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Evento: Angeli - Mostra personale di Fabio Spataro
05/05/2017 - 13/05/2017
Inserzionista
Dettagli
Data di inserimento: | 03/05/2017 - 0:30 |
Luogo: | Napoli (NA) - Campania |
Data di inizio: | 05/05/2017 |
Data di fine | 13/05/2017 |
Descrizione
La galleria d’arte Salvatore Serio è lieta di ospitare, dal 5 al 13 maggio 2017, la mostra personale Angeli di Fabio Spataro.
Figlio d’arte, Fabio Spataro ha sempre vissuto in un ambiente familiare ricco di stimoli artistici. Quando la famiglia dall’isola siciliana si trasferisce a Napoli Fabio entra nello sconfinato mondo dell’Accademia di Belle Arti. Lì studia pittura avendo come maestro Carmine Di Ruggiero.
Il suo curriculum espositivo evidenzia l’instancabile lena artistica di Spataro.
Esordisce in una mostra collettiva napoletana nel 1994 e nel 1999 inaugura la sua prima personale, dal titolo Fabio Spataro è ancora vivo!, presso l’Associazione H2 SO4. Seguono nutrite partecipazioni ad esposizioni collettive in diversi paesi italiani ed esteri (Napoli, Corfù, Gorlago, Monterosso calabro, L’Aquila, Caltanissetta, Genova) e inaugura nel maggio 2001 alla galleria Salvatore Serio la personale Esodo. .
Dunque, a distanza di sedici anni ritorna nel cuore della città con un nuovo progetto: Angeli.
L’arte di Fabio Spataro incute una forte soggezione perché in essa c’è un ardore, una forza che avvolge l’osservatore, apparendo come la visione del sublime che atterra l’uomo e gli vieta di alzare lo sguardo. Non troviamo gli Angeli delle composizioni medievali né quelli dei preraffaelliti, i suoi angeli hanno poco di celestiale, sono più terreni avvolti dallo sfondo di un mondo corrotto.
Ma un senso di pace viene trasmesso dalla stessa figura del piccolo angioletto musicante, quelli industriali e standardizzati usati comunemente nelle le composizioni presepiali. Corrosi, sporchi, mutilati contengono ancora un grido di speranza. Sopravvivono in un vago universo pittorico, cercando di farsi spazio fra i grumi della materia per imporsi a noi, alla nostra sensibilità.
Un’opera d’arte nasce per un duplice motivo, sia perché l’artista sente il bisogno di trasmettere un messaggio, di coinvolgere gli altri nel proprio mondo, affidando il suo pensiero ad un mezzo artistico, sia con una forte connotazione “privata”, una necessità di riversare sul supporto le proprie emozioni, farle emergere dal carcere interiore della propria mente e della propria anima. L’artista, infatti, afferma: “La massa pittorica mi permette di esprimere il mio stato. Cerco di non appiattire il lavoro, bensì di dare anima all’opera! [...] Mi tormento nel raggiungere la linea dando a questo termine un puro valore di sintesi, di semplificazione, di passione per l’essenziale”.
Aurora Spinosa scrisse che “per Fabio Spataro lo studio di Kokoska, di Munch e di Klimt porta il suo lavoro ad assumere una singolare forza espressiva e si misura soprattutto sul tema della contraddizione e dell’ambiguità”, forza che ho notato in particolare in alcuni dipinti e carte, evocatrici, con un’incisività di segno originale e pura, del vigore espressionista.
Riprendendo il titolo della sua prima personale potremmo di che Fabio Spataro è ancora vivo! e non c’è dubbio che anche in questa mostra lascerà parlare di se.
Fedela Procaccini
Angeli – Mostra personale di Fabio Spataro
a cura di Fedela Procaccini
Dal 5 al 13 maggio 2017
Vernissage venerdì 5 maggio 2017, ore 18:00
Salvatore Serio Galleria d’Arte
Via Oberdan 8, Napoli
Orari galleria
Dal lunedì al sabato: 10:30/13:00 – 16:30/19:30
Figlio d’arte, Fabio Spataro ha sempre vissuto in un ambiente familiare ricco di stimoli artistici. Quando la famiglia dall’isola siciliana si trasferisce a Napoli Fabio entra nello sconfinato mondo dell’Accademia di Belle Arti. Lì studia pittura avendo come maestro Carmine Di Ruggiero.
Il suo curriculum espositivo evidenzia l’instancabile lena artistica di Spataro.
Esordisce in una mostra collettiva napoletana nel 1994 e nel 1999 inaugura la sua prima personale, dal titolo Fabio Spataro è ancora vivo!, presso l’Associazione H2 SO4. Seguono nutrite partecipazioni ad esposizioni collettive in diversi paesi italiani ed esteri (Napoli, Corfù, Gorlago, Monterosso calabro, L’Aquila, Caltanissetta, Genova) e inaugura nel maggio 2001 alla galleria Salvatore Serio la personale Esodo. .
Dunque, a distanza di sedici anni ritorna nel cuore della città con un nuovo progetto: Angeli.
L’arte di Fabio Spataro incute una forte soggezione perché in essa c’è un ardore, una forza che avvolge l’osservatore, apparendo come la visione del sublime che atterra l’uomo e gli vieta di alzare lo sguardo. Non troviamo gli Angeli delle composizioni medievali né quelli dei preraffaelliti, i suoi angeli hanno poco di celestiale, sono più terreni avvolti dallo sfondo di un mondo corrotto.
Ma un senso di pace viene trasmesso dalla stessa figura del piccolo angioletto musicante, quelli industriali e standardizzati usati comunemente nelle le composizioni presepiali. Corrosi, sporchi, mutilati contengono ancora un grido di speranza. Sopravvivono in un vago universo pittorico, cercando di farsi spazio fra i grumi della materia per imporsi a noi, alla nostra sensibilità.
Un’opera d’arte nasce per un duplice motivo, sia perché l’artista sente il bisogno di trasmettere un messaggio, di coinvolgere gli altri nel proprio mondo, affidando il suo pensiero ad un mezzo artistico, sia con una forte connotazione “privata”, una necessità di riversare sul supporto le proprie emozioni, farle emergere dal carcere interiore della propria mente e della propria anima. L’artista, infatti, afferma: “La massa pittorica mi permette di esprimere il mio stato. Cerco di non appiattire il lavoro, bensì di dare anima all’opera! [...] Mi tormento nel raggiungere la linea dando a questo termine un puro valore di sintesi, di semplificazione, di passione per l’essenziale”.
Aurora Spinosa scrisse che “per Fabio Spataro lo studio di Kokoska, di Munch e di Klimt porta il suo lavoro ad assumere una singolare forza espressiva e si misura soprattutto sul tema della contraddizione e dell’ambiguità”, forza che ho notato in particolare in alcuni dipinti e carte, evocatrici, con un’incisività di segno originale e pura, del vigore espressionista.
Riprendendo il titolo della sua prima personale potremmo di che Fabio Spataro è ancora vivo! e non c’è dubbio che anche in questa mostra lascerà parlare di se.
Fedela Procaccini
Angeli – Mostra personale di Fabio Spataro
a cura di Fedela Procaccini
Dal 5 al 13 maggio 2017
Vernissage venerdì 5 maggio 2017, ore 18:00
Salvatore Serio Galleria d’Arte
Via Oberdan 8, Napoli
Orari galleria
Dal lunedì al sabato: 10:30/13:00 – 16:30/19:30
Altri eventi dell'inserzionista
"Eutopia" mostra personale dell'artista Alessandro Chetta
13/05/2016 - 21/05/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
“Eutopia”, mostra personale dell'artista Alessandro Chetta c/o Salvatore Serio galleria d’arte, Napoli.
“Una mappa cartacea, 140x50 cm, realizzata con la tecnica del collage in cui si assemblano, ritaglio dopo ritaglio da circa 300 cartine geografiche, personali luoghi dell’anima o, comunque, location e monumenti di grande suggestione. Il tutto per ottenere la mappa di Eutopia (èu, buono, topòs luogo, che gioca in plateale assonanza con Utopia, il luogo che non c’è).”
Lavorando con la tecnica del collage, Alessandro Chetta crea per la sua personale alla galleria Serio una serie di mappe dedicate ad uno luogo ideale: “Eutopia”. Due opere principali divengono il fulcro di questo progetto ponendosi come “genitrici” di ulteriori creazioni che, utilizzando degli ingrandimenti in proporzione, ne mostrano i dettagli più significativi. Una versione di Eutopia appare suddivisa in zone-strisce corrispondenti a nove settori cromatici. Infatti se n’è dedotta una proiezione “alla Boetti”, una sorta di negativo a colori della mappa madre. L’artista immagina così un vasto litorale, preceduto da ampie zone interne, che affaccia su un oceano coronato da isole e atolli, di grandezza variabili a seconda non delle reali dimensioni ma del canone di desiderio. Ne deriva lo spaccato di una città composta da più segmenti di città (anche dell’antichità), e poi montagne, fiumi, ferrovie, aeroporti, spiagge, ghiacciai. La punta di un continente ideale dove il ponte di Brooklyn arriva a Gaza partendo dal lido di Venezia, la Torre Eiffel guarda il mare, e nel quale coesistono fianco a fianco il teatro di Dioniso dell’Atene di Pericle con la colossale rete metropolitana di Berlino, le Ramblas catalane con le meraviglie di Petra in Giordania, il centro de L’Avana e la Reggia di Capodimonte. Una mappa per perdersi più che per trovare al pari delle tante Città invisibili di Calvino.
La mostra è visitabile dal 13 al 21 maggio 2016.
Vernissage venerdì 13 maggio ore 18:30.
Orario galleria: lunedì - sabato 10:30 - 13:00/16:30 - 19:30.
“Una mappa cartacea, 140x50 cm, realizzata con la tecnica del collage in cui si assemblano, ritaglio dopo ritaglio da circa 300 cartine geografiche, personali luoghi dell’anima o, comunque, location e monumenti di grande suggestione. Il tutto per ottenere la mappa di Eutopia (èu, buono, topòs luogo, che gioca in plateale assonanza con Utopia, il luogo che non c’è).”
Lavorando con la tecnica del collage, Alessandro Chetta crea per la sua personale alla galleria Serio una serie di mappe dedicate ad uno luogo ideale: “Eutopia”. Due opere principali divengono il fulcro di questo progetto ponendosi come “genitrici” di ulteriori creazioni che, utilizzando degli ingrandimenti in proporzione, ne mostrano i dettagli più significativi. Una versione di Eutopia appare suddivisa in zone-strisce corrispondenti a nove settori cromatici. Infatti se n’è dedotta una proiezione “alla Boetti”, una sorta di negativo a colori della mappa madre. L’artista immagina così un vasto litorale, preceduto da ampie zone interne, che affaccia su un oceano coronato da isole e atolli, di grandezza variabili a seconda non delle reali dimensioni ma del canone di desiderio. Ne deriva lo spaccato di una città composta da più segmenti di città (anche dell’antichità), e poi montagne, fiumi, ferrovie, aeroporti, spiagge, ghiacciai. La punta di un continente ideale dove il ponte di Brooklyn arriva a Gaza partendo dal lido di Venezia, la Torre Eiffel guarda il mare, e nel quale coesistono fianco a fianco il teatro di Dioniso dell’Atene di Pericle con la colossale rete metropolitana di Berlino, le Ramblas catalane con le meraviglie di Petra in Giordania, il centro de L’Avana e la Reggia di Capodimonte. Una mappa per perdersi più che per trovare al pari delle tante Città invisibili di Calvino.
La mostra è visitabile dal 13 al 21 maggio 2016.
Vernissage venerdì 13 maggio ore 18:30.
Orario galleria: lunedì - sabato 10:30 - 13:00/16:30 - 19:30.
Tables
23/09/2016 - 02/10/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
Tables di Tonia Erbino
a cura di Claudia Del Giudice
Dal 23 settembre al 2 ottobre 2016 la galleria d’arte Salvatore Serio ospiterà TABLES di TONIA ERBINO, una mostra curata da Claudia Del Giudice.
Nata a New York nel 1974, Tonia Erbino compie a Napoli gli studi artistici, prima al Liceo Artistico e successivamente all’Accademia di Belle Arti. Ha da sempre affiancato la ricerca artistica, interessandosi anche di allestimenti scenografici, e l’impegno nelle partecipazioni espositive, all’amore per lo studio, passione questa che nel 2007 le ha permesso di insegnare Arte ed Immagine nella scuola secondaria di secondo grado. Fin da giovanissima partecipa ad esposizioni collettive, si ricordano la mostra di pittura e scultura Omaggio a Mirò promossa dall’ Instituto francais de Naples, nel 1991, e Arte Femminile plurale, patrocinata dal comune di Scafati. Nel 2012 un suo dipinto è selezionato per Human Rights e nello stesso anno risulta prima classificata al M.I.A. ST’ART OVER ART di Napoli.
Nella personale Tables, Tonia Erbino, come chiaramente evidenziato dalla curatrice Claudia Del Giudice, sceglie un linguaggio pittorico e stilistico che si caratterizza per “la mancanza di convivialità ed una preponderante incomunicabilità, sottolineata dalla posizione e dall'espressione digiuna di gioia assunte dai commensali, sospesi e fermati nell'attimo postprandiale”. Una lettura intima dell’arte è quella che vuole trasmettere l’artista, poichè rifuggendo “dagli stereotipi e dai cliché dell'arte, trae ispirazione dalle sue inquietudini interiori, sviscerando la materia pittorica, per rappresentare e superare le paure primordiali, attraverso trasporti surreali e il prevalente ricorso alla tecnica mista di oli e smalti sulle tele”.
Fedela Procaccini
Dal 23 settembre al 2 ottobre 2016
Vernissage 23 settembre ore 18:00
Salvatore Serio Galleria d’Arte, Napoli
Via Oberdan n. 8 – 80134
info:
www.galleriaserio.it
Terbino@libero.it
claudiadelgiudiceart@gmail.com
info@galleriaserio.it
a cura di Claudia Del Giudice
Dal 23 settembre al 2 ottobre 2016 la galleria d’arte Salvatore Serio ospiterà TABLES di TONIA ERBINO, una mostra curata da Claudia Del Giudice.
Nata a New York nel 1974, Tonia Erbino compie a Napoli gli studi artistici, prima al Liceo Artistico e successivamente all’Accademia di Belle Arti. Ha da sempre affiancato la ricerca artistica, interessandosi anche di allestimenti scenografici, e l’impegno nelle partecipazioni espositive, all’amore per lo studio, passione questa che nel 2007 le ha permesso di insegnare Arte ed Immagine nella scuola secondaria di secondo grado. Fin da giovanissima partecipa ad esposizioni collettive, si ricordano la mostra di pittura e scultura Omaggio a Mirò promossa dall’ Instituto francais de Naples, nel 1991, e Arte Femminile plurale, patrocinata dal comune di Scafati. Nel 2012 un suo dipinto è selezionato per Human Rights e nello stesso anno risulta prima classificata al M.I.A. ST’ART OVER ART di Napoli.
Nella personale Tables, Tonia Erbino, come chiaramente evidenziato dalla curatrice Claudia Del Giudice, sceglie un linguaggio pittorico e stilistico che si caratterizza per “la mancanza di convivialità ed una preponderante incomunicabilità, sottolineata dalla posizione e dall'espressione digiuna di gioia assunte dai commensali, sospesi e fermati nell'attimo postprandiale”. Una lettura intima dell’arte è quella che vuole trasmettere l’artista, poichè rifuggendo “dagli stereotipi e dai cliché dell'arte, trae ispirazione dalle sue inquietudini interiori, sviscerando la materia pittorica, per rappresentare e superare le paure primordiali, attraverso trasporti surreali e il prevalente ricorso alla tecnica mista di oli e smalti sulle tele”.
Fedela Procaccini
Dal 23 settembre al 2 ottobre 2016
Vernissage 23 settembre ore 18:00
Salvatore Serio Galleria d’Arte, Napoli
Via Oberdan n. 8 – 80134
info:
www.galleriaserio.it
Terbino@libero.it
claudiadelgiudiceart@gmail.com
info@galleriaserio.it
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Italian Newbrow. Apocalittica
30/09/2017 - 11/11/2017
Napoli (NA) - Campania
Inserito da CSArt Serri
«Non lasciatevi ingannare dal titolo, questa mostra non è sull’iconografia dell’apocalisse. Non ci saranno piaghe, pestilenze e catastrofi che annunciano l’imminente fine dei tempi e nemmeno dotte allusioni alla celeberrima raccolta di xilografie di Albrecht Dürer (Apocalisse, 1498). Molte sono, invece, le immagini critiche e problematiche che, da un lato, registrano lo stato di crisi della società odierna, dall’altro, attestano la ricostruzione di un linguaggio narrativo adeguato alla frammentata, e quanto mai distratta, sensibilità contemporanea» (Ivan Quaroni).
LABS Gallery di Bologna presenta, dal 30 settembre all’11 novembre 2017, Italian Newbrow. Apocalittica, esposizione collettiva curata da Ivan Quaroni con opere di Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Laurina Paperina, Giuliano Sale, Giuseppe Veneziano.
A cinque anni dalla mostra pubblica allestita al Fortino di Forte dei Marmi, Italian Newbrow torna con il progetto Apocalittica che, come di consueto, comprende alcuni artisti della compagine storica (Argiolas, Cuoghi, De Biasi, Sale, Veneziano) unitamente a nuove proposte (Laurina Paperina), nell’intento di documentare un’area della pittura figurativa italiana caratterizzata da un forte anelito comunicativo e narrativo.
«Italian Newbrow – scrive il curatore – registra la persistenza di un immaginario figurativo capace di attingere simultaneamente a una pluralità di fonti iconografiche, siano esse alte o basse, radicate nella cultura o nell’immaginario del mondo globale e connesso della contemporaneità».
Il titolo della mostra – Apocalittica – allude all’origine greca del termine “apocalisse”, ovvero “disvelamento”. L’atto del disvelamento è proprio della pittura figurativa, che si serve appunto di forme e immagini comprensibili. Questa volontà costituisce il cuore di tutte le mostre organizzate a partire dal 2009, anno di nascita di Italian Newbrow, per riallacciare una comunicazione da tempo interrotta con il pubblico e con il mondo dell’arte.
Ad accomunare le opere esposte, diverse per tema e linguaggio pittorico, è quindi la tensione narrativa, anche quando il racconto non è lineare. L’ossatura narrativa si ritrova soprattutto nelle figure dipinte da Silvia Argiolas, che abitano in una sorta di allucinata periferia geografica ed esistenziale, così come nelle icone di Giuseppe Veneziano, sospese sul crinale tra realtà e finzione e nelle ironiche visioni apocalittiche di Laurina Paperina, costellate di allusioni al mondo del cinema e dei cartoon. Strutturati come racconti sono anche i Monolocali di Vanni Cuoghi, realizzati con la tecnica dell’acquarello e del paper cutting e costruiti nella forma di piccole unità abitative. Nelle opere di Paolo De Biasi e Giuliano Sale, invece, la destrutturazione dello spazio e delle figure contribuisce alla costruzione di un ipertesto visivo disseminato di riferimenti e citazioni pretestuose.
Il percorso espositivo comprende esclusivamente opere inedite riconducibili al biennio 2016-2017. Ogni autore presenta un grande dipinto, realizzato per l’occasione, oltre ad una selezione di lavori di piccole e medie dimensioni, parte della sua ultima produzione. Sarà inoltre proiettato How to kill the artists di Laurina Paperina, ottavo episodio di una serie di animazioni in cui noti artisti contemporanei, da Ai Weiwei a Christo e Cindy Sherman, sono trattati con dissacrante ironia.
La mostra, che sarà inaugurata sabato 30 settembre alle ore 18.00, sarà visitabile fino all’11 novembre 2017, da martedì a sabato con orario 16.00-20.00, oppure su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo disponibile in Galleria con testi di Ivan Quaroni e ricco apparato iconografico. Per informazioni: M. +39 348 9325473, info@labsgallery.it, www.labsgallery.it.
Italian Newbrow nasce da un’idea, formulata per la prima volta nel 2009 durante Prague Biennale 4, evento internazionale curato da Giancarlo Politi ed Helena Kontova nella capitale della Repubblica Ceca. Successivamente, una sua rappresentativa viene inserita in SerrOne-Biennale Giovani di Monza, mostra tenutasi nell’estate 2009 presso il Serrone della Villa Reale di Monza. Nel 2012 la prima mostra pubblica è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como presso la Pinacoteca Civica Palazzo Volpi. Nello stesso anno un’altra esposizione è promossa dal Comune di Forte dei Marmi presso il Fortino di Forte Dei Marmi. La genesi di Italian Newbrow è illustrata nell’omonimo volume, pubblicato nel 2010 da Giancarlo Politi editore.
LABS Gallery nasce nel 2014 dalla passione ventennale di Stefano Bevilacqua e Alessandro Luppi per l’arte contemporanea. La sua sede si trova nel cuore di Bologna, all’interno di una chiesa sconsacrata del XII secolo. Tra le mostre principali: Pittura Analitica in Italia. Gli Anni Settanta, a cura di Marco Meneguzzo, 2014; Fernando De Filippi, Opere 1974-1979, a cura di Angela Madesani, 2015; Giulio Cassanelli, Kairos, a cura di Angela Madesani, 2015; Carlo Battaglia, Una pittura esemplare, a
LABS Gallery di Bologna presenta, dal 30 settembre all’11 novembre 2017, Italian Newbrow. Apocalittica, esposizione collettiva curata da Ivan Quaroni con opere di Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Laurina Paperina, Giuliano Sale, Giuseppe Veneziano.
A cinque anni dalla mostra pubblica allestita al Fortino di Forte dei Marmi, Italian Newbrow torna con il progetto Apocalittica che, come di consueto, comprende alcuni artisti della compagine storica (Argiolas, Cuoghi, De Biasi, Sale, Veneziano) unitamente a nuove proposte (Laurina Paperina), nell’intento di documentare un’area della pittura figurativa italiana caratterizzata da un forte anelito comunicativo e narrativo.
«Italian Newbrow – scrive il curatore – registra la persistenza di un immaginario figurativo capace di attingere simultaneamente a una pluralità di fonti iconografiche, siano esse alte o basse, radicate nella cultura o nell’immaginario del mondo globale e connesso della contemporaneità».
Il titolo della mostra – Apocalittica – allude all’origine greca del termine “apocalisse”, ovvero “disvelamento”. L’atto del disvelamento è proprio della pittura figurativa, che si serve appunto di forme e immagini comprensibili. Questa volontà costituisce il cuore di tutte le mostre organizzate a partire dal 2009, anno di nascita di Italian Newbrow, per riallacciare una comunicazione da tempo interrotta con il pubblico e con il mondo dell’arte.
Ad accomunare le opere esposte, diverse per tema e linguaggio pittorico, è quindi la tensione narrativa, anche quando il racconto non è lineare. L’ossatura narrativa si ritrova soprattutto nelle figure dipinte da Silvia Argiolas, che abitano in una sorta di allucinata periferia geografica ed esistenziale, così come nelle icone di Giuseppe Veneziano, sospese sul crinale tra realtà e finzione e nelle ironiche visioni apocalittiche di Laurina Paperina, costellate di allusioni al mondo del cinema e dei cartoon. Strutturati come racconti sono anche i Monolocali di Vanni Cuoghi, realizzati con la tecnica dell’acquarello e del paper cutting e costruiti nella forma di piccole unità abitative. Nelle opere di Paolo De Biasi e Giuliano Sale, invece, la destrutturazione dello spazio e delle figure contribuisce alla costruzione di un ipertesto visivo disseminato di riferimenti e citazioni pretestuose.
Il percorso espositivo comprende esclusivamente opere inedite riconducibili al biennio 2016-2017. Ogni autore presenta un grande dipinto, realizzato per l’occasione, oltre ad una selezione di lavori di piccole e medie dimensioni, parte della sua ultima produzione. Sarà inoltre proiettato How to kill the artists di Laurina Paperina, ottavo episodio di una serie di animazioni in cui noti artisti contemporanei, da Ai Weiwei a Christo e Cindy Sherman, sono trattati con dissacrante ironia.
La mostra, che sarà inaugurata sabato 30 settembre alle ore 18.00, sarà visitabile fino all’11 novembre 2017, da martedì a sabato con orario 16.00-20.00, oppure su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo disponibile in Galleria con testi di Ivan Quaroni e ricco apparato iconografico. Per informazioni: M. +39 348 9325473, info@labsgallery.it, www.labsgallery.it.
Italian Newbrow nasce da un’idea, formulata per la prima volta nel 2009 durante Prague Biennale 4, evento internazionale curato da Giancarlo Politi ed Helena Kontova nella capitale della Repubblica Ceca. Successivamente, una sua rappresentativa viene inserita in SerrOne-Biennale Giovani di Monza, mostra tenutasi nell’estate 2009 presso il Serrone della Villa Reale di Monza. Nel 2012 la prima mostra pubblica è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como presso la Pinacoteca Civica Palazzo Volpi. Nello stesso anno un’altra esposizione è promossa dal Comune di Forte dei Marmi presso il Fortino di Forte Dei Marmi. La genesi di Italian Newbrow è illustrata nell’omonimo volume, pubblicato nel 2010 da Giancarlo Politi editore.
LABS Gallery nasce nel 2014 dalla passione ventennale di Stefano Bevilacqua e Alessandro Luppi per l’arte contemporanea. La sua sede si trova nel cuore di Bologna, all’interno di una chiesa sconsacrata del XII secolo. Tra le mostre principali: Pittura Analitica in Italia. Gli Anni Settanta, a cura di Marco Meneguzzo, 2014; Fernando De Filippi, Opere 1974-1979, a cura di Angela Madesani, 2015; Giulio Cassanelli, Kairos, a cura di Angela Madesani, 2015; Carlo Battaglia, Una pittura esemplare, a
Natura
27/11/2016 - 14/01/2017
Napoli (NA) - Campania
Inserito da CSArt Serri
«È nel cuore dell’uomo che la vita dello spettacolo della natura esiste; per riuscire a vederlo, bisogna sentirlo». Dalla celebre frase di Jean-Jacques Rousseau, tre mostre sul tema della “Natura”, curate da Luigi Borettini alla Cantina Albinea Canali (Via Tassoni 213, Reggio Emilia) dal 27 novembre 2016 al 14 gennaio 2017.
Realizzato con il patrocinio del Comune di Albinea (RE), il progetto sarà inaugurato domenica 27 novembre alle ore 16.00. Saranno presenti, oltre agli artisti invitati, Luigi Borettini (curatore), Stefano Colli (Event Manager Cantina Albinea Canali), Angela Lazzaretti (Radium Artis Galleria d’Arte), Roberta Mori (Consigliere regionale Emilia Romagna), Federica Franceschini (Presidente della Commissione Scuola, attività ed istituzioni culturali, sport e tempo libero del Comune di Reggio Emilia) ed altri rappresentanti delle Istituzioni.
All’interno della Cantina Albinea Canali saranno allestite tre esposizioni: nella Sala Cavalieri, una personale del pittore piacentino Gianfranco Asveri, promossa e realizzata in collaborazione con Radium Artis Galleria d’Arte; nella Sala Ottocento, una collettiva con opere pittoriche degli artisti reggiani Luigi Camellini, Sara Giuberti, Stefano Grasselli, Giovanna Magnani, Rodolfo Pisi, Fabio Rota, Romano Salami; nel Salone delle Capriate, le ricerche fotografiche di Giovanni Badodi, Naide Bigliardi, Giuseppe Maria Codazzi, Marcello Grassi, Corrado Moscardini, Fabio Vezzani.
L’esposizione di Gianfranco Asveri raccoglie una quindicina di dipinti a tecnica mista su tela di recente produzione. «Un universo fantastico – scrive Luigi Borettini – in cui il visitatore ritorna alla sua prima infanzia, dove tutto è visto con occhi ingenui ma sinceri. La materia che stende sulla tela dai colori vivi non è casuale ma è ponderata, i segni che incide sono tutti calcolati e come note musicali vanno a comporre una melodia avvolgente. Gianfranco Asveri è un artista che permette quotidianamente al suo Io di esprimersi sulla tela, riuscendo a trasmettere, con le sue opere, poesia pura per la natura e per la vita».
Il tema della “Natura” è declinato in pittura nella Sala Ottocento. Dai paesaggi primitivi di Luigi Camellini agli acquerelli trasparenti e luminosi di Sara Giuberti, dalla natura matrigna di Stefano Grasselli, che nasconde insidie, alla natura madre di Giovanna Magnani, morbida e avvolgente, dalle tentazioni informali di Rodolfo Pisi alle contaminazioni tra fotografia e pittura di Fabio Rota, sino ai paesaggi lirici di Romano Salami che rivelano sottili vibrazioni.
Il Salone delle Capriate accoglie la sezione dedicata alla fotografia con opere di grande formato alternate a composizioni modulari. Dai paesaggi collinari di Giovanni Badodi, maestro della luce, alle ombre di Naide Bigliardi, dal reportage di Giuseppe Maria Codazzi, dedicato al Madagascar e ai tanti volti della natura umana, all’eterna germinazione della memoria nei bianchi e neri di Marcello Grassi, dalle immagini d’acqua e di luce di Corrado Moscardini alle immagini fortemente contrastate di Fabio Vezzani che offrono una lettura gotica del paesaggio emiliano.
Una sessantina di dipinti e fotografie tra dialoghi inattesi, assonanze e rimandi.
Domenica 27 novembre, alle ore 16.00, si terranno vernissage e rinfresco. A seguire, spettacolo teatrale della Compagnia Dialettale Teatro Nuovo di Scandiano, intitolato “Bim bam bum... somm ‘na màsa ed campanoun” (Autore/regia Rina Mareggini e Silvio Morini). La serata si concluderà con una degustazione a buffet al costo di € 15,00.
Le mostre saranno visitabili fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00. Ingresso libero. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522 569505, canali@riunite.it, scolli@riunite.it. Nel periodo espositivo si terranno diversi incontri e spettacoli. Il programma completo sarà visibile sulla pagina facebook della Cantina www.facebook/albineacanali.
Situata sulla principale strada di collegamento tra Reggio Emilia ed Albinea, la Cantina Albinea Canali nasce nel 1936 riunendo diversi vignaioli del Lambrusco e dell’Ancellotta e arrivando a contare, negli anni successivi, centosettanta conferenti. La Cantina Albinea Canali raccoglie le uve di un ristretto bacino, in una delle aree di maggior pregio, sotto il profilo dei suoli e del clima, dell’intera provincia reggiana. Dopo un accurato intervento di restauro conservativo, la sede affianca oggi alla produzione di vini di qualità anche una vasta gamma di servizi al pubblico, tra cui l’enoteca, la sala degustazione ed il Centro Convegni Albinea Canali, con sette ambienti, dotati di moderni impianti tecnologici, ideali per ospitare meeting e grandi eventi.
Realizzato con il patrocinio del Comune di Albinea (RE), il progetto sarà inaugurato domenica 27 novembre alle ore 16.00. Saranno presenti, oltre agli artisti invitati, Luigi Borettini (curatore), Stefano Colli (Event Manager Cantina Albinea Canali), Angela Lazzaretti (Radium Artis Galleria d’Arte), Roberta Mori (Consigliere regionale Emilia Romagna), Federica Franceschini (Presidente della Commissione Scuola, attività ed istituzioni culturali, sport e tempo libero del Comune di Reggio Emilia) ed altri rappresentanti delle Istituzioni.
All’interno della Cantina Albinea Canali saranno allestite tre esposizioni: nella Sala Cavalieri, una personale del pittore piacentino Gianfranco Asveri, promossa e realizzata in collaborazione con Radium Artis Galleria d’Arte; nella Sala Ottocento, una collettiva con opere pittoriche degli artisti reggiani Luigi Camellini, Sara Giuberti, Stefano Grasselli, Giovanna Magnani, Rodolfo Pisi, Fabio Rota, Romano Salami; nel Salone delle Capriate, le ricerche fotografiche di Giovanni Badodi, Naide Bigliardi, Giuseppe Maria Codazzi, Marcello Grassi, Corrado Moscardini, Fabio Vezzani.
L’esposizione di Gianfranco Asveri raccoglie una quindicina di dipinti a tecnica mista su tela di recente produzione. «Un universo fantastico – scrive Luigi Borettini – in cui il visitatore ritorna alla sua prima infanzia, dove tutto è visto con occhi ingenui ma sinceri. La materia che stende sulla tela dai colori vivi non è casuale ma è ponderata, i segni che incide sono tutti calcolati e come note musicali vanno a comporre una melodia avvolgente. Gianfranco Asveri è un artista che permette quotidianamente al suo Io di esprimersi sulla tela, riuscendo a trasmettere, con le sue opere, poesia pura per la natura e per la vita».
Il tema della “Natura” è declinato in pittura nella Sala Ottocento. Dai paesaggi primitivi di Luigi Camellini agli acquerelli trasparenti e luminosi di Sara Giuberti, dalla natura matrigna di Stefano Grasselli, che nasconde insidie, alla natura madre di Giovanna Magnani, morbida e avvolgente, dalle tentazioni informali di Rodolfo Pisi alle contaminazioni tra fotografia e pittura di Fabio Rota, sino ai paesaggi lirici di Romano Salami che rivelano sottili vibrazioni.
Il Salone delle Capriate accoglie la sezione dedicata alla fotografia con opere di grande formato alternate a composizioni modulari. Dai paesaggi collinari di Giovanni Badodi, maestro della luce, alle ombre di Naide Bigliardi, dal reportage di Giuseppe Maria Codazzi, dedicato al Madagascar e ai tanti volti della natura umana, all’eterna germinazione della memoria nei bianchi e neri di Marcello Grassi, dalle immagini d’acqua e di luce di Corrado Moscardini alle immagini fortemente contrastate di Fabio Vezzani che offrono una lettura gotica del paesaggio emiliano.
Una sessantina di dipinti e fotografie tra dialoghi inattesi, assonanze e rimandi.
Domenica 27 novembre, alle ore 16.00, si terranno vernissage e rinfresco. A seguire, spettacolo teatrale della Compagnia Dialettale Teatro Nuovo di Scandiano, intitolato “Bim bam bum... somm ‘na màsa ed campanoun” (Autore/regia Rina Mareggini e Silvio Morini). La serata si concluderà con una degustazione a buffet al costo di € 15,00.
Le mostre saranno visitabili fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00. Ingresso libero. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522 569505, canali@riunite.it, scolli@riunite.it. Nel periodo espositivo si terranno diversi incontri e spettacoli. Il programma completo sarà visibile sulla pagina facebook della Cantina www.facebook/albineacanali.
Situata sulla principale strada di collegamento tra Reggio Emilia ed Albinea, la Cantina Albinea Canali nasce nel 1936 riunendo diversi vignaioli del Lambrusco e dell’Ancellotta e arrivando a contare, negli anni successivi, centosettanta conferenti. La Cantina Albinea Canali raccoglie le uve di un ristretto bacino, in una delle aree di maggior pregio, sotto il profilo dei suoli e del clima, dell’intera provincia reggiana. Dopo un accurato intervento di restauro conservativo, la sede affianca oggi alla produzione di vini di qualità anche una vasta gamma di servizi al pubblico, tra cui l’enoteca, la sala degustazione ed il Centro Convegni Albinea Canali, con sette ambienti, dotati di moderni impianti tecnologici, ideali per ospitare meeting e grandi eventi.