Evento: Chiara Tagliazucchi
05/11/2016 - 05/12/2016
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Data di inserimento: 27/10/2016 - 17:53
Luogo: Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Data di inizio: 05/11/2016
Data di fine 05/12/2016
Descrizione
La Galleria VV8artecontemporanea di Reggio Emilia (Cortile di Palazzo Borzacchi, Via Emilia Santo Stefano 14) presenta, dal 5 novembre al 5 dicembre 2016, la mostra personale di Chiara Tagliazucchi, “Ad acque tranquille”. L’esposizione sarà inaugurata sabato 5 novembre 2016, alle ore 18.00, alla presenza dell’artista.
Nata a Modena nel 1972, dopo una laurea in Economia Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia, Chiara Tagliazucchi si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna (2003).
In mostra, opere ad olio su tela e su tavola, di piccolo e grande formato.
La pittura di Chiara Tagliazucchi ha una dimensione narrativa. I soggetti delle opere (tratti dal cinema contemporaneo, da stampe antiche o anche da fotografie di spedizioni geografiche ottocentesche) vengono associati tra loro in modo da evocare frammenti di storie. I titoli sono citazioni rubate a libri letti, versi da salmi, frasi raccolte, custodite e meditate mentre la vita scorre. Sui paesaggi regna il silenzio, siano essi mari artici tempestosi, boschi attraversati di corsa o acque tranquille. Una luce intensa, che contrasta con i colori lividi e quasi viscerali degli elementi naturali, suggerisce la presenza di un disegno più grande.
Ogni opera sembra richiamare una domanda di senso dell’esistenza. Nell’osservatore resta un senso di sospensione, di attesa, la sensazione che ci sia qualcosa di irrisolto, uno sguardo verso il mistero.
Il cinema, attraverso la sceneggiatura e la fotografia influenza le visioni dell’artista, mentre la letteratura imprime sulla pittura un carattere delicato. Le opere in mostra, pur attingendo ispirazione dal cinema con-temporaneo, non assumono un carattere Pop e ci restituiscono un mondo intimo, spirituale.
La mostra, sarà visitabile fino al 5 dicembre 2016, da martedì a sabato con orario 10.30-13.00 e 16.30-20.00, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 0522 432103, cell. 340 9232277, www.vv8artecontemporanea.it.
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Grand Tour, Luoghi e atmosfere di un Paese incantato
25/11/2017 - 10/02/2018
Reggio Emilia
Inserito da CSArt Serri
La magia del “Grand Tour”, i luoghi e le atmosfere di un Paese incantato rivivono, dal 25 novembre 2017 al 10 febbraio 2018, alla Galleria RezArte Contemporanea di Reggio Emilia (Via Emilia Ospizio, 34/D). La mostra, curata da Antonio Brighi con opere realizzate dai protagonisti dell’Ottocento italiano ed europeo, sarà inaugurata sabato 25 novembre alle ore 17.00.
L’esposizione, che raccoglie una trentina di dipinti provenienti da collezioni private, è parte di una serie di approfondimenti che RezArte Contemporanea intende dedicare alla pittura italiana dell’Ottocento, da riscoprire e valorizzare.
«L’architettura della mostra – scrive il curatore – intende rinverdire nel pubblico del terzo millennio quelle fortissime emozioni annotate dai voyageurs entro le pagine ormai ingiallite dei loro diari: così le opere, sottoposte ad una rigorosa selezione condotta su basi qualitative, e realizzate in un arco temporale compreso tra gli inizi del XIX secolo e i primi decenni del Novecento, anziché venire organizzate secondo la data d’esecuzione ci accompagnano, tracciando le coordinate di un viaggio virtuale che ricalca idealmente le orme dei protagonisti del Grand Tour, dalle Alpi alla Sicilia. Il visitatore potrà stupirsi poi per la presenza, tra gli autori rappresentati, di non pochi nomi stranieri, ma spesso sono proprio queste voci ad offrire il contributo più commosso alla smagliante bellezza del nostro Paese».
In mostra, le opere ad olio su tela di Carlo Brancaccio (1861-1920) e Giuseppe Laezza (1835-1905) dedicate alla città di Napoli, “I Templi di Paestum” di Achille Vertunni (1826-1897), due dipinti ad olio su tela di grandi dimensioni di Alessandro La Volpe (1820-1887), le vedute toscane di Lazzaro Pasini (1861-1949), una tela di Francesco Lojacono (1838-1915) raffigurante il Monte Pellegrino, nei pressi di Palermo, gli scorci veneziani di Giuseppe Canella (1788-1847) e Beppe Ciardi (1875-1932) e le gouaches di Carlo Bossoli (1815-1884).
Il percorso espositivo è inoltre completato da opere scelte di Léon Bouchaud, Ercole Calvi, Michele Cammarano, Vincenzo Caprile, Hermann Corrodi, Giuseppe Cosenza, Adolfo Dalbesio, Eugenio Gignous, Augusto Lovatti, Alessandro Milesi, Johann Nepomuk Schödlbeger e Alberto Prosdocimi.
La mostra sarà visitabile fino al 10 febbraio 2018, di martedì, venerdì e sabato con orario 9.00-12.30 e 16.00-19.30, mercoledì e giovedì ore 9.00-12.30, domenica ore 16.00-19.30, oppure su appuntamento, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero. Catalogo disponibile in galleria con testi di Antonio Brighi e ricco apparato iconografico. Per informazioni: tel. 0522 333351, cell. 338 1305698, www.galleriarezarte.it, info@galleriarezarte.it.
Contemporaneamente a “Grand Tour, Luoghi e atmosfere di un Paese incantato”, RezArte Contemporanea ospita anche “Tra forma e suono”, mostra di Ion Koman, Mikhail Roshnyak e Mikhail Tzarush, con un testo critico Vitaly Patsyukov.
Domenico Grenci. Gli inafferrabili enigmi del volto femminile
04/12/2015 - 30/04/2016
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
BFMR & Partners, studio di Dottori Commercialisti Revisori Legali che fa capo a Gian Matteo Bonomo, Silvio Facco, Luigi Attilio Mazzocchi e Leonardo Riccio ospita, dal 4 dicembre 2015 al 30 aprile 2016, “Gli inafferrabili enigmi del volto femminile” di Domenico Grenci, giovane artista calabrese da anni residente a Bologna.
Un impegno per l’arte e la cultura che lo studio professionale di Piazza Vallisneri porta avanti da anni, attraverso la promozione di esposizioni dedicate ad artisti e fotografi (Daniele Vezzani, Carlo Mastronardi, Nani Tedeschi, Angelo Davoli, Nadia Rosati, Wal, Toni Contiero, Riccardo Varini, Richard B. Datre, Giuliano Della Casa, Marco Paoli, Carlo Ferrari, Luca Gilli, Corrado Tagliati, Stanislao Farri, Carlo Vannini) e la sponsorizzazione di rilevanti iniziative culturali (Attività di Palazzo Magnani 2009 e 2010, “Fotografia Europea” 2010-2015).
Presentata da Sandro Parmiggiani, la mostra propone una trentina di opere pittoriche su tela e su carta, a volte con interventi a collage, accomunate da un’ossessiva indagine sul volto della donna, tra fascino, manipolazione e mistero. Una tecnica personale che vede l’uso congiunto di materiali tradizionali, come il carboncino e la sanguigna, accanto all’utilizzo del bitume, elevato a medium artistico.
Come spiega, infatti, Parmiggiani, «Disegnatore di sicuro talento – che pare guardare, tra le tante possibili suggestioni che potrebbero citarsi, a Egon Schiele, Manolo Valdés e Marlene Dumas –, Grenci ha scelto di utilizzare un materiale del tutto insolito, il bitume, le cui cupezze lasciano, dentro il corpo e ai margini della forma, aloni di mistero, essudazioni che ne prolungano l’eco, stemperando le peculiari sembianze di un volto nel vuoto della tela o della carta, fino a farle diventare una sorta di apparizione che ci affascina e che siamo indotti a scrutare e a introiettare, prima che si dissolva, perdendone per sempre la memoria».
In occasione del vernissage su invito, previsto per venerdì 4 dicembre a partire dalle ore 19.00, sarà presentata l’anteprima della mostra, visitabile da lunedì a venerdì con orario 10.00-12.00 e 16.00-18.00. Per informazioni: www.bfmr.it - info@bfmr.it - tel. 0522 455000.
Domenico Grenci nasce ad Ardore (RC) nel 1981. Vive e lavora a Bologna. Allievo di Davide Benati e Riccardo Camoni, nel 2005 si diploma all’Accademia Clementina di Bologna, iniziando a collaborare con diverse gallerie italiane. Nel 2007 vince il “Goldener Kentaur: European Academic Award” a Monaco di Baviera. Dal 2008 alcune sue opere sono in mostra permanente nella sala dalla sede europea di Tetrapack a Modena. L’invito ad esporre alla “54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia”, nel Padiglione Accademie, segna una tappa importante nel suo percorso. Tra le recenti mostre personali: “Solitudini di Venere” (Galleria Movimento Arte Contemporanea, Milano, 2012) e “Profilature” (Catania Art Gallery, Catania, 2013, a cura di Beatrice Buscaroli). Tra le recenti collettive: “Paesaggi mai visti, Giulia Dall’Olio Domenico Grenci” (Spazio Vibra, Ravenna, 2014, a cura di Eleonora Frattarolo), “Lost beauty” (Visionnaire home filosophy, Milano, 2014, a cura di Marco Morandini), “Muse inquietanti, ritratte da uomini inquieti” (Nuova Galleria Morone, Milano, 2014; Galleria Goethe, Bolzano, 2014, a cura di Chiara Gatti), “Una solitudine troppo rumorosa” (Nuova Galleria Morone, Milano, 2014, a cura di Angela Madesani), “Selvatico: 3 una testa che guarda” (Museo San Rocco, Fusignano, 2014, a cura di Massimiliano Fabbri) e “L’Orlando Furioso: incantamenti, passioni e follie. L’arte contemporanea legge l’Ariosto” (Palazzo Magnani, Reggio Emilia, 2014-2015, a cura di Sandro Parmiggiani).
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Andrea Mineo | Lisa-Julie Rüping - Frammenti e Brani
18/09/2014 - 18/10/2014
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Giovedì 18 settembre alle ore 19 presso la RizzutoGallery (Palermo, via Monte Cuccio 30) verrà inaugurata Frammenti e Brani, bi-personale di Andrea Mineo e Lisa-Julie Rüping, a cura di Alessandro Pinto.
La mostra conferma l’attenzione della Galleria per gli artisti emergenti, e segna l’inizio di un dialogo con artisti internazionali, in particolare attivi in Germania.

Mineo (Torino, 1989) e Rüping (Dormagen, 1986) rappresentano due posizioni artistiche antipodiche anche se entrambi - attraverso l’utilizzo di diversi medium (disegno, fotografia, scultura, installazione) - esplorano le relazioni con lo spazio e la relatività delle percezioni, lavorando sullo scambio tra dimensione fisica e mentale, oltrepassando i limiti dell’architettura e sconfinando nell’immaginario.
Il titolo della mostra, tratto da un verso di Rilke (“Vedi, ora è il momento di portare frammenti e brani come fossero un tutto”, Sonetti a Orfeo I, XVI), si adatta alle opere dei due giovani artisti a partire dagli elementi basici che le animano: le linee appena accennate e le macchie a parete di Rüping, i frammenti e i materiali semplici di Mineo.
Lisa-Julie Rüping presenterà disegni, fotografie e installazioni che mostrano il suo interesse verso la composizione di strutture che si dipanano attraverso linee e superfici, annichilendo la profondità. Nelle opere su carta sono linee accennate o più marcate, rette e trasversali, che formano, come in una partitura, ritmi visivi lievi. Nelle fotografie invece l’artista tedesca ritrae cieli, pareti e angoli di edifici dal basso verso l’alto che, attraverso la messa a fuoco degli elementi in primo piano e il fuori fuoco dello sfondo, vengono ridotti a pure superfici perdendo il loro valore mimetico a vantaggio di una costruzione di piani percepibili solo attraverso la materialità perduta degli oggetti e la leggerezza delle forme pure e avulse da ogni caratterizzazione. Le istallazioni presentano insieme oggetti e pitture alle pareti. Due forme espressive che differiscono fortemente tra loro; la pittura alla parete ha, infatti, effetti quasi illusionistici e proiettivi che si oppongono agli oggetti materiali posti nello spazio. Il collegamento tra l’elemento pittorico e quello plastico è reso da una corrispondenza formale e cromatica che produce un forte contrasto tra l’evanescenza del frammento-macchia alla parete e la concretezza dell’oggetto.
Andrea Mineo esporrà sculture e due installazioni pensate per gli spazi della Galleria. Ogni installazione dell'artista palermitano nasce da frammenti, oggetti accumulati e stratificati nel tempo, materiali semplici e comuni. A partire da questi elementi l'artista costruisce nuovi percorsi, costruzioni e strutture che si impongono sullo spazio superando il valore simbolico che a prima vista sembrano suggerire all'osservatore: la colonna di monete di cristallo che attraversa lo spazio come per definirne i limiti per poi proiettarsi idealmente all'infinito, l'edificazione del Grande Muro di cioccolato che si pone come esercizio volto al superamento del limite e le sculture Lingotti che inglobano una quantità di "materia essenziale" di siti storici recentemente andati distrutti o abbandonati all'incuria e alla rovina. Alla base delle opere di Mineo vi è l'osservazione profonda della società; ogni opera non si pone come critica decostruttiva, ma, al contrario, sono ri-costruzioni, nuove forme che impongono leggi proprie e che allegoricamente diventano lenti attraverso cui leggere il nostro tempo, la nostra storia e il nostro futuro.

Andrea Mineo | Lisa-Julie Rüping
Frammenti e Brani
a cura di Alessandro Pinto
RizzutoGallery - Palermo, Via Monte Cuccio 30
Inaugurazione: giovedì 18 settembre 2014, ore 19.00
Fino al 18 ottobre 2014
Orari: da giovedì a sabato, ore 16.00–20.00 - Ingresso libero
Per informazioni:
Eva Oliveri +39 348.3622577; evaoliveri@rizzutoarte.com
Tiziana Pantaleo +39 091 526843; tizianapantaleo@rizzutoarte.com
www.rizzutogallery.com

Federica Rossi, The living cell
05/08/2017 - 24/09/2017
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da CSArt Serri
“The living cell”: la nuova produzione pittorica di Federica Rossi in mostra, dal 5 agosto al 24 settembre 2017, nella Manica Lunga del Museo della Città “Luigi Tonini” di Rimini.
Curata da Francesca Baboni e Stefano Taddei, la personale sarà inaugurata sabato 5 agosto alle ore 18.00. L’esposizione è promossa dal Comune di Rimini con il patrocinio della Biennale del Disegno, in collaborazione con la Galleria Annovi di Sassuolo (MO).
Dedicata alla cellula, nel suo divenire vita pulsante in viaggio verso l’eternità, la serie “The living cell”, da cui trae il titolo la mostra stessa, raccoglie una quarantina di opere inedite su tela e su carta che, rispetto alle precedenti ricerche, si differenziano per la significativa sottrazione di materia e per una scelta concettuale tesa a sviscerare pregnanti tematiche sul femminile e sulla maternità.
L’indagine di Federica Rossi – scrive Massimo Pulini, Assessore alle Arti del Comune di Rimini – «tenta di esasperare quel crinale che sta tra la determinazione dell’artista e la constatazione del combinato di elementi e fattori coinvolti. Federica conduce la barca dell’opera fino al centro del lago per poi lasciarsi guidare dalla corrente. Il risultato di quel viaggio, la traccia lasciata dal pigmento sulla superficie dopo che il lago si è prosciugato, evoca sia il minuscolo che l’immenso».
Come spiega Francesca Baboni, «Giocando su cromatismi che rispecchiano le tinte naturali della terra, sublimati dall’impasto di colori miscelati e inchiostri, e dall’atto creatore che assume forma e consistenza diversificate a seconda che l’autrice operi sulla carta o sulla tela, Federica Rossi ci trasporta all’interno del suo universo fluido e luminoso, in cui le cellule si muovono e si avvicendano pulsanti di vitalità come se fluttuassero nel liquido amniotico, lasciando le tracce del loro viaggio infinito e quindi ancora più sorprendente».
«Nelle sue opere – conclude Stefano Taddei – è la cellula la protagonista. Non solo però. Tale centralità non blocca il magma creativo proposto dall’autrice, che si dipana in numerosi rivoli e pare amplificarsi ulteriormente, non limitandosi assolutamente e meramente nello spazio dell’elaborazione. La profondità coloristica delle composizioni lascia trasparire vari fenomeni cellulari che prendono vita, manifestandosi in tutta la loro estrinseca potenzialità vigorosa ed energica. Grazie all’indagine creativa di Federica Rossi la vita ci scorre davanti, la possiamo cogliere o solo osservare. Tutto ciò ci rimanda al nostro fluire al mondo, una potenza in atto che nessuno può evitare e cancellare».
L’esposizione sarà visitabile fino al 24 settembre 2017, nel mese di agosto da martedì a sabato ore 10.00-19.00, mercoledì ulteriore apertura serale ore 21.00-23.00, domenica e festivi ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, chiuso il lunedì; nel mese di settembre da martedì a sabato ore 9.30-13.00 e 16.00-19.00, domenica e festivi ore 10.00-19.00, chiuso il lunedì. Ingresso libero. Catalogo in mostra con prefazione di Massimo Pulini e testi critici di Francesca Baboni e Stefano Taddei. Per informazioni: tel. +39 0541 793851/704414/704416, musei@comune.rimini.it, www.museicomunalirimini.it.
Federica Rossi nasce a Parma nel 1972. Si diploma al Liceo d’Arte di Parma e successivamente frequenta l’Accademia di Comunicazione di Milano. La prima svolta decisiva nel compiersi della sua identità di artista avviene nel 2004. Già dagli esordi ha avuto la fortuna di collaborare con importanti esponenti del mondo artistico, grazie ai quali, dal 2006 inizia a partecipare a diverse mostre collettive e personali, dapprima a livello locale e nazionale e, ben presto, a livello internazionale. Dal 2009 comincia, infatti, un’intensa attività espositiva che la vede protagonista in mostre personali a Londra, Miami, Ankara, Copenaghen, Bruxelles, Vienna, Stoccarda presso Gallerie, Istituti Italiani di Cultura e Musei. In collettive espone in Europa, America ed Emirati Arabi Uniti. Attualmente le sue opere trovano spazio in collezioni pubbliche e private. Le sue opere sono caratterizzate, come spiega Philippe Daverio, da un gesto “sciamanico”, che sa percepire “gli esordi del mondo creato” e che “percorre fisicamente il paesaggio, dal magma primordiale alla prima genesi della vita”. Per approfondimenti: www.federicarossi.it.