Evento: III Biennale del libro d'artista
04/04/2015 - 18/04/2015
0 1
Effettua l'accesso per inserire un commento
0/0 Commenti
Inserzionista
Artista , Avellino, Italia; San Jose, California
Dettagli
Data di inserimento: 04/04/2015 - 15:56
Luogo: Napoli (NA) - Campania
Data di inizio: 04/04/2015
Data di fine 18/04/2015
Descrizione
Terza Biennale del libro d’artista
a cura di Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito
PAN Palazzo delle Arti Napoli
via Dei Mille 60, , Napoli
Inaugurazione: venerdì 3 aprile 2014 ore 17 - PAN - Palazzo delle Arti Napoli
Napoli come New York, al Pan di Napoli,
Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la III terza edizione della Biennale del libro d’artista
curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma.
Alla Kermesse, saranno ospiti oltre 250 “opere libro”. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Al centro dell’interesse sarà “l’opera libro”. Il libro d’artista è una vera è propria opera d’arte con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri oggetto
in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. E nzo Correnti
ed infine l’azione creativa “SEMIINAZIONE" se il seme non 'muore' non dà frutto."di Gino Sansone e Agnese Viviana Perrella. Luigi Cola è presente all'Evento con l'Opera dal titolo: "Poesia tra pareti elicoidali". Testo critico: Scintillanti orizzonti nella spirale dei moti delle cose. L’Idea è di un percorso creativo, articolato attraverso un sistema volutamente spiraliforme dal corpo elastico, atto a simboleggiare uno slancio verso l’alto e senza fine, con la velocità proporzionata all’energia di spinta, sprigionata per acuire nuovi scintillanti orizzonti. Di contro, la fase scendente della spirale, vuole essere metafora del ritorno in se dell’uomo, con la ritrovata consapevolezza del bisogno di amare. Nella fluttuante flessibilità del corpo metallico, pagine di storie s’intersecano con i loro alfabetismi. L’astante, può percepire in piena sinestesia la poetica intrisa all’opera: il non ritorno alle realtà vissute, per l’inesorabile trascorrere del tempo, spesso con brusche trasformazioni, nell’uomo e nel mondo e l’esistenza di un avviluppamento forte, di moti, non noti, delle cose, con i loro scintillanti orizzonti, da scoprire attraverso le azioni disvelanti nei raggi di luce.
Nel cromatismo nero della spirale erge il centro di controllo dell’opera in contrasto con le grafiche alfabetiche e le tavole colorate presenti nella parte interna cilindrica della spirale, dalle pareti elicoidali piene e vuote, concave e convesse, tra cui scintillanti “tagli di luce” trafilano e si dilatano geometricamente nello spazio cosmico. L’opera, ha in se un concepimento visivo che gli permette di offrire una visione d’insieme, il dinamico slancio plastico e continuo nello spazio e, una preminenza estetica, anche alla presenza del forte vincolo strutturale, la spirale, come in questo caso. In quest’opera, la gamma dei colori e la fantastica dose creativa rafforzano il corpus cromatico e, la struttura spiraliforme nella sua elasticità è un pieno di gioia ed energia positiva. L’opera, nel suo continuo divenire, vuole indicare il fluire delle cose, dal nulla all’essere. Esattamente questo è il miracolo che avviene nelle mani dell’artista! Dalle materie le forme prendono vita, come d’incanto, generate da linee a loro volta generanti codici visivi. Nell’opera, la verticalità è un’interrogazione interiore. Una preghiera, un’invocazione, una ricerca d’infinito, ancora, la verticalità nella ruotante leggerezza dell’avviluppamento delle spire elicoidali, vi è la visione di un ripetuto recupero di spazi dove trova la presenza un improvviso vuoto, un nuovo motivo d’ordine ritmico, che riscrive un’altra storia. L’insieme dei materiali usati consente di constatare come avviene la nascita e la crescita dell’opera, pittura o scultura, nell’artista e, soprattutto, la tensione interiore o la gran gioia di esistere che lo sostiene, la volontà di assoluto che lo muove. L’impegno psicofisico affrontato nella preparazione e nella messa a fuoco dell’opera non è mai scemato, proprio per quel rapporto evidente che c’è tra il pittore o lo scultore e l’osservatore. L’opera è una riflessione che tenta di formulare una risposta positiva ai continui e inquietanti interrogativi dell’attuale contemporaneità
Luigi Cola 2015
Altri eventi dell'inserzionista
III Biennale del libro d'artista
04/04/2015 - 18/04/2015
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Luigi Cola
Terza Biennale del libro d’artista
a cura di Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito
PAN Palazzo delle Arti Napoli
via Dei Mille 60, , Napoli
Inaugurazione: venerdì 3 aprile 2014 ore 17 - PAN - Palazzo delle Arti Napoli
Napoli come New York, al Pan di Napoli,
Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la III terza edizione della Biennale del libro d’artista
curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma.
Alla Kermesse, saranno ospiti oltre 250 “opere libro”. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Al centro dell’interesse sarà “l’opera libro”. Il libro d’artista è una vera è propria opera d’arte con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri oggetto
in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. E nzo Correnti
ed infine l’azione creativa “SEMIINAZIONE" se il seme non 'muore' non dà frutto."di Gino Sansone e Agnese Viviana Perrella. Luigi Cola è presente all'Evento con l'Opera dal titolo: "Poesia tra pareti elicoidali". Testo critico: Scintillanti orizzonti nella spirale dei moti delle cose. L’Idea è di un percorso creativo, articolato attraverso un sistema volutamente spiraliforme dal corpo elastico, atto a simboleggiare uno slancio verso l’alto e senza fine, con la velocità proporzionata all’energia di spinta, sprigionata per acuire nuovi scintillanti orizzonti. Di contro, la fase scendente della spirale, vuole essere metafora del ritorno in se dell’uomo, con la ritrovata consapevolezza del bisogno di amare. Nella fluttuante flessibilità del corpo metallico, pagine di storie s’intersecano con i loro alfabetismi. L’astante, può percepire in piena sinestesia la poetica intrisa all’opera: il non ritorno alle realtà vissute, per l’inesorabile trascorrere del tempo, spesso con brusche trasformazioni, nell’uomo e nel mondo e l’esistenza di un avviluppamento forte, di moti, non noti, delle cose, con i loro scintillanti orizzonti, da scoprire attraverso le azioni disvelanti nei raggi di luce.
Nel cromatismo nero della spirale erge il centro di controllo dell’opera in contrasto con le grafiche alfabetiche e le tavole colorate presenti nella parte interna cilindrica della spirale, dalle pareti elicoidali piene e vuote, concave e convesse, tra cui scintillanti “tagli di luce” trafilano e si dilatano geometricamente nello spazio cosmico. L’opera, ha in se un concepimento visivo che gli permette di offrire una visione d’insieme, il dinamico slancio plastico e continuo nello spazio e, una preminenza estetica, anche alla presenza del forte vincolo strutturale, la spirale, come in questo caso. In quest’opera, la gamma dei colori e la fantastica dose creativa rafforzano il corpus cromatico e, la struttura spiraliforme nella sua elasticità è un pieno di gioia ed energia positiva. L’opera, nel suo continuo divenire, vuole indicare il fluire delle cose, dal nulla all’essere. Esattamente questo è il miracolo che avviene nelle mani dell’artista! Dalle materie le forme prendono vita, come d’incanto, generate da linee a loro volta generanti codici visivi. Nell’opera, la verticalità è un’interrogazione interiore. Una preghiera, un’invocazione, una ricerca d’infinito, ancora, la verticalità nella ruotante leggerezza dell’avviluppamento delle spire elicoidali, vi è la visione di un ripetuto recupero di spazi dove trova la presenza un improvviso vuoto, un nuovo motivo d’ordine ritmico, che riscrive un’altra storia. L’insieme dei materiali usati consente di constatare come avviene la nascita e la crescita dell’opera, pittura o scultura, nell’artista e, soprattutto, la tensione interiore o la gran gioia di esistere che lo sostiene, la volontà di assoluto che lo muove. L’impegno psicofisico affrontato nella preparazione e nella messa a fuoco dell’opera non è mai scemato, proprio per quel rapporto evidente che c’è tra il pittore o lo scultore e l’osservatore. L’opera è una riflessione che tenta di formulare una risposta positiva ai continui e inquietanti interrogativi dell’attuale contemporaneità
Luigi Cola 2015
Eventi che potrebbero interessarti
MOSTRA “VISIONI INTROSPETTIVE: DAL PAESAGGIO AMATO AL SOGNO”, PERSONALE DEL PITTORE MARINO NAGRO
10/06/2017 - 10/07/2017
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
Sabato 10 giugno alle ore 18,00, presso l’Antica Drogheria Caberlotto, Via Manin 11, Padova, inaugurerà la mostra personale “Visioni introspettive: dal paesaggio amato al sogno” del pittore Marino Nagro.
Durante l’inaugurazione avrà luogo un concerto del musicista Roberto Giannelli.
A cura di Maria Palladino.
La pittura di Marino Nagro trae origine ed ispirazione dalla realtà del quotidiano, una realtà comunque meditata ed elaborata attraverso il filtro della sensibilità e dell’inconscio, della memoria, come della fantasia e di una cultura visiva da cui media modelli e tecniche di rappresentazione, rivisitati e fatti propri, rivissuti grazie all’abilità pratica e alla finezza significativa raggiunte in oltre un quarantennio di carriera artistica.
Elementi desunti dal mondo rinascimentale si sposano con motivi di stampo romantico, un senso della Natura soverchiante e annichilente nella sua maestosità, una Natura che comunque rimane sempre madre e si rispecchia nel paesaggio vissuto e profondamente sentito e amato della natìa Padova: il fiume Brenta e i Colli Euganei, come anche Chioggia e Venezia, vengono ritratti e trasfigurati attraverso un senso di atmosfericità trascolorante, che si richiama alla tradizione veneta come all’influsso dello sfumato leonardesco, il quale appare talvolta in alcuni scenari immaginari simili a quinte di sogno in contrasto ai solidi, volumetrici primi piani.
La concretezza plastica degli oggetti e delle figure nasce dalla lunga osservazione e dalla consuetudine della pittura dal vero, che sola permette all’artista di acquisire il senso delle forme, dei volumi e della prospettiva e da una familiarità col colore che da adito, grazie ad innumerevoli prove e stesure di velature e contrapposizioni ad ottenere quegli accordi che comunicano gli effetti desiderati e trasmettono agli occhi di chi osserva le sensazioni che l’artista ha voluto raffigurare.
Presenti in mostra, oltre ai dipinti di paesaggio, anche le nature morte e i nudi, dove ricordo e trasposizione immaginifica danno vita a soluzioni di grande ricercatezza e delicatezza ed alcune opere tratte dalle serie delle “teste di donna” che derivano spunti dall’antichità greco-romana, bizantina, etrusca, orientale e dal busto-ritratto rinascimentale, dalla cultura sudamericana e altresì da un sottile gusto surrealista per l’illusione visiva e il paradosso simbolico.
Il realismo nell’arte di Marino Nagro è sempre un linguaggio che viene trasformato e arricchito da una profondità introspettiva la quale rende possibile all’autore raggiungere una propria dimensione espressiva e quindi un proprio stile ben identificabile, sia nelle opere di stampo più prettamente veristico che in quelle di invenzione e che quindi fa in modo che sia ben individuabile e riconoscibile a prima vista il suo segno.
Si tratta ad ogni modo di una cifra stilistica non semplicisticamente indagabile in tutte le sue implicazioni di intimistica passione e dedizione per quanto costituisce da molti anni il suo mondo poetico e il suo sentire e a cui avvicinarsi con mente e cuore aperti al fine di carpirne quanto più possibile tutte le connessioni materiali e contenutistiche di raffinata elaborazione.
02.06.2017 Maria Palladino
Curriculum vitae di Marino Nagro
Marino Nagro, pittore padovano, attivo in campo artistico da oltre un trentennio, possiede una innata vocazione alla pittura, fin dai primi anni di età. Comincia a produrre in maniera assidua dagli anni Settanta, frequentando gruppi di artisti indipendenti e prendendo parte a studi di nudo, senza mai perdere la sua spontanea inclinazione per il paesaggio e l’osservazione diretta e meditata dell’elemento naturale, sempre trasfondendo in essa una particolare sensibilità visiva che lo porta alla creazione di un suo particolare universo immaginifico, soffuso di lirismo, fantasia e memoria.
Fra le esposizioni realizzate:
1975: mostra collettiva per l’inaugurazione della Galleria Fioretto, Padova;
1988: mostra personale al Circolo Artistico Città di Padova;
1999: mostra personale Pro Telethon presso la B.N.L. a Padova;
2007: mostra collettiva “L’altro volto della pittura” a Palazzo Moroni presso il Comune di Padova;
2010: mostra collettiva “Dialoghi nel colore” al Palazzo della Gran Guardia, del Comune di Padova;
2013: mostra personale “Paesaggi dell’anima” al Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo (PD);
2014: mostra personale “Ritorno al paesaggio” al Centro Culturale Altinate San Gaetano (PD);
2015: mostra personale " ????? ??? Panta rei" presso il Maaap – Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, ad Altichiero (PD).2015 - Personale " Fantasie Eclettiche", presso il Superflash Store Padova, della Cassa di Risparmio del Veneto, Padova
Molte opere si possono trovare presso collezioni private all'estero (Germania, Francia, U.S.A.)
La mostra resterà visitabile fino al 10 luglio. Orario di apertura: lunedì - sabato, 08,30 - 12,30, 15,30 - 19,30.
Ingresso libero.
Per
Indizi contemporanei
23/12/2020 - 30/01/2021
Padova (PD) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
Dopo l’interesse riscosso con la mostra personale di Giorgio Griffa, che ha inaugurato la sede veronese di Kromya Art Gallery, dal 23 dicembre 2020 al 30 gennaio 2021, negli spazi di via Oberdan n. 11c, sarà allestita la collettiva “Indizi contemporanei”, con opere di Marco Casentini, Fabrizio Corneli, Federico Ferrarini, Emanuela Fiorelli, Paola Pezzi, Alex Pinna, Paolo Radi e Paolo Scirpa.
L’esposizione ruota attorno ad una selezione di artisti nati negli anni Sessanta e Settanta, conosciuti ed apprezzati nel panorama italiano, ai quali si aggiungono le ricerche di due maestri della luce: Fabrizio Corneli e Paolo Scirpa.
In esposizione, le sculture in bronzo patinato di Alex Pinna, gli orditi di Emanuela Fiorelli che sondano e scandiscono gli spazi, le strutture essenziali e pulsanti di Paola Pezzi, le estroflessioni di Paolo Radi, i colori del mondo di Marco Casentini ed il prototipo di un progetto di Federico Ferrarini (realizzato in collaborazione con la scultrice italo americana Cristina Carusi) che segna l’inizio di un nuovo percorso attraverso la sperimentazione e la lavorazione del marmo.
Luci ed ombre sono, infine, protagoniste nelle installazioni di Fabrizio Corneli, che nascono da uno studio approfondito dell’ottica e della geometria, e nelle vibrazioni luminose di Paolo Scirpa, che ha fatto della luce la materia prima della sua ricerca.
La sede veronese di Kromya Art Gallery è aperta al pubblico da martedì a sabato con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.30. Nel rispetto della normativa vigente, gli accessi sono contingentati ed è richiesto l’uso di dispositivi di protezione individuale. Eventuali variazioni agli orari di apertura saranno tempestivamente comunicate sul sito web e sui social media della Galleria.
In contemporanea, la sede di Kromya Art Gallery a Lugano ospita la personale di Giovanni Campus, “Tempo in processo. Rapporti misure connessioni”, prorogata fino al 29 gennaio 2021.
Per informazioni e appuntamenti: T. +39 045 9788842, riccardo@kromyartgallery.com, info@kromyartgallery.com, www.kromyartgallery.com, www.instagram.com/kromya_art_gallery, www.facebook.com/Kromyartgallery.

Kromya Art Gallery nasce a Lugano nel maggio 2018. Accanto alla sede storica, diretta da Tecla Riva, nel novembre 2020 è stata inaugurata, con una mostra personale di Giorgio Griffa, una nuova sede a Verona, diretta da Riccardo Steccanella. L’attività espositiva è distinta nelle sezioni denominate “Camere” e “•YOUNG”. La prima si focalizza sui maestri degli anni Sessanta, con particolare attenzione dedicata a Pittura Analitica e Optical Art, ma anche ad artisti già affermati, in modo da poter offrire una visione personale e completa sugli ultimi sviluppi dell’arte contemporanea. La seconda è rivolta a giovani artisti emergenti, affinché possano essere introdotti ad un pubblico dinamico ed esperto. Kromya ha già proposto dieci mostre nella sezione “Camere”, inaugurando la galleria con “Le Geometrie della Luce”, la collettiva dedicata a tre grandi nomi dell’Op Art come Alberto Biasi, Hugo Demarco e Francisco Sobrino. La sezione “•YOUNG” ha visto il suo debutto nel maggio 2019 con la personale di Andreas Waldmeier, artista di Zurigo che ha trasformato la galleria in un ambiente pittorico complessivo. Oltre alla partecipazione a varie fiere d’arte nazionali ed internazionali (ultime delle quali Wopart 2020 ed ArtVerona Digital), Kromya Art Gallery ospita eventi artistici e culturali come presentazioni di libri, interviste con gli artisti e incontri con organizzazioni no-profit.