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Evento: INFINITY LOVE di OMAR RONDA
16/10/2015 - 16/10/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 03/10/2015 - 18:17 |
Luogo: | Vicenza (VI) - Veneto |
Data di inizio: | 16/10/2015 |
Data di fine | 16/10/2015 |
Descrizione
Mostra “Infinity Love”
OMAR RONDA
Dal 16 ottobre al 16 novembre 2015
a cura di Elisa Schiesari e Galleria Berga team
Luogo: sala de “Il Bacio” - Castello di Giulietta – via Montecchio Maggiore (Vi) e Galleria Berga - Contrà Porton del Luzzo, 16 - Vicenza - www.galleriaberga.it - info@galleriaberga.it - tel 0444235194
Orari: Castello: da lunedì a domenica dalle ore 10:00 alle 22:00 - giorno di chiusura: giovedì e Galleria Berga: da martedì a venerdì 16:30 - 19:30 (la mattina si riceve su appuntamento)
Galleria Berga promuove una nuova mostra di Omar Ronda, artista internazionale con cui la galleria collabora ormai da tempo. Dopo la recente mostra “Un Fiore Bianco” in cui l'artista ha eccezionalmente esposto l'opera “Desert Storm – Guerra del Golfo”, ritirata dal Padiglione Costa Rica della Biennale di Venezia ancora in corso, Ronda elabora una serie di opere del tutto inedita ispirata ad uno dei più noti romanzi d'amore, quello di Giulietta e Romeo. Dopo aver reso immortali nei sui “Frozen” icone del Bello come Marylin Monroe, Simonetta Vespucci e tante altre, ora è la volta della bella Giulietta, da cui il Castello di Montecchio che ospita la mostra, prende il nome. Pochi sanno, infatti, che la vicenda dei due amanti veronesi venne cantata per la prima volta da un letterato vicentino, Luigi da Porto, che durante il periodo della stesura della novella soggiornò non lontano da Montecchio, venendo colpito dalla visione dei due castelli arroccati, che pare si fronteggino. I due Castelli di Montecchio conservano perciò nel loro nome memoria di un fatto storico che non tutti conoscono.
La serie “Infinity Love” si allinea nel trattamento della materia plastica alle opere “Frozen”. L'artista considera nella sua poetica che la plastica abbia un'origine naturale, in quanto derivante dal petrolio, materia risultante dalla stratificazione e sedimentazione di organismi vegetali ed animali. Con il processo di “congelamento”, di qui la traduzione inglese “Frozen”, l'artista si appropria di fotografie di donne, slegandole dal modo e dall'epoca che le ha viste protagoniste, riportandole alla loro unicità umana, spogliate di ogni ruolo e vivificate per l'eternità dalla forma plastica.
Arricchiranno e renderanno ancora più suggestiva l'atmosfera le fantastiche ed ingannevoli 'Kimere' , le affascinanti creature realizzate da Omar Ronda, che invitano lo spettatore a perdersi in un mondo incantato e fuggevole.
OMAR RONDA
Omar Ronda nasce a Portula (Biella, Italia) l'11 settembre 1947. Nel 1967 conosce Gian Enzo Sperone e Lucio Amelio e con loro organizza una serie di grandi mostre dei maggiori esponenti dell'arte povera e della transavanguardia. Nel 1973-74 trascorre un intero anno a New York, dove conosce Leo Castelli e Ileana Sonnabend,e tramite loro Rauschenberg, Warhol, Dine, Wesselmann, Twombly, Lichtenstein, Indiana, Oldenburg, fino ai minimalisti Sol LeWitt, Carl Andre, Bob Morris e altri. In seguito conosce e frequenta Basquiat e Keith Haring, con il quale stringe un rapporto di vera amicizia.
Collabora con Giorgio Marconi a Milano e con Lucrezia De Domizio Durini a Pescara,e con lei organizza alcune conferenze e mostre di Joseph Beuys.
Nel 1990-91 realizza installazioni estreme sulla vetta del Monte Bianco e nelle grotte di Is Zuddas in Sardegna e vive sei giorni e sei notti in una piramide vegetale sotto il reattore del cracking catalitico nella raffineria Saras Petroli. Nel 1993 fonda un gruppo con altri artisti e organizza mostre e installazioni utilizzando animali in plastica: Epocale a Milano nel 1993, a cura di Tommaso Trini e Luca Beatrice, evidenzia l'intenzione di Ronda di cambiare radicalmente la storia dell'arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale.
Seguono centinaia di mostre, eventi e pubblicazioni che danno a Ronda una notorietà internazionale: 1994, installazioni nel Chiostro del Brunelleschi in Santa Maria degli Angeli, Firenze e alla Mole Vanvitelliana, Ancona; 1996 Mille delfini a Milano, con l'assessore alla cultura Philippe Daverio; 1998, mostre a La Posteria di Milano e alla Galleria Pananti di Firenze; 1999 Galleria Pananti, Firenze; 2001, Biennale di Venezia, su invito del curatore Harald Szeemann; 2002, inaugurazione del Centro Studi e Documentazione, Biella, e Denaro e valori, Bienne (Svizzera), a cura di H. Szeemann; 2003, Triennale d'arte del Belgio, Beaufort, a cura di W. van den Bussche, K. Bussmann, R. Fuchs, J.-H. Martin; Plastica d'artista, Museo della Scienza e della Tecnica, Milano, a cura di T. Trini; 2004, Arte Stupefacente, a cura di Ph. Daverio, Edizioni Mazzotta; 2005, Sul filo della lana, Biella, a cura di Ph. Daverio; mostra al Museo di Santa Apollonia in occasione della Biennale di Venezia, catalogo a cura di M. Corgnati e E Forin, Edizioni Mazzotta, poi a Palazzo Collicola di Spoleto, alla Fondazione Stelline e alla Galleria Cavaciuti di Milano; 2006, UFO Gallery, Ostenda; 2007, Soma Museum, Seoul; Chiostro del Bramante, Roma; Tornabuoni Arte, F
Altri eventi dell'inserzionista
Gustavo Boldrini, "Specchio del suo tempo"
13/12/2014 - 13/01/2015
Vicenza (VI) - Veneto
Inserito da galleria berga
Mostra retrospettiva del pittore Gustavo Boldrini
"Specchio del suo tempo"
Dal 13 dicembre 2014
Inaugurazione: sabato 13 dicembre ore 18,00
Contrà Porton del Luzzo, 16 -Vicenza – www.galleriaberga.it – info@galleriaberga.it
Orari: dal martedì al sabato ore 10:00 – 13:00, 16:00 – 19:30
“Specchio del suo tempo” intende essere una mostra retrospettiva e una rivisitazione della personalità artistica e dell'opera di Gustavo Boldrini, pittore veneziano di origine, cosmopolita per vocazione e per spirito di conoscenza, la cui esistenza e la cui esperienza pittorica si collocano in un periodo particolare – dagli anni '40 agli '80 del '900 - denso di avvenimenti artistici, culturali e di rivolgimenti storici che lasceranno una forte, significativa impronta sulla sua produzione e sulle sue vicende ed influenze personali e culturali.
Nel corso della sua vita Boldrini compie numerosi viaggi e spostamenti, sia in Italia che all'estero: in Germania, Svizzera, Olanda, Francia, che gli regalano una consapevolezza e una visione d'insieme unica, la quale si traduce in un lirismo attento agli effetti atmosferici del colore e ad una incisività del segno, talora materico e corposo, talora lineare e comunque sintetico e massimamente espressivo, il quale traspone in forme originali e immediatamente identificabili gli oggetti e i luoghi, vissuti e amati.
Gustavo Boldrini è un artista da conoscere, indagare e scoprire in ogni sua particolarità, per poter ricevere e apprendere gli innumerevoli insegnamenti e spunti di riflessione che egli ci ha lasciato: sul suo tempo, sul trascorrere degli eventi umani e sulla sua esperienza d'artista, così coerente, totalizzante ed estremizzante, che non smette d'incantarci.
Gustavo Boldrini
(Gustavo Boldrin, Venezia 1927 – Salsomaggiore 1987)
Si forma presso l'Istituto d'Arte e poi presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia: fra i suoi maestri ed estimatori Felice Carena, Aldo Bergamini, Virgilio Guidi e Bruno Saetti. Di questi gli ultimi due lo introdurranno nel contesto esclusivo di Palazzo Carminati, luogo di vita e di studio per i giovani talenti.
Negli stessi anni stringe amicizia con Bepi Longo e Giovanni Pontini, ma anche con Raoul Schultz, Angelo Caramel, Bruno Colussi, Girolamo De Stefani. Evidente nelle prime opere la corrispondenza intellettuale con Carlo Hollesch.
Dal '47 iniziano i suoi viaggi in Europa, alla scoperta e alla ricerca di un confronto con i grandi maestri: dapprima in Germania, dove entra a contatto con la pittura del “Bauhaus” e della “Brucke” e scopre una particolare affinità con l'opera di Oskar Kokoschka.
Partecipa a premi ed esposizioni all'estero e dal '51 espone presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, con cui continuerà a mantenere i contatti nel corso degli anni.
Nel '53 visita l'Olanda e assimila suggestioni dalla pittura di Van Gogh, destinato a lasciare un segno permanente in tutta la sua produzione.
Espone nel '54 a San Vidal, di nuovo a Venezia.
Al '55 si fa risalire il primo soggiorno parigino, a seguito di una borsa di studio del Governo Francese: espone fra l'altro al IV Salon de Jeune Peinture alla Galleria d'Arte Moderna, scopre i colori dei fauves, Utrillo e Rouault. E' in ambito parigino che cambia la firma in “Guy Boldrini”.
Nello stesso anno è presente alla VII Quadriennale di Roma, l'anno successivo è invitato alla XXVIII Biennale di Venezia, dove si consacra come uno dei più interessanti giovani artisti italiani.
Si trasferisce nel '59 a Milano, dove il contatto con la luce e i volumi del paesaggio metropolitano conferiscono nuova sintesi spaziale alla sua pittura.
Quest'ultima, dopo un avvio sperimentale di matrice astrattista, si evolve espressionisticamente fino a subire suggestioni fauviste per approdare poi ad una semplificazione formale ai limiti del figurativismo, ad una neofigurazione che prende le distanze da qualsivoglia scuola o corrente per dare vita a un linguaggio unitario e personalissimo. La sintetizzazione dei soggetti in campiture cromatiche modulari vede negli anni '70 l'introduzione nelle sue composizioni di un ulteriore elemento, lo “specchio magico”: struttura narrativa in cui inserisce oggetti d'uso comune, figure e schematici paesaggi, talora arricchiti da inserti a collage
"Specchio del suo tempo"
Dal 13 dicembre 2014
Inaugurazione: sabato 13 dicembre ore 18,00
Contrà Porton del Luzzo, 16 -Vicenza – www.galleriaberga.it – info@galleriaberga.it
Orari: dal martedì al sabato ore 10:00 – 13:00, 16:00 – 19:30
“Specchio del suo tempo” intende essere una mostra retrospettiva e una rivisitazione della personalità artistica e dell'opera di Gustavo Boldrini, pittore veneziano di origine, cosmopolita per vocazione e per spirito di conoscenza, la cui esistenza e la cui esperienza pittorica si collocano in un periodo particolare – dagli anni '40 agli '80 del '900 - denso di avvenimenti artistici, culturali e di rivolgimenti storici che lasceranno una forte, significativa impronta sulla sua produzione e sulle sue vicende ed influenze personali e culturali.
Nel corso della sua vita Boldrini compie numerosi viaggi e spostamenti, sia in Italia che all'estero: in Germania, Svizzera, Olanda, Francia, che gli regalano una consapevolezza e una visione d'insieme unica, la quale si traduce in un lirismo attento agli effetti atmosferici del colore e ad una incisività del segno, talora materico e corposo, talora lineare e comunque sintetico e massimamente espressivo, il quale traspone in forme originali e immediatamente identificabili gli oggetti e i luoghi, vissuti e amati.
Gustavo Boldrini è un artista da conoscere, indagare e scoprire in ogni sua particolarità, per poter ricevere e apprendere gli innumerevoli insegnamenti e spunti di riflessione che egli ci ha lasciato: sul suo tempo, sul trascorrere degli eventi umani e sulla sua esperienza d'artista, così coerente, totalizzante ed estremizzante, che non smette d'incantarci.
Gustavo Boldrini
(Gustavo Boldrin, Venezia 1927 – Salsomaggiore 1987)
Si forma presso l'Istituto d'Arte e poi presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia: fra i suoi maestri ed estimatori Felice Carena, Aldo Bergamini, Virgilio Guidi e Bruno Saetti. Di questi gli ultimi due lo introdurranno nel contesto esclusivo di Palazzo Carminati, luogo di vita e di studio per i giovani talenti.
Negli stessi anni stringe amicizia con Bepi Longo e Giovanni Pontini, ma anche con Raoul Schultz, Angelo Caramel, Bruno Colussi, Girolamo De Stefani. Evidente nelle prime opere la corrispondenza intellettuale con Carlo Hollesch.
Dal '47 iniziano i suoi viaggi in Europa, alla scoperta e alla ricerca di un confronto con i grandi maestri: dapprima in Germania, dove entra a contatto con la pittura del “Bauhaus” e della “Brucke” e scopre una particolare affinità con l'opera di Oskar Kokoschka.
Partecipa a premi ed esposizioni all'estero e dal '51 espone presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, con cui continuerà a mantenere i contatti nel corso degli anni.
Nel '53 visita l'Olanda e assimila suggestioni dalla pittura di Van Gogh, destinato a lasciare un segno permanente in tutta la sua produzione.
Espone nel '54 a San Vidal, di nuovo a Venezia.
Al '55 si fa risalire il primo soggiorno parigino, a seguito di una borsa di studio del Governo Francese: espone fra l'altro al IV Salon de Jeune Peinture alla Galleria d'Arte Moderna, scopre i colori dei fauves, Utrillo e Rouault. E' in ambito parigino che cambia la firma in “Guy Boldrini”.
Nello stesso anno è presente alla VII Quadriennale di Roma, l'anno successivo è invitato alla XXVIII Biennale di Venezia, dove si consacra come uno dei più interessanti giovani artisti italiani.
Si trasferisce nel '59 a Milano, dove il contatto con la luce e i volumi del paesaggio metropolitano conferiscono nuova sintesi spaziale alla sua pittura.
Quest'ultima, dopo un avvio sperimentale di matrice astrattista, si evolve espressionisticamente fino a subire suggestioni fauviste per approdare poi ad una semplificazione formale ai limiti del figurativismo, ad una neofigurazione che prende le distanze da qualsivoglia scuola o corrente per dare vita a un linguaggio unitario e personalissimo. La sintetizzazione dei soggetti in campiture cromatiche modulari vede negli anni '70 l'introduzione nelle sue composizioni di un ulteriore elemento, lo “specchio magico”: struttura narrativa in cui inserisce oggetti d'uso comune, figure e schematici paesaggi, talora arricchiti da inserti a collage
Invisibilia
05/04/2014 - 29/04/2014
Vicenza (VI) - Veneto
Inserito da galleria berga
La Galleria Berga presenta la mostra di Giovanni Bevilacqua, fotografo italiano. L'artista si propone
al pubblico vicentino negli spazi della Galleria Berga con una personale dal titolo “INVISIBILIA”.
Giancarlo Bonomo, curatore e critico, ci racconterà ciò che l'artista vede attraverso l'obiettivo delle
sue macchine fotografiche.
Giovanni Bevilacqua – Verona, 1954
Giovanni Bevilacqua è medico chirurgo e giornalista pubblicista che scopre la fotografia come
mezzo per descrivere le proprie emozioni. Artista dalla sensibilità particolare che per mezzo
dell'arte dello sguardo – con l'ausilio di lenti e obiettivi – intravede i nebulosi ed evanescenti
contorni dell'invisibile. La chiave di lettura è la sua indagine esistenziale, dove non siamo più
persone ma vivide ombre trasparenti e dissolventi, nient'altro. Nelle piste metropolitane piene di
gente, alla fine si finisce per non incontrare nessuno. La moltitudine ci impedisce di vedere
qualcuno e qualcosa. Un pò come leggere un libro con gli occhi appiccicati alle pagine: non si legge
nulla anche se le parole sono tante. Si odono solo rumori sordi, fruscii indecifrabili, occhi senza
volto e volti senza sguardo......Eppoi il mercato. Qui il nostro fotografo-artista rimane folgorato
dallo spettacolo del futile, dell'innumerevole, perduto in una pseudo felicità “maniaca”.
Curiosamente, qui le persone si confondono con le cose. Gli stessi colori, quasi le medesime forme
nel contesto di quello che sembra un fumettone surreale. Nel confronto con paesaggi monumentali
veneti, le persone scompaiono, si polverizzano. L'arena di Verona o gli angoli palladiani di Vicenza,
nella loro maestosità se le mangiano proprio. Non c'è storia. Essi sono lì da secoli immutabili,
granitici e solenni......Il silenzio del senza tempo.
Giancarlo Bonomo – estratto dal catalogo “INVISIBILIA” disponibile in mostra.
al pubblico vicentino negli spazi della Galleria Berga con una personale dal titolo “INVISIBILIA”.
Giancarlo Bonomo, curatore e critico, ci racconterà ciò che l'artista vede attraverso l'obiettivo delle
sue macchine fotografiche.
Giovanni Bevilacqua – Verona, 1954
Giovanni Bevilacqua è medico chirurgo e giornalista pubblicista che scopre la fotografia come
mezzo per descrivere le proprie emozioni. Artista dalla sensibilità particolare che per mezzo
dell'arte dello sguardo – con l'ausilio di lenti e obiettivi – intravede i nebulosi ed evanescenti
contorni dell'invisibile. La chiave di lettura è la sua indagine esistenziale, dove non siamo più
persone ma vivide ombre trasparenti e dissolventi, nient'altro. Nelle piste metropolitane piene di
gente, alla fine si finisce per non incontrare nessuno. La moltitudine ci impedisce di vedere
qualcuno e qualcosa. Un pò come leggere un libro con gli occhi appiccicati alle pagine: non si legge
nulla anche se le parole sono tante. Si odono solo rumori sordi, fruscii indecifrabili, occhi senza
volto e volti senza sguardo......Eppoi il mercato. Qui il nostro fotografo-artista rimane folgorato
dallo spettacolo del futile, dell'innumerevole, perduto in una pseudo felicità “maniaca”.
Curiosamente, qui le persone si confondono con le cose. Gli stessi colori, quasi le medesime forme
nel contesto di quello che sembra un fumettone surreale. Nel confronto con paesaggi monumentali
veneti, le persone scompaiono, si polverizzano. L'arena di Verona o gli angoli palladiani di Vicenza,
nella loro maestosità se le mangiano proprio. Non c'è storia. Essi sono lì da secoli immutabili,
granitici e solenni......Il silenzio del senza tempo.
Giancarlo Bonomo – estratto dal catalogo “INVISIBILIA” disponibile in mostra.
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Landscapes. Declinazioni in giallo e in verde
01/04/2017 - 30/06/2017
Vicenza (VI) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
La Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO di Reggio Emilia (Via Sessi, 1/F) presenta, dal 1 aprile al 30 giugno 2017, “Landscapes. Declinazioni in giallo e in verde”, mostra collettiva con opere di Valerio Adami, Giorgio Griffa, Antonio Ligabue, Elio Marchegiani e Graham Sutherland.
L’esposizione, che trae il titolo da un acquerello su carta di Graham Sutherland (“Landscape”, 1974), è dedicata al tema del paesaggio, inteso come luogo reale o immaginario, con figure e animali, sequenze ritmiche e creste materiche. Trait d’union, la dominante cromatica giallo-verde, colore della natura che si risveglia e simbolo di un nuovo inizio.
Il percorso della mostra comprende due opere di grandi dimensioni di Valerio Adami, maestro della Pop Art italiana, caratterizzate da campiture piatte di colore all’interno di contorni netti, la “Sezione Aurea n°989” di Giorgio Griffa, esponente della Pittura Analitica, invitato da Christine Macel alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e due paesaggi ad olio su tavola di Antonio Ligabue riconducibili agli anni 1948-49. Presenti inoltre due “Grammature di colore” ad intonaco su lavagna di Elio Marchegiani che, negli anni ’70, si proponeva di giungere ad una sintesi astratto-geometrica dell’affresco italiano, infine Graham Sutherland, artista inglese scomparso nel 1980, le cui forme sono sottoposte ad una continua metamorfosi che ci restituisce una natura frammentaria e destrutturata.
La mostra è completata da opere selezionate di Enrico Della Torre, Omar Galliani, Herbert Hamak, Alberto Manfredi, Carlo Mattioli, Piero Ruggeri e Giuseppe Spagnulo.
L’esposizione sarà visitabile a partire da sabato 1 aprile 2017 alle ore 16 fino al 30 giugno 2017, tutti i giorni con orario 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi. Ingresso libero.
Per informazioni: tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it, www.facebook.com/duemilanovecento.
L’esposizione, che trae il titolo da un acquerello su carta di Graham Sutherland (“Landscape”, 1974), è dedicata al tema del paesaggio, inteso come luogo reale o immaginario, con figure e animali, sequenze ritmiche e creste materiche. Trait d’union, la dominante cromatica giallo-verde, colore della natura che si risveglia e simbolo di un nuovo inizio.
Il percorso della mostra comprende due opere di grandi dimensioni di Valerio Adami, maestro della Pop Art italiana, caratterizzate da campiture piatte di colore all’interno di contorni netti, la “Sezione Aurea n°989” di Giorgio Griffa, esponente della Pittura Analitica, invitato da Christine Macel alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e due paesaggi ad olio su tavola di Antonio Ligabue riconducibili agli anni 1948-49. Presenti inoltre due “Grammature di colore” ad intonaco su lavagna di Elio Marchegiani che, negli anni ’70, si proponeva di giungere ad una sintesi astratto-geometrica dell’affresco italiano, infine Graham Sutherland, artista inglese scomparso nel 1980, le cui forme sono sottoposte ad una continua metamorfosi che ci restituisce una natura frammentaria e destrutturata.
La mostra è completata da opere selezionate di Enrico Della Torre, Omar Galliani, Herbert Hamak, Alberto Manfredi, Carlo Mattioli, Piero Ruggeri e Giuseppe Spagnulo.
L’esposizione sarà visitabile a partire da sabato 1 aprile 2017 alle ore 16 fino al 30 giugno 2017, tutti i giorni con orario 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi. Ingresso libero.
Per informazioni: tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it, www.facebook.com/duemilanovecento.
LEONARDO SCIASCIA E LE ARTI VISIVE. UN SISTEMA DI CONOSCENZA DAL FISICO AL METAFISICO. RIFLESSI DI C
24/06/2015 - 30/06/2015
Vicenza (VI) - Veneto
Inserito da Desirée Maida
LEONARDO SCIASCIA E LE ARTI VISIVE. UN SISTEMA DI CONOSCENZA DAL FISICO AL METAFISICO. RIFLESSI DI CRITICA D’ARTE SUL NOVECENTO
CONFERENZA STAMPA: 24 GIUGNO 2015 ORE 11,30, RACALMUTO - Fondazione Leonardo Sciascia
INAUGURAZIONE MOSTRA: 24 GIUGNO 2015 ORE 18,00, AGRIGENTO - Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo
A venticinque anni dalla sua scomparsa, il genio dello scrittore di Racalmuto, Leonardo Sciascia in una mostra dal titolo “Leonardo Sciascia e le arti visive. Un sistema di conoscenze, dal fisico al metafisico. Riflessi di critica d’arte sul Novecento” che verrà inaugurata il 24 giugno 2015 alle ore 18,00 presso il Museo Archeologico Regionale ‘Pietro Griffo’ ad Agrigento e sarà visitabile fino al 30 giugno 2015.
«Mi piacciono i pittori che nel loro immediato rapporto con la realtà, le forme, i colori, la luce, sottendono la ricerca di una mediazione intellettuale, culturale, letteraria. I pittori di memoria. I pittori riflessivi. I pittori speculativi. Un sistema di conoscenza che va dalla realtà alla surrealtà, dal fisico al metafisico» (L. Sciascia 1985). Si potrebbe partire da questa dichiarazione per comprendere l'intricato e per molti versi misterioso universo artistico dello scrittore di Racalmuto, Leonardo Sciascia. L’ambiziosa mostra presenterà un aspetto insolito dell’attività extraletteraria del grande scrittore siciliano. Dalla passione per le stampe e la grafica in genere, alla vasta produzione di scritti sull’arte, Sciascia ha mantenuto questo inestricabile rapporto con le arti figurative, attraverso la critica d’arte militante in presentazioni, cataloghi di mostre, stampa periodica e riviste d'arte, attraversando argomenti quali scultura, pittura, disegno, incisione, architettura e fotografia.
Grande attenzione dedicava all'arte contemporanea, presentando le mostre dei suoi artisti più apprezzati a cui fu legato da sincera amicizia, quasi tutti accomunati da un anti-astrattismo di base che caratterizza il gusto estetico sciasciano. In generale i suoi interessi nell’arte novecentesca vertono su tematiche e ambiti in cui prevalgono reminiscenze letterarie e una sostanziale attenzione alle denuncie sociali, non priva di ironico e satirico senso critico. Tra i numerosi artisti cui lo scrittore dedicò scritti significativi si possono ricordare: Fausto Pirandello, Francesco Trombadori, Ugo Attardi, Mino Maccari, Tono Zancanaro, Giuseppe Migneco, Gianbecchina, Aldo e Mario Pecoraino, Giuseppe Mazzullo, Emilio Greco, Renato Guttuso, Alberto Savinio, Giorgio De Chirico , Fabrizio Clerici, Bruno Caruso e Piero Guccione. L’arte dunque come mezzo di conoscenza della realtà e strumento di verità.
AUTORI IN MOSTRA: Ugo Attardi, Mario Bardi, Luigi Bartolini, Beppe Bongi, Corrado Cagli, Momò Calascibetta, Arturo Carmassi, Bruno Caruso, Eustachio Catalano, Giancarlo Cazzaniga, Fabrizio Clerici, Giorgio De Chirico, Renzo Collura, Gianbecchina, Emilio Greco, Piero Guccione, Renato Guttuso, Carla Horat, Edo Janich, Carlo Levi, Mino Maccari, Mario Mafai, Santo Marino, Carlo Mattioli, Marino Mazzacurati, Giuseppe Mazzullo, Giuseppe Migneco, Aldo Pecoraino, Mario Pecoraino, Fausto Pirandello, Stefano Rapisarda, Salvatore Rizzuti, Alberto Savinio, Francesco Trombadori, Renzo Vespignani, Tono Zancanaro, Alberto Ziveri.
La mostra, finanziata nell’ambito delle iniziative direttamente promosse dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e progettata dalla direttrice del Museo Archeologico Regionale P. Griffo di Agrigento Gabriella Costantino, con la collaborazione scientifica di Giuseppe Cipolla e Gaetano Bongiovanni, e la collaborazione del direttore dell’Ente Parco Archeologico Valle dei Templi di Agrigento Arch. Giuseppe Parello con la collaborazione dell’arch. Giuseppe Presti, verrà inaugurata il 24 giugno 2015 alle ore 18,00 presso il Museo Archeologico Regionale ‘Pietro Griffo’ ad Agrigento. La mostra rientra nel circuito delle “Vie degli Scrittori”, promossa dall’Assessorato Regionale al Turismo. Saranno presenti il Prof. Gianni Carlo Sciolla, presidente della Società Italiana di Storia della Critica d’Arte (S.I.S.C.A.), la Prof. Caterina Zappia, dell’Università degli Studi di Perugia, Emilio Messana, Sindaco di Racalmuto e Presidente della Fondazione Sciascia, Maria Concetta Di Natale, Coordinatrice del Dipartimento di Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo, Mario Zito, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.
La conferenza stampa, patrocinata dal Comune di Racalmuto e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Racalmuto, si terrà il 24 giugno alle ore 11,30 presso la Fondazione ‘Leonardo Sciascia’ a Racalmuto (Agrigento).
Dal 24/06/2015 al 30/06/2015
Inaugurazione: Mercoledì 24 giugno ore 18:00
Orari mostra: Tutti i giorni 9:00/13:00 - 15:00/18:00 - Lunedì chiuso
INFO MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI AGRIGENTO C.da S. Nicola – 92100 – AG Tel. 0922401565 FONDAZIONE L. SCIASCIA Viale della Vittoria , 3 – Racalmuto Tel. 0922 941993
CONFERENZA STAMPA: 24 GIUGNO 2015 ORE 11,30, RACALMUTO - Fondazione Leonardo Sciascia
INAUGURAZIONE MOSTRA: 24 GIUGNO 2015 ORE 18,00, AGRIGENTO - Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo
A venticinque anni dalla sua scomparsa, il genio dello scrittore di Racalmuto, Leonardo Sciascia in una mostra dal titolo “Leonardo Sciascia e le arti visive. Un sistema di conoscenze, dal fisico al metafisico. Riflessi di critica d’arte sul Novecento” che verrà inaugurata il 24 giugno 2015 alle ore 18,00 presso il Museo Archeologico Regionale ‘Pietro Griffo’ ad Agrigento e sarà visitabile fino al 30 giugno 2015.
«Mi piacciono i pittori che nel loro immediato rapporto con la realtà, le forme, i colori, la luce, sottendono la ricerca di una mediazione intellettuale, culturale, letteraria. I pittori di memoria. I pittori riflessivi. I pittori speculativi. Un sistema di conoscenza che va dalla realtà alla surrealtà, dal fisico al metafisico» (L. Sciascia 1985). Si potrebbe partire da questa dichiarazione per comprendere l'intricato e per molti versi misterioso universo artistico dello scrittore di Racalmuto, Leonardo Sciascia. L’ambiziosa mostra presenterà un aspetto insolito dell’attività extraletteraria del grande scrittore siciliano. Dalla passione per le stampe e la grafica in genere, alla vasta produzione di scritti sull’arte, Sciascia ha mantenuto questo inestricabile rapporto con le arti figurative, attraverso la critica d’arte militante in presentazioni, cataloghi di mostre, stampa periodica e riviste d'arte, attraversando argomenti quali scultura, pittura, disegno, incisione, architettura e fotografia.
Grande attenzione dedicava all'arte contemporanea, presentando le mostre dei suoi artisti più apprezzati a cui fu legato da sincera amicizia, quasi tutti accomunati da un anti-astrattismo di base che caratterizza il gusto estetico sciasciano. In generale i suoi interessi nell’arte novecentesca vertono su tematiche e ambiti in cui prevalgono reminiscenze letterarie e una sostanziale attenzione alle denuncie sociali, non priva di ironico e satirico senso critico. Tra i numerosi artisti cui lo scrittore dedicò scritti significativi si possono ricordare: Fausto Pirandello, Francesco Trombadori, Ugo Attardi, Mino Maccari, Tono Zancanaro, Giuseppe Migneco, Gianbecchina, Aldo e Mario Pecoraino, Giuseppe Mazzullo, Emilio Greco, Renato Guttuso, Alberto Savinio, Giorgio De Chirico , Fabrizio Clerici, Bruno Caruso e Piero Guccione. L’arte dunque come mezzo di conoscenza della realtà e strumento di verità.
AUTORI IN MOSTRA: Ugo Attardi, Mario Bardi, Luigi Bartolini, Beppe Bongi, Corrado Cagli, Momò Calascibetta, Arturo Carmassi, Bruno Caruso, Eustachio Catalano, Giancarlo Cazzaniga, Fabrizio Clerici, Giorgio De Chirico, Renzo Collura, Gianbecchina, Emilio Greco, Piero Guccione, Renato Guttuso, Carla Horat, Edo Janich, Carlo Levi, Mino Maccari, Mario Mafai, Santo Marino, Carlo Mattioli, Marino Mazzacurati, Giuseppe Mazzullo, Giuseppe Migneco, Aldo Pecoraino, Mario Pecoraino, Fausto Pirandello, Stefano Rapisarda, Salvatore Rizzuti, Alberto Savinio, Francesco Trombadori, Renzo Vespignani, Tono Zancanaro, Alberto Ziveri.
La mostra, finanziata nell’ambito delle iniziative direttamente promosse dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e progettata dalla direttrice del Museo Archeologico Regionale P. Griffo di Agrigento Gabriella Costantino, con la collaborazione scientifica di Giuseppe Cipolla e Gaetano Bongiovanni, e la collaborazione del direttore dell’Ente Parco Archeologico Valle dei Templi di Agrigento Arch. Giuseppe Parello con la collaborazione dell’arch. Giuseppe Presti, verrà inaugurata il 24 giugno 2015 alle ore 18,00 presso il Museo Archeologico Regionale ‘Pietro Griffo’ ad Agrigento. La mostra rientra nel circuito delle “Vie degli Scrittori”, promossa dall’Assessorato Regionale al Turismo. Saranno presenti il Prof. Gianni Carlo Sciolla, presidente della Società Italiana di Storia della Critica d’Arte (S.I.S.C.A.), la Prof. Caterina Zappia, dell’Università degli Studi di Perugia, Emilio Messana, Sindaco di Racalmuto e Presidente della Fondazione Sciascia, Maria Concetta Di Natale, Coordinatrice del Dipartimento di Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo, Mario Zito, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.
La conferenza stampa, patrocinata dal Comune di Racalmuto e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Racalmuto, si terrà il 24 giugno alle ore 11,30 presso la Fondazione ‘Leonardo Sciascia’ a Racalmuto (Agrigento).
Dal 24/06/2015 al 30/06/2015
Inaugurazione: Mercoledì 24 giugno ore 18:00
Orari mostra: Tutti i giorni 9:00/13:00 - 15:00/18:00 - Lunedì chiuso
INFO MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI AGRIGENTO C.da S. Nicola – 92100 – AG Tel. 0922401565 FONDAZIONE L. SCIASCIA Viale della Vittoria , 3 – Racalmuto Tel. 0922 941993