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Evento: Mirko Baricchi, Archè, Ben prima del nome chiamato
09/06/2016 - 17/07/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 19/05/2016 - 17:39 |
Luogo: | Arzignano (VI) - Veneto |
Data di inizio: | 09/06/2016 |
Data di fine | 17/07/2016 |
Descrizione
“Archè, Ben prima del nome chiamato”: mostra personale di Mirko Baricchi dal 9 giugno al 17 luglio 2016 presso gli spazi di Atipografia ad Arzignano (VI).
Accompagnata da un giornale con testi di Luca Beatrice (storico e critico d’arte), Marco Mioli (critico d’arte) ed Elena Dal Molin (direttore artistico Atipografia), l’esposizione sarà inaugurata giovedì 9 giugno alle ore 18.30. La presentazione si terrà alle ore 19.30.
La mostra è parte di una programmazione annuale dedicata all’epochè, ovvero alla sospensione del giudizio, considerata come necessaria data l’assoluta incertezza di ogni conoscenza concernente la realtà esterna. Un tema precedentemente analizzato da Denis Riva con “Carte sospese” e da Elisa Bertaglia ed Enrica Casentini con “Erranza”.
Con “Archè” Mirko Baricchi ricerca un momento, un non-tempo, in cui galleggiano tutti gli ingredienti che improvvisamente costituiranno l’immagine. «L’epidermide della carta – spiega l’artista – lascia trasparire, avvilisce o evidenzia processi precedenti, alcuni dei quali ormai scomparsi, altri in potenza che diventano improvvisamente atto». In un momento storico segnato da una profonda assenza di valori, da fedi religiose contrapposte e da grande incertezza, l’autore sente l’esigenza di “porre tra parentesi il mondo” (Edmund Husserl), concentrandosi sulla pittura come medium, come materia ancor prima che linguaggio.
In esposizione, una decina di grandi opere a tecnica mista su carta, quasi tutte realizzate nel 2016, unitamente ad alcune tele in formato 30x40 cm, afferenti ad un ciclo dedicato alla natura morta e al paesaggio, oltre al video “De Rerum” (2015), realizzato in collaborazione con Uovo Quadrato, in cui una lepre, elemento ricorrente nella poetica di Baricchi, ruota in loop sul proprio asse, immersa in una sorta di nebbia, in un liquido amniotico che culla lo spettatore con una ninna nanna composta dall’artista a partire da carillon rallentato. L’allestimento, pensato nel rispetto dei muri di Atipografia, ricchi di storia e memoria, gioca con la luce, dando ampio respiro alle opere esposte.
Come spiega Elena Dal Molin, «L’anno dell’epochè non poteva che chiudere con Mirko Baricchi. La carta, resa trasparente, si apre a più piani pittorici: l’uso della grafite e della tempera separatamente danno una forte sensazione di tridimensionalità. Ci appare un paesaggio surreale, sospeso, dove ci si sente stranamente a proprio agio. Nei colori, quasi primari, e nei segni semplici in grafite riconosciamo forme primitive che si accordano immediatamente, forme archetipe».
La personale, realizzata grazie anche al supporto Cardelli & Fontana artecontemporanea e Bonioni Arte, sarà visitabile da venerdì a domenica con orario 11.00-19.00, gli altri giorni su appuntamento. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 0444 1240019, info@atipografia.it, www.atipografia.it.
Accompagnata da un giornale con testi di Luca Beatrice (storico e critico d’arte), Marco Mioli (critico d’arte) ed Elena Dal Molin (direttore artistico Atipografia), l’esposizione sarà inaugurata giovedì 9 giugno alle ore 18.30. La presentazione si terrà alle ore 19.30.
La mostra è parte di una programmazione annuale dedicata all’epochè, ovvero alla sospensione del giudizio, considerata come necessaria data l’assoluta incertezza di ogni conoscenza concernente la realtà esterna. Un tema precedentemente analizzato da Denis Riva con “Carte sospese” e da Elisa Bertaglia ed Enrica Casentini con “Erranza”.
Con “Archè” Mirko Baricchi ricerca un momento, un non-tempo, in cui galleggiano tutti gli ingredienti che improvvisamente costituiranno l’immagine. «L’epidermide della carta – spiega l’artista – lascia trasparire, avvilisce o evidenzia processi precedenti, alcuni dei quali ormai scomparsi, altri in potenza che diventano improvvisamente atto». In un momento storico segnato da una profonda assenza di valori, da fedi religiose contrapposte e da grande incertezza, l’autore sente l’esigenza di “porre tra parentesi il mondo” (Edmund Husserl), concentrandosi sulla pittura come medium, come materia ancor prima che linguaggio.
In esposizione, una decina di grandi opere a tecnica mista su carta, quasi tutte realizzate nel 2016, unitamente ad alcune tele in formato 30x40 cm, afferenti ad un ciclo dedicato alla natura morta e al paesaggio, oltre al video “De Rerum” (2015), realizzato in collaborazione con Uovo Quadrato, in cui una lepre, elemento ricorrente nella poetica di Baricchi, ruota in loop sul proprio asse, immersa in una sorta di nebbia, in un liquido amniotico che culla lo spettatore con una ninna nanna composta dall’artista a partire da carillon rallentato. L’allestimento, pensato nel rispetto dei muri di Atipografia, ricchi di storia e memoria, gioca con la luce, dando ampio respiro alle opere esposte.
Come spiega Elena Dal Molin, «L’anno dell’epochè non poteva che chiudere con Mirko Baricchi. La carta, resa trasparente, si apre a più piani pittorici: l’uso della grafite e della tempera separatamente danno una forte sensazione di tridimensionalità. Ci appare un paesaggio surreale, sospeso, dove ci si sente stranamente a proprio agio. Nei colori, quasi primari, e nei segni semplici in grafite riconosciamo forme primitive che si accordano immediatamente, forme archetipe».
La personale, realizzata grazie anche al supporto Cardelli & Fontana artecontemporanea e Bonioni Arte, sarà visitabile da venerdì a domenica con orario 11.00-19.00, gli altri giorni su appuntamento. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 0444 1240019, info@atipografia.it, www.atipografia.it.
Altri eventi dell'inserzionista
Arte e Vita. Otto opere per Progetto Pulcino onlus
21/04/2016 - 21/04/2016
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
La Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO e Progetto Pulcino onlus di Reggio Emilia organizzano “Arte e Vita”, lotteria di beneficenza di opere d’arte per l’acquisto di un lettino da rianimazione da donare al reparto di Neonatologia dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
In palio, otto opere d’arte grafica di grandi artisti italiani (Floriano Bodini, Xavier Bueno, Franco Gentilini, Umberto
Mastroianni, Francesco Messina, Giuliano Vangi) perché l’arte e la beneficenza siano alla portata di tutti.
I biglietti sono in vendita al costo di € 5 presso la nuova sede della Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO (Via Sessi, 1/F) tutti i giorni con orario 10-12,30 e 16-19,30 e presso il negozio Albero Azzurro (Via Farini, 2/a) il giovedì con orario 10-12.
L’estrazione si terrà giovedì 21 aprile 2016, alle ore 20, alla presenza dei campioni della Grissin Bon. La serata avrà inizio, alle ore 19, con aperitivo ed intrattenimento offerto da Musicali Domestici grazie alla disponibilità delle
arpiste Elena Bondavalli, Elisabetta e Nicole Pedroni.
L’obiettivo della lotteria è l’acquisto di un sistema di rianimazione neonatale chiamato LifeStart, strumento
importantissimo per assistere lo staff medico ed il neonato nella pratica del taglio ritardato del cordone ombelicale. Un apparecchio innovativo in quanto il neonato, ancora collegato alla propria madre attraverso il cordone ombelicale, continua a ricevere il nutrimento e l’ossigeno di cui ha bisogno, essendo contemporaneamente sottoposto alle manovre rianimatorie necessarie per garantire la sua stabilizzazione respiratoria ed emodinamica. In tali condizioni si riducono sensibilmente i rischi di sviluppare severi quadri di sofferenza ipossica neonatale.
L’evento è realizzato con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia. Per informazioni ed acquisto biglietti: Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO (tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it), Erika Rossi (cell. 333 9656593), Progetto Pulcino onlus, Cristiana Magnani (cell. 347 2332022).
I numeri dei biglietti vincenti saranno pubblicati su www.progettopulcino.org, www.facebook.com/ProgettoPulcinoOnlus,
www.duemilanovecento.it, www.facebook.com/duemilanovecento.
Progetto Pulcino nasce nel luglio 2008 per volontà della dottoressa Cristiana Magnani, pediatra neonatologa per 35 anni attiva nel reparto di Neonatologia dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. L’obiettivo peculiare
dell’Associazione è quello di raccogliere fondi per l’acquisto di macchinari, attrezzature e conferimento di borse di studio a favore della Struttura Complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Di rilevanza, nel 2010 la partecipazione all’acquisto della RETCAM, innovativa attrezzatura per la diagnosi della retinopatia del prematuro, nel 2011 l’acquisto del Cooling con registrazione EEG integrata apparecchio che serve a limitare i danni della grave asfissia perinatale mediante trattamento con ipotermia, nel 2013 l’acquisto di un sistema di monitoraggio intensivo centralizzato composto da 18 monitor polifunzionali e due centrali di monitoraggio e nel 2015 l’acquisto di un Ecografo per lo studio delle cardiopatie neonatali e dei flussi cerebrali del
pretermine. Sono inoltre finanziati al reparto contratti a progetto per una psicologa ed una fisioterapista.
In palio, otto opere d’arte grafica di grandi artisti italiani (Floriano Bodini, Xavier Bueno, Franco Gentilini, Umberto
Mastroianni, Francesco Messina, Giuliano Vangi) perché l’arte e la beneficenza siano alla portata di tutti.
I biglietti sono in vendita al costo di € 5 presso la nuova sede della Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO (Via Sessi, 1/F) tutti i giorni con orario 10-12,30 e 16-19,30 e presso il negozio Albero Azzurro (Via Farini, 2/a) il giovedì con orario 10-12.
L’estrazione si terrà giovedì 21 aprile 2016, alle ore 20, alla presenza dei campioni della Grissin Bon. La serata avrà inizio, alle ore 19, con aperitivo ed intrattenimento offerto da Musicali Domestici grazie alla disponibilità delle
arpiste Elena Bondavalli, Elisabetta e Nicole Pedroni.
L’obiettivo della lotteria è l’acquisto di un sistema di rianimazione neonatale chiamato LifeStart, strumento
importantissimo per assistere lo staff medico ed il neonato nella pratica del taglio ritardato del cordone ombelicale. Un apparecchio innovativo in quanto il neonato, ancora collegato alla propria madre attraverso il cordone ombelicale, continua a ricevere il nutrimento e l’ossigeno di cui ha bisogno, essendo contemporaneamente sottoposto alle manovre rianimatorie necessarie per garantire la sua stabilizzazione respiratoria ed emodinamica. In tali condizioni si riducono sensibilmente i rischi di sviluppare severi quadri di sofferenza ipossica neonatale.
L’evento è realizzato con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia. Per informazioni ed acquisto biglietti: Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO (tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it), Erika Rossi (cell. 333 9656593), Progetto Pulcino onlus, Cristiana Magnani (cell. 347 2332022).
I numeri dei biglietti vincenti saranno pubblicati su www.progettopulcino.org, www.facebook.com/ProgettoPulcinoOnlus,
www.duemilanovecento.it, www.facebook.com/duemilanovecento.
Progetto Pulcino nasce nel luglio 2008 per volontà della dottoressa Cristiana Magnani, pediatra neonatologa per 35 anni attiva nel reparto di Neonatologia dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. L’obiettivo peculiare
dell’Associazione è quello di raccogliere fondi per l’acquisto di macchinari, attrezzature e conferimento di borse di studio a favore della Struttura Complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Di rilevanza, nel 2010 la partecipazione all’acquisto della RETCAM, innovativa attrezzatura per la diagnosi della retinopatia del prematuro, nel 2011 l’acquisto del Cooling con registrazione EEG integrata apparecchio che serve a limitare i danni della grave asfissia perinatale mediante trattamento con ipotermia, nel 2013 l’acquisto di un sistema di monitoraggio intensivo centralizzato composto da 18 monitor polifunzionali e due centrali di monitoraggio e nel 2015 l’acquisto di un Ecografo per lo studio delle cardiopatie neonatali e dei flussi cerebrali del
pretermine. Sono inoltre finanziati al reparto contratti a progetto per una psicologa ed una fisioterapista.
Aqua Aura, Dreamscape
29/04/2016 - 10/07/2016
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
“Dreamscape”: mostra personale dell’artista Aqua Aura, dal 29 aprile al 10 luglio 2016, presso la sede congiunta di CSArt e ClubArt a Reggio Emilia (Via Emilia Santo Stefano, 54). Realizzata in collaborazione con la Galleria VV8 artecontemporanea, in occasione di “Fotografia Europea”, l’esposizione sarà inaugurata venerdì 29 aprile alle ore 18.00.
Dalle finestre che si aprono sulla via Emilia, luogo di storie e memorie, un viaggio immaginario in una terra di confine, dove scenari primordiali diventano immagine di un possibile futuro.
In mostra, una selezione di fotografie delle serie “Scintillation” (2015-16) e “Frozen Frames” (2011-14). Paesaggi silenziosi, ipnotici, irreali ed allo stesso tempo estremamente verosimili. Composizioni nate dall’elaborazione digitale di ritagli fotografici autografi, attraverso una lenta costruzione dell’immagine.
Come spiegano Chiara Serri e Paolo Barilli, «Le opere della serie “Scintillation”, benché strettamente legate a “Frozen Frames”, presentano un carattere di sostanziale novità, ossia la riduzione delle componenti drammatiche, per lasciare campo ad atmosfere sospese, in cui la visione diviene stupore».
Nella nuova produzione è stata, inoltre, riposta grande attenzione alla scelta della carte e degli inchiostri, nonché alle cornici floccate che, come spiega l’autore, presentano un’epidermide vellutata, anch’essa parte dell’opera.
La personale sarà visitabile fino al 10 luglio 2016, da lunedì a venerdì ore 10.00-12.00, oppure su appuntamento; sabato 7 e domenica 8 maggio ore 16.00-18.30. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 1715142, info@csart.it, www.csart.it, info@clubart.it, www.clubart.it.
Aqua Aura si diploma al Liceo Artistico di Bergamo e all’Accademia di Brera. Prosegue la sua formazione in giro per il mondo, tra grandi musei e spazi naturali. Le sue investigazioni si nutrono di fisica astronomica, fisica delle particelle, biogenetica, filosofia e psicologia della percezione. Si esprime attraverso fotografia, Arte Digitale e video. Vive e lavora tra Milano ed Akureyri (Islanda).
Dalle finestre che si aprono sulla via Emilia, luogo di storie e memorie, un viaggio immaginario in una terra di confine, dove scenari primordiali diventano immagine di un possibile futuro.
In mostra, una selezione di fotografie delle serie “Scintillation” (2015-16) e “Frozen Frames” (2011-14). Paesaggi silenziosi, ipnotici, irreali ed allo stesso tempo estremamente verosimili. Composizioni nate dall’elaborazione digitale di ritagli fotografici autografi, attraverso una lenta costruzione dell’immagine.
Come spiegano Chiara Serri e Paolo Barilli, «Le opere della serie “Scintillation”, benché strettamente legate a “Frozen Frames”, presentano un carattere di sostanziale novità, ossia la riduzione delle componenti drammatiche, per lasciare campo ad atmosfere sospese, in cui la visione diviene stupore».
Nella nuova produzione è stata, inoltre, riposta grande attenzione alla scelta della carte e degli inchiostri, nonché alle cornici floccate che, come spiega l’autore, presentano un’epidermide vellutata, anch’essa parte dell’opera.
La personale sarà visitabile fino al 10 luglio 2016, da lunedì a venerdì ore 10.00-12.00, oppure su appuntamento; sabato 7 e domenica 8 maggio ore 16.00-18.30. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 1715142, info@csart.it, www.csart.it, info@clubart.it, www.clubart.it.
Aqua Aura si diploma al Liceo Artistico di Bergamo e all’Accademia di Brera. Prosegue la sua formazione in giro per il mondo, tra grandi musei e spazi naturali. Le sue investigazioni si nutrono di fisica astronomica, fisica delle particelle, biogenetica, filosofia e psicologia della percezione. Si esprime attraverso fotografia, Arte Digitale e video. Vive e lavora tra Milano ed Akureyri (Islanda).
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The Rebirth Triad
07/12/2016 - 08/01/2017
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Marco Caiazzo
La rinascita alla Reggia di Caserta: le installazioni site-specific sulla Natività
di tre artisti contemporanei italiani
Con il patrocinio del Rebirth Day 2016, gli artisti Vincenzo Marsiglia, Anita Calà e Lapo Simeoni riflettono sul concetto di rinascita legato alla Natività, in un progetto di Intragallery e Uncommon
La Natività, il numero tre legato alla Trinità, ma anche un concetto laico di rinascita e rinnovamento: sono questi gli elementi del progetto espositivo The Rebirth Triad, ideato, promosso e realizzato dall’Agenzia di comunicazione Uncommon e dalla Galleria Intragallery con la curatela di Chiara Canali.
Tre installazioni site-specific elaborate da Vincenzo Marsiglia, Anita Calà e Lapo Simeoni per la Sala delle Battaglie di Spolverini della Reggia di Caserta, che saranno visibili dal 7 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017, con il patrocinio del Rebirth Day 2016 ideato da Michelangelo Pistoletto in collaborazione con Cittadellarte - Fondazione Pistoletto.
"Abbiamo voluto questo progetto intensamente, poiché risponde al concetto alla base del nostro lavoro come agenzia: l'arte come mezzo di rinnovamento attivo sulla società, in grado di modificare prospettive, percezioni e abitudini - ha affermato Claudio Ragni, CEO di Uncommon. Questo progetto e gli artisti coinvolti hanno acceso un riflettore su un patrimonio dell'arte italiana, rivivificandola e dialogando con la sua grandezza, fondendo presente e passato, sacro e profano, tradizione e innovazione".
“In linea con il nostro impegno per la promozione culturale del territorio campano, abbiamo accettato con entusiasmo la sfida, lanciataci dalla Direzione della Reggia di Caserta, di proporre un progetto espositivo sul
concetto di Natività in chiave contemporanea, traendo spunto dal presepe settecentesco custodito nell’Appartamento Reale della Reggia. Progetto immediatamente sostanziato dalle visioni di tre artisti da noi invitati, Calà, Marsiglia e Simeoni, che hanno interpretato il tema con linguaggi assolutamente diversi tra loro, ma con una comune energia propulsiva sull’idea di Rinascita.” – nelle parole delle galleriste Annamaria De Fanis e Rosa Francesca Masturzo.
Il progetto espositivo
Il progetto nasce con lo scopo di creare un dialogo profondo tra una delle opere architettoniche più importanti in Italia, la Reggia di Caserta, la residenza reale più grande al mondo, con l'arte contemporanea, che si fa carico dell’idea di una Natività laica, portatrice di nuove energie e nuove prospettive in un luogo dal valore immortale. Una nascita e ri-nascita in senso culturale, affinché si riporti l'attenzione sulla necessità di tutelare i Beni Culturali italiani, spesso abbandonati all'incuria, attraverso le nuove generazioni di artisti, in un legame indissolubile e valorizzante. L'esposizione, organizzata non a caso in concomitanza con le festività natalizie, si affianca alla riqualificazione del Presepe Borbonico conservato nell’Appartamento vecchio della Reggia, attraverso un nuovo progetto illuminotecnico.
Nella Sala delle Battaglie di Spolverini dialogano tre grandi installazioni site-specific. Le sculture di Vincenzo Marsiglia, con la loro imponente struttura esagonale in legno, sono “forme di interazione” che contengono nel loro interno un mondo artificiale e tecnologico: captato il volto del fruitore, un software nascosto all’interno legge le emozioni umane e genera suoni e forme diverse, mutevoli e immateriali, rispettando esternamente il cambiamento interiore dell’uomo. L'opera di Anita Calà è formata da un grande ovale in resina trasparente, opaca all'interno e lucida all’esterno, che contiene al suo interno una sfera più piccola rossa; al di fuori si trova un’altra sfera rossa, identica a quella contenuta all’interno, in un rispecchiamento del dentro con il fuori. Il progetto di Lapo Simeoni è costituito invece da una struttura a forma di anello che attraverso la sua forma e il suo contenuto evoca la trasposizione concreta del virtuale tradotto in reale, rendendo tangibile e materico quel portale (Internet) che rappresenta oggi lo scollegamento tra uomo e macchina.
Al tema della Ri-Nascita si rapporta il fil rouge dei simboli del cerchio e della luce, così come quello dell’infinito, sintetizzando il gesto creativo dell’artista che nelle sue mani fa risorgere e rinascere ciò che prima non aveva significato. Queste tre opere dialogano tra loro secondo il principio, formulato da Michelangelo Pistoletto, della Trinamica, cioè la dinamica del numero tre. Il simbolo-formula del triplo offre l'energia necessaria alla trasformazione della società a partire dall'arte, in quanto essa è fondamentalmente incentrata nella creazione e può portare la creazione nella società non solo come prodotto da fruire, ma come attività a cui partecipare.
di tre artisti contemporanei italiani
Con il patrocinio del Rebirth Day 2016, gli artisti Vincenzo Marsiglia, Anita Calà e Lapo Simeoni riflettono sul concetto di rinascita legato alla Natività, in un progetto di Intragallery e Uncommon
La Natività, il numero tre legato alla Trinità, ma anche un concetto laico di rinascita e rinnovamento: sono questi gli elementi del progetto espositivo The Rebirth Triad, ideato, promosso e realizzato dall’Agenzia di comunicazione Uncommon e dalla Galleria Intragallery con la curatela di Chiara Canali.
Tre installazioni site-specific elaborate da Vincenzo Marsiglia, Anita Calà e Lapo Simeoni per la Sala delle Battaglie di Spolverini della Reggia di Caserta, che saranno visibili dal 7 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017, con il patrocinio del Rebirth Day 2016 ideato da Michelangelo Pistoletto in collaborazione con Cittadellarte - Fondazione Pistoletto.
"Abbiamo voluto questo progetto intensamente, poiché risponde al concetto alla base del nostro lavoro come agenzia: l'arte come mezzo di rinnovamento attivo sulla società, in grado di modificare prospettive, percezioni e abitudini - ha affermato Claudio Ragni, CEO di Uncommon. Questo progetto e gli artisti coinvolti hanno acceso un riflettore su un patrimonio dell'arte italiana, rivivificandola e dialogando con la sua grandezza, fondendo presente e passato, sacro e profano, tradizione e innovazione".
“In linea con il nostro impegno per la promozione culturale del territorio campano, abbiamo accettato con entusiasmo la sfida, lanciataci dalla Direzione della Reggia di Caserta, di proporre un progetto espositivo sul
concetto di Natività in chiave contemporanea, traendo spunto dal presepe settecentesco custodito nell’Appartamento Reale della Reggia. Progetto immediatamente sostanziato dalle visioni di tre artisti da noi invitati, Calà, Marsiglia e Simeoni, che hanno interpretato il tema con linguaggi assolutamente diversi tra loro, ma con una comune energia propulsiva sull’idea di Rinascita.” – nelle parole delle galleriste Annamaria De Fanis e Rosa Francesca Masturzo.
Il progetto espositivo
Il progetto nasce con lo scopo di creare un dialogo profondo tra una delle opere architettoniche più importanti in Italia, la Reggia di Caserta, la residenza reale più grande al mondo, con l'arte contemporanea, che si fa carico dell’idea di una Natività laica, portatrice di nuove energie e nuove prospettive in un luogo dal valore immortale. Una nascita e ri-nascita in senso culturale, affinché si riporti l'attenzione sulla necessità di tutelare i Beni Culturali italiani, spesso abbandonati all'incuria, attraverso le nuove generazioni di artisti, in un legame indissolubile e valorizzante. L'esposizione, organizzata non a caso in concomitanza con le festività natalizie, si affianca alla riqualificazione del Presepe Borbonico conservato nell’Appartamento vecchio della Reggia, attraverso un nuovo progetto illuminotecnico.
Nella Sala delle Battaglie di Spolverini dialogano tre grandi installazioni site-specific. Le sculture di Vincenzo Marsiglia, con la loro imponente struttura esagonale in legno, sono “forme di interazione” che contengono nel loro interno un mondo artificiale e tecnologico: captato il volto del fruitore, un software nascosto all’interno legge le emozioni umane e genera suoni e forme diverse, mutevoli e immateriali, rispettando esternamente il cambiamento interiore dell’uomo. L'opera di Anita Calà è formata da un grande ovale in resina trasparente, opaca all'interno e lucida all’esterno, che contiene al suo interno una sfera più piccola rossa; al di fuori si trova un’altra sfera rossa, identica a quella contenuta all’interno, in un rispecchiamento del dentro con il fuori. Il progetto di Lapo Simeoni è costituito invece da una struttura a forma di anello che attraverso la sua forma e il suo contenuto evoca la trasposizione concreta del virtuale tradotto in reale, rendendo tangibile e materico quel portale (Internet) che rappresenta oggi lo scollegamento tra uomo e macchina.
Al tema della Ri-Nascita si rapporta il fil rouge dei simboli del cerchio e della luce, così come quello dell’infinito, sintetizzando il gesto creativo dell’artista che nelle sue mani fa risorgere e rinascere ciò che prima non aveva significato. Queste tre opere dialogano tra loro secondo il principio, formulato da Michelangelo Pistoletto, della Trinamica, cioè la dinamica del numero tre. Il simbolo-formula del triplo offre l'energia necessaria alla trasformazione della società a partire dall'arte, in quanto essa è fondamentalmente incentrata nella creazione e può portare la creazione nella società non solo come prodotto da fruire, ma come attività a cui partecipare.
Davide Maria Coltro. Pax Naturae
21/05/2022 - 24/07/2022
Napoli (NA) - Campania
Inserito da CSArt Serri
Dopo il successo della mostra milanese allo Studio Museo Francesco Messina e la prima personale in Svizzera, Davide Maria Coltro torna a Verona, sua città natale, con una rassegna monografica negli spazi di Kromya Art Gallery (via Oberdan, 11c). Curata da Alberto Fiz, l’esposizione Pax Naturae sarà inaugurata sabato 21 maggio alle ore 18.00.
Il tema scelto dall’artista appare particolarmente attuale nella fase di profonda incertezza che stiamo vivendo. Con Pax Naturae, il Quadro Mediale inventato da Coltro nel 2001 si fa, infatti, interprete della natura come elemento teso verso una progressiva pacificazione.
Paesaggi, cieli, arborescenze assumono in questa prospettiva un nuovo significato dove l’intervento digitale coglie l’aspetto totalizzante di una natura in perenne trasformazione: «Il Quadro Mediale per sua stessa definizione è sempre cangiante, predisposto ad assorbire il flusso continuo delle immagini e proprio per questa ragione diventa lo strumento ideale per mettersi in relazione con l’infinito naturale», afferma Alberto Fiz.
La mostra propone oltre 30 opere e un ciclo inedito dove l’artista analizza la trasformazione di elementi floreali visti dall’alto attraverso un procedimento lenticolare nel quale fotografia, pittura e tecnologia trovano una rinnovata sintesi: «Ogni volta che il visitatore entra in mostra si trova di fronte ad un lavoro differente, in progress, con continue alterazioni che superano la comunicazione istantanea per andare incontro al tempo della coscienza», spiega Coltro.
Il Quadro Mediale modifica la fruizione dell’opera d’arte in quanto consente di produrre un continuum estetico e iconico in perenne cambiamento. Non più, dunque, un dispositivo fisso come nel caso del video, ma un’opera che in base agli input dell’artista sviluppa un processo che non può essere determinato aprioristicamente.
In questa occasione l’opera di Coltro indaga il tema della nascita e della germinazione, come appare evidente nel ciclo delle arborescenze, dove «l’artista evidenzia quella crescita necessaria che si materializza davanti ai nostri occhi». Lo scrive Patrizia Nuzzo curatrice responsabile della GAM -Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona, lo spazio che in contemporanea con la mostra da Kromya Art Gallery presenta “Contemporaneo Non-Stop. Il respiro della natura”, dove sono esposti anche tre lavori di Coltro (l’artista è anche presente nella collezione permanente del museo) del medesimo ciclo.
La rassegna in galleria propone diversi piani di lettura e da ogni Quadro Mediale derivano le icone digitali prodotte in esemplare unico che sembrano fissare l’istante frantumando il flusso temporale: «Sono Filiazioni, ovvero opere generate dal Quadro Mediale ma di lettura indipendente, che divengono memoria del continuo divenire», afferma Coltro. «È la fase in cui lo sguardo si deposita sull’immagine e ne cattura i contenuti». Si tratta di un procedimento con il quale l’artista fissa la reminiscenza dell’immagine che all’interno del Quadro Mediale viene continuamente riformulata.
In occasione della mostra viene pubblicata un’ampia monografia di Coltro con la sua produzione degli ultimi vent’anni. Il volume, edito da Vanillaedizioni, è curato da Alberto Fiz e contiene testi di Aida Accolla, Chiara Canali, Luigi Codemo, Joseph di Pasquale, Marcello Francolini, Maria Fratelli e Patrizia Nuzzo, oltre a un’intervista all’artista di Gabriele Perretta.
Dal 13 al 15 maggio una bi-personale di Davide Maria Coltro e Giovanni Frangi viene presentata a Arte Fiera di Bologna, sempre negli spazi di Kromya Art Gallery.
L’esposizione Pax Naturae sarà visitabile fino al 24 luglio 2022, da martedì a sabato con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.30, chiuso lunedì, domenica e 2 giugno. Ingresso gratuito. Per informazioni: T. +39 045 9788842, riccardo@kromyartgallery.com, info@kromyartgallery.com, www.kromyartgallery.com, www.instagram.com/kromya_art_gallery, www.facebook.com/Kromyartgallery.
Il tema scelto dall’artista appare particolarmente attuale nella fase di profonda incertezza che stiamo vivendo. Con Pax Naturae, il Quadro Mediale inventato da Coltro nel 2001 si fa, infatti, interprete della natura come elemento teso verso una progressiva pacificazione.
Paesaggi, cieli, arborescenze assumono in questa prospettiva un nuovo significato dove l’intervento digitale coglie l’aspetto totalizzante di una natura in perenne trasformazione: «Il Quadro Mediale per sua stessa definizione è sempre cangiante, predisposto ad assorbire il flusso continuo delle immagini e proprio per questa ragione diventa lo strumento ideale per mettersi in relazione con l’infinito naturale», afferma Alberto Fiz.
La mostra propone oltre 30 opere e un ciclo inedito dove l’artista analizza la trasformazione di elementi floreali visti dall’alto attraverso un procedimento lenticolare nel quale fotografia, pittura e tecnologia trovano una rinnovata sintesi: «Ogni volta che il visitatore entra in mostra si trova di fronte ad un lavoro differente, in progress, con continue alterazioni che superano la comunicazione istantanea per andare incontro al tempo della coscienza», spiega Coltro.
Il Quadro Mediale modifica la fruizione dell’opera d’arte in quanto consente di produrre un continuum estetico e iconico in perenne cambiamento. Non più, dunque, un dispositivo fisso come nel caso del video, ma un’opera che in base agli input dell’artista sviluppa un processo che non può essere determinato aprioristicamente.
In questa occasione l’opera di Coltro indaga il tema della nascita e della germinazione, come appare evidente nel ciclo delle arborescenze, dove «l’artista evidenzia quella crescita necessaria che si materializza davanti ai nostri occhi». Lo scrive Patrizia Nuzzo curatrice responsabile della GAM -Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona, lo spazio che in contemporanea con la mostra da Kromya Art Gallery presenta “Contemporaneo Non-Stop. Il respiro della natura”, dove sono esposti anche tre lavori di Coltro (l’artista è anche presente nella collezione permanente del museo) del medesimo ciclo.
La rassegna in galleria propone diversi piani di lettura e da ogni Quadro Mediale derivano le icone digitali prodotte in esemplare unico che sembrano fissare l’istante frantumando il flusso temporale: «Sono Filiazioni, ovvero opere generate dal Quadro Mediale ma di lettura indipendente, che divengono memoria del continuo divenire», afferma Coltro. «È la fase in cui lo sguardo si deposita sull’immagine e ne cattura i contenuti». Si tratta di un procedimento con il quale l’artista fissa la reminiscenza dell’immagine che all’interno del Quadro Mediale viene continuamente riformulata.
In occasione della mostra viene pubblicata un’ampia monografia di Coltro con la sua produzione degli ultimi vent’anni. Il volume, edito da Vanillaedizioni, è curato da Alberto Fiz e contiene testi di Aida Accolla, Chiara Canali, Luigi Codemo, Joseph di Pasquale, Marcello Francolini, Maria Fratelli e Patrizia Nuzzo, oltre a un’intervista all’artista di Gabriele Perretta.
Dal 13 al 15 maggio una bi-personale di Davide Maria Coltro e Giovanni Frangi viene presentata a Arte Fiera di Bologna, sempre negli spazi di Kromya Art Gallery.
L’esposizione Pax Naturae sarà visitabile fino al 24 luglio 2022, da martedì a sabato con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.30, chiuso lunedì, domenica e 2 giugno. Ingresso gratuito. Per informazioni: T. +39 045 9788842, riccardo@kromyartgallery.com, info@kromyartgallery.com, www.kromyartgallery.com, www.instagram.com/kromya_art_gallery, www.facebook.com/Kromyartgallery.