel presentarlo diceva: “Il filosofo è come un cavaturaccioli, che gira e gira e gira per fare un buco e “sturare”, in maniera che salti il tappo e vengano fuori queste cose, che io chiamo capricci e variazioni”.
Partendo da questa formula, la mostra vuole poggiare lo sguardo sull’uomo come focolaio di contrasti e bagaglio di diversità, sul suo essere effimero ma anche immortale, e sulla natura umana, ora spietata, ora disincantata, a tratti cinica e a volte annichilente, ma che sa anche essere ironica e leggèra, capace di non prendersi sul serio, sorridente e un po’ beffarda.
a cura di Tiziana Pantaleo
Dalila Belato
Roberto Calò
Luigi Citarrella
Daniele Notaro
La Compagnia delle Mutazioni
Inaugurazione sabato 4 ottobre 2014, ore 18.30
fino al 18 ottobre
dal martedì al sabato 9:30/12:30 | 16:30/19:30
lunedì 16:30/19:30
BoBeZ
Associazione Culturale
via Isidoro La Lumia 22 – Palermo
Sabato 4 ottobre 2014, presso l’Associazione Culturale Bobez (via Isidoro La Lumia 22) si inaugura “Variazioni e capricci morali”, a cura di Tiziana Pantaleo, che presenta le opere di Dalila Belato, Roberto Calò, Luigi Citarrella, Daniele Notaro e del collettivo “La Compagnia delle Mutazioni”.
In mostra sculture, dipinti e fotografie: linguaggi eterogenei si congiungono per divenire parte di un percorso unico che si sviluppa tra capricci e variazioni, come dichiara il titolo, ossequiosamente mutuato dall’ultima opera lasciataci da Manlio Sgalambro. “Variazioni e capricci morali” (2013), raccoglie sotto forma di aforismi gli ultimi e illuminati pensieri del maestro, che nel presentarlo diceva: “Il filosofo è come un cavaturaccioli, che gira e gira e gira per fare un buco e “sturare”, in maniera che salti il tappo e vengano fuori queste cose, che io chiamo capricci e variazioni”.
Partendo da questa formula, la mostra vuole poggiare lo sguardo sull’uomo come focolaio di contrasti e bagaglio di diversità, sul suo essere effimero ma anche immortale, e sulla natura umana, ora spietata, ora disincantata, a tratti cinica e a volte annichilente, ma che sa anche essere ironica e leggèra, capace di non prendersi sul serio, sorridente e un po’ beffarda.
Presentazione del Catalogo “LE STANZE D’ARAGONA - Pratiche pittoriche in Italia ...
09/02/2016 - 09/02/2016
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Sarà presentato martedì 9 febbraio alle ore 18.30 presso la RizzutoGallery di Palermo (via Monte Cuccio 30) il volume LE STANZE D’ARAGONA - Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio, dedicato al progetto organizzato dalla RizzutoGallery e dall’associazione culturale “Le stanze d’Aragona”, sotto la cura di Helga Marsala e Andrea Bruciati, realizzato in collaborazione con il MIUR Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Soprintendenza Regionale dei Beni Culturali e Ambientali di Palermo, l’Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, il Comune di Palermo Assessorato Cultura, ed Ersu Palermo (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario), con il patrocinio dell’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana della Regione Siciliana, e con il supporto di Elenk’Art.
Il progetto - nato con l’intento di avviare una ricognizione della scena pittorica italiana degli ultimi anni, con un’attenzione particolare rivolta alle nuove tendenze dell’astrazione e della pittura concettuale - si è articolato attraverso tre mostre divise in capitoli, due prime collettive, composte da otto artisti ciascuna e ospitate negli spazi di RizzutoGallery - a marzo e maggio 2015 - e infine il terzo e ultimo appuntamento di settembre al Villino Favaloro, dove si è data vita ad una grande mostra che ha coinvolto trentacinque artisti italiani di diverse generazioni, fra maestri e mid-career di livello internazionale, e giovani artisti emergenti del panorama contemporaneo, oltre a sancire la riconsegna alla cittadinanza dell’importante gioiello Liberty palermitano.
Il catalogo presenta un’ampia selezione di immagini e testi critici relativi all’intera trilogia.
INFO:
LE STANZE D’ARAGONA – Pratiche pittoriche all’alba del nuovo millennio - Catalogo a colori, 208 pagine
ARTISTI: Giuseppe Adamo, Paola Angelini, Stefano Arienti, Domenico Bianchi, Renata Boero, Jacopo Casadei, Antonio Catelani, Manuele Cerutti, Paolo Chiasera, Stefano Cumia, Matteo Fato, Giulio Frigo, Anna Gramaccia, Andrea Grotto, Gaia Fugazza, Tiziano Martini, Andrea Mastrovito, Cristiano Menchini, Maria Morganti, Lorenzo Morri, Nunzio, Paolo Parisi, Alessandro Pessoli, Lucio Pozzi, Barbara Prenka, Riccardo Previdi, Pietro Roccasalva, Alessandro Roma, Giovanni Sartori Braido, Vito Stassi, Massimo Stenta, Marco Tirelli, Sulltane Tusha, Marco Useli, Claudio Verna, Serena Vestrucci.
TESTI di: Andrea Cusumano, Maria Elena Volpes, Alberto Firenze, Davide Faraone, Andrea Bruciati, Helga Marsala.
Martedì 9 febbraio 2016, ore 18.30
RizzutoGallery – Palermo
Via Monte Cuccio 30
091.526843 | +39 347.1769901
Ingresso libero.
Il progetto - nato con l’intento di avviare una ricognizione della scena pittorica italiana degli ultimi anni, con un’attenzione particolare rivolta alle nuove tendenze dell’astrazione e della pittura concettuale - si è articolato attraverso tre mostre divise in capitoli, due prime collettive, composte da otto artisti ciascuna e ospitate negli spazi di RizzutoGallery - a marzo e maggio 2015 - e infine il terzo e ultimo appuntamento di settembre al Villino Favaloro, dove si è data vita ad una grande mostra che ha coinvolto trentacinque artisti italiani di diverse generazioni, fra maestri e mid-career di livello internazionale, e giovani artisti emergenti del panorama contemporaneo, oltre a sancire la riconsegna alla cittadinanza dell’importante gioiello Liberty palermitano.
Il catalogo presenta un’ampia selezione di immagini e testi critici relativi all’intera trilogia.
INFO:
LE STANZE D’ARAGONA – Pratiche pittoriche all’alba del nuovo millennio - Catalogo a colori, 208 pagine
ARTISTI: Giuseppe Adamo, Paola Angelini, Stefano Arienti, Domenico Bianchi, Renata Boero, Jacopo Casadei, Antonio Catelani, Manuele Cerutti, Paolo Chiasera, Stefano Cumia, Matteo Fato, Giulio Frigo, Anna Gramaccia, Andrea Grotto, Gaia Fugazza, Tiziano Martini, Andrea Mastrovito, Cristiano Menchini, Maria Morganti, Lorenzo Morri, Nunzio, Paolo Parisi, Alessandro Pessoli, Lucio Pozzi, Barbara Prenka, Riccardo Previdi, Pietro Roccasalva, Alessandro Roma, Giovanni Sartori Braido, Vito Stassi, Massimo Stenta, Marco Tirelli, Sulltane Tusha, Marco Useli, Claudio Verna, Serena Vestrucci.
TESTI di: Andrea Cusumano, Maria Elena Volpes, Alberto Firenze, Davide Faraone, Andrea Bruciati, Helga Marsala.
Martedì 9 febbraio 2016, ore 18.30
RizzutoGallery – Palermo
Via Monte Cuccio 30
091.526843 | +39 347.1769901
Ingresso libero.
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Gli anni della passione, Paolo Baratella
20/02/2016 - 10/03/2016
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da CSArt Serri
A dieci anni dalla mostra inaugurale, la Galleria Marcantoni Arte Contemporanea di Pedaso (FM) festeggia il decennale con una nuova personale dell’artista bolognese Paolo Baratella ripartita su due sedi: negli spazi della galleria, un approfondimento dedicato a “Gli anni della passione”, nella Sala Cola dell’Amatrice nel complesso francescano di Ascoli Piceno, la sezione “Compianto – quattordicidiciotto – la Grande Guerra”, allestita con il patrocinio del Comune di Ascoli Piceno.
Curata da Claudio Marcantoni, la mostra sarà inaugurata sabato 20 febbraio, alle ore 18.00, in galleria e domenica 21 febbraio, alle ore 18.00, nella Sala Colla dell’Amatrice. In occasione del vernissage, sarà presentato al pubblico il catalogo, arricchito da un dvd multimediale con le opere esposte ed una selezione di brani scritti appositamente dal compositore siciliano Dario Arcidiacono.
«La pittura di Baratella – scrive il curatore – è un racconto per immagini della storia socio-politica dell’Europa venuta fuori da due grandi totalitarismi, quali il fascismo e il nazismo, e proiettata a vivere il periodo utopistico “dell’uguaglianza di classe” avvallato dall’Unione Sovietica. Il suo è un punto di vista critico, una presa di coscienza, di giudizio. […] Nel corso della sua lunga carriera, fa sue tutte le esperienze e le innovazioni tecnologiche che incontra. Le possiede e le converte sottoforma di linguaggio artistico. I suoi quadri sono delle enormi lenti di ingrandimento, dei fermo-immagine che fanno parte di un più grande schermo che è quello del reale […]».
La sezione della mostra allestita in galleria comprende dipinti su tela riferibili agli anni ’60 e ’70, “Gli anni della passione”, un periodo fervido e fecondo di idee rivoluzionarie, di cambiamenti sociali, di lotte che hanno notevolmente influenzato il mondo artistico e culturale. Opere che raccontano la sofferenza, il non riconoscersi in una realtà stretta e bugiarda, la continua ricerca di giustizia di un artista colto e sensibile. Un costante rimando alla mitologia, ad eroi parafrasati e smitizzati, figure moderne che rivivono in un mondo antico, idilliaco, popolato da fiere e personalità meschine, dittatori del mondo contemporaneo.
La sezione della mostra allestita ad Ascoli Piceno è dedicata al “quattordicidiciotto”, gli anni della “Grande Guerra”. Il motivo dell’interesse artistico per questo lacerante periodo storico va ricercato nella storia personale dell’autore, cresciuto in una famiglia toccata direttamente da questo sinistro evento del quale si evocava in continuazione il dramma. Opere di grande formato di recente produzione attraverso le quali l’artista vuole fare riemergere dal vuoto buio del tempo la temperie del dramma e, soprattutto, intonare attraverso le immagini un “compianto” per le vittime di un conflitto tra popoli che ha cancellato una generazione di giovani, cosiddetta “carne da cannone”. L’attenzione di Baratella è rivolta, inoltre, ai sopravvissuti, “feriti nella mente”, ai soldati che hanno patito la condizione traumatica della staticità nelle trincee di tutta Europa a fronte della dinamica tecnologica del bombardamento incessante sulle postazioni nemiche.
Con la mostra di Paolo Baratella la Galleria Marcantoni festeggia dieci anni di coerenza, di scelte artistiche difficili, ma coscienziosamente volute, mai orientate alle mode del momento. La qualità e la consapevolezza dell’importanza storica degli autori affrontati è garanzia di un lavoro serio e costante che la galleria continuerà a proporre nel tempo.
L’esposizione sarà visitabile fino al 10 marzo 2016, alla Galleria Marcantoni da martedì a domenica ore 17.00-20.00, chiuso il lunedì, nella Sala Cola dell’Amatrice da venerdì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00. Ingresso libero. Catalogo con testo di Claudio Marcantoni e dvd multimediale con musiche di Dario Arcidiacono. Per informazioni: tel. 349 4306492, info@galleriamarcantoni.it, www.galleriamarcantoni.it.
Paolo Baratella nasce a Bologna nel 1935. Artista militante nel senso culturale e creativo del termine, è figlio della Milano post bellica, dell’atmosfera di ricostruzione intellettuale della Brera anni ‘60. Inserito storicamente nel “Gruppo dei milanesi”, insieme ad Umberto Mariani, Giangiacomo Spadari e Fernando de Filippi, dai primi anni ’70 intraprende un’intensa attività espositiva che lo porta nelle principali città italiane ed internazionali. Hanno scritto del suo lavoro Enrico Crispolti, Walter Guadagnini, Giorgio Di Genova e numerose figure di intellettuali, critici e storici dell’arte. Le sue opere sono esposte in diversi musei nazionali ed in importanti collezioni private.
Curata da Claudio Marcantoni, la mostra sarà inaugurata sabato 20 febbraio, alle ore 18.00, in galleria e domenica 21 febbraio, alle ore 18.00, nella Sala Colla dell’Amatrice. In occasione del vernissage, sarà presentato al pubblico il catalogo, arricchito da un dvd multimediale con le opere esposte ed una selezione di brani scritti appositamente dal compositore siciliano Dario Arcidiacono.
«La pittura di Baratella – scrive il curatore – è un racconto per immagini della storia socio-politica dell’Europa venuta fuori da due grandi totalitarismi, quali il fascismo e il nazismo, e proiettata a vivere il periodo utopistico “dell’uguaglianza di classe” avvallato dall’Unione Sovietica. Il suo è un punto di vista critico, una presa di coscienza, di giudizio. […] Nel corso della sua lunga carriera, fa sue tutte le esperienze e le innovazioni tecnologiche che incontra. Le possiede e le converte sottoforma di linguaggio artistico. I suoi quadri sono delle enormi lenti di ingrandimento, dei fermo-immagine che fanno parte di un più grande schermo che è quello del reale […]».
La sezione della mostra allestita in galleria comprende dipinti su tela riferibili agli anni ’60 e ’70, “Gli anni della passione”, un periodo fervido e fecondo di idee rivoluzionarie, di cambiamenti sociali, di lotte che hanno notevolmente influenzato il mondo artistico e culturale. Opere che raccontano la sofferenza, il non riconoscersi in una realtà stretta e bugiarda, la continua ricerca di giustizia di un artista colto e sensibile. Un costante rimando alla mitologia, ad eroi parafrasati e smitizzati, figure moderne che rivivono in un mondo antico, idilliaco, popolato da fiere e personalità meschine, dittatori del mondo contemporaneo.
La sezione della mostra allestita ad Ascoli Piceno è dedicata al “quattordicidiciotto”, gli anni della “Grande Guerra”. Il motivo dell’interesse artistico per questo lacerante periodo storico va ricercato nella storia personale dell’autore, cresciuto in una famiglia toccata direttamente da questo sinistro evento del quale si evocava in continuazione il dramma. Opere di grande formato di recente produzione attraverso le quali l’artista vuole fare riemergere dal vuoto buio del tempo la temperie del dramma e, soprattutto, intonare attraverso le immagini un “compianto” per le vittime di un conflitto tra popoli che ha cancellato una generazione di giovani, cosiddetta “carne da cannone”. L’attenzione di Baratella è rivolta, inoltre, ai sopravvissuti, “feriti nella mente”, ai soldati che hanno patito la condizione traumatica della staticità nelle trincee di tutta Europa a fronte della dinamica tecnologica del bombardamento incessante sulle postazioni nemiche.
Con la mostra di Paolo Baratella la Galleria Marcantoni festeggia dieci anni di coerenza, di scelte artistiche difficili, ma coscienziosamente volute, mai orientate alle mode del momento. La qualità e la consapevolezza dell’importanza storica degli autori affrontati è garanzia di un lavoro serio e costante che la galleria continuerà a proporre nel tempo.
L’esposizione sarà visitabile fino al 10 marzo 2016, alla Galleria Marcantoni da martedì a domenica ore 17.00-20.00, chiuso il lunedì, nella Sala Cola dell’Amatrice da venerdì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00. Ingresso libero. Catalogo con testo di Claudio Marcantoni e dvd multimediale con musiche di Dario Arcidiacono. Per informazioni: tel. 349 4306492, info@galleriamarcantoni.it, www.galleriamarcantoni.it.
Paolo Baratella nasce a Bologna nel 1935. Artista militante nel senso culturale e creativo del termine, è figlio della Milano post bellica, dell’atmosfera di ricostruzione intellettuale della Brera anni ‘60. Inserito storicamente nel “Gruppo dei milanesi”, insieme ad Umberto Mariani, Giangiacomo Spadari e Fernando de Filippi, dai primi anni ’70 intraprende un’intensa attività espositiva che lo porta nelle principali città italiane ed internazionali. Hanno scritto del suo lavoro Enrico Crispolti, Walter Guadagnini, Giorgio Di Genova e numerose figure di intellettuali, critici e storici dell’arte. Le sue opere sono esposte in diversi musei nazionali ed in importanti collezioni private.
Claudio Gallo, “IL GIOCO DEGLI ELEMENTI – RAKU – TERRA, ACQUA, FUOCO, ARIA”
07/11/2015 - 21/11/2015
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
COMUNICATO STAMPA
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI CERAMICA RAKU DELL’ARTISTA CLAUDIO GALLO
“IL GIOCO DEGLI ELEMENTI – RAKU – TERRA, ACQUA, FUOCO, ARIA”
Sabato 7 novembre alle ore 17,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di opere in ceramica raku “Il gioco degli elementi – Raku – terra, acqua, fuoco, aria” dell’artista Claudio Gallo.
A cura di Maria Palladino.
L'antica tecnica ceramica del raku nasce in Giappone a metà del XVI sec., nel sobborgo di Kyoto, ad opera dell’artigiano di origine coreana Chojiro, inizialmente produttore di tegole in tale materiale. Questi manufatti pare colpissero l’interesse del monaco Sen no Riky?, maestro della cerimonia del tè, che egli codificò secondo la formula filosofica detta wabi-cha, e ispirata ad un ideale estetico ed esistenziale basato sul gusto per l’estrema semplicità e il rifiuto dell’ostentazione. Di qui la nascita del raku, in sostituzione della raffinata porcellana di stampo tradizionale per preferire oggetti di fattura apparentemente grezza e modesta, ma di grande valore spirituale. Lo sviluppo di questa nuova forma ceramica prenderà le mosse da quel ramo della filosofia zen denominato “wabi-sabi”: ovvero la bellezza delle cose umili, elementari, imperfette, transitorie, irregolari, che poco apparentemente colpiscono l’occhio ma di grandissimo valore intrinseco. La codificazione degli schemi della cerimonia in gesti precisi e ripetuti, una ben scandita rappresentazione di carattere religioso, sociale ed artistico troverà spazio ed istituzionalizzazione negli spettacoli del tradizionale teatro n?.
Negli anni 60 e 70 la tecnica verrà importata in Occidente, e declinata secondo nuove maniere e procedimenti operativi: dapprima in Inghilterra, grazie al libro “The Pottery Book” del ceramista Bernhard Leach, e successivamente in America, con Warren Gilberston e Paul Soldner che ne sperimentarono le possibilità tramite soggiorni in Giappone e l’arricchirono di metodi innovativi di cottura e di colorazione.
Claudio Gallo, ceramista contemporaneo, riprende e reinterpreta, rivivificandola, la tecnica originale, con apporti dati dalla sua inventiva, dall’estro creativo e dal desiderio di sperimentazione, da quell’impulso di fattore sotteso ad ogni azione che è proprio della personalità del vero artista. Potenza espressiva e gestualità spontanea intervengono a generare una sorta di “performance” intimistica, un dialogo silenzioso con la materia la cui componente ineffabile ed inesprimibile ne costituisce il fascino potente.
Il risultato sono opere scultoree, spesso di aspetto organico - per un ovvio richiamo alla materia di cui sono foggiate - ma anche di carattere informale: strutture che derivano solo in parte dallo sviluppo e dall’evoluzione di un’idea e che in realtà seguono un percorso proprio, una genesi singolare ed individuale costituendo l’estrinsecazione fattuale di un moto dell’anima impetuoso e sincero, dall’inizio alla fine, dall’urgenza del produrre alla sua inevitabile estinzione nell’oggetto compiuto.
La sua ispirazione dà vita a pezzi unici nell’ambito del design e dell’opera d’arte, rendendo evidente come il suo campo d’azione sottenda ad una vera e propria disciplina: fisica, ma anche spirituale e mentale, in cui l’elemento umano costituisce il cardine e il principio ultimo che tiene uniti e soffonde espressione ed unicità alle quattro componenti che vi compartecipano.
31.10.2015 Maria Palladino
Curriculum Claudio Gallo
Claudio Gallo nato nel 1958 vive e lavora a Camposampiero (Pd). Si definisce autodidatta anche se ha trascorso brevi periodi a contatto con esperti ceramisti nelle botteghe artigiane toscane e in alcuni laboratori di Nove di Bassano. Crea soprattutto per la gioia che ne ricava, ha presentato le sue opere in una collettiva a San Donà' di Piave e in Giappone a Fukuoka, al museo storico del bottone intitolato a "Sandro Partesotti" a Vigorovea (Pd).
Inizia la sua ricerca nell'ambito della ceramica alla fine degli anni 80 puntando su forme realizzate con tecniche miste e rifinite tramite diversi tipi di cottura, in particolare quella 'rapida' detta Raku.
La mostra resterà visitabile fino al 21 novembre in orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,30. Ingresso libero.
Per informazioni:
Claudio Gallo: icoppi58@gmail.com
Maria Palladino:
3341695479
audramsa@outlook.it
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI CERAMICA RAKU DELL’ARTISTA CLAUDIO GALLO
“IL GIOCO DEGLI ELEMENTI – RAKU – TERRA, ACQUA, FUOCO, ARIA”
Sabato 7 novembre alle ore 17,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di opere in ceramica raku “Il gioco degli elementi – Raku – terra, acqua, fuoco, aria” dell’artista Claudio Gallo.
A cura di Maria Palladino.
L'antica tecnica ceramica del raku nasce in Giappone a metà del XVI sec., nel sobborgo di Kyoto, ad opera dell’artigiano di origine coreana Chojiro, inizialmente produttore di tegole in tale materiale. Questi manufatti pare colpissero l’interesse del monaco Sen no Riky?, maestro della cerimonia del tè, che egli codificò secondo la formula filosofica detta wabi-cha, e ispirata ad un ideale estetico ed esistenziale basato sul gusto per l’estrema semplicità e il rifiuto dell’ostentazione. Di qui la nascita del raku, in sostituzione della raffinata porcellana di stampo tradizionale per preferire oggetti di fattura apparentemente grezza e modesta, ma di grande valore spirituale. Lo sviluppo di questa nuova forma ceramica prenderà le mosse da quel ramo della filosofia zen denominato “wabi-sabi”: ovvero la bellezza delle cose umili, elementari, imperfette, transitorie, irregolari, che poco apparentemente colpiscono l’occhio ma di grandissimo valore intrinseco. La codificazione degli schemi della cerimonia in gesti precisi e ripetuti, una ben scandita rappresentazione di carattere religioso, sociale ed artistico troverà spazio ed istituzionalizzazione negli spettacoli del tradizionale teatro n?.
Negli anni 60 e 70 la tecnica verrà importata in Occidente, e declinata secondo nuove maniere e procedimenti operativi: dapprima in Inghilterra, grazie al libro “The Pottery Book” del ceramista Bernhard Leach, e successivamente in America, con Warren Gilberston e Paul Soldner che ne sperimentarono le possibilità tramite soggiorni in Giappone e l’arricchirono di metodi innovativi di cottura e di colorazione.
Claudio Gallo, ceramista contemporaneo, riprende e reinterpreta, rivivificandola, la tecnica originale, con apporti dati dalla sua inventiva, dall’estro creativo e dal desiderio di sperimentazione, da quell’impulso di fattore sotteso ad ogni azione che è proprio della personalità del vero artista. Potenza espressiva e gestualità spontanea intervengono a generare una sorta di “performance” intimistica, un dialogo silenzioso con la materia la cui componente ineffabile ed inesprimibile ne costituisce il fascino potente.
Il risultato sono opere scultoree, spesso di aspetto organico - per un ovvio richiamo alla materia di cui sono foggiate - ma anche di carattere informale: strutture che derivano solo in parte dallo sviluppo e dall’evoluzione di un’idea e che in realtà seguono un percorso proprio, una genesi singolare ed individuale costituendo l’estrinsecazione fattuale di un moto dell’anima impetuoso e sincero, dall’inizio alla fine, dall’urgenza del produrre alla sua inevitabile estinzione nell’oggetto compiuto.
La sua ispirazione dà vita a pezzi unici nell’ambito del design e dell’opera d’arte, rendendo evidente come il suo campo d’azione sottenda ad una vera e propria disciplina: fisica, ma anche spirituale e mentale, in cui l’elemento umano costituisce il cardine e il principio ultimo che tiene uniti e soffonde espressione ed unicità alle quattro componenti che vi compartecipano.
31.10.2015 Maria Palladino
Curriculum Claudio Gallo
Claudio Gallo nato nel 1958 vive e lavora a Camposampiero (Pd). Si definisce autodidatta anche se ha trascorso brevi periodi a contatto con esperti ceramisti nelle botteghe artigiane toscane e in alcuni laboratori di Nove di Bassano. Crea soprattutto per la gioia che ne ricava, ha presentato le sue opere in una collettiva a San Donà' di Piave e in Giappone a Fukuoka, al museo storico del bottone intitolato a "Sandro Partesotti" a Vigorovea (Pd).
Inizia la sua ricerca nell'ambito della ceramica alla fine degli anni 80 puntando su forme realizzate con tecniche miste e rifinite tramite diversi tipi di cottura, in particolare quella 'rapida' detta Raku.
La mostra resterà visitabile fino al 21 novembre in orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,30. Ingresso libero.
Per informazioni:
Claudio Gallo: icoppi58@gmail.com
Maria Palladino:
3341695479
audramsa@outlook.it