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Evento: Elisa Bertaglia, Out of the blue
15/12/2016 - 29/01/2017
Dettagli
Data di inserimento: | 02/12/2016 - 16:30 |
Luogo: | Milano (MI) - Lombardia |
Data di inizio: | 15/12/2016 |
Data di fine | 29/01/2017 |
Descrizione
L’immaginario onirico e fiabesco di Elisa Bertaglia in mostra, dal 15 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017, presso Officine dell’Immagine di Milano (Via Atto Vannucci, 13). Curata da Matteo Galbiati, l’esposizione sarà inaugurata giovedì 15 dicembre alle ore 19.00.
Vincitrice del Premio Speciale Officine dell’Immagine ad Arteam Cup 2015, l’artista presenta in galleria una trentina di opere inedite, realizzate nel 2016 in America, durante la residenza d’artista promossa dalla ESKFF (Eileen S. Kaminsky Family Foundation) presso il MANA Contemporary di Jersey City.
Il titolo della mostra – “Out of the blue” – è tratto dall’omonima serie, esposta per la prima volta al pubblico. Un’espressione, parafrasabile in “Un fulmine a ciel sereno”, che Elisa Bertaglia ha rintracciato in un libro di Patricia Highsmith, letto durante il soggiorno americano. Da un lato il rimando alla letteratura, che da sempre accompagna il percorso dell’artista, dall’altro il colore blu, predominante nella sua nuova produzione.
Il progetto si articolerà in due sezioni: a piano terra, una selezione di opere pittoriche di medie e grandi dimensioni; al piano sottostante, lavori di piccolo formato progressivamente sostituiti da una pittura parietale site-specific che trasformerà il sotterraneo in un larario, luogo sacro, intimo e raccolto, dedicato alle divinità familiari. In questo contesto, saranno installate anche due opere tridimensionali, legate al vissuto dell’artista.
Un linguaggio lirico, evanescente ed altamente simbolico, quello di Elisa Bertaglia, che attraverso un vocabolario mitologico maturato negli anni propone una riflessione sul tema del doppio e della metamorfosi, alla ricerca di un’identità personale e collettiva.
Protagonisti delle sue opere, tutte realizzate a tecnica mista e collage su carta, tavola e faesite, sono bambine in età preadolescenziale ed animali, immersi in un paesaggio straniante, dove le regole prospettiche e compositive lasciano campo all’immaginazione.
«I personaggi di queste narrazioni – spiega Elisa Bertaglia – stanno tra loro in relazioni atipiche, inconsuete, portatrici di molteplici valenze simboliche: piccole bimbe-tuffatrici, attorcigliate da serpi, irte su rocce o avviluppate da edere e piante carnivore, alludono al difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta. Qui tutto è in metamorfosi; l’identità, e non solo il corpo, è in trasformazione e rinascita. Cani e lupi, corvi e aironi sono i garanti di quello stesso passaggio di crescita, protettori di un sottile squarcio di intimità».
Come sottolinea Matteo Galbiati, le opere della serie “Out of the blue” si differenziano dalla precedente produzione sia per la scelta cromatica che per l’impaginato: se i colori sono più intensi e nitidi, meno legati alla tradizione pittorica italiana, la composizione è più libera, svincolata da elementi paesaggistici, mentre il segno viene utilizzato in maniera pittorica, in dialogo con le campiture e gli inserti a colla875ge.
Apparentemente semplice e piacevole allo sguardo, la pittura di Elisa Bertaglia nasconde significati profondi e particolari spiazzanti: elementi duri, a tratti violenti, che spingono la narrazione oltre il piano dell’immaginazione, riportandola alla società contemporanea.
La personale sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 15.00-19.00, sabato 11.00-19.00, altri orari, lunedì e festivi su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo Vanilla Edizioni con testo di Matteo Galbiati. I visitatori potranno incontrare l’artista e seguire la realizzazione della pittura parietale site-specific il mercoledì ore 17.00-19.00 e il sabato ore 15.00-19.00. Per informazioni: tel. +39 02 91638, info@officinedellimmagine.it, www.officinedellimmagine.it.
Elisa Bertaglia nasce a Rovigo nel 1983. Si iscrive nel 2002 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, presso l’Atelier di Pittura del professor Carlo Di Raco, conseguendo la Laurea di I livello nel 2006 e la Laurea di II livello in Pittura nel 2009. Dal 2008 inizia una ricca attività espositiva, instaurando diverse collaborazioni con critici, curatori e giornalisti. Tra le mostre principali: “Lo stato dell’arte” (54. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Padiglione Accademie, Tese di San Cristoforo - Arsenale, Venezia, 2011), “Dolomiti contemporanee” (Sospirolo, 2011; Taibon Agordino, 2012; Casso, 2013; Borca di Cadore, 2014), “Elisa Bertaglia” (MZ Gallery, Augsburg, 2014), “Bindwood” (Banca Sistema, Milano, 2015), “Arteam Cup” (Officina delle Zattere, Venezia, 2015; Palazzo del Monferrato, Alessandria, 2016). Nell’ambito di Arteam Cup 2016 si è aggiudicata il Premio Speciale Residenza Officine Saffi Milano. Vive e lavora a Rovigo.
Vincitrice del Premio Speciale Officine dell’Immagine ad Arteam Cup 2015, l’artista presenta in galleria una trentina di opere inedite, realizzate nel 2016 in America, durante la residenza d’artista promossa dalla ESKFF (Eileen S. Kaminsky Family Foundation) presso il MANA Contemporary di Jersey City.
Il titolo della mostra – “Out of the blue” – è tratto dall’omonima serie, esposta per la prima volta al pubblico. Un’espressione, parafrasabile in “Un fulmine a ciel sereno”, che Elisa Bertaglia ha rintracciato in un libro di Patricia Highsmith, letto durante il soggiorno americano. Da un lato il rimando alla letteratura, che da sempre accompagna il percorso dell’artista, dall’altro il colore blu, predominante nella sua nuova produzione.
Il progetto si articolerà in due sezioni: a piano terra, una selezione di opere pittoriche di medie e grandi dimensioni; al piano sottostante, lavori di piccolo formato progressivamente sostituiti da una pittura parietale site-specific che trasformerà il sotterraneo in un larario, luogo sacro, intimo e raccolto, dedicato alle divinità familiari. In questo contesto, saranno installate anche due opere tridimensionali, legate al vissuto dell’artista.
Un linguaggio lirico, evanescente ed altamente simbolico, quello di Elisa Bertaglia, che attraverso un vocabolario mitologico maturato negli anni propone una riflessione sul tema del doppio e della metamorfosi, alla ricerca di un’identità personale e collettiva.
Protagonisti delle sue opere, tutte realizzate a tecnica mista e collage su carta, tavola e faesite, sono bambine in età preadolescenziale ed animali, immersi in un paesaggio straniante, dove le regole prospettiche e compositive lasciano campo all’immaginazione.
«I personaggi di queste narrazioni – spiega Elisa Bertaglia – stanno tra loro in relazioni atipiche, inconsuete, portatrici di molteplici valenze simboliche: piccole bimbe-tuffatrici, attorcigliate da serpi, irte su rocce o avviluppate da edere e piante carnivore, alludono al difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta. Qui tutto è in metamorfosi; l’identità, e non solo il corpo, è in trasformazione e rinascita. Cani e lupi, corvi e aironi sono i garanti di quello stesso passaggio di crescita, protettori di un sottile squarcio di intimità».
Come sottolinea Matteo Galbiati, le opere della serie “Out of the blue” si differenziano dalla precedente produzione sia per la scelta cromatica che per l’impaginato: se i colori sono più intensi e nitidi, meno legati alla tradizione pittorica italiana, la composizione è più libera, svincolata da elementi paesaggistici, mentre il segno viene utilizzato in maniera pittorica, in dialogo con le campiture e gli inserti a colla875ge.
Apparentemente semplice e piacevole allo sguardo, la pittura di Elisa Bertaglia nasconde significati profondi e particolari spiazzanti: elementi duri, a tratti violenti, che spingono la narrazione oltre il piano dell’immaginazione, riportandola alla società contemporanea.
La personale sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 15.00-19.00, sabato 11.00-19.00, altri orari, lunedì e festivi su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo Vanilla Edizioni con testo di Matteo Galbiati. I visitatori potranno incontrare l’artista e seguire la realizzazione della pittura parietale site-specific il mercoledì ore 17.00-19.00 e il sabato ore 15.00-19.00. Per informazioni: tel. +39 02 91638, info@officinedellimmagine.it, www.officinedellimmagine.it.
Elisa Bertaglia nasce a Rovigo nel 1983. Si iscrive nel 2002 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, presso l’Atelier di Pittura del professor Carlo Di Raco, conseguendo la Laurea di I livello nel 2006 e la Laurea di II livello in Pittura nel 2009. Dal 2008 inizia una ricca attività espositiva, instaurando diverse collaborazioni con critici, curatori e giornalisti. Tra le mostre principali: “Lo stato dell’arte” (54. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Padiglione Accademie, Tese di San Cristoforo - Arsenale, Venezia, 2011), “Dolomiti contemporanee” (Sospirolo, 2011; Taibon Agordino, 2012; Casso, 2013; Borca di Cadore, 2014), “Elisa Bertaglia” (MZ Gallery, Augsburg, 2014), “Bindwood” (Banca Sistema, Milano, 2015), “Arteam Cup” (Officina delle Zattere, Venezia, 2015; Palazzo del Monferrato, Alessandria, 2016). Nell’ambito di Arteam Cup 2016 si è aggiudicata il Premio Speciale Residenza Officine Saffi Milano. Vive e lavora a Rovigo.
Altri eventi dell'inserzionista
Dialoghi visivi
05/12/2015 - 23/12/2015
Reggio Emilia
Inserito da CSArt Serri
Dal 5 al 31 dicembre 2015, presso la Saletta Galaverni di Reggio Emilia (Via Dell’Aquila, 6/c), si terrà la mostra collettiva “Dialoghi visivi” con opere scelte di Valerio Adami, Davide Benati, Gabriella Benedini, Enrico Della Torre, Iler Melioli ed Emilio Tadini.
Il titolo, in questo caso, non investe soltanto i contenuti espressivi nelle diverse declinazioni poetiche degli autori in esposizione, ma apre anche lo sguardo verso un preciso modo di fruirla.
Come spiega, infatti, il gallerista Libero Galaverni, «Esistono percorsi dialogici che in taluni casi accumunano le ricerche dei diversi artisti: il tema della natura, ad esempio, nel lavoro di Davide Benati ed Iler Melioli, l’iconismo “popolare” nei dipinti di Valerio Adami ed Emilio Tadini, il rapporto tra figura ed astrazione nelle opere di Enrico Della Torre e Gabriella Benedini».
Accostamenti non casuali, itinerari di incontro e confronto tra autori diversi per esperienza e linguaggio, che offrono al fruitore l’opportunità di vedere “oltre” il dato apparente.
L’esposizione, che sarà aperta al pubblico sabato 5 dicembre alle ore 17.00, sarà visitabile fino al 23 dicembre 2015, tutti i giorni con orario 9.30-12.30 e 16.00-19.30, chiuso giovedì pomeriggio. Ingresso libero. Per informazioni: cell. 335 6388448, info@galaverni.com.
Il titolo, in questo caso, non investe soltanto i contenuti espressivi nelle diverse declinazioni poetiche degli autori in esposizione, ma apre anche lo sguardo verso un preciso modo di fruirla.
Come spiega, infatti, il gallerista Libero Galaverni, «Esistono percorsi dialogici che in taluni casi accumunano le ricerche dei diversi artisti: il tema della natura, ad esempio, nel lavoro di Davide Benati ed Iler Melioli, l’iconismo “popolare” nei dipinti di Valerio Adami ed Emilio Tadini, il rapporto tra figura ed astrazione nelle opere di Enrico Della Torre e Gabriella Benedini».
Accostamenti non casuali, itinerari di incontro e confronto tra autori diversi per esperienza e linguaggio, che offrono al fruitore l’opportunità di vedere “oltre” il dato apparente.
L’esposizione, che sarà aperta al pubblico sabato 5 dicembre alle ore 17.00, sarà visitabile fino al 23 dicembre 2015, tutti i giorni con orario 9.30-12.30 e 16.00-19.30, chiuso giovedì pomeriggio. Ingresso libero. Per informazioni: cell. 335 6388448, info@galaverni.com.
DIECIMARZO46
08/10/2016 - 06/11/2016
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Il Circolo degli Artisti e Kairos art & projects presentano, dall’8 ottobre al 6 novembre 2016, presso lo Spazio Art È di Reggio Emilia (Via Battaglione Toscano, 1b), “DieciMarzo46”, esposizione collettiva che, attraverso le opere di otto artiste provenienti da diverse città, ricorda il primo voto delle donne in Italia, nonostante le discriminazioni di genere che, settant’anni dopo, non sono state ancora del tutto eliminate.
In mostra, le ultime ricerche di Maddalena Barletta, Giorgia Beltrami, Simonetta Berruti, Valentina Biasetti, Myriam Cappelletti, Emanuela Cerutti, Cristina Iotti e Susy Manzo. Curata da Nicla Ferrari e patrocinata dal Comune di Reggio Emilia, l’esposizione sarà inaugurata sabato 8 ottobre, alle ore 18.00, con una presentazione di Giuseppe Berti.
«L’elemento che accomuna quasi tutte le autrici – scrive Nicla Ferrari – è la capacità di raccontarsi e di dare voce, attraverso il proprio corpo, le proprie memorie ed una tecnica consolidata negli anni, a valori universali».
Pittura, segno grafico, scultura, fotografia, installazione, in qualche caso sperimentazioni riconducibili alla tessitura e al cucito, al riciclo, o ancora ad operazioni di grande perizia e pazienza come il papercutting.
Opere di grandi dimensioni, come le lenzuola di Valentina Biasetti, alternate a lavori di piccolissimo formato, come le carte di Susy Manzo, particolarmente attenta alla tutela dell’infanzia e della donna. Poesia visiva e stratificazioni per Myriam Cappelletti, sculture in grès smaltato per Simonetta Berruti, fotografie rielaborate per Maddalena Barletta, che in alcuni casi apre anche all’installazione. Dagli autoritratti e dalle “allucinazioni visive” di Emanuela Cerutti alle matite colorate di Cristina Iotti, che descrivono ciò che di straordinario c’è nell’ordinario, sino alle riflessioni sull’identità e sul territorio di Giorgia Beltrami, i cui dipinti nascono da archivi fotografici di famiglia.
Nel corso della mostra si terranno due eventi collaterali: sabato 15 ottobre, in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, “Art È – Atelier”, ovvero una dimostrazione aperta al pubblico, con orario 17.00-19.00, sulle tecniche e i percorsi creativi che conducono dall’idea all’opera; sabato 22 ottobre, alle ore 18.00, conversazione con la fotografa Antonella Monzoni che presenterà il suo libro “Madame” (Polyorama Edizioni, 2012), la cui protagonista è Henriette Niépce, nipote di uno dei padri della fotografia e prima moglie del regista Gillo Pontecorvo.
L’esposizione è visitabile tutti i giorni con orario con orario 9.00-19.00, chiuso il mercoledì. Ingresso libero. Per informazioni: 346 9428813, spazioart_e@libero.it.
In mostra, le ultime ricerche di Maddalena Barletta, Giorgia Beltrami, Simonetta Berruti, Valentina Biasetti, Myriam Cappelletti, Emanuela Cerutti, Cristina Iotti e Susy Manzo. Curata da Nicla Ferrari e patrocinata dal Comune di Reggio Emilia, l’esposizione sarà inaugurata sabato 8 ottobre, alle ore 18.00, con una presentazione di Giuseppe Berti.
«L’elemento che accomuna quasi tutte le autrici – scrive Nicla Ferrari – è la capacità di raccontarsi e di dare voce, attraverso il proprio corpo, le proprie memorie ed una tecnica consolidata negli anni, a valori universali».
Pittura, segno grafico, scultura, fotografia, installazione, in qualche caso sperimentazioni riconducibili alla tessitura e al cucito, al riciclo, o ancora ad operazioni di grande perizia e pazienza come il papercutting.
Opere di grandi dimensioni, come le lenzuola di Valentina Biasetti, alternate a lavori di piccolissimo formato, come le carte di Susy Manzo, particolarmente attenta alla tutela dell’infanzia e della donna. Poesia visiva e stratificazioni per Myriam Cappelletti, sculture in grès smaltato per Simonetta Berruti, fotografie rielaborate per Maddalena Barletta, che in alcuni casi apre anche all’installazione. Dagli autoritratti e dalle “allucinazioni visive” di Emanuela Cerutti alle matite colorate di Cristina Iotti, che descrivono ciò che di straordinario c’è nell’ordinario, sino alle riflessioni sull’identità e sul territorio di Giorgia Beltrami, i cui dipinti nascono da archivi fotografici di famiglia.
Nel corso della mostra si terranno due eventi collaterali: sabato 15 ottobre, in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, “Art È – Atelier”, ovvero una dimostrazione aperta al pubblico, con orario 17.00-19.00, sulle tecniche e i percorsi creativi che conducono dall’idea all’opera; sabato 22 ottobre, alle ore 18.00, conversazione con la fotografa Antonella Monzoni che presenterà il suo libro “Madame” (Polyorama Edizioni, 2012), la cui protagonista è Henriette Niépce, nipote di uno dei padri della fotografia e prima moglie del regista Gillo Pontecorvo.
L’esposizione è visitabile tutti i giorni con orario con orario 9.00-19.00, chiuso il mercoledì. Ingresso libero. Per informazioni: 346 9428813, spazioart_e@libero.it.
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Gisella Spinella - Sovrimpressioni
19/03/2015 - 04/04/2015
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da Desirée Maida
SPAZIO CANNATELLA
ha il piacere di presentare
SOVRIMPRESSIONI
Mostra personale di GISELLA SPINELLA
a cura di Alessandro Bazan e Desirée Maida
19 marzo – 4 aprile 2015
La mostra sarà inaugurata Giovedì 19 marzo alle ore 19:00
Lo Spazio Cannatella apre l’attività espositiva del 2015 ospitando SOVRIMPRESSIONI, la prima personale di Gisella Spinella (Castelvetrano 1975), che per l’occasione presenta una serie di tele di piccole, medie e grandi dimensioni, tutte realizzate nell’ultimo anno.
Il titolo della mostra, Sovrimpressioni, allude ai molteplici livelli di lettura che emergono dall’osservazione delle opere, nelle quali le dimensioni stilistica e tecnica si intersecano inscindibilmente. Le tele realizzate dalla pittrice sembrano costruite attraverso tocchi di colore che si avvicendano e sovrappongono, emanando lampi di luce che si propagano sulla tela sottoforma di chiarore diffuso e vivace. Gli scorci naturali dipinti dall’artista – lussureggianti e frondosi, dai verdi squillanti e i blu profondi – vengono arricchiti sovrapponendo sulla tela frammenti di carta velina, dando vita a scenari ibridi tra sogno e ricordo, serenità e inquietudine.
Gisella Spinella – SOVRIMPRESSIONI
A cura di Alessandro Bazan e Desirée Maida
Spazio Cannatella – Palermo, Via Papireto 10
Inaugurazione: Giovedì 19 marzo ore 19:00
Fino al 4 aprile 2015
Lunedì/Venerdì 10-12:30 su appuntamento
Lunedì/Venerdì 16:30-19:00
Sabato 10-12:30 su appuntamento
Tel. 333/4135995
ha il piacere di presentare
SOVRIMPRESSIONI
Mostra personale di GISELLA SPINELLA
a cura di Alessandro Bazan e Desirée Maida
19 marzo – 4 aprile 2015
La mostra sarà inaugurata Giovedì 19 marzo alle ore 19:00
Lo Spazio Cannatella apre l’attività espositiva del 2015 ospitando SOVRIMPRESSIONI, la prima personale di Gisella Spinella (Castelvetrano 1975), che per l’occasione presenta una serie di tele di piccole, medie e grandi dimensioni, tutte realizzate nell’ultimo anno.
Il titolo della mostra, Sovrimpressioni, allude ai molteplici livelli di lettura che emergono dall’osservazione delle opere, nelle quali le dimensioni stilistica e tecnica si intersecano inscindibilmente. Le tele realizzate dalla pittrice sembrano costruite attraverso tocchi di colore che si avvicendano e sovrappongono, emanando lampi di luce che si propagano sulla tela sottoforma di chiarore diffuso e vivace. Gli scorci naturali dipinti dall’artista – lussureggianti e frondosi, dai verdi squillanti e i blu profondi – vengono arricchiti sovrapponendo sulla tela frammenti di carta velina, dando vita a scenari ibridi tra sogno e ricordo, serenità e inquietudine.
Gisella Spinella – SOVRIMPRESSIONI
A cura di Alessandro Bazan e Desirée Maida
Spazio Cannatella – Palermo, Via Papireto 10
Inaugurazione: Giovedì 19 marzo ore 19:00
Fino al 4 aprile 2015
Lunedì/Venerdì 10-12:30 su appuntamento
Lunedì/Venerdì 16:30-19:00
Sabato 10-12:30 su appuntamento
Tel. 333/4135995
Claudio Gallo, “IL GIOCO DEGLI ELEMENTI – RAKU – TERRA, ACQUA, FUOCO, ARIA”
07/11/2015 - 21/11/2015
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
COMUNICATO STAMPA
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI CERAMICA RAKU DELL’ARTISTA CLAUDIO GALLO
“IL GIOCO DEGLI ELEMENTI – RAKU – TERRA, ACQUA, FUOCO, ARIA”
Sabato 7 novembre alle ore 17,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di opere in ceramica raku “Il gioco degli elementi – Raku – terra, acqua, fuoco, aria” dell’artista Claudio Gallo.
A cura di Maria Palladino.
L'antica tecnica ceramica del raku nasce in Giappone a metà del XVI sec., nel sobborgo di Kyoto, ad opera dell’artigiano di origine coreana Chojiro, inizialmente produttore di tegole in tale materiale. Questi manufatti pare colpissero l’interesse del monaco Sen no Riky?, maestro della cerimonia del tè, che egli codificò secondo la formula filosofica detta wabi-cha, e ispirata ad un ideale estetico ed esistenziale basato sul gusto per l’estrema semplicità e il rifiuto dell’ostentazione. Di qui la nascita del raku, in sostituzione della raffinata porcellana di stampo tradizionale per preferire oggetti di fattura apparentemente grezza e modesta, ma di grande valore spirituale. Lo sviluppo di questa nuova forma ceramica prenderà le mosse da quel ramo della filosofia zen denominato “wabi-sabi”: ovvero la bellezza delle cose umili, elementari, imperfette, transitorie, irregolari, che poco apparentemente colpiscono l’occhio ma di grandissimo valore intrinseco. La codificazione degli schemi della cerimonia in gesti precisi e ripetuti, una ben scandita rappresentazione di carattere religioso, sociale ed artistico troverà spazio ed istituzionalizzazione negli spettacoli del tradizionale teatro n?.
Negli anni 60 e 70 la tecnica verrà importata in Occidente, e declinata secondo nuove maniere e procedimenti operativi: dapprima in Inghilterra, grazie al libro “The Pottery Book” del ceramista Bernhard Leach, e successivamente in America, con Warren Gilberston e Paul Soldner che ne sperimentarono le possibilità tramite soggiorni in Giappone e l’arricchirono di metodi innovativi di cottura e di colorazione.
Claudio Gallo, ceramista contemporaneo, riprende e reinterpreta, rivivificandola, la tecnica originale, con apporti dati dalla sua inventiva, dall’estro creativo e dal desiderio di sperimentazione, da quell’impulso di fattore sotteso ad ogni azione che è proprio della personalità del vero artista. Potenza espressiva e gestualità spontanea intervengono a generare una sorta di “performance” intimistica, un dialogo silenzioso con la materia la cui componente ineffabile ed inesprimibile ne costituisce il fascino potente.
Il risultato sono opere scultoree, spesso di aspetto organico - per un ovvio richiamo alla materia di cui sono foggiate - ma anche di carattere informale: strutture che derivano solo in parte dallo sviluppo e dall’evoluzione di un’idea e che in realtà seguono un percorso proprio, una genesi singolare ed individuale costituendo l’estrinsecazione fattuale di un moto dell’anima impetuoso e sincero, dall’inizio alla fine, dall’urgenza del produrre alla sua inevitabile estinzione nell’oggetto compiuto.
La sua ispirazione dà vita a pezzi unici nell’ambito del design e dell’opera d’arte, rendendo evidente come il suo campo d’azione sottenda ad una vera e propria disciplina: fisica, ma anche spirituale e mentale, in cui l’elemento umano costituisce il cardine e il principio ultimo che tiene uniti e soffonde espressione ed unicità alle quattro componenti che vi compartecipano.
31.10.2015 Maria Palladino
Curriculum Claudio Gallo
Claudio Gallo nato nel 1958 vive e lavora a Camposampiero (Pd). Si definisce autodidatta anche se ha trascorso brevi periodi a contatto con esperti ceramisti nelle botteghe artigiane toscane e in alcuni laboratori di Nove di Bassano. Crea soprattutto per la gioia che ne ricava, ha presentato le sue opere in una collettiva a San Donà' di Piave e in Giappone a Fukuoka, al museo storico del bottone intitolato a "Sandro Partesotti" a Vigorovea (Pd).
Inizia la sua ricerca nell'ambito della ceramica alla fine degli anni 80 puntando su forme realizzate con tecniche miste e rifinite tramite diversi tipi di cottura, in particolare quella 'rapida' detta Raku.
La mostra resterà visitabile fino al 21 novembre in orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,30. Ingresso libero.
Per informazioni:
Claudio Gallo: icoppi58@gmail.com
Maria Palladino:
3341695479
audramsa@outlook.it
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI CERAMICA RAKU DELL’ARTISTA CLAUDIO GALLO
“IL GIOCO DEGLI ELEMENTI – RAKU – TERRA, ACQUA, FUOCO, ARIA”
Sabato 7 novembre alle ore 17,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di opere in ceramica raku “Il gioco degli elementi – Raku – terra, acqua, fuoco, aria” dell’artista Claudio Gallo.
A cura di Maria Palladino.
L'antica tecnica ceramica del raku nasce in Giappone a metà del XVI sec., nel sobborgo di Kyoto, ad opera dell’artigiano di origine coreana Chojiro, inizialmente produttore di tegole in tale materiale. Questi manufatti pare colpissero l’interesse del monaco Sen no Riky?, maestro della cerimonia del tè, che egli codificò secondo la formula filosofica detta wabi-cha, e ispirata ad un ideale estetico ed esistenziale basato sul gusto per l’estrema semplicità e il rifiuto dell’ostentazione. Di qui la nascita del raku, in sostituzione della raffinata porcellana di stampo tradizionale per preferire oggetti di fattura apparentemente grezza e modesta, ma di grande valore spirituale. Lo sviluppo di questa nuova forma ceramica prenderà le mosse da quel ramo della filosofia zen denominato “wabi-sabi”: ovvero la bellezza delle cose umili, elementari, imperfette, transitorie, irregolari, che poco apparentemente colpiscono l’occhio ma di grandissimo valore intrinseco. La codificazione degli schemi della cerimonia in gesti precisi e ripetuti, una ben scandita rappresentazione di carattere religioso, sociale ed artistico troverà spazio ed istituzionalizzazione negli spettacoli del tradizionale teatro n?.
Negli anni 60 e 70 la tecnica verrà importata in Occidente, e declinata secondo nuove maniere e procedimenti operativi: dapprima in Inghilterra, grazie al libro “The Pottery Book” del ceramista Bernhard Leach, e successivamente in America, con Warren Gilberston e Paul Soldner che ne sperimentarono le possibilità tramite soggiorni in Giappone e l’arricchirono di metodi innovativi di cottura e di colorazione.
Claudio Gallo, ceramista contemporaneo, riprende e reinterpreta, rivivificandola, la tecnica originale, con apporti dati dalla sua inventiva, dall’estro creativo e dal desiderio di sperimentazione, da quell’impulso di fattore sotteso ad ogni azione che è proprio della personalità del vero artista. Potenza espressiva e gestualità spontanea intervengono a generare una sorta di “performance” intimistica, un dialogo silenzioso con la materia la cui componente ineffabile ed inesprimibile ne costituisce il fascino potente.
Il risultato sono opere scultoree, spesso di aspetto organico - per un ovvio richiamo alla materia di cui sono foggiate - ma anche di carattere informale: strutture che derivano solo in parte dallo sviluppo e dall’evoluzione di un’idea e che in realtà seguono un percorso proprio, una genesi singolare ed individuale costituendo l’estrinsecazione fattuale di un moto dell’anima impetuoso e sincero, dall’inizio alla fine, dall’urgenza del produrre alla sua inevitabile estinzione nell’oggetto compiuto.
La sua ispirazione dà vita a pezzi unici nell’ambito del design e dell’opera d’arte, rendendo evidente come il suo campo d’azione sottenda ad una vera e propria disciplina: fisica, ma anche spirituale e mentale, in cui l’elemento umano costituisce il cardine e il principio ultimo che tiene uniti e soffonde espressione ed unicità alle quattro componenti che vi compartecipano.
31.10.2015 Maria Palladino
Curriculum Claudio Gallo
Claudio Gallo nato nel 1958 vive e lavora a Camposampiero (Pd). Si definisce autodidatta anche se ha trascorso brevi periodi a contatto con esperti ceramisti nelle botteghe artigiane toscane e in alcuni laboratori di Nove di Bassano. Crea soprattutto per la gioia che ne ricava, ha presentato le sue opere in una collettiva a San Donà' di Piave e in Giappone a Fukuoka, al museo storico del bottone intitolato a "Sandro Partesotti" a Vigorovea (Pd).
Inizia la sua ricerca nell'ambito della ceramica alla fine degli anni 80 puntando su forme realizzate con tecniche miste e rifinite tramite diversi tipi di cottura, in particolare quella 'rapida' detta Raku.
La mostra resterà visitabile fino al 21 novembre in orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,30. Ingresso libero.
Per informazioni:
Claudio Gallo: icoppi58@gmail.com
Maria Palladino:
3341695479
audramsa@outlook.it