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Evento: sosta
01/08/2016 - 28/08/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 01/08/2016 - 12:17 |
Luogo: | Palermo (PA) - Sicilia |
Data di inizio: | 01/08/2016 |
Data di fine | 28/08/2016 |
Descrizione
E’ stata inaugurata sabato 16 luglio 2016 alla RizzutoGallery (Palermo, via Monte Cuccio 30) «sosta», mostra collettiva che scaturisce dall’incontro e la conversazione a più riprese avvenuta tra Giovanni Rizzuto e Antonio Catelani a Palermo nel settembre 2015, circa le impressioni sul luogo maturate da quest’ultimo durante alcune settimane di soggiorno in Sicilia. La RizzutoGallery vuole oggi raccogliere queste sensazioni sotto forma di immagini per una esposizione che sappia cristallizzare ciò che il discorrere ha soltanto evocato.
La mostra coinvolge dieci artisti - Øystein Aasan, Giuseppe Adamo, Antonio Catelani, Francesco De Grandi, Daniela De Lorenzo, Claudio Gobbi, Gianfranco Maranto, Toni Romanelli, Rainer Splitt, Francesco Surdi - ed è composta di opere prevalentemente pittoriche e fotografiche, ma non solo.
Resterà visitabile fino al 28 agosto.
Ciò che c’è di sedimentato negli occhi di chi vive un territorio si rinnova attraverso lo sguardo e il vaglio di chi viaggia, di chi vi giunge con un percorso differente e ha diversa inclinazione nel guardare. Se poi si è in un'isola, che possiede una propria geografia assoluta poiché circondata dal mare, si è in una condizione particolare di risonanza e magnetismo che attrae pensieri e forma immagini.
La mostra si genera pertanto spontaneamente, attraverso associazioni mnemoniche e visive, grazie ad un discorrere pacato; una cosa rinvia ad un'altra cosa e un nome ne evoca altri: suggestioni generate dal luogo, dagli incontri avvenuti e da quelli attesi e inevasi.
«sosta» è come una pausa di interpunzione nel continuum della scrittura, è altresì un luogo di ristoro, ombroso come un giardino, dove il fare si riduce ad un minimo sufficiente e vantaggioso; al moto si sostituisce lo stare in luogo, il radicarsi in una profondità insondabile che si rivelerà in superficie nelle differenze, com'è per le piante che si distinguono per specie e varietà ma tutte facenti parte della stessa natura naturante.
Ai dieci artisti coinvolti nel progetto è stato chiesto di presentare opere legate alla natura e ai suoi ritmi, non mimesi della natura ma attinenza e intima somiglianza con essa per adesione e partecipazione alla stessa forza germinativa; quindi intermittenze, cromaticità che si susseguono e forme organiche che si alternano, in un germogliare spontaneo e ritmato di singoli lemmi, tutti assieme intonanti un discorso.
sosta
Øystein Aasan | Giuseppe Adamo | Antonio Catelani | Francesco De Grandi | Daniela De Lorenzo | Claudio Gobbi | Gianfranco Maranto | Toni Romanelli | Rainer Splitt | Francesco Surdi
18 luglio – 28 agosto 2016
Visitabile su appuntamento
RIZZUTOGALLERY
Via Monte Cuccio 30 - Palermo
+39 091.526843 - +39 347 1769901
www.rizzutogallery.com
http://www.facebook.com/RizzutoGallery
Per informazioni:
Eva Oliveri +39 348.3622577
evaoliveri@rizzutoarte.com
Tiziana Pantaleo +39 091 526843
tizianapantaleo@rizzutoarte.com
La mostra coinvolge dieci artisti - Øystein Aasan, Giuseppe Adamo, Antonio Catelani, Francesco De Grandi, Daniela De Lorenzo, Claudio Gobbi, Gianfranco Maranto, Toni Romanelli, Rainer Splitt, Francesco Surdi - ed è composta di opere prevalentemente pittoriche e fotografiche, ma non solo.
Resterà visitabile fino al 28 agosto.
Ciò che c’è di sedimentato negli occhi di chi vive un territorio si rinnova attraverso lo sguardo e il vaglio di chi viaggia, di chi vi giunge con un percorso differente e ha diversa inclinazione nel guardare. Se poi si è in un'isola, che possiede una propria geografia assoluta poiché circondata dal mare, si è in una condizione particolare di risonanza e magnetismo che attrae pensieri e forma immagini.
La mostra si genera pertanto spontaneamente, attraverso associazioni mnemoniche e visive, grazie ad un discorrere pacato; una cosa rinvia ad un'altra cosa e un nome ne evoca altri: suggestioni generate dal luogo, dagli incontri avvenuti e da quelli attesi e inevasi.
«sosta» è come una pausa di interpunzione nel continuum della scrittura, è altresì un luogo di ristoro, ombroso come un giardino, dove il fare si riduce ad un minimo sufficiente e vantaggioso; al moto si sostituisce lo stare in luogo, il radicarsi in una profondità insondabile che si rivelerà in superficie nelle differenze, com'è per le piante che si distinguono per specie e varietà ma tutte facenti parte della stessa natura naturante.
Ai dieci artisti coinvolti nel progetto è stato chiesto di presentare opere legate alla natura e ai suoi ritmi, non mimesi della natura ma attinenza e intima somiglianza con essa per adesione e partecipazione alla stessa forza germinativa; quindi intermittenze, cromaticità che si susseguono e forme organiche che si alternano, in un germogliare spontaneo e ritmato di singoli lemmi, tutti assieme intonanti un discorso.
sosta
Øystein Aasan | Giuseppe Adamo | Antonio Catelani | Francesco De Grandi | Daniela De Lorenzo | Claudio Gobbi | Gianfranco Maranto | Toni Romanelli | Rainer Splitt | Francesco Surdi
18 luglio – 28 agosto 2016
Visitabile su appuntamento
RIZZUTOGALLERY
Via Monte Cuccio 30 - Palermo
+39 091.526843 - +39 347 1769901
www.rizzutogallery.com
http://www.facebook.com/RizzutoGallery
Per informazioni:
Eva Oliveri +39 348.3622577
evaoliveri@rizzutoarte.com
Tiziana Pantaleo +39 091 526843
tizianapantaleo@rizzutoarte.com
Altri eventi dell'inserzionista
Le stanze d'Aragona - Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio (Capitolo 1)
12/03/2015 - 02/05/2015
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Prenderà il via il prossimo 12 Marzo a Palermo “Le stanze d’Aragona” un progetto artistico-culturale dedicato alla pittura contemporanea italiana, promosso da RizzutoGallery in collaborazione con il Comune di Palermo, la Regione Siciliana ed ERSU Palermo.
Una trilogia espositiva. Una ricognizione ragionata della scena pittorica italiana degli ultimi anni, filtrata dallo sguardo di due curatori. Una scelta inevitabilmente non esaustiva, ma che partendo da una prospettiva critica riunisca alcuni tra i più interessanti talenti italiani delle ultime generazioni, impegnati in una ricerca (principalmente, ma non esclusivamente) pittorica in cui l’astrazione è protagonista.
È questo il senso del progetto messo a punto da Andrea Bruciati ed Helga Marsala che prenderà vita tra marzo e novembre 2015 attraverso tre appuntamenti: le prime due mostre collettive saranno inaugurate alla RizzutoGallery rispettivamente il 12 Marzo 2015 e il 21 Maggio 2015, e coinvolgeranno otto artisti ciascuna; la terza grande mostra finale sarà inaugurata nel mese di Settembre 2015 in uno spazio espositivo istituzionale e coinvolgerà i primi sedici artisti più altri sedici, per un totale di 32 artisti ed oltre 50 opere d'arte in esposizione. In quest’ultima tappa saranno presenti anche alcune figure riconosciute a livello internazionale, che abbiano rappresentato dei riferimenti diretti o indiretti per le nuove generazioni: una maniera per tracciare delle linee di continuità e di divergenza, identificando processi più o meno sotterranei di germinazione intellettuale e visiva. La mostra finale sarà accompagnata da un ampio catalogo, in cui raccogliere – accanto alla documentazione dell’intero progetto - saggi critici, riflessioni e spunti teorici intorno alla pittura contemporanea.
In un momento in cui l’Italia recupera il linguaggio pittorico come pratica à la page (dopo decenni di isolamento e di mortificazione), “Le stanze d’Aragona” vuole essere un progetto mosso da un’urgenza storico-critica e da una necessità di analisi ad ampio raggio, tra riflessioni estetiche, culturali, di linguaggio e di sistema. La grande tradizione della pittura italiana, nell’ultimo scorcio di secolo non sufficientemente premiata dai contesti internazionali, resta una realtà intorno a cui recuperare consapevolezza e costruire dinamiche virtuose di pensiero, di indagine intellettuale, di veicolazione istituzionale e anche di mercato.
Tantissimi sono i pittori italiani, oggi, che portano avanti ricerche di qualità. Tantissimi sono gli stili, gli approcci, gli immaginari. “Le stanze d’Aragona” ha scelto alcune linee guida, identificando delle emergenze e dei tratti comuni intorno a cui tessere un discorso critico. Il vento nuovo e ciclico dell’astrazione è senz’altro protagonista, ma accanto ad alcune ricerche legate alla figurazione: una maniera per assottigliare la dicotomia netta tra questi due poli, concentrandosi su un pittura dalla natura fortemente concettuale ed intellettuale. In un dialogo nuovo e spesso audace con altri linguaggi affini, dalla scultura all’architettura, passando per l’installazione.
Scegliere Palermo e scegliere un titolo dal sapore quattrocentesco, che riporti alla celebre “stagione internazionale” della cultura siciliana, culminata nei regni di Ferdinando I e Alfonso d'Aragona, non è un caso. E probabilmente è anche una provocazione. Non Milano o Torino, non i circuiti più accreditati, non il centro del sistema italiano. “Le stanze d’Aragona” riparte da un luogo oggi considerato marginale, che un tempo fu fucina di avanguardie e talenti straordinari, per ribadire che il cuore delle cose, e la sostanza, e lo sguardo differente, appartengono non alle forme, non agli equilibri provvisori, non alle gerarchie e le tendenze accreditate. Anzi. Qualche volta è intorno alle luminose periferie – del mondo, ma soprattutto del pensiero – che i tanti centri possibili ruotano e si ridefiniscono.
La prima mostra - che sarà inaugurata il 12 marzo 2015 alla RizzutoGallery - ospita i lavori di Anna Gramaccia, Cristiano Menchini, Lorenzo Morri, Barbara Prenka, Massimo Stenta, Sulltane Tusha, Marco Useli, Serena Vestrucci.
“Al centro una riflessione sulla pelle come superficie: il suo limite è la cornice, il colore il suo cromosoma. Una pittura aniconica quale testimonianza della nostra contemporaneità. Ragionando su queste tre categorie si effettua una ricognizione fattuale tra otto giovanissimi artisti che si cimentano sul dispositivo pittorico. Un campo di alienazione forse, di certo un aggiornamento esperienziale dal celebre Dialogo di Ludovico Dolce (Venezia, 1565), dove si ragionava sulla qualità, diversità e proprietà dei colori e sul suo intenderli e rappresentarli come sostanza e non come sintomo epiteliale. Un atto, il loro, che si esplica su una porzione limitata di spazio ma che potenzialmente si espande fino al punto originario della sensorialità, per una diversa accezione di astrazione”.
Una trilogia espositiva. Una ricognizione ragionata della scena pittorica italiana degli ultimi anni, filtrata dallo sguardo di due curatori. Una scelta inevitabilmente non esaustiva, ma che partendo da una prospettiva critica riunisca alcuni tra i più interessanti talenti italiani delle ultime generazioni, impegnati in una ricerca (principalmente, ma non esclusivamente) pittorica in cui l’astrazione è protagonista.
È questo il senso del progetto messo a punto da Andrea Bruciati ed Helga Marsala che prenderà vita tra marzo e novembre 2015 attraverso tre appuntamenti: le prime due mostre collettive saranno inaugurate alla RizzutoGallery rispettivamente il 12 Marzo 2015 e il 21 Maggio 2015, e coinvolgeranno otto artisti ciascuna; la terza grande mostra finale sarà inaugurata nel mese di Settembre 2015 in uno spazio espositivo istituzionale e coinvolgerà i primi sedici artisti più altri sedici, per un totale di 32 artisti ed oltre 50 opere d'arte in esposizione. In quest’ultima tappa saranno presenti anche alcune figure riconosciute a livello internazionale, che abbiano rappresentato dei riferimenti diretti o indiretti per le nuove generazioni: una maniera per tracciare delle linee di continuità e di divergenza, identificando processi più o meno sotterranei di germinazione intellettuale e visiva. La mostra finale sarà accompagnata da un ampio catalogo, in cui raccogliere – accanto alla documentazione dell’intero progetto - saggi critici, riflessioni e spunti teorici intorno alla pittura contemporanea.
In un momento in cui l’Italia recupera il linguaggio pittorico come pratica à la page (dopo decenni di isolamento e di mortificazione), “Le stanze d’Aragona” vuole essere un progetto mosso da un’urgenza storico-critica e da una necessità di analisi ad ampio raggio, tra riflessioni estetiche, culturali, di linguaggio e di sistema. La grande tradizione della pittura italiana, nell’ultimo scorcio di secolo non sufficientemente premiata dai contesti internazionali, resta una realtà intorno a cui recuperare consapevolezza e costruire dinamiche virtuose di pensiero, di indagine intellettuale, di veicolazione istituzionale e anche di mercato.
Tantissimi sono i pittori italiani, oggi, che portano avanti ricerche di qualità. Tantissimi sono gli stili, gli approcci, gli immaginari. “Le stanze d’Aragona” ha scelto alcune linee guida, identificando delle emergenze e dei tratti comuni intorno a cui tessere un discorso critico. Il vento nuovo e ciclico dell’astrazione è senz’altro protagonista, ma accanto ad alcune ricerche legate alla figurazione: una maniera per assottigliare la dicotomia netta tra questi due poli, concentrandosi su un pittura dalla natura fortemente concettuale ed intellettuale. In un dialogo nuovo e spesso audace con altri linguaggi affini, dalla scultura all’architettura, passando per l’installazione.
Scegliere Palermo e scegliere un titolo dal sapore quattrocentesco, che riporti alla celebre “stagione internazionale” della cultura siciliana, culminata nei regni di Ferdinando I e Alfonso d'Aragona, non è un caso. E probabilmente è anche una provocazione. Non Milano o Torino, non i circuiti più accreditati, non il centro del sistema italiano. “Le stanze d’Aragona” riparte da un luogo oggi considerato marginale, che un tempo fu fucina di avanguardie e talenti straordinari, per ribadire che il cuore delle cose, e la sostanza, e lo sguardo differente, appartengono non alle forme, non agli equilibri provvisori, non alle gerarchie e le tendenze accreditate. Anzi. Qualche volta è intorno alle luminose periferie – del mondo, ma soprattutto del pensiero – che i tanti centri possibili ruotano e si ridefiniscono.
La prima mostra - che sarà inaugurata il 12 marzo 2015 alla RizzutoGallery - ospita i lavori di Anna Gramaccia, Cristiano Menchini, Lorenzo Morri, Barbara Prenka, Massimo Stenta, Sulltane Tusha, Marco Useli, Serena Vestrucci.
“Al centro una riflessione sulla pelle come superficie: il suo limite è la cornice, il colore il suo cromosoma. Una pittura aniconica quale testimonianza della nostra contemporaneità. Ragionando su queste tre categorie si effettua una ricognizione fattuale tra otto giovanissimi artisti che si cimentano sul dispositivo pittorico. Un campo di alienazione forse, di certo un aggiornamento esperienziale dal celebre Dialogo di Ludovico Dolce (Venezia, 1565), dove si ragionava sulla qualità, diversità e proprietà dei colori e sul suo intenderli e rappresentarli come sostanza e non come sintomo epiteliale. Un atto, il loro, che si esplica su una porzione limitata di spazio ma che potenzialmente si espande fino al punto originario della sensorialità, per una diversa accezione di astrazione”.
Io a quale corpo appartengo?
13/06/2014 - 22/06/2014
Torino (TO) - Piemonte
Inserito da Tiziana Pantaleo
Sarà inaugurata venerdì 13 giugno 2014 presso lo Spazio Azimut (Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino) Io a quale corpo appartengo?, mostra di Rosangela Leotta, curata da Tiziana Pantaleo.
Per l’artista siciliana - classe 1981 - questa personale rappresenta la “riscossione” del premio assegnatole nel 2012 dalla giuria di qualità della XV° edizione del concorso Io Espongo.
Da allora sono passati quasi due anni, che per Rosangela sono stati pieni di cambiamenti importanti, come artista e come donna. Qualche giorno dopo essere stata proclamata vincitrice, infatti, ha dato alla luce il suo primogenito, e da allora la sua produzione artistica ha avuto una naturale stasi, una lenta e riflessiva ripresa, una comprensibile e spontanea trasformazione.
La sua pittura e i suoi disegni avevano fino a quel momento dichiarato il legame con una tradizione prettamente iconica, fatta di precisione tecnica, e dedita ad una rappresentazione fedele, e le matite e i pastelli usati con una particolare sensibilità rendevano le ambientazioni evanescenti e le figure - soprattutto giovani donne - ingenuamente ambigue.
In questi recenti lavori viene presentato un modo nuovo di vedere le cose, in cui vi è innanzitutto il distacco dalla figurazione. Punto di partenza è il legame – e le possibili analogie – che l’uomo ha con l’acqua, elemento primordiale, fluido vitale, liquido amniotico, che protegge e nutre.
Il titolo della mostra è liberamente estrapolato da Beta, traccia contenuta in Pollution, secondo album di Franco Battiato (1972), a sua volta ispirato a Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, romanzo di fantascienza scritto nel 1932 che prefigura una società creata in provetta, senza emozioni, senza paure, senza fragilità e desiderio di conoscenza, dove tutto funziona ed è gradevole, regolare ed ordinato, ma in cui non vi è interiorità, né interesse verso fattori tipicamente umanizzanti.
“Dentro di me vivono la mia identica vita dei microrganismi che non sanno di appartenere al mio corpo... Io a quale corpo appartengo?” recita Battiato, e dalle opere di Rosangela pare venirne fuori l’eco; quelle parole cantate prendono forma, e mostrano la straordinarietà del corpo umano, macchina meravigliosa che funziona benissimo, essere speciale che si autorigenera.
Con questa serie di piccole opere su tela e su carta, l’artista intraprende un viaggio all’interno del corpo umano e – analogalmente – si immerge nel mondo acquatico, instaurando un dialogo tra mondo cellulare e habitat marino: paesaggi interiori, dettagli visti attraverso un microscopio, esplorati e ricercati nei manuali di biologia umana e di geologia marina, per assecondare l’input di andare in profondità, verso la comprensione di ciò che è infinitamente piccolo.
______
Rosangela Leotta è nata a Ribera (AG) nel 1981. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Palermo in pittura, oggi vive e lavora a Favara (AG).
2012 IOESPONGO XV, Torino. Chi cavalca la tigre non può scendere, a cura di Katia Licari, Sergio Cascavilla e Martina Di Trapani; Sciacca (AG). "Mi votu e mi rivotu", a cura di Tiziana Pantaleo, TAC, Torino. Finalista LVI Premio Basilio Cascella 2012, Ortona (CH) 2011 "Casa Aut", a cura del Laboratorio Saccardi, Cinisi. "Mi votu e mi rivotu", a cura di Tiziana Pantaleo, Sciacca. "SiciliArte 2011" mostra internazionale d'arte moderna e contemporanea, a cura di Bruno Melappioni, Altrarte, Catania. 2010 "Espressioni", a cura di Bruno Melappioni e Giuseppe Cumbo, Altrarte, Agrigento. 2008 "From------To", il ponte e le sue metafore, a cura di Gianna Di Piazza, Nuovo Montevergini, Palermo. 2006 "Nervi saldi", Le officine dell’arte, a cura di Marco Cingolani e Alessandro Bazan, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo.
Rosangela Leotta
IO A QUALE CORPO APPARTENGO?
a cura di Tiziana Pantaleo
Inaugurazione venerdì 13 giugno ore 19:30
Spazio Azimut, Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
Dal 13 al 22 giugno 2014
Associazione Culturale Azimut
Presidente: Fabrizio Vespasiano
Organizzazione: Alessandra Morra
Direttore artistico: Antonino Minniti
Curatela di: Tiziana Pantaleo
Sede espositiva: Spazio Azimut
Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
Catalogo: Collana Arte Numero 19
Direttore Angelo Mistrangelo
Con il sostegno di:
Regione Piemonte
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino
Fondazione CRT
Media partner:
Sugo News
Per l’artista siciliana - classe 1981 - questa personale rappresenta la “riscossione” del premio assegnatole nel 2012 dalla giuria di qualità della XV° edizione del concorso Io Espongo.
Da allora sono passati quasi due anni, che per Rosangela sono stati pieni di cambiamenti importanti, come artista e come donna. Qualche giorno dopo essere stata proclamata vincitrice, infatti, ha dato alla luce il suo primogenito, e da allora la sua produzione artistica ha avuto una naturale stasi, una lenta e riflessiva ripresa, una comprensibile e spontanea trasformazione.
La sua pittura e i suoi disegni avevano fino a quel momento dichiarato il legame con una tradizione prettamente iconica, fatta di precisione tecnica, e dedita ad una rappresentazione fedele, e le matite e i pastelli usati con una particolare sensibilità rendevano le ambientazioni evanescenti e le figure - soprattutto giovani donne - ingenuamente ambigue.
In questi recenti lavori viene presentato un modo nuovo di vedere le cose, in cui vi è innanzitutto il distacco dalla figurazione. Punto di partenza è il legame – e le possibili analogie – che l’uomo ha con l’acqua, elemento primordiale, fluido vitale, liquido amniotico, che protegge e nutre.
Il titolo della mostra è liberamente estrapolato da Beta, traccia contenuta in Pollution, secondo album di Franco Battiato (1972), a sua volta ispirato a Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, romanzo di fantascienza scritto nel 1932 che prefigura una società creata in provetta, senza emozioni, senza paure, senza fragilità e desiderio di conoscenza, dove tutto funziona ed è gradevole, regolare ed ordinato, ma in cui non vi è interiorità, né interesse verso fattori tipicamente umanizzanti.
“Dentro di me vivono la mia identica vita dei microrganismi che non sanno di appartenere al mio corpo... Io a quale corpo appartengo?” recita Battiato, e dalle opere di Rosangela pare venirne fuori l’eco; quelle parole cantate prendono forma, e mostrano la straordinarietà del corpo umano, macchina meravigliosa che funziona benissimo, essere speciale che si autorigenera.
Con questa serie di piccole opere su tela e su carta, l’artista intraprende un viaggio all’interno del corpo umano e – analogalmente – si immerge nel mondo acquatico, instaurando un dialogo tra mondo cellulare e habitat marino: paesaggi interiori, dettagli visti attraverso un microscopio, esplorati e ricercati nei manuali di biologia umana e di geologia marina, per assecondare l’input di andare in profondità, verso la comprensione di ciò che è infinitamente piccolo.
______
Rosangela Leotta è nata a Ribera (AG) nel 1981. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Palermo in pittura, oggi vive e lavora a Favara (AG).
2012 IOESPONGO XV, Torino. Chi cavalca la tigre non può scendere, a cura di Katia Licari, Sergio Cascavilla e Martina Di Trapani; Sciacca (AG). "Mi votu e mi rivotu", a cura di Tiziana Pantaleo, TAC, Torino. Finalista LVI Premio Basilio Cascella 2012, Ortona (CH) 2011 "Casa Aut", a cura del Laboratorio Saccardi, Cinisi. "Mi votu e mi rivotu", a cura di Tiziana Pantaleo, Sciacca. "SiciliArte 2011" mostra internazionale d'arte moderna e contemporanea, a cura di Bruno Melappioni, Altrarte, Catania. 2010 "Espressioni", a cura di Bruno Melappioni e Giuseppe Cumbo, Altrarte, Agrigento. 2008 "From------To", il ponte e le sue metafore, a cura di Gianna Di Piazza, Nuovo Montevergini, Palermo. 2006 "Nervi saldi", Le officine dell’arte, a cura di Marco Cingolani e Alessandro Bazan, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo.
Rosangela Leotta
IO A QUALE CORPO APPARTENGO?
a cura di Tiziana Pantaleo
Inaugurazione venerdì 13 giugno ore 19:30
Spazio Azimut, Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
Dal 13 al 22 giugno 2014
Associazione Culturale Azimut
Presidente: Fabrizio Vespasiano
Organizzazione: Alessandra Morra
Direttore artistico: Antonino Minniti
Curatela di: Tiziana Pantaleo
Sede espositiva: Spazio Azimut
Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
Catalogo: Collana Arte Numero 19
Direttore Angelo Mistrangelo
Con il sostegno di:
Regione Piemonte
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino
Fondazione CRT
Media partner:
Sugo News
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Fernanda Carrillo. Dear Universe
20/05/2022 - 26/06/2022
Torino (TO) - Piemonte
Inserito da CSArt Serri
Il Comune di Montecchio Emilia e l’Associazione culturale artMacs presentano, dal 20 maggio al 26 giugno 2022, “Dear Universe”, mostra personale della giovane artista messicana Fernanda Carrillo, vincitrice della prima edizione del “Premio Massimiliano Galliani per il disegno under 35”, dedicato al disegno e alla ricerca visiva emergente. L’esposizione sarà inaugurata venerdì 20 maggio, alle ore 18.00, negli spazi di Casa Cavezzi a Montecchio Emilia (RE).
L’artista soggiornerà a Montecchio Emilia, ospite del Comune, nella settimana precedente l’inaugurazione della sua personale per lavorare alla produzione di alcune opere originali, che verranno quindi presentate in anteprima assoluta proprio in occasione della mostra stessa.
Il “Premio Massimiliano Galliani per il disegno under 35” è stato promosso dall’Associazione culturale artMacs, istituita a Montecchio Emilia dalla famiglia dell’artista Massimiliano Galliani, prematuramente scomparso nel 2020 all’età di 37 anni, per diffondere e consolidare la sua memoria e sostenere i giovani artisti. Il progetto nasce da un doloroso lutto che cerca, attraverso l’Arte, un riscatto che non sia soltanto memoria, ma soprattutto futuro per le giovani generazioni creative.
Il Comune di Montecchio Emilia è partner e sostenitore di questo progetto: ha infatti erogato un premio acquisto del valore di 2.500 Euro e curato l’organizzazione della mostra personale dedicata all’artista messicana. Una ulteriore acquisizione, del valore di 3.500 Euro è stata operata dall’Associazione culturale artMacs.
L’opera di Fernanda Carrillo è stata selezionata, in occasione della sedicesima edizione della fiera d’arte ArtVerona, partner del progetto, da una qualificata Giuria composta da Omar Galliani (artista), Giuseppe Stampone (artista), Alberto Zanchetta (critico e curatore d’arte), Davide Zanichelli (Direttore della Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia) e Fausto Torelli (Sindaco del Comune di Montecchio Emilia). L’artista messicana è rappresentata in Italia dalla galleria d’Arte A Pick Gallery di Torino.
«Nell’opera di Fernanda Carrillo – si legge nella motivazione della Giuria – permane la tradizione del “disegno” aperto alla contemporaneità, in un congiungersi e dialogare continuo. Ricerca introspettiva dove gli stati d’animo dell’artista si fondono a quelli di una natura in continuo divenire. Morfologia dell’anima e della natura».
L’opera di Carri, nome con il quale Fernanda Carrillo firma le sue opere, è un dialogo interiore, una ricerca introspettiva nella quale i suoi stati d’animo si fondono a quelli di una natura in continuo divenire: potremmo chiamarla morfologia dell’anima e della natura. Per Fernanda Carrillo l’arte è cura, terapia; un po’ come per Louise Bourgeois, artista che ha influenzato il suo lavoro, l’arte diventa uno strumento per poeticizzare i traumi.
Con “Dear Universe”, Carrillo esplora il suo rapporto con i sogni e i desideri. Una serie di dipinti a olio inediti danno vita alla sua necessità di narrare e di essere letta, interpretata; come nella serie “Dreams and Nightmares”, in cui l’utilizzo di materiali naturali, come vino, caffè e aceto, dà vita a un diario visivo dell’inconscio, catturando e imprimendo idee, emozioni e sensazioni fugaci.
Fernanda Carrillo nasce nel 1995 a Città del Messico. Dopo essersi laureata in Architettura si è trasferita a New York dove ha consolidato il suo forte legame con l’arte. Ha iniziato a lavorare dapprima con installazioni per poi passare alla pittura e al disegno, da autodidatta. Sotto l’influenza di artisti come Louise Bourgeois, si ispira all’arte confessionale, combinando la sua pulizia visiva con frasi di una rivelazione intenzionale del sé privato. La sua opera è un’intima esternazione di temi ricorrenti nella sua vita e nel suo viaggio. Il suo lavoro include sculture, ceramiche e disegni, che riflettono diversi periodi della sua carriera. Spesso biografica, la sua ricerca esplora temi tra cui la famiglia, l’amore per se stessi e la paura. Ha esposto in diverse mostre personali a Città del Messico e New York: nel 2020 Carri approda in Europa con la galleria d’arte A Pick Gallery di Torino.
La sede di Casa Cavezzi (Via Veneto 29, Montecchio Emilia) è aperta al pubblico dal 20 maggio al 26 giugno 2022, la domenica e nei giorni festivi con orario 15.00-19.00; da lunedì a sabato su prenotazione. L’ingresso è gratuito. Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0522 861864, biblioteca@comune.montecchio-emilia.re.it.
L’artista soggiornerà a Montecchio Emilia, ospite del Comune, nella settimana precedente l’inaugurazione della sua personale per lavorare alla produzione di alcune opere originali, che verranno quindi presentate in anteprima assoluta proprio in occasione della mostra stessa.
Il “Premio Massimiliano Galliani per il disegno under 35” è stato promosso dall’Associazione culturale artMacs, istituita a Montecchio Emilia dalla famiglia dell’artista Massimiliano Galliani, prematuramente scomparso nel 2020 all’età di 37 anni, per diffondere e consolidare la sua memoria e sostenere i giovani artisti. Il progetto nasce da un doloroso lutto che cerca, attraverso l’Arte, un riscatto che non sia soltanto memoria, ma soprattutto futuro per le giovani generazioni creative.
Il Comune di Montecchio Emilia è partner e sostenitore di questo progetto: ha infatti erogato un premio acquisto del valore di 2.500 Euro e curato l’organizzazione della mostra personale dedicata all’artista messicana. Una ulteriore acquisizione, del valore di 3.500 Euro è stata operata dall’Associazione culturale artMacs.
L’opera di Fernanda Carrillo è stata selezionata, in occasione della sedicesima edizione della fiera d’arte ArtVerona, partner del progetto, da una qualificata Giuria composta da Omar Galliani (artista), Giuseppe Stampone (artista), Alberto Zanchetta (critico e curatore d’arte), Davide Zanichelli (Direttore della Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia) e Fausto Torelli (Sindaco del Comune di Montecchio Emilia). L’artista messicana è rappresentata in Italia dalla galleria d’Arte A Pick Gallery di Torino.
«Nell’opera di Fernanda Carrillo – si legge nella motivazione della Giuria – permane la tradizione del “disegno” aperto alla contemporaneità, in un congiungersi e dialogare continuo. Ricerca introspettiva dove gli stati d’animo dell’artista si fondono a quelli di una natura in continuo divenire. Morfologia dell’anima e della natura».
L’opera di Carri, nome con il quale Fernanda Carrillo firma le sue opere, è un dialogo interiore, una ricerca introspettiva nella quale i suoi stati d’animo si fondono a quelli di una natura in continuo divenire: potremmo chiamarla morfologia dell’anima e della natura. Per Fernanda Carrillo l’arte è cura, terapia; un po’ come per Louise Bourgeois, artista che ha influenzato il suo lavoro, l’arte diventa uno strumento per poeticizzare i traumi.
Con “Dear Universe”, Carrillo esplora il suo rapporto con i sogni e i desideri. Una serie di dipinti a olio inediti danno vita alla sua necessità di narrare e di essere letta, interpretata; come nella serie “Dreams and Nightmares”, in cui l’utilizzo di materiali naturali, come vino, caffè e aceto, dà vita a un diario visivo dell’inconscio, catturando e imprimendo idee, emozioni e sensazioni fugaci.
Fernanda Carrillo nasce nel 1995 a Città del Messico. Dopo essersi laureata in Architettura si è trasferita a New York dove ha consolidato il suo forte legame con l’arte. Ha iniziato a lavorare dapprima con installazioni per poi passare alla pittura e al disegno, da autodidatta. Sotto l’influenza di artisti come Louise Bourgeois, si ispira all’arte confessionale, combinando la sua pulizia visiva con frasi di una rivelazione intenzionale del sé privato. La sua opera è un’intima esternazione di temi ricorrenti nella sua vita e nel suo viaggio. Il suo lavoro include sculture, ceramiche e disegni, che riflettono diversi periodi della sua carriera. Spesso biografica, la sua ricerca esplora temi tra cui la famiglia, l’amore per se stessi e la paura. Ha esposto in diverse mostre personali a Città del Messico e New York: nel 2020 Carri approda in Europa con la galleria d’arte A Pick Gallery di Torino.
La sede di Casa Cavezzi (Via Veneto 29, Montecchio Emilia) è aperta al pubblico dal 20 maggio al 26 giugno 2022, la domenica e nei giorni festivi con orario 15.00-19.00; da lunedì a sabato su prenotazione. L’ingresso è gratuito. Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0522 861864, biblioteca@comune.montecchio-emilia.re.it.
Lo spettacolo dell'arte
20/02/2016 - 27/02/2016
Dosson Di Casier (TV)
Inserito da Elena Izzo
Mostra d'arte contemporanea, tenuta presso Palazzo Nervi, a Savona, col patrocinio della circolo culturale VaraggioArt, di Varazze.