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Evento: MARIA SCOGNAMIGLIO IN SCELTI DALL'ANIMA
04/03/2016 - 24/03/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 01/03/2016 - 17:39 |
Luogo: | Ercolano (NA) - Campania |
Data di inizio: | 04/03/2016 |
Data di fine | 24/03/2016 |
Descrizione
Si inaugura venerdì 4 marzo la mostra Scelti dall’Anima di Maria Scognamiglio Intervento Critico di Giovanni Cardone presso il Caffè Letterario – Le Scuderie di Villa Favorita Ercolano . La mostra la si potrà visitare fino al 24 marzo 2016. Come scrive nella sua recensione critica Giovanni Cardone : “Artista poliedrica Maria Scognamiglio spazia dalla pittura alla scultura . Forme leggere che si liberano da ogni forma tecnica che solo l’anima e l’istinto riescono ha percepire e ha creare . Figure che richiamano alla forte incisività simbolica dell’arte dei Nativi d’America altre, nella morbidezza dei profili, dialogano in coreografie di denuncia ai crudeli meccanismi che regolano la società contemporanea, dove il più debole sembra destinato a soccombere. L’artista predilige i toni scuri, che mettono in risalto i volumi delle opere, arricchendole talvolta con cromatismi preziosi, utili a far vibrare con delicatezza le superfici, a cui fanno da contrappunto bagliori improvvisi, che si animano incontrando la luce. Anche nell’uso dei materiali Maria Scognamiglio compie un lavoro eterogeneo: il modellato alterna parti lisce ad altre corrugate, che parlano di cuoio, creta e di incisione e soprattutto di una meticolosa ricerca estetica. Il variegato percorso dell’artista che descrive la sua abilità tecnica e immaginifica, che attira l’attenzione dell’osservatore. Come per incanto i volti veicolano un’intensa espressività. L’atteggiamento dei corpi plasmati racconta il dolore, la disperazione o ancora la contemplazione e il distacco. I lavori fatti su cuoio e in creta sanno suscitare un turbilio di emozioni e riflessioni: pensieri che planano liberi sintetizzati in poche linee sottili, strutture misteriose che sembrano nascondere segreti indecifrabili, intrisi del ricordo di quel magma primordiale da cui scaturisce l’impeto creativo di Maria, in un rincorrersi di forme scandite dalla sua sensibilità. Alterna così, con grazia, racconti espliciti e verità celate, intrecciandole con fine alchimia”.
Altri eventi dell'inserzionista
ERNESTO TATAFIORE IN ARIA DI CAPRI
28/05/2016 - 03/07/2016
Capri (NA) - Campania
Inserito da Giovanni Cardone
Si inaugura sabato 28 maggio alle ore 18.00 la mostra di Ernesto Tatafiore in Aria di Capri a cura di Maurizio Siniscalco Testi Critici di Mariella Utili e Patrizia Di Maggio presso gli spazi espositivi della Canonica della Certosa di San Giacomo a Capri. La mostra la si potrà visitare fino a domenica 3 luglio 2016. La mostra è promossa dal Polo museale della Campania e dall’Associazione Culturale ArteAs; con il patrocinio della Città di Capri, del Comune di Anacapri, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, della Fondazione Axel Munthe – Villa San Michele, della Femptec – Fundação de Gestão de Projetos di Rio de Janeiro e della UERJ – Universidade do Estado do Rio de Janiero. L’esposizione consiste in 32 opere tra acrilici su tela di vario formato e sculture in bronzo.
Scrive Patrizia Di Maggio: «Vicini, e quasi costretti a guardarsi, ci sono Masaniello e Ulisse, Penelope e Robespierre, l’autoritratto, un vecchio barbato e i corpi femminili risplendenti negli ori e nei colori del sole, a seno. E poi i pesci e gli oggetti d’uso quotidiano, i panorami improbabili come l’immaginario circuito automobilistico Capri - Anacapri, la strada cosparsa di fiori sulla quale sfrecciano le vetture sportive. Sono tutti protagonisti di storie e mondi diversi per le situazioni che li caratterizzano, e distanti nel tempo, ma in quello spazio convivono e si raccontano colloquiando sottovoce: è un vero piacere Fumar al mar, sembra dire dalla tela il giovane con la fluente chioma simile a un Vesuvio capovolto… Le opere create per questa nuova esposizione narrano tutte (o quasi) fatti di terra e di mare, temi che ben si adattano a quel gioiello di storia e di arte che è la Certosa di San Giacomo, con la candida mole protesa sul mare, sospesa tra cielo e terra. All’interno dell’ex Canonica si snodano le varie storie, recuperate dalle pagine consunte di libri desueti e rari o riprese dai proverbi, dalle massime e dai racconti popolari, ascoltati per caso dalla voce della gente comune e rimasti impigliati nella memoria, poi trasformati in immagini, nel corso dell’intensa vita personale e artistica. E l’aria di Capri sembra aver stimolato particolarmente la feconda vena narrativa del nostro. I protagonisti dei suoi racconti, personaggi della storia, della letteratura e dell’arte, o eroi creati dalla fantasia popolare, sono presentati, come di consueto, fuori contesto e immersi in una dimensione ludica, irreale, che diventa paradosso, utopia e spazio narrativo personale, sottolineato anche dall’inserimento, nei disegni e nei dipinti, di «oggetti-giocattolo in miniatura» come barchette e parole, pesci, lune, triangoli e altri piccoli amusement, che rappresentano la libertà di concedersi altrettante, indovinate, licenze poetiche.
Aetatis suae è l’autoritratto in cui, con un pizzico di civetteria, si rappresenta in redingote e calzamaglia: l’opera è come una firma d’artista e conclude simbolicamente il racconto presentato in mostra, che ancora una volta conferma la vocazione di Ernesto Tatafiore a proporsi come un moderno cantastorie, un narratore colto e avvincente, sempre in bilico tra ironia e serietà».
Giovanni Cardone
Scrive Patrizia Di Maggio: «Vicini, e quasi costretti a guardarsi, ci sono Masaniello e Ulisse, Penelope e Robespierre, l’autoritratto, un vecchio barbato e i corpi femminili risplendenti negli ori e nei colori del sole, a seno. E poi i pesci e gli oggetti d’uso quotidiano, i panorami improbabili come l’immaginario circuito automobilistico Capri - Anacapri, la strada cosparsa di fiori sulla quale sfrecciano le vetture sportive. Sono tutti protagonisti di storie e mondi diversi per le situazioni che li caratterizzano, e distanti nel tempo, ma in quello spazio convivono e si raccontano colloquiando sottovoce: è un vero piacere Fumar al mar, sembra dire dalla tela il giovane con la fluente chioma simile a un Vesuvio capovolto… Le opere create per questa nuova esposizione narrano tutte (o quasi) fatti di terra e di mare, temi che ben si adattano a quel gioiello di storia e di arte che è la Certosa di San Giacomo, con la candida mole protesa sul mare, sospesa tra cielo e terra. All’interno dell’ex Canonica si snodano le varie storie, recuperate dalle pagine consunte di libri desueti e rari o riprese dai proverbi, dalle massime e dai racconti popolari, ascoltati per caso dalla voce della gente comune e rimasti impigliati nella memoria, poi trasformati in immagini, nel corso dell’intensa vita personale e artistica. E l’aria di Capri sembra aver stimolato particolarmente la feconda vena narrativa del nostro. I protagonisti dei suoi racconti, personaggi della storia, della letteratura e dell’arte, o eroi creati dalla fantasia popolare, sono presentati, come di consueto, fuori contesto e immersi in una dimensione ludica, irreale, che diventa paradosso, utopia e spazio narrativo personale, sottolineato anche dall’inserimento, nei disegni e nei dipinti, di «oggetti-giocattolo in miniatura» come barchette e parole, pesci, lune, triangoli e altri piccoli amusement, che rappresentano la libertà di concedersi altrettante, indovinate, licenze poetiche.
Aetatis suae è l’autoritratto in cui, con un pizzico di civetteria, si rappresenta in redingote e calzamaglia: l’opera è come una firma d’artista e conclude simbolicamente il racconto presentato in mostra, che ancora una volta conferma la vocazione di Ernesto Tatafiore a proporsi come un moderno cantastorie, un narratore colto e avvincente, sempre in bilico tra ironia e serietà».
Giovanni Cardone
GIACOMO MONTANARO IN In the Middle of Nowhere
11/10/2014 - 11/01/2015
Ivrea (TO) - Piemonte
Inserito da Giovanni Cardone
Si inaugurerà sabato 11 settembre in occasione della decima giornata del Contemporaneo organizzata da A.M.A.C. I la mostra “ In the Middle of Nowhere” di Giacomo Montanaro presso lo Spazio Open Art house in collaborazione con la Galleria Il Ritrovo di Rob Shazar . Il nuovo progetto dell’artista napoletano , a quasi sei anni dal precedente Parete Lavica, si presenta con una novità sorprendente: l’assenza di ogni traccia di figura umana. Essa viene presunta ed evocata nelle 50 opere in mostra: edifici industriali abbandonati, relitti sociali, scorie economiche, persi in un deserto bianco e solitario. Il percorso del Montanaro nasce dall’incontro con le “periferie” tedesche con quelle napoletane di li l’abbondo della figura e la nascita di in mondo immaginifico, che tende di raccontare un viaggio intimistico dell’artista potandoci oltre il limite , nel suo continuo ricercare e sperimentare. Come scrive Gloria Gradassi nel catalogo che accompagna il catalogo completo della mostra : “Questo spostamento ha avuto un suo doppio nell’evoluzione cromatica, che ha ora tutto un altro baricentro: il nuovo bianco del supporto si è sostituito al nero dei fondi e la pittura si è come invertita, dal negativo al positivo, il tocco non è più un graffito ma una velatura chiaroscurata, i colori, più contenuti danno corpo a volumi armonici, il dinamismo infine, non è nella ripetizione ma dentro la forma e nella pennellata. La gestualità, placata nelle nuove strutture, alimenta una composizione meno nervosa, come se l’urgenza espressiva, e quel senso epico che accompagnava la figura umana semplificata, si fosse tramutato in qualcosa di molto più contenuto e denso. Montanaro in questi lavori recenti usa l’acido a volte con la delicatezza di un acquarello, discostandosi dai gesti elettrici dei suoi precedenti lavori. Gli edifici industriali sono sagome geometriche attraverso le quali l’artista sonda tutte le sfumature cromatiche e le diverse profondità della sua pennellata. Messe a confronto con la descrittività analitica di un genere che ha dato molto nella fotografia, queste periferie appaiono come fantasmi inconsci, pure visioni pittoriche nelle quali la realtà è completamente trasfigurata e riletta secondo un codice capace di reinventarla e di creare un intrigo visivo che ha il sapore del nuovo e soprattutto che porta indelebile il segno di Giacomo Montanaro”.
Spazio Open Art house - In occasione della decima giornata del Contemporaneo organizzata da A.M.A.C. I
opening sabato 11 ottobre h. 12 / 22 - orario continuato
dal 11 ottobre 2014 al 11 gennaio 2015
Via San Gaudenzio 10/b
10015 Ivrea (TO)
Email: info@openarthouse.it
Email: stampa@openarthouse.it
Cellulare: +39 338 5093563 +39 338 5093563 - +39 01251897402
Skype: openarthouse
Giovanni Cardone
Spazio Open Art house - In occasione della decima giornata del Contemporaneo organizzata da A.M.A.C. I
opening sabato 11 ottobre h. 12 / 22 - orario continuato
dal 11 ottobre 2014 al 11 gennaio 2015
Via San Gaudenzio 10/b
10015 Ivrea (TO)
Email: info@openarthouse.it
Email: stampa@openarthouse.it
Cellulare: +39 338 5093563 +39 338 5093563 - +39 01251897402
Skype: openarthouse
Giovanni Cardone
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PITTORI DEL ?900 dalla collezione Flavio Vanin
21/01/2017 - 25/02/2017
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Angela Forin
Piero Bertacco, Luigi Brunello, Gianni Longinotti, Alberto Biasi, Giorgio Celiberti, Cinzio Veneziani, Vittorio Gussoni, Ernesto Treccani, Mario Cestari e molti altri ancora. Uno spaccato sui pittori del ?900, veneti e non solo, della collezione di Flavio Vanin sarà in mostra dal 21 gennaio al 25 febbraio 2017 nello Spazio Espositivo Farmacia Meltias di Conselve (Padova). Curata da Sonia Strukul, con il patrocinio della Città di Conselve, l’esposizione sarà inaugurata sabato 21 gennaio alle ore 18.00. Ingresso libero.
Dalla passione per l’antiquariato prima e per l’arte in seguito, nasce la collezione del Novecento di Flavio Vanin che raccoglie arte contemporanea, pittorica e oggettistica, non tralasciando qualche prezioso pezzo d’antiquariato come un carillon di fine Settecento, una serie di gioielli dell'Ottocento ancora conservati negli astucci originali e orologi francesi sormontati da piccole sculture. Una collezione nell’insieme molto vasta, che comprende opere del ‘400 fino ad artisti come Hartung, Schifano, Pistoletto, e che non sarà possibile presentare interamente. Tra le opere selezionate dalla curatrice spicca un Alberto Biasi molto particolare, prima che si dedicasse all'arte programmata.
«Collezionare è per Flavio Vanin una passione irrefrenabile – spiega la curatrice Sonia Strukul - è una forma simbolica, intellettuale, attraverso la quale fabbricare ponti, erigere dialoghi con il passato e il presente che celebra le correnti e gli orientamenti dell’arte. La collezione diventa anche costruzione di un mondo che non è solo quello del collezionista, ma è anche uno spaccato di cultura che rappresenta la vitalità e le trasformazioni che si sono succedute nelle varie epoche. L’importanza di un collezionista sta nella qualità delle opere, a seconda delle intenzioni e attitudini e per le motivazioni delle scelte, è un atto d'amore».
Flavio Vanin nasce a Venezia nel 1951, fin da ragazzo manifesta un forte interesse per l’arte. Ha frequentato l’Istituto Tecnico Centro Arti e Mestieri alla San Giorgio Cini di Venezia, dove inizia a cimentarsi e produrre le sue prime opere sotto la guida dei maestri Paolo Girardello e Pio Penzo. Negli anni ’70 si appassiona all’antiquariato acquistando ruderi per restituirli all’antico splendore. Negli anni ha continuato a collezionare oggetti d’arte di vario genere, mobili, quadri, oggettistica, preziosi che per la prima volta, in occasione di questa mostra, verranno esposti al pubblico.
Presso lo Spazio Espositivo della Farmacia Meltias di Conselve (Padova) continuano le mostre a cadenza mensile a cura di Sonia Strukul. Un’opportunità per far conoscere e promuovere non solo artisti, ma anche artigiani, designer e orafi del territorio. L’artigianalità e l’inventiva italiana sono un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo che va riconosciuta e preservata.
Grazie alla lungimiranza di imprenditori come i due fondatori del gruppo Meltias, il dott. Lucio Merlo e del dott. Roberto Sannito, dal 2014 è stato creato uno spazio dedicato ad eventi culturali e formativi, mirati alla divulgazione delle varie sfaccettature del mondo artistico e culturale. Un nuovo concetto di Farmacia come luogo di benessere sia fisico che emotivo; un insieme di spazi, professionisti, servizi e prodotti d’eccellenza che propongono un approccio olistico al benessere dei propri clienti. Arte come conforto dell’anima, messaggio salvifico per la cura del corpo e della mente.
Dalla passione per l’antiquariato prima e per l’arte in seguito, nasce la collezione del Novecento di Flavio Vanin che raccoglie arte contemporanea, pittorica e oggettistica, non tralasciando qualche prezioso pezzo d’antiquariato come un carillon di fine Settecento, una serie di gioielli dell'Ottocento ancora conservati negli astucci originali e orologi francesi sormontati da piccole sculture. Una collezione nell’insieme molto vasta, che comprende opere del ‘400 fino ad artisti come Hartung, Schifano, Pistoletto, e che non sarà possibile presentare interamente. Tra le opere selezionate dalla curatrice spicca un Alberto Biasi molto particolare, prima che si dedicasse all'arte programmata.
«Collezionare è per Flavio Vanin una passione irrefrenabile – spiega la curatrice Sonia Strukul - è una forma simbolica, intellettuale, attraverso la quale fabbricare ponti, erigere dialoghi con il passato e il presente che celebra le correnti e gli orientamenti dell’arte. La collezione diventa anche costruzione di un mondo che non è solo quello del collezionista, ma è anche uno spaccato di cultura che rappresenta la vitalità e le trasformazioni che si sono succedute nelle varie epoche. L’importanza di un collezionista sta nella qualità delle opere, a seconda delle intenzioni e attitudini e per le motivazioni delle scelte, è un atto d'amore».
Flavio Vanin nasce a Venezia nel 1951, fin da ragazzo manifesta un forte interesse per l’arte. Ha frequentato l’Istituto Tecnico Centro Arti e Mestieri alla San Giorgio Cini di Venezia, dove inizia a cimentarsi e produrre le sue prime opere sotto la guida dei maestri Paolo Girardello e Pio Penzo. Negli anni ’70 si appassiona all’antiquariato acquistando ruderi per restituirli all’antico splendore. Negli anni ha continuato a collezionare oggetti d’arte di vario genere, mobili, quadri, oggettistica, preziosi che per la prima volta, in occasione di questa mostra, verranno esposti al pubblico.
Presso lo Spazio Espositivo della Farmacia Meltias di Conselve (Padova) continuano le mostre a cadenza mensile a cura di Sonia Strukul. Un’opportunità per far conoscere e promuovere non solo artisti, ma anche artigiani, designer e orafi del territorio. L’artigianalità e l’inventiva italiana sono un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo che va riconosciuta e preservata.
Grazie alla lungimiranza di imprenditori come i due fondatori del gruppo Meltias, il dott. Lucio Merlo e del dott. Roberto Sannito, dal 2014 è stato creato uno spazio dedicato ad eventi culturali e formativi, mirati alla divulgazione delle varie sfaccettature del mondo artistico e culturale. Un nuovo concetto di Farmacia come luogo di benessere sia fisico che emotivo; un insieme di spazi, professionisti, servizi e prodotti d’eccellenza che propongono un approccio olistico al benessere dei propri clienti. Arte come conforto dell’anima, messaggio salvifico per la cura del corpo e della mente.
LA POESIPITTURA IN MOSTRA A CAGLIARI
21/02/2015 - 01/03/2015
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Giovanni Cardone
Si inaugura sabato 21 la mostra La Poesipittura presso Fly Hotel Cagliari Direttore Artistico Laura Ficco interverranno il Sindaco di Assemini Dr. Ing. MARIO PUDDU, l’Assessore alla Cultura Dott.ssa JESSICA MOSTALLINO la serata sarà sarà presentata e correlata dal . ANDREA NATERI poeta e scrittore e da Laura Ficco. La mostra si potrà visitare fino al 1 marzo 2015. Come ci dice ANDREA NATERI: “ Lo spettacolo è l’arte nuova del nostro tempo, che ha preso il posto della più discreta delle arti, la poesia”(Eugenio Montale); “la poesia è, ormai, un ‘genere’ letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno( Sebastiano Vassalli); “ la poesia è una possibilità infinitamente sospesa”(Giovanni Raboni); “la poesia è universale”( Giuseppe Conte); “la poesia è vero e proprio innamoramento”(Carlo Fruttero). Questi sono i pensieri di poeti e letterati sulla poesia e il suo ruolo ai nostri tempi. Ma la poesia è un’esigenza? Essa si è insinuata negli uomini fin dalla notte dei tempi, come espressione della propria sensibilità. Si tratta dell’arte, dell’attività letteraria di esprimere con elevata tensione spirituale il sentimento, soggettivo e insieme potenzialmente universale, di sé, della condizione umana, della realtà in forme metriche e non solo, anche per mezzo di altri linguaggi e metodi espressivi”. La poesia è la capacità, la forza di suggestionare, in particolare di commuovere, di far insorgere sentimenti elevati: dalle greche orazioni forensi alla calibrata arte oratoria romana, fino a tempi dei dittatori del nostro secolo, che con i loro discorsi riuscivano ad incantare il popolo intero, non possiamo negare la presenza di sfumature poetiche più o meno forti o anche sfruttate, volte a determinare tensione, affettiva e spirituale. Possiamo che dire che la relazione tra la letteratura e le arti figurative è stata nel tempo oggetto di un infinito numero di speculazioni che hanno dato vita a teorie, considerazioni e assiomi diversi e contestualmente applicabili. Trattandosi poi di una questione trasversale a diversi ambiti disciplinari, non deve stupire che sia stata interesse centrale per storici dell’arte, filosofi, estetologi, semiologi, letterati e artisti che, di volta in volta, hanno affrontato il problema in accordo ai propri fini teorici. Tutte le epoche si sono interrogate sul dialogo tra letteratura e arti figurative, sia attraverso pratiche artistiche vere e proprie, spesso frutto di sinergie intermediali, sia attraverso risposte critiche alle stesse, che hanno fatto di questo dialogo un oggetto di studio sempre nuovo. Sebbene però l’origine di questa relazione sia antica, è vero che il Novecento, e soprattutto gli ultimi decenni, è stato protagonista di un rinnovato interesse volto ad indagare le dinamiche interartistiche tra le due arti, e più in generale tra parola e immagine. Esporranno i seguenti artisti : TINO CAVAGNOLI, SELLY SELEN CINUS, LAURA FICCO, GIORGIO MELIS, MAURO PANI, LUIGI PORRA’, ORLANDO TOCCO.
Fly Hotel Cagliari
VIA PIEMONTE 22
Assèmini Cagliari - Sardegna
La Poesipittura
Dal 21 febbraio al 1 marzo
Tel: 070 941228- 070 941228
Giovanni Cardone
Fly Hotel Cagliari
VIA PIEMONTE 22
Assèmini Cagliari - Sardegna
La Poesipittura
Dal 21 febbraio al 1 marzo
Tel: 070 941228- 070 941228
Giovanni Cardone