Evento: Chromatic Harmony. Pittura tra equilibrio e misura
21/05/2016 - 31/07/2016
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Data di inserimento: 16/05/2016 - 16:48
Luogo: Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Data di inizio: 21/05/2016
Data di fine 31/07/2016
Descrizione
La Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO di Reggio Emilia (Via Sessi, 1/F) presenta, a partire da sabato 21 maggio 2016, e per tutto il periodo estivo, la mostra “Chromatic Harmony. Pittura tra equilibrio e misura”.
Con undici protagonisti dell’arte del nostro tempo, l'esposizione si propone di offrire al pubblico una carrellata di “visioni contemporanee” dove le opere in mostra, attraverso “assonanze cromatiche” si legano l’una all'altra tramite un profondo ritmo armonico.
Armonie cromatiche che si ritrovano nella densa qualità pittorica de “Il gesto del pugno” di Marco Gastini – in cui l’impasto pittorico aumenta di complessità ritrovando un acceso cromatismo e rinnovata matericità – accostato a “Tre linee con arabesco n°877” di Giorgio Griffa, dove il libero narrare di segni sulla tela avviene secondo raffinate scelte tonali, tipiche di un artista attento alla calda materialità della pittura più che all’idea o al concetto. La sapiente tessitura, la rigorosa divisione dello spazio e l’armonia cromatica presenti in “Atlantico” – piccolissimo olio su tela di Enrico Della Torre – dialogano con un grande lavoro di Mario Schifano, artista tra i più poliedrici ed innovativi del panorama artistico internazionale della seconda metà del XX secolo. Così come un “Paesaggio” di Carlo Mattioli, realizzato con una vena pittorica sospesa tra formale ed informale e forti ispessimenti materici, colloquia in perfetta sintonia con un “Paesaggio con cavallo e contadino” di Antonio Ligabue, testimonianza di un mondo semplice e rurale, dipinto con pathos espressionista e con quella sua tipica capacità di intercettare le forze segrete della natura e di farne narrazione.
Il percorso espositivo comprende anche opere di Herbert Hamak, Omar Galliani, Nunzio, Piero Ruggeri e Walter Valentini.
La collettiva sarà visitabile fino al 31 luglio 2016 con orario 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi. Ingresso libero. Per informazioni: 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it.
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Who Où. Arte fuori luogo
06/09/2015 - 13/09/2015
San Polo d'Enza (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Una storica villa di San Polo d’Enza (RE) si apre all’arte contemporanea nel segno di Calvino. Merende d’Artista, che per l’occasione si costituisce in Associazione Culturale, ed il Comune di San Polo d’Enza presentano, dal 6 al 13 settembre 2015, “Who Où. Arte fuori luogo”, esposizione collettiva curata da Claudia Carpenito e Mariaelena Raimondo.
La mostra è allestita grazie alla disponibilità di Elisabetta Margini e della sua famiglia che ha raccolto la sfida di Merende d’Artista, ospitando a Villa Genesio una ventina di autori contemporanei.
In esposizione, dipinti, sculture, video ed installazioni di artisti che hanno già partecipato a Merende d’artista (Pietro Anceschi, Davide Fontanili, Fosco Grisendi, Angelo Massaro, Silva Nironi, Corrado Tamburini), unitamente ad alcuni invitati (Maddalena Artusi, Corrado Askerz, Alle Basso, Alessandra Binini, Lorenzo Criscuoli, Riccardo Freddi, Sandra Moss, Luigi Oliverio, Beppe Villa).
Completa la mostra, una sezione fotografica coordinata da Riccardo Varini (Associazione Culturale ARTyou) con opere di Marco Borciani, Silvia Casali e Corrado Moscardini, oltre ad alcune fotografie dello stesso Varini.
Il titolo delle collettiva – “Who Où. Arte fuori luogo” – fa riferimento ad un progetto che, nello spirito di Merende d’Artista, intende portare l’arte in luoghi non istituzionali. Un intreccio di linguaggi che allude anche all’opera letteraria sottoposta agli artisti invitati, ovvero “Il castello dei destini incrociati” di Italo Calvino (Einaudi, 1973).
Come scrive Chiara Serri, «Il castello dei destini incrociati è un romanzo fantastico, un’opera metaletteraria in cui l’autore-testimone, per usare le parole di Friedman, si imbatte in un castello intriso di nobile cavalleria ed atmosfere ariostesche. Ponte levatoio, scalinata, ampia sala con desco ed ospiti. Non ultimo, un senso di sottile straniamento, dato dallo sfarzo inatteso e, allo stesso tempo, da un parziale stato di abbandono. La stessa sensazione che si prova visitando Villa Genesio a San Polo d’Enza (RE) […]. Una casa completamente arredata e funzionale – i cuscini sul divano, gli orologi a parete, gli elenchi del telefono – ma da anni disabitata, o abitata solo per brevi periodi. Qui, si respira l’assenza, l’eco di un recente passato, le storie di Tommaso, Genesio e dei loro eredi, così come la vita di una piccola comunità. Destini incrociati, presenze e assenze, ambienti domestici e familiari, da approcciare in punta di piedi o da far rivivere con coraggio. Certo, un sfida. Muti come i protagonisti dei brevi racconti di Calvino, ai quali la traversata del bosco era costata “la perdita della favella”, gli artisti sono invitati a raccontare ciascuno la propria storia, non con le parole, ma con i dipinti, le fotografie, i video e le installazioni. […] Il ruolo del visitatore? Leggere ed interpretare. Scritta una storia, si ricomincia da capo…».
Villa Genesio (Famiglia Margini, Via Don P. Borghi 14, San Polo d’Enza, Reggio Emilia) sarà aperta al pubblico domenica 6 settembre con orario 10.00-20.00. L’inaugurazione ufficiale si terrà alle ore 16.00 con la performance “Mirabilia” di Cristian Levrini. La mostra sarà successivamente visitabile fino al 13 settembre 2015, tutti i giorni ore 17.00-20.00, domenica 13 settembre ore 15.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 334 3931705, tel. 340 8020080, merendedartista@gmail.com, www.facebook.com/merendeartista.
Provocators. Capolavori dell’astrazione italiana
13/02/2016 - 03/03/2016
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Dopo il successo riscosso ad “Arte Fiera”, la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia (Viale dei Mille, 44/B) presenta, dal 13 febbraio al 3 marzo 2016, “Provocators. Capolavori dell’astrazione italiana”, con opere di Salvatore Scarpitta, Piero Dorazio, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Giuseppe Amadio, Umberto Mariani e Getulio Alviani.
L’esposizione, che prende il nome da un capolavoro di Achille Perilli (“Provocators”, 1957), propone un’interessante incursione nel panorama dell’astrazione italiana, dallo storicizzato ai giorni nostri, attraverso alcuni nomi-chiave.
Una mostra essenziale con opere selezionate di autori che hanno fatto la storia dell’arte contemporanea italiana. Accanto a questi, anche i lavori di alcuni artisti che si stanno imponendo all’attenzione del grande pubblico e che la Galleria de’ Bonis ha già trattato, come Giuseppe Amadio e Umberto Mariani.
Storia e contemporaneità si affiancano in un discorso per immagini.
Salvatore Scarpitta, genio dell’astrazione italiana, scoperto nientemeno che da Leo Castelli, che sarà a lungo il suo gallerista di riferimento e che gli organizzerà una decina di personali, è presente in mostra con un’opera pittorica del 1949 sui toni del grigio e del nero.
Piero Dorazio che, fin dal 1945, ha contribuito all’affermazione dell’astrattismo in Italia benché in una prima fase avesse aderito al realismo socialista e fosse uno dei frequentatori dello studio di Guttuso. Nel 1947 è fra i firmatari del manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una tecnica mista su carta intelata del 1957.
Achille Perilli, un altro dei membri fondatori del gruppo Forma 1. L’artista è presente in mostra con un’interessante opera di grande formato del 1957, che presta il nome alla mostra stessa e fa parte della serie “Fumetti” nella quale le rigorose geometrie che lo caratterizzano si stemperano in forme morbide e colori più tenui.
Antonio Sanfilippo, uno degli artisti più importanti dell'arte italiana ed europea del secondo dopoguerra, partecipa alla Biennale del 48 e a quelle del 1954 e del 1964. Anch’egli aderisce al formalismo e firma il manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una delle prime opere del gruppo: un pezzo del 1948.
La Galleria de’ Bonis, che identifica le proprie scelte artistiche nella figurazione italiana, non è nuova ad aperture ad altri ambiti di ricerca. Accanto ai “mostri sacri” dell’astrazione italiana – Scarpitta, Dorazio, Perilli, Sanfilippo – sono stati accostati tre artisti contemporanei sulla cresta dell’onda: Giuseppe Amadio, Umberto Mariani e, a sorpresa, Getulio Alviani, presente con due piccoli “gioielli” che brillano fra tutti come scelta inconsueta. I tre rappresentano la nuova frontiera dell’astrazione e sviluppano il discorso pittorico dei loro predecessori attraverso le estroflessioni (Amadio) e i nuovi materiali come il piombo (Mariani) e l’alluminio (Alviani).
La mostra, sarà visitabile fino al 3 marzo 2016, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Per informazioni: tel. 0522 580605, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.

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Giovanni Lombardini. Messaggi
19/12/2015 - 24/01/2016
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da Raffaella Caruso
Parte dall’ultima serie di opere intitolata Messaggi la mostra che divisa nelle due sedi storiche di Riccione, Villa Franceschi e Villa Mussolini, sarà inaugurata sabato 19 dicembre 2015 alle ore 17. Protagonista Giovanni Lombardini, artista di lunga militanza che negli anni ha tenuto una relazione dialogante con le radici remote e impegnate della pittura sia di matrice minimalista sia con le esperienze degli anni 70 e contaminate dalle correnti concettuali e dell’arte povera.

La mostra si presenta come un’antologica di grande respiro poiché raccoglie i frutti maturati nel corso di quarant’anni di attività. Comprende i percorsi tracciati da Giovanni Lombardini che si dipanano fluenti come le braccia di un grande delta, ripercorrendo le diramazioni di una ricerca sempre tenacemente aggiornata che sembra magicamente auto costruirsi e relazionarsi con la realtà contemporanea. Realtà che si dispiega come un vasto insieme di contaminazioni, riutilizzi, mescolamenti. Lombardini, dotato di profonda misura etica e di consapevole riflessione estetica, agisce quindi su un insieme di recuperi simbolici, che provengono da una storia artistica personale dalla cui trae alimento continuo. “Dipingere più con gli occhi che con le mani” ebbe a dire l’artista qualche tempo fa: questo ha significato per lui immergersi in scelte precise, verso una pittura fatta di colore-campitura e spazio-luce. Fa dunque percorrere al colore un tragitto guidato, in forme nettamente scandite, giocato su nervature e esplosioni e scie; il suo colore è pigmento fluido e alchemico, svela la vita della materia (naturale e artificiale), mentre la somma delle sue superfici pittoriche è data dai rimbalzi di luce e dalla trasparenza e permeabilità all’aria e all’atmosfera.
La mostra comprende i cicli che partono da Géode (1990) ispirato originariamente ai cristalli contenuti nella cavità delle rocce, ma che oggi riluce come sacche amniotiche d’oro dai riflessi segreti, per proseguire con Brine del 2000, e attraversando Scie, Specchio sonoro, Rime, Pietre preziose, giunge alla poderosa serie di Inventari (2009) e infine approda alle opere recenti di Messaggi.
La mostra, curata da Annamaria Bernucci è accompagnata da un catalogo curato graficamente da Gianni Donati con testi critici di Annamaria Bernucci e Sara Bastianini.

«Cosa si celi nel contenuto dei Messaggi visivi non è dato sapere. Né Lombardini ci aiuta nel disambiguare l’immagine che ha ri-creato; anzi per doppio registro simbolico e referenziale l’icona del messaggio irrompe, deflagra con il suo potenziale celato e silente. L’artista, qui trasformandosi in agente o ricevente della comunicazione, nasconde anche la condivisione del codice che ne permetterebbe la trasmissione.
Sta allo spettatore parteciparvi e ciò accade nell’artificio che si invera nel momento in cui egli si riflette nell’opera, ne entra a far parte. Forse si nasconde anche una funzione narrativa, altrettanto segreta, e l’intera serie dei Messaggi si pone facilmente come opera aperta come testo che permette interpretazioni multiple e mediate dall’osservatore-lettore. Il colore ancora una volta è un serbatoio di energia pura in grado di strumentalizzare la percezione e la rifrangenza si trasforma in uno schermo di luce attraverso il quale accedere, penetrare o specchiarsi. Il vero legame che consente il dialogo tra l’osservatore-lettore e l’opera è questa condivisione. Lombardini innesta sul vettore cromatico la concezione portante del suo fare pittura…» (Annamaria Bernucci)

« Con l’ultimo ciclo dei Messaggi Giovanni Lombardini inventa un nuovo ambiente per la sua ricerca: un vero e proprio cosmo, in cui colore e luce creano un vortice gravitazionale che tutto cattura. Tra l’opera e il suo osservatore, che già ne diventava parte integrante, s’intesse ora un’intesa segreta che produce un’atmosfera di profondo mistero. Se l’altro mistero, caro alla letteratura, della missiva nella bottiglia abbandonata al mare, ricoperta da incrostazioni di tempo, verrà svelato, nel ritrovamento dopo un lungo viaggio, il mistero dell’opera di Lombardini, invece, si conserva intatto nell’itinerario silenzioso della propria destinazione sconosciuta. La lettera qui diventa il luogo d’incontro per l’immobile osservatore e il fluido riflesso dell’opera che tutto imprigiona, ma, al contempo, la stessa lettera s’interpone come un velo non svelabile, perché non si aprirà, resterà una distanza percettiva tra di essi, quasi fosse un’opera nell’opera…» (Sara Bastianini)

MASCKA 1996/2016
16/07/2016 - 17/07/2016
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
20 anni di collaborazione tra maschere-sculture ( f.lli De Marchi)
e teatro di ricerca ( laboratorio Artaud).
Mostra espositiva: delle opere dei F.lli De Marchi e Giorgio De Marchi, dalle 10.00 alle 20.00, dal 16 al 17 luglio 2016.
Sabato 16 luglio dalle 21.00 a notte fonda...entrata a offerta libera
LA CLAC C'ILLUMINA DI MENO (DA DUE ANNI)
CON IL TACITO ASSENSO DEL COMUNE DI PADOVA-Notte bianca...
a lume di candela....ordinata sarabanda con teatro, musica, cinema
e la partecipazione di Eleonora Fuser fondatrice e attrice del mitico TAG (Teatro alla Giustizia, Venezia-Mestre)
alfredo de venuto
laboratorio artaud c.r.t.
https://laboratorioartaud.org/
https://www.facebook.com/fucinafole?fref=ts
http://www.fratellidemarchi.it/
MASCKA 1996/2016
il laboratorio Artaud centro di ricerca teatrale di Padova, in collaborazione con i fratelli De Marchi, e Giorgio De Marchi (Fucina Fole) propone, durante l’evento della ricorrenza di un ventennale sodalizio tra artisti. una mostra espositiva di maschere in cuoio, opere scultoree dei fratelli De Marchi e il lavoro di ricerca teatrale svolto in questi anni dal laboratorio Artaud, con alcune delle stesse maschere. La mostra espositiva di maschere in cuoio (tutte fatte a mano) si terrà nella storica sede del laboratorio Artaud, all’ex macello di via Cornaro, 1 a Padova nei giorni di sabato 16 e domenica 17 luglio 2016, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, nell’area esterna e interna del laboratorio Artaud. Nell’occasione, oltre alla visione di uno spaccato dell’immensa produzione di opere scultoree (110 tra maschere di clown, commedia dell’arte, immaginario popolare, maschere rituali e mitiche) si potranno comprare, a prezzo ribassato, alcune delle opere dei fratelli De Marchi. L’esposizione delle maschere prevederà i seguenti filoni di ricerca artistica dei fratelli De Marchi:
• Il Minotauro
• Dioniso
• Il mito di Orfeo
• Muse
• Immaginario popolare
• Commedia dell’arte
• Clown
SABATO 16 luglio 2016 NOTTE BIANCA a LUME DI CANDELA dalle 21.00
LA CLAC C’ILLUMINA DI MENO... (entrata a offerta libera)
Dal 1 luglio del 2014 a tutt’oggi, la CLAC (Comunità Libere Attività Culturali) che agisce (da anni come nel ventennio) all’ex- Macello, ha compiuto l’ennesimo gesto contro le associazioni culturali laboratorio Artaud, REMAKE circolo culturale cinematografico popolare e NANAQUI, centro di documentazione sulle arti performative del XXI° secolo, riconosciuto dalla Regione del Veneto come biblioteca di interesse locale. Tali associazioni che da tempo denunciano le irregolarità di questa comunità monopolista, per questa attitudine sono stati evidentemente presi di mira, oltre che per invidia dal momento che, sia professionalmente, sia come ristrutturazione del proprio stabile, sia come offerta formativa e culturale alla cittadinanza, distano anni luce dalla pochezza del loro operato. Gesto perpetrato dicevamo, con il tacito assenso-consenso del Comune di Padova, nelle sue varie Giunte succedutesi (Comune che non risponde a richiesta protocollata dal 2013, ad una semplice concessione di utilizzo del suolo pubblico all’ENEL, a scopo di implementare un palo della luce che permetta la fornitura individuale della corrente elettrica a queste associazioni, senza alcun onere per il Comune); gesto dicevamo, quello della CLAC, perpetrato attraverso un atto di sabotaggio, interrompendo la fornitura dell’energia elettrica a dette associazioni, attraverso la manipolazione di un contatore personale, ad opera di mani del tutto estranee all’operatore ENEL, gesto di sabotaggio dai possibili risvolti da causa giudiziaria, nei confronti degli stessi. Adesso vediamo.
Di contro le nostre associazioni culturali, nonostante il boicottaggio strumentale (fa pensare al bloqueo degli USA contro Cuba) verso le proprie attività, rispondono con un momento di incontro, festa, informazione e controinformazione, raccolta di firme, musica e poesia, con una notte bianca.
A lume di candela e generatore elettrico, dalle 21.00 a notte fonda, accoglieremo quanti vorranno partecipare ad una serata, che oltre alla mostra espositiva di maschere in cuoio dei fratelli De Marchi, spazierà nel luogo magico dell’ex- macello, dalla poesia alla letteratura, dalla storia della maschera teatrale, alla pratica dei commedianti dell’arte (Eleonora Fuser), dalla musica, al cinema, dal teatro alla narrazione e visione del sodalizio che da anni lega i fratelli De Marchi e le maschere di un immaginario teatrale, al teatro di ricerca e sperimentazione del laboratorio Artaud.
“Una risata vi seppellirà” disse Bakunin.
alfredo de venuto
direttore artistico e regista teatrale
laboratorio Artaud c.r.t.
REMAKE cccp
Nanaqui centro di documentazione