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Evento: Angeli - Mostra personale di Fabio Spataro
05/05/2017 - 13/05/2017
Inserzionista
Dettagli
Data di inserimento: | 03/05/2017 - 0:30 |
Luogo: | Napoli (NA) - Campania |
Data di inizio: | 05/05/2017 |
Data di fine | 13/05/2017 |
Descrizione
La galleria d’arte Salvatore Serio è lieta di ospitare, dal 5 al 13 maggio 2017, la mostra personale Angeli di Fabio Spataro.
Figlio d’arte, Fabio Spataro ha sempre vissuto in un ambiente familiare ricco di stimoli artistici. Quando la famiglia dall’isola siciliana si trasferisce a Napoli Fabio entra nello sconfinato mondo dell’Accademia di Belle Arti. Lì studia pittura avendo come maestro Carmine Di Ruggiero.
Il suo curriculum espositivo evidenzia l’instancabile lena artistica di Spataro.
Esordisce in una mostra collettiva napoletana nel 1994 e nel 1999 inaugura la sua prima personale, dal titolo Fabio Spataro è ancora vivo!, presso l’Associazione H2 SO4. Seguono nutrite partecipazioni ad esposizioni collettive in diversi paesi italiani ed esteri (Napoli, Corfù, Gorlago, Monterosso calabro, L’Aquila, Caltanissetta, Genova) e inaugura nel maggio 2001 alla galleria Salvatore Serio la personale Esodo. .
Dunque, a distanza di sedici anni ritorna nel cuore della città con un nuovo progetto: Angeli.
L’arte di Fabio Spataro incute una forte soggezione perché in essa c’è un ardore, una forza che avvolge l’osservatore, apparendo come la visione del sublime che atterra l’uomo e gli vieta di alzare lo sguardo. Non troviamo gli Angeli delle composizioni medievali né quelli dei preraffaelliti, i suoi angeli hanno poco di celestiale, sono più terreni avvolti dallo sfondo di un mondo corrotto.
Ma un senso di pace viene trasmesso dalla stessa figura del piccolo angioletto musicante, quelli industriali e standardizzati usati comunemente nelle le composizioni presepiali. Corrosi, sporchi, mutilati contengono ancora un grido di speranza. Sopravvivono in un vago universo pittorico, cercando di farsi spazio fra i grumi della materia per imporsi a noi, alla nostra sensibilità.
Un’opera d’arte nasce per un duplice motivo, sia perché l’artista sente il bisogno di trasmettere un messaggio, di coinvolgere gli altri nel proprio mondo, affidando il suo pensiero ad un mezzo artistico, sia con una forte connotazione “privata”, una necessità di riversare sul supporto le proprie emozioni, farle emergere dal carcere interiore della propria mente e della propria anima. L’artista, infatti, afferma: “La massa pittorica mi permette di esprimere il mio stato. Cerco di non appiattire il lavoro, bensì di dare anima all’opera! [...] Mi tormento nel raggiungere la linea dando a questo termine un puro valore di sintesi, di semplificazione, di passione per l’essenziale”.
Aurora Spinosa scrisse che “per Fabio Spataro lo studio di Kokoska, di Munch e di Klimt porta il suo lavoro ad assumere una singolare forza espressiva e si misura soprattutto sul tema della contraddizione e dell’ambiguità”, forza che ho notato in particolare in alcuni dipinti e carte, evocatrici, con un’incisività di segno originale e pura, del vigore espressionista.
Riprendendo il titolo della sua prima personale potremmo di che Fabio Spataro è ancora vivo! e non c’è dubbio che anche in questa mostra lascerà parlare di se.
Fedela Procaccini
Angeli – Mostra personale di Fabio Spataro
a cura di Fedela Procaccini
Dal 5 al 13 maggio 2017
Vernissage venerdì 5 maggio 2017, ore 18:00
Salvatore Serio Galleria d’Arte
Via Oberdan 8, Napoli
Orari galleria
Dal lunedì al sabato: 10:30/13:00 – 16:30/19:30
Figlio d’arte, Fabio Spataro ha sempre vissuto in un ambiente familiare ricco di stimoli artistici. Quando la famiglia dall’isola siciliana si trasferisce a Napoli Fabio entra nello sconfinato mondo dell’Accademia di Belle Arti. Lì studia pittura avendo come maestro Carmine Di Ruggiero.
Il suo curriculum espositivo evidenzia l’instancabile lena artistica di Spataro.
Esordisce in una mostra collettiva napoletana nel 1994 e nel 1999 inaugura la sua prima personale, dal titolo Fabio Spataro è ancora vivo!, presso l’Associazione H2 SO4. Seguono nutrite partecipazioni ad esposizioni collettive in diversi paesi italiani ed esteri (Napoli, Corfù, Gorlago, Monterosso calabro, L’Aquila, Caltanissetta, Genova) e inaugura nel maggio 2001 alla galleria Salvatore Serio la personale Esodo. .
Dunque, a distanza di sedici anni ritorna nel cuore della città con un nuovo progetto: Angeli.
L’arte di Fabio Spataro incute una forte soggezione perché in essa c’è un ardore, una forza che avvolge l’osservatore, apparendo come la visione del sublime che atterra l’uomo e gli vieta di alzare lo sguardo. Non troviamo gli Angeli delle composizioni medievali né quelli dei preraffaelliti, i suoi angeli hanno poco di celestiale, sono più terreni avvolti dallo sfondo di un mondo corrotto.
Ma un senso di pace viene trasmesso dalla stessa figura del piccolo angioletto musicante, quelli industriali e standardizzati usati comunemente nelle le composizioni presepiali. Corrosi, sporchi, mutilati contengono ancora un grido di speranza. Sopravvivono in un vago universo pittorico, cercando di farsi spazio fra i grumi della materia per imporsi a noi, alla nostra sensibilità.
Un’opera d’arte nasce per un duplice motivo, sia perché l’artista sente il bisogno di trasmettere un messaggio, di coinvolgere gli altri nel proprio mondo, affidando il suo pensiero ad un mezzo artistico, sia con una forte connotazione “privata”, una necessità di riversare sul supporto le proprie emozioni, farle emergere dal carcere interiore della propria mente e della propria anima. L’artista, infatti, afferma: “La massa pittorica mi permette di esprimere il mio stato. Cerco di non appiattire il lavoro, bensì di dare anima all’opera! [...] Mi tormento nel raggiungere la linea dando a questo termine un puro valore di sintesi, di semplificazione, di passione per l’essenziale”.
Aurora Spinosa scrisse che “per Fabio Spataro lo studio di Kokoska, di Munch e di Klimt porta il suo lavoro ad assumere una singolare forza espressiva e si misura soprattutto sul tema della contraddizione e dell’ambiguità”, forza che ho notato in particolare in alcuni dipinti e carte, evocatrici, con un’incisività di segno originale e pura, del vigore espressionista.
Riprendendo il titolo della sua prima personale potremmo di che Fabio Spataro è ancora vivo! e non c’è dubbio che anche in questa mostra lascerà parlare di se.
Fedela Procaccini
Angeli – Mostra personale di Fabio Spataro
a cura di Fedela Procaccini
Dal 5 al 13 maggio 2017
Vernissage venerdì 5 maggio 2017, ore 18:00
Salvatore Serio Galleria d’Arte
Via Oberdan 8, Napoli
Orari galleria
Dal lunedì al sabato: 10:30/13:00 – 16:30/19:30
Altri eventi dell'inserzionista
FIX
14/01/2016 - 23/01/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
Stefania Ciccarella in arte "FIX" sarà in mostra con una sua personale pittorica alla galleria d'arte Salvatore Serio dal 14 al 23 Gennaio 2016.
Vernissage: 14 Gennaio ore 18:30
La mostra sarà visitabile al pubblico dal 14 al 23 Gennaio.
Orari: 10:30 - 13:00 / 16:30 - 19:30 (escluso la domenica)
"FIX" è un'artista poliedrica, fotografa e pittrice ma anche grafico e fumettista, ha dato vita ad un linguaggio pittorico che segue un po' il cosi detto filone Neopop o anche il Pop Surrealism.
Lo spettatore viene catturato dal suo mondo bizzarro,giocoso e cinico che l'artista offre in modo diretto e senza mezzi termini.Le sue opere realizzate ad acrilico rappresentano donne a tratti irriverenti e aggressive, ma anche ironiche e spregiudicate.
A cura di Salvatore Serio e Gennaro Cilento,
www.galleriaserio.it
Vernissage: 14 Gennaio ore 18:30
La mostra sarà visitabile al pubblico dal 14 al 23 Gennaio.
Orari: 10:30 - 13:00 / 16:30 - 19:30 (escluso la domenica)
"FIX" è un'artista poliedrica, fotografa e pittrice ma anche grafico e fumettista, ha dato vita ad un linguaggio pittorico che segue un po' il cosi detto filone Neopop o anche il Pop Surrealism.
Lo spettatore viene catturato dal suo mondo bizzarro,giocoso e cinico che l'artista offre in modo diretto e senza mezzi termini.Le sue opere realizzate ad acrilico rappresentano donne a tratti irriverenti e aggressive, ma anche ironiche e spregiudicate.
A cura di Salvatore Serio e Gennaro Cilento,
www.galleriaserio.it
"Centrino" mostra personale di Barbara Karwowska c/o Salvatore Serio galleria d'arte
21/10/2016 - 02/11/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
CENTRINO DI BARBARA KARWOWSKA
Dal 21 ottobre al 2 novembre Barbara Karwowska presenta alla galleria d’arte Salvatore Serio la sua nuova personale di pittura dal titolo "Centrino".
Vernissage: venerdì 21 ottobre 2016, ore 18:00
La denominazione di questo progetto deriva da un motivo decorativo caro all’artista, proprio quello del Centrino, che compare in molte delle sue opere, divenendo aureola o corona dei personaggi raffigurati, e predomina in questa personale. Come il tessuto ricamato così il centrino dipinto da Barbara assume una duplice funzione: decorativa e protettiva. Il primo lavoro nel quale comparve venne realizzato nel 1999. Si trattava de Il rosario, un dipinto di grandi dimensioni composto da ventisette tele e due pannelli, donato alla Villa Colombaia di Luchino Visconti ad Ischia e in seguito misteriosamente scomparso. Il centrino assume un significato simbolico, vuole proteggere il mondo interiore delle personalità ritratte dalla Karwowska.
Luigi Fusco chiarì lo stile pittorico e comunicativo dell’artista affermando: "La pittura di Barbara Karwowska rivela nelle sue forme, così come nei suoi contenuti, una connotazione altamente espressiva, non priva di una intensa introspezione psicologica. La stesura cromatica plasma le figure dipinte, le avvolge creandogli attorno uno spazio, seppur "indefinito", caldo e accogliente. L'intimità dei pensieri viene mostrata senza vergogna”.
Le opere esposte vedranno altri due elementi ricorrenti: la corona e la girandola. La corona diviene il simbolo della potenza interiore, mentre la girandola, quello della fanciullezza e dell’innocenza, rappresentando anche un mezzo per affrontare con leggerezza le difficoltà della vita e per ritornare un po’ bambini. Evocatrice di leggerezza e movimento la girandola diviene ne Il Trionfo della pace anche il simbolo della serenità. L’artista utilizza colori caldi ed avvolgenti. Le tele sono essenzialmente tricromatiche, realizzate con l’utilizzo del marrone, del viola e del bianco. Il marrone, colore dell’artigianato e della natura, rappresenta la vitalità intesa come equilibrio tra corpo e mente; il viola aumenta il mistero e la magia delle sue opere; il bianco, invece, oltre a conferire luminosità, indica la purezza e la spiritualità del processo creativo.
In esposizione ci saranno tre dipinti di grande formato, alcuni ritratti e una composizione Sembrano finestre… costituita da 24 piccole tele. Sono volti, particolari fisionomici o decorativi per immaginare, per aprire una finestra in un altro mondo quello della poetica inconscia. Ornella della Libera riferendosi a quest’opera scrisse: " Sembrano finestre, volti affacciati alle finestre del mondo (anche quello virtuale), che guardano, smarriti, sorpresi, intimiditi, insicuri, con rispetto, con timidezza, con educazione l'altro, il diverso, la situazione che sta accadendo, scrutano, scorgono, sbirciano, quasi come se volessero guardare senza essere visti, come se volessero essere fantasmi, invisibili al mondo che invece vuole essere visto, essere protagonista, al centro dell'attenzione. Loro no. Non sono morbosi voyeurs della vita degli altri: i loro visi sono incompleti, non hanno e non mostrano la loro identità completa, non vogliono essere riconosciuti ed essere riconoscibili. Sono frammenti di vita, frammenti d'identità incomplete, sono pezzi di mosaico di vita, pezzi di puzzle che solo l'Amore può definire, completare".
Galleria d’Arte Salvatore Serio
Via Oberdan 8, Napoli
Orari d’apertura: dal lunedì al sabato 10:30-13:00/16:30-19:30
Ingresso libero
tel:0815523193
www.galleriaserio.it
https://www.facebook.com/events/1786263181641491/
Dal 21 ottobre al 2 novembre Barbara Karwowska presenta alla galleria d’arte Salvatore Serio la sua nuova personale di pittura dal titolo "Centrino".
Vernissage: venerdì 21 ottobre 2016, ore 18:00
La denominazione di questo progetto deriva da un motivo decorativo caro all’artista, proprio quello del Centrino, che compare in molte delle sue opere, divenendo aureola o corona dei personaggi raffigurati, e predomina in questa personale. Come il tessuto ricamato così il centrino dipinto da Barbara assume una duplice funzione: decorativa e protettiva. Il primo lavoro nel quale comparve venne realizzato nel 1999. Si trattava de Il rosario, un dipinto di grandi dimensioni composto da ventisette tele e due pannelli, donato alla Villa Colombaia di Luchino Visconti ad Ischia e in seguito misteriosamente scomparso. Il centrino assume un significato simbolico, vuole proteggere il mondo interiore delle personalità ritratte dalla Karwowska.
Luigi Fusco chiarì lo stile pittorico e comunicativo dell’artista affermando: "La pittura di Barbara Karwowska rivela nelle sue forme, così come nei suoi contenuti, una connotazione altamente espressiva, non priva di una intensa introspezione psicologica. La stesura cromatica plasma le figure dipinte, le avvolge creandogli attorno uno spazio, seppur "indefinito", caldo e accogliente. L'intimità dei pensieri viene mostrata senza vergogna”.
Le opere esposte vedranno altri due elementi ricorrenti: la corona e la girandola. La corona diviene il simbolo della potenza interiore, mentre la girandola, quello della fanciullezza e dell’innocenza, rappresentando anche un mezzo per affrontare con leggerezza le difficoltà della vita e per ritornare un po’ bambini. Evocatrice di leggerezza e movimento la girandola diviene ne Il Trionfo della pace anche il simbolo della serenità. L’artista utilizza colori caldi ed avvolgenti. Le tele sono essenzialmente tricromatiche, realizzate con l’utilizzo del marrone, del viola e del bianco. Il marrone, colore dell’artigianato e della natura, rappresenta la vitalità intesa come equilibrio tra corpo e mente; il viola aumenta il mistero e la magia delle sue opere; il bianco, invece, oltre a conferire luminosità, indica la purezza e la spiritualità del processo creativo.
In esposizione ci saranno tre dipinti di grande formato, alcuni ritratti e una composizione Sembrano finestre… costituita da 24 piccole tele. Sono volti, particolari fisionomici o decorativi per immaginare, per aprire una finestra in un altro mondo quello della poetica inconscia. Ornella della Libera riferendosi a quest’opera scrisse: " Sembrano finestre, volti affacciati alle finestre del mondo (anche quello virtuale), che guardano, smarriti, sorpresi, intimiditi, insicuri, con rispetto, con timidezza, con educazione l'altro, il diverso, la situazione che sta accadendo, scrutano, scorgono, sbirciano, quasi come se volessero guardare senza essere visti, come se volessero essere fantasmi, invisibili al mondo che invece vuole essere visto, essere protagonista, al centro dell'attenzione. Loro no. Non sono morbosi voyeurs della vita degli altri: i loro visi sono incompleti, non hanno e non mostrano la loro identità completa, non vogliono essere riconosciuti ed essere riconoscibili. Sono frammenti di vita, frammenti d'identità incomplete, sono pezzi di mosaico di vita, pezzi di puzzle che solo l'Amore può definire, completare".
Galleria d’Arte Salvatore Serio
Via Oberdan 8, Napoli
Orari d’apertura: dal lunedì al sabato 10:30-13:00/16:30-19:30
Ingresso libero
tel:0815523193
www.galleriaserio.it
https://www.facebook.com/events/1786263181641491/
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Ottorino Stefanini negli Spazi Museale Cascina Farsetti - Villa Doria Phanphilj - Roma
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Inserito da ottorino stefanini
L'artista Ottorino Stefanini sarà presente dal 22 al 30 luglio 2014 alla mostra collettiva presso gli spazi museali Cascina Farsetti, Villa Doria Phanphilj - Roma
Giacomo Cossio e Massimo Pulini, Il destino dei fiori
01/10/2016 - 13/11/2016
roma (RM) - Lazio
Inserito da CSArt Serri
La Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 43) presenta, dal 1 ottobre al 13 novembre 2016, la doppia personale di Giacomo Cossio e Massimo Pulini, artisti di diversa generazione, accomunati dall’interesse per un soggetto classico della pittura – i fiori – rivisitato in chiave contemporanea. Curata da Niccolò Bonechi, la mostra sarà inaugurata sabato 1 ottobre alle ore 17.00.
Il titolo dell’esposizione – “Il destino dei fiori” – allude al tema principale delle opere esposte, ma anche alla tecnica di realizzazione: da un lato la pittura (Massimo Pulini), ma su supporti non tradizionali, dall’altro l’accumulazione e l’inclusione di materiali sintetici (Giacomo Cossio).
Quale il destino dei fiori dunque? Quale l’attualità della sua rappresentazione? Come spiega il curatore, «Massimo Pulini e Giacomo Cossio, pur essendo due autori che vivono la contemporaneità delle vicende sociali ed artistiche, hanno deciso di confrontarsi con un soggetto antico, quasi dimenticato: Pulini annulla ogni possibilità di prospettiva, lavorando su supporti sintetici (bacheliti) anticonvenzionali del fare pittura, mirando ad innalzare il valore più intimo della composizione; diversamente in Cossio il tutto appare come il risultato di una esplosione che ha determinato la creazione di nuovi universi, ritornando di fatto all’uso alla tecnica avanguardistica del collage e dell’objet trouvé».
“Il destino dei fiori” è parte della terza edizione della rassegna “In Contemporanea” che vede l’apertura congiunta della stagione espositiva autunnale in sette gallerie d’arte di Reggio Emilia. Realizzata in collaborazione con il Comune e i Musei Civici di Reggio Emilia, la manifestazione prevede anche l’esposizione collettiva “In Contemporanea al Museo”, dal 1 al 30 ottobre 2016 presso il Palazzo dei Musei (Via Spallanzani, 1). L’inaugurazione della mostra museale si terrà venerdì 30 settembre 2016 alle ore 18.00.
La Galleria Bonioni Arte è aperta da martedì a domenica con orario 10.00-13.00 e 16.00-20.00. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it. Ingresso libero.
Giacomo Cossio nasce a Parma nel 1974 e si laurea in Architettura all’Università di Ferrara. Dal 1993 il suo lavoro si ispira alla volontà di ristrutturare la realtà oggettiva attraverso stratificazioni, sovrapposizioni, assemblaggi di materiali diversi, sino alla realizzazione di opere aggettanti e sporgenti. Numerose le mostre personali e collettive, tra le quali “L’ultima ruota del carro” (Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia, 2014) ed “Un peso cubitale” con Francesco Bocchini (Ala Nuova del Museo della Città di Rimini, 2016). Tiene conferenze e seminari di Arte ed Architettura su invito di Istituzioni pubbliche e private.
Massimo Pulini (Cesena, 1958), artista e storico dell’arte, titolare della cattedra di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, è attualmente assessore alla Cultura del comune di Rimini. Da più di tre decenni svolge un’intensa attività artistica, che lo ha portato ad allestire mostre personali in importanti musei italiani ed europei. Nel 2000, invitato da Maurizio Calvesi, ha allestito una propria installazione nella mostra sul Novecento Italiano alle Scuderie del Quirinale. Ha tenuto mostre monografiche presso musei italiani, francesi, inglesi e spagnoli. In qualità di storico, ha redatto numerosi saggi sulla pittura italiana del XVI e XVII secolo e curato varie esposizioni museali come le monografiche di Guercino (Milano e Roma 2003-2004; Londra 2005) e del Sassoferrato (Cesena 2009). A lui si devono importanti scoperte e nuove attribuzioni che hanno arricchito il corpus delle opere di importanti artisti (Lorenzo Lotto, Annibale e Ludovico Carracci, Caravaggio, Guercino, Alessandro Turchi, Guido Reni, Simone Cantarini, Guido Cagnacci e numerosi altri). Ha pubblicato i cataloghi ragionati delle opere di Andrea Lilio (Federico Motta Editore) e di Ginevra Cantofoli (Editrice Compositori). Per la casa editrice Medusa ha pubblicato quattro libri, riuniti nella raccolta "La coperta del tempo" (2008) e il monologo teatrale "Caravaggio, nero fumo" (2010). Del 2011 è "Gli inestimabili" (editore CartaCanta), intorno al trafugamento di un ritratto di Raffaello e di due opere di Piero della Francesca, avvenuto a Urbino negli anni Settanta del Novecento.
Il titolo dell’esposizione – “Il destino dei fiori” – allude al tema principale delle opere esposte, ma anche alla tecnica di realizzazione: da un lato la pittura (Massimo Pulini), ma su supporti non tradizionali, dall’altro l’accumulazione e l’inclusione di materiali sintetici (Giacomo Cossio).
Quale il destino dei fiori dunque? Quale l’attualità della sua rappresentazione? Come spiega il curatore, «Massimo Pulini e Giacomo Cossio, pur essendo due autori che vivono la contemporaneità delle vicende sociali ed artistiche, hanno deciso di confrontarsi con un soggetto antico, quasi dimenticato: Pulini annulla ogni possibilità di prospettiva, lavorando su supporti sintetici (bacheliti) anticonvenzionali del fare pittura, mirando ad innalzare il valore più intimo della composizione; diversamente in Cossio il tutto appare come il risultato di una esplosione che ha determinato la creazione di nuovi universi, ritornando di fatto all’uso alla tecnica avanguardistica del collage e dell’objet trouvé».
“Il destino dei fiori” è parte della terza edizione della rassegna “In Contemporanea” che vede l’apertura congiunta della stagione espositiva autunnale in sette gallerie d’arte di Reggio Emilia. Realizzata in collaborazione con il Comune e i Musei Civici di Reggio Emilia, la manifestazione prevede anche l’esposizione collettiva “In Contemporanea al Museo”, dal 1 al 30 ottobre 2016 presso il Palazzo dei Musei (Via Spallanzani, 1). L’inaugurazione della mostra museale si terrà venerdì 30 settembre 2016 alle ore 18.00.
La Galleria Bonioni Arte è aperta da martedì a domenica con orario 10.00-13.00 e 16.00-20.00. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it. Ingresso libero.
Giacomo Cossio nasce a Parma nel 1974 e si laurea in Architettura all’Università di Ferrara. Dal 1993 il suo lavoro si ispira alla volontà di ristrutturare la realtà oggettiva attraverso stratificazioni, sovrapposizioni, assemblaggi di materiali diversi, sino alla realizzazione di opere aggettanti e sporgenti. Numerose le mostre personali e collettive, tra le quali “L’ultima ruota del carro” (Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia, 2014) ed “Un peso cubitale” con Francesco Bocchini (Ala Nuova del Museo della Città di Rimini, 2016). Tiene conferenze e seminari di Arte ed Architettura su invito di Istituzioni pubbliche e private.
Massimo Pulini (Cesena, 1958), artista e storico dell’arte, titolare della cattedra di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, è attualmente assessore alla Cultura del comune di Rimini. Da più di tre decenni svolge un’intensa attività artistica, che lo ha portato ad allestire mostre personali in importanti musei italiani ed europei. Nel 2000, invitato da Maurizio Calvesi, ha allestito una propria installazione nella mostra sul Novecento Italiano alle Scuderie del Quirinale. Ha tenuto mostre monografiche presso musei italiani, francesi, inglesi e spagnoli. In qualità di storico, ha redatto numerosi saggi sulla pittura italiana del XVI e XVII secolo e curato varie esposizioni museali come le monografiche di Guercino (Milano e Roma 2003-2004; Londra 2005) e del Sassoferrato (Cesena 2009). A lui si devono importanti scoperte e nuove attribuzioni che hanno arricchito il corpus delle opere di importanti artisti (Lorenzo Lotto, Annibale e Ludovico Carracci, Caravaggio, Guercino, Alessandro Turchi, Guido Reni, Simone Cantarini, Guido Cagnacci e numerosi altri). Ha pubblicato i cataloghi ragionati delle opere di Andrea Lilio (Federico Motta Editore) e di Ginevra Cantofoli (Editrice Compositori). Per la casa editrice Medusa ha pubblicato quattro libri, riuniti nella raccolta "La coperta del tempo" (2008) e il monologo teatrale "Caravaggio, nero fumo" (2010). Del 2011 è "Gli inestimabili" (editore CartaCanta), intorno al trafugamento di un ritratto di Raffaello e di due opere di Piero della Francesca, avvenuto a Urbino negli anni Settanta del Novecento.