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Evento: Conversazioni Cromatiche su Napoli, incontro con Dalisi
19/04/2017 - 19/04/2017
Dettagli
Data di inserimento: | 18/04/2017 - 13:09 |
Luogo: | Napoli (NA) - Campania |
Data di inizio: | 19/04/2017 |
Data di fine | 19/04/2017 |
Descrizione
Riccardo Dalisi, architetto e designer napoletano, due volte Compasso d’Oro, è il secondo protagonista delle Conversazioni Cromatiche su Napoli, ideate e curate da Benedetta de Falco e ospitate nella sede della galleria per le arti contemporanee Intragallery (via Cavallerizza a Chiaia 57, interno cortile, Napoli). L’appuntamento è per domani, mercoledì 19 aprile, alle ore 18.30. I colori scelti da Dalisi per raccontare Napoli sono il giallo ed il rosso. La Conversazione sarà supportata da immagini.
Nelle Conversazioni Cromatiche su Napoli, la città diventa centrale e raccontata attraverso il pretesto del colore. Ciascuno si racconta e racconta il proprio rapporto con Napoli, ciascuno ha con la città un proprio dialogo interiore che viene messo in luce e condiviso durante l’incontro. Gli incontri sono pubblici e gratuiti.
La terza stagione aperta dal francese Sylvain Bellenger, Direttore del Museo Nazionale di Capodimonte, dopo Dalisi vedrà protagonista il friulano Renato Quaglia, direttore della Fondazione Foqus Quartieri Spagnoli (maggio 2017).
Con il Patrocinio Morale del Comune di Napoli, che assegna al ciclo d’incontri un valore di interesse e di particolare attenzione, le Conversazioni Cromatiche hanno visto negli anni protagonisti: Franco Arminio (scrittore e poeta), Maurizio de Giovanni (scrittore), Mauro Giancaspro (bibliofilo), Paolo Giulierini (Direttore del Mann), Lorenzo Marone (scrittore), Aldo Masullo (filosofo), Giovanna Mozzillo (scrittice) e Pietro Treccagnoli (giornalista).
Nelle Conversazioni Cromatiche su Napoli, la città diventa centrale e raccontata attraverso il pretesto del colore. Ciascuno si racconta e racconta il proprio rapporto con Napoli, ciascuno ha con la città un proprio dialogo interiore che viene messo in luce e condiviso durante l’incontro. Gli incontri sono pubblici e gratuiti.
La terza stagione aperta dal francese Sylvain Bellenger, Direttore del Museo Nazionale di Capodimonte, dopo Dalisi vedrà protagonista il friulano Renato Quaglia, direttore della Fondazione Foqus Quartieri Spagnoli (maggio 2017).
Con il Patrocinio Morale del Comune di Napoli, che assegna al ciclo d’incontri un valore di interesse e di particolare attenzione, le Conversazioni Cromatiche hanno visto negli anni protagonisti: Franco Arminio (scrittore e poeta), Maurizio de Giovanni (scrittore), Mauro Giancaspro (bibliofilo), Paolo Giulierini (Direttore del Mann), Lorenzo Marone (scrittore), Aldo Masullo (filosofo), Giovanna Mozzillo (scrittice) e Pietro Treccagnoli (giornalista).
Altri eventi dell'inserzionista
The Rebirth Triad
07/12/2016 - 08/01/2017
Caserta (CE) - Campania
Inserito da Marco Caiazzo
La rinascita alla Reggia di Caserta: le installazioni site-specific sulla Natività
di tre artisti contemporanei italiani
Con il patrocinio del Rebirth Day 2016, gli artisti Vincenzo Marsiglia, Anita Calà e Lapo Simeoni riflettono sul concetto di rinascita legato alla Natività, in un progetto di Intragallery e Uncommon
La Natività, il numero tre legato alla Trinità, ma anche un concetto laico di rinascita e rinnovamento: sono questi gli elementi del progetto espositivo The Rebirth Triad, ideato, promosso e realizzato dall’Agenzia di comunicazione Uncommon e dalla Galleria Intragallery con la curatela di Chiara Canali.
Tre installazioni site-specific elaborate da Vincenzo Marsiglia, Anita Calà e Lapo Simeoni per la Sala delle Battaglie di Spolverini della Reggia di Caserta, che saranno visibili dal 7 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017, con il patrocinio del Rebirth Day 2016 ideato da Michelangelo Pistoletto in collaborazione con Cittadellarte - Fondazione Pistoletto.
"Abbiamo voluto questo progetto intensamente, poiché risponde al concetto alla base del nostro lavoro come agenzia: l'arte come mezzo di rinnovamento attivo sulla società, in grado di modificare prospettive, percezioni e abitudini - ha affermato Claudio Ragni, CEO di Uncommon. Questo progetto e gli artisti coinvolti hanno acceso un riflettore su un patrimonio dell'arte italiana, rivivificandola e dialogando con la sua grandezza, fondendo presente e passato, sacro e profano, tradizione e innovazione".
“In linea con il nostro impegno per la promozione culturale del territorio campano, abbiamo accettato con entusiasmo la sfida, lanciataci dalla Direzione della Reggia di Caserta, di proporre un progetto espositivo sul
concetto di Natività in chiave contemporanea, traendo spunto dal presepe settecentesco custodito nell’Appartamento Reale della Reggia. Progetto immediatamente sostanziato dalle visioni di tre artisti da noi invitati, Calà, Marsiglia e Simeoni, che hanno interpretato il tema con linguaggi assolutamente diversi tra loro, ma con una comune energia propulsiva sull’idea di Rinascita.” – nelle parole delle galleriste Annamaria De Fanis e Rosa Francesca Masturzo.
Il progetto espositivo
Il progetto nasce con lo scopo di creare un dialogo profondo tra una delle opere architettoniche più importanti in Italia, la Reggia di Caserta, la residenza reale più grande al mondo, con l'arte contemporanea, che si fa carico dell’idea di una Natività laica, portatrice di nuove energie e nuove prospettive in un luogo dal valore immortale. Una nascita e ri-nascita in senso culturale, affinché si riporti l'attenzione sulla necessità di tutelare i Beni Culturali italiani, spesso abbandonati all'incuria, attraverso le nuove generazioni di artisti, in un legame indissolubile e valorizzante. L'esposizione, organizzata non a caso in concomitanza con le festività natalizie, si affianca alla riqualificazione del Presepe Borbonico conservato nell’Appartamento vecchio della Reggia, attraverso un nuovo progetto illuminotecnico.
Nella Sala delle Battaglie di Spolverini dialogano tre grandi installazioni site-specific. Le sculture di Vincenzo Marsiglia, con la loro imponente struttura esagonale in legno, sono “forme di interazione” che contengono nel loro interno un mondo artificiale e tecnologico: captato il volto del fruitore, un software nascosto all’interno legge le emozioni umane e genera suoni e forme diverse, mutevoli e immateriali, rispettando esternamente il cambiamento interiore dell’uomo. L'opera di Anita Calà è formata da un grande ovale in resina trasparente, opaca all'interno e lucida all’esterno, che contiene al suo interno una sfera più piccola rossa; al di fuori si trova un’altra sfera rossa, identica a quella contenuta all’interno, in un rispecchiamento del dentro con il fuori. Il progetto di Lapo Simeoni è costituito invece da una struttura a forma di anello che attraverso la sua forma e il suo contenuto evoca la trasposizione concreta del virtuale tradotto in reale, rendendo tangibile e materico quel portale (Internet) che rappresenta oggi lo scollegamento tra uomo e macchina.
Al tema della Ri-Nascita si rapporta il fil rouge dei simboli del cerchio e della luce, così come quello dell’infinito, sintetizzando il gesto creativo dell’artista che nelle sue mani fa risorgere e rinascere ciò che prima non aveva significato. Queste tre opere dialogano tra loro secondo il principio, formulato da Michelangelo Pistoletto, della Trinamica, cioè la dinamica del numero tre. Il simbolo-formula del triplo offre l'energia necessaria alla trasformazione della società a partire dall'arte, in quanto essa è fondamentalmente incentrata nella creazione e può portare la creazione nella società non solo come prodotto da fruire, ma come attività a cui partecipare.
di tre artisti contemporanei italiani
Con il patrocinio del Rebirth Day 2016, gli artisti Vincenzo Marsiglia, Anita Calà e Lapo Simeoni riflettono sul concetto di rinascita legato alla Natività, in un progetto di Intragallery e Uncommon
La Natività, il numero tre legato alla Trinità, ma anche un concetto laico di rinascita e rinnovamento: sono questi gli elementi del progetto espositivo The Rebirth Triad, ideato, promosso e realizzato dall’Agenzia di comunicazione Uncommon e dalla Galleria Intragallery con la curatela di Chiara Canali.
Tre installazioni site-specific elaborate da Vincenzo Marsiglia, Anita Calà e Lapo Simeoni per la Sala delle Battaglie di Spolverini della Reggia di Caserta, che saranno visibili dal 7 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017, con il patrocinio del Rebirth Day 2016 ideato da Michelangelo Pistoletto in collaborazione con Cittadellarte - Fondazione Pistoletto.
"Abbiamo voluto questo progetto intensamente, poiché risponde al concetto alla base del nostro lavoro come agenzia: l'arte come mezzo di rinnovamento attivo sulla società, in grado di modificare prospettive, percezioni e abitudini - ha affermato Claudio Ragni, CEO di Uncommon. Questo progetto e gli artisti coinvolti hanno acceso un riflettore su un patrimonio dell'arte italiana, rivivificandola e dialogando con la sua grandezza, fondendo presente e passato, sacro e profano, tradizione e innovazione".
“In linea con il nostro impegno per la promozione culturale del territorio campano, abbiamo accettato con entusiasmo la sfida, lanciataci dalla Direzione della Reggia di Caserta, di proporre un progetto espositivo sul
concetto di Natività in chiave contemporanea, traendo spunto dal presepe settecentesco custodito nell’Appartamento Reale della Reggia. Progetto immediatamente sostanziato dalle visioni di tre artisti da noi invitati, Calà, Marsiglia e Simeoni, che hanno interpretato il tema con linguaggi assolutamente diversi tra loro, ma con una comune energia propulsiva sull’idea di Rinascita.” – nelle parole delle galleriste Annamaria De Fanis e Rosa Francesca Masturzo.
Il progetto espositivo
Il progetto nasce con lo scopo di creare un dialogo profondo tra una delle opere architettoniche più importanti in Italia, la Reggia di Caserta, la residenza reale più grande al mondo, con l'arte contemporanea, che si fa carico dell’idea di una Natività laica, portatrice di nuove energie e nuove prospettive in un luogo dal valore immortale. Una nascita e ri-nascita in senso culturale, affinché si riporti l'attenzione sulla necessità di tutelare i Beni Culturali italiani, spesso abbandonati all'incuria, attraverso le nuove generazioni di artisti, in un legame indissolubile e valorizzante. L'esposizione, organizzata non a caso in concomitanza con le festività natalizie, si affianca alla riqualificazione del Presepe Borbonico conservato nell’Appartamento vecchio della Reggia, attraverso un nuovo progetto illuminotecnico.
Nella Sala delle Battaglie di Spolverini dialogano tre grandi installazioni site-specific. Le sculture di Vincenzo Marsiglia, con la loro imponente struttura esagonale in legno, sono “forme di interazione” che contengono nel loro interno un mondo artificiale e tecnologico: captato il volto del fruitore, un software nascosto all’interno legge le emozioni umane e genera suoni e forme diverse, mutevoli e immateriali, rispettando esternamente il cambiamento interiore dell’uomo. L'opera di Anita Calà è formata da un grande ovale in resina trasparente, opaca all'interno e lucida all’esterno, che contiene al suo interno una sfera più piccola rossa; al di fuori si trova un’altra sfera rossa, identica a quella contenuta all’interno, in un rispecchiamento del dentro con il fuori. Il progetto di Lapo Simeoni è costituito invece da una struttura a forma di anello che attraverso la sua forma e il suo contenuto evoca la trasposizione concreta del virtuale tradotto in reale, rendendo tangibile e materico quel portale (Internet) che rappresenta oggi lo scollegamento tra uomo e macchina.
Al tema della Ri-Nascita si rapporta il fil rouge dei simboli del cerchio e della luce, così come quello dell’infinito, sintetizzando il gesto creativo dell’artista che nelle sue mani fa risorgere e rinascere ciò che prima non aveva significato. Queste tre opere dialogano tra loro secondo il principio, formulato da Michelangelo Pistoletto, della Trinamica, cioè la dinamica del numero tre. Il simbolo-formula del triplo offre l'energia necessaria alla trasformazione della società a partire dall'arte, in quanto essa è fondamentalmente incentrata nella creazione e può portare la creazione nella società non solo come prodotto da fruire, ma come attività a cui partecipare.
Intragallery presenta Three Triptychs
29/09/2016 - 12/11/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Marco Caiazzo
La galleria per le arti contemporanee Intragallery presenta Three Triptychs, mostra a cura di Mario Codognato, visitabile dal 29 settembre al 12 novembre 2016 presso la sede di via Cavallerizza a Chiaia. Inaugurazione giovedì 29 settembre alle ore 19.00 alla presenza degli artisti che espongono: David Batchelor, Rachel Howard, Henrietta Labouchere. I tre britannici presenteranno tre variazioni sul tema della tradizione compositiva del trittico: a confronto generazioni e percorsi diversi, legati però da un’interpretazione critica del medium pittorico, rivisitato in chiave architettonica e tridimensionale.
Dal testo critico del curatore della mostra, Mario Codognato: “Il lavoro di David Batchelor si focalizza sul rapporto con il colore generato dell'ambiente urbano e sottolineato da come lo vediamo e reagiamo alle sollecitazioni fisiche e psicologiche nell’era tecnologica in cui viviamo. Nel trittico per la mostra di Intragallery l’artista ha raccolto una serie di vecchi light boxes, di quelli che in genere pubblicizzano negozi e ristoranti, li ha ripuliti e montati in modo da formare delle installazioni verticali. I colori provenienti dai light boxes si riflettono contro la parete e il pubblico li percepisce vedono solo attraverso il loro riflesso. Un tramonto artificiale e sublime al contempo. La potenzialità visiva e psicologica del colore caratterizza anche il lavoro di Rachel Howard, che nel trittico per la mostra da Intragallery alterna e accosta senza ruoli o gerarchie tre momenti e adagi della pittura contemporanea: figurazione, astrazione e la rappresentazione bidimensionale a parete di un oggetto tridimensionale, in questo caso una stampella per vestiti, che ironicamente richiama all’appendiabiti di Trap di Marcel Duchamp. Nel lavoro di Henrietta Labouchere, tre pannelli liberamente ispirati ai tessuti dei kosode e ai paraventi giapponesi del periodo Edo vengono esposti in una sequenza crescente, allineandoli dal basso. Partendo dall'idea degli orli dei kosode, l’artista nella preparazione dei pannelli ha scelto dodici colori tipici dei kimono d'epoca Edo, applicando molti strati di colla di coniglio, dipinti con tonalità tali che alla fine, attraverso un sofisticato processo di levigatura, comparissero piccoli segni come delle cicatrici”.
Perché questo tema? “La simbologia del numero tre è pressoché infinita e riscontrabile nei miti di tutte le civiltà in tutte le latitudini. Tre è considerato il “numero perfetto“, in quanto espressione della Triade o Trinità. È il simbolo spirituale della pianta che allunga i suoi rami (triforcazione) e i Pitagorici lo consideravano sacro perché permette di tracciare il triangolo, figura perfetta”, dice Codognato. “Il Tre, è il prodotto dell’unione tra l’Uno, il principio attivo e il Due, il grembo che accoglie la creazione. Possiamo definirlo il primo prodotto del pensiero che si moltiplica e si espande; racchiude in sé sia il concetto di unione sia quello di espansione”.
Dal testo critico del curatore della mostra, Mario Codognato: “Il lavoro di David Batchelor si focalizza sul rapporto con il colore generato dell'ambiente urbano e sottolineato da come lo vediamo e reagiamo alle sollecitazioni fisiche e psicologiche nell’era tecnologica in cui viviamo. Nel trittico per la mostra di Intragallery l’artista ha raccolto una serie di vecchi light boxes, di quelli che in genere pubblicizzano negozi e ristoranti, li ha ripuliti e montati in modo da formare delle installazioni verticali. I colori provenienti dai light boxes si riflettono contro la parete e il pubblico li percepisce vedono solo attraverso il loro riflesso. Un tramonto artificiale e sublime al contempo. La potenzialità visiva e psicologica del colore caratterizza anche il lavoro di Rachel Howard, che nel trittico per la mostra da Intragallery alterna e accosta senza ruoli o gerarchie tre momenti e adagi della pittura contemporanea: figurazione, astrazione e la rappresentazione bidimensionale a parete di un oggetto tridimensionale, in questo caso una stampella per vestiti, che ironicamente richiama all’appendiabiti di Trap di Marcel Duchamp. Nel lavoro di Henrietta Labouchere, tre pannelli liberamente ispirati ai tessuti dei kosode e ai paraventi giapponesi del periodo Edo vengono esposti in una sequenza crescente, allineandoli dal basso. Partendo dall'idea degli orli dei kosode, l’artista nella preparazione dei pannelli ha scelto dodici colori tipici dei kimono d'epoca Edo, applicando molti strati di colla di coniglio, dipinti con tonalità tali che alla fine, attraverso un sofisticato processo di levigatura, comparissero piccoli segni come delle cicatrici”.
Perché questo tema? “La simbologia del numero tre è pressoché infinita e riscontrabile nei miti di tutte le civiltà in tutte le latitudini. Tre è considerato il “numero perfetto“, in quanto espressione della Triade o Trinità. È il simbolo spirituale della pianta che allunga i suoi rami (triforcazione) e i Pitagorici lo consideravano sacro perché permette di tracciare il triangolo, figura perfetta”, dice Codognato. “Il Tre, è il prodotto dell’unione tra l’Uno, il principio attivo e il Due, il grembo che accoglie la creazione. Possiamo definirlo il primo prodotto del pensiero che si moltiplica e si espande; racchiude in sé sia il concetto di unione sia quello di espansione”.
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Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena
01/01/1970 - 01/01/1970
Napoli (NA) - Campania
Inserito da CSArt Serri
A Piacenza, all’interno di una chiesa barocca affrescata da Ferdinando Galli Bibiena, ha sede il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, una realtà culturale unica al mondo che consente di toccare con mano la Poesia, collante di tutte le arti.
Il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, in sinergia con la nascente “LABiennale POESIA e oltre”, di cui il Museo è tra i soci fondatori, presenta dal 23 aprile al 24 settembre 2022 la mostra “Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena”: un dialogo affascinante, e per certi versi abissale, tra un grande maestro contemporaneo, Omar Galliani, e il maestro del quadraturismo barocco, Ferdinando Galli Bibiena, artefice dell’affresco della cupola.
Curato da Massimo Silvotti (ideatore e direttore generale del Museo), il progetto si configura come una sorta di bi-personale sui generis, in cui tutto si rovescia e moltiplica per il tramite di una grande pedana rifrangente che raddoppia i quadri e gli affreschi. Il percorso espositivo comprende una quindicina di opere di Omar Galliani, distribuite all’interno della Chiesa e negli attigui locali dell’Oratorio di San Cristoforo, sede della Biblioteca di Poesia contemporanea. Se nella Chiesa è presentata una selezione di grandi disegni su tavola, tra cui i tre inediti “Botanica della fede” (2022), “Litania del cuore” (2022) e “Oltre la croce” (2022), nella Biblioteca sono esposte alcune opere storiche su tavola e su carta che illustrano il percorso dell’artista.
«Ombra che rischiara, luce che adombra. Siamo – scrive il curatore Massimo Silvotti – nell’Oratorio di San Cristoforo e già questa Cupola del Bibiena dove l’altezza è profondità, ci disorienta. Tutto è precipiziale, eppure saldo, possente, marmoreo. E la sontuosità del Barocco che pure ci cinge di allori, appare fuori casa, spaesata. La chiesa è un teatro, la preghiera, l’acuto di una soprano. È qui che s’innesta Galliani, anch’egli a suo modo Barocco, per sottrazione. Egli ci conduce lo sguardo verso dettagli vibranti, dove parrebbe che tutto abbia inizio. Il buio si riaccende e i neri o i grigi, svestendosi della loro opacità ci invitano a un sussulto di vita. Si avverte in lontananza un sussurro, somiglia a un richiamo, una eco. La solennità del silenzio».
«Galliani – spiega Elena Pontiggia – è uno dei pochi artisti contemporanei che hanno rivalutato e praticato quella che le epoche classiche consideravano l’arte più importante, anzi l’essenza stessa dell’arte. In un mondo dove tutto è virtuale, il disegno è ancora l’arte della mano, del polso, dell’homo faber. Il disegno, con le sue ombre e i suoi contrappunti, le sue gradazioni e le sue sfumature, le sue tonalità espressive mai urlate e mai sgargianti, è una delle tecniche artistiche più capaci di parlare attraverso accenni e allusioni, cioè di rivelare. Proprio questa tecnica lenta, millimetrica, paziente, reticente, retrattile, introversa, sottocutanea, è capace di dire quello che a rigore non è possibile dire. […] La pittura di Galliani è metafisica non perché dipinge manichini e piazze straniate, come de Chirico, ma perché disegna tutto alla luce, anzi nell'oscurità, di un infinito mistero».
«Nella sua arte – conclude Giovanni Gazzaneo – Omar Galliani aspira a un disegno infinito, ma prima che senza confine è senza tempo. Non si consuma nell’ossessione del presente. Non si specchia nel nobile passato. L’arte di Galliani è aperta all’irrompere dell’Oltre, è ricerca struggente di bellezza. Una bellezza che non ti aspetti e che ti sorprende. Prima non c’era. O forse si annunciava come sogno. Di più: come speranza. Eccola che si fa volto, cuore, paesaggio, fiore, stelle, corona di spine…».
In occasione della mostra, è possibile visionare anche la collezione del Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, costituita da poesie inedite, lettere autografe, libri di poesia di assoluta rarità, riviste letterarie introvabili, installazioni, quadri, sculture, opere di poesia visiva, lineare, concreta. All’interno dell’Oratorio di San Cristoforo è, inoltre, contenuta una fornitissima biblioteca di poesia contemporanea (ma non solo), italiana e internazionale.
L’esposizione è realizzata con il sostegno di Banca di Piacenza (main sponsor), Fondazione di Piacenza e Vigevano (main sponsor) e Confindustria Piacenza (sponsor), con il supporto della Diocesi di Piacenza e Bobbio, della Fondazione Crocevia, della Fondazione Donatella Ronconi - Enrica Prati, di Piacenza musei in rete e del Quotidiano Libertà (media partner).
Il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, in sinergia con la nascente “LABiennale POESIA e oltre”, di cui il Museo è tra i soci fondatori, presenta dal 23 aprile al 24 settembre 2022 la mostra “Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena”: un dialogo affascinante, e per certi versi abissale, tra un grande maestro contemporaneo, Omar Galliani, e il maestro del quadraturismo barocco, Ferdinando Galli Bibiena, artefice dell’affresco della cupola.
Curato da Massimo Silvotti (ideatore e direttore generale del Museo), il progetto si configura come una sorta di bi-personale sui generis, in cui tutto si rovescia e moltiplica per il tramite di una grande pedana rifrangente che raddoppia i quadri e gli affreschi. Il percorso espositivo comprende una quindicina di opere di Omar Galliani, distribuite all’interno della Chiesa e negli attigui locali dell’Oratorio di San Cristoforo, sede della Biblioteca di Poesia contemporanea. Se nella Chiesa è presentata una selezione di grandi disegni su tavola, tra cui i tre inediti “Botanica della fede” (2022), “Litania del cuore” (2022) e “Oltre la croce” (2022), nella Biblioteca sono esposte alcune opere storiche su tavola e su carta che illustrano il percorso dell’artista.
«Ombra che rischiara, luce che adombra. Siamo – scrive il curatore Massimo Silvotti – nell’Oratorio di San Cristoforo e già questa Cupola del Bibiena dove l’altezza è profondità, ci disorienta. Tutto è precipiziale, eppure saldo, possente, marmoreo. E la sontuosità del Barocco che pure ci cinge di allori, appare fuori casa, spaesata. La chiesa è un teatro, la preghiera, l’acuto di una soprano. È qui che s’innesta Galliani, anch’egli a suo modo Barocco, per sottrazione. Egli ci conduce lo sguardo verso dettagli vibranti, dove parrebbe che tutto abbia inizio. Il buio si riaccende e i neri o i grigi, svestendosi della loro opacità ci invitano a un sussulto di vita. Si avverte in lontananza un sussurro, somiglia a un richiamo, una eco. La solennità del silenzio».
«Galliani – spiega Elena Pontiggia – è uno dei pochi artisti contemporanei che hanno rivalutato e praticato quella che le epoche classiche consideravano l’arte più importante, anzi l’essenza stessa dell’arte. In un mondo dove tutto è virtuale, il disegno è ancora l’arte della mano, del polso, dell’homo faber. Il disegno, con le sue ombre e i suoi contrappunti, le sue gradazioni e le sue sfumature, le sue tonalità espressive mai urlate e mai sgargianti, è una delle tecniche artistiche più capaci di parlare attraverso accenni e allusioni, cioè di rivelare. Proprio questa tecnica lenta, millimetrica, paziente, reticente, retrattile, introversa, sottocutanea, è capace di dire quello che a rigore non è possibile dire. […] La pittura di Galliani è metafisica non perché dipinge manichini e piazze straniate, come de Chirico, ma perché disegna tutto alla luce, anzi nell'oscurità, di un infinito mistero».
«Nella sua arte – conclude Giovanni Gazzaneo – Omar Galliani aspira a un disegno infinito, ma prima che senza confine è senza tempo. Non si consuma nell’ossessione del presente. Non si specchia nel nobile passato. L’arte di Galliani è aperta all’irrompere dell’Oltre, è ricerca struggente di bellezza. Una bellezza che non ti aspetti e che ti sorprende. Prima non c’era. O forse si annunciava come sogno. Di più: come speranza. Eccola che si fa volto, cuore, paesaggio, fiore, stelle, corona di spine…».
In occasione della mostra, è possibile visionare anche la collezione del Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, costituita da poesie inedite, lettere autografe, libri di poesia di assoluta rarità, riviste letterarie introvabili, installazioni, quadri, sculture, opere di poesia visiva, lineare, concreta. All’interno dell’Oratorio di San Cristoforo è, inoltre, contenuta una fornitissima biblioteca di poesia contemporanea (ma non solo), italiana e internazionale.
L’esposizione è realizzata con il sostegno di Banca di Piacenza (main sponsor), Fondazione di Piacenza e Vigevano (main sponsor) e Confindustria Piacenza (sponsor), con il supporto della Diocesi di Piacenza e Bobbio, della Fondazione Crocevia, della Fondazione Donatella Ronconi - Enrica Prati, di Piacenza musei in rete e del Quotidiano Libertà (media partner).
"Recital" con il soprano Dominika Zamara ed esposizione pittorica dell'artista Marino Nagro
20/02/2016 - 20/02/2016
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
COMUNICATO STAMPA
RECITAL CON IL SOPRANO DOMINIKA ZAMARA
AL PIANOFORTE FLORIANA IOVINO
ED ESPOSIZIONE PITTORICA DELL’ARTISTA MARINO NAGRO
Sabato 20 febbraio alle ore 17,00, presso il Circolo Unificato dell’Esercito di Padova, Piazza Prato della Valle 82, il soprano Dominika Zamara, accompagnata al pianoforte da Floriana Iovino, eseguirà un recital con arie d'opera del repertorio Italiano dal ‘600 all’‘800 e lieder di compositori polacchi.
Nel contesto dell’evento saranno esposte e presentate le opere pittoriche dell’artista Marino Nagro. Mostra a cura di Maria Palladino.
DOMINIKA ZAMARA
Il soprano Dominika Zamara, artista di origine polacca e cresciuta artisticamente in Italia, è stata definita dai media sensazionale soprano Europeo.
Nel 2006 vince una borsa di Studio al Conservatorio Statale di Verona.
Nel 2007 si laurea con il massimo dei voti presso la Music Akademy di Wroclaw (PL).
Durante la sua carriera si è esibita in gran parte d'Europa, USA, Messico, Cina, quest’anno in Corea, in teatri, sale da concerto, festivals con opere, concerti da camera, concerti sacri e contemporaneo.
E' stata insignita di numerosi premi e menzioni tra cui il premio ZLOTE SOWA oscar europeo nella categoria musica classica.
Tra le esibizioni: al Teatro Olimpico di Vicenza nel ruolo di Dori nell’Opera “Un Tramonto” di G. Coronaro, in prima mondiale assoluta; il debutto al Lincoln Center di New York presso il Metropolitan Opera con un’orchestra di 130 elementi, concerto presentato da Kevin Spacey; al Teatro Verdi di Padova nell’opera La Serva di Padova (opera contemporanea scritta da Vincenzo Faggiano). In Messico ha cantato nella più importante sala da concerti dell’America Latina, la “Manuel M. Ponce Hall” e a Roma nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Festival di Musica Sacra in Francia, CICA Festival in U.S.A., Festival Assisi Suono Sacro, Cracovia Sacra (PL).
Nel 2015 ha cantato presso l’Ambasciata Polacca di Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Polacca Andrzej Duda.
Ha registrato tre dischi: DREAMS nel 2009 e LIFE nel 2012, prodotto dalla EDIT MUSIC ITALY, nel 2015 IVAN PADOVEC, Works for Guitar and Soprano, prodotto dalla Sheva Collection.
MARINO NAGRO
Marino Nagro, pittore padovano, attivo in campo artistico da oltre quarant’anni, possiede una innata vocazione alla pittura, fin dai primi anni di età. Comincia a produrre in maniera assidua dagli anni Settanta, frequentando gruppi di artisti indipendenti e prendendo parte a studi di nudo, senza mai perdere la sua spontanea inclinazione per il paesaggio e l’osservazione diretta e meditata dell’elemento naturale, sempre trasfondendo in essa una particolare sensibilità visiva che lo porta alla creazione di un suo personale universo immaginifico, soffuso di lirismo, fantasia e memoria.
Fra le esposizioni più importanti:
1975: mostra collettiva per l’inaugurazione della Galleria Fioretto, Padova;
1988: mostra personale al Circolo Artistico Città di Padova;
1999: mostra personale Pro Telethon presso la B.N.L. a Padova;
2007: mostra collettiva “L’altro volto della pittura” a Palazzo Moroni presso il Comune di Padova;
2010: mostra collettiva “Dialoghi nel colore” al Palazzo della Gran Guardia, del Comune di Padova;
2013: mostra personale “Paesaggi dell’anima” al Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo (PD);
2014: mostra personale “Ritorno al paesaggio” al Centro Culturale Altinate San Gaetano (PD);
2015: mostra personale " ????? ??? Panta rei" presso il Maaap – Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, ad Altichiero (PD).
2015: mostra personale “Fantasie Eclettiche” presso il Superflash Store Padova, Cassa di Risparmio del Veneto
Ingresso gratuito ad invito: se interessati a partecipare alla serata si prega di comunicare il proprio nominativo scrivendo all’indirizzo e-mail: erick.79@libero.it.
Per informazioni e contatti: Enrico Bertato erick.79@libero.it.
Maria Palladino +39 334 169 5479 audramsa@outlook.it
Marino Nagro +39 349 834 6744 marino.nagro@gmx.com http://www.marinonagro.tk
RECITAL CON IL SOPRANO DOMINIKA ZAMARA
AL PIANOFORTE FLORIANA IOVINO
ED ESPOSIZIONE PITTORICA DELL’ARTISTA MARINO NAGRO
Sabato 20 febbraio alle ore 17,00, presso il Circolo Unificato dell’Esercito di Padova, Piazza Prato della Valle 82, il soprano Dominika Zamara, accompagnata al pianoforte da Floriana Iovino, eseguirà un recital con arie d'opera del repertorio Italiano dal ‘600 all’‘800 e lieder di compositori polacchi.
Nel contesto dell’evento saranno esposte e presentate le opere pittoriche dell’artista Marino Nagro. Mostra a cura di Maria Palladino.
DOMINIKA ZAMARA
Il soprano Dominika Zamara, artista di origine polacca e cresciuta artisticamente in Italia, è stata definita dai media sensazionale soprano Europeo.
Nel 2006 vince una borsa di Studio al Conservatorio Statale di Verona.
Nel 2007 si laurea con il massimo dei voti presso la Music Akademy di Wroclaw (PL).
Durante la sua carriera si è esibita in gran parte d'Europa, USA, Messico, Cina, quest’anno in Corea, in teatri, sale da concerto, festivals con opere, concerti da camera, concerti sacri e contemporaneo.
E' stata insignita di numerosi premi e menzioni tra cui il premio ZLOTE SOWA oscar europeo nella categoria musica classica.
Tra le esibizioni: al Teatro Olimpico di Vicenza nel ruolo di Dori nell’Opera “Un Tramonto” di G. Coronaro, in prima mondiale assoluta; il debutto al Lincoln Center di New York presso il Metropolitan Opera con un’orchestra di 130 elementi, concerto presentato da Kevin Spacey; al Teatro Verdi di Padova nell’opera La Serva di Padova (opera contemporanea scritta da Vincenzo Faggiano). In Messico ha cantato nella più importante sala da concerti dell’America Latina, la “Manuel M. Ponce Hall” e a Roma nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Festival di Musica Sacra in Francia, CICA Festival in U.S.A., Festival Assisi Suono Sacro, Cracovia Sacra (PL).
Nel 2015 ha cantato presso l’Ambasciata Polacca di Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Polacca Andrzej Duda.
Ha registrato tre dischi: DREAMS nel 2009 e LIFE nel 2012, prodotto dalla EDIT MUSIC ITALY, nel 2015 IVAN PADOVEC, Works for Guitar and Soprano, prodotto dalla Sheva Collection.
MARINO NAGRO
Marino Nagro, pittore padovano, attivo in campo artistico da oltre quarant’anni, possiede una innata vocazione alla pittura, fin dai primi anni di età. Comincia a produrre in maniera assidua dagli anni Settanta, frequentando gruppi di artisti indipendenti e prendendo parte a studi di nudo, senza mai perdere la sua spontanea inclinazione per il paesaggio e l’osservazione diretta e meditata dell’elemento naturale, sempre trasfondendo in essa una particolare sensibilità visiva che lo porta alla creazione di un suo personale universo immaginifico, soffuso di lirismo, fantasia e memoria.
Fra le esposizioni più importanti:
1975: mostra collettiva per l’inaugurazione della Galleria Fioretto, Padova;
1988: mostra personale al Circolo Artistico Città di Padova;
1999: mostra personale Pro Telethon presso la B.N.L. a Padova;
2007: mostra collettiva “L’altro volto della pittura” a Palazzo Moroni presso il Comune di Padova;
2010: mostra collettiva “Dialoghi nel colore” al Palazzo della Gran Guardia, del Comune di Padova;
2013: mostra personale “Paesaggi dell’anima” al Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo (PD);
2014: mostra personale “Ritorno al paesaggio” al Centro Culturale Altinate San Gaetano (PD);
2015: mostra personale " ????? ??? Panta rei" presso il Maaap – Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, ad Altichiero (PD).
2015: mostra personale “Fantasie Eclettiche” presso il Superflash Store Padova, Cassa di Risparmio del Veneto
Ingresso gratuito ad invito: se interessati a partecipare alla serata si prega di comunicare il proprio nominativo scrivendo all’indirizzo e-mail: erick.79@libero.it.
Per informazioni e contatti: Enrico Bertato erick.79@libero.it.
Maria Palladino +39 334 169 5479 audramsa@outlook.it
Marino Nagro +39 349 834 6744 marino.nagro@gmx.com http://www.marinonagro.tk