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Evento: Chromatic Harmony. Pittura tra equilibrio e misura
21/05/2016 - 31/07/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 16/05/2016 - 16:48 |
Luogo: | Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 21/05/2016 |
Data di fine | 31/07/2016 |
Descrizione
La Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO di Reggio Emilia (Via Sessi, 1/F) presenta, a partire da sabato 21 maggio 2016, e per tutto il periodo estivo, la mostra “Chromatic Harmony. Pittura tra equilibrio e misura”.
Con undici protagonisti dell’arte del nostro tempo, l'esposizione si propone di offrire al pubblico una carrellata di “visioni contemporanee” dove le opere in mostra, attraverso “assonanze cromatiche” si legano l’una all'altra tramite un profondo ritmo armonico.
Armonie cromatiche che si ritrovano nella densa qualità pittorica de “Il gesto del pugno” di Marco Gastini – in cui l’impasto pittorico aumenta di complessità ritrovando un acceso cromatismo e rinnovata matericità – accostato a “Tre linee con arabesco n°877” di Giorgio Griffa, dove il libero narrare di segni sulla tela avviene secondo raffinate scelte tonali, tipiche di un artista attento alla calda materialità della pittura più che all’idea o al concetto. La sapiente tessitura, la rigorosa divisione dello spazio e l’armonia cromatica presenti in “Atlantico” – piccolissimo olio su tela di Enrico Della Torre – dialogano con un grande lavoro di Mario Schifano, artista tra i più poliedrici ed innovativi del panorama artistico internazionale della seconda metà del XX secolo. Così come un “Paesaggio” di Carlo Mattioli, realizzato con una vena pittorica sospesa tra formale ed informale e forti ispessimenti materici, colloquia in perfetta sintonia con un “Paesaggio con cavallo e contadino” di Antonio Ligabue, testimonianza di un mondo semplice e rurale, dipinto con pathos espressionista e con quella sua tipica capacità di intercettare le forze segrete della natura e di farne narrazione.
Il percorso espositivo comprende anche opere di Herbert Hamak, Omar Galliani, Nunzio, Piero Ruggeri e Walter Valentini.
La collettiva sarà visitabile fino al 31 luglio 2016 con orario 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi. Ingresso libero. Per informazioni: 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it.
Con undici protagonisti dell’arte del nostro tempo, l'esposizione si propone di offrire al pubblico una carrellata di “visioni contemporanee” dove le opere in mostra, attraverso “assonanze cromatiche” si legano l’una all'altra tramite un profondo ritmo armonico.
Armonie cromatiche che si ritrovano nella densa qualità pittorica de “Il gesto del pugno” di Marco Gastini – in cui l’impasto pittorico aumenta di complessità ritrovando un acceso cromatismo e rinnovata matericità – accostato a “Tre linee con arabesco n°877” di Giorgio Griffa, dove il libero narrare di segni sulla tela avviene secondo raffinate scelte tonali, tipiche di un artista attento alla calda materialità della pittura più che all’idea o al concetto. La sapiente tessitura, la rigorosa divisione dello spazio e l’armonia cromatica presenti in “Atlantico” – piccolissimo olio su tela di Enrico Della Torre – dialogano con un grande lavoro di Mario Schifano, artista tra i più poliedrici ed innovativi del panorama artistico internazionale della seconda metà del XX secolo. Così come un “Paesaggio” di Carlo Mattioli, realizzato con una vena pittorica sospesa tra formale ed informale e forti ispessimenti materici, colloquia in perfetta sintonia con un “Paesaggio con cavallo e contadino” di Antonio Ligabue, testimonianza di un mondo semplice e rurale, dipinto con pathos espressionista e con quella sua tipica capacità di intercettare le forze segrete della natura e di farne narrazione.
Il percorso espositivo comprende anche opere di Herbert Hamak, Omar Galliani, Nunzio, Piero Ruggeri e Walter Valentini.
La collettiva sarà visitabile fino al 31 luglio 2016 con orario 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi. Ingresso libero. Per informazioni: 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it.
Altri eventi dell'inserzionista
Luminous phenomena: Giulia Agostini
10/02/2021 - 27/02/2021
Rimini (RN) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
NFC Edizioni presenta il terzo volume della collana “Luminous phenomena”, dedicata alla fotografia internazionale. Protagonista è Giulia Agostini, le cui opere sono state recentemente esposte al Center of Photography di New York, al Carrousel du Louvre di Parigi e alla Podbielski Contemporary di Milano. Il libro è accompagnato da un testo critico di Angela Madesani e da alcuni pensieri di Filippo Brunamonti e Bruce Checefsky.
«Nelle foto pubblicate nel libro – spiega Angela Madesani – si vedono ben pochi volti e molti corpi di spalle, di profilo. L’argomento potrebbe a un primo sguardo apparire politicamente scorretto. Ma così non è, anzi molti dei suoi lavori sono provocazioni nei confronti di una società che ancora considera la donna un oggetto di trastullo dello sguardo e del corpo. I suoi soggetti sono soprattutto donne che non hanno certo paura di mostrarsi nella loro nudità. La nudità è essenza. Sono solo le nostre sovrastrutture mentali, sociali e culturali che la fanno temere. [...] Giulia è una flâneur, o forse sarebbe meglio dire flâneuse, una cacciatrice impenitente, talvolta impertinente, di immagini, che le piacciono».
«La libertà di scelta e di editing che NFC Edizioni mi ha lasciato per questo progetto – dichiara Giulia Agostini – è stata molto importante. Fin dall’inizio del mio percorso ho avuto il desiderio di raccogliere in uno o più libri il mio lavoro. Infatti ho diverse copie singole o basse tirature di mie auto-pubblicazioni e piccole raccolte che hanno preso vita grazie ad alcune collaborazioni fatte durante questi anni. Mi piace mescolare lavori di archivio con cose più recenti: è come lavorare ad un film lunghissimo, pieno di sequenze. È un viaggio sentimentale...».
La collana “Luminous phenomena”, ispirata a “The Pencil of Nature” di William Henry Fox Talbot (il primo libro illustrato da fotografie che sia mai stato commercializzato), si compone di volumi di piccolo formato, prodotti in basse tirature con materiali e lavorazioni di pregio.
A cadenza bimestrale viene pubblicato un nuovo libro che indaga il rapporto tra essere umano e corpo, tra corpo e spazio circostante, attraverso lo sguardo di fotografi affermati e giovani promesse. Ogni pubblicazione è tradotta in tre lingue: italiano, francese, inglese. Ne sono disponibili due versioni: Light e Deluxe, la prima in tiratura di 200 copie numerate, la seconda in tiratura di 100 copie firmate e numerate con una fotografia in edizione limitata.
I volumi della collana “Luminous phenomena”, nella versione Light (Vol. 3 Giulia Agostini – LE 978886726 2540), sono promossi da Goodfellas e distribuiti da Messaggerie Libri SPA in tutte le librerie e nei bookstore museali. La versione Deluxe (Vol. 3 Giulia Agostini – DE 978886726 2557) è disponibile presso l’editore e in fiere ed eventi di settore. È possibile inoltre acquistare e abbonarsi alla collana dal sito www.nfcedizioni.com.
Della stessa collana è disponibile il primo volume, dedicato a Tarin, con testi in catalogo di Nathalie Leleu e Denis Curti, e il secondo volume, dedicato a Aleksey D’Havlcyon, con testi in catalogo di Valerio Dehò e Lucien Clergue. In marzo uscirà il quarto volume dedicato ad Alba Zari.
Giulia Agostini dopo il diploma al liceo artistico si dedica al disegno e alla fotografia. Inizia a scattare in digitale arrivando poi a prediligere la fotografia analogica facendo della pellicola il suo strumento principale. Nel 2011, grazie a Flickr, il suo lavoro viene notato da Bruce Checefsky, professore e curatore del Cleveland Institute of Art che curerà la prima mostra negli USA di Giulia, alla Underline Gallery di New York, dal titolo “The Young and the Recluse”. In Italia le sue opere sono state esposte al Festival della Fotografia di Reggio Emilia nella rassegna “Giovane Fotografia Italiana” a cura di Daniele De Luigi, alla Biennale Giovani Artisti del Mediterraneo di Ancona, alla Fondazione Benetton e durante il “Photo Open Up” - Festival Internazionale di Fotografia a Padova. Nel 2013 ha vinto la quattordicesima edizione del Premio Aldo Nascimben. Sin dall’inizio gli autoritratti sono una parte importante del lavoro di Giulia, la sua attenzione nel rappresentare se stessa, e poi anche gli altri, è in continua evoluzione. Nel 2016 collabora con l’artista Chiara Bersani (Premio Ubu 2019) lavorando al progetto “Goodnight, peeping Tom”. Nel luglio 2018 torna a New York, dove approfondisce la ricerca sulla street photography, iniziata nelle città di Venezia, Napoli e Trieste. Nel 2019 ha esposto all’International Center of Photography di New York, collaborando con la piattaforma editoriale Goldmoony, e concentrandosi sulle osservazioni quotidiane in contesti urbani. Nello stesso anno, grazie ad Heillandi Gallery, ha esposto i suoi scatti al Carrousel du Louvre di Parigi durante “Fotofever Art Fair”. Nel febbraio 2020 ha partecipato alla mostra “Pleasure Garden” curata da P. A. Podbielski, nell’omonima galleria, con un saggio di Angela Madesani.
«Nelle foto pubblicate nel libro – spiega Angela Madesani – si vedono ben pochi volti e molti corpi di spalle, di profilo. L’argomento potrebbe a un primo sguardo apparire politicamente scorretto. Ma così non è, anzi molti dei suoi lavori sono provocazioni nei confronti di una società che ancora considera la donna un oggetto di trastullo dello sguardo e del corpo. I suoi soggetti sono soprattutto donne che non hanno certo paura di mostrarsi nella loro nudità. La nudità è essenza. Sono solo le nostre sovrastrutture mentali, sociali e culturali che la fanno temere. [...] Giulia è una flâneur, o forse sarebbe meglio dire flâneuse, una cacciatrice impenitente, talvolta impertinente, di immagini, che le piacciono».
«La libertà di scelta e di editing che NFC Edizioni mi ha lasciato per questo progetto – dichiara Giulia Agostini – è stata molto importante. Fin dall’inizio del mio percorso ho avuto il desiderio di raccogliere in uno o più libri il mio lavoro. Infatti ho diverse copie singole o basse tirature di mie auto-pubblicazioni e piccole raccolte che hanno preso vita grazie ad alcune collaborazioni fatte durante questi anni. Mi piace mescolare lavori di archivio con cose più recenti: è come lavorare ad un film lunghissimo, pieno di sequenze. È un viaggio sentimentale...».
La collana “Luminous phenomena”, ispirata a “The Pencil of Nature” di William Henry Fox Talbot (il primo libro illustrato da fotografie che sia mai stato commercializzato), si compone di volumi di piccolo formato, prodotti in basse tirature con materiali e lavorazioni di pregio.
A cadenza bimestrale viene pubblicato un nuovo libro che indaga il rapporto tra essere umano e corpo, tra corpo e spazio circostante, attraverso lo sguardo di fotografi affermati e giovani promesse. Ogni pubblicazione è tradotta in tre lingue: italiano, francese, inglese. Ne sono disponibili due versioni: Light e Deluxe, la prima in tiratura di 200 copie numerate, la seconda in tiratura di 100 copie firmate e numerate con una fotografia in edizione limitata.
I volumi della collana “Luminous phenomena”, nella versione Light (Vol. 3 Giulia Agostini – LE 978886726 2540), sono promossi da Goodfellas e distribuiti da Messaggerie Libri SPA in tutte le librerie e nei bookstore museali. La versione Deluxe (Vol. 3 Giulia Agostini – DE 978886726 2557) è disponibile presso l’editore e in fiere ed eventi di settore. È possibile inoltre acquistare e abbonarsi alla collana dal sito www.nfcedizioni.com.
Della stessa collana è disponibile il primo volume, dedicato a Tarin, con testi in catalogo di Nathalie Leleu e Denis Curti, e il secondo volume, dedicato a Aleksey D’Havlcyon, con testi in catalogo di Valerio Dehò e Lucien Clergue. In marzo uscirà il quarto volume dedicato ad Alba Zari.
Giulia Agostini dopo il diploma al liceo artistico si dedica al disegno e alla fotografia. Inizia a scattare in digitale arrivando poi a prediligere la fotografia analogica facendo della pellicola il suo strumento principale. Nel 2011, grazie a Flickr, il suo lavoro viene notato da Bruce Checefsky, professore e curatore del Cleveland Institute of Art che curerà la prima mostra negli USA di Giulia, alla Underline Gallery di New York, dal titolo “The Young and the Recluse”. In Italia le sue opere sono state esposte al Festival della Fotografia di Reggio Emilia nella rassegna “Giovane Fotografia Italiana” a cura di Daniele De Luigi, alla Biennale Giovani Artisti del Mediterraneo di Ancona, alla Fondazione Benetton e durante il “Photo Open Up” - Festival Internazionale di Fotografia a Padova. Nel 2013 ha vinto la quattordicesima edizione del Premio Aldo Nascimben. Sin dall’inizio gli autoritratti sono una parte importante del lavoro di Giulia, la sua attenzione nel rappresentare se stessa, e poi anche gli altri, è in continua evoluzione. Nel 2016 collabora con l’artista Chiara Bersani (Premio Ubu 2019) lavorando al progetto “Goodnight, peeping Tom”. Nel luglio 2018 torna a New York, dove approfondisce la ricerca sulla street photography, iniziata nelle città di Venezia, Napoli e Trieste. Nel 2019 ha esposto all’International Center of Photography di New York, collaborando con la piattaforma editoriale Goldmoony, e concentrandosi sulle osservazioni quotidiane in contesti urbani. Nello stesso anno, grazie ad Heillandi Gallery, ha esposto i suoi scatti al Carrousel du Louvre di Parigi durante “Fotofever Art Fair”. Nel febbraio 2020 ha partecipato alla mostra “Pleasure Garden” curata da P. A. Podbielski, nell’omonima galleria, con un saggio di Angela Madesani.
Ermanno Foroni, Se questi sono uomini
13/05/2016 - 25/11/2016
Reggio Emilia
Inserito da CSArt Serri
Volti sublimi e dignità dolente dell’umano nelle immagini di Ermanno Foroni, autore reggiano che da oltre trent’anni ha fatto della fotografia la ragione della sua vita, girando il mondo alla ricerca della verità, impressa sui volti e sulle mani di milioni di persone che vivono in povertà e sofferenza.
Dal 13 maggio al 25 novembre 2016, BFMR & Partners Dottori Commercialisti, studio professionale che dal 2010 sostiene “Fotografia Europea” promuovendo anche esposizioni fotografiche presso la propria sede in Piazza Vallisneri 4 a Reggio Emilia, ospita una quarantina di fotografie analogiche in bianco e nero, oltre ad alcuni scatti a colori, realizzati dal 1986 ad oggi.
Presentata da Sandro Parmiggiani, la mostra s’intitola “Se questi sono uomini” in riferimento alla celebre opera memorialistica di Primo Levi, punto di partenza per una riflessione che si estende, più in generale, alla condizione umana.
«Ermanno Foroni (Reggio Emilia, 1958) – scrive Sandro Parmiggiani – si è incamminato, per la prima volta trent’anni fa e poi con tenacia e passione fino a fare della fotografia la ragione e il destino della propria vita, sulle strade aspre, spesso ostili, di un mondo in cui la fatica e la sofferenza ancora sono il pane quotidiano di milioni di persone, non certo per scelte e colpe nitidamente loro attribuibili. Partendo dal Brasile dei garimpeiros, che cercano l’oro in un ambiente che pare avere trasformato in realtà i gironi dell’Inferno immaginati da Dante, Ermanno si è calato con i “dannati della terra” nelle viscere di altre miniere (di carbone in Romania, d’argento in Bolivia, di zaffiri in Madagascar, d’oro e di coltan in Congo, di diamanti in Sierra Leone), e si è messo sulle tracce degli offesi e degli umiliati, dei vinti, a Sarajevo, in Palestina, Romania, Turchia, Marocco, Salvador, India, Bangladesh, Yemen, Kenia, Saharawi, Sierra Leone, Sud Africa, Afghanistan, Portogallo, e in “città-universo” quali New York, Parigi e Napoli. Non insegue, questo globetrotter, nella sua immersione “senza rete” nel reale, il fascino formale di immagini edulcorate, né la ricerca della “posa” o della “bella fotografia” – né tantomeno fa ricorso alle manipolazioni dell’elettronica –, ma la verità e l’immediatezza di occhi, visi, mani, corpi di persone che vivono immersi nel dramma della guerra e della povertà, e che davanti al suo obiettivo rivelano il volto sublime e la dignità dolente dell’umano».
In occasione del vernissage su invito, previsto per venerdì 13 maggio a partire dalle ore 19.00, sarà presentata l’anteprima della mostra, visitabile da lunedì a venerdì con orario 10.00-12.00 e 16.00-18.00. Per informazioni: www.bfmr.it - info@bfmr.it - tel. 0522 455000.
Ermanno Foroni nasce a Reggio Emilia nel 1958. Si accosta alla fotografia negli anni ‘80 e da subito evidenzia una particolare attenzione ai temi sociali, compiendo ricerche intorno all’emarginazione, allo sfruttamento e al disagio di vivere delle popolazione del così detto terzo e quarto mondo. Nel 1986 un viaggio in Brasile trasforma l’interesse per la fotografia in passione ed impegno sociale. Seguono negli anni successivi veri e propri reportage. Tra i tanti, Sud Africa, India, Romania, Afghanistan, Palestina, Sierra Leone e Congo. Le sue fotografie sono raccolte nei volumi “La fatica di vivere: immagini dal Bangladesh” (FIAF, 2000), “Uomini senza” (Unesco Reggio Emilia, 2002), “Lukanga” (2003), “Madagascar. I colori del nero” (Diocesi, Centro Missionario, 2005), “Sighetu Marmatiei - Il ritorno del sogno” (2006), “E le stelle stanno a guardare” (Galleria Mazzoli Editore, 2014). Fra i temi più indagati è il lavoro nelle miniere, che conta ben sette diverse ricerche distribuite tra il 1986 e il 2008. Alcune sue opere sono apparse sui più diffusi quotidiani nazionali. Vive e lavora a Reggio Emilia.
BFMR & Partners è uno studio di Dottori Commercialisti fondato da Gian Matteo Bonomo, Silvio Facco, Luigi Attilio Mazzocchi e Leonardo Riccio. Accanto all’attività professionale, sostengono da anni l’arte e la cultura attraverso la promozione di esposizioni dedicate ad artisti e fotografi (Daniele Vezzani, Carlo Mastronardi, Nani Tedeschi, Angelo Davoli, Nadia Rosati, Wal, Toni Contiero, Riccardo Varini, Richard B. Datre, Giuliano Della Casa, Marco Paoli, Carlo Ferrari, Luca Gilli, Corrado Tagliati, Stanislao Farri, Carlo Vannini, Domenico Grenci) e la sponsorizzazione di rilevanti iniziative culturali (Attività di Palazzo Magnani 2009 e 2010, “Fotografia Europea” 2010-2016).
Dal 13 maggio al 25 novembre 2016, BFMR & Partners Dottori Commercialisti, studio professionale che dal 2010 sostiene “Fotografia Europea” promuovendo anche esposizioni fotografiche presso la propria sede in Piazza Vallisneri 4 a Reggio Emilia, ospita una quarantina di fotografie analogiche in bianco e nero, oltre ad alcuni scatti a colori, realizzati dal 1986 ad oggi.
Presentata da Sandro Parmiggiani, la mostra s’intitola “Se questi sono uomini” in riferimento alla celebre opera memorialistica di Primo Levi, punto di partenza per una riflessione che si estende, più in generale, alla condizione umana.
«Ermanno Foroni (Reggio Emilia, 1958) – scrive Sandro Parmiggiani – si è incamminato, per la prima volta trent’anni fa e poi con tenacia e passione fino a fare della fotografia la ragione e il destino della propria vita, sulle strade aspre, spesso ostili, di un mondo in cui la fatica e la sofferenza ancora sono il pane quotidiano di milioni di persone, non certo per scelte e colpe nitidamente loro attribuibili. Partendo dal Brasile dei garimpeiros, che cercano l’oro in un ambiente che pare avere trasformato in realtà i gironi dell’Inferno immaginati da Dante, Ermanno si è calato con i “dannati della terra” nelle viscere di altre miniere (di carbone in Romania, d’argento in Bolivia, di zaffiri in Madagascar, d’oro e di coltan in Congo, di diamanti in Sierra Leone), e si è messo sulle tracce degli offesi e degli umiliati, dei vinti, a Sarajevo, in Palestina, Romania, Turchia, Marocco, Salvador, India, Bangladesh, Yemen, Kenia, Saharawi, Sierra Leone, Sud Africa, Afghanistan, Portogallo, e in “città-universo” quali New York, Parigi e Napoli. Non insegue, questo globetrotter, nella sua immersione “senza rete” nel reale, il fascino formale di immagini edulcorate, né la ricerca della “posa” o della “bella fotografia” – né tantomeno fa ricorso alle manipolazioni dell’elettronica –, ma la verità e l’immediatezza di occhi, visi, mani, corpi di persone che vivono immersi nel dramma della guerra e della povertà, e che davanti al suo obiettivo rivelano il volto sublime e la dignità dolente dell’umano».
In occasione del vernissage su invito, previsto per venerdì 13 maggio a partire dalle ore 19.00, sarà presentata l’anteprima della mostra, visitabile da lunedì a venerdì con orario 10.00-12.00 e 16.00-18.00. Per informazioni: www.bfmr.it - info@bfmr.it - tel. 0522 455000.
Ermanno Foroni nasce a Reggio Emilia nel 1958. Si accosta alla fotografia negli anni ‘80 e da subito evidenzia una particolare attenzione ai temi sociali, compiendo ricerche intorno all’emarginazione, allo sfruttamento e al disagio di vivere delle popolazione del così detto terzo e quarto mondo. Nel 1986 un viaggio in Brasile trasforma l’interesse per la fotografia in passione ed impegno sociale. Seguono negli anni successivi veri e propri reportage. Tra i tanti, Sud Africa, India, Romania, Afghanistan, Palestina, Sierra Leone e Congo. Le sue fotografie sono raccolte nei volumi “La fatica di vivere: immagini dal Bangladesh” (FIAF, 2000), “Uomini senza” (Unesco Reggio Emilia, 2002), “Lukanga” (2003), “Madagascar. I colori del nero” (Diocesi, Centro Missionario, 2005), “Sighetu Marmatiei - Il ritorno del sogno” (2006), “E le stelle stanno a guardare” (Galleria Mazzoli Editore, 2014). Fra i temi più indagati è il lavoro nelle miniere, che conta ben sette diverse ricerche distribuite tra il 1986 e il 2008. Alcune sue opere sono apparse sui più diffusi quotidiani nazionali. Vive e lavora a Reggio Emilia.
BFMR & Partners è uno studio di Dottori Commercialisti fondato da Gian Matteo Bonomo, Silvio Facco, Luigi Attilio Mazzocchi e Leonardo Riccio. Accanto all’attività professionale, sostengono da anni l’arte e la cultura attraverso la promozione di esposizioni dedicate ad artisti e fotografi (Daniele Vezzani, Carlo Mastronardi, Nani Tedeschi, Angelo Davoli, Nadia Rosati, Wal, Toni Contiero, Riccardo Varini, Richard B. Datre, Giuliano Della Casa, Marco Paoli, Carlo Ferrari, Luca Gilli, Corrado Tagliati, Stanislao Farri, Carlo Vannini, Domenico Grenci) e la sponsorizzazione di rilevanti iniziative culturali (Attività di Palazzo Magnani 2009 e 2010, “Fotografia Europea” 2010-2016).
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Frammenti. Venti artisti dagli anni ’50 ai giorni nostri
24/11/2017 - 31/01/2018
Reggio Emilia
Inserito da CSArt Serri
La Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 43) presenta, dal 24 novembre 2017 al 31 gennaio 2018, “Frammenti”, esposizione collettiva con opere realizzate da venti artisti attivi dagli anni ’50 ai giorni nostri.
La mostra trae il titolo – “Frammenti” – da una tela di Franco Angeli riferibile ai primi anni ‘70. Un percorso che, attraverso opere selezionate, intende ripercorre la storia dell’arte italiana a partire dal secondo Dopoguerra, riservando particolare attenzione anche alle nuove generazioni e alla ricerca artistica contemporanea.
Gli anni ’50 e ’60 sono rappresentati in mostra da un lavoro polimaterico di Roberto Crippa legato al Movimento Nucleare, da una carta intelata di Tancredi, da un “Diario” di Arturo Vermi, da una tela e da un sicofoil di Carla Accardi e da un’incisione all’acquatinta di Lucio Fontana, oltre ad un olio geometrico di Luigi Veronesi riferibile alla seconda metà del decennio precedente.
Sono ascrivibili agli anni ’70 e ’80, oltre all’opera di Franco Angeli che dà il titolo alla mostra, anche un dipinto di Paolo Cotani denominato “Dagli occhi della tigre” e una scultura sferica di Arnaldo Pomodoro. La sezione è inoltre completata da due lavori di Paolo Minoli, artista cui la Galleria ha recentemente dedicato un’ampia retrospettiva.
Si riferiscono agli anni ’90 e Duemila ancora un dittico di Paolo Minoli (“Per il poeta”, 1996), un dipinto a tecnica mista su carta di Alighiero Boetti, un rilievo su pvc di Alberto Biasi e una spiaggia in poliuretano espanso di Piero Gilardi.
La scultura contemporanea è indagata, per finire, da Eduard Habicher, Rudy Pulcinelli, Luca Freschi, Renata e Cristina Cosi; la pittura da Mirko Baricchi e Simone Pellegrini.
Curata da Federico Bonioni, la collettiva sarà inaugurata venerdì 24 novembre, dalle 10.00 alle 20.00, in occasione della festa patronale di San Prospero. L’esposizione sarà visitabile fino al 31 gennaio 2018, da martedì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00; 16 e 17 dicembre ore 10.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it, www.facebook.com/bonioniarte, www.instagram.com/bonioniarte.
“Frammenti” è parte della quarta edizione di “In Contemporanea”, rassegna che nel 2017 è diventata rete di gallerie, con un maggior numero di proposte distribuite nel corso dell’anno. Tra i primi appuntamenti, “In Contemporanea a Palazzo Magnani”, una serie di incontri dedicati ai mestieri dell’arte. Federico Bonioni sarà ospite a Palazzo Magnani, insieme allo staff di Vicolo Folletto Art Factories, venerdì 1 dicembre, alle ore 18.30, con l’intervento “La Galleria fuori dalla Galleria. Mostre pubbliche e progetti curatoriali”. Sempre nell’ambito di “In Contemporanea”, il 16 e il 17 dicembre 2017 si terrà “In Contemporanea fiera diffusa”, weekend all’insegna dell’arte con apertura delle gallerie aderenti ad orario continuato, dalle 10.00 alle 20.00.
La mostra trae il titolo – “Frammenti” – da una tela di Franco Angeli riferibile ai primi anni ‘70. Un percorso che, attraverso opere selezionate, intende ripercorre la storia dell’arte italiana a partire dal secondo Dopoguerra, riservando particolare attenzione anche alle nuove generazioni e alla ricerca artistica contemporanea.
Gli anni ’50 e ’60 sono rappresentati in mostra da un lavoro polimaterico di Roberto Crippa legato al Movimento Nucleare, da una carta intelata di Tancredi, da un “Diario” di Arturo Vermi, da una tela e da un sicofoil di Carla Accardi e da un’incisione all’acquatinta di Lucio Fontana, oltre ad un olio geometrico di Luigi Veronesi riferibile alla seconda metà del decennio precedente.
Sono ascrivibili agli anni ’70 e ’80, oltre all’opera di Franco Angeli che dà il titolo alla mostra, anche un dipinto di Paolo Cotani denominato “Dagli occhi della tigre” e una scultura sferica di Arnaldo Pomodoro. La sezione è inoltre completata da due lavori di Paolo Minoli, artista cui la Galleria ha recentemente dedicato un’ampia retrospettiva.
Si riferiscono agli anni ’90 e Duemila ancora un dittico di Paolo Minoli (“Per il poeta”, 1996), un dipinto a tecnica mista su carta di Alighiero Boetti, un rilievo su pvc di Alberto Biasi e una spiaggia in poliuretano espanso di Piero Gilardi.
La scultura contemporanea è indagata, per finire, da Eduard Habicher, Rudy Pulcinelli, Luca Freschi, Renata e Cristina Cosi; la pittura da Mirko Baricchi e Simone Pellegrini.
Curata da Federico Bonioni, la collettiva sarà inaugurata venerdì 24 novembre, dalle 10.00 alle 20.00, in occasione della festa patronale di San Prospero. L’esposizione sarà visitabile fino al 31 gennaio 2018, da martedì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00; 16 e 17 dicembre ore 10.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it, www.facebook.com/bonioniarte, www.instagram.com/bonioniarte.
“Frammenti” è parte della quarta edizione di “In Contemporanea”, rassegna che nel 2017 è diventata rete di gallerie, con un maggior numero di proposte distribuite nel corso dell’anno. Tra i primi appuntamenti, “In Contemporanea a Palazzo Magnani”, una serie di incontri dedicati ai mestieri dell’arte. Federico Bonioni sarà ospite a Palazzo Magnani, insieme allo staff di Vicolo Folletto Art Factories, venerdì 1 dicembre, alle ore 18.30, con l’intervento “La Galleria fuori dalla Galleria. Mostre pubbliche e progetti curatoriali”. Sempre nell’ambito di “In Contemporanea”, il 16 e il 17 dicembre 2017 si terrà “In Contemporanea fiera diffusa”, weekend all’insegna dell’arte con apertura delle gallerie aderenti ad orario continuato, dalle 10.00 alle 20.00.
Landscapes. Declinazioni in giallo e in verde
01/04/2017 - 30/06/2017
Reggio Emilia
Inserito da CSArt Serri
La Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO di Reggio Emilia (Via Sessi, 1/F) presenta, dal 1 aprile al 30 giugno 2017, “Landscapes. Declinazioni in giallo e in verde”, mostra collettiva con opere di Valerio Adami, Giorgio Griffa, Antonio Ligabue, Elio Marchegiani e Graham Sutherland.
L’esposizione, che trae il titolo da un acquerello su carta di Graham Sutherland (“Landscape”, 1974), è dedicata al tema del paesaggio, inteso come luogo reale o immaginario, con figure e animali, sequenze ritmiche e creste materiche. Trait d’union, la dominante cromatica giallo-verde, colore della natura che si risveglia e simbolo di un nuovo inizio.
Il percorso della mostra comprende due opere di grandi dimensioni di Valerio Adami, maestro della Pop Art italiana, caratterizzate da campiture piatte di colore all’interno di contorni netti, la “Sezione Aurea n°989” di Giorgio Griffa, esponente della Pittura Analitica, invitato da Christine Macel alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e due paesaggi ad olio su tavola di Antonio Ligabue riconducibili agli anni 1948-49. Presenti inoltre due “Grammature di colore” ad intonaco su lavagna di Elio Marchegiani che, negli anni ’70, si proponeva di giungere ad una sintesi astratto-geometrica dell’affresco italiano, infine Graham Sutherland, artista inglese scomparso nel 1980, le cui forme sono sottoposte ad una continua metamorfosi che ci restituisce una natura frammentaria e destrutturata.
La mostra è completata da opere selezionate di Enrico Della Torre, Omar Galliani, Herbert Hamak, Alberto Manfredi, Carlo Mattioli, Piero Ruggeri e Giuseppe Spagnulo.
L’esposizione sarà visitabile a partire da sabato 1 aprile 2017 alle ore 16 fino al 30 giugno 2017, tutti i giorni con orario 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi. Ingresso libero.
Per informazioni: tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it, www.facebook.com/duemilanovecento.
L’esposizione, che trae il titolo da un acquerello su carta di Graham Sutherland (“Landscape”, 1974), è dedicata al tema del paesaggio, inteso come luogo reale o immaginario, con figure e animali, sequenze ritmiche e creste materiche. Trait d’union, la dominante cromatica giallo-verde, colore della natura che si risveglia e simbolo di un nuovo inizio.
Il percorso della mostra comprende due opere di grandi dimensioni di Valerio Adami, maestro della Pop Art italiana, caratterizzate da campiture piatte di colore all’interno di contorni netti, la “Sezione Aurea n°989” di Giorgio Griffa, esponente della Pittura Analitica, invitato da Christine Macel alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e due paesaggi ad olio su tavola di Antonio Ligabue riconducibili agli anni 1948-49. Presenti inoltre due “Grammature di colore” ad intonaco su lavagna di Elio Marchegiani che, negli anni ’70, si proponeva di giungere ad una sintesi astratto-geometrica dell’affresco italiano, infine Graham Sutherland, artista inglese scomparso nel 1980, le cui forme sono sottoposte ad una continua metamorfosi che ci restituisce una natura frammentaria e destrutturata.
La mostra è completata da opere selezionate di Enrico Della Torre, Omar Galliani, Herbert Hamak, Alberto Manfredi, Carlo Mattioli, Piero Ruggeri e Giuseppe Spagnulo.
L’esposizione sarà visitabile a partire da sabato 1 aprile 2017 alle ore 16 fino al 30 giugno 2017, tutti i giorni con orario 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi. Ingresso libero.
Per informazioni: tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it, www.facebook.com/duemilanovecento.