Accedi
Evento: III Biennale del libro d'artista
04/04/2015 - 18/04/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 04/04/2015 - 15:56 |
Luogo: | Napoli (NA) - Campania |
Data di inizio: | 04/04/2015 |
Data di fine | 18/04/2015 |
Descrizione
Terza Biennale del libro d’artista
a cura di Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito
PAN Palazzo delle Arti Napoli
via Dei Mille 60, , Napoli
Inaugurazione: venerdì 3 aprile 2014 ore 17 - PAN - Palazzo delle Arti Napoli
Napoli come New York, al Pan di Napoli,
Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la III terza edizione della Biennale del libro d’artista
curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma.
Alla Kermesse, saranno ospiti oltre 250 “opere libro”. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Al centro dell’interesse sarà “l’opera libro”. Il libro d’artista è una vera è propria opera d’arte con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri oggetto
in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. E nzo Correnti
ed infine l’azione creativa “SEMIINAZIONE" se il seme non 'muore' non dà frutto."di Gino Sansone e Agnese Viviana Perrella. Luigi Cola è presente all'Evento con l'Opera dal titolo: "Poesia tra pareti elicoidali". Testo critico: Scintillanti orizzonti nella spirale dei moti delle cose. L’Idea è di un percorso creativo, articolato attraverso un sistema volutamente spiraliforme dal corpo elastico, atto a simboleggiare uno slancio verso l’alto e senza fine, con la velocità proporzionata all’energia di spinta, sprigionata per acuire nuovi scintillanti orizzonti. Di contro, la fase scendente della spirale, vuole essere metafora del ritorno in se dell’uomo, con la ritrovata consapevolezza del bisogno di amare. Nella fluttuante flessibilità del corpo metallico, pagine di storie s’intersecano con i loro alfabetismi. L’astante, può percepire in piena sinestesia la poetica intrisa all’opera: il non ritorno alle realtà vissute, per l’inesorabile trascorrere del tempo, spesso con brusche trasformazioni, nell’uomo e nel mondo e l’esistenza di un avviluppamento forte, di moti, non noti, delle cose, con i loro scintillanti orizzonti, da scoprire attraverso le azioni disvelanti nei raggi di luce.
Nel cromatismo nero della spirale erge il centro di controllo dell’opera in contrasto con le grafiche alfabetiche e le tavole colorate presenti nella parte interna cilindrica della spirale, dalle pareti elicoidali piene e vuote, concave e convesse, tra cui scintillanti “tagli di luce” trafilano e si dilatano geometricamente nello spazio cosmico. L’opera, ha in se un concepimento visivo che gli permette di offrire una visione d’insieme, il dinamico slancio plastico e continuo nello spazio e, una preminenza estetica, anche alla presenza del forte vincolo strutturale, la spirale, come in questo caso. In quest’opera, la gamma dei colori e la fantastica dose creativa rafforzano il corpus cromatico e, la struttura spiraliforme nella sua elasticità è un pieno di gioia ed energia positiva. L’opera, nel suo continuo divenire, vuole indicare il fluire delle cose, dal nulla all’essere. Esattamente questo è il miracolo che avviene nelle mani dell’artista! Dalle materie le forme prendono vita, come d’incanto, generate da linee a loro volta generanti codici visivi. Nell’opera, la verticalità è un’interrogazione interiore. Una preghiera, un’invocazione, una ricerca d’infinito, ancora, la verticalità nella ruotante leggerezza dell’avviluppamento delle spire elicoidali, vi è la visione di un ripetuto recupero di spazi dove trova la presenza un improvviso vuoto, un nuovo motivo d’ordine ritmico, che riscrive un’altra storia. L’insieme dei materiali usati consente di constatare come avviene la nascita e la crescita dell’opera, pittura o scultura, nell’artista e, soprattutto, la tensione interiore o la gran gioia di esistere che lo sostiene, la volontà di assoluto che lo muove. L’impegno psicofisico affrontato nella preparazione e nella messa a fuoco dell’opera non è mai scemato, proprio per quel rapporto evidente che c’è tra il pittore o lo scultore e l’osservatore. L’opera è una riflessione che tenta di formulare una risposta positiva ai continui e inquietanti interrogativi dell’attuale contemporaneità
Luigi Cola 2015
a cura di Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito
PAN Palazzo delle Arti Napoli
via Dei Mille 60, , Napoli
Inaugurazione: venerdì 3 aprile 2014 ore 17 - PAN - Palazzo delle Arti Napoli
Napoli come New York, al Pan di Napoli,
Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la III terza edizione della Biennale del libro d’artista
curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma.
Alla Kermesse, saranno ospiti oltre 250 “opere libro”. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Al centro dell’interesse sarà “l’opera libro”. Il libro d’artista è una vera è propria opera d’arte con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri oggetto
in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. E nzo Correnti
ed infine l’azione creativa “SEMIINAZIONE" se il seme non 'muore' non dà frutto."di Gino Sansone e Agnese Viviana Perrella. Luigi Cola è presente all'Evento con l'Opera dal titolo: "Poesia tra pareti elicoidali". Testo critico: Scintillanti orizzonti nella spirale dei moti delle cose. L’Idea è di un percorso creativo, articolato attraverso un sistema volutamente spiraliforme dal corpo elastico, atto a simboleggiare uno slancio verso l’alto e senza fine, con la velocità proporzionata all’energia di spinta, sprigionata per acuire nuovi scintillanti orizzonti. Di contro, la fase scendente della spirale, vuole essere metafora del ritorno in se dell’uomo, con la ritrovata consapevolezza del bisogno di amare. Nella fluttuante flessibilità del corpo metallico, pagine di storie s’intersecano con i loro alfabetismi. L’astante, può percepire in piena sinestesia la poetica intrisa all’opera: il non ritorno alle realtà vissute, per l’inesorabile trascorrere del tempo, spesso con brusche trasformazioni, nell’uomo e nel mondo e l’esistenza di un avviluppamento forte, di moti, non noti, delle cose, con i loro scintillanti orizzonti, da scoprire attraverso le azioni disvelanti nei raggi di luce.
Nel cromatismo nero della spirale erge il centro di controllo dell’opera in contrasto con le grafiche alfabetiche e le tavole colorate presenti nella parte interna cilindrica della spirale, dalle pareti elicoidali piene e vuote, concave e convesse, tra cui scintillanti “tagli di luce” trafilano e si dilatano geometricamente nello spazio cosmico. L’opera, ha in se un concepimento visivo che gli permette di offrire una visione d’insieme, il dinamico slancio plastico e continuo nello spazio e, una preminenza estetica, anche alla presenza del forte vincolo strutturale, la spirale, come in questo caso. In quest’opera, la gamma dei colori e la fantastica dose creativa rafforzano il corpus cromatico e, la struttura spiraliforme nella sua elasticità è un pieno di gioia ed energia positiva. L’opera, nel suo continuo divenire, vuole indicare il fluire delle cose, dal nulla all’essere. Esattamente questo è il miracolo che avviene nelle mani dell’artista! Dalle materie le forme prendono vita, come d’incanto, generate da linee a loro volta generanti codici visivi. Nell’opera, la verticalità è un’interrogazione interiore. Una preghiera, un’invocazione, una ricerca d’infinito, ancora, la verticalità nella ruotante leggerezza dell’avviluppamento delle spire elicoidali, vi è la visione di un ripetuto recupero di spazi dove trova la presenza un improvviso vuoto, un nuovo motivo d’ordine ritmico, che riscrive un’altra storia. L’insieme dei materiali usati consente di constatare come avviene la nascita e la crescita dell’opera, pittura o scultura, nell’artista e, soprattutto, la tensione interiore o la gran gioia di esistere che lo sostiene, la volontà di assoluto che lo muove. L’impegno psicofisico affrontato nella preparazione e nella messa a fuoco dell’opera non è mai scemato, proprio per quel rapporto evidente che c’è tra il pittore o lo scultore e l’osservatore. L’opera è una riflessione che tenta di formulare una risposta positiva ai continui e inquietanti interrogativi dell’attuale contemporaneità
Luigi Cola 2015
Altri eventi dell'inserzionista
III Biennale del libro d'artista
04/04/2015 - 18/04/2015
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Luigi Cola
Terza Biennale del libro d’artista
a cura di Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito
PAN Palazzo delle Arti Napoli
via Dei Mille 60, , Napoli
Inaugurazione: venerdì 3 aprile 2014 ore 17 - PAN - Palazzo delle Arti Napoli
Napoli come New York, al Pan di Napoli,
Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la III terza edizione della Biennale del libro d’artista
curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma.
Alla Kermesse, saranno ospiti oltre 250 “opere libro”. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Al centro dell’interesse sarà “l’opera libro”. Il libro d’artista è una vera è propria opera d’arte con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri oggetto
in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. E nzo Correnti
ed infine l’azione creativa “SEMIINAZIONE" se il seme non 'muore' non dà frutto."di Gino Sansone e Agnese Viviana Perrella. Luigi Cola è presente all'Evento con l'Opera dal titolo: "Poesia tra pareti elicoidali". Testo critico: Scintillanti orizzonti nella spirale dei moti delle cose. L’Idea è di un percorso creativo, articolato attraverso un sistema volutamente spiraliforme dal corpo elastico, atto a simboleggiare uno slancio verso l’alto e senza fine, con la velocità proporzionata all’energia di spinta, sprigionata per acuire nuovi scintillanti orizzonti. Di contro, la fase scendente della spirale, vuole essere metafora del ritorno in se dell’uomo, con la ritrovata consapevolezza del bisogno di amare. Nella fluttuante flessibilità del corpo metallico, pagine di storie s’intersecano con i loro alfabetismi. L’astante, può percepire in piena sinestesia la poetica intrisa all’opera: il non ritorno alle realtà vissute, per l’inesorabile trascorrere del tempo, spesso con brusche trasformazioni, nell’uomo e nel mondo e l’esistenza di un avviluppamento forte, di moti, non noti, delle cose, con i loro scintillanti orizzonti, da scoprire attraverso le azioni disvelanti nei raggi di luce.
Nel cromatismo nero della spirale erge il centro di controllo dell’opera in contrasto con le grafiche alfabetiche e le tavole colorate presenti nella parte interna cilindrica della spirale, dalle pareti elicoidali piene e vuote, concave e convesse, tra cui scintillanti “tagli di luce” trafilano e si dilatano geometricamente nello spazio cosmico. L’opera, ha in se un concepimento visivo che gli permette di offrire una visione d’insieme, il dinamico slancio plastico e continuo nello spazio e, una preminenza estetica, anche alla presenza del forte vincolo strutturale, la spirale, come in questo caso. In quest’opera, la gamma dei colori e la fantastica dose creativa rafforzano il corpus cromatico e, la struttura spiraliforme nella sua elasticità è un pieno di gioia ed energia positiva. L’opera, nel suo continuo divenire, vuole indicare il fluire delle cose, dal nulla all’essere. Esattamente questo è il miracolo che avviene nelle mani dell’artista! Dalle materie le forme prendono vita, come d’incanto, generate da linee a loro volta generanti codici visivi. Nell’opera, la verticalità è un’interrogazione interiore. Una preghiera, un’invocazione, una ricerca d’infinito, ancora, la verticalità nella ruotante leggerezza dell’avviluppamento delle spire elicoidali, vi è la visione di un ripetuto recupero di spazi dove trova la presenza un improvviso vuoto, un nuovo motivo d’ordine ritmico, che riscrive un’altra storia. L’insieme dei materiali usati consente di constatare come avviene la nascita e la crescita dell’opera, pittura o scultura, nell’artista e, soprattutto, la tensione interiore o la gran gioia di esistere che lo sostiene, la volontà di assoluto che lo muove. L’impegno psicofisico affrontato nella preparazione e nella messa a fuoco dell’opera non è mai scemato, proprio per quel rapporto evidente che c’è tra il pittore o lo scultore e l’osservatore. L’opera è una riflessione che tenta di formulare una risposta positiva ai continui e inquietanti interrogativi dell’attuale contemporaneità
Luigi Cola 2015
a cura di Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito
PAN Palazzo delle Arti Napoli
via Dei Mille 60, , Napoli
Inaugurazione: venerdì 3 aprile 2014 ore 17 - PAN - Palazzo delle Arti Napoli
Napoli come New York, al Pan di Napoli,
Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la III terza edizione della Biennale del libro d’artista
curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma.
Alla Kermesse, saranno ospiti oltre 250 “opere libro”. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Al centro dell’interesse sarà “l’opera libro”. Il libro d’artista è una vera è propria opera d’arte con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri oggetto
in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. E nzo Correnti
ed infine l’azione creativa “SEMIINAZIONE" se il seme non 'muore' non dà frutto."di Gino Sansone e Agnese Viviana Perrella. Luigi Cola è presente all'Evento con l'Opera dal titolo: "Poesia tra pareti elicoidali". Testo critico: Scintillanti orizzonti nella spirale dei moti delle cose. L’Idea è di un percorso creativo, articolato attraverso un sistema volutamente spiraliforme dal corpo elastico, atto a simboleggiare uno slancio verso l’alto e senza fine, con la velocità proporzionata all’energia di spinta, sprigionata per acuire nuovi scintillanti orizzonti. Di contro, la fase scendente della spirale, vuole essere metafora del ritorno in se dell’uomo, con la ritrovata consapevolezza del bisogno di amare. Nella fluttuante flessibilità del corpo metallico, pagine di storie s’intersecano con i loro alfabetismi. L’astante, può percepire in piena sinestesia la poetica intrisa all’opera: il non ritorno alle realtà vissute, per l’inesorabile trascorrere del tempo, spesso con brusche trasformazioni, nell’uomo e nel mondo e l’esistenza di un avviluppamento forte, di moti, non noti, delle cose, con i loro scintillanti orizzonti, da scoprire attraverso le azioni disvelanti nei raggi di luce.
Nel cromatismo nero della spirale erge il centro di controllo dell’opera in contrasto con le grafiche alfabetiche e le tavole colorate presenti nella parte interna cilindrica della spirale, dalle pareti elicoidali piene e vuote, concave e convesse, tra cui scintillanti “tagli di luce” trafilano e si dilatano geometricamente nello spazio cosmico. L’opera, ha in se un concepimento visivo che gli permette di offrire una visione d’insieme, il dinamico slancio plastico e continuo nello spazio e, una preminenza estetica, anche alla presenza del forte vincolo strutturale, la spirale, come in questo caso. In quest’opera, la gamma dei colori e la fantastica dose creativa rafforzano il corpus cromatico e, la struttura spiraliforme nella sua elasticità è un pieno di gioia ed energia positiva. L’opera, nel suo continuo divenire, vuole indicare il fluire delle cose, dal nulla all’essere. Esattamente questo è il miracolo che avviene nelle mani dell’artista! Dalle materie le forme prendono vita, come d’incanto, generate da linee a loro volta generanti codici visivi. Nell’opera, la verticalità è un’interrogazione interiore. Una preghiera, un’invocazione, una ricerca d’infinito, ancora, la verticalità nella ruotante leggerezza dell’avviluppamento delle spire elicoidali, vi è la visione di un ripetuto recupero di spazi dove trova la presenza un improvviso vuoto, un nuovo motivo d’ordine ritmico, che riscrive un’altra storia. L’insieme dei materiali usati consente di constatare come avviene la nascita e la crescita dell’opera, pittura o scultura, nell’artista e, soprattutto, la tensione interiore o la gran gioia di esistere che lo sostiene, la volontà di assoluto che lo muove. L’impegno psicofisico affrontato nella preparazione e nella messa a fuoco dell’opera non è mai scemato, proprio per quel rapporto evidente che c’è tra il pittore o lo scultore e l’osservatore. L’opera è una riflessione che tenta di formulare una risposta positiva ai continui e inquietanti interrogativi dell’attuale contemporaneità
Luigi Cola 2015
Eventi che potrebbero interessarti
Massimiliano Galliani, LSDT - Le Strade del Tempo
02/10/2015 - 01/11/2015
Napoli (NA) - Campania
Inserito da CSArt Serri
Dalla “Gioconda” di Leonardo Da Vinci, un progetto di Massimiliano Galliani per ripercorrere “Le Strade Del Tempo”.
Dopo la preview allo Spazioborgogno di Milano, la mostra “LSDT – Le Strade Del Tempo”, a cura di Alberto Zanchetta, approda, dal 3 ottobre al 1 novembre 2015, negli spazi ottocenteschi della Sinagoga di Reggio Emilia (Via dell’Aquila, 3/a).
Realizzata in collaborazione con Comune di Reggio Emilia – Musei Civici, la personale sarà inaugurata venerdì 2 ottobre alle ore 18.00, con una performance musicale di Erich Galliani (chitarra).
In esposizione, una selezione di opere pittoriche che riproducono le screpolature formatesi nel tempo sul capolavoro del Louvre. Affascinato dalla casualità delle linee, l’artista ha deciso di esplorare questo intrico di strade attraverso percorsi tecnici che gli hanno consentito di avvalersi di differenti supporti e materiali, dalla pittura ad olio alla foglia d’oro, dal vetro opaco alla polvere di marmo. A seconda della distanza con cui fruisce l’opera, lo spettatore può passare agilmente da un’esplicita figurazione (gli occhi di Monna Lisa) ad una lirica astrazione (le linee involontarie cagionate dal Craquelè).
Come scrive il curatore, «Il volto umano è segnato dalle rughe, che sono i segni del tempo, dell’esperienza, della vita trascorsa. Anche i ritratti – che la storia dell’arte ci ha tramandato in effigie – recano le tracce di questa “fatica d’esistere”; volti d’uomini e donne che sembrano aver visto tutto e di tutto, come fossero i testimoni di un passato che si riversa nel presente».
«Percorrere le strade del tempo nel campo dell’arte – conclude Massimiliano Galliani – rende sempre più acuta la curiosità nel portare alla luce i percorsi più affascinanti».
L’esposizione, che partecipa all’undicesima edizione della “Giornata del Contemporaneo” promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, è visitabile da venerdì a domenica con orario 10.30-12.30 e 16.00-19.30. Ingresso libero. Catalogo a tiratura limitata con testo di Alberto Zanchetta. Per informazioni: Musei Civici Reggio Emilia (tel. 0522 456477, musei@municipio.re.it, www.musei.re.it).
Dopo la preview allo Spazioborgogno di Milano, la mostra “LSDT – Le Strade Del Tempo”, a cura di Alberto Zanchetta, approda, dal 3 ottobre al 1 novembre 2015, negli spazi ottocenteschi della Sinagoga di Reggio Emilia (Via dell’Aquila, 3/a).
Realizzata in collaborazione con Comune di Reggio Emilia – Musei Civici, la personale sarà inaugurata venerdì 2 ottobre alle ore 18.00, con una performance musicale di Erich Galliani (chitarra).
In esposizione, una selezione di opere pittoriche che riproducono le screpolature formatesi nel tempo sul capolavoro del Louvre. Affascinato dalla casualità delle linee, l’artista ha deciso di esplorare questo intrico di strade attraverso percorsi tecnici che gli hanno consentito di avvalersi di differenti supporti e materiali, dalla pittura ad olio alla foglia d’oro, dal vetro opaco alla polvere di marmo. A seconda della distanza con cui fruisce l’opera, lo spettatore può passare agilmente da un’esplicita figurazione (gli occhi di Monna Lisa) ad una lirica astrazione (le linee involontarie cagionate dal Craquelè).
Come scrive il curatore, «Il volto umano è segnato dalle rughe, che sono i segni del tempo, dell’esperienza, della vita trascorsa. Anche i ritratti – che la storia dell’arte ci ha tramandato in effigie – recano le tracce di questa “fatica d’esistere”; volti d’uomini e donne che sembrano aver visto tutto e di tutto, come fossero i testimoni di un passato che si riversa nel presente».
«Percorrere le strade del tempo nel campo dell’arte – conclude Massimiliano Galliani – rende sempre più acuta la curiosità nel portare alla luce i percorsi più affascinanti».
L’esposizione, che partecipa all’undicesima edizione della “Giornata del Contemporaneo” promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, è visitabile da venerdì a domenica con orario 10.30-12.30 e 16.00-19.30. Ingresso libero. Catalogo a tiratura limitata con testo di Alberto Zanchetta. Per informazioni: Musei Civici Reggio Emilia (tel. 0522 456477, musei@municipio.re.it, www.musei.re.it).
Natura
27/11/2016 - 14/01/2017
Napoli (NA) - Campania
Inserito da CSArt Serri
«È nel cuore dell’uomo che la vita dello spettacolo della natura esiste; per riuscire a vederlo, bisogna sentirlo». Dalla celebre frase di Jean-Jacques Rousseau, tre mostre sul tema della “Natura”, curate da Luigi Borettini alla Cantina Albinea Canali (Via Tassoni 213, Reggio Emilia) dal 27 novembre 2016 al 14 gennaio 2017.
Realizzato con il patrocinio del Comune di Albinea (RE), il progetto sarà inaugurato domenica 27 novembre alle ore 16.00. Saranno presenti, oltre agli artisti invitati, Luigi Borettini (curatore), Stefano Colli (Event Manager Cantina Albinea Canali), Angela Lazzaretti (Radium Artis Galleria d’Arte), Roberta Mori (Consigliere regionale Emilia Romagna), Federica Franceschini (Presidente della Commissione Scuola, attività ed istituzioni culturali, sport e tempo libero del Comune di Reggio Emilia) ed altri rappresentanti delle Istituzioni.
All’interno della Cantina Albinea Canali saranno allestite tre esposizioni: nella Sala Cavalieri, una personale del pittore piacentino Gianfranco Asveri, promossa e realizzata in collaborazione con Radium Artis Galleria d’Arte; nella Sala Ottocento, una collettiva con opere pittoriche degli artisti reggiani Luigi Camellini, Sara Giuberti, Stefano Grasselli, Giovanna Magnani, Rodolfo Pisi, Fabio Rota, Romano Salami; nel Salone delle Capriate, le ricerche fotografiche di Giovanni Badodi, Naide Bigliardi, Giuseppe Maria Codazzi, Marcello Grassi, Corrado Moscardini, Fabio Vezzani.
L’esposizione di Gianfranco Asveri raccoglie una quindicina di dipinti a tecnica mista su tela di recente produzione. «Un universo fantastico – scrive Luigi Borettini – in cui il visitatore ritorna alla sua prima infanzia, dove tutto è visto con occhi ingenui ma sinceri. La materia che stende sulla tela dai colori vivi non è casuale ma è ponderata, i segni che incide sono tutti calcolati e come note musicali vanno a comporre una melodia avvolgente. Gianfranco Asveri è un artista che permette quotidianamente al suo Io di esprimersi sulla tela, riuscendo a trasmettere, con le sue opere, poesia pura per la natura e per la vita».
Il tema della “Natura” è declinato in pittura nella Sala Ottocento. Dai paesaggi primitivi di Luigi Camellini agli acquerelli trasparenti e luminosi di Sara Giuberti, dalla natura matrigna di Stefano Grasselli, che nasconde insidie, alla natura madre di Giovanna Magnani, morbida e avvolgente, dalle tentazioni informali di Rodolfo Pisi alle contaminazioni tra fotografia e pittura di Fabio Rota, sino ai paesaggi lirici di Romano Salami che rivelano sottili vibrazioni.
Il Salone delle Capriate accoglie la sezione dedicata alla fotografia con opere di grande formato alternate a composizioni modulari. Dai paesaggi collinari di Giovanni Badodi, maestro della luce, alle ombre di Naide Bigliardi, dal reportage di Giuseppe Maria Codazzi, dedicato al Madagascar e ai tanti volti della natura umana, all’eterna germinazione della memoria nei bianchi e neri di Marcello Grassi, dalle immagini d’acqua e di luce di Corrado Moscardini alle immagini fortemente contrastate di Fabio Vezzani che offrono una lettura gotica del paesaggio emiliano.
Una sessantina di dipinti e fotografie tra dialoghi inattesi, assonanze e rimandi.
Domenica 27 novembre, alle ore 16.00, si terranno vernissage e rinfresco. A seguire, spettacolo teatrale della Compagnia Dialettale Teatro Nuovo di Scandiano, intitolato “Bim bam bum... somm ‘na màsa ed campanoun” (Autore/regia Rina Mareggini e Silvio Morini). La serata si concluderà con una degustazione a buffet al costo di € 15,00.
Le mostre saranno visitabili fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00. Ingresso libero. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522 569505, canali@riunite.it, scolli@riunite.it. Nel periodo espositivo si terranno diversi incontri e spettacoli. Il programma completo sarà visibile sulla pagina facebook della Cantina www.facebook/albineacanali.
Situata sulla principale strada di collegamento tra Reggio Emilia ed Albinea, la Cantina Albinea Canali nasce nel 1936 riunendo diversi vignaioli del Lambrusco e dell’Ancellotta e arrivando a contare, negli anni successivi, centosettanta conferenti. La Cantina Albinea Canali raccoglie le uve di un ristretto bacino, in una delle aree di maggior pregio, sotto il profilo dei suoli e del clima, dell’intera provincia reggiana. Dopo un accurato intervento di restauro conservativo, la sede affianca oggi alla produzione di vini di qualità anche una vasta gamma di servizi al pubblico, tra cui l’enoteca, la sala degustazione ed il Centro Convegni Albinea Canali, con sette ambienti, dotati di moderni impianti tecnologici, ideali per ospitare meeting e grandi eventi.
Realizzato con il patrocinio del Comune di Albinea (RE), il progetto sarà inaugurato domenica 27 novembre alle ore 16.00. Saranno presenti, oltre agli artisti invitati, Luigi Borettini (curatore), Stefano Colli (Event Manager Cantina Albinea Canali), Angela Lazzaretti (Radium Artis Galleria d’Arte), Roberta Mori (Consigliere regionale Emilia Romagna), Federica Franceschini (Presidente della Commissione Scuola, attività ed istituzioni culturali, sport e tempo libero del Comune di Reggio Emilia) ed altri rappresentanti delle Istituzioni.
All’interno della Cantina Albinea Canali saranno allestite tre esposizioni: nella Sala Cavalieri, una personale del pittore piacentino Gianfranco Asveri, promossa e realizzata in collaborazione con Radium Artis Galleria d’Arte; nella Sala Ottocento, una collettiva con opere pittoriche degli artisti reggiani Luigi Camellini, Sara Giuberti, Stefano Grasselli, Giovanna Magnani, Rodolfo Pisi, Fabio Rota, Romano Salami; nel Salone delle Capriate, le ricerche fotografiche di Giovanni Badodi, Naide Bigliardi, Giuseppe Maria Codazzi, Marcello Grassi, Corrado Moscardini, Fabio Vezzani.
L’esposizione di Gianfranco Asveri raccoglie una quindicina di dipinti a tecnica mista su tela di recente produzione. «Un universo fantastico – scrive Luigi Borettini – in cui il visitatore ritorna alla sua prima infanzia, dove tutto è visto con occhi ingenui ma sinceri. La materia che stende sulla tela dai colori vivi non è casuale ma è ponderata, i segni che incide sono tutti calcolati e come note musicali vanno a comporre una melodia avvolgente. Gianfranco Asveri è un artista che permette quotidianamente al suo Io di esprimersi sulla tela, riuscendo a trasmettere, con le sue opere, poesia pura per la natura e per la vita».
Il tema della “Natura” è declinato in pittura nella Sala Ottocento. Dai paesaggi primitivi di Luigi Camellini agli acquerelli trasparenti e luminosi di Sara Giuberti, dalla natura matrigna di Stefano Grasselli, che nasconde insidie, alla natura madre di Giovanna Magnani, morbida e avvolgente, dalle tentazioni informali di Rodolfo Pisi alle contaminazioni tra fotografia e pittura di Fabio Rota, sino ai paesaggi lirici di Romano Salami che rivelano sottili vibrazioni.
Il Salone delle Capriate accoglie la sezione dedicata alla fotografia con opere di grande formato alternate a composizioni modulari. Dai paesaggi collinari di Giovanni Badodi, maestro della luce, alle ombre di Naide Bigliardi, dal reportage di Giuseppe Maria Codazzi, dedicato al Madagascar e ai tanti volti della natura umana, all’eterna germinazione della memoria nei bianchi e neri di Marcello Grassi, dalle immagini d’acqua e di luce di Corrado Moscardini alle immagini fortemente contrastate di Fabio Vezzani che offrono una lettura gotica del paesaggio emiliano.
Una sessantina di dipinti e fotografie tra dialoghi inattesi, assonanze e rimandi.
Domenica 27 novembre, alle ore 16.00, si terranno vernissage e rinfresco. A seguire, spettacolo teatrale della Compagnia Dialettale Teatro Nuovo di Scandiano, intitolato “Bim bam bum... somm ‘na màsa ed campanoun” (Autore/regia Rina Mareggini e Silvio Morini). La serata si concluderà con una degustazione a buffet al costo di € 15,00.
Le mostre saranno visitabili fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00. Ingresso libero. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522 569505, canali@riunite.it, scolli@riunite.it. Nel periodo espositivo si terranno diversi incontri e spettacoli. Il programma completo sarà visibile sulla pagina facebook della Cantina www.facebook/albineacanali.
Situata sulla principale strada di collegamento tra Reggio Emilia ed Albinea, la Cantina Albinea Canali nasce nel 1936 riunendo diversi vignaioli del Lambrusco e dell’Ancellotta e arrivando a contare, negli anni successivi, centosettanta conferenti. La Cantina Albinea Canali raccoglie le uve di un ristretto bacino, in una delle aree di maggior pregio, sotto il profilo dei suoli e del clima, dell’intera provincia reggiana. Dopo un accurato intervento di restauro conservativo, la sede affianca oggi alla produzione di vini di qualità anche una vasta gamma di servizi al pubblico, tra cui l’enoteca, la sala degustazione ed il Centro Convegni Albinea Canali, con sette ambienti, dotati di moderni impianti tecnologici, ideali per ospitare meeting e grandi eventi.