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Evento: I Santissimi
22/01/2016 - 19/02/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 11/01/2016 - 18:02 |
Luogo: | Parma (PR) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 22/01/2016 |
Data di fine | 19/02/2016 |
Descrizione
Dopo il successo riscosso nella Cappella dell’Incoronazione del Museo Riso di Palermo, la mostra di Aldo Palazzolo e Fabio Iemmi “I Santissimi” approda, dal 22 gennaio al 19 febbraio 2016, allo spazio “Workout Pasubio” (Temporary) di Parma (Padiglione Nervi, Ex Manzini, Via Palermo).
L’esposizione è promossa da Leo van Moric© in collaborazione con l’Associazione Culturale “Workout Pasubio” (Temporary), con il patrocinio del Comune di Parma.
Un progetto nel quale l’arte incontra la tecnologia attraverso la fusione di fotografia, pittura e 3D projection mapping. In mostra, una decina di tavole di grandi dimensioni che rendono omaggio ad importanti testimoni della cultura e dell’arte internazionale dalla seconda metà del XX secolo ad oggi, come Patti Smith, Rudolf Nureyev, Manlio Sgalambro e Julian Beck.
Le opere esposte nascono dalle fotografie analogiche trattate da Aldo Palazzolo, ritrattista e sperimentatore, stampate su carta con una personalissima tecnica denominata “Liquid Light”, «capace di riflettere sullo sgomento della creatività delle origini» (Henry Favrod). Lavori rielaborati manualmente da Fabio Iemmi attraverso l’uso di intonaci naturali e tessuti scelti in base a trame ed orditi.
Il percorso espositivo, ideato da Studio GAAU, prevede la suddivisione dell’aula unica del Padiglione Nervi in una ritmata sequenza di cappelle laterali che culminano in una sorta di abside, nella quale è collocata l’opera transustanziale di Luigi Bertogalli.
Per 3D projection mapping s’intende una tecnica di proiezione su superfici non convenzionali, nello specifico una scultura pensile polimaterica creata da Fabio Iemmi. Luigi Bertogalli, applicando le ultime tecnologie al mondo dell’arte, ha prodotto una sintesi rielaborata dei ritratti, degli intonaci e dei pattern.
La pianta da cattedrale romanica e l’illuminazione dal basso vestono le figure di una profonda aura sacrale, alimentata anche dall’ambiente sonoro “Hanamichi” creato da [ guido.lusetti ] | [ loalue ] e da inedite percezioni olfattive.
La mostra, che sarà inaugurata venerdì 22 gennaio alle ore 18.00, sarà visitabile fino al 19 febbraio 2016, da mercoledì a venerdì ore 16.00-20.00, sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, domenica ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: Leo van Moric© (tel. +39 348 0948950, info@leovanmoric.it, www.leovanmoric.it). Il progetto sarà successivamente proposto ad Arezzo ed in altre città.
L’esposizione è promossa da Leo van Moric© in collaborazione con l’Associazione Culturale “Workout Pasubio” (Temporary), con il patrocinio del Comune di Parma.
Un progetto nel quale l’arte incontra la tecnologia attraverso la fusione di fotografia, pittura e 3D projection mapping. In mostra, una decina di tavole di grandi dimensioni che rendono omaggio ad importanti testimoni della cultura e dell’arte internazionale dalla seconda metà del XX secolo ad oggi, come Patti Smith, Rudolf Nureyev, Manlio Sgalambro e Julian Beck.
Le opere esposte nascono dalle fotografie analogiche trattate da Aldo Palazzolo, ritrattista e sperimentatore, stampate su carta con una personalissima tecnica denominata “Liquid Light”, «capace di riflettere sullo sgomento della creatività delle origini» (Henry Favrod). Lavori rielaborati manualmente da Fabio Iemmi attraverso l’uso di intonaci naturali e tessuti scelti in base a trame ed orditi.
Il percorso espositivo, ideato da Studio GAAU, prevede la suddivisione dell’aula unica del Padiglione Nervi in una ritmata sequenza di cappelle laterali che culminano in una sorta di abside, nella quale è collocata l’opera transustanziale di Luigi Bertogalli.
Per 3D projection mapping s’intende una tecnica di proiezione su superfici non convenzionali, nello specifico una scultura pensile polimaterica creata da Fabio Iemmi. Luigi Bertogalli, applicando le ultime tecnologie al mondo dell’arte, ha prodotto una sintesi rielaborata dei ritratti, degli intonaci e dei pattern.
La pianta da cattedrale romanica e l’illuminazione dal basso vestono le figure di una profonda aura sacrale, alimentata anche dall’ambiente sonoro “Hanamichi” creato da [ guido.lusetti ] | [ loalue ] e da inedite percezioni olfattive.
La mostra, che sarà inaugurata venerdì 22 gennaio alle ore 18.00, sarà visitabile fino al 19 febbraio 2016, da mercoledì a venerdì ore 16.00-20.00, sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, domenica ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: Leo van Moric© (tel. +39 348 0948950, info@leovanmoric.it, www.leovanmoric.it). Il progetto sarà successivamente proposto ad Arezzo ed in altre città.
Altri eventi dell'inserzionista
Ricordi Futuri
24/01/2016 - 29/05/2016
Asti (AT) - Piemonte
Inserito da CSArt Serri
Dal 25 gennaio al 29 maggio 2016 Palazzo Mazzetti di Asti (Corso Alfieri, 357) ospiterà la mostra collettiva “Ricordi Futuri”, a cura di Ermanno Tedeschi. L’esposizione, allestita in occasione della Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio in commemorazione delle vittime dell'Olocausto, è promossa dalla Fondazione Palazzo Mazzetti e dalla Città di Asti, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e con la collaborazione di Banca CRAsti. La collettiva, che sarà inaugurata domenica 24 gennaio alle ore 11.00, gode del Patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia di Asti. Progetto di allestimento e multimediale di Interactive sound. Media Partners: La Stampa e Astigiani. Catalogo Gli Ori editori, a cura di Paola Gribaudo.
Il fil rouge che collega le opere dei trentaquattro artisti in mostra è l'idea della memoria e del ricordo, che lega ogni persona alle proprie origini e tradizioni, intesa come unico strumento di conoscenza che l’uomo ha a disposizione, in quanto rende ciascun individuo consapevole delle proprie esperienze passate e solo così pronto ad affrontare quelle presenti e quelle future.
La collettiva comprende diversi ambiti della vita umana e diverse discipline. Si parte dall'arte figurativa e concettuale, per passare attraverso le percezioni sensoriali di oggetti (giocattoli, libri, scritti, architettura), fino ad arrivare a suoni, immagini, video interviste, fotografie, sculture e dipinti.
“Una mostra di racconto, composita” – osserva il curatore Ermanno Tedeschi – “che si sviluppa attraverso un linguaggio tecnologico immersivo ed opere ad elevato impatto emozionale”.
Gli elementi di questo percorso espositivo, ospitato a Palazzo Mazzetti, sono di provenienza diversa, nazionale ed internazionale, con una particolare attenzione al tema dell’Olocausto, ma anche con un occhio rivolto alla cultura e alla tradizione astigiana.
La collettiva “Ricordi Futuri” è suddivisa in nove sezioni, con opere di artisti provenienti da differenti discipline artistiche e con personaggi della cultura internazionale.
Si parte dall'installazione di Gianluigi Colin, che tappezzando muri e soffitto di fotografie e fogli testimonia eventi di un passato lontano e di un presente che è quasi futuro. Si passa poi alle “video interviste”, presenti lungo il percorso della mostra, ad illustri esponenti della cultura contemporanea (Daniel Libeskind, architetto; Arturo Schwarz, studioso, filosofo e poeta; Emilio Isgrò, artista; Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz – Birkenau; Maria De Benedetti, psicologa, già vicesindaco di Asti dal 1994 al 1998).
La seconda sezione è dedicata al “Gioco come segno del tempo”, con la presenza di quadri dell'artista israeliano Itshak Yarkoni. Nei dipinti esposti l’autore ha inserito giocattoli antichi (i cui originali sono presenti in mostra) nella realtà di oggi cercando un rapporto tra passato e futuro.
Un'attenzione particolare viene dedicata al “Ricordo attraverso la fotografia”, che rappresenta la terza sezione della mostra, con alcune immagini scattate da Vardi Khana che, con il suo progetto One Family, ripercorre la storia della sua famiglia scampata alla Shoah. Una documentazione unica sono le fotografie del canadese Yuri Dojc e di Bruna Biamino; il primo testimonia come i libri resistano alle guerre ed alle più turpi ingiurie, mentre la seconda ci mostra come Israele ha voluto ricordare la Shoah attraverso la realizzazione del Museo di Yad Va Shem. Norma Picciotto ha invece realizzato delle fotografie in cui simboli della storia e dell’arte antica e contemporanea giacciono su un tappeto di foglie secche e bianche.
“Il segno e la scrittura come testimoni del tempo” sono il titolo della quarta sezione e sono rappresentati dagli artisti Barbara Nejrotti con le impronte di un bambino, di una donna ed un uomo impresse su una tela con cucito e pittura, dalle sculture di Tobia Ravà, che si distingue per un linguaggio originale, utilizzando numeri e lettere ebraiche, dal lavoro di Nicole Riefolo, costruito assemblando illustrazioni originali digitalizzate del manoscritto Voynich, opera quattrocentesca il cui idioma sconosciuto non è stato ad oggi decifrato. Ed inoltre: dalle opere dell'artista Moshe Gordon, realizzate utilizzando due vecchi libri su uno dei quali compare la parola ebraica “iskor” (ricordo), dall’opera di Antonio Meneghetti padre dell'Ontoarte, dai lavori di Marina Munoz, che trasforma libri e ritagli di carte e legno, e dalle opere dell’artista americano Eugene Lemay. Il padre dell'arte israeliana Menashe Kadishman è presente con la Sua scultura Shachelet (foglie cadute), composta da un gran numero di pesanti dischi di metallo di forma circolare, aventi le sembianze di un volto convulso che urla.
“Generazioni” è il titolo dedicato all'installazione di Jessica Carroll e Riccardo Cordero, che rappresenta la quinta sezione della mostra, nella quale i lavori dei rispettivi padri sono...
Il fil rouge che collega le opere dei trentaquattro artisti in mostra è l'idea della memoria e del ricordo, che lega ogni persona alle proprie origini e tradizioni, intesa come unico strumento di conoscenza che l’uomo ha a disposizione, in quanto rende ciascun individuo consapevole delle proprie esperienze passate e solo così pronto ad affrontare quelle presenti e quelle future.
La collettiva comprende diversi ambiti della vita umana e diverse discipline. Si parte dall'arte figurativa e concettuale, per passare attraverso le percezioni sensoriali di oggetti (giocattoli, libri, scritti, architettura), fino ad arrivare a suoni, immagini, video interviste, fotografie, sculture e dipinti.
“Una mostra di racconto, composita” – osserva il curatore Ermanno Tedeschi – “che si sviluppa attraverso un linguaggio tecnologico immersivo ed opere ad elevato impatto emozionale”.
Gli elementi di questo percorso espositivo, ospitato a Palazzo Mazzetti, sono di provenienza diversa, nazionale ed internazionale, con una particolare attenzione al tema dell’Olocausto, ma anche con un occhio rivolto alla cultura e alla tradizione astigiana.
La collettiva “Ricordi Futuri” è suddivisa in nove sezioni, con opere di artisti provenienti da differenti discipline artistiche e con personaggi della cultura internazionale.
Si parte dall'installazione di Gianluigi Colin, che tappezzando muri e soffitto di fotografie e fogli testimonia eventi di un passato lontano e di un presente che è quasi futuro. Si passa poi alle “video interviste”, presenti lungo il percorso della mostra, ad illustri esponenti della cultura contemporanea (Daniel Libeskind, architetto; Arturo Schwarz, studioso, filosofo e poeta; Emilio Isgrò, artista; Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz – Birkenau; Maria De Benedetti, psicologa, già vicesindaco di Asti dal 1994 al 1998).
La seconda sezione è dedicata al “Gioco come segno del tempo”, con la presenza di quadri dell'artista israeliano Itshak Yarkoni. Nei dipinti esposti l’autore ha inserito giocattoli antichi (i cui originali sono presenti in mostra) nella realtà di oggi cercando un rapporto tra passato e futuro.
Un'attenzione particolare viene dedicata al “Ricordo attraverso la fotografia”, che rappresenta la terza sezione della mostra, con alcune immagini scattate da Vardi Khana che, con il suo progetto One Family, ripercorre la storia della sua famiglia scampata alla Shoah. Una documentazione unica sono le fotografie del canadese Yuri Dojc e di Bruna Biamino; il primo testimonia come i libri resistano alle guerre ed alle più turpi ingiurie, mentre la seconda ci mostra come Israele ha voluto ricordare la Shoah attraverso la realizzazione del Museo di Yad Va Shem. Norma Picciotto ha invece realizzato delle fotografie in cui simboli della storia e dell’arte antica e contemporanea giacciono su un tappeto di foglie secche e bianche.
“Il segno e la scrittura come testimoni del tempo” sono il titolo della quarta sezione e sono rappresentati dagli artisti Barbara Nejrotti con le impronte di un bambino, di una donna ed un uomo impresse su una tela con cucito e pittura, dalle sculture di Tobia Ravà, che si distingue per un linguaggio originale, utilizzando numeri e lettere ebraiche, dal lavoro di Nicole Riefolo, costruito assemblando illustrazioni originali digitalizzate del manoscritto Voynich, opera quattrocentesca il cui idioma sconosciuto non è stato ad oggi decifrato. Ed inoltre: dalle opere dell'artista Moshe Gordon, realizzate utilizzando due vecchi libri su uno dei quali compare la parola ebraica “iskor” (ricordo), dall’opera di Antonio Meneghetti padre dell'Ontoarte, dai lavori di Marina Munoz, che trasforma libri e ritagli di carte e legno, e dalle opere dell’artista americano Eugene Lemay. Il padre dell'arte israeliana Menashe Kadishman è presente con la Sua scultura Shachelet (foglie cadute), composta da un gran numero di pesanti dischi di metallo di forma circolare, aventi le sembianze di un volto convulso che urla.
“Generazioni” è il titolo dedicato all'installazione di Jessica Carroll e Riccardo Cordero, che rappresenta la quinta sezione della mostra, nella quale i lavori dei rispettivi padri sono...
Italian Newbrow. Apocalittica
30/09/2017 - 11/11/2017
Bologna (BO) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
«Non lasciatevi ingannare dal titolo, questa mostra non è sull’iconografia dell’apocalisse. Non ci saranno piaghe, pestilenze e catastrofi che annunciano l’imminente fine dei tempi e nemmeno dotte allusioni alla celeberrima raccolta di xilografie di Albrecht Dürer (Apocalisse, 1498). Molte sono, invece, le immagini critiche e problematiche che, da un lato, registrano lo stato di crisi della società odierna, dall’altro, attestano la ricostruzione di un linguaggio narrativo adeguato alla frammentata, e quanto mai distratta, sensibilità contemporanea» (Ivan Quaroni).
LABS Gallery di Bologna presenta, dal 30 settembre all’11 novembre 2017, Italian Newbrow. Apocalittica, esposizione collettiva curata da Ivan Quaroni con opere di Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Laurina Paperina, Giuliano Sale, Giuseppe Veneziano.
A cinque anni dalla mostra pubblica allestita al Fortino di Forte dei Marmi, Italian Newbrow torna con il progetto Apocalittica che, come di consueto, comprende alcuni artisti della compagine storica (Argiolas, Cuoghi, De Biasi, Sale, Veneziano) unitamente a nuove proposte (Laurina Paperina), nell’intento di documentare un’area della pittura figurativa italiana caratterizzata da un forte anelito comunicativo e narrativo.
«Italian Newbrow – scrive il curatore – registra la persistenza di un immaginario figurativo capace di attingere simultaneamente a una pluralità di fonti iconografiche, siano esse alte o basse, radicate nella cultura o nell’immaginario del mondo globale e connesso della contemporaneità».
Il titolo della mostra – Apocalittica – allude all’origine greca del termine “apocalisse”, ovvero “disvelamento”. L’atto del disvelamento è proprio della pittura figurativa, che si serve appunto di forme e immagini comprensibili. Questa volontà costituisce il cuore di tutte le mostre organizzate a partire dal 2009, anno di nascita di Italian Newbrow, per riallacciare una comunicazione da tempo interrotta con il pubblico e con il mondo dell’arte.
Ad accomunare le opere esposte, diverse per tema e linguaggio pittorico, è quindi la tensione narrativa, anche quando il racconto non è lineare. L’ossatura narrativa si ritrova soprattutto nelle figure dipinte da Silvia Argiolas, che abitano in una sorta di allucinata periferia geografica ed esistenziale, così come nelle icone di Giuseppe Veneziano, sospese sul crinale tra realtà e finzione e nelle ironiche visioni apocalittiche di Laurina Paperina, costellate di allusioni al mondo del cinema e dei cartoon. Strutturati come racconti sono anche i Monolocali di Vanni Cuoghi, realizzati con la tecnica dell’acquarello e del paper cutting e costruiti nella forma di piccole unità abitative. Nelle opere di Paolo De Biasi e Giuliano Sale, invece, la destrutturazione dello spazio e delle figure contribuisce alla costruzione di un ipertesto visivo disseminato di riferimenti e citazioni pretestuose.
Il percorso espositivo comprende esclusivamente opere inedite riconducibili al biennio 2016-2017. Ogni autore presenta un grande dipinto, realizzato per l’occasione, oltre ad una selezione di lavori di piccole e medie dimensioni, parte della sua ultima produzione. Sarà inoltre proiettato How to kill the artists di Laurina Paperina, ottavo episodio di una serie di animazioni in cui noti artisti contemporanei, da Ai Weiwei a Christo e Cindy Sherman, sono trattati con dissacrante ironia.
La mostra, che sarà inaugurata sabato 30 settembre alle ore 18.00, sarà visitabile fino all’11 novembre 2017, da martedì a sabato con orario 16.00-20.00, oppure su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo disponibile in Galleria con testi di Ivan Quaroni e ricco apparato iconografico. Per informazioni: M. +39 348 9325473, info@labsgallery.it, www.labsgallery.it.
Italian Newbrow nasce da un’idea, formulata per la prima volta nel 2009 durante Prague Biennale 4, evento internazionale curato da Giancarlo Politi ed Helena Kontova nella capitale della Repubblica Ceca. Successivamente, una sua rappresentativa viene inserita in SerrOne-Biennale Giovani di Monza, mostra tenutasi nell’estate 2009 presso il Serrone della Villa Reale di Monza. Nel 2012 la prima mostra pubblica è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como presso la Pinacoteca Civica Palazzo Volpi. Nello stesso anno un’altra esposizione è promossa dal Comune di Forte dei Marmi presso il Fortino di Forte Dei Marmi. La genesi di Italian Newbrow è illustrata nell’omonimo volume, pubblicato nel 2010 da Giancarlo Politi editore.
LABS Gallery nasce nel 2014 dalla passione ventennale di Stefano Bevilacqua e Alessandro Luppi per l’arte contemporanea. La sua sede si trova nel cuore di Bologna, all’interno di una chiesa sconsacrata del XII secolo. Tra le mostre principali: Pittura Analitica in Italia. Gli Anni Settanta, a cura di Marco Meneguzzo, 2014; Fernando De Filippi, Opere 1974-1979, a cura di Angela Madesani, 2015; Giulio Cassanelli, Kairos, a cura di Angela Madesani, 2015; Carlo Battaglia, Una pittura esemplare, a
LABS Gallery di Bologna presenta, dal 30 settembre all’11 novembre 2017, Italian Newbrow. Apocalittica, esposizione collettiva curata da Ivan Quaroni con opere di Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Laurina Paperina, Giuliano Sale, Giuseppe Veneziano.
A cinque anni dalla mostra pubblica allestita al Fortino di Forte dei Marmi, Italian Newbrow torna con il progetto Apocalittica che, come di consueto, comprende alcuni artisti della compagine storica (Argiolas, Cuoghi, De Biasi, Sale, Veneziano) unitamente a nuove proposte (Laurina Paperina), nell’intento di documentare un’area della pittura figurativa italiana caratterizzata da un forte anelito comunicativo e narrativo.
«Italian Newbrow – scrive il curatore – registra la persistenza di un immaginario figurativo capace di attingere simultaneamente a una pluralità di fonti iconografiche, siano esse alte o basse, radicate nella cultura o nell’immaginario del mondo globale e connesso della contemporaneità».
Il titolo della mostra – Apocalittica – allude all’origine greca del termine “apocalisse”, ovvero “disvelamento”. L’atto del disvelamento è proprio della pittura figurativa, che si serve appunto di forme e immagini comprensibili. Questa volontà costituisce il cuore di tutte le mostre organizzate a partire dal 2009, anno di nascita di Italian Newbrow, per riallacciare una comunicazione da tempo interrotta con il pubblico e con il mondo dell’arte.
Ad accomunare le opere esposte, diverse per tema e linguaggio pittorico, è quindi la tensione narrativa, anche quando il racconto non è lineare. L’ossatura narrativa si ritrova soprattutto nelle figure dipinte da Silvia Argiolas, che abitano in una sorta di allucinata periferia geografica ed esistenziale, così come nelle icone di Giuseppe Veneziano, sospese sul crinale tra realtà e finzione e nelle ironiche visioni apocalittiche di Laurina Paperina, costellate di allusioni al mondo del cinema e dei cartoon. Strutturati come racconti sono anche i Monolocali di Vanni Cuoghi, realizzati con la tecnica dell’acquarello e del paper cutting e costruiti nella forma di piccole unità abitative. Nelle opere di Paolo De Biasi e Giuliano Sale, invece, la destrutturazione dello spazio e delle figure contribuisce alla costruzione di un ipertesto visivo disseminato di riferimenti e citazioni pretestuose.
Il percorso espositivo comprende esclusivamente opere inedite riconducibili al biennio 2016-2017. Ogni autore presenta un grande dipinto, realizzato per l’occasione, oltre ad una selezione di lavori di piccole e medie dimensioni, parte della sua ultima produzione. Sarà inoltre proiettato How to kill the artists di Laurina Paperina, ottavo episodio di una serie di animazioni in cui noti artisti contemporanei, da Ai Weiwei a Christo e Cindy Sherman, sono trattati con dissacrante ironia.
La mostra, che sarà inaugurata sabato 30 settembre alle ore 18.00, sarà visitabile fino all’11 novembre 2017, da martedì a sabato con orario 16.00-20.00, oppure su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo disponibile in Galleria con testi di Ivan Quaroni e ricco apparato iconografico. Per informazioni: M. +39 348 9325473, info@labsgallery.it, www.labsgallery.it.
Italian Newbrow nasce da un’idea, formulata per la prima volta nel 2009 durante Prague Biennale 4, evento internazionale curato da Giancarlo Politi ed Helena Kontova nella capitale della Repubblica Ceca. Successivamente, una sua rappresentativa viene inserita in SerrOne-Biennale Giovani di Monza, mostra tenutasi nell’estate 2009 presso il Serrone della Villa Reale di Monza. Nel 2012 la prima mostra pubblica è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como presso la Pinacoteca Civica Palazzo Volpi. Nello stesso anno un’altra esposizione è promossa dal Comune di Forte dei Marmi presso il Fortino di Forte Dei Marmi. La genesi di Italian Newbrow è illustrata nell’omonimo volume, pubblicato nel 2010 da Giancarlo Politi editore.
LABS Gallery nasce nel 2014 dalla passione ventennale di Stefano Bevilacqua e Alessandro Luppi per l’arte contemporanea. La sua sede si trova nel cuore di Bologna, all’interno di una chiesa sconsacrata del XII secolo. Tra le mostre principali: Pittura Analitica in Italia. Gli Anni Settanta, a cura di Marco Meneguzzo, 2014; Fernando De Filippi, Opere 1974-1979, a cura di Angela Madesani, 2015; Giulio Cassanelli, Kairos, a cura di Angela Madesani, 2015; Carlo Battaglia, Una pittura esemplare, a
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Alberto Manfredi, Petits plaisirs
24/04/2015 - 13/05/2015
Bologna (BO) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Con i “Petits Plaisirs” di Alberto Manfredi, la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia (Viale dei Mille, 44/B) rende omaggio ad un grande artista della sua città.
La mostra, in programma dal 24 aprile al 13 maggio 2015, presenta una selezione di opere di piccolo formato, realizzate dal 1959 al 1995.
I dipinti scelti hanno come soggetti le donne, i paesaggi cittadini e gli interni tanto cari al Maestro. “Petits Plaisirs”, praline, piccoli momenti di piacere, da gustarsi poco a poco.
Nonostante Mino Maccari, di cui fu assistente all’Accademia di Roma, lo chiamasse ironicamente “l’emiliano”, Manfredi si è sempre distinto per un modo di dipingere scevro da ogni provincialismo e anzi permeato da una profonda cultura di matrice europea, tedesca e francese soprattutto.
Se la laurea in Lettere ha arricchito le sue opere di quelle atmosfere che si respirano nei romanzi di Kafka, La Fontaine, Baudelaire e Campana (che Manfredi ha anche illustrato), la conoscenza della Storia dell’Arte ha rivestito la sua pennellata con citazioni colte: le sue radici protonovecentesche si rivelano, infatti, in inevitabili rimandi a Modigliani, Beckmann e Grosz.
Erotismo e ironia, malinconia e disincanto, scomposizione e profondità emergono da tutte le opere selezionate dalla Galleria de’ Bonis, in un clima parigino anni ’30 che si ritrova sia nei soggetti femminili, con le loro atmosfere di bordelli e can-can, sia nei paesaggi, con quei tetti e comignoli da Ville Lumière e i tavolini da bistrot.
Una piacevole e insolita contraddizione, per finire, rende uniche le figure femminili di Manfredi, nelle quali si fondono sguardi duri, profili taglienti e pose sensuali.
La personale sarà visitabile fino al 13 maggio 2015, dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, giovedì dalle 10 alle 13, aperto 25 aprile, chiuso 1 maggio. Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
Alberto Manfredi (Reggio Emilia, 1930-2001) è stato pittore ed incisore. Laureato in Lettere all’Università di Bologna ha detenuto per molti anni la cattedra di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Numerosissime sono le mostre personali che hanno sancito la fama di questo artista anche fuori dai confini locali: alla Galleria del Milione e alla Galleria Il Mappamondo di Milano, alla Galleria Pananti di Firenze, al Palazzo del Parlamento Europeo di Strasburgo, alla Bouquinerie de l’Institut di Parigi, culminate pochi mesi prima della sua scomparsa in una grande mostra antologica di oltre cento dipinti, organizzata a Palazzo Magnani nella sua Reggio Emilia.
La mostra, in programma dal 24 aprile al 13 maggio 2015, presenta una selezione di opere di piccolo formato, realizzate dal 1959 al 1995.
I dipinti scelti hanno come soggetti le donne, i paesaggi cittadini e gli interni tanto cari al Maestro. “Petits Plaisirs”, praline, piccoli momenti di piacere, da gustarsi poco a poco.
Nonostante Mino Maccari, di cui fu assistente all’Accademia di Roma, lo chiamasse ironicamente “l’emiliano”, Manfredi si è sempre distinto per un modo di dipingere scevro da ogni provincialismo e anzi permeato da una profonda cultura di matrice europea, tedesca e francese soprattutto.
Se la laurea in Lettere ha arricchito le sue opere di quelle atmosfere che si respirano nei romanzi di Kafka, La Fontaine, Baudelaire e Campana (che Manfredi ha anche illustrato), la conoscenza della Storia dell’Arte ha rivestito la sua pennellata con citazioni colte: le sue radici protonovecentesche si rivelano, infatti, in inevitabili rimandi a Modigliani, Beckmann e Grosz.
Erotismo e ironia, malinconia e disincanto, scomposizione e profondità emergono da tutte le opere selezionate dalla Galleria de’ Bonis, in un clima parigino anni ’30 che si ritrova sia nei soggetti femminili, con le loro atmosfere di bordelli e can-can, sia nei paesaggi, con quei tetti e comignoli da Ville Lumière e i tavolini da bistrot.
Una piacevole e insolita contraddizione, per finire, rende uniche le figure femminili di Manfredi, nelle quali si fondono sguardi duri, profili taglienti e pose sensuali.
La personale sarà visitabile fino al 13 maggio 2015, dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, giovedì dalle 10 alle 13, aperto 25 aprile, chiuso 1 maggio. Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
Alberto Manfredi (Reggio Emilia, 1930-2001) è stato pittore ed incisore. Laureato in Lettere all’Università di Bologna ha detenuto per molti anni la cattedra di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Numerosissime sono le mostre personali che hanno sancito la fama di questo artista anche fuori dai confini locali: alla Galleria del Milione e alla Galleria Il Mappamondo di Milano, alla Galleria Pananti di Firenze, al Palazzo del Parlamento Europeo di Strasburgo, alla Bouquinerie de l’Institut di Parigi, culminate pochi mesi prima della sua scomparsa in una grande mostra antologica di oltre cento dipinti, organizzata a Palazzo Magnani nella sua Reggio Emilia.
"Recital" con il soprano Dominika Zamara ed esposizione pittorica dell'artista Marino Nagro
20/02/2016 - 20/02/2016
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
COMUNICATO STAMPA
RECITAL CON IL SOPRANO DOMINIKA ZAMARA
AL PIANOFORTE FLORIANA IOVINO
ED ESPOSIZIONE PITTORICA DELL’ARTISTA MARINO NAGRO
Sabato 20 febbraio alle ore 17,00, presso il Circolo Unificato dell’Esercito di Padova, Piazza Prato della Valle 82, il soprano Dominika Zamara, accompagnata al pianoforte da Floriana Iovino, eseguirà un recital con arie d'opera del repertorio Italiano dal ‘600 all’‘800 e lieder di compositori polacchi.
Nel contesto dell’evento saranno esposte e presentate le opere pittoriche dell’artista Marino Nagro. Mostra a cura di Maria Palladino.
DOMINIKA ZAMARA
Il soprano Dominika Zamara, artista di origine polacca e cresciuta artisticamente in Italia, è stata definita dai media sensazionale soprano Europeo.
Nel 2006 vince una borsa di Studio al Conservatorio Statale di Verona.
Nel 2007 si laurea con il massimo dei voti presso la Music Akademy di Wroclaw (PL).
Durante la sua carriera si è esibita in gran parte d'Europa, USA, Messico, Cina, quest’anno in Corea, in teatri, sale da concerto, festivals con opere, concerti da camera, concerti sacri e contemporaneo.
E' stata insignita di numerosi premi e menzioni tra cui il premio ZLOTE SOWA oscar europeo nella categoria musica classica.
Tra le esibizioni: al Teatro Olimpico di Vicenza nel ruolo di Dori nell’Opera “Un Tramonto” di G. Coronaro, in prima mondiale assoluta; il debutto al Lincoln Center di New York presso il Metropolitan Opera con un’orchestra di 130 elementi, concerto presentato da Kevin Spacey; al Teatro Verdi di Padova nell’opera La Serva di Padova (opera contemporanea scritta da Vincenzo Faggiano). In Messico ha cantato nella più importante sala da concerti dell’America Latina, la “Manuel M. Ponce Hall” e a Roma nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Festival di Musica Sacra in Francia, CICA Festival in U.S.A., Festival Assisi Suono Sacro, Cracovia Sacra (PL).
Nel 2015 ha cantato presso l’Ambasciata Polacca di Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Polacca Andrzej Duda.
Ha registrato tre dischi: DREAMS nel 2009 e LIFE nel 2012, prodotto dalla EDIT MUSIC ITALY, nel 2015 IVAN PADOVEC, Works for Guitar and Soprano, prodotto dalla Sheva Collection.
MARINO NAGRO
Marino Nagro, pittore padovano, attivo in campo artistico da oltre quarant’anni, possiede una innata vocazione alla pittura, fin dai primi anni di età. Comincia a produrre in maniera assidua dagli anni Settanta, frequentando gruppi di artisti indipendenti e prendendo parte a studi di nudo, senza mai perdere la sua spontanea inclinazione per il paesaggio e l’osservazione diretta e meditata dell’elemento naturale, sempre trasfondendo in essa una particolare sensibilità visiva che lo porta alla creazione di un suo personale universo immaginifico, soffuso di lirismo, fantasia e memoria.
Fra le esposizioni più importanti:
1975: mostra collettiva per l’inaugurazione della Galleria Fioretto, Padova;
1988: mostra personale al Circolo Artistico Città di Padova;
1999: mostra personale Pro Telethon presso la B.N.L. a Padova;
2007: mostra collettiva “L’altro volto della pittura” a Palazzo Moroni presso il Comune di Padova;
2010: mostra collettiva “Dialoghi nel colore” al Palazzo della Gran Guardia, del Comune di Padova;
2013: mostra personale “Paesaggi dell’anima” al Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo (PD);
2014: mostra personale “Ritorno al paesaggio” al Centro Culturale Altinate San Gaetano (PD);
2015: mostra personale " ????? ??? Panta rei" presso il Maaap – Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, ad Altichiero (PD).
2015: mostra personale “Fantasie Eclettiche” presso il Superflash Store Padova, Cassa di Risparmio del Veneto
Ingresso gratuito ad invito: se interessati a partecipare alla serata si prega di comunicare il proprio nominativo scrivendo all’indirizzo e-mail: erick.79@libero.it.
Per informazioni e contatti: Enrico Bertato erick.79@libero.it.
Maria Palladino +39 334 169 5479 audramsa@outlook.it
Marino Nagro +39 349 834 6744 marino.nagro@gmx.com http://www.marinonagro.tk
RECITAL CON IL SOPRANO DOMINIKA ZAMARA
AL PIANOFORTE FLORIANA IOVINO
ED ESPOSIZIONE PITTORICA DELL’ARTISTA MARINO NAGRO
Sabato 20 febbraio alle ore 17,00, presso il Circolo Unificato dell’Esercito di Padova, Piazza Prato della Valle 82, il soprano Dominika Zamara, accompagnata al pianoforte da Floriana Iovino, eseguirà un recital con arie d'opera del repertorio Italiano dal ‘600 all’‘800 e lieder di compositori polacchi.
Nel contesto dell’evento saranno esposte e presentate le opere pittoriche dell’artista Marino Nagro. Mostra a cura di Maria Palladino.
DOMINIKA ZAMARA
Il soprano Dominika Zamara, artista di origine polacca e cresciuta artisticamente in Italia, è stata definita dai media sensazionale soprano Europeo.
Nel 2006 vince una borsa di Studio al Conservatorio Statale di Verona.
Nel 2007 si laurea con il massimo dei voti presso la Music Akademy di Wroclaw (PL).
Durante la sua carriera si è esibita in gran parte d'Europa, USA, Messico, Cina, quest’anno in Corea, in teatri, sale da concerto, festivals con opere, concerti da camera, concerti sacri e contemporaneo.
E' stata insignita di numerosi premi e menzioni tra cui il premio ZLOTE SOWA oscar europeo nella categoria musica classica.
Tra le esibizioni: al Teatro Olimpico di Vicenza nel ruolo di Dori nell’Opera “Un Tramonto” di G. Coronaro, in prima mondiale assoluta; il debutto al Lincoln Center di New York presso il Metropolitan Opera con un’orchestra di 130 elementi, concerto presentato da Kevin Spacey; al Teatro Verdi di Padova nell’opera La Serva di Padova (opera contemporanea scritta da Vincenzo Faggiano). In Messico ha cantato nella più importante sala da concerti dell’America Latina, la “Manuel M. Ponce Hall” e a Roma nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Festival di Musica Sacra in Francia, CICA Festival in U.S.A., Festival Assisi Suono Sacro, Cracovia Sacra (PL).
Nel 2015 ha cantato presso l’Ambasciata Polacca di Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Polacca Andrzej Duda.
Ha registrato tre dischi: DREAMS nel 2009 e LIFE nel 2012, prodotto dalla EDIT MUSIC ITALY, nel 2015 IVAN PADOVEC, Works for Guitar and Soprano, prodotto dalla Sheva Collection.
MARINO NAGRO
Marino Nagro, pittore padovano, attivo in campo artistico da oltre quarant’anni, possiede una innata vocazione alla pittura, fin dai primi anni di età. Comincia a produrre in maniera assidua dagli anni Settanta, frequentando gruppi di artisti indipendenti e prendendo parte a studi di nudo, senza mai perdere la sua spontanea inclinazione per il paesaggio e l’osservazione diretta e meditata dell’elemento naturale, sempre trasfondendo in essa una particolare sensibilità visiva che lo porta alla creazione di un suo personale universo immaginifico, soffuso di lirismo, fantasia e memoria.
Fra le esposizioni più importanti:
1975: mostra collettiva per l’inaugurazione della Galleria Fioretto, Padova;
1988: mostra personale al Circolo Artistico Città di Padova;
1999: mostra personale Pro Telethon presso la B.N.L. a Padova;
2007: mostra collettiva “L’altro volto della pittura” a Palazzo Moroni presso il Comune di Padova;
2010: mostra collettiva “Dialoghi nel colore” al Palazzo della Gran Guardia, del Comune di Padova;
2013: mostra personale “Paesaggi dell’anima” al Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo (PD);
2014: mostra personale “Ritorno al paesaggio” al Centro Culturale Altinate San Gaetano (PD);
2015: mostra personale " ????? ??? Panta rei" presso il Maaap – Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, ad Altichiero (PD).
2015: mostra personale “Fantasie Eclettiche” presso il Superflash Store Padova, Cassa di Risparmio del Veneto
Ingresso gratuito ad invito: se interessati a partecipare alla serata si prega di comunicare il proprio nominativo scrivendo all’indirizzo e-mail: erick.79@libero.it.
Per informazioni e contatti: Enrico Bertato erick.79@libero.it.
Maria Palladino +39 334 169 5479 audramsa@outlook.it
Marino Nagro +39 349 834 6744 marino.nagro@gmx.com http://www.marinonagro.tk