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Evento: Invisibilia
05/04/2014 - 29/04/2014
Dettagli
Data di inserimento: | 29/03/2014 - 18:01 |
Luogo: | Vicenza (VI) - Veneto |
Data di inizio: | 05/04/2014 |
Data di fine | 29/04/2014 |
Descrizione
La Galleria Berga presenta la mostra di Giovanni Bevilacqua, fotografo italiano. L'artista si propone
al pubblico vicentino negli spazi della Galleria Berga con una personale dal titolo “INVISIBILIA”.
Giancarlo Bonomo, curatore e critico, ci racconterà ciò che l'artista vede attraverso l'obiettivo delle
sue macchine fotografiche.
Giovanni Bevilacqua – Verona, 1954
Giovanni Bevilacqua è medico chirurgo e giornalista pubblicista che scopre la fotografia come
mezzo per descrivere le proprie emozioni. Artista dalla sensibilità particolare che per mezzo
dell'arte dello sguardo – con l'ausilio di lenti e obiettivi – intravede i nebulosi ed evanescenti
contorni dell'invisibile. La chiave di lettura è la sua indagine esistenziale, dove non siamo più
persone ma vivide ombre trasparenti e dissolventi, nient'altro. Nelle piste metropolitane piene di
gente, alla fine si finisce per non incontrare nessuno. La moltitudine ci impedisce di vedere
qualcuno e qualcosa. Un pò come leggere un libro con gli occhi appiccicati alle pagine: non si legge
nulla anche se le parole sono tante. Si odono solo rumori sordi, fruscii indecifrabili, occhi senza
volto e volti senza sguardo......Eppoi il mercato. Qui il nostro fotografo-artista rimane folgorato
dallo spettacolo del futile, dell'innumerevole, perduto in una pseudo felicità “maniaca”.
Curiosamente, qui le persone si confondono con le cose. Gli stessi colori, quasi le medesime forme
nel contesto di quello che sembra un fumettone surreale. Nel confronto con paesaggi monumentali
veneti, le persone scompaiono, si polverizzano. L'arena di Verona o gli angoli palladiani di Vicenza,
nella loro maestosità se le mangiano proprio. Non c'è storia. Essi sono lì da secoli immutabili,
granitici e solenni......Il silenzio del senza tempo.
Giancarlo Bonomo – estratto dal catalogo “INVISIBILIA” disponibile in mostra.
al pubblico vicentino negli spazi della Galleria Berga con una personale dal titolo “INVISIBILIA”.
Giancarlo Bonomo, curatore e critico, ci racconterà ciò che l'artista vede attraverso l'obiettivo delle
sue macchine fotografiche.
Giovanni Bevilacqua – Verona, 1954
Giovanni Bevilacqua è medico chirurgo e giornalista pubblicista che scopre la fotografia come
mezzo per descrivere le proprie emozioni. Artista dalla sensibilità particolare che per mezzo
dell'arte dello sguardo – con l'ausilio di lenti e obiettivi – intravede i nebulosi ed evanescenti
contorni dell'invisibile. La chiave di lettura è la sua indagine esistenziale, dove non siamo più
persone ma vivide ombre trasparenti e dissolventi, nient'altro. Nelle piste metropolitane piene di
gente, alla fine si finisce per non incontrare nessuno. La moltitudine ci impedisce di vedere
qualcuno e qualcosa. Un pò come leggere un libro con gli occhi appiccicati alle pagine: non si legge
nulla anche se le parole sono tante. Si odono solo rumori sordi, fruscii indecifrabili, occhi senza
volto e volti senza sguardo......Eppoi il mercato. Qui il nostro fotografo-artista rimane folgorato
dallo spettacolo del futile, dell'innumerevole, perduto in una pseudo felicità “maniaca”.
Curiosamente, qui le persone si confondono con le cose. Gli stessi colori, quasi le medesime forme
nel contesto di quello che sembra un fumettone surreale. Nel confronto con paesaggi monumentali
veneti, le persone scompaiono, si polverizzano. L'arena di Verona o gli angoli palladiani di Vicenza,
nella loro maestosità se le mangiano proprio. Non c'è storia. Essi sono lì da secoli immutabili,
granitici e solenni......Il silenzio del senza tempo.
Giancarlo Bonomo – estratto dal catalogo “INVISIBILIA” disponibile in mostra.
Altri eventi dell'inserzionista
Mostra "Fiori di strada" di Rosy Mantovani
01/03/2014 - 28/03/2014
Vicenza (VI) - Veneto
Inserito da galleria berga
La Galleria Berga presenta la mostra di Rosy Mantovani, artista nata a Vigevano (PV), dove vive e lavora. L'artista si propone al pubblico vicentino negli spazi della Galleria Berga con una personale dal titolo “FIORI DI STRADA”.
Giancarlo Bonomo, curatore e critico, ci farà entrare nel mondo della Mantovani con la presentazione delle opere e del catalogo.
Rosy Mantovani – Vigevano (PV)
“Sono madri, sorelle, figlie di qualcuno o forse di nessuno. Ma c'è la meraviglia del Principio in loro. Le figure muliebri che silenziose e sottili dominano la scena, sono icone eloquenti dell'eterno femminino chiamate nella vita terrena per accendere la speranza e svelare a tutti la verità di una forza interiore che rinasce e ricongiunge sempre, perché la Grande Madre non le abbandona mai.
Lo sguardo di Rosy Mantovani non è mai indagatore o morboso. Non c'è neppure il pietismo stucchevole di circostanza. Ella non intende giudicare quelle vite, quelle scelte, ma semplicemente comprenderle con uno straordinario senso di appartenenza e vicinanza umana. Ella è lì con loro nelle strade e le tiene per mano... mentre il vespero proietta le prime ombre di un'altra serata che si preannuncia difficile e piena di insidiose incognite. Pur nello smarrimento, quelle ragazze mai disperate non si smarriscono. Esse sono e rimangono pur sempre dei meravigliosi fiori cresciuti nelle distese di asfalto. Ma questo, gli uomini soli che furtivi le guardano nel buio, non lo possono comprendere."
Giancarlo Bonomo – estratto dal catalogo “FIORI DI STRADA” disponibile in mostra.
Giancarlo Bonomo, curatore e critico, ci farà entrare nel mondo della Mantovani con la presentazione delle opere e del catalogo.
Rosy Mantovani – Vigevano (PV)
“Sono madri, sorelle, figlie di qualcuno o forse di nessuno. Ma c'è la meraviglia del Principio in loro. Le figure muliebri che silenziose e sottili dominano la scena, sono icone eloquenti dell'eterno femminino chiamate nella vita terrena per accendere la speranza e svelare a tutti la verità di una forza interiore che rinasce e ricongiunge sempre, perché la Grande Madre non le abbandona mai.
Lo sguardo di Rosy Mantovani non è mai indagatore o morboso. Non c'è neppure il pietismo stucchevole di circostanza. Ella non intende giudicare quelle vite, quelle scelte, ma semplicemente comprenderle con uno straordinario senso di appartenenza e vicinanza umana. Ella è lì con loro nelle strade e le tiene per mano... mentre il vespero proietta le prime ombre di un'altra serata che si preannuncia difficile e piena di insidiose incognite. Pur nello smarrimento, quelle ragazze mai disperate non si smarriscono. Esse sono e rimangono pur sempre dei meravigliosi fiori cresciuti nelle distese di asfalto. Ma questo, gli uomini soli che furtivi le guardano nel buio, non lo possono comprendere."
Giancarlo Bonomo – estratto dal catalogo “FIORI DI STRADA” disponibile in mostra.
Presentazione del Manifesto del Demorfismo Fotografico
30/04/2014 - 30/04/2014
Vicenza (VI) - Veneto
Inserito da galleria berga
Alla Galleria Berga la prima presentazione di Giovanni Bevilacqua del Manifesto del Demorfismo Fotografico.
“Noi vogliamo usare il mezzo fotografico per muovere i palazzi, per dare un movimento a quello che sta fermo”, questa la frase che apre il Manifesto del Demorfismo Fotografico e con il quale Giovanni Bevilacqua, artista già conosciuto negli spazi della Galleria Berga grazie alla sua personale “INVISIBILIA”, introduce la sua nuova ricerca nel campo della fotografia.
Il Manifesto del demorfismo é solo un modo per affermare il nostro tempo e, con lui, la nostra arte, libera l'artista fotografo da regole e obbligazioni fotografiche, rendendolo creatore di immagini, dandogli la possibilità di esplorare il suo mondo creativo. La macchina fotografica diventa un mezzo atto non più alla semplice cattura dell'attimo, ma un pennello con il quale l'artista fotografo dipinge sulla propria tela, le sue emozioni, le sue fantasie.
Arte nel senso pieno della parola. La fotografia non può sempre essere considerata come la sorella povera delle arti, schiacciata tra la pittura e il cinema, ma deve acquistare un ruolo proprio tra le arti più pure.
A chi si oppone additando l'uso di software per modificare e costruire le immagini, ci sentiamo di rispondere che: “La scultura contemporanea si fa ancora con martello e scalpello, Cattelan "scolpisce" le sue opere, Donald Judd ha usato la lima e la raspa per fare le sue scatole perfette...chi fotografa in bianco e nero non é comunque un manipolatore visto che cancella i colori per aumentare la drammaticità dell'immagine? Non é anche questa una manipolazione della realtà che comunque é a colori?”.
L'uomo progredisce, e usa i mezzi che la sua epoca gli mette a disposizione per dare sfogo alle sue emozioni con quanto ha a portata di mano.
Il Demorfismo Fotografico consacra la sregolatezza fotografica, la libertà dell'artista nella composizione dell'immagine, i puristi dell'immagine catturata , gli street photographer, i matrimonialisti i reporter...
Il pullman é grande c'è posto per tutti chi vuol salire ....si accomodi, certo non saremo noi a denigrare chi si esprime differentemente con la macchina fotografica, sarebbe un controsenso.
Citazioni di Giovanni Bevilacqua
“Noi vogliamo usare il mezzo fotografico per muovere i palazzi, per dare un movimento a quello che sta fermo”, questa la frase che apre il Manifesto del Demorfismo Fotografico e con il quale Giovanni Bevilacqua, artista già conosciuto negli spazi della Galleria Berga grazie alla sua personale “INVISIBILIA”, introduce la sua nuova ricerca nel campo della fotografia.
Il Manifesto del demorfismo é solo un modo per affermare il nostro tempo e, con lui, la nostra arte, libera l'artista fotografo da regole e obbligazioni fotografiche, rendendolo creatore di immagini, dandogli la possibilità di esplorare il suo mondo creativo. La macchina fotografica diventa un mezzo atto non più alla semplice cattura dell'attimo, ma un pennello con il quale l'artista fotografo dipinge sulla propria tela, le sue emozioni, le sue fantasie.
Arte nel senso pieno della parola. La fotografia non può sempre essere considerata come la sorella povera delle arti, schiacciata tra la pittura e il cinema, ma deve acquistare un ruolo proprio tra le arti più pure.
A chi si oppone additando l'uso di software per modificare e costruire le immagini, ci sentiamo di rispondere che: “La scultura contemporanea si fa ancora con martello e scalpello, Cattelan "scolpisce" le sue opere, Donald Judd ha usato la lima e la raspa per fare le sue scatole perfette...chi fotografa in bianco e nero non é comunque un manipolatore visto che cancella i colori per aumentare la drammaticità dell'immagine? Non é anche questa una manipolazione della realtà che comunque é a colori?”.
L'uomo progredisce, e usa i mezzi che la sua epoca gli mette a disposizione per dare sfogo alle sue emozioni con quanto ha a portata di mano.
Il Demorfismo Fotografico consacra la sregolatezza fotografica, la libertà dell'artista nella composizione dell'immagine, i puristi dell'immagine catturata , gli street photographer, i matrimonialisti i reporter...
Il pullman é grande c'è posto per tutti chi vuol salire ....si accomodi, certo non saremo noi a denigrare chi si esprime differentemente con la macchina fotografica, sarebbe un controsenso.
Citazioni di Giovanni Bevilacqua
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Luigi Ghirri e Omar Galliani, Spazio Siderale
31/05/2016 - 17/07/2016
Vicenza (VI) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
“Spazio Siderale”: un libro ed una mostra per raccontare il dietro le quinte della realizzazione del terzo monumentale sipario del Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia, dipinto da Omar Galliani nel 1991. In quelle settimane, uno dei più grandi fotografi italiani, Luigi Ghirri, documentò, da par suo, la nascita dell’opera. La presentazione ufficiale si terrà martedì 31 maggio, alle ore 18.30, nella Sala degli Specchi del Teatro Valli. Ospite d’eccezione, lo storico e critico d’arte Flavio Caroli. A seguire, visita in anteprima all’esposizione allestita presso Vicolo Folletto Art Factories.
Vicolo Folletto Art Factories e Corsiero Editore di Reggio Emilia celebrano i venticinque anni della realizzazione del sipario del Teatro Valli con la pubblicazione del volume di Luigi Ghirri “Spazio Siderale. Il sipario del teatro Valli dipinto da Omar Galliani”, contenente le fotografie scattate da Luigi Ghirri per raccontare la nascita del progetto (conservate nella fototeca della Biblioteca Panizzi), unitamente ad alcuni bozzetti ed opere coeve di Omar Galliani, reperite in collezioni pubbliche e private.
Martedì 31 maggio, alle ore 18.30, il libro sarà presentato nella Sala degli Specchi del Teatro Valli, attraverso le testimonianze delle persone che, nei primi anni ’90, sostennero e parteciparono alla realizzazione dell’opera. Dopo il saluto delle Istituzioni, Flavio Caroli parlerà delle fotografie di Luigi Ghirri che documentano il lavoro di Omar Galliani, in dialogo con l’artista stesso. Per l’occasione, sarà possibile ammirare il sipario nella sua magnificenza.
“Spazio Siderale” non è un libro di Luigi Ghirri – spiega l’editore – ma la pubblicazione del menabò sul quale il fotografo reggiano stava lavorando in vista di un eventuale progetto o libro. In mancanza di un titolo autografo, si è scelto di intersecare il soggetto del velario dipinto da Omar Galliani, “Siderea”, con certi temi cari a Luigi Ghirri. Il volume raccoglie 87 fotografie inedite con i relativi passepartout, sui quali sono riportate note autografe del fotografo sui tagli e sull’intensità dei colori in vista della stampa. Una lettura che corrisponde quasi all’ingresso nel laboratorio di Ghirri.
Come ricorda Omar Galliani, «Il tempo era sospeso nella Sala dei Pittori del grande teatro. La musica che ascoltavo si alternava al “clic” degli obiettivi che ogni giorno Luigi Ghirri scattava ai lati e dentro al grande cielo blu cobalto che cresceva tra il mio e il suo tempo. Ora il tempo è cambiato ma “Siderea” è sempre lì e ci guarda. Tante di queste foto non le avevo mai viste. Non ho mai chiesto di vederle in tanti anni per pudore e nostalgia… Oggi qualcuno l’ha fatto per me e Luigi. Grazie».
La mostra, visitabile presso Vicolo Folletto Art Factories (Vicolo Folletto, 1) dal 1 giugno al 17 luglio 2016, raccoglie una selezione di opere di Omar Galliani realizzate negli stessi anni del sipario, alcuni bozzetti preparatori e due lastre in zinco biffate, dalle quali erano state tratte due serie litografiche, anch’esse in esposizione, oltre ad alcune fotografie dal menabò di Luigi Ghirri.
Il libro di Luigi Ghirri “Spazio Siderale” (Corsiero Editore) è disponibile in galleria e presso l’editore in un cofanetto a tiratura limitata di 50 copie, contenente una litografia su pietra di Galliani ed una fotografia di Ghirri numerata. Il volume (40 euro) sarà invece nelle librerie a partire dal 9 giugno 2016.
L’esposizione è visitabile da martedì a giovedì ore 17.00-20.00, da venerdì a domenica ore 10.00-20.00. Ingresso libero. Visite guidate su prenotazione. Per informazioni: tel. +39 366 4115803, gallery@vicolofolletto.it, www.vicolofolletto.it.
Il progetto è realizzato da Vicolo Folletto Art Factories e Corsiero Editore in collaborazione con Fondazione I Teatri, Biblioteca Panizzi, Archivio Luigi Ghirri, Archivio Omar Galliani.
Un particolare ringraziamento a Laura Gasparini, Giuseppe Gherpelli, Anna Grisendi e Nadia Stefanel, nonché ad Omar Galliani, alla famiglia Veroni-Ferretti, alla Collezione Girefin SpA e agli altri collezionisti per la generosa disponibilità con cui hanno concesso le loro opere.
Vicolo Folletto Art Factories e Corsiero Editore di Reggio Emilia celebrano i venticinque anni della realizzazione del sipario del Teatro Valli con la pubblicazione del volume di Luigi Ghirri “Spazio Siderale. Il sipario del teatro Valli dipinto da Omar Galliani”, contenente le fotografie scattate da Luigi Ghirri per raccontare la nascita del progetto (conservate nella fototeca della Biblioteca Panizzi), unitamente ad alcuni bozzetti ed opere coeve di Omar Galliani, reperite in collezioni pubbliche e private.
Martedì 31 maggio, alle ore 18.30, il libro sarà presentato nella Sala degli Specchi del Teatro Valli, attraverso le testimonianze delle persone che, nei primi anni ’90, sostennero e parteciparono alla realizzazione dell’opera. Dopo il saluto delle Istituzioni, Flavio Caroli parlerà delle fotografie di Luigi Ghirri che documentano il lavoro di Omar Galliani, in dialogo con l’artista stesso. Per l’occasione, sarà possibile ammirare il sipario nella sua magnificenza.
“Spazio Siderale” non è un libro di Luigi Ghirri – spiega l’editore – ma la pubblicazione del menabò sul quale il fotografo reggiano stava lavorando in vista di un eventuale progetto o libro. In mancanza di un titolo autografo, si è scelto di intersecare il soggetto del velario dipinto da Omar Galliani, “Siderea”, con certi temi cari a Luigi Ghirri. Il volume raccoglie 87 fotografie inedite con i relativi passepartout, sui quali sono riportate note autografe del fotografo sui tagli e sull’intensità dei colori in vista della stampa. Una lettura che corrisponde quasi all’ingresso nel laboratorio di Ghirri.
Come ricorda Omar Galliani, «Il tempo era sospeso nella Sala dei Pittori del grande teatro. La musica che ascoltavo si alternava al “clic” degli obiettivi che ogni giorno Luigi Ghirri scattava ai lati e dentro al grande cielo blu cobalto che cresceva tra il mio e il suo tempo. Ora il tempo è cambiato ma “Siderea” è sempre lì e ci guarda. Tante di queste foto non le avevo mai viste. Non ho mai chiesto di vederle in tanti anni per pudore e nostalgia… Oggi qualcuno l’ha fatto per me e Luigi. Grazie».
La mostra, visitabile presso Vicolo Folletto Art Factories (Vicolo Folletto, 1) dal 1 giugno al 17 luglio 2016, raccoglie una selezione di opere di Omar Galliani realizzate negli stessi anni del sipario, alcuni bozzetti preparatori e due lastre in zinco biffate, dalle quali erano state tratte due serie litografiche, anch’esse in esposizione, oltre ad alcune fotografie dal menabò di Luigi Ghirri.
Il libro di Luigi Ghirri “Spazio Siderale” (Corsiero Editore) è disponibile in galleria e presso l’editore in un cofanetto a tiratura limitata di 50 copie, contenente una litografia su pietra di Galliani ed una fotografia di Ghirri numerata. Il volume (40 euro) sarà invece nelle librerie a partire dal 9 giugno 2016.
L’esposizione è visitabile da martedì a giovedì ore 17.00-20.00, da venerdì a domenica ore 10.00-20.00. Ingresso libero. Visite guidate su prenotazione. Per informazioni: tel. +39 366 4115803, gallery@vicolofolletto.it, www.vicolofolletto.it.
Il progetto è realizzato da Vicolo Folletto Art Factories e Corsiero Editore in collaborazione con Fondazione I Teatri, Biblioteca Panizzi, Archivio Luigi Ghirri, Archivio Omar Galliani.
Un particolare ringraziamento a Laura Gasparini, Giuseppe Gherpelli, Anna Grisendi e Nadia Stefanel, nonché ad Omar Galliani, alla famiglia Veroni-Ferretti, alla Collezione Girefin SpA e agli altri collezionisti per la generosa disponibilità con cui hanno concesso le loro opere.
A Firenze "Mirabilia" di Gesine Arps
03/06/2017 - 30/06/2017
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Angela Forin
Dal 3 al 30 giugno 2017 l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, presso la Sala delle Esposizioni in Via Ricasoli n.68, angolo Piazza San Marco, ospita la mostra monografica di Gesine Arps dal titolo “Mirabilia”. L’esposizione, a cura di Nicola Micieli, presenta 50 opere dell’artista tra quadri, installazioni, sculture di piccole e grandi dimensioni tra le quali la “Colomba della pace”, un’installazione interattiva alta due metri che dopo essere stata esposta alla Basilica di Assisi e aver viaggiato tra Italia, Francia, Olanda e Germania, arriva a Firenze. “Mirabilia” sarà una mostra itinerante che arriverà a dicembre a Palazzo Bracci Pagani di Fano.
“Sono lieta che l’Accademia delle Arti del Disegno accolga nella sua sala esposizioni un’artista come Gesine Arps - dichiara la Presidente Cristina Acidini - che così conferma la sua personale sintonia non solo con l’arte italiana, ma anche con la rete delle istituzioni che ne favoriscono lo sviluppo e la tutela. Artista davvero europea, di risonanza internazionale, nel suo passaggio fiorentino Gesine Arps compie una tappa importante di quel suo instancabile viaggio reale e metaforico che Bianca Röhle nel 2009 ha così descritto con efficace sintesi: “Viaggia dalla preistoria alla storia biblica, alle culture del lontano Oriente, al Gotico, fino ad arrivare al presente a volo libero o con lo skateboard, in nave, astronave o in sogno”.
Gesine Arps ha ricevuto molti riconoscimenti sia in Italia che all’estero ed il suo lavoro rappresenta un ponte fra due culture artistiche europee di profondo e autorevole spessore, infatti, nata e cresciuta in Germania, ha vissuto gli anni della formazione artistica e compiuto i suoi studi in Italia. I suoi grandi dipinti spaziano dalle reminiscenze senesi alle dichiarate ascendenze rinascimentali e urbinati fino alla tradizione espressionista e postimpressionista, alle arti primitive e ai graffitisti metropolitani.
Artista senza compromessi, Gesine Arps esprime nitidamente la sua personalità: immediata, energica e piena di sorprese. Le sue opere toccano nitidamente l’anima ed esaltano la fantasia attraverso immagini oniriche e mondi ideali che sono rappresentati con segni, materiali e colori che emozionano profondamente. Per queste ragioni il suo lavoro artistico può essere accostato alla categoria estetica dei “Mirabilia”, in quanto costituiscono in ogni loro aspetto una fonte inesauribile di stupore. La vena creativa della Arps non si esaurisce nella pittura, ma si esprime anche attraverso la scultura plurimaterica, le installazioni e la poesia con i quali racconta il suo mondo interiore, ricco di architetture fantasiose, di immaginazione gioiosa, di quotidiano e di eccezionale. Tutto è frutto di meditazione e contemplazione.
Alla mostra “Mirabilia” sarà presentata l’anteprima del documentario “GesineArps - VoyageVers la Lumiére” coprodotto da Mizen Fine Art e Loop Art e realizzato da Niki Ottimofiore.
Tutte le opere di “Mirabilia” sono raccolte in un catalogo realizzato dalla Mizen Fine Art Edizioni, in lingua italiana e inglese, con testi critici di Cristina Acidini, Alberto Berardi, Nicola Micieli, Mika Obata, Marisa Zattini e poesie di GesineArps.
INAUGURAZIONE MOSTRA
Sabato 3 giugno 2017, ore 17.30
Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno
Via Ricasoli, n. 68 (angolo Piazza San Marco), Firenze
La mostra sarà visitabile fino al 30 giugno 2017 nei seguenti orari:
Da martedì a sabato: ore 10.00 - 13.00 / 17.00 - 19.00
Domenica: ore 10.00-13.00
Lunedì chiuso.
Ingresso libero.
Per ulteriori informazioni:
Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele, 4, 50123, Firenze
Telefono: 055 219642
Email: info@aadfi.it
www.aadfi.it
www.facebook.com/aadfi
“Sono lieta che l’Accademia delle Arti del Disegno accolga nella sua sala esposizioni un’artista come Gesine Arps - dichiara la Presidente Cristina Acidini - che così conferma la sua personale sintonia non solo con l’arte italiana, ma anche con la rete delle istituzioni che ne favoriscono lo sviluppo e la tutela. Artista davvero europea, di risonanza internazionale, nel suo passaggio fiorentino Gesine Arps compie una tappa importante di quel suo instancabile viaggio reale e metaforico che Bianca Röhle nel 2009 ha così descritto con efficace sintesi: “Viaggia dalla preistoria alla storia biblica, alle culture del lontano Oriente, al Gotico, fino ad arrivare al presente a volo libero o con lo skateboard, in nave, astronave o in sogno”.
Gesine Arps ha ricevuto molti riconoscimenti sia in Italia che all’estero ed il suo lavoro rappresenta un ponte fra due culture artistiche europee di profondo e autorevole spessore, infatti, nata e cresciuta in Germania, ha vissuto gli anni della formazione artistica e compiuto i suoi studi in Italia. I suoi grandi dipinti spaziano dalle reminiscenze senesi alle dichiarate ascendenze rinascimentali e urbinati fino alla tradizione espressionista e postimpressionista, alle arti primitive e ai graffitisti metropolitani.
Artista senza compromessi, Gesine Arps esprime nitidamente la sua personalità: immediata, energica e piena di sorprese. Le sue opere toccano nitidamente l’anima ed esaltano la fantasia attraverso immagini oniriche e mondi ideali che sono rappresentati con segni, materiali e colori che emozionano profondamente. Per queste ragioni il suo lavoro artistico può essere accostato alla categoria estetica dei “Mirabilia”, in quanto costituiscono in ogni loro aspetto una fonte inesauribile di stupore. La vena creativa della Arps non si esaurisce nella pittura, ma si esprime anche attraverso la scultura plurimaterica, le installazioni e la poesia con i quali racconta il suo mondo interiore, ricco di architetture fantasiose, di immaginazione gioiosa, di quotidiano e di eccezionale. Tutto è frutto di meditazione e contemplazione.
Alla mostra “Mirabilia” sarà presentata l’anteprima del documentario “GesineArps - VoyageVers la Lumiére” coprodotto da Mizen Fine Art e Loop Art e realizzato da Niki Ottimofiore.
Tutte le opere di “Mirabilia” sono raccolte in un catalogo realizzato dalla Mizen Fine Art Edizioni, in lingua italiana e inglese, con testi critici di Cristina Acidini, Alberto Berardi, Nicola Micieli, Mika Obata, Marisa Zattini e poesie di GesineArps.
INAUGURAZIONE MOSTRA
Sabato 3 giugno 2017, ore 17.30
Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno
Via Ricasoli, n. 68 (angolo Piazza San Marco), Firenze
La mostra sarà visitabile fino al 30 giugno 2017 nei seguenti orari:
Da martedì a sabato: ore 10.00 - 13.00 / 17.00 - 19.00
Domenica: ore 10.00-13.00
Lunedì chiuso.
Ingresso libero.
Per ulteriori informazioni:
Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele, 4, 50123, Firenze
Telefono: 055 219642
Email: info@aadfi.it
www.aadfi.it
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