Accedi
Evento: The GIFT
20/12/2015 - 07/01/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 15/12/2015 - 12:21 |
Luogo: | Sciacca (AG) - Sicilia |
Data di inizio: | 20/12/2015 |
Data di fine | 07/01/2016 |
Descrizione
Spazio Kappa è lieto di presentare The GIFT, una mostra collettiva che sarà inaugurata domenica 20 dicembre, e resterà aperta fino al 7 gennaio 2016. Saranno esposti i lavori di Monica Alletto, Sabrina Annaloro, Block Design, Hernàn Chavar, Chrome Surgery, Marco Make, Martina Di Trapani, Mind Madeindesign e Sam Punzina. Inoltre, durante l’inaugurazione, l’architetto e designer saccenze Paolo Gulotta presenterà il progetto IGLOO_, una seduta indoor/outdoor, che nasce come modulo costituito da un unico blocco di cemento.
Accuratamente selezionati da Katia Licari - fondatrice dello Spazio Kappa - i nove artisti, pur muovendosi su diversi piani ed esplorando espressioni eterogenee, sono accomunati da qualcosa che può essere percepito come un valore o un’attitudine, un legame con un analogo strumento o un’affinità con una particolare poetica. Dall’illustrazione, alla grafica, al disegno, alla pittura; utilizzano vernici, ecoline, matite, acquerelli, pastelli, uniposca, stencil e spray, per realizzare delle opere preziose, sovente dal piccolo formato, che diventano opera-oggetto, fino all’oggetto vero e proprio col design dalla sensibile inclinazione all’arte.
Il titolo della mostra, semplice e sintetico, nasce da un approfondimento sulla pluralità dei significati di una parola: il regalo, inteso come presente - oggetto concreto e tangibile - ma anche come dono invisibile, di cui godiamo nel nostro essere intellettuale, morale e sentimentale, e che possiamo esperire nei pregi e nelle qualità di ognuno di noi.
Spazio Kappa nasce nell’agosto 2015 all’interno della “Cadda”, l’antico quartiere ebraico di Sciacca, caratterizzato da un intreccio di strette viuzze e da minute abitazioni di edilizia popolare, con l’intento di portare nuova vita attraverso la riscoperta e la riqualificazione. Contemporaneamente Katia Licari diventa ‘Urban Farmer’, un ambasciatore di Farm Cultural Park, che prendendo spunto dalla esperienza di Farm, opera in modo creativo e come istituzione culturale lavorando sul territorio e muovendosi nelle medesime aree di interesse di Farm, come il public design, la rigenerazione urbana e la cultura del contemporaneo. Spazio Kappa è dunque uno di quei luoghi deputati a ricostruire relazioni sociali nell’ambito del tessuto urbano per immaginare un futuro migliore per noi e per le future generazioni.
Accuratamente selezionati da Katia Licari - fondatrice dello Spazio Kappa - i nove artisti, pur muovendosi su diversi piani ed esplorando espressioni eterogenee, sono accomunati da qualcosa che può essere percepito come un valore o un’attitudine, un legame con un analogo strumento o un’affinità con una particolare poetica. Dall’illustrazione, alla grafica, al disegno, alla pittura; utilizzano vernici, ecoline, matite, acquerelli, pastelli, uniposca, stencil e spray, per realizzare delle opere preziose, sovente dal piccolo formato, che diventano opera-oggetto, fino all’oggetto vero e proprio col design dalla sensibile inclinazione all’arte.
Il titolo della mostra, semplice e sintetico, nasce da un approfondimento sulla pluralità dei significati di una parola: il regalo, inteso come presente - oggetto concreto e tangibile - ma anche come dono invisibile, di cui godiamo nel nostro essere intellettuale, morale e sentimentale, e che possiamo esperire nei pregi e nelle qualità di ognuno di noi.
Spazio Kappa nasce nell’agosto 2015 all’interno della “Cadda”, l’antico quartiere ebraico di Sciacca, caratterizzato da un intreccio di strette viuzze e da minute abitazioni di edilizia popolare, con l’intento di portare nuova vita attraverso la riscoperta e la riqualificazione. Contemporaneamente Katia Licari diventa ‘Urban Farmer’, un ambasciatore di Farm Cultural Park, che prendendo spunto dalla esperienza di Farm, opera in modo creativo e come istituzione culturale lavorando sul territorio e muovendosi nelle medesime aree di interesse di Farm, come il public design, la rigenerazione urbana e la cultura del contemporaneo. Spazio Kappa è dunque uno di quei luoghi deputati a ricostruire relazioni sociali nell’ambito del tessuto urbano per immaginare un futuro migliore per noi e per le future generazioni.
Altri eventi dell'inserzionista
“Hey fratello! C’è una strada senza fine da scoprire”
23/01/2015 - 25/01/2015
Bologna (BO) - Emilia-Romagna
Inserito da Tiziana Pantaleo
“Hey fratello! C’è una strada senza fine da scoprire”
da un’idea di Davide Bramante e Andrè Cuoco
Maura Banfo, Giovanni Blanco, Davide Bramante, Adele Ceraudo, Francesco De Grandi, Giovanni Manunta Pastorello, Stefania Pennacchio, Pierluigi Pusole, Turi Rapisarda.
Venerdì 23 gennaio 2015 alle ore 21:00, in concomitanza con ArteFiera, sarà inaugurata “Hey fratello! C’è una strada senza fine da scoprire”, una mostra libera - nata da un’idea di Davide Bramante con l’appoggio e l’amichevole complicità di Andrè Cuoco, imprenditore e collezionista bolognese.
I due, amici di vecchia data, hanno pensato questa collettiva come un tributo all’amicizia e hanno insieme selezionato gli artisti in base alle loro preferenze, ai gusti personali e ai rapporti umani che li legano.
In mostra le opere di Adele Ceraudo, Maura Banfo, Giovanni Blanco, Davide Bramante, Francesco De Grandi, Stefania Pennacchio, Giovanni Manunta Pastorello, Pierluigi Pusole, Turi Rapisarda.
La mostra, ospitata da uno spazio indipendente in via Ermete Novelli 1, resterà aperta sabato 24 e domenica 25 gennaio, dalle ore 16:00 alle ore 21:00.
Inaugurazione venerdì 23 gennaio 2015, ore 21:00
Sabato 24 e domenica 25 gennaio 2015, dalle 16:00 alle 21:00
Spazio indipendente - via Ermete Novelli 1, 40127 - Bologna
da un’idea di Davide Bramante e Andrè Cuoco
Maura Banfo, Giovanni Blanco, Davide Bramante, Adele Ceraudo, Francesco De Grandi, Giovanni Manunta Pastorello, Stefania Pennacchio, Pierluigi Pusole, Turi Rapisarda.
Venerdì 23 gennaio 2015 alle ore 21:00, in concomitanza con ArteFiera, sarà inaugurata “Hey fratello! C’è una strada senza fine da scoprire”, una mostra libera - nata da un’idea di Davide Bramante con l’appoggio e l’amichevole complicità di Andrè Cuoco, imprenditore e collezionista bolognese.
I due, amici di vecchia data, hanno pensato questa collettiva come un tributo all’amicizia e hanno insieme selezionato gli artisti in base alle loro preferenze, ai gusti personali e ai rapporti umani che li legano.
In mostra le opere di Adele Ceraudo, Maura Banfo, Giovanni Blanco, Davide Bramante, Francesco De Grandi, Stefania Pennacchio, Giovanni Manunta Pastorello, Pierluigi Pusole, Turi Rapisarda.
La mostra, ospitata da uno spazio indipendente in via Ermete Novelli 1, resterà aperta sabato 24 e domenica 25 gennaio, dalle ore 16:00 alle ore 21:00.
Inaugurazione venerdì 23 gennaio 2015, ore 21:00
Sabato 24 e domenica 25 gennaio 2015, dalle 16:00 alle 21:00
Spazio indipendente - via Ermete Novelli 1, 40127 - Bologna
RISE - Jáchym Fleig
31/03/2016 - 30/04/2016
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
RizzutoGallery (Palermo, via Monte Cuccio 30) è lieta di presentare RISE - mostra personale dello scultore tedesco Jáchym Fleig (1970, Villingen-Schwenningen).
L’artista, che ha all’attivo numerose mostre in gallerie e spazi pubblici ed è reduce da due importanti personali al Museum Biedermann di Donaueschingen (2015) e al Kiosk am Reileck di Halle (2016), si prepara alla sua prima esposizione in Italia.
L’inaugurazione sarà giovedì 31 marzo alle ore 19 e la mostra resterà visitabile fino al 30 aprile.
Alla RizzutoGallery Fleig presenterà alcune tra le sue opere più importanti, già esposte in Kunstverein e Musei tedeschi, e realizzerà installazioni site-specific appositamente pensate per la galleria.
Nelle opere di Fleig il concetto tradizionale di scultura viene esteso in ciò che può essere deliberatamente legato al suo rispettivo ambientale. L’integrazione tra corpo scultoreo e l'ambiente circostante dà al lavoro il carattere di una installazione temporanea, soggetta alle condizioni esterne che la sottopongono a continui cambiamenti.
Le sculture di Fleig , come strutture organiche in uno stato di proliferazione e crescita, si sviluppano invadendo lo spazio che le ospita: strutture di sostegno, pilastri, muri, pavimenti, finestre, soffitti, diventano per l’Artista potenziali luoghi di ancoraggio delle sue installazioni, in alcuni casi avvinghiate – come corpi parassitari o concrezioni organogene - alla struttura esterna degli edifici degli spazi espositivi e museali, capaci di interrompere, talvolta in modo inquietante, la normalità dei luoghi conosciuti, degli spazi urbani sicuri e definiti.
Realizzate in cemento, calcestruzzo, gesso, legno e poliuretano, le opere di Fleyg - sebbene costituite da materiali molto simili a quelli degli ambienti ospitanti - appaiono leggere e brulicanti di vita; usati in maniera non convenzionale, questi comuni materiali da costruzione danno luogo a forme sorprendenti, capaci di evocare una forte risposta emotiva, e di creare un singolare contrasto con l’elemento architettonico che le ospita, in una sorta di confronto e di competizione tra leggero e pesante, organico e inorganico, biomorfico e antropico.
Ma ciò che emerge dalla scultura concettuale di Fleig è anche una riflessione sul limite sottile che esiste tra crescita e decadenza, tra ordine e caos, tra la sicurezza di ciò che è conosciuto e l’incertezza dell’ignoto, là dove la permanenza appare minacciata dalla circolazione degli stati effimeri.
RISE – Jáchym Fleig
Opening Giovedì 31 Marzo 2016 – ore 19
fino al 30 Aprile 2016
da martedì a sabato 16:00 / 20:00
RizzutoGallery – Palermo
via Monte Cuccio 30
L’artista, che ha all’attivo numerose mostre in gallerie e spazi pubblici ed è reduce da due importanti personali al Museum Biedermann di Donaueschingen (2015) e al Kiosk am Reileck di Halle (2016), si prepara alla sua prima esposizione in Italia.
L’inaugurazione sarà giovedì 31 marzo alle ore 19 e la mostra resterà visitabile fino al 30 aprile.
Alla RizzutoGallery Fleig presenterà alcune tra le sue opere più importanti, già esposte in Kunstverein e Musei tedeschi, e realizzerà installazioni site-specific appositamente pensate per la galleria.
Nelle opere di Fleig il concetto tradizionale di scultura viene esteso in ciò che può essere deliberatamente legato al suo rispettivo ambientale. L’integrazione tra corpo scultoreo e l'ambiente circostante dà al lavoro il carattere di una installazione temporanea, soggetta alle condizioni esterne che la sottopongono a continui cambiamenti.
Le sculture di Fleig , come strutture organiche in uno stato di proliferazione e crescita, si sviluppano invadendo lo spazio che le ospita: strutture di sostegno, pilastri, muri, pavimenti, finestre, soffitti, diventano per l’Artista potenziali luoghi di ancoraggio delle sue installazioni, in alcuni casi avvinghiate – come corpi parassitari o concrezioni organogene - alla struttura esterna degli edifici degli spazi espositivi e museali, capaci di interrompere, talvolta in modo inquietante, la normalità dei luoghi conosciuti, degli spazi urbani sicuri e definiti.
Realizzate in cemento, calcestruzzo, gesso, legno e poliuretano, le opere di Fleyg - sebbene costituite da materiali molto simili a quelli degli ambienti ospitanti - appaiono leggere e brulicanti di vita; usati in maniera non convenzionale, questi comuni materiali da costruzione danno luogo a forme sorprendenti, capaci di evocare una forte risposta emotiva, e di creare un singolare contrasto con l’elemento architettonico che le ospita, in una sorta di confronto e di competizione tra leggero e pesante, organico e inorganico, biomorfico e antropico.
Ma ciò che emerge dalla scultura concettuale di Fleig è anche una riflessione sul limite sottile che esiste tra crescita e decadenza, tra ordine e caos, tra la sicurezza di ciò che è conosciuto e l’incertezza dell’ignoto, là dove la permanenza appare minacciata dalla circolazione degli stati effimeri.
RISE – Jáchym Fleig
Opening Giovedì 31 Marzo 2016 – ore 19
fino al 30 Aprile 2016
da martedì a sabato 16:00 / 20:00
RizzutoGallery – Palermo
via Monte Cuccio 30
Eventi che potrebbero interessarti
III edizione di ArtAurea SINCRETISMI NATURALI
23/11/2013 - 06/12/2013
Rimini (RN) - Emilia-Romagna
Inserito da Mirco Beleffi
DODECAUREO GALLERY presenta
III edizione di ArtAurea: SINCRETISMI NATURALI
Interpretazioni del paesaggio e della figura
23/11/2013 - 6/12/2013
"Oggi il sincretismo non è da considerarsicome un "minus quam culturale", come fu in passato , in nome di "un purismo ideale" del pensiero o di un credo religioso ma, al contrario, appare connaturato all'evolversi della storia e delle civiltà, alla "contaminazione" in senso positivo tra popoli, culture, religioni. A ben riflettere, nulla è più frequente in natura del sincretismo: acqua e terra, aria e fuoco, luce e tenebre, è proprio il sincretismo degli opposti la magica alchimia che regola la vita del nostro pianeta." Lia Briganti
GLI ARTISTI:
Giuliano Badaracco, Mirco Beleffi, Lia Briganti, Mauro Caselli, Erick Normanni, Karin Silvia Retzlaff e Katia Mussoni, sorella di Morena Mussoni, a cui la mostra è dedicata.
Presentazione a cura di Lia Briganti
III edizione di ArtAurea: SINCRETISMI NATURALI
Interpretazioni del paesaggio e della figura
23/11/2013 - 6/12/2013
"Oggi il sincretismo non è da considerarsicome un "minus quam culturale", come fu in passato , in nome di "un purismo ideale" del pensiero o di un credo religioso ma, al contrario, appare connaturato all'evolversi della storia e delle civiltà, alla "contaminazione" in senso positivo tra popoli, culture, religioni. A ben riflettere, nulla è più frequente in natura del sincretismo: acqua e terra, aria e fuoco, luce e tenebre, è proprio il sincretismo degli opposti la magica alchimia che regola la vita del nostro pianeta." Lia Briganti
GLI ARTISTI:
Giuliano Badaracco, Mirco Beleffi, Lia Briganti, Mauro Caselli, Erick Normanni, Karin Silvia Retzlaff e Katia Mussoni, sorella di Morena Mussoni, a cui la mostra è dedicata.
Presentazione a cura di Lia Briganti
Other Places di Matteo Basilé e Corrado Sassi
18/05/2017 - 30/06/2017
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Marco Caiazzo
Intragallery è lieta di presentare la doppia personale fotografica degli artisti Matteo Basilé e Corrado Sassi, “Other Places”, che inaugurerà a Napoli il 18 maggio 2017, alle ore 19, negli spazi di Via Cavallerizza a Chiaia 57, con la presenza degli artisti.
Il titolo scelto per la mostra, “Other Places”, invita lo spettatore verso luoghi altri, evocando visioni di realtà immaginate.
Entrambi gli artisti si esprimono attraverso la fotografia; Basilé progetta accuratamente la sua visione, prevedendo con esattezza gli elementi che restituiranno il suo racconto, mentre Sassi ha un approccio più istintivo: fotogrammi da lui raccolti in velocità, vengono poi sovrapposti, per creare una suo ideale luogo altro.
Matteo Basilé (1974) vive e lavora a Roma. Inizia la sua carriera a metà degli anni ’90 ed è tra i primi artisti in Europa a fondere arte e tecnologia. Basilé possiede la straordinaria capacità di conciliare idee opposte come il bello e il grottesco, reale e surreale, naturale e artificiale. Tommaso Cascella, il padre, scrive sul suo lavoro “C’è una lucidità feroce e impietosa che l’artigiano lavoro di pennello poteva solo evocare. I personaggi delle sue visioni sono abitanti di altri luoghi o non luoghi…..”.
Formalmente, Basilé cancella l’antagonismo tra l’immaginario e il reale, innescando un complesso sistema di porte scorrevoli emozionali. La poetica di Matteo Basilé è un universo iconografico, è il frutto della combinazione tra manierismo tecnologico e surrealismo pittorico. I viaggi onirici dell’artista alla fine ci guidano verso diversi piani di comprensione, sia sensoriali che intellettuali, dove ci rendiamo improvvisamente conto di questi aspetti della realtà, che di solito sono nascosti all’interno del nostro io interiore; pertanto, la sua profonda indagine del Sé, l’Altro e l’Altrove finalmente corrisponde alla sua personale esperienza di vita al di fuori del suo ambiente originario, affrontando allo stesso tempo il senso dell’esistenza e nel contesto delle confuse dinamiche inerenti al processo di globalizzazione.
In mostra saranno presentati tre suoi lavori della serie “PIETRA SANTA” (2016).
Anche Corrado Sassi (1965) vive e lavora a Roma. Studia fotografia a New York ed ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all’estero. Negli ultimi anni la sua ricerca personale si è focalizzata su fotografia, installazioni, performances e video.
In mostra, sarà presentata una selezione di nuovi lavori che l’artista chiama voiles.
“Sono immagini prese talmente al volo da essere immediatamente percepite. Immagini che non raccontano storie particolari ma generano in noi altre immagini. I voiles non appartengono né al sogno né alla veglia, non intendono essere reali ma neanche trasognanti. La sospensione è la loro condizione ideale, appena atterrano inevitabilmente evaporano. In loro non c’è mistero ma non può esistere un voiles che non presenti un enigma, anche di poco conto.
Un voiles si fonda su due elementi: lo scorcio attraverso il quale l’immagine è catturata e la tecnica con cui questo scorcio è reso.
Tra i due elementi, fluttuante, la capacità di saper cogliere e rappresentare l’attimo in cui l’immagine percepita ancora non è arrivata all’intelletto. Monet chiamava questo attimo “impressione” e ha cercato questo momento per tutta la vita per poi perdersi nelle sue infinite ninfee. La tecnica, l’immagine velata, inscatolata, un po’ divisionista è asservita ad uno scopo: quello di darci un’impressione generale, un’atmosfera, o meglio una tonalità. Se potessero i voiles userebbero a tal fine oltre la vista anche l’olfatto e l’udito. Probabilmente, poiché ciò non gli è concesso, per pudore allora velano la propria superficie.” (cit. Valerio Paolo Mosco)
Per Corrado Sassi è la seconda esperienza espositiva alla Intragallery.
Schiller afferma che solo dove si gioca c’è arte, ed anche che il senso dell’immagine è l’immagine stessa, che l’incommensurabile è nell’apparenza, non nel significato. Nulla di nuovo: per i greci infatti éidos vuol dire sia immagine che idea. Ma afferma anche che l’immagine non può essere che frammento, perché noi tutti altro non siamo che frammenti, perché questa è la nostra condizione esistenziale.
Il titolo scelto per la mostra, “Other Places”, invita lo spettatore verso luoghi altri, evocando visioni di realtà immaginate.
Entrambi gli artisti si esprimono attraverso la fotografia; Basilé progetta accuratamente la sua visione, prevedendo con esattezza gli elementi che restituiranno il suo racconto, mentre Sassi ha un approccio più istintivo: fotogrammi da lui raccolti in velocità, vengono poi sovrapposti, per creare una suo ideale luogo altro.
Matteo Basilé (1974) vive e lavora a Roma. Inizia la sua carriera a metà degli anni ’90 ed è tra i primi artisti in Europa a fondere arte e tecnologia. Basilé possiede la straordinaria capacità di conciliare idee opposte come il bello e il grottesco, reale e surreale, naturale e artificiale. Tommaso Cascella, il padre, scrive sul suo lavoro “C’è una lucidità feroce e impietosa che l’artigiano lavoro di pennello poteva solo evocare. I personaggi delle sue visioni sono abitanti di altri luoghi o non luoghi…..”.
Formalmente, Basilé cancella l’antagonismo tra l’immaginario e il reale, innescando un complesso sistema di porte scorrevoli emozionali. La poetica di Matteo Basilé è un universo iconografico, è il frutto della combinazione tra manierismo tecnologico e surrealismo pittorico. I viaggi onirici dell’artista alla fine ci guidano verso diversi piani di comprensione, sia sensoriali che intellettuali, dove ci rendiamo improvvisamente conto di questi aspetti della realtà, che di solito sono nascosti all’interno del nostro io interiore; pertanto, la sua profonda indagine del Sé, l’Altro e l’Altrove finalmente corrisponde alla sua personale esperienza di vita al di fuori del suo ambiente originario, affrontando allo stesso tempo il senso dell’esistenza e nel contesto delle confuse dinamiche inerenti al processo di globalizzazione.
In mostra saranno presentati tre suoi lavori della serie “PIETRA SANTA” (2016).
Anche Corrado Sassi (1965) vive e lavora a Roma. Studia fotografia a New York ed ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all’estero. Negli ultimi anni la sua ricerca personale si è focalizzata su fotografia, installazioni, performances e video.
In mostra, sarà presentata una selezione di nuovi lavori che l’artista chiama voiles.
“Sono immagini prese talmente al volo da essere immediatamente percepite. Immagini che non raccontano storie particolari ma generano in noi altre immagini. I voiles non appartengono né al sogno né alla veglia, non intendono essere reali ma neanche trasognanti. La sospensione è la loro condizione ideale, appena atterrano inevitabilmente evaporano. In loro non c’è mistero ma non può esistere un voiles che non presenti un enigma, anche di poco conto.
Un voiles si fonda su due elementi: lo scorcio attraverso il quale l’immagine è catturata e la tecnica con cui questo scorcio è reso.
Tra i due elementi, fluttuante, la capacità di saper cogliere e rappresentare l’attimo in cui l’immagine percepita ancora non è arrivata all’intelletto. Monet chiamava questo attimo “impressione” e ha cercato questo momento per tutta la vita per poi perdersi nelle sue infinite ninfee. La tecnica, l’immagine velata, inscatolata, un po’ divisionista è asservita ad uno scopo: quello di darci un’impressione generale, un’atmosfera, o meglio una tonalità. Se potessero i voiles userebbero a tal fine oltre la vista anche l’olfatto e l’udito. Probabilmente, poiché ciò non gli è concesso, per pudore allora velano la propria superficie.” (cit. Valerio Paolo Mosco)
Per Corrado Sassi è la seconda esperienza espositiva alla Intragallery.
Schiller afferma che solo dove si gioca c’è arte, ed anche che il senso dell’immagine è l’immagine stessa, che l’incommensurabile è nell’apparenza, non nel significato. Nulla di nuovo: per i greci infatti éidos vuol dire sia immagine che idea. Ma afferma anche che l’immagine non può essere che frammento, perché noi tutti altro non siamo che frammenti, perché questa è la nostra condizione esistenziale.