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Evento: Gabriele Basilico e Álvaro Siza, Matosinhos. Non c’è spazio né architettura senza luce
05/05/2017 - 09/07/2017
Dettagli
Data di inserimento: | 02/05/2017 - 11:37 |
Luogo: | Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 05/05/2017 |
Data di fine | 09/07/2017 |
Descrizione
Le fotografie di Gabriele Basilico, in dialogo con i disegni dell’architetto Álvaro Siza, in mostra da Vicolo Folletto Art Factories di Reggio Emilia in occasione di “Fotografia Europea”.
Accompagnata da un libro pubblicato da corsiero editore, l’esposizione “Matosinhos. Non c’è spazio né architettura senza luce” sarà aperta al pubblico da venerdì 5 maggio 2017. Domenica 7 maggio 2017, alle ore 16.30, si terrà la presentazione del volume a cura di Giovanna Calvenzi (Studio Gabriele Basilico).
Quaranta fotografie di Gabriele Basilico e dieci disegni su carta di Álvaro Siza compongono il ritratto di Matosinhos (comune portoghese situato nel distretto di Porto) e allo stesso tempo costituiscono l’esito del dialogo tra un architetto e un fotografo, maturato attraverso lunghe conversazioni nella casa della sorella di Siza, Tereza, ma anche e soprattutto attraverso camminate e sguardi condivisi.
Basilico e Siza si conobbero in occasione del Progetto Espositivo “Uma cidade assim (Una città così)”, commissionato dal Comune di Matosinhos.
«Stiamo passeggiando – scrive Gabriele Basilico nel 2011 – Álvaro e io, una domenica mattina per le strade di Matosinhos, non lontano dalla casa in stile eclettico di rua Brito Capelo, dove Siza ha vissuto per molti anni con la sua famiglia e dove tuttora abita sua sorella Tereza. I fabbricati che contornano le strade di questo quartiere sono capannoni, magazzini, spazi di industrie dismesse, dove una volta veniva lavorato e inscatolato il pesce. Le scritte delle compagnie, che campeggiavano enormi sulle facciate degli edifici, come nelle tele degli artisti pop, sono scolorite, quasi illeggibili e l’atmosfera, con la complicità della luce intensa che si riflette sul pavé e dell’assenza quasi totale di traffico, è come sospesa in un tempo dilatato».
«Circa venti anni fa – racconta Siza nel 1999 – visitò il Portogallo un architetto brasiliano, Charles Nelson che dirigeva la ristrutturazione di una favela a Rio de Janeiro. Ci presentò il suo progetto, un variopinto miscuglio di lotta urbana, auto-costruzione, samba e poesia. […] Nacque in me l’idea che la città rinnovata, non sappiamo quale città, sarebbe sorta dalla periferia, dalle bidonvilles, dalle favelas, più che dalla memoria o dalla presenza dei centri storici. Provo la stessa sensazione quando guardo le fotografie di Basilico. […] Le immagini esasperate di Basilico sono l’espressione di un’enorme speranza, di comprensione e di tolleranza, della convinzione. Possiamo parlare di fede, fede nell’uomo in costruzione. Quelle immagini nascono da una passeggiata fra le macerie. A volte le macerie sono reali, rovine perforate dal tempo o dalle pallottole, non-rovine che rovinano la città, rovine disprezzate o abitate, mai ritoccate. […] Basilico è un architetto che non esercita? È un architetto di visione al di là del pessimismo. Sa vedere meglio e apprendere, insegnare a vedere. I suoi strumenti sono l’ombra e la luce. Le ombre disegnano lo spazio. Dipendono dalla lue. Non c’è spazio né architettura senza luce. L’accettazione è creazione. Luce».
La mostra comprende, inoltre, alcune note fotografie di Porto scattate negli stessi anni da Gabriele Basilico.
L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 5 maggio al 9 luglio 2017 con orario 10.30-13.00 e 16.30-19.30, oppure su appuntamento, chiuso il giovedì. In occasione di “Fotografia Europea”, apertura straordinaria domenica 7 e 14 maggio con orario 10.30-13.00 e 16.30-19.30. Ingresso libero. Libro corsiero editore, 2017, 120 pagine. Per informazioni: tel. + 39 342 6741987, gallery@vicolofolletto.it, www.vicolofolletto.it.
Accompagnata da un libro pubblicato da corsiero editore, l’esposizione “Matosinhos. Non c’è spazio né architettura senza luce” sarà aperta al pubblico da venerdì 5 maggio 2017. Domenica 7 maggio 2017, alle ore 16.30, si terrà la presentazione del volume a cura di Giovanna Calvenzi (Studio Gabriele Basilico).
Quaranta fotografie di Gabriele Basilico e dieci disegni su carta di Álvaro Siza compongono il ritratto di Matosinhos (comune portoghese situato nel distretto di Porto) e allo stesso tempo costituiscono l’esito del dialogo tra un architetto e un fotografo, maturato attraverso lunghe conversazioni nella casa della sorella di Siza, Tereza, ma anche e soprattutto attraverso camminate e sguardi condivisi.
Basilico e Siza si conobbero in occasione del Progetto Espositivo “Uma cidade assim (Una città così)”, commissionato dal Comune di Matosinhos.
«Stiamo passeggiando – scrive Gabriele Basilico nel 2011 – Álvaro e io, una domenica mattina per le strade di Matosinhos, non lontano dalla casa in stile eclettico di rua Brito Capelo, dove Siza ha vissuto per molti anni con la sua famiglia e dove tuttora abita sua sorella Tereza. I fabbricati che contornano le strade di questo quartiere sono capannoni, magazzini, spazi di industrie dismesse, dove una volta veniva lavorato e inscatolato il pesce. Le scritte delle compagnie, che campeggiavano enormi sulle facciate degli edifici, come nelle tele degli artisti pop, sono scolorite, quasi illeggibili e l’atmosfera, con la complicità della luce intensa che si riflette sul pavé e dell’assenza quasi totale di traffico, è come sospesa in un tempo dilatato».
«Circa venti anni fa – racconta Siza nel 1999 – visitò il Portogallo un architetto brasiliano, Charles Nelson che dirigeva la ristrutturazione di una favela a Rio de Janeiro. Ci presentò il suo progetto, un variopinto miscuglio di lotta urbana, auto-costruzione, samba e poesia. […] Nacque in me l’idea che la città rinnovata, non sappiamo quale città, sarebbe sorta dalla periferia, dalle bidonvilles, dalle favelas, più che dalla memoria o dalla presenza dei centri storici. Provo la stessa sensazione quando guardo le fotografie di Basilico. […] Le immagini esasperate di Basilico sono l’espressione di un’enorme speranza, di comprensione e di tolleranza, della convinzione. Possiamo parlare di fede, fede nell’uomo in costruzione. Quelle immagini nascono da una passeggiata fra le macerie. A volte le macerie sono reali, rovine perforate dal tempo o dalle pallottole, non-rovine che rovinano la città, rovine disprezzate o abitate, mai ritoccate. […] Basilico è un architetto che non esercita? È un architetto di visione al di là del pessimismo. Sa vedere meglio e apprendere, insegnare a vedere. I suoi strumenti sono l’ombra e la luce. Le ombre disegnano lo spazio. Dipendono dalla lue. Non c’è spazio né architettura senza luce. L’accettazione è creazione. Luce».
La mostra comprende, inoltre, alcune note fotografie di Porto scattate negli stessi anni da Gabriele Basilico.
L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 5 maggio al 9 luglio 2017 con orario 10.30-13.00 e 16.30-19.30, oppure su appuntamento, chiuso il giovedì. In occasione di “Fotografia Europea”, apertura straordinaria domenica 7 e 14 maggio con orario 10.30-13.00 e 16.30-19.30. Ingresso libero. Libro corsiero editore, 2017, 120 pagine. Per informazioni: tel. + 39 342 6741987, gallery@vicolofolletto.it, www.vicolofolletto.it.
Altri eventi dell'inserzionista
Giorgio Griffa / Riccardo Guarneri. Cambiare per rimanere se stessi
26/03/2022 - 11/06/2022
Legnago (VR) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
La Galleria FerrarinArte di Legnago (VR) presenta, dal 26 marzo all’11 giugno 2022, una doppia esposizione personale dedicata agli artisti Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri, esponenti di spicco della Pittura Analitica, una corrente artistica alla quale la Galleria ha sempre riservato grande attenzione, attestandosi tra gli operatori accreditati a livello italiano ed internazionale.
La mostra sarà inaugurata sabato 26 marzo alle ore 18.00 con una presentazione di Carlo Vanoni, in dialogo con Riccardo Guarneri e Luca Maggio, autore delle interviste pubblicate nel catalogo.
Il titolo dell’esposizione – “Cambiare per rimanere se stessi” – si riferisce ad una ricerca pittorica di grande attualità che, negli ultimi cinquant’anni, ha saputo cambiare, rimanendo tuttavia fedele a se stessa.
Il percorso espositivo comprende una quarantina di opere, molte delle quali storiche, realizzate dagli anni Sessanta ad oggi. Tre dipinti di Riccardo Guarneri provengono, inoltre, dalla 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2017), alla quale entrambi gli artisti, invitati da Christine Macel, avevano partecipato con una sala personale.
«In maniera diversa – scrive Carlo Vanoni – Griffa e Guarneri hanno fatto parte di quella che la storia dell’arte ha definito Pittura Analitica (più esattamente: quello che Filiberto Menna aveva identificato come “la linea analitica della pittura moderna”). Ci si poneva una semplice domanda: che cosa significa dipingere? A questa domanda, forse, i due avrebbero risposto in maniera diversa: per Griffa, dipingere significa lasciare un segno sulla superficie grezza della tela, un segno che porta con sé tutta l’eredità della storia dell’arte, dalle grotte di Lascaux alle avanguardie, un segno che dialoga con le pieghe della tela ora diventata parte integrante dell’opera stessa, in linea con i colleghi francesi del gruppo Support/Surface (Louis Cane, Noel Dolla, Claude Viallat, Daniel Dezeuze); Guarneri, invece, è più vicino alla poetica astrattista di Dorazio, ma con una “musicalità” diversa: colori tenui che arrivano da una tradizione tipicamente fiorentina, quattrocentesca direi, una pittura “angelica” nel senso che di fronte a quei verdi, rosa, arancio delicatissimi non si può non pensare al Beato Angelico del Convento di San Marco. […] Griffa e Guarneri, insieme ai loro compagni di viaggio, hanno indicato una nuova strada: dipingere al netto della distinzione figurativo/astratto; dipingere dialogando con il proprio tempo; dipingere, seppure ognuno in maniera diversa, per portare avanti la stessa battaglia. Infine, dipingere per aprire la porta a un nuovo orizzonte, dove la luce della pittura non si limiti a raffigurare un tramonto e neppure a concepirlo come fosse un cerchio giallo, ma, più analiticamente, si manifesti come segno, traccia e colore. Tre elementi che attraversano la storia dell’arte. Tre elementi intesi come strutture portanti che si uniscono al quarto e cioè allo spazio. Ma al netto dei ricordi e dei riferimenti, delle analisi concettuali e strutturali, quello che occorre ribadire oggi è l’attualità della loro pittura. Una pittura che negli ultimi cinquant’anni ha saputo cambiare, pur rimanendo – inesorabilmente, ostinatamente, puntigliosamente – se stessa».
«La pittura – dichiara Giorgio Griffa – rappresenta il mondo non solo ricoprendolo, ma anche simbolicamente, lasciando a ogni segno la sua identità. [...] L’opera non può essere riempita: non voglio certo arrivare alla fine, a un punto fermo e morto, gettando via la vita del dipinto, relegandolo nel passato. L’arte è tale perché è sempre viva ben oltre il proprio tempo».
«Mi considero un “bachiano”, nel senso del grande compositore – spiega Riccardo Guarneri. Tutto nasce nella variazione e la variazione non nasce dalla fantasia ma dal metodo. [...] Nel caso mio, venendo da un clima più esistenzialista, la mia attenzione era decisamente rivolta verso il dubbio più che alla certezza. Ed ecco nella mia pittura che un quadrato non è mai un vero quadrato e un colore è spesso indefinibile nel suo apparire».
L’esposizione sarà visitabile fino all’11 giugno 2022, lunedì ore 15.30-19.00, da martedì a sabato ore 9.00-12.30 e 15.30-19.00, chiuso nelle giornate festive, gradito l’appuntamento. L’accesso alla sala espositiva sarà regolato nel rispetto della normativa vigente. Nel corso dell’esposizione, sarà pubblicato un catalogo edito da vanillaedizioni con un testo di Carlo Vanoni, le interviste agli artisti a cura di Luca Maggio e un ricco apparato iconografico. Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0442 20741, info@ferrarinarte.it, www.ferrarinarte.it.
La mostra sarà inaugurata sabato 26 marzo alle ore 18.00 con una presentazione di Carlo Vanoni, in dialogo con Riccardo Guarneri e Luca Maggio, autore delle interviste pubblicate nel catalogo.
Il titolo dell’esposizione – “Cambiare per rimanere se stessi” – si riferisce ad una ricerca pittorica di grande attualità che, negli ultimi cinquant’anni, ha saputo cambiare, rimanendo tuttavia fedele a se stessa.
Il percorso espositivo comprende una quarantina di opere, molte delle quali storiche, realizzate dagli anni Sessanta ad oggi. Tre dipinti di Riccardo Guarneri provengono, inoltre, dalla 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2017), alla quale entrambi gli artisti, invitati da Christine Macel, avevano partecipato con una sala personale.
«In maniera diversa – scrive Carlo Vanoni – Griffa e Guarneri hanno fatto parte di quella che la storia dell’arte ha definito Pittura Analitica (più esattamente: quello che Filiberto Menna aveva identificato come “la linea analitica della pittura moderna”). Ci si poneva una semplice domanda: che cosa significa dipingere? A questa domanda, forse, i due avrebbero risposto in maniera diversa: per Griffa, dipingere significa lasciare un segno sulla superficie grezza della tela, un segno che porta con sé tutta l’eredità della storia dell’arte, dalle grotte di Lascaux alle avanguardie, un segno che dialoga con le pieghe della tela ora diventata parte integrante dell’opera stessa, in linea con i colleghi francesi del gruppo Support/Surface (Louis Cane, Noel Dolla, Claude Viallat, Daniel Dezeuze); Guarneri, invece, è più vicino alla poetica astrattista di Dorazio, ma con una “musicalità” diversa: colori tenui che arrivano da una tradizione tipicamente fiorentina, quattrocentesca direi, una pittura “angelica” nel senso che di fronte a quei verdi, rosa, arancio delicatissimi non si può non pensare al Beato Angelico del Convento di San Marco. […] Griffa e Guarneri, insieme ai loro compagni di viaggio, hanno indicato una nuova strada: dipingere al netto della distinzione figurativo/astratto; dipingere dialogando con il proprio tempo; dipingere, seppure ognuno in maniera diversa, per portare avanti la stessa battaglia. Infine, dipingere per aprire la porta a un nuovo orizzonte, dove la luce della pittura non si limiti a raffigurare un tramonto e neppure a concepirlo come fosse un cerchio giallo, ma, più analiticamente, si manifesti come segno, traccia e colore. Tre elementi che attraversano la storia dell’arte. Tre elementi intesi come strutture portanti che si uniscono al quarto e cioè allo spazio. Ma al netto dei ricordi e dei riferimenti, delle analisi concettuali e strutturali, quello che occorre ribadire oggi è l’attualità della loro pittura. Una pittura che negli ultimi cinquant’anni ha saputo cambiare, pur rimanendo – inesorabilmente, ostinatamente, puntigliosamente – se stessa».
«La pittura – dichiara Giorgio Griffa – rappresenta il mondo non solo ricoprendolo, ma anche simbolicamente, lasciando a ogni segno la sua identità. [...] L’opera non può essere riempita: non voglio certo arrivare alla fine, a un punto fermo e morto, gettando via la vita del dipinto, relegandolo nel passato. L’arte è tale perché è sempre viva ben oltre il proprio tempo».
«Mi considero un “bachiano”, nel senso del grande compositore – spiega Riccardo Guarneri. Tutto nasce nella variazione e la variazione non nasce dalla fantasia ma dal metodo. [...] Nel caso mio, venendo da un clima più esistenzialista, la mia attenzione era decisamente rivolta verso il dubbio più che alla certezza. Ed ecco nella mia pittura che un quadrato non è mai un vero quadrato e un colore è spesso indefinibile nel suo apparire».
L’esposizione sarà visitabile fino all’11 giugno 2022, lunedì ore 15.30-19.00, da martedì a sabato ore 9.00-12.30 e 15.30-19.00, chiuso nelle giornate festive, gradito l’appuntamento. L’accesso alla sala espositiva sarà regolato nel rispetto della normativa vigente. Nel corso dell’esposizione, sarà pubblicato un catalogo edito da vanillaedizioni con un testo di Carlo Vanoni, le interviste agli artisti a cura di Luca Maggio e un ricco apparato iconografico. Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0442 20741, info@ferrarinarte.it, www.ferrarinarte.it.
Frammenti. Venti artisti dagli anni ’50 ai giorni nostri
24/11/2017 - 31/01/2018
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
La Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 43) presenta, dal 24 novembre 2017 al 31 gennaio 2018, “Frammenti”, esposizione collettiva con opere realizzate da venti artisti attivi dagli anni ’50 ai giorni nostri.
La mostra trae il titolo – “Frammenti” – da una tela di Franco Angeli riferibile ai primi anni ‘70. Un percorso che, attraverso opere selezionate, intende ripercorre la storia dell’arte italiana a partire dal secondo Dopoguerra, riservando particolare attenzione anche alle nuove generazioni e alla ricerca artistica contemporanea.
Gli anni ’50 e ’60 sono rappresentati in mostra da un lavoro polimaterico di Roberto Crippa legato al Movimento Nucleare, da una carta intelata di Tancredi, da un “Diario” di Arturo Vermi, da una tela e da un sicofoil di Carla Accardi e da un’incisione all’acquatinta di Lucio Fontana, oltre ad un olio geometrico di Luigi Veronesi riferibile alla seconda metà del decennio precedente.
Sono ascrivibili agli anni ’70 e ’80, oltre all’opera di Franco Angeli che dà il titolo alla mostra, anche un dipinto di Paolo Cotani denominato “Dagli occhi della tigre” e una scultura sferica di Arnaldo Pomodoro. La sezione è inoltre completata da due lavori di Paolo Minoli, artista cui la Galleria ha recentemente dedicato un’ampia retrospettiva.
Si riferiscono agli anni ’90 e Duemila ancora un dittico di Paolo Minoli (“Per il poeta”, 1996), un dipinto a tecnica mista su carta di Alighiero Boetti, un rilievo su pvc di Alberto Biasi e una spiaggia in poliuretano espanso di Piero Gilardi.
La scultura contemporanea è indagata, per finire, da Eduard Habicher, Rudy Pulcinelli, Luca Freschi, Renata e Cristina Cosi; la pittura da Mirko Baricchi e Simone Pellegrini.
Curata da Federico Bonioni, la collettiva sarà inaugurata venerdì 24 novembre, dalle 10.00 alle 20.00, in occasione della festa patronale di San Prospero. L’esposizione sarà visitabile fino al 31 gennaio 2018, da martedì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00; 16 e 17 dicembre ore 10.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it, www.facebook.com/bonioniarte, www.instagram.com/bonioniarte.
“Frammenti” è parte della quarta edizione di “In Contemporanea”, rassegna che nel 2017 è diventata rete di gallerie, con un maggior numero di proposte distribuite nel corso dell’anno. Tra i primi appuntamenti, “In Contemporanea a Palazzo Magnani”, una serie di incontri dedicati ai mestieri dell’arte. Federico Bonioni sarà ospite a Palazzo Magnani, insieme allo staff di Vicolo Folletto Art Factories, venerdì 1 dicembre, alle ore 18.30, con l’intervento “La Galleria fuori dalla Galleria. Mostre pubbliche e progetti curatoriali”. Sempre nell’ambito di “In Contemporanea”, il 16 e il 17 dicembre 2017 si terrà “In Contemporanea fiera diffusa”, weekend all’insegna dell’arte con apertura delle gallerie aderenti ad orario continuato, dalle 10.00 alle 20.00.
La mostra trae il titolo – “Frammenti” – da una tela di Franco Angeli riferibile ai primi anni ‘70. Un percorso che, attraverso opere selezionate, intende ripercorre la storia dell’arte italiana a partire dal secondo Dopoguerra, riservando particolare attenzione anche alle nuove generazioni e alla ricerca artistica contemporanea.
Gli anni ’50 e ’60 sono rappresentati in mostra da un lavoro polimaterico di Roberto Crippa legato al Movimento Nucleare, da una carta intelata di Tancredi, da un “Diario” di Arturo Vermi, da una tela e da un sicofoil di Carla Accardi e da un’incisione all’acquatinta di Lucio Fontana, oltre ad un olio geometrico di Luigi Veronesi riferibile alla seconda metà del decennio precedente.
Sono ascrivibili agli anni ’70 e ’80, oltre all’opera di Franco Angeli che dà il titolo alla mostra, anche un dipinto di Paolo Cotani denominato “Dagli occhi della tigre” e una scultura sferica di Arnaldo Pomodoro. La sezione è inoltre completata da due lavori di Paolo Minoli, artista cui la Galleria ha recentemente dedicato un’ampia retrospettiva.
Si riferiscono agli anni ’90 e Duemila ancora un dittico di Paolo Minoli (“Per il poeta”, 1996), un dipinto a tecnica mista su carta di Alighiero Boetti, un rilievo su pvc di Alberto Biasi e una spiaggia in poliuretano espanso di Piero Gilardi.
La scultura contemporanea è indagata, per finire, da Eduard Habicher, Rudy Pulcinelli, Luca Freschi, Renata e Cristina Cosi; la pittura da Mirko Baricchi e Simone Pellegrini.
Curata da Federico Bonioni, la collettiva sarà inaugurata venerdì 24 novembre, dalle 10.00 alle 20.00, in occasione della festa patronale di San Prospero. L’esposizione sarà visitabile fino al 31 gennaio 2018, da martedì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00; 16 e 17 dicembre ore 10.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it, www.facebook.com/bonioniarte, www.instagram.com/bonioniarte.
“Frammenti” è parte della quarta edizione di “In Contemporanea”, rassegna che nel 2017 è diventata rete di gallerie, con un maggior numero di proposte distribuite nel corso dell’anno. Tra i primi appuntamenti, “In Contemporanea a Palazzo Magnani”, una serie di incontri dedicati ai mestieri dell’arte. Federico Bonioni sarà ospite a Palazzo Magnani, insieme allo staff di Vicolo Folletto Art Factories, venerdì 1 dicembre, alle ore 18.30, con l’intervento “La Galleria fuori dalla Galleria. Mostre pubbliche e progetti curatoriali”. Sempre nell’ambito di “In Contemporanea”, il 16 e il 17 dicembre 2017 si terrà “In Contemporanea fiera diffusa”, weekend all’insegna dell’arte con apertura delle gallerie aderenti ad orario continuato, dalle 10.00 alle 20.00.
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Carte e cartoni
03/12/2016 - 14/01/2017
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Per il periodo natalizio, dal 3 dicembre 2016 al 14 gennaio 2017, la Galleria de’ Bonis (viale dei Mille 44/B, Reggio Emilia) propone un’articolata collettiva di opere su carta e cartoncino dei maggiori artisti del Novecento italiano (con più di una puntata oltralpe): Afro, Pietro Annigoni, Antonio Bueno, Giuseppe Capogrossi, Nicola De Maria, Gianni Dova, Sam Francis, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Hans Hartung, Alberto Manfredi, Giorgio Morandi, Gino Severini, Mario Sironi.
La proposta spazia da disegni e schizzi preparatori fino a opere finite vere e proprie, da studi a matita a collage fino agli acquerelli, per indagare tutta la potenzialità del sorprendente supporto cartaceo.
Le opere scelte mettono a confronto la forza del segno propria dei disegni, che contengono tutta l’energia non ancora addomesticata dell’idea nascente dell’artista, con la delicatezza dell’acquerello o della china.
In galleria, anche molte opere insolite: il bozzetto in cartoncino dell’unica scultura mai realizzata da Guttuso: “L’edicola”, un’illustrazione satirica di Sironi per “Il Popolo d’Italia”, tre disegni di Morandi (una natura morta e due paesaggi), un collage di Capogrossi, un inusuale nudo femminile di Annigoni, una forte opera segnica di Hartung, un lavoro del 1970 di Sam Francis certificato direttamente dalla Sam Francis Foundation di Pasadena e diverse altre sorprese.
La mostra è un vero e proprio excursus attraverso il Novecento italiano, indagato a partire dagli autori che ne hanno scritto la storia. La scelta della carta permette selezionare opere particolari dei grandi della pittura in un percorso nuovo e stimolante. Le opere su carta sono, inoltre, un ottimo modo per accostarsi al collezionismo, scegliendo pezzi di grandi autori a prezzi più accessibili rispetto alle opere su tela.
L’esposizione sarà visitabile dal fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Ingresso libero. Sabato 17 dicembre, alle ore 18.00, brindisi di auguri in galleria. Per le festività la galleria sarà chiusa i giorni 24-25-26 dicembre e dal 31 dicembre al 6 gennaio compresi.
Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
La proposta spazia da disegni e schizzi preparatori fino a opere finite vere e proprie, da studi a matita a collage fino agli acquerelli, per indagare tutta la potenzialità del sorprendente supporto cartaceo.
Le opere scelte mettono a confronto la forza del segno propria dei disegni, che contengono tutta l’energia non ancora addomesticata dell’idea nascente dell’artista, con la delicatezza dell’acquerello o della china.
In galleria, anche molte opere insolite: il bozzetto in cartoncino dell’unica scultura mai realizzata da Guttuso: “L’edicola”, un’illustrazione satirica di Sironi per “Il Popolo d’Italia”, tre disegni di Morandi (una natura morta e due paesaggi), un collage di Capogrossi, un inusuale nudo femminile di Annigoni, una forte opera segnica di Hartung, un lavoro del 1970 di Sam Francis certificato direttamente dalla Sam Francis Foundation di Pasadena e diverse altre sorprese.
La mostra è un vero e proprio excursus attraverso il Novecento italiano, indagato a partire dagli autori che ne hanno scritto la storia. La scelta della carta permette selezionare opere particolari dei grandi della pittura in un percorso nuovo e stimolante. Le opere su carta sono, inoltre, un ottimo modo per accostarsi al collezionismo, scegliendo pezzi di grandi autori a prezzi più accessibili rispetto alle opere su tela.
L’esposizione sarà visitabile dal fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Ingresso libero. Sabato 17 dicembre, alle ore 18.00, brindisi di auguri in galleria. Per le festività la galleria sarà chiusa i giorni 24-25-26 dicembre e dal 31 dicembre al 6 gennaio compresi.
Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
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23/02/2017 - 26/02/2017
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Studio QueenArt
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* The selections are open until 20 January 2017.Le choices of Works of Art will be accurate on the contemporary art trends of the place.
To participate in the selection, you make request as soon possible of the registration forms and you send to this email the Artwork or the Artworks with which it intends to participate.
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Per partecipare alle selezioni richieda al più presto i moduli di adesione alla nostra email con immagini dell'Opera o delle Opere con cui si intende partecipare.
Non esiti a contattarci per qualsiasi dubbio o domanda
A presto!!
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TEL 3346447738
ART DIRECTOR MARIA GRAZIA TODARO
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PAFS 2017, 6th edition (Feb.23 - Feb.26, 2017) is an important art fair BY Silent ASTA
UNIQUE OPPORTUNITY TO EXHIBIT THEIR ARTWORKS IN SEOUL 23 to 26 February 2016, IN A DIFFERENT ART FAIR! IN ONE OF THE NEW RICH EMERGING AND NOW AMONG THE MOST 'INTERESTED TO INVEST IN ART AND CULTURE
A goal, is to catch new trends, it is to get your pulse on the eastern market?, in the magnificent GRAND INTERCONTINENTAL COEX SPECIAL GUESTS OF THE EVENT
PRINCE LORENZO DE MEDICI AND HIS BEAUTIFUL WIFE: THE PRINCESS KOREAN ROSEMARY
COEX Convention Center is located in Seoul COEX InterContinental and Grand InterContinental Seoul Parnas. Also in this complex is the Seven Luck Casino, the luxury department store Hyundai along with numerous shops and restaurants, all connected through a shopping / underground system with millions of the people moving for as long as the art fair?!?
CAPITAL OF FASHION AND DESIGN: the city that never sleeps.
* The selections are open until 20 January 2017.Le choices of Works of Art will be accurate on the contemporary art trends of the place.
To participate in the selection, you make request as soon possible of the registration forms and you send to this email the Artwork or the Artworks with which it intends to participate.
Do not hesitate to contact us with any questions
See you soon!!
PAFS- ART FAIR 2017
QueenArtStudio Gallery è lieta di invitare gli Artisti a partecipare alla nostra prossima Fiera a Seoul in Sud -Corea
(Feb.23 - Feb.26, 2017) è una importante fiera d'arte con ASTA SILENTE,
UN'OCCASIONE UNICA PER ESPORRE LE PROPRIE OPERE A SEOUL dal 23 al 26 ?F?ebbraio 2016,IN UNA FIERA D'ARTE
PRESTIGIOSA: IN UNO DEI NUOVI RICCHI PAESI EMERGENTI,ATTUALMENTE TRA I PIU' INTERESSATI AD INVESTIRE NELL'ARTE E NELLA CULTURA nel magnifico Grand Intercontinental Coex
Una meta sia per cogliere nuove tendenze, sia per avere il polso sul mercato orientale.
CAPITALE DELLA MODA E DEL DESIGN:la città che non dorme mai.
?SPECIAL GUEST DELL'EVENTO :
Il PRINCIPE LORENZO DE MEDICI E LA SUA BELLISSIMA MOGLIE: LA PRINCIPESSA COREANA ROSEMARY JOHNSON
Il Grand Intercontinental Hotel si trova nel cuore del COEX: Un'imponente e lussuoso Centro Commerciale dove sono l' InterContinental (Grand Seoul), Seven Luck Casino, Hyundai Department Store, Oakwood Hotel e COEX (Convention & Exhibition Center), che è il Centro Congressi più popolare in Corea del Sud.
?*Le selezioni sono aperte,fino al 20 gennaio 2017.
Per partecipare alle selezioni richieda al più presto i moduli di adesione alla nostra email con immagini dell'Opera o delle Opere con cui si intende partecipare.
Non esiti a contattarci per qualsiasi dubbio o domanda
A presto!!
QueenArtStudio Gallery Centro Espositivo di Arte Internazionale
Palazzo Papafava dei Carraresi-Padova?
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TEL 3346447738
ART DIRECTOR MARIA GRAZIA TODARO
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