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Evento: SI FA PRESTO A DIRE POP! a cura di Raffaella A. Caruso
14/12/2015 - 14/12/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 05/12/2015 - 15:37 |
Luogo: | Rimini (RN) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 14/12/2015 |
Data di fine | 14/12/2015 |
Descrizione
Una nuova fiera. Due patron, Gilberto Tedaldi e Nicola Rossi. Due concetti per una fiera che si pone , pur nella solida tradizione espositiva delle migliori gallerie d’Italia, come fiera traversale: tra Nord e Sud e tra Arte e Moda nello splendido quartiere fieristico di una città strategico crocevia che sempre ha dettato le tendenze glamour delle tribù metropolitane.
Ecco dunque un collaterale site specific per Rimini Arte che parla la lingua veloce e street della pop art: SI FA PRESTO A DIRE POP! a cura di Raffaella A. Caruso. Protagonisti gli artisti Maurizio Ceccarelli e Aidan.
Maurizio Ceccarelli dà nuova vita ai manifesti delle strade di un mondo strappato, pieno di paure, contraddizioni e ancora di tanta bellezza. È come se nella frammentarietà della visione ricomponesse pulsioni e stimoli che in qualche modo latenti albergano in ognuno di noi. Il modello compositivo è il decollage, ma il modulo con cui i manifesti sono assemblati è più vicino alla street che alla lezione di Rotella e le icone che Ceccarelli va a pescare sono quelle che di una generazione che uscita dal boom economico vive la contestazione quasi come un estetico esercizio di stile. In tutta questa esuberanza un’attenzione finissima al problema della visione, a come l’occhio sia in grado di cogliere segni grafici (le tag dei writer) e tipografici (il retino di stampa) e una capacità compositiva lucidissima, in grado da subito di confrontarsi con la grande dimensione, sapendo perfettamente dove lo strappo sarà condotto e condurrà lo spettatore a guardare…
Una visione che esce dagli schemi della tradizione e che unisce con sensibilità pittorica unica il mondo di arte e tecnologia è il lavoro di Aidan. I primi esperimenti tra arte e tecnologia sono stati condotti proprio in ambito pop da Rauschenberg- installazione Oracle– in collaborazione con l’ingegnere Billy Kluver (il quale collaborò tra i tanti con Jasper Johns, Tinguely e con lo stesso Warhol- installazione Silver Clouds-) in quella che fu l’entusiasmante collettivo di E.A.T- Experiment in Art and Technologies. Il pop dunque in virtù della sovrapposizione e trasversalità dei linguaggi non poteva non utilizzare anche la tecnologia. Come il pop statunitense utilizzava i media del tempo cinema, cartoon, pubblicità, oggi Aidan utilizza realtà aumentata e lo smartphone, strumento che tutti ma proprio tutti oggi abbiamo tra le mani, in un processo di nuova democratizzazione dell’arte che supera tanti problemi di fruizione propri della video-arte e delle video installazioni. Formata da studi incisori classici si appassiona ben presto alla multimedialità, bruciando velocemente le tappe di un percorso anche istituzionale sino ad arrivare al MoMA PS1 nel 2013 (il suo video Check point è selezionato nel contest PopRally), nel 2014 a Palazzo Reale a Milano (I HAVE A DREAM collettiva promossa dalla Fondazione Robert F. Kennedy ) e al MACRO (vincitrice del Premio Adrenalina), e alla GNAM di Roma nel 2015. Allo spettatore basterà inquadrare con il proprio dispositivo mobile le opere di Aidan per vederle in movimento, entrare nei sogni dell’artista che sono forse le nostre speranze… Ma come nella migliore tradizione pop dell’uso della t-shirt come strumento di comunicazione e d’arte, gli spettatori di RiminiArte troveranno nell’ambito di questo progetto dedicato al pop contemporaneo anche una sorpresa: Aidan ha disegnato una t-shirt limited edition Keep Art and stay Fashion che interpreta lo stile trasversale di questa nuova fiera e del pop, unendo arte e moda: inquadrando con il proprio smartphone la t-shirt questa si metterà in movimento in real time esattamente come le opere, permettendo ai visitatori un viaggio virtuale nel mondo del pop , della moda e della comunicazione.
Cercare corrispondenze, rivivere passato, proiettarsi in immaginari altri e farli propri, sognare futuri. Il pop è come un affascinante vampiro che tra linfa da sé ma che offre ad artisti e visitatori motivazioni ed emozioni così diverse da sfuggire quasi ai propri modelli … Stay tuned, Stay ART e Si fa presto PoP!
RIMINI ARTE
www.riminiarte.net
info@romagnafiere.it
11-14 dicembre 2015
Venerdì 17-20
Sabato e domenica 11-20
Lunedì 11-14
Pad B7 e D7
Via Emilia 155
47921 Rimini
Ecco dunque un collaterale site specific per Rimini Arte che parla la lingua veloce e street della pop art: SI FA PRESTO A DIRE POP! a cura di Raffaella A. Caruso. Protagonisti gli artisti Maurizio Ceccarelli e Aidan.
Maurizio Ceccarelli dà nuova vita ai manifesti delle strade di un mondo strappato, pieno di paure, contraddizioni e ancora di tanta bellezza. È come se nella frammentarietà della visione ricomponesse pulsioni e stimoli che in qualche modo latenti albergano in ognuno di noi. Il modello compositivo è il decollage, ma il modulo con cui i manifesti sono assemblati è più vicino alla street che alla lezione di Rotella e le icone che Ceccarelli va a pescare sono quelle che di una generazione che uscita dal boom economico vive la contestazione quasi come un estetico esercizio di stile. In tutta questa esuberanza un’attenzione finissima al problema della visione, a come l’occhio sia in grado di cogliere segni grafici (le tag dei writer) e tipografici (il retino di stampa) e una capacità compositiva lucidissima, in grado da subito di confrontarsi con la grande dimensione, sapendo perfettamente dove lo strappo sarà condotto e condurrà lo spettatore a guardare…
Una visione che esce dagli schemi della tradizione e che unisce con sensibilità pittorica unica il mondo di arte e tecnologia è il lavoro di Aidan. I primi esperimenti tra arte e tecnologia sono stati condotti proprio in ambito pop da Rauschenberg- installazione Oracle– in collaborazione con l’ingegnere Billy Kluver (il quale collaborò tra i tanti con Jasper Johns, Tinguely e con lo stesso Warhol- installazione Silver Clouds-) in quella che fu l’entusiasmante collettivo di E.A.T- Experiment in Art and Technologies. Il pop dunque in virtù della sovrapposizione e trasversalità dei linguaggi non poteva non utilizzare anche la tecnologia. Come il pop statunitense utilizzava i media del tempo cinema, cartoon, pubblicità, oggi Aidan utilizza realtà aumentata e lo smartphone, strumento che tutti ma proprio tutti oggi abbiamo tra le mani, in un processo di nuova democratizzazione dell’arte che supera tanti problemi di fruizione propri della video-arte e delle video installazioni. Formata da studi incisori classici si appassiona ben presto alla multimedialità, bruciando velocemente le tappe di un percorso anche istituzionale sino ad arrivare al MoMA PS1 nel 2013 (il suo video Check point è selezionato nel contest PopRally), nel 2014 a Palazzo Reale a Milano (I HAVE A DREAM collettiva promossa dalla Fondazione Robert F. Kennedy ) e al MACRO (vincitrice del Premio Adrenalina), e alla GNAM di Roma nel 2015. Allo spettatore basterà inquadrare con il proprio dispositivo mobile le opere di Aidan per vederle in movimento, entrare nei sogni dell’artista che sono forse le nostre speranze… Ma come nella migliore tradizione pop dell’uso della t-shirt come strumento di comunicazione e d’arte, gli spettatori di RiminiArte troveranno nell’ambito di questo progetto dedicato al pop contemporaneo anche una sorpresa: Aidan ha disegnato una t-shirt limited edition Keep Art and stay Fashion che interpreta lo stile trasversale di questa nuova fiera e del pop, unendo arte e moda: inquadrando con il proprio smartphone la t-shirt questa si metterà in movimento in real time esattamente come le opere, permettendo ai visitatori un viaggio virtuale nel mondo del pop , della moda e della comunicazione.
Cercare corrispondenze, rivivere passato, proiettarsi in immaginari altri e farli propri, sognare futuri. Il pop è come un affascinante vampiro che tra linfa da sé ma che offre ad artisti e visitatori motivazioni ed emozioni così diverse da sfuggire quasi ai propri modelli … Stay tuned, Stay ART e Si fa presto PoP!
RIMINI ARTE
www.riminiarte.net
info@romagnafiere.it
11-14 dicembre 2015
Venerdì 17-20
Sabato e domenica 11-20
Lunedì 11-14
Pad B7 e D7
Via Emilia 155
47921 Rimini
Altri eventi dell'inserzionista
Betty Bee. Con tutto l'amore del mondo
22/05/2015 - 25/05/2015
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Raffaella Caruso
Per la sua prima edizione Napoli Arte Fiera dedica (in collaborazione con Eidos Immagini Contemporanee e con la curatela di Ciro Delfino e Raffaella A. Caruso) uno special content ad una delle artiste più poliedriche del panorama contemporaneo. A partire dagli inizi degli anni 90 Betty Bee persegue infatti con una freschezza sempre disarmante una ricerca personalissima, dalla cifra inconfondibile, in bilico costante tra arte, teatro e vita in un percorso borderline intimo eppure in cui lo spettatore si trova inevitabilmente coinvolto. L’elemento teatrale, inteso come rappresentazione di se stessa, è divenuto un riferimento costante di tutto il suo percorso artistico-esistenziale, con una predilezione innata per la provocazione, il gioco, l’esibizione del corpo e delle sue ossessioni, infatuazioni, fantasie. Il corpo esposto, raccontato e trasformato, viene dissacrato e quindi restituito ad una verità fisica ed emozionale, oggetto del desiderio e rappresentazione costante della sua incredibile molteplicità.
Considerata per anni la bad girl dell’arte italiana, spesso conosciuta per lo spirito ribelle più che per i valori formali del suo lavoro, con uno spirito che definire materno è riduttivo, infonde invece vita al quotidiano, donando magia a carte veline, mozziconi di sigarette, macchie di caffè, a qualunque oggetto stuzzichi la sua fantasia, parli alla sua emotività, rendendo micro e macrocosmo mondi dall’impatto visivo di pari dignità, con una cifra stilistica dall’eleganza inconfondibile, che se nell’incanto affabulatorio è tutta partenopea ha invece il rigore formale delle tendenze mitteleuropee.
Da sempre apprezzata per la forte azione performativa, per una militanza artistica che in lei è vita, oggi Betty Bee appare al pubblico con una disponibilità nuova: accogliere nel proprio vissuto il mondo altrui, pronta ad abbandonare sterili antagonismi per fare da madre padre fratello sorella alla gioia ed al dolore nostro e suo, opponendo alla vis destruens –ovunque essa si nasconda- la forza costruttiva della materia e del colore. Lo fa analizzando visivamente e in senso metaforico un concetto interessantissimo in semeiotica: il limite, confine invarcabile, soglia dell’ignoto ed al contempo campo all’interno del quale trovare protezione. È questo tutto l’amore del mondo: la disponibilità dell’artista, il lasciare parlare le cose, accogliere l’altro, anche quando è diverso, anche quando ha le fattezze di quei “mostri” che forse null’altro sono che la parte oscura che alberga nascosta in ognuno di noi. Vivere significa sapere affrontare la confusione e mischiare i propri pensieri con quelli del mondo è dono dell’artista.
Betty Bee ha dimostrato nel corso degli anni di essere con-fusa e di confondere, suscitando negli interlocutori le emozioni più varie.
Processo lungo ed elaborato che Betty porta a compimento anche su se stessa, rielaborando e restituendo, per la prima volta, anche al colore, immagini di una parte di quelle indomite anime con cui si è nel tempo sapientemente rappresentata e raccontata, in quel percorso che le ha permesso di trasformare poi se stessa e la propria fisicità in una delle sue opere principali.
In esposizione dunque lavori inediti pensati site specific, presentati in un suggestivo allestimento, e il video Incantesimo lunare, da cui l’artista ha tratto frame fotografici arricchiti da un intervento pittorico.
Dove: NAPOLI - 23/25 Maggio 2015
Mostra d’Oltremare
NAF 2015 Mostra Mercato di Arte Moderna e Contemporanea - Viale Kennedy 54- Pad. 6
Date:
Sabato 23 maggio dalle 11 alle 21
Domenica 24 maggio dalle 11 alle 21
Lunedì 25 maggio dalle 11 alle 14
Biglietti
Intero: € 10,00
Ridotto: € 8,00 (over 65)
Gratuito: fino ai 14 anni compiuti
www.napoliartefiera.it
www.galleriaeidos.com
Considerata per anni la bad girl dell’arte italiana, spesso conosciuta per lo spirito ribelle più che per i valori formali del suo lavoro, con uno spirito che definire materno è riduttivo, infonde invece vita al quotidiano, donando magia a carte veline, mozziconi di sigarette, macchie di caffè, a qualunque oggetto stuzzichi la sua fantasia, parli alla sua emotività, rendendo micro e macrocosmo mondi dall’impatto visivo di pari dignità, con una cifra stilistica dall’eleganza inconfondibile, che se nell’incanto affabulatorio è tutta partenopea ha invece il rigore formale delle tendenze mitteleuropee.
Da sempre apprezzata per la forte azione performativa, per una militanza artistica che in lei è vita, oggi Betty Bee appare al pubblico con una disponibilità nuova: accogliere nel proprio vissuto il mondo altrui, pronta ad abbandonare sterili antagonismi per fare da madre padre fratello sorella alla gioia ed al dolore nostro e suo, opponendo alla vis destruens –ovunque essa si nasconda- la forza costruttiva della materia e del colore. Lo fa analizzando visivamente e in senso metaforico un concetto interessantissimo in semeiotica: il limite, confine invarcabile, soglia dell’ignoto ed al contempo campo all’interno del quale trovare protezione. È questo tutto l’amore del mondo: la disponibilità dell’artista, il lasciare parlare le cose, accogliere l’altro, anche quando è diverso, anche quando ha le fattezze di quei “mostri” che forse null’altro sono che la parte oscura che alberga nascosta in ognuno di noi. Vivere significa sapere affrontare la confusione e mischiare i propri pensieri con quelli del mondo è dono dell’artista.
Betty Bee ha dimostrato nel corso degli anni di essere con-fusa e di confondere, suscitando negli interlocutori le emozioni più varie.
Processo lungo ed elaborato che Betty porta a compimento anche su se stessa, rielaborando e restituendo, per la prima volta, anche al colore, immagini di una parte di quelle indomite anime con cui si è nel tempo sapientemente rappresentata e raccontata, in quel percorso che le ha permesso di trasformare poi se stessa e la propria fisicità in una delle sue opere principali.
In esposizione dunque lavori inediti pensati site specific, presentati in un suggestivo allestimento, e il video Incantesimo lunare, da cui l’artista ha tratto frame fotografici arricchiti da un intervento pittorico.
Dove: NAPOLI - 23/25 Maggio 2015
Mostra d’Oltremare
NAF 2015 Mostra Mercato di Arte Moderna e Contemporanea - Viale Kennedy 54- Pad. 6
Date:
Sabato 23 maggio dalle 11 alle 21
Domenica 24 maggio dalle 11 alle 21
Lunedì 25 maggio dalle 11 alle 14
Biglietti
Intero: € 10,00
Ridotto: € 8,00 (over 65)
Gratuito: fino ai 14 anni compiuti
www.napoliartefiera.it
www.galleriaeidos.com
Betty Bee: Doppio Sogno
28/01/2016 - 01/02/2016
Bologna (BO) - Emilia-Romagna
Inserito da Raffaella Caruso
Il 2016 rappresenta per Arte Fiera una scadenza speciale, perché corrisponde al quarantesimo anno dalla sua fondazione, un anniversario che ha spinto i direttori artistici Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni a valorizzare l'arte italiana dalle prime avanguardie del Novecento fino ad oggi. Una scelta “tematica” che si inquadra in quella più generale di proseguire nella decisione di fare di Arte Fiera in evento “curatoriale”.
Ecco dunque nella sezione solo show, presentata da Eidos Immagini Contemporanee, la personale di Betty Bee Doppio sogno a cura di Ciro Delfino e Raffaella A. Caruso. Betty Bee si presenta al pubblico di Arte Fiera nella sua originale vena performativa con un raffinatissimo lavoro concettuale (anche nella ricostruzione consapevole e dolente, autoironica e lucida del proprio fare artistico e del proprio vissuto) espresso dai due video Gilda e Incantesimo Lunare e dal lavoro fotografico e pittorico da essi estratto.
Come nel romanzo di Arthur Schnitzler Betty Bee gioca tra finzione e realtà, vestendo di atmosfera onirica il tema a lei assai caro della femminilità e del suo corollario di emozioni e pulsioni: amore violenza incomunicabilità sensualità carnalità.
Da ognuno dei due video, che la vedono protagonista come performer, l'artista ha infatti tratto lavori fotografici in pezzo unico sui cui è intervenuta pittoricamente.
Incantesimo lunare è un video del 2004 in cui Betty Bee interpreta i mille volti del femminile. Tema dunque la mutevolezza della donna, l’essere percepita come umorale, la possibilità di essere sempre diversa, la capacità di interpretare se stessa per difendersi e costruire una vita diversa. Un lavoro sull’incomunicabilità, girato in bianco e nero e muto, come se l'artista fosse una diva anni 20. Il lavoro fotografico che Betty Bee ne ha tratto nel 2015 restituisce la protagonista al colore, la isola e fissa in alcune pose drammatiche, delimita il corpo con un segno pittorico d’interferenza fisico e semantico: un filo spinato prezioso (oro o argento), che è limite, confine e protezione.
Gilda, video girato nel 1995, è la scoperta confessione di una donna che si offre al desiderio (maschile, femminile?) ma che in una danza sensualissima e quasi tribale usata come schermo riesce a proteggere la propria anima. La brocca con cui l’artista mette in scena la propria danza è il simbolo di quella femminilità da cui tutti hanno attinto ma che nessuno è riuscito a colmare: è il vuoto esistenziale dell’artista che offre se stesso nell’opera senza ricevere, l’auto-rappresentazione della persona-oggetto. Anche in questo caso l'artista ha isolato e tratto dal video singoli frame su cui è intervenuta pittoricamente con il suo repertorio più carnale, isolando ogni volta un particolare, facendolo diventare il focus compositivo, oppure la chiave interpretativa, oppure l'elemento di distrazione, prendendosi quasi gioco dello spettatore irretito dal colore e dall'ossessiva sensualità del lavoro. Le figure stilizzate, in forme elementari a colori forti e contrastati, in trasparenza, rappresentano quindi i quadri/racconti della sua storia di violenze e soprusi, che qui l’artista narra, ma al contempo esorcizza definitivamente, nella piena presa di coscienza del proprio io. E come Gilda nell’omonimo film del 1946, usata da tutti per la propria bellezza, realizza la fuga finale verso la libertà e la felicità, Betty opera la propria catarsi nell’arte, emancipandosi finalmente dalla sua condizione di vittima.
Gilda nella sua elaborazione fotografica e pittorica è un lavoro assolutamente inedito, prodotto appositamente per Arte Fiera.
La complessità dei due lavori è resa più evidente dalla contemporanea proiezione dei video “matrice” .
Le due serie di lavori dialogheranno permettendo allo spettatore chiavi di lettura incrociate, contrappuntate dai due famosissimi scatti Pluff (1997) e Split (1995), animate in parte da una raffinatissima atmosfera mitteleuropea, in parte da una sensualità mediterranea e fintamente naif. Doppio sogno e doppio gioco...
Dove
Quartiere Fieristico di Bologna
Ingresso Ovest Costituzione
Pad 32 C20
Data
29 gennaio/1 febbraio 2016
PREVIEW A INVITO
giovedì 28 gennaio dalle 12 alle 21
ORARI
da venerdì 29 a domenica 31 dalle 11 alle 19
lunedì 1 febbraio dalle 11 alle 17
TITOLI D'INGRESSO
Biglietto giornaliero: € 20,00
Abbonamento 4 giorni: € 35,00
Abbonamento 3 giorni: € 33,00
Abbonamento 2 giorni: € 30,00
Ingresso gratuito per i ragazzi fino a 10 anni compresi
Ingresso ridotto per gruppi (minimo 15 persone): € 15,00
Info:
www.galleriaeidos.com
galleria.eidos@gmail.com
tel/fax 0141 354176
Ecco dunque nella sezione solo show, presentata da Eidos Immagini Contemporanee, la personale di Betty Bee Doppio sogno a cura di Ciro Delfino e Raffaella A. Caruso. Betty Bee si presenta al pubblico di Arte Fiera nella sua originale vena performativa con un raffinatissimo lavoro concettuale (anche nella ricostruzione consapevole e dolente, autoironica e lucida del proprio fare artistico e del proprio vissuto) espresso dai due video Gilda e Incantesimo Lunare e dal lavoro fotografico e pittorico da essi estratto.
Come nel romanzo di Arthur Schnitzler Betty Bee gioca tra finzione e realtà, vestendo di atmosfera onirica il tema a lei assai caro della femminilità e del suo corollario di emozioni e pulsioni: amore violenza incomunicabilità sensualità carnalità.
Da ognuno dei due video, che la vedono protagonista come performer, l'artista ha infatti tratto lavori fotografici in pezzo unico sui cui è intervenuta pittoricamente.
Incantesimo lunare è un video del 2004 in cui Betty Bee interpreta i mille volti del femminile. Tema dunque la mutevolezza della donna, l’essere percepita come umorale, la possibilità di essere sempre diversa, la capacità di interpretare se stessa per difendersi e costruire una vita diversa. Un lavoro sull’incomunicabilità, girato in bianco e nero e muto, come se l'artista fosse una diva anni 20. Il lavoro fotografico che Betty Bee ne ha tratto nel 2015 restituisce la protagonista al colore, la isola e fissa in alcune pose drammatiche, delimita il corpo con un segno pittorico d’interferenza fisico e semantico: un filo spinato prezioso (oro o argento), che è limite, confine e protezione.
Gilda, video girato nel 1995, è la scoperta confessione di una donna che si offre al desiderio (maschile, femminile?) ma che in una danza sensualissima e quasi tribale usata come schermo riesce a proteggere la propria anima. La brocca con cui l’artista mette in scena la propria danza è il simbolo di quella femminilità da cui tutti hanno attinto ma che nessuno è riuscito a colmare: è il vuoto esistenziale dell’artista che offre se stesso nell’opera senza ricevere, l’auto-rappresentazione della persona-oggetto. Anche in questo caso l'artista ha isolato e tratto dal video singoli frame su cui è intervenuta pittoricamente con il suo repertorio più carnale, isolando ogni volta un particolare, facendolo diventare il focus compositivo, oppure la chiave interpretativa, oppure l'elemento di distrazione, prendendosi quasi gioco dello spettatore irretito dal colore e dall'ossessiva sensualità del lavoro. Le figure stilizzate, in forme elementari a colori forti e contrastati, in trasparenza, rappresentano quindi i quadri/racconti della sua storia di violenze e soprusi, che qui l’artista narra, ma al contempo esorcizza definitivamente, nella piena presa di coscienza del proprio io. E come Gilda nell’omonimo film del 1946, usata da tutti per la propria bellezza, realizza la fuga finale verso la libertà e la felicità, Betty opera la propria catarsi nell’arte, emancipandosi finalmente dalla sua condizione di vittima.
Gilda nella sua elaborazione fotografica e pittorica è un lavoro assolutamente inedito, prodotto appositamente per Arte Fiera.
La complessità dei due lavori è resa più evidente dalla contemporanea proiezione dei video “matrice” .
Le due serie di lavori dialogheranno permettendo allo spettatore chiavi di lettura incrociate, contrappuntate dai due famosissimi scatti Pluff (1997) e Split (1995), animate in parte da una raffinatissima atmosfera mitteleuropea, in parte da una sensualità mediterranea e fintamente naif. Doppio sogno e doppio gioco...
Dove
Quartiere Fieristico di Bologna
Ingresso Ovest Costituzione
Pad 32 C20
Data
29 gennaio/1 febbraio 2016
PREVIEW A INVITO
giovedì 28 gennaio dalle 12 alle 21
ORARI
da venerdì 29 a domenica 31 dalle 11 alle 19
lunedì 1 febbraio dalle 11 alle 17
TITOLI D'INGRESSO
Biglietto giornaliero: € 20,00
Abbonamento 4 giorni: € 35,00
Abbonamento 3 giorni: € 33,00
Abbonamento 2 giorni: € 30,00
Ingresso gratuito per i ragazzi fino a 10 anni compresi
Ingresso ridotto per gruppi (minimo 15 persone): € 15,00
Info:
www.galleriaeidos.com
galleria.eidos@gmail.com
tel/fax 0141 354176
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Carte e cartoni
03/12/2016 - 14/01/2017
Bologna (BO) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Per il periodo natalizio, dal 3 dicembre 2016 al 14 gennaio 2017, la Galleria de’ Bonis (viale dei Mille 44/B, Reggio Emilia) propone un’articolata collettiva di opere su carta e cartoncino dei maggiori artisti del Novecento italiano (con più di una puntata oltralpe): Afro, Pietro Annigoni, Antonio Bueno, Giuseppe Capogrossi, Nicola De Maria, Gianni Dova, Sam Francis, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Hans Hartung, Alberto Manfredi, Giorgio Morandi, Gino Severini, Mario Sironi.
La proposta spazia da disegni e schizzi preparatori fino a opere finite vere e proprie, da studi a matita a collage fino agli acquerelli, per indagare tutta la potenzialità del sorprendente supporto cartaceo.
Le opere scelte mettono a confronto la forza del segno propria dei disegni, che contengono tutta l’energia non ancora addomesticata dell’idea nascente dell’artista, con la delicatezza dell’acquerello o della china.
In galleria, anche molte opere insolite: il bozzetto in cartoncino dell’unica scultura mai realizzata da Guttuso: “L’edicola”, un’illustrazione satirica di Sironi per “Il Popolo d’Italia”, tre disegni di Morandi (una natura morta e due paesaggi), un collage di Capogrossi, un inusuale nudo femminile di Annigoni, una forte opera segnica di Hartung, un lavoro del 1970 di Sam Francis certificato direttamente dalla Sam Francis Foundation di Pasadena e diverse altre sorprese.
La mostra è un vero e proprio excursus attraverso il Novecento italiano, indagato a partire dagli autori che ne hanno scritto la storia. La scelta della carta permette selezionare opere particolari dei grandi della pittura in un percorso nuovo e stimolante. Le opere su carta sono, inoltre, un ottimo modo per accostarsi al collezionismo, scegliendo pezzi di grandi autori a prezzi più accessibili rispetto alle opere su tela.
L’esposizione sarà visitabile dal fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Ingresso libero. Sabato 17 dicembre, alle ore 18.00, brindisi di auguri in galleria. Per le festività la galleria sarà chiusa i giorni 24-25-26 dicembre e dal 31 dicembre al 6 gennaio compresi.
Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
La proposta spazia da disegni e schizzi preparatori fino a opere finite vere e proprie, da studi a matita a collage fino agli acquerelli, per indagare tutta la potenzialità del sorprendente supporto cartaceo.
Le opere scelte mettono a confronto la forza del segno propria dei disegni, che contengono tutta l’energia non ancora addomesticata dell’idea nascente dell’artista, con la delicatezza dell’acquerello o della china.
In galleria, anche molte opere insolite: il bozzetto in cartoncino dell’unica scultura mai realizzata da Guttuso: “L’edicola”, un’illustrazione satirica di Sironi per “Il Popolo d’Italia”, tre disegni di Morandi (una natura morta e due paesaggi), un collage di Capogrossi, un inusuale nudo femminile di Annigoni, una forte opera segnica di Hartung, un lavoro del 1970 di Sam Francis certificato direttamente dalla Sam Francis Foundation di Pasadena e diverse altre sorprese.
La mostra è un vero e proprio excursus attraverso il Novecento italiano, indagato a partire dagli autori che ne hanno scritto la storia. La scelta della carta permette selezionare opere particolari dei grandi della pittura in un percorso nuovo e stimolante. Le opere su carta sono, inoltre, un ottimo modo per accostarsi al collezionismo, scegliendo pezzi di grandi autori a prezzi più accessibili rispetto alle opere su tela.
L’esposizione sarà visitabile dal fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Ingresso libero. Sabato 17 dicembre, alle ore 18.00, brindisi di auguri in galleria. Per le festività la galleria sarà chiusa i giorni 24-25-26 dicembre e dal 31 dicembre al 6 gennaio compresi.
Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
Franz Baumgartner, Il respiro del silenzio
17/09/2016 - 22/10/2016
Bologna (BO) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
La Galleria VV8artecontemporanea di Reggio Emilia (Cortile di Palazzo Borzacchi, Via Emilia Santo Stefano 14) ospiterà, dal 18 settembre al 22 ottobre 2016, la seconda mostra personale dell’artista tedesco Franz Baumgartner, intitolata “Il respiro del silenzio”. L’esposizione sarà inaugurata sabato 17 settembre 2016, alle ore 18.00, alla presenza dell’artista.
Nato a Kleve, in Germania, nel 1962, Franz Baumgartner studia con Karl Marx a Colonia e con Dieter Krieg a Du?sseldorf, presso l’Accademia. È uno degli esponenti di spicco di quella nuova figurazione tedesca che ha mosso i primi passi negli anni Novanta.
In mostra, una serie di nuove opere, sia ad olio su tela che su carta, di piccolo e medio formato, realizzate appositamente per l’esposizione di Reggio Emilia.
L’esposizione è accompagnata da un testo critico di Sandro Parmiggiani. «Pur nel rigoroso controllo dei toni – scrive il critico d’arte – arricchiti di variazioni negli ultimi dipinti, credo che per la pittura di Baumgartner si possa evocare ciò che diceva Chardin: “Ci si serve dei colori, ma si dipinge con il sentimento”. Respirano, i dipinti dell’artista tedesco, un’atmosfera di solitudine e di abbandono, di “ogni passione spenta”, di una desertificazione dell’anima che ovviamente non può fare ricorso alle immagini (sole battente, sabbia, vento) che di solito associamo alla parola “deserto”. Le ultime opere ci dicono tuttavia che la vita ancora resiste e pulsa, con alcune modeste presenze che immediatamente evocano un sentimento di nostalgia che va a perturbare e illuminare la malinconia che ovunque pare essersi insinuata. Certo, in molti dipinti di Baumgartner, persiste una sorta di veleno plumbeo che sembra rivestire le cose, penetrare in ogni atomo dell’aria e in ogni recesso del reale…».
La mostra, sarà visitabile fino al 22 ottobre 2016, da martedì a sabato con orario 10.30-13.00 e 16.30-20.00, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 0522 432103, m. 340 9232277, www.vv8artecontemporanea.it.
Nato a Kleve, in Germania, nel 1962, Franz Baumgartner studia con Karl Marx a Colonia e con Dieter Krieg a Du?sseldorf, presso l’Accademia. È uno degli esponenti di spicco di quella nuova figurazione tedesca che ha mosso i primi passi negli anni Novanta.
In mostra, una serie di nuove opere, sia ad olio su tela che su carta, di piccolo e medio formato, realizzate appositamente per l’esposizione di Reggio Emilia.
L’esposizione è accompagnata da un testo critico di Sandro Parmiggiani. «Pur nel rigoroso controllo dei toni – scrive il critico d’arte – arricchiti di variazioni negli ultimi dipinti, credo che per la pittura di Baumgartner si possa evocare ciò che diceva Chardin: “Ci si serve dei colori, ma si dipinge con il sentimento”. Respirano, i dipinti dell’artista tedesco, un’atmosfera di solitudine e di abbandono, di “ogni passione spenta”, di una desertificazione dell’anima che ovviamente non può fare ricorso alle immagini (sole battente, sabbia, vento) che di solito associamo alla parola “deserto”. Le ultime opere ci dicono tuttavia che la vita ancora resiste e pulsa, con alcune modeste presenze che immediatamente evocano un sentimento di nostalgia che va a perturbare e illuminare la malinconia che ovunque pare essersi insinuata. Certo, in molti dipinti di Baumgartner, persiste una sorta di veleno plumbeo che sembra rivestire le cose, penetrare in ogni atomo dell’aria e in ogni recesso del reale…».
La mostra, sarà visitabile fino al 22 ottobre 2016, da martedì a sabato con orario 10.30-13.00 e 16.30-20.00, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 0522 432103, m. 340 9232277, www.vv8artecontemporanea.it.