Evento: Profeti in Patria - Cammini d'artista a Montecchio Emilia. Atelier Galliani
28/10/2016 - 31/05/2017
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Data di inserimento: 19/10/2016 - 17:55
Luogo: Montecchio Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Data di inizio: 28/10/2016
Data di fine 31/05/2017
Descrizione
«In un ex macello degli anni ‘20, alla “morte” di ieri si sostituirà la “vita” di oggi e di domani attraverso l’opera d’arte». Con queste parole Omar Galliani introduce la seconda edizione della rassegna “Profeti in patria – Cammini d’artista a Montecchio Emilia” che, dal 28 ottobre 2016 al mese di maggio 2017, trasformerà l’Ex Macello comunale di Montecchio Emilia (RE) in una bottega rinascimentale, luogo di lavoro, di incontro e di confronto.
Gli spazi dell’Ex Macello, che il Comune si augura di poter presto riqualificare e recuperare anche per attività culturali, saranno aperti ufficialmente al pubblico venerdì 28 ottobre alle ore 18.00, alla presenza dell’artista, del curatore Sandro Parmiggiani e dei rappresentanti delle Istituzioni.
Nel corso dei mesi, Omar Galliani realizzerà un’opera pittorica “a porte aperte”, permettendo ai visitatori di seguirlo passo passo, ma anche di avvicinarsi all’arte attraverso l’esposizione di una selezione di dipinti e carte realizzati dal 1978 al 2016, la postazione video allestita dal figlio Massimiliano Galliani (disegnatore, pittore e video maker) e le ricerche degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera che, all’interno dello stabile, porteranno avanti una riflessione su tematiche relative ad usi, costumi, scelte etiche e sostenibilità ambientale.
Saranno inoltre organizzati laboratori per le scuole, alle quali sarà rivolta particolare attenzione, nonché serate con musicisti, poeti, critici e fotografi, in una visione d’arte totale. Tra i primi appuntamenti, l’incontro sulla “Poesia contemporanea” con Davide Rondoni (27 novembre 2016) ed il Concerto per il Natale con Erich Galliani (16 dicembre 2016).
«L’idea – spiega Angela Marchetti, Assessore alla Cultura del Comune di Montecchio Emilia – è quella di permettere ai cittadini di incontrare l’arte laddove nasce, negli spazi, nelle parole, nei pensieri di chi l’ha scelta come via elettiva di realizzazione, per comprenderne il valore e l’importanza al fine di continuare a credere che la vita possa misteriosamente rivelare il suo senso a chi non smette di interrogarla».
Come scrive Sandro Parmiggiani, «Montecchio è, per Omar Galliani, non solo il luogo elettivo cui sempre fare ritorno, ma l’oasi segreta in cui poter sviluppare, nel silenzio del suo studio, un percorso di ricerca sempre condotto all’insegna della coerenza e dello scavo in alcuni motivi e temi cui è particolarmente sensibile. Affascinato, fin dagli esordi, dalla rivisitazione e dal recupero della storia dell’arte, Galliani attraversa, fino all'inizio degli anni Ottanta, una fase segnatamente concettuale, per poi dedicarsi in prevalenza, nel corso del decennio che vede il ritorno alla pittura e al colore, alla realizzazione di dipinti a olio, nell’ambito di quello che fu chiamato “citazionismo” o “anacronismo”. Successivamente l’artista fa ritorno, negli anni Novanta, al disegno su carta o su tavola di legno, diventato nel tempo lo strumento elettivo per cogliere ed esprimere atmosfere caratterizzate da una sospensione, da un’attesa, da un mistero, da una tensione verso il sublime, in cui i semi del concettuale, mai andati perduti, sono tornati a germogliare».
La rassegna si concluderà nel mese maggio 2017 con la presentazione dell’opera realizzata all’interno dell’Ex Macello e la restituzione ai cittadini di quanto prodotto all’interno dei laboratori.
Il progetto “Profeti in patria – Cammini d’artista a Montecchio Emilia”, inaugurato nel 2015 con una serie di mostre di Graziano Pompili, è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale per permettere ai cittadini di conoscere gli artisti che vivono ed operano nel territorio. Sono in programma ulteriori edizioni della manifestazione nel 2017 e nel 2018.
Per informazioni ed aggiornamenti relativi al programma della manifestazione: Biblioteca Comunale di Montecchio Emilia (tel. 0522 861864, biblioteca@comune.montecchio-emilia.re.it, www.comune.montecchio-emilia.re.it).
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Arte per immagini. Interviste a dodici grandi artisti del nostro tempo
27/04/2021 - 27/05/2021
Lanciano (CH) - Abruzzo
Inserito da CSArt Serri
Tra le novità editoriali della Casa editrice Carabba si segnala il volume “Arte per immagini. Interviste a dodici grandi artisti del nostro tempo” di Anna Maria Santoro, con prefazione di Elena Pontiggia, postfazione di Gabriele Simongini e apparato bio-bibliografico a cura di Valentina Cocco.
Il libro offre uno spaccato della pittura figurativa italiana dal secondo dopoguerra a oggi attraverso le interviste ad alcuni dei suoi protagonisti – Claudio Bonichi, Ennio Calabria, Bruno Caruso, Armando De Stefano, Omar Galliani, Carlo Guarienti, Franco Mulas, Romano Notari, Ruggero Savinio, Giuliano Vangi, Piero Vignozzi, Giuseppe Zigaina – individuati grazie al supporto del gallerista e mecenate Alfredo Paglione, che nella sua storica Galleria Trentadue di Milano ha seguito e trattato quasi tutti gli artisti intervistati.
Esito di tanti anni di lavoro e di innumerevoli viaggi attraverso Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Campania, affrontati da Anna Maria Santoro tra il 2012 e il 2019 per incontrare gli artisti nei loro studi, il volume riporta i dodici racconti di vita all’interno delle complesse dinamiche sociali, antropologiche e storiche che hanno caratterizzato il panorama culturale italiano del XX secolo: la guerra, la diatriba su astratto e figurativo, le scoperte di fisica quantistica, il Sessantotto, l’intervento degli Stati Uniti nel mercato dell’arte, la chiusura dei manicomi. Nel testo-intervista non vengono riportate le domande: la narrazione si sviluppa in un continuum, che comprende anche la descrizione degli atelier e dei luoghi in cui gli artisti hanno lavorato e vissuto, in una sintesi di immagini paesaggistiche, o di cronaca, che evocano le atmosfere e gli stilemi delle loro opere. L’ultima biografia, dedicata ad Omar Galliani, è stata invece tratteggiata a partire da uno scambio epistolare.
«Una delle cose più utili che un critico possa fare – scrive Elena Pontiggia – è ascoltare gli artisti e riportare le loro parole. […] L’opera d’arte, ha dimostrato Gadamer, ha infiniti significati e il suo significato ultimo è la somma di tutte le analisi possibili. Tuttavia una cosa è imporre una lettura a senso unico, una sorta di pensiero unico dell’interpretazione; un’altra (ben altra) è sentire un artista che ci rivela qualcosa di sé. E non si ringrazierà mai abbastanza chi lo sollecita a farlo. Così quando Anna Maria Santoro mi ha inviato il suo manoscritto, consigliata da Alfredo Paglione (che capisce di pittura come pochi e conosce il mondo dell’arte come nessuno), mi sono precipitata a leggerlo, trovando tante cose interessanti da imparare, da sottolineare, da tenere a mente. […] Ne riporto solo tre esempi. Romano Notari, il grande mistico della pittura contemporanea, ci dice: “Chi guarda le mie opere deve capire e sentire che dentro c’è vita e che c’è amore… Perfino questo colore soave mio nasce dall’anima, da una tecnica non vaga ma precisa e la forza di dipingere la luce mi è aumentata. Come? Annullando l’ombra”. Tutta da leggere è poi l’intervista a Ruggero Savinio, che racconta dello zio Giorgio de Chirico, del padre Alberto Savinio e di sé, in pagine da vero narratore. Anche se non bisogna dimenticare la sua precisazione: “Mi sento più pittore che scrittore: la pittura è stata la prima cosa alla quale mi sono dedicato, e la scrittura, comunque, gira sempre intorno alla mia pittura”. Commuove infine la testimonianza di Omar Galliani quando parla del figlio Massimiliano, pittore di raro talento che ci ha lasciati troppo presto. Né Anna Maria, quando poneva le domande, né Omar, quando le rispondeva, sapevano che il destino del giovane artista stava per compiersi. Ma la scrittura serve anche a questo: a conservare».
«Non sono semplicemente dodici interviste ad altrettanti artisti – aggiunge Gabriele Simongini – quelle raccolte in questo godibile libro di Anna Maria Santoro. Tutte, tranne una, sono nate dall’incontro dell’artista nel suo studio e diventano quasi un racconto in cui domina la narrazione del protagonista senza che ci sia un’intrusione evidente dell’intervistatrice che però è lì, riservata ma ben attenta e sensibile, presente nell’introdurre e contestualizzare l’intervista, nell’inserire osservazioni e descrizioni sempre puntuali e nell’innescare le risposte senza mettere le domande nel testo. Ne viene fuori, per ciascun artista, un insieme fluido di ricordi, riflessioni, intenzioni, pieno di umanità ma anche di tante testimonianze sull’arte italiana dal secondo dopoguerra ad oggi. E poi non va sottovalutata la vena… sempre misurata e mai fuori dalle righe negli incipit sintetici e poetici dedicati al viaggio per arrivare allo studio dell’artista creando un emozionante senso d’attesa per l’incontro imminente. […] E… entra in gioco l’omaggio ad una figura unica del panorama collezionistico e mecenatistico italiano, quell’Alfredo Paglione che con le sue donazioni ha gettato infiniti semi di bellezza … Così gli artisti protagonisti del libro sono stati tutti legati
Alberto Manfredi, Petits plaisirs
24/04/2015 - 13/05/2015
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Con i “Petits Plaisirs” di Alberto Manfredi, la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia (Viale dei Mille, 44/B) rende omaggio ad un grande artista della sua città.
La mostra, in programma dal 24 aprile al 13 maggio 2015, presenta una selezione di opere di piccolo formato, realizzate dal 1959 al 1995.
I dipinti scelti hanno come soggetti le donne, i paesaggi cittadini e gli interni tanto cari al Maestro. “Petits Plaisirs”, praline, piccoli momenti di piacere, da gustarsi poco a poco.
Nonostante Mino Maccari, di cui fu assistente all’Accademia di Roma, lo chiamasse ironicamente “l’emiliano”, Manfredi si è sempre distinto per un modo di dipingere scevro da ogni provincialismo e anzi permeato da una profonda cultura di matrice europea, tedesca e francese soprattutto.
Se la laurea in Lettere ha arricchito le sue opere di quelle atmosfere che si respirano nei romanzi di Kafka, La Fontaine, Baudelaire e Campana (che Manfredi ha anche illustrato), la conoscenza della Storia dell’Arte ha rivestito la sua pennellata con citazioni colte: le sue radici protonovecentesche si rivelano, infatti, in inevitabili rimandi a Modigliani, Beckmann e Grosz.
Erotismo e ironia, malinconia e disincanto, scomposizione e profondità emergono da tutte le opere selezionate dalla Galleria de’ Bonis, in un clima parigino anni ’30 che si ritrova sia nei soggetti femminili, con le loro atmosfere di bordelli e can-can, sia nei paesaggi, con quei tetti e comignoli da Ville Lumière e i tavolini da bistrot.
Una piacevole e insolita contraddizione, per finire, rende uniche le figure femminili di Manfredi, nelle quali si fondono sguardi duri, profili taglienti e pose sensuali.
La personale sarà visitabile fino al 13 maggio 2015, dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, giovedì dalle 10 alle 13, aperto 25 aprile, chiuso 1 maggio. Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
Alberto Manfredi (Reggio Emilia, 1930-2001) è stato pittore ed incisore. Laureato in Lettere all’Università di Bologna ha detenuto per molti anni la cattedra di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Numerosissime sono le mostre personali che hanno sancito la fama di questo artista anche fuori dai confini locali: alla Galleria del Milione e alla Galleria Il Mappamondo di Milano, alla Galleria Pananti di Firenze, al Palazzo del Parlamento Europeo di Strasburgo, alla Bouquinerie de l’Institut di Parigi, culminate pochi mesi prima della sua scomparsa in una grande mostra antologica di oltre cento dipinti, organizzata a Palazzo Magnani nella sua Reggio Emilia.
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Ciro Pompeo mi arrampico senza vedere. Solo Exhibition
05/06/2015 - 05/07/2015
Caserta (CE) - Campania
Inserito da Gina Affinito
CIRO POMPEO
mi arrampico senza vedere

SOLO EXHIBITION
a cura di Gina Affinito
05 giugno - 5 luglio 2015
Palazzo S. Agostino - Salerno
testo critico Carlo Roberto Sciascia
Vernissage venerdì 5 giugno h 17.00
Sala Giunta

Ciro Pompeo, nato a Napoli il 28 maggio 1979, fin da giovane sviluppa una spiccata vena artistica.

Dipinge il suo primo quadro nel 1992. Tiene viva questa passione nel corso degli anni grazie ai viaggi, all’incontro con diversi artisti del panorama italiano e non, ed al bagaglio di emozioni esprimibili attraverso l’arte. A soli venti anni parte per Londra ed in seguito si dedica agli studi di “chimica generale” dando seguito alla passione giovanile per il “comportamento” dei materiali, nata anche attraverso l’esperienza presso l’azienda familiare.

Oggi vive ed esprime la sua prima passione in Pompei. Autodidatta, non proveniente da studi accademici, crea e plasma materiali grezzi trasformandoli in vere e proprie opere d'arte. Per Pompeo l’arte è, in sostanza, l’indicibilità della vita, non dissimile dai gesti più naturali e semplici come respirare, ascoltare, “sentire” le sensazioni.

Non occorre soltanto esprimere una tecnica artistica, ma raggiungere la visione generale delle cose. Interrogarsi sul mistero della passione artistica diventa un penetrare nella propria anima. Questo interrogarsi diviene la “Risposta”.
L’artista Pompeo utilizza, per la realizzazione delle sue opere, una tecnica da lui stesso elaborata: la miscelazione di materie come paste cementizie, collanti, colori acrilici e l’apporto fisico e materico di legno, polietilene, assemblati su un supporto di poliestere espanso.

Il continuo desiderio di “giocare” con la materia, miscelare, comporre.
“Tutto quello che avviene è inesprimibile e si compie in una ragione invulnerata del nostro sentimento”
R. Maria Rilke

Le Opere

Al parco con il mio migliore amico
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Le attese di Maggio e di Giugno
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Opera n. 53
Ostello della gioventù Rimessaggio
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Esposizioni

II edizione del concorso sc’Arti in mostra. Museo Irpino, Complesso Monumentale ex Carcere Borbonico di Avellino 2015
Premio Art Gallery 2013
Premio Terna 2014
TERRA FURORIS, mostra d'arte contemporanea in collaborazione con il
Comune di Furore, a cura di Gina Affinito
FURORE PAESE DIPINTO opera in permanenza collocata per la rassegna
“Furore Muri in cerca d’Autore”
Italian Soul - Dubai Contemporary Art Exhibition, mostra d’arte contemporanea in UAE, dicembre 2014 a cura di Gina Affinito (I edizione)
Italian Soul - Abu Dhabi Art Hub, mostra d’arte contemporanea in UAE, marzo 2015 a cura di Gina Affinito (II edizione)
ufficio stampa Tania Sabatino
documentazione immagini vernissage Alessandro Santulli
progetto grafico Mariano Cervone

Contatti ed orari

www.ciropompeo.com
ciropompeo@gmail.com
curatela: Gina Affinito art consultant & curator
gina.affinito@gmail.com - 327.3463882
La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì in orario di apertura al pubblico della
Provincia e si articola nelle sale poste al secondo piano di Palazzo S. Agostino.

Si ringrazia per aver reso possibile questa mostra il Presidente della Provincia di
Salerno, dott. Giuseppe Canfora, la dott.ssa Maria Mastrullo, ed il Sindaco di Furore
Raffaele Ferraioli.
Federica Rossi, The living cell
05/08/2017 - 24/09/2017
Caserta (CE) - Campania
Inserito da CSArt Serri
“The living cell”: la nuova produzione pittorica di Federica Rossi in mostra, dal 5 agosto al 24 settembre 2017, nella Manica Lunga del Museo della Città “Luigi Tonini” di Rimini.
Curata da Francesca Baboni e Stefano Taddei, la personale sarà inaugurata sabato 5 agosto alle ore 18.00. L’esposizione è promossa dal Comune di Rimini con il patrocinio della Biennale del Disegno, in collaborazione con la Galleria Annovi di Sassuolo (MO).
Dedicata alla cellula, nel suo divenire vita pulsante in viaggio verso l’eternità, la serie “The living cell”, da cui trae il titolo la mostra stessa, raccoglie una quarantina di opere inedite su tela e su carta che, rispetto alle precedenti ricerche, si differenziano per la significativa sottrazione di materia e per una scelta concettuale tesa a sviscerare pregnanti tematiche sul femminile e sulla maternità.
L’indagine di Federica Rossi – scrive Massimo Pulini, Assessore alle Arti del Comune di Rimini – «tenta di esasperare quel crinale che sta tra la determinazione dell’artista e la constatazione del combinato di elementi e fattori coinvolti. Federica conduce la barca dell’opera fino al centro del lago per poi lasciarsi guidare dalla corrente. Il risultato di quel viaggio, la traccia lasciata dal pigmento sulla superficie dopo che il lago si è prosciugato, evoca sia il minuscolo che l’immenso».
Come spiega Francesca Baboni, «Giocando su cromatismi che rispecchiano le tinte naturali della terra, sublimati dall’impasto di colori miscelati e inchiostri, e dall’atto creatore che assume forma e consistenza diversificate a seconda che l’autrice operi sulla carta o sulla tela, Federica Rossi ci trasporta all’interno del suo universo fluido e luminoso, in cui le cellule si muovono e si avvicendano pulsanti di vitalità come se fluttuassero nel liquido amniotico, lasciando le tracce del loro viaggio infinito e quindi ancora più sorprendente».
«Nelle sue opere – conclude Stefano Taddei – è la cellula la protagonista. Non solo però. Tale centralità non blocca il magma creativo proposto dall’autrice, che si dipana in numerosi rivoli e pare amplificarsi ulteriormente, non limitandosi assolutamente e meramente nello spazio dell’elaborazione. La profondità coloristica delle composizioni lascia trasparire vari fenomeni cellulari che prendono vita, manifestandosi in tutta la loro estrinseca potenzialità vigorosa ed energica. Grazie all’indagine creativa di Federica Rossi la vita ci scorre davanti, la possiamo cogliere o solo osservare. Tutto ciò ci rimanda al nostro fluire al mondo, una potenza in atto che nessuno può evitare e cancellare».
L’esposizione sarà visitabile fino al 24 settembre 2017, nel mese di agosto da martedì a sabato ore 10.00-19.00, mercoledì ulteriore apertura serale ore 21.00-23.00, domenica e festivi ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, chiuso il lunedì; nel mese di settembre da martedì a sabato ore 9.30-13.00 e 16.00-19.00, domenica e festivi ore 10.00-19.00, chiuso il lunedì. Ingresso libero. Catalogo in mostra con prefazione di Massimo Pulini e testi critici di Francesca Baboni e Stefano Taddei. Per informazioni: tel. +39 0541 793851/704414/704416, musei@comune.rimini.it, www.museicomunalirimini.it.
Federica Rossi nasce a Parma nel 1972. Si diploma al Liceo d’Arte di Parma e successivamente frequenta l’Accademia di Comunicazione di Milano. La prima svolta decisiva nel compiersi della sua identità di artista avviene nel 2004. Già dagli esordi ha avuto la fortuna di collaborare con importanti esponenti del mondo artistico, grazie ai quali, dal 2006 inizia a partecipare a diverse mostre collettive e personali, dapprima a livello locale e nazionale e, ben presto, a livello internazionale. Dal 2009 comincia, infatti, un’intensa attività espositiva che la vede protagonista in mostre personali a Londra, Miami, Ankara, Copenaghen, Bruxelles, Vienna, Stoccarda presso Gallerie, Istituti Italiani di Cultura e Musei. In collettive espone in Europa, America ed Emirati Arabi Uniti. Attualmente le sue opere trovano spazio in collezioni pubbliche e private. Le sue opere sono caratterizzate, come spiega Philippe Daverio, da un gesto “sciamanico”, che sa percepire “gli esordi del mondo creato” e che “percorre fisicamente il paesaggio, dal magma primordiale alla prima genesi della vita”. Per approfondimenti: www.federicarossi.it.