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Evento: Balloons
10/06/2016 - 18/06/2016
Inserzionista
Dettagli
Data di inserimento: | 02/06/2016 - 9:35 |
Luogo: | Napoli (NA) - Campania |
Data di inizio: | 10/06/2016 |
Data di fine | 18/06/2016 |
Descrizione
Balloons
Mostra personale di Maria Manna presso la galleria d’arte Salvatore Serio
Dal 10 al 18 giugno 2016
Vernissage 10 giugno, ore 18,00
Orario dal lunedì al sabato 10,30-13,00/16,30-19,30
Salvatore Serio galleria d’arte
Via Oberdan n°8, Napoli
info@galleriaserio.it
Figure di sogno, “balloons” che sussurrano colori simbolicamente potenti.
Astronavi giocattolo che volano in silenzi siderali.
Una linea di contorno che emerge e immerge.
Nel racconto del “lieve dramma di essere al mondo” di Maria Manna, le linee tratteggiate dei contorni, nel ricucire sé stesse, creano un’osmosi tra il dentro e il fuori, con un fuori tanto denso da premere fortemente e un dentro pronto ad accogliere, perché attento e curioso e disponibile a mettersi “in gioco”.
Un “gioco della vita” sdrammatizzato dalla leggerezza e dalla sospensione del segno grafico, ma connotato dalla scelta del colore antinaturalistico, espresso da un peculiare figurativo immerso in sfondi informali.
C’è silenzio, morbidezza, essenzialità, rispetto di sé e degli altri senza chiusura!
Lieve angoscia, ma non per questo meno empatica e svigorita espressione nei visi ridotti ad una cavità, negli arti monchi o diseguali o appena accennati.
Creature disperse ma vicine, incapaci di vivere nel mondo senza una cosmica modalità di essere.
Non c’è pesantezza, non c’è bagaglio! C’è trasformazione e assimilazione.
Tutto nasce da “Skinky” così come ci racconta l’artista:
“Nei sogni di Skinky c’è la speranza di voler ricucire i mali intrinseci ed estrinseci di ogni esistenza. Tutto attraverso suture di lana che fungono da bizzarro gioco del fato tra la realtà e la fantasia dei sogni di chi non guarda più col cuore di un bambino.”
Marisa Lepore
[da “Il racconto del lieve dramma di essere al mondo” di Marisa Lepore]
Mostra personale di Maria Manna presso la galleria d’arte Salvatore Serio
Dal 10 al 18 giugno 2016
Vernissage 10 giugno, ore 18,00
Orario dal lunedì al sabato 10,30-13,00/16,30-19,30
Salvatore Serio galleria d’arte
Via Oberdan n°8, Napoli
info@galleriaserio.it
Figure di sogno, “balloons” che sussurrano colori simbolicamente potenti.
Astronavi giocattolo che volano in silenzi siderali.
Una linea di contorno che emerge e immerge.
Nel racconto del “lieve dramma di essere al mondo” di Maria Manna, le linee tratteggiate dei contorni, nel ricucire sé stesse, creano un’osmosi tra il dentro e il fuori, con un fuori tanto denso da premere fortemente e un dentro pronto ad accogliere, perché attento e curioso e disponibile a mettersi “in gioco”.
Un “gioco della vita” sdrammatizzato dalla leggerezza e dalla sospensione del segno grafico, ma connotato dalla scelta del colore antinaturalistico, espresso da un peculiare figurativo immerso in sfondi informali.
C’è silenzio, morbidezza, essenzialità, rispetto di sé e degli altri senza chiusura!
Lieve angoscia, ma non per questo meno empatica e svigorita espressione nei visi ridotti ad una cavità, negli arti monchi o diseguali o appena accennati.
Creature disperse ma vicine, incapaci di vivere nel mondo senza una cosmica modalità di essere.
Non c’è pesantezza, non c’è bagaglio! C’è trasformazione e assimilazione.
Tutto nasce da “Skinky” così come ci racconta l’artista:
“Nei sogni di Skinky c’è la speranza di voler ricucire i mali intrinseci ed estrinseci di ogni esistenza. Tutto attraverso suture di lana che fungono da bizzarro gioco del fato tra la realtà e la fantasia dei sogni di chi non guarda più col cuore di un bambino.”
Marisa Lepore
[da “Il racconto del lieve dramma di essere al mondo” di Marisa Lepore]
Altri eventi dell'inserzionista
"The shock of the news" mostra personale di Massimo Campagna.
01/04/2016 - 11/04/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
"The shock of the news" mostra personale di Massimo Campagna.
Dal 1 all'11 Aprile 2016 c/o Salvatore Serio galleria d'arte. via Oberdan 8, Napoli.
Vernissage venerdì 1 Aprile 2016 ore 18:00.
L'ansia generata da fatti di cronaca che impattano emotivamente sulle nostre vite e il turbamento che ne deriva, unitamente alle numerose immagini violente cui siamo meccanicamente esposti attraverso i media, sono il fil rouge dei lavori di Massimo Campagna. L'artista napoletano, partendo da posizioni post-impressioniste, le supera a partire dagli anni duemila, spinto dall’impulso di tradurre in termini figurativi le sue considerazioni e i suoi giudizi sulla società.
Mezzo di espressione è una tecnica mista che accosta la fotografia alla pittura prevalentemente figurativa. Si avvale dell'uso di materiali freddi, quali le lastre di zinco, per sottolineare il carattere spietato del potere mediatico nel veicolare le informazioni, e all'acidato per conferire una patina di vissuto. I colori perdono la loro brillantezza e virano verso toni più scuri e opachi.
Le opere di Campagna rafforzano la denuncia sofferta del dramma pubblico, cui assistiamo impotenti, e degli imprevedibili accadimenti che, alimentando la paura dell'ignoto, generano una profonda inquietudine nell'animo umano.
Scritte, materiali e segni diventano tutti parte di una riflessione, che cerca in chi guarda non la complicità di chi è pronto ad assecondare, ma lo spirito di chi è disposto a lottare e a scoprire.
Claudia Del Giudice
Massimo Campagna again invites us to gaze on his world of characters and drama.
His mixed approach sees fairytales disturbed, evidence tampered with and emotions drawn out.
There is always the sense that a lonely subconscious bubbles below.
At times we wonder if we are being mocked at.
Massimo Campagna shows us that serious work exploring fear, horror, detachment and derision need not sacrifice beauty: each piece is a pleasure to look at.
Massimo Campagna’s show seeks to engage with our mood and hold it in a place for the time being.
Tammie Nardone
La mostra resta aperta al pubblico dalle ore 10:30 - 13:00 e dalle 16:30 - 19:30 (esclusa la domenica).
Ingresso libero.
info: tel: 0815523193
www.galleriaserio.it
Dal 1 all'11 Aprile 2016 c/o Salvatore Serio galleria d'arte. via Oberdan 8, Napoli.
Vernissage venerdì 1 Aprile 2016 ore 18:00.
L'ansia generata da fatti di cronaca che impattano emotivamente sulle nostre vite e il turbamento che ne deriva, unitamente alle numerose immagini violente cui siamo meccanicamente esposti attraverso i media, sono il fil rouge dei lavori di Massimo Campagna. L'artista napoletano, partendo da posizioni post-impressioniste, le supera a partire dagli anni duemila, spinto dall’impulso di tradurre in termini figurativi le sue considerazioni e i suoi giudizi sulla società.
Mezzo di espressione è una tecnica mista che accosta la fotografia alla pittura prevalentemente figurativa. Si avvale dell'uso di materiali freddi, quali le lastre di zinco, per sottolineare il carattere spietato del potere mediatico nel veicolare le informazioni, e all'acidato per conferire una patina di vissuto. I colori perdono la loro brillantezza e virano verso toni più scuri e opachi.
Le opere di Campagna rafforzano la denuncia sofferta del dramma pubblico, cui assistiamo impotenti, e degli imprevedibili accadimenti che, alimentando la paura dell'ignoto, generano una profonda inquietudine nell'animo umano.
Scritte, materiali e segni diventano tutti parte di una riflessione, che cerca in chi guarda non la complicità di chi è pronto ad assecondare, ma lo spirito di chi è disposto a lottare e a scoprire.
Claudia Del Giudice
Massimo Campagna again invites us to gaze on his world of characters and drama.
His mixed approach sees fairytales disturbed, evidence tampered with and emotions drawn out.
There is always the sense that a lonely subconscious bubbles below.
At times we wonder if we are being mocked at.
Massimo Campagna shows us that serious work exploring fear, horror, detachment and derision need not sacrifice beauty: each piece is a pleasure to look at.
Massimo Campagna’s show seeks to engage with our mood and hold it in a place for the time being.
Tammie Nardone
La mostra resta aperta al pubblico dalle ore 10:30 - 13:00 e dalle 16:30 - 19:30 (esclusa la domenica).
Ingresso libero.
info: tel: 0815523193
www.galleriaserio.it
TECNICA E COMUNICAZIONE Stefano Borriello
20/02/2016 - 02/03/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
"TECNICA E COMUNICAZIONE" Stefano Borriello
Mostra personale
c/o Salvatore Serio galleria d'arte, via Guglielmo Oberdan 8, Napoli.
Vernissage 20 Febbraio 2016 ore 18:00
La mostra resterà aperta fino al 2 Marzo 2016 dalle ore 10:30 - 13:00 e dalle 16:30 - 19:30 (escluso la domenica)
Con Stefano Borriello si sono condivisi nella nostra adolescenza il rispetto e l’amore per la natura, la semplicità del modello di vita e l’essenzialità nell’esprimersi. E l’artista Borriello tutto questo lo rivela anche nella scelta della materia su cui interviene.
Dopo le mostre dei suoi primi lavori a Torre del Greco, ricordo ancora, dopo il tanto tempo trascorso, le sue opere lignee esposte al “Centro Ellisse” di Salvatore Pica a Piazza Vittoria, che attirarono l’occhio e l’attenzione dei più sensibili critici d’arte. Sin da allora l’espressione artistica di Stefano Borriello si è sempre accompagnata con la finezza formale, con la tenuità delle tinte e la purezza e l’assonanza delle linee. Egli è tuttora alla ricerca di nuove fonti di ispirazione e di nuove emozioni, ma sempre senza perdere il suo stile.
La complementarità tra l’elemento umano e le immagini geometriche, nel percorso del linguaggio artistico di Stefano Borriello, evoca l’antinomia poesia/realtà, suscita suggestioni oniriche e richiami per la memoria. Questo “geometrico”, che spesso fa da sfondo allo stilizzato figurativo, non trasmette freddezza di sentimenti, ma rievoca nell’esperienza del vissuto le avversità, le asperità, i timori, i dubbi, le aspettative che attraversano le vicende individuali, ma anche la vita degli altri. Stefano Borriello lavora in profondità, riflettendo e rimuginando sulle conoscenze acquisite del mondo, della vita, provando e riprovando, procedendo in un’indagine artistica sempre più spostata in avanti, con un’attenzione a volte meticolosa alla trasparenza ed ai particolari, agli effetti della luce sull’opera. Il lavoro finito è il prodotto di un vero artista, sensibile come un fanciullo, ma acuto osservatore della realtà
Luigi Marino
Tecnica e comunicazione è un percorso che si svolge attraverso la riflessione delle opere in esposizione.
Nato a Torre del Greco, Stefano Borriello si avvia allo studio artistico sotto la guida di Giuseppe Ciavolino, Carlo Verdecchia e Renato Barisani. A Napoli si diploma all’Istituto d’Arte “Palizzi” e frequenta il corso di scultura all’Accademia di Belle Arti, avendo come maestri Emilio Greco e Augusto Perez. Conseguita la laurea in architettura all’università Federico II, oggi è docente ordinario, presso la stessa facoltà, di Disegno e Storia dell’Arte.
Il suo percorso artistico muove dalla lezione di Augusto Perez e di Emilio Greco, passa attraverso l’esperienza delle avanguardie artistiche napoletane del dopoguerra, dal Gruppo 58 a Geometria e Ricerca, per approdare ad una propria e personale elaborazione di un linguaggio espressivo che, partendo da una rigorosa e puntuale analisi della percezione visiva, giunge alla complessa ed articolata architettura delle sue immagini, connotate dalla contaminazione delle forme geometriche astratte con l’elemento informale e materico.
Nei lavori più recenti entro lo spazio rigorosamente astratto della composizione si inserisce, improvviso, un frammento figurativo che recupera un fluido rapporto dialettico tra le rarefatte geometrie e la concreta corporeità delle immagini figurative.
Mostra personale
c/o Salvatore Serio galleria d'arte, via Guglielmo Oberdan 8, Napoli.
Vernissage 20 Febbraio 2016 ore 18:00
La mostra resterà aperta fino al 2 Marzo 2016 dalle ore 10:30 - 13:00 e dalle 16:30 - 19:30 (escluso la domenica)
Con Stefano Borriello si sono condivisi nella nostra adolescenza il rispetto e l’amore per la natura, la semplicità del modello di vita e l’essenzialità nell’esprimersi. E l’artista Borriello tutto questo lo rivela anche nella scelta della materia su cui interviene.
Dopo le mostre dei suoi primi lavori a Torre del Greco, ricordo ancora, dopo il tanto tempo trascorso, le sue opere lignee esposte al “Centro Ellisse” di Salvatore Pica a Piazza Vittoria, che attirarono l’occhio e l’attenzione dei più sensibili critici d’arte. Sin da allora l’espressione artistica di Stefano Borriello si è sempre accompagnata con la finezza formale, con la tenuità delle tinte e la purezza e l’assonanza delle linee. Egli è tuttora alla ricerca di nuove fonti di ispirazione e di nuove emozioni, ma sempre senza perdere il suo stile.
La complementarità tra l’elemento umano e le immagini geometriche, nel percorso del linguaggio artistico di Stefano Borriello, evoca l’antinomia poesia/realtà, suscita suggestioni oniriche e richiami per la memoria. Questo “geometrico”, che spesso fa da sfondo allo stilizzato figurativo, non trasmette freddezza di sentimenti, ma rievoca nell’esperienza del vissuto le avversità, le asperità, i timori, i dubbi, le aspettative che attraversano le vicende individuali, ma anche la vita degli altri. Stefano Borriello lavora in profondità, riflettendo e rimuginando sulle conoscenze acquisite del mondo, della vita, provando e riprovando, procedendo in un’indagine artistica sempre più spostata in avanti, con un’attenzione a volte meticolosa alla trasparenza ed ai particolari, agli effetti della luce sull’opera. Il lavoro finito è il prodotto di un vero artista, sensibile come un fanciullo, ma acuto osservatore della realtà
Luigi Marino
Tecnica e comunicazione è un percorso che si svolge attraverso la riflessione delle opere in esposizione.
Nato a Torre del Greco, Stefano Borriello si avvia allo studio artistico sotto la guida di Giuseppe Ciavolino, Carlo Verdecchia e Renato Barisani. A Napoli si diploma all’Istituto d’Arte “Palizzi” e frequenta il corso di scultura all’Accademia di Belle Arti, avendo come maestri Emilio Greco e Augusto Perez. Conseguita la laurea in architettura all’università Federico II, oggi è docente ordinario, presso la stessa facoltà, di Disegno e Storia dell’Arte.
Il suo percorso artistico muove dalla lezione di Augusto Perez e di Emilio Greco, passa attraverso l’esperienza delle avanguardie artistiche napoletane del dopoguerra, dal Gruppo 58 a Geometria e Ricerca, per approdare ad una propria e personale elaborazione di un linguaggio espressivo che, partendo da una rigorosa e puntuale analisi della percezione visiva, giunge alla complessa ed articolata architettura delle sue immagini, connotate dalla contaminazione delle forme geometriche astratte con l’elemento informale e materico.
Nei lavori più recenti entro lo spazio rigorosamente astratto della composizione si inserisce, improvviso, un frammento figurativo che recupera un fluido rapporto dialettico tra le rarefatte geometrie e la concreta corporeità delle immagini figurative.
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Baroque - Chiara Dynys
19/05/2016 - 19/06/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Raffaella Caruso
Inaugura giovedì 19 maggio presso Eidos Immagini contemporanee ( www.galleriaeidos.com) Baroque personale di Chiara Dynys a cura di Raffaella A. Caruso. In mostra gli ormai celebri Poisoned Flowers declinati dall’artista in tre versioni, messe per la prima volta a confronto. I “monocromi” tout court dove l’immagine appare e scompare seguendo il movimento dello spettatore, i “pittorici” dove l’immagine fotografica ritorna alla pittura, e i “barocchi” dove la Dynys, assecondando le possibilità offerte dal lenticolare, ottiene con sofisticati passaggi un’immagine che prima di annullarsi nel monocromo conquista la terza dimensione. Il tema dello spazio, della sua percorribilità da parte dello spettatore è suggerita dalle grandi cornici in metacrilato che conferiscono all’opera l’allure della scultura facendola vivere anche di un forte momento installativo. Il percorso espositivo è accompagnato da un catalogo con testo di Raffaella A. Caruso in cui vengono evidenziati in parallelo la dimensione metafisica e onirica di questo interessantissimo ciclo e il senso quietamente drammatico dell’annullamento, della cancellazione, dell’inevitabile scomparire nel nulla, anche della Bellezza e del magnifico: “Il Barocco è un concetto molto interessante in un contemporaneo che vive di continue contaminazioni e comunque non può prescindere dalle linee guida di quanto fu nel seicento, dall’esuberanza di un colore quasi lascivo, dal senso di smarrimento e dalla conseguente estasi, dalle linee di un labirinto fisico e mentale, dal procedere per stanze di matrice plotiniana”. Il senso barocco della meraviglia è infatti l’imput iniziale fornito dal curatore allo spettatore che sarà guidato dallo stupore di fronte all’innegabile bellezza e felicità di queste opere tra alcuni dei temi più cari a Chiara Dynys: la percorribilità dello spazio pittorico che diviene con l’interazione dello spettatore spazio temporale, l’azione della luce, il duale, l’alterità, il recupero dell’identità tramite il confronto con l’opera, lo smarrimento e il labirinto. Come scrive ancora Caruso in catalogo “Visione, dualità, confine: c’è tutta l’epistemologia del contemporaneo in questi lavori.”
Chiara Dynys, una delle artiste italiane più conosciute e apprezzate nel mondo, vive e lavora a Milano. Conduce la sua ricerca su due binari, entrambi riconducibili ad un unico atteggiamento nei confronti del reale: identificare nel mondo e nelle forme la presenza e il senso dell'anomalia, della variante, del limen che consente alla mente di passare dalla realtà al metafisico. Per fare questo utilizza i materiali più vari, luce, vetro, specchi, ceramica, fusioni, tessuto e media quali video e fotografia, mantenendo ugualmente intatta una cifra stilistica fatta di equilibrio e rarefatta eleganza. Intento dell’opera è restituire allo spettatore il senso della sua presenza. Tra le principali e più recenti personali pubbliche si ricordano: Centre d’Art Contemporain, Ginevra (1996); Expression - Centre d’Exposition, Saint-Hyacinthe, Canada (1997); Museo Cantonale, Ala Est, Lugano, 2001; Museum Bochum, Bochum (2003); Kunstmuseum, Bonn (2004); Wolfsberg Executive Development Centre, Wolfsberg (2005); Rotonda di Via Besana, Milano (2007); Museo Bilotti, Roma; Palazzo Reale, Milano (2008); ZKM - Museum für Neue Kunst, Karlsruhe (2009); Archivio Centrale di Stato, Roma; Centro Italiano Arte Contemporanea, Foligno (2010); Casa della Memoria, Fondazione Mimmo Rotella, Catanzaro (2012); Museo Poldi Pezzoli, Milano (2013); Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (2014); Museo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese; M.AR.CA, Catanzaro; Galleria Nazionale di Cosenza, Cosenza (2015). Impossibile citare seppur velocemente le personali in gallerie private e le innumerevoli collettive. Sue opere sono in importanti collezioni tra cui: Civiche Raccolte d’Arte, Milano; MART, Rovereto; UBS, Milano, Manno, Zurigo; Kunstasammlung, Weimar; Banca Intesa San Paolo, Milano; Terna Energia, Roma; Museo Cantonale, Lugano; Collezione Panza, Varese; Fondazione Rocco Guglielmo, Catanzaro; Collezione Poldi Pezzoli, Milano; VAF-Stiftung, Francoforte; Collezione Volker W. Feierabend, Francoforte; ZKM, Karlsruhe; Galleria d’Arte Moderna, Roma.
Chiara Dynys - BAROQUE
A cura di Raffaella A. Caruso
19 maggio - 19 giugno 2016
Inaugurazione giovedì 19 maggio - ore 18.30
Eidos Immagini Contemporanee
Asti - Piazza Roma 11
tel/fax +39 0141 354176
Orario 10.30-12.30/ 16.00-19.30
Lunedì mattina chiuso
Chiara Dynys, una delle artiste italiane più conosciute e apprezzate nel mondo, vive e lavora a Milano. Conduce la sua ricerca su due binari, entrambi riconducibili ad un unico atteggiamento nei confronti del reale: identificare nel mondo e nelle forme la presenza e il senso dell'anomalia, della variante, del limen che consente alla mente di passare dalla realtà al metafisico. Per fare questo utilizza i materiali più vari, luce, vetro, specchi, ceramica, fusioni, tessuto e media quali video e fotografia, mantenendo ugualmente intatta una cifra stilistica fatta di equilibrio e rarefatta eleganza. Intento dell’opera è restituire allo spettatore il senso della sua presenza. Tra le principali e più recenti personali pubbliche si ricordano: Centre d’Art Contemporain, Ginevra (1996); Expression - Centre d’Exposition, Saint-Hyacinthe, Canada (1997); Museo Cantonale, Ala Est, Lugano, 2001; Museum Bochum, Bochum (2003); Kunstmuseum, Bonn (2004); Wolfsberg Executive Development Centre, Wolfsberg (2005); Rotonda di Via Besana, Milano (2007); Museo Bilotti, Roma; Palazzo Reale, Milano (2008); ZKM - Museum für Neue Kunst, Karlsruhe (2009); Archivio Centrale di Stato, Roma; Centro Italiano Arte Contemporanea, Foligno (2010); Casa della Memoria, Fondazione Mimmo Rotella, Catanzaro (2012); Museo Poldi Pezzoli, Milano (2013); Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (2014); Museo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese; M.AR.CA, Catanzaro; Galleria Nazionale di Cosenza, Cosenza (2015). Impossibile citare seppur velocemente le personali in gallerie private e le innumerevoli collettive. Sue opere sono in importanti collezioni tra cui: Civiche Raccolte d’Arte, Milano; MART, Rovereto; UBS, Milano, Manno, Zurigo; Kunstasammlung, Weimar; Banca Intesa San Paolo, Milano; Terna Energia, Roma; Museo Cantonale, Lugano; Collezione Panza, Varese; Fondazione Rocco Guglielmo, Catanzaro; Collezione Poldi Pezzoli, Milano; VAF-Stiftung, Francoforte; Collezione Volker W. Feierabend, Francoforte; ZKM, Karlsruhe; Galleria d’Arte Moderna, Roma.
Chiara Dynys - BAROQUE
A cura di Raffaella A. Caruso
19 maggio - 19 giugno 2016
Inaugurazione giovedì 19 maggio - ore 18.30
Eidos Immagini Contemporanee
Asti - Piazza Roma 11
tel/fax +39 0141 354176
Orario 10.30-12.30/ 16.00-19.30
Lunedì mattina chiuso
Giuseppe Adamo - Something
17/11/2016 - 17/12/2016
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Sarà inaugurata giovedì 17 novembre 2016, ore 19:00, alla RizzutoGallery (Palermo, via Monte Cuccio 30), Something, mostra personale di Giuseppe Adamo, a cura di Helga Marsala.
Prima personale per Giuseppe Adamo negli spazi della Galleria Rizzuto. Una tappa che arriva dopo oltre un anno di collaborazione, tra fiere e progetti outdoor. Un momento di riflessione intorno al lavoro più recente dell’artista, frutto di una paziente sperimentazione sulla superficie, i processi di astrazione e la natura dell’immagine, ma anche la presentazione di alcuni nuovi spunti, in una perenne ricerca formale e di senso intorno alla pittura stessa.
In mostra una serie di opere su tela di diverse dimensioni, in cui si definisce una dinamica tutta personale tra dissoluzione e ricerca della forma, tra profondità e piano, tra sguardo ravvicinato e osservazione a volo d’uccello, tra paesaggio e dettaglio.
Stratificazioni, soglie, passaggi, velature, conducono alla definizione di immagini astratte, che però lasciano intravedere accenni di forme e di oggetti, o anche solo frammenti dall’aspetto organico.
La pittura si dà così per graffi, trasparenze, incisioni, crepe, residui emersi o segni sommersi, sempre indefiniti e mutevoli.
Dal testo del curatore: “Something, titolo ripreso da una traccia dell’album Musick to Play in the Dark dei Coil, ha in sé tutta la vaghezza, l’indeterminatezza, l’apertura radicale di queste immagini che si danno sul precipizio e che continuano a mutare. Rincorrendo la forma ma perdendola fatalmente.
Nel loop aereo del brano la parola “qualcosa” si ripete all’infinito, tra folate di vento, crepitii, ronzii, suoni siderali, evocando una qualche germinazione ancestrale. Materia bruta, tra apocalisse e palingenesi. Proprio come nelle pazienti strutture armoniche di Adamo, qui cavernose e chiaroscurali, lì risolte in luminescenze omogenee, sempre sul punto di implodere oppure di rigenerarsi in nuove tessiture. Una pittura cangiante, germinale. Che ha a che fare con l’origine (delle cose, della scrittura, dei segni, dell’immagine stessa) e con la sua natura ineffabile. Qualcosa che si dà e che si nega. Che si compie e si dissolve daccapo”.
La mostra sarà visitabile fino al 17 dicembre.
Prima personale per Giuseppe Adamo negli spazi della Galleria Rizzuto. Una tappa che arriva dopo oltre un anno di collaborazione, tra fiere e progetti outdoor. Un momento di riflessione intorno al lavoro più recente dell’artista, frutto di una paziente sperimentazione sulla superficie, i processi di astrazione e la natura dell’immagine, ma anche la presentazione di alcuni nuovi spunti, in una perenne ricerca formale e di senso intorno alla pittura stessa.
In mostra una serie di opere su tela di diverse dimensioni, in cui si definisce una dinamica tutta personale tra dissoluzione e ricerca della forma, tra profondità e piano, tra sguardo ravvicinato e osservazione a volo d’uccello, tra paesaggio e dettaglio.
Stratificazioni, soglie, passaggi, velature, conducono alla definizione di immagini astratte, che però lasciano intravedere accenni di forme e di oggetti, o anche solo frammenti dall’aspetto organico.
La pittura si dà così per graffi, trasparenze, incisioni, crepe, residui emersi o segni sommersi, sempre indefiniti e mutevoli.
Dal testo del curatore: “Something, titolo ripreso da una traccia dell’album Musick to Play in the Dark dei Coil, ha in sé tutta la vaghezza, l’indeterminatezza, l’apertura radicale di queste immagini che si danno sul precipizio e che continuano a mutare. Rincorrendo la forma ma perdendola fatalmente.
Nel loop aereo del brano la parola “qualcosa” si ripete all’infinito, tra folate di vento, crepitii, ronzii, suoni siderali, evocando una qualche germinazione ancestrale. Materia bruta, tra apocalisse e palingenesi. Proprio come nelle pazienti strutture armoniche di Adamo, qui cavernose e chiaroscurali, lì risolte in luminescenze omogenee, sempre sul punto di implodere oppure di rigenerarsi in nuove tessiture. Una pittura cangiante, germinale. Che ha a che fare con l’origine (delle cose, della scrittura, dei segni, dell’immagine stessa) e con la sua natura ineffabile. Qualcosa che si dà e che si nega. Che si compie e si dissolve daccapo”.
La mostra sarà visitabile fino al 17 dicembre.