Evento: Balloons
10/06/2016 - 18/06/2016
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Inserzionista
Dettagli
Data di inserimento: 02/06/2016 - 9:35
Luogo: Napoli (NA) - Campania
Data di inizio: 10/06/2016
Data di fine 18/06/2016
Descrizione
Balloons
Mostra personale di Maria Manna presso la galleria d’arte Salvatore Serio
Dal 10 al 18 giugno 2016
Vernissage 10 giugno, ore 18,00
Orario dal lunedì al sabato 10,30-13,00/16,30-19,30
Salvatore Serio galleria d’arte
Via Oberdan n°8, Napoli
info@galleriaserio.it

Figure di sogno, “balloons” che sussurrano colori simbolicamente potenti.
Astronavi giocattolo che volano in silenzi siderali.
Una linea di contorno che emerge e immerge.
Nel racconto del “lieve dramma di essere al mondo” di Maria Manna, le linee tratteggiate dei contorni, nel ricucire sé stesse, creano un’osmosi tra il dentro e il fuori, con un fuori tanto denso da premere fortemente e un dentro pronto ad accogliere, perché attento e curioso e disponibile a mettersi “in gioco”.
Un “gioco della vita” sdrammatizzato dalla leggerezza e dalla sospensione del segno grafico, ma connotato dalla scelta del colore antinaturalistico, espresso da un peculiare figurativo immerso in sfondi informali.
C’è silenzio, morbidezza, essenzialità, rispetto di sé e degli altri senza chiusura!
Lieve angoscia, ma non per questo meno empatica e svigorita espressione nei visi ridotti ad una cavità, negli arti monchi o diseguali o appena accennati.
Creature disperse ma vicine, incapaci di vivere nel mondo senza una cosmica modalità di essere.
Non c’è pesantezza, non c’è bagaglio! C’è trasformazione e assimilazione.
Tutto nasce da “Skinky” così come ci racconta l’artista:
“Nei sogni di Skinky c’è la speranza di voler ricucire i mali intrinseci ed estrinseci di ogni esistenza. Tutto attraverso suture di lana che fungono da bizzarro gioco del fato tra la realtà e la fantasia dei sogni di chi non guarda più col cuore di un bambino.”
Marisa Lepore

[da “Il racconto del lieve dramma di essere al mondo” di Marisa Lepore]

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TECNICA E COMUNICAZIONE Stefano Borriello
20/02/2016 - 02/03/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
"TECNICA E COMUNICAZIONE" Stefano Borriello
Mostra personale
c/o Salvatore Serio galleria d'arte, via Guglielmo Oberdan 8, Napoli.
Vernissage 20 Febbraio 2016 ore 18:00
La mostra resterà aperta fino al 2 Marzo 2016 dalle ore 10:30 - 13:00 e dalle 16:30 - 19:30 (escluso la domenica)

Con Stefano Borriello si sono condivisi nella nostra adolescenza il rispetto e l’amore per la natura, la semplicità del modello di vita e l’essenzialità nell’esprimersi. E l’artista Borriello tutto questo lo rivela anche nella scelta della materia su cui interviene.
Dopo le mostre dei suoi primi lavori a Torre del Greco, ricordo ancora, dopo il tanto tempo trascorso, le sue opere lignee esposte al “Centro Ellisse” di Salvatore Pica a Piazza Vittoria, che attirarono l’occhio e l’attenzione dei più sensibili critici d’arte. Sin da allora l’espressione artistica di Stefano Borriello si è sempre accompagnata con la finezza formale, con la tenuità delle tinte e la purezza e l’assonanza delle linee. Egli è tuttora alla ricerca di nuove fonti di ispirazione e di nuove emozioni, ma sempre senza perdere il suo stile.
La complementarità tra l’elemento umano e le immagini geometriche, nel percorso del linguaggio artistico di Stefano Borriello, evoca l’antinomia poesia/realtà, suscita suggestioni oniriche e richiami per la memoria. Questo “geometrico”, che spesso fa da sfondo allo stilizzato figurativo, non trasmette freddezza di sentimenti, ma rievoca nell’esperienza del vissuto le avversità, le asperità, i timori, i dubbi, le aspettative che attraversano le vicende individuali, ma anche la vita degli altri. Stefano Borriello lavora in profondità, riflettendo e rimuginando sulle conoscenze acquisite del mondo, della vita, provando e riprovando, procedendo in un’indagine artistica sempre più spostata in avanti, con un’attenzione a volte meticolosa alla trasparenza ed ai particolari, agli effetti della luce sull’opera. Il lavoro finito è il prodotto di un vero artista, sensibile come un fanciullo, ma acuto osservatore della realtà
Luigi Marino

Tecnica e comunicazione è un percorso che si svolge attraverso la riflessione delle opere in esposizione.
Nato a Torre del Greco, Stefano Borriello si avvia allo studio artistico sotto la guida di Giuseppe Ciavolino, Carlo Verdecchia e Renato Barisani. A Napoli si diploma all’Istituto d’Arte “Palizzi” e frequenta il corso di scultura all’Accademia di Belle Arti, avendo come maestri Emilio Greco e Augusto Perez. Conseguita la laurea in architettura all’università Federico II, oggi è docente ordinario, presso la stessa facoltà, di Disegno e Storia dell’Arte.
Il suo percorso artistico muove dalla lezione di Augusto Perez e di Emilio Greco, passa attraverso l’esperienza delle avanguardie artistiche napoletane del dopoguerra, dal Gruppo 58 a Geometria e Ricerca, per approdare ad una propria e personale elaborazione di un linguaggio espressivo che, partendo da una rigorosa e puntuale analisi della percezione visiva, giunge alla complessa ed articolata architettura delle sue immagini, connotate dalla contaminazione delle forme geometriche astratte con l’elemento informale e materico.
Nei lavori più recenti entro lo spazio rigorosamente astratto della composizione si inserisce, improvviso, un frammento figurativo che recupera un fluido rapporto dialettico tra le rarefatte geometrie e la concreta corporeità delle immagini figurative.
"Centrino" mostra personale di Barbara Karwowska c/o Salvatore Serio galleria d'arte
21/10/2016 - 02/11/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
CENTRINO DI BARBARA KARWOWSKA
Dal 21 ottobre al 2 novembre Barbara Karwowska presenta alla galleria d’arte Salvatore Serio la sua nuova personale di pittura dal titolo "Centrino".
Vernissage: venerdì 21 ottobre 2016, ore 18:00

La denominazione di questo progetto deriva da un motivo decorativo caro all’artista, proprio quello del Centrino, che compare in molte delle sue opere, divenendo aureola o corona dei personaggi raffigurati, e predomina in questa personale. Come il tessuto ricamato così il centrino dipinto da Barbara assume una duplice funzione: decorativa e protettiva. Il primo lavoro nel quale comparve venne realizzato nel 1999. Si trattava de Il rosario, un dipinto di grandi dimensioni composto da ventisette tele e due pannelli, donato alla Villa Colombaia di Luchino Visconti ad Ischia e in seguito misteriosamente scomparso. Il centrino assume un significato simbolico, vuole proteggere il mondo interiore delle personalità ritratte dalla Karwowska.

Luigi Fusco chiarì lo stile pittorico e comunicativo dell’artista affermando: "La pittura di Barbara Karwowska rivela nelle sue forme, così come nei suoi contenuti, una connotazione altamente espressiva, non priva di una intensa introspezione psicologica. La stesura cromatica plasma le figure dipinte, le avvolge creandogli attorno uno spazio, seppur "indefinito", caldo e accogliente. L'intimità dei pensieri viene mostrata senza vergogna”.

Le opere esposte vedranno altri due elementi ricorrenti: la corona e la girandola. La corona diviene il simbolo della potenza interiore, mentre la girandola, quello della fanciullezza e dell’innocenza, rappresentando anche un mezzo per affrontare con leggerezza le difficoltà della vita e per ritornare un po’ bambini. Evocatrice di leggerezza e movimento la girandola diviene ne Il Trionfo della pace anche il simbolo della serenità. L’artista utilizza colori caldi ed avvolgenti. Le tele sono essenzialmente tricromatiche, realizzate con l’utilizzo del marrone, del viola e del bianco. Il marrone, colore dell’artigianato e della natura, rappresenta la vitalità intesa come equilibrio tra corpo e mente; il viola aumenta il mistero e la magia delle sue opere; il bianco, invece, oltre a conferire luminosità, indica la purezza e la spiritualità del processo creativo.

In esposizione ci saranno tre dipinti di grande formato, alcuni ritratti e una composizione Sembrano finestre… costituita da 24 piccole tele. Sono volti, particolari fisionomici o decorativi per immaginare, per aprire una finestra in un altro mondo quello della poetica inconscia. Ornella della Libera riferendosi a quest’opera scrisse: " Sembrano finestre, volti affacciati alle finestre del mondo (anche quello virtuale), che guardano, smarriti, sorpresi, intimiditi, insicuri, con rispetto, con timidezza, con educazione l'altro, il diverso, la situazione che sta accadendo, scrutano, scorgono, sbirciano, quasi come se volessero guardare senza essere visti, come se volessero essere fantasmi, invisibili al mondo che invece vuole essere visto, essere protagonista, al centro dell'attenzione. Loro no. Non sono morbosi voyeurs della vita degli altri: i loro visi sono incompleti, non hanno e non mostrano la loro identità completa, non vogliono essere riconosciuti ed essere riconoscibili. Sono frammenti di vita, frammenti d'identità incomplete, sono pezzi di mosaico di vita, pezzi di puzzle che solo l'Amore può definire, completare".

Galleria d’Arte Salvatore Serio
Via Oberdan 8, Napoli
Orari d’apertura: dal lunedì al sabato 10:30-13:00/16:30-19:30
Ingresso libero
tel:0815523193
www.galleriaserio.it
https://www.facebook.com/events/1786263181641491/
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Tutto è in (p)arte BANDO DI CONCORSO 2014-2015
31/05/2014 - 05/07/2014
Napoli (NA) - Campania
Inserito da ExpoArt Magazine
BANDO DI CONCORSO 2014-2015
Il Laboratorio Artistico "Fatti d'Arte" allo scopo di promuovere e valorizzare l'arte, organizza il Concorso artistico dal titolo “ Tutto è in (p)arte”.
ART. 1) Requisiti per la partecipazione.
La partecipazione al concorso è aperta a tutti e il tema è libero. La misura massima del dipinto non dovrà superare le seguenti dimensioni: 100x100 cm, mentre non dovrà essere inferiore a cm 30x40. E' consentito l’uso di ogni tipo di tecnica ed espressione artistica quali olio, acrilico, tecnica mista, disegno, acquerello, incisione, serigrafia, litografia, illustrazione, fumetto, fotografia digitale (comprese installazioni e sculture). L' opera non dovrà essere necessariamente inedita.
La partecipazione al concorso prevede la possibilità di presentare un massimo di 2 opere
ART. 2) Modalità di partecipazione.
1. Scheda di adesione compilata e firmata in ogni sua parte,
scaricabile dal link presente sulla pagina di FB di Fatti d’Arte
oppure, in forma cartacea presso la sede di Fatti d'Arte, sita in P.zzaBernini 41/43 81031 Aversa (CE


Richiedi il bando Completo https://www.facebook.com/fattidarteaversa?fref=ts
Un viaggio - Gianni Ruspaggiari
26/10/2017 - 26/11/2017
Napoli (NA) - Campania
Inserito da CSArt Serri
“Un viaggio” attraverso la recente produzione dell’artista reggiano Gianni Ruspaggiari, dal 26 ottobre al 26 novembre 2017, presso la Casa di Cura Privata Polispecialistica Villa Verde di Reggio Emilia (Via Lelio Basso, 1).
La mostra, promossa dalla Casa di Cura e dal Circolo degli Artisti di Reggio Emilia, sarà inaugurata giovedì 26 ottobre alle ore 17.30 con una presentazione del curatore Giuseppe Berti. Saranno presenti al vernissage, oltre all’artista e al curatore, Fabrizio Franzini (Presidente di Villa Verde) ed Enrico Manicardi (Presidente del Circolo degli Artisti).
In esposizione negli spazi di accoglienza e nella Sala Esagono al terzo piano della struttura, una quindicina di opere di medie e grandi dimensioni, realizzate prevalentemente dal 2009 al 2014.
«Gianni Ruspaggiari – scrive Giuseppe Berti – è un esploratore di colori e di segni. Placate la foga del gesto e la “cupa” violenza cromatica di precedenti esperienze, l’artista ora si esprime attraverso più morbidi registri compositivi dove il colore, fluido, libero e cangiante, si unisce ad un segno sottile che si fa figura, che diventa corpo, immagine pulsante di un desiderio carnale: una pittura, questa, che si potrebbe persino definire neo-secentesca e rubensiana, per lo meno nell’espansa e calda sensuosità della composizione. Infatti, sia nelle opere ad olio, sia in quelle di più piccolo formato condotte a tecnica mista (acrilico e acquerello), Ruspaggiari fa uso di una tavolozza esuberante di contrappunti cromatici e di valori tattili: un “canto libero” di viola, lilla, azzurro, arancio, rosso, bianco che si dispiega sulla tela o sul foglio ora con lenti e sfumati trapassi di toni, ora attraverso palpitanti esplosioni cromatiche in cui, in una felice combinazione di tachisme e di dripping, talvolta risuonano anche le note più gravi del nero».
«Il progetto – spiegano Fabrizio Franzini ed Enrico Manicardi – conferma ancora una volta l’importante collaborazione posta in essere una quindicina d’anni fa tra Villa Verde e il Circolo degli Artisti, “insieme per la cultura come strumento di salute”. La personale di Gianni Ruspaggiari è parte di una serie di mostre dedicate ad insigni artisti reggiani che si inseriscono a pieno titolo nel panorama pittorico del secondo Novecento».
L’esposizione, visitabile fino al 26 novembre 2017, negli orari di apertura della Casa di Cura, è accompagnata da un catalogo con le prefazioni di Fabrizio Franzini ed Enrico Manicardi ed il testo di Giuseppe Berti. Ingresso libero. Per informazioni: www.villaverde.it, www.circolodegliartisti.re.it.
Gianni Ruspaggiari è nato a Reggio Emilia nel 1935. Ha studiato presso il locale Istituto d’Arte Gaetano Chierici, interrompendo però gli studi per seguire il padre musicista a Saint Vincent. Fondamentale per la sua formazione è l’incontro in Val d’Aosta con l’artista torinese Annibale Biglione che gli fa conoscere le ricerche dei pittori delle avanguardie europee. Terminato il servizio militare, e rientrato in città nel 1958, stringe un forte sodalizio intellettuale con altri giovani artisti reggiani, anch’essi impegnati a elaborare nuovi linguaggi formali: Angela Bergomi, Nino Squarza, Mario Pini, Bruno Olivi, Marco Gerra. Gli anni Sessanta vedono dunque Ruspaggiari impegnato a sviluppare la propria ricerca alla luce delle nuove correnti artistiche americane ed europee: da De Kooning a Bacon, dall’Espressionismo astratto alla Pop Art, alla cui estetica – interpretata spesso anche in chiave optical attraverso l’impiego di un cromatismo acceso ma elegante – rimane legato per tutti gli anni Settanta. Progressivamente, negli anni e decenni successivi, “ritorna all’espressionismo informale, dapprima con la tecnica mista del collage, infine col recupero di una pittura ricca di velature di colore, e fortemente allusiva nei contenuti” (Emanuele Filini, Dizionario degli artisti reggiani, Reggio Emilia, 2003).