Evento: SI FA PRESTO A DIRE POP! a cura di Raffaella A. Caruso
14/12/2015 - 14/12/2015
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Data di inserimento: 05/12/2015 - 15:37
Luogo: Rimini (RN) - Emilia-Romagna
Data di inizio: 14/12/2015
Data di fine 14/12/2015
Descrizione
Una nuova fiera. Due patron, Gilberto Tedaldi e Nicola Rossi. Due concetti per una fiera che si pone , pur nella solida tradizione espositiva delle migliori gallerie d’Italia, come fiera traversale: tra Nord e Sud e tra Arte e Moda nello splendido quartiere fieristico di una città strategico crocevia che sempre ha dettato le tendenze glamour delle tribù metropolitane.
Ecco dunque un collaterale site specific per Rimini Arte che parla la lingua veloce e street della pop art: SI FA PRESTO A DIRE POP! a cura di Raffaella A. Caruso. Protagonisti gli artisti Maurizio Ceccarelli e Aidan.
Maurizio Ceccarelli dà nuova vita ai manifesti delle strade di un mondo strappato, pieno di paure, contraddizioni e ancora di tanta bellezza. È come se nella frammentarietà della visione ricomponesse pulsioni e stimoli che in qualche modo latenti albergano in ognuno di noi. Il modello compositivo è il decollage, ma il modulo con cui i manifesti sono assemblati è più vicino alla street che alla lezione di Rotella e le icone che Ceccarelli va a pescare sono quelle che di una generazione che uscita dal boom economico vive la contestazione quasi come un estetico esercizio di stile. In tutta questa esuberanza un’attenzione finissima al problema della visione, a come l’occhio sia in grado di cogliere segni grafici (le tag dei writer) e tipografici (il retino di stampa) e una capacità compositiva lucidissima, in grado da subito di confrontarsi con la grande dimensione, sapendo perfettamente dove lo strappo sarà condotto e condurrà lo spettatore a guardare…
Una visione che esce dagli schemi della tradizione e che unisce con sensibilità pittorica unica il mondo di arte e tecnologia è il lavoro di Aidan. I primi esperimenti tra arte e tecnologia sono stati condotti proprio in ambito pop da Rauschenberg- installazione Oracle– in collaborazione con l’ingegnere Billy Kluver (il quale collaborò tra i tanti con Jasper Johns, Tinguely e con lo stesso Warhol- installazione Silver Clouds-) in quella che fu l’entusiasmante collettivo di E.A.T- Experiment in Art and Technologies. Il pop dunque in virtù della sovrapposizione e trasversalità dei linguaggi non poteva non utilizzare anche la tecnologia. Come il pop statunitense utilizzava i media del tempo cinema, cartoon, pubblicità, oggi Aidan utilizza realtà aumentata e lo smartphone, strumento che tutti ma proprio tutti oggi abbiamo tra le mani, in un processo di nuova democratizzazione dell’arte che supera tanti problemi di fruizione propri della video-arte e delle video installazioni. Formata da studi incisori classici si appassiona ben presto alla multimedialità, bruciando velocemente le tappe di un percorso anche istituzionale sino ad arrivare al MoMA PS1 nel 2013 (il suo video Check point è selezionato nel contest PopRally), nel 2014 a Palazzo Reale a Milano (I HAVE A DREAM collettiva promossa dalla Fondazione Robert F. Kennedy ) e al MACRO (vincitrice del Premio Adrenalina), e alla GNAM di Roma nel 2015. Allo spettatore basterà inquadrare con il proprio dispositivo mobile le opere di Aidan per vederle in movimento, entrare nei sogni dell’artista che sono forse le nostre speranze… Ma come nella migliore tradizione pop dell’uso della t-shirt come strumento di comunicazione e d’arte, gli spettatori di RiminiArte troveranno nell’ambito di questo progetto dedicato al pop contemporaneo anche una sorpresa: Aidan ha disegnato una t-shirt limited edition Keep Art and stay Fashion che interpreta lo stile trasversale di questa nuova fiera e del pop, unendo arte e moda: inquadrando con il proprio smartphone la t-shirt questa si metterà in movimento in real time esattamente come le opere, permettendo ai visitatori un viaggio virtuale nel mondo del pop , della moda e della comunicazione.
Cercare corrispondenze, rivivere passato, proiettarsi in immaginari altri e farli propri, sognare futuri. Il pop è come un affascinante vampiro che tra linfa da sé ma che offre ad artisti e visitatori motivazioni ed emozioni così diverse da sfuggire quasi ai propri modelli … Stay tuned, Stay ART e Si fa presto PoP!
RIMINI ARTE
www.riminiarte.net
info@romagnafiere.it
11-14 dicembre 2015
Venerdì 17-20
Sabato e domenica 11-20
Lunedì 11-14
Pad B7 e D7
Via Emilia 155
47921 Rimini

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Lucio Del Pezzo- Ritorno al futuro
20/11/2015 - 30/01/2016
Milano (MI) - Lombardia
Inserito da Raffaella Caruso
La Galleria Arte 92 (Milano, Via Moneta 1/A, www.arte92.it ) inaugura giovedì 19 novembre alle ore 18 la personale Lucio Del Pezzo- Ritorno al futuro a cura di Raffaella A. Caruso (20 novembre 2015 - 30 gennaio 2016, orario 10-13/ 16-19 lunedì e festivi chiuso).
In mostra un cospicuo corpus di opere che ripercorrono le tappe della produzione del Maestro e che vanno da alcuni rarissimi e fondamentali lavori storici degli anni 50 (Sole Giallo, 1958 e Frattura geologica, 1959) agli anni Sessanta in cui il linguaggio di Del Pezzo diviene particolarissimo, attuando una riflessione sui concetti di assemblage e di ready-made (Composizione, 1960 e Racconto Meccanico, 1961, Piccola Torre, 1963 e Flipper, 1967) sino al repertorio più noto dei Casellari e all’ultima produzione (Piccola mensola, Disseminazioni, 2015). In mostra anche una pregevole raccolta di chine.
L’esposizione ripercorre dunque la congruenza di un’esperienza pittorica che nasce nel dopoguerra e prosegue con un personale e sociale percorso di categorizzazione di simboli e oggetti.
Considerato grande maestro del pop europeo, Del Pezzo pur con suggestioni dada e surrealiste, organizza i suoi reperti in una dimensione architettonica, ordinata e metafisica, da archeologo, legando con il filo di un immaginario automatista le assonanze e la possibile convivenza di epoche e culture diverse e insegnandoci a parlare la lingua del mondo. In questo l’iter espositivo individua l’attualità senza tempo del suo linguaggio, analizzando formalmente epoche e contenuti differenti e svelando in opere completamente inedite una ricchezza e una vivacità del tutto impensata.
Come scrive nel testo in catalogo Raffaella A. Caruso “Del Pezzo l’archeologo che dal magma vulcanico della sua terra, dai panni stesi dei vicoli ha passato gran parte della sua vita a incasellare in edicole votive gli strumenti necessari per andare avanti e ridisegnare il mondo, traccia nuove traiettorie sparpagliando in soffio di vento, come in sogno, di nuovo le sue carte. Geniale. È come se consegnasse con queste Disseminazioni il suo lavoro nelle mani di noi spettatori chiamandoci all’agire. In prima persona. Chiedendo di ripercorrere, adesso che ci ha fornito gli strumenti, strade nuove. Invitandoci a nuove consapevolezze. In questi tempi duri dove si guarda il cielo per non combattere sulla terra, in questi tempi di astronavi e in cui si cercano segnali da pianeti lontani Del Pezzo aveva previsto tutto del necessario e umano ritorno al futuro.”

info: arte92@arte92.it

www.arte92.it

02.8052347

Catalogo in galleria con testo di Raffaella A. Caruso ita/eng e ricco apparato bibliografico e iconografico
AIDAN - PoP ReloaD!
17/09/2016 - 16/10/2016
Ferrara (FE) - Emilia-Romagna
Inserito da Raffaella Caruso
Mazzacurati Fine Art (Ferrara, Corso Martiri della Libertà 75) apre la stagione espositiva 2016/2017 (e non a caso subito dopo la mostra dedicata a Warhol in maggio 2016) con Pop Reload! un progetto site specific a cura di Raffaella A. Caruso. Protagonista Aidan, artista multimediale ormai conosciuta e apprezzata anche all'estero (suo uno dei video proiettati nel 2013 al MoMA PS1 in Abstract Generation: Now in Print) per i lavori in realtà aumentata, leggibili dallo spettatore semplicemente con l'utilizzo di uno smartphone. Mai come oggi ci viene in aiuto l'attualità: avete presente Pokemon Go? Ecco più di tante parole ci aiutano Pikachu, Bulbasaur and company. Questa è la realtà aumentata: vedere qui e adesso, nel nostro ambiente quello che non c'è, ad esempio un Pigeot sul nostro letto. Solo che Aidan lavora le sue tele in realtà aumentata dal 2011, ben prima che la mania globale della Nintendo facesse parlare ragazzini, adulti e sociologi, e dai suoi quadri non "escono" mostriciattoli, peraltro dalla grafica involuta, ma piume d'angelo, la luce inafferrabile delle stelle, i colori dei sogni e pensieri...
In questa esposizione, fortemente voluta da Roberto Mazzacurati -direttore artistico dell'omonima galleria che si sta distinguendo per scelte molto particolari sia nello storico, sia nel contemporaneo- Aidan interpreta alcuni classici del pop storico statunitense con la cifra stilistica sua propria (sovrapposizioni, sbavature, sfocature che introducono al movimento) penetrandone l'animus, riconfigurandone i simboli, ascoltando le assonanze ma soprattutto sovvertendo i limiti cronologici di una narrazione che avviene tutta qui e adesso, mai uguale a se stessa perchè diverso è l'ambiente in cui l'opera è collocata, perché diversi sono gli occhi e le mani degli spettatori. Un progetto pop non solo per la fonte "grafica" d'ispirazione, ma perché usa quello che è oggi lo strumento popular per antonomasia, lo smatphone, il vero media del terzo millennio. D'altronde -come ricorda Raffaella A. Caruso nel testo in catalogo in cui sono ripercorse velocemente le motivazioni del pop- i primi esperimenti di connubi possibili tra arte e tecnologia furono proprio del pop statunitense, nelle collaborazioni di Rauschenberg e di Warhol con l'ingegnere Billy Kluver. "Il pop dunque, in virtù della trasversalità dei linguaggi, usò media e tecnologia, ma da allora ad oggi la differenza la fa saper utilizzare la tecnologia in proprio, piegandola alla sensibilità dell'arte". Ed è questa la forza di Aidan: lavorare senza interposta persona, trasferendo alle sue opere una doppia anima che si fa una, portando il sensazionalismo del pop verso le più dolenti riflessioni del post human. Scrive ancora Caruso in catalogo: "Credo molto nei progetti site specific perché penso che possano meglio accompagnare lo spettatore a comprendere la vera anima di un lavoro. Sfogliando dunque questo catalogo il lettore vedrà immagini simbolo del pop “storico” servite di ispirazione all’artista e l’opera contemporanea che a sua volta ha una second life in realtà aumentata. Tre livelli di analisi dunque per ragionare sulla forza dell’icona, su come essa si sia sedimentata nell’immaginario collettivo riuscendo a trasformarsi in altro, portando lo spettatore verso letture personalissime, più lievi o più profonde a seconda della propria fantasia, personalità, umore. L’interazione (lasciata dall’artista possibile anche direttamente da alcune pagine del catalogo) è facile e talmente immediata da regalare quell’oh di stupore che ahimè tante opere d’arte, imbrigliate nei meandri di falsi intellettualismi hanno perduto. Qui dunque scoprirete i colori, il movimento, la musica, il sogno, simboli che pensavate di avere dimenticato, speranze che credevate non vi appartenessero, ma soprattutto Bellezza". Una chicca ancora: la copertina del catalogo che i visitatori troveranno in galleria è ideata dall'artista e puntando su di essa il proprio smartphone...PoP Reload!

PoP Reload!
Tipo mostra: personale
Artista: Aidan
Curatore: Raffaella A. Caruso

Galleria: Roberto Mazzacurati Fine Art
Ferrara- Corso Martiri della Libertà 75
Tel +39 0532207395 mob +39 347 4820312
Info: robyarte59@gmail.com
Direttore: Roberto Mazzacurati

Periodo: 17 settembre-16 ottobre
Inaugurazione: 17 settembre ore 18

Orari: 16.30-19.30; Sabato e Domenica 10.00-12.30/ 16.30-19.30
Giovedì chiuso-Ingresso libero

Catalogo: in galleria, Ita/Eng, ricco apparato iconografico
Testi: Raffaella A. Caruso
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Le strade della pittura
23/09/2017 - 29/10/2017
Ferrara (FE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
“Le strade della pittura” di Carlo Calzolari, Carlo Mastronardi e Corrado Tagliati dal 23 settembre al 29 ottobre 2017 alla Corte Ospitale di Rubiera (RE).
La mostra, promossa dal Comune di Rubiera, verrà inaugurata sabato 23 settembre alle ore 18.00. Saranno presenti, oltre agli artisti, Emanuele Cavallaro (Sindaco del Comune di Rubiera), Elena Lusvardi (Assessore alla Cultura del Comune di Rubiera) e Sandro Parmiggiani (curatore).
L’esposizione si tiene in un luogo fortemente simbolico – la cinquecentesca Corte Ospitale di Rubiera, per secoli centro di accoglienza e di incontro, e in questa occasione luogo simbolico in cui si incrociano le strade della pittura – e riunisce e mette a confronto tre artisti reggiani, originari di terre diverse: Calzolari è nato a Parma nel 1944, anche se risiede a Reggio Emilia da quarantacinque anni; Mastronardi è nato a Prepotto (Udine) nel 1940 ed è rubierese di adozione, essendosi qui trasferito il padre medico quando lui aveva dieci anni; Tagliati ha solidi, apparentemente irrecidibili, legami con l’Appennino, essendo nato a Castelnovo ne’ Monti nel 1940, e avendovi sempre vissuto.
“Le strade della pittura” è una mostra che, pur di dimensioni contenute – una decina di opere per ciascuno degli autori –, assume significati e valori peculiari. Da un lato, essa getta luce su ciò che tenacemente alcuni artisti continuano quotidianamente a fare, nel silenzio e nella solitudine dei loro studi, interrogandosi su quali possano essere oggi i linguaggi della pittura, capaci di non recidere il legame con la tradizione, di confrontarsi con il nuovo e, soprattutto, di essere fedeli testimoni della loro interiorità, delle tensioni che li animano, delle sfide che sentono di dovere raccogliere. Dall’altro lato, questi artisti dimostrano come la provincia possa essere luogo in cui si può sperimentare, lontano da luci e assedi di ogni genere (compresa la sollecitazione a replicare ciò che il mercato accoglie), un percorso di continui affinamenti e verifiche, con esiti che sono parte di ciò che può definirsi contemporaneo.
Calzolari, Mastronardi e Tagliati non formano certo un gruppo, né mai hanno pensato di dare vita a un sodalizio formale che potesse sostenere il loro percorso. Nutrono, da molti anni, sentimenti di amicizia personale, e di rispetto l’uno per il lavoro dell’altro, che già li hanno portati in passato ad esporre assieme, pure con altri amici artisti, quali i compianti Marco Gerra e Bruno Olivi, oltre a Fausto De Nisco.
Sono assai diverse le strade percorse dai tre artisti – anche se quelle di Mastronardi e Tagliati hanno segrete affinità e convergenze –; la frequentazione costante che da anni intrattengono fa sì che siano sempre aggiornati sugli esiti del lavoro di ciascuno, che questa mostra documenta con opere realizzate negli anni recenti.
Carlo Calzolari traccia bave, fiati di segni, graffiti, grumi e grovigli, numeri e lettere dell’alfabeto, parole nelle quali si condensa il retaggio di una presenza e di un pensiero misterioso, che pare sintonizzarsi sulla meraviglia e sull’estrema sensibilità proprie dell'infanzia; tutto viene percepito da chi guarda come ombre distorte da una lastra trasparente di plexiglass, che, investita dalla luce, proietta e origina sulla tavola retrostante brividi e fluttuazioni delle forme, a conferma che la cangiante presenza della luce è fondamentale nella percezione dell’opera, continuamente generando incupimenti, chiarori, trasalimenti dei toni.
Carlo Mastronardi fa ritorno, in queste opere ultime, al paesaggio delle nostre colline e montagne, in un qualche modo riallacciandosi alle esperienze degli esordi, quando trasfigurava il paesaggio emiliano, per poi rivisitare, sempre con un linguaggio informale sensibile al fascino della materia e del colore, i fienili e le vecchie case contadine, abbandonate a un inesorabile declino, i vecchi strumenti e attrezzi contadini – totem sacrali, tanto che la sua opera potrebbe davvero definirsi un’ininterrotta elegia sulla civiltà contadina ormai inghiottita e dissolta dal tempo. Di Mastronardi non possiamo infine dimenticare la ricerca sulla natura morta, con esiti del tutto personali, di grande felicità tonale e compositiva.
Corrado Tagliati è, fin dagli esordi, un indagatore del paesaggio, dapprima reso con una pittura figurativa, che presto s’inoltra lungo le strade di un’astrazione formalmente rigorosa, modulata su toni e tonalismi lavorati per accordi minimi, per segni, variazioni e sfumature di colore quasi impercettibili, ma che sempre reca l’impronta di emozioni e sentimenti che si rinnovano ogni volta che l’artista getta lo sguardo sulla natura, sia essa quella ancora in gran parte incontaminata sia quella che reca i segni dell’umano intervento. Spira nei suoi dipinti, sia ad olio sia a pastello, una sensibilità estrema, con la capacità di cogliere ogni più estenuato tono, ogni impercettibile frontiera tra forma e vuoto, ogni più recondita vibrazione della luce, che ne fanno un artista di r
Luce Città per l’Arte - Lumen
01/12/2017 - 27/01/2018
Ferrara (FE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Arte e impresa a Reggio Emilia. Il rapporto ormai consolidato tra Finpolo - Luce Città Illuminazione e il Circolo degli Artisti di Reggio Emilia si fortifica e si rinnova, con la collaborazione di Kairos art & projects, attraverso l’ampliamento degli spazi dedicati alle esposizioni d’arte contemporanea all’interno dello showroom e punto vendita sito in via Fratelli Cervi n. 4.
Al via, un nuovo ciclo di mostre, raccolte nel marchio “Luce Città per l’Arte”, che si aprirà con la collettiva “Lumen”, a cura di Gaia Bertani e Nicla Ferrari, in programma dal 1 dicembre 2017 al 27 gennaio 2018. Il vernissage si terrà venerdì 1 dicembre, alle ore 19.00, alla presenza degli artisti, delle curatrici, di Enrico Manicardi (Presidente Circolo degli Artisti), Alessandro Valisnieri (Responsabile di Luce Città), della direzione aziendale di Finpolo S.p.A. e di tutto lo staff. A seguire, aperitivo con spumanti LINI 910 e live music con Latin Soul Duo.
In esposizione, una trentina di opere (dipinti, sculture, fotografie, incisioni), alcune delle quali inedite, realizzate da dodici autori legati al Circolo degli Artisti: Marco Arduini, Francesca Artoni, Nicoletta Bagatti, Flavio Bregoli, Massimo Canuti, Nicla Ferrari, Stefano Grasselli, Daniele Lunghini, Susy Manzo, Luigi Marmiroli, Michele Sassi e Cetti Tumminia. A completare la mostra, tre opere grafiche di Dante Salamini (1932-2000), attraverso le quali si intente rendere omaggio ad un talentuoso narratore delle atmosfere reggiane.
Il titolo della collettiva – “Lumen” – si riferisce all’unità di misura della “quantità di luce”. «L’arte visiva – spiegano e curatrici – non potrebbe esistere senza la luce: tutto il nostro sapere è legato ai sensi, e la vista altro non è che la percezione di ciò che la luce colpisce e rivela. L’artista si pone dunque come un filtro tra lo spettatore e la realtà: nella sua opera restituisce la propria visione della vita e attraverso la luce, che avvolge o aggredisce le forme, rivela i volumi e trasmette uno stato emozionale. La luce dunque vive all’interno dell’opera ma allo stesso tempo si nutre della luce esterna ad essa».
“Lumen” allude, inoltre, al dialogo tra le opere esposte e le lampade di design di Finpolo - Luce Città Illuminazione. Lo showroom e punto vendita propone, infatti, nei propri spazi, soluzioni innovative ed illuminazione a led d’autore.
In occasione dell’inaugurazione sarà presentato il calendario 2018, con opere di tutti gli artisti invitati. Il calendario, che contiene anche la riproduzione di un’opera di Dante Salamini, sarà donato ai presenti.
La mostra sarà visitabile fino al 27 gennaio 2018, lunedì ore 14.30-18.30, da martedì a venerdì ore 8.30-12.30 e 14.30-18.30, sabato ore 8.30-12.30, domenica chiuso. Ingresso libero. Per informazioni: Luce Città Illuminazione (tel. 0522 386411); Circolo degli Artisti (tel. 0522 554711, cell. 346 0142189, circolodegliartisti2016@gmail.com, www.circolodegliartisti.re.it).