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Evento: “Anime Silenti”, mostra personale della pittrice Egle Piaser
04/11/2017 - 18/11/2017
Dettagli
Data di inserimento: | 24/10/2017 - 23:50 |
Luogo: | Padova (PD) - Veneto |
Data di inizio: | 04/11/2017 |
Data di fine | 18/11/2017 |
Descrizione
Sabato 04 novembre alle ore 18,00, presso la Galleria La Teca di Padova, Corso Umberto I 56, inaugurerà la mostra “Anime Silenti”, personale della pittrice Egle Piaser.
La pittura di Egle Piaser concentra la propria attenzione sugli aspetti più intimi e delicati del quotidiano: una sorta di autoritratti in foggia di fiore, specchio del proprio sé e allo stesso tempo meditativo ed essenziale studio sul circostante, in uno sdoppiamento e contemporanea fusione di piani, dove le due parti si scindono e s’incontrano, cercando un punto d’unione, imprescindibile e necessario.
Le grandi effigi floreali sembrano osservarci attraverso la loro bidimensionalità sospesa, silenziose e interrogative, paiono porci domande e voler stimolare quesiti: sulla vita, sul mondo, sulla caducità delle cose e sulla storia, personale e universale. Spettatori benevoli e attenti, colpiscono per la loro assenza di appigli: non hanno appoggi su cui sostare, né gambi ancorati al suolo, ma paiono fluttuare, librandosi davanti ai nostri occhi, liberi e allo stesso tempo caduchi, come generati e distaccati dalla matrice. Nel fulgore dell’esistenza, al culmine del loro percorso, verso la fine cui sono connaturatamente destinati.
Questo fare figurativo, con accenti informali nelle colature e sottili gocciolature, velature impalpabili che imprigionano in un’aura d’indefinita malinconia tali grembi immacolati e gravidi, di pensieri, sensazioni, emozioni mai sopite, apre le porte alla dimensione spirituale e all’inconscio.
Le ombre si addensano lì dove l’ignoto aspetta sulla soglia e definiscono carnalità e volumi, ponendo allo stesso tempo l’accento sul divario fra interiorità ed esteriorità. Estetica e poetica quindi, l’opera di Egle Piaser ci invita ad entrare, rispettosamente e con discrezione, come fanno le sue creature, all’interno del suo mondo, per non sciupare il delicato segreto che vi è racchiuso: il racconto di un’anima, la descrizione di un cammino, artistico ed esistenziale, in continua valutazione e autoriflessione, opera matura e al contempo in perpetuo corso di svolgimento, come ogni cosa transitoria su questa terra.
23.10.2017 Maria Palladino
EGLE PIASER
Nasce a Conegliano(Treviso) nel 1965, città in cui attualmente vive e lavora.
Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, nel corso di Pittura, insegna Arte e Immagine.
MOSTRE COLLETTIVE E PERSONALI
1994.
“Artisti a Pordenone” Quartiere Fiera, Pordenone
“Architravi dipinti” Galleria Il Cantiere, Venezia
“100 artisti per 100 collezionisti” Galleria Cheiros, Vicenza
“Ritaglia e cuci” personale, Studio Grafo, Mestre (Venezia)
“Sacher & profano” Galleria Crossing, Portogruaro (Venezia)
1995
“Cos’hai che non parli...?” personale Biblioteca di Sarmede (TV)
“Vicenza Arte ‘95” Quartiere Fiera, Galleria Cheiros, Vicenza
“Arte a Pordenone” Quartiere Fiera, Pordenone
“Sacher & profano” Biennale Internazionale della Moda, Venezia
“Etruriarte 95” Quartiere Fiera, Venturina (LI)
1996
“100 artisti per 100 collezionisti” Galleria Cheiros, Vicenza
“Specchio specchio delle...” personale, Galleria La Spirale, Prato
1997
“Nuove figure” Accademia di Belle Arti di Venezia
1999
“Rosa Rosae” Galleria Tuttarte, Prato
2010
“L’art…un langage commun européen” Iistitut Saint-Anne, Gosselies,Belgio
“L’art…un langage commun européen” Biblioteca Publica de Leida,Spagna
2017
“Gatti ad arte” collettiva, febbraio, Palazzo Ragazzoni, Sacile (PN)
“Panorama chiama Europa per l’arte” rassegna di pittura, scultura e fotografia. Maggio, Corte Beato Marco d’Aviano, Palazzo della Provincia, Pordenone.
“Bagliori” 30 giugno – 30 luglio, museo della Lanterna, Genova
“Percorsi di mare fra terra e cielo”, luglio, Pescheria Vecchia, Este (PD)
“Arte natura tradizioni, emozioni da un luogo del cuore” personale, borgo dello scalpellino, Fregona (TV)
La mostra resterà visitabile fino al 18 novembre.
Orario di apertura: mercoledì – sabato, 10,30 – 12,30 e 16,30 - 19,30. Ingresso libero.
Per informazioni:
www.gallerialateca.com
info@gallerialateca.com
ph. +39 3474670115 - +39 3496650016
Maria Palladino: 3341695479 audramsa@outlook.it
La pittura di Egle Piaser concentra la propria attenzione sugli aspetti più intimi e delicati del quotidiano: una sorta di autoritratti in foggia di fiore, specchio del proprio sé e allo stesso tempo meditativo ed essenziale studio sul circostante, in uno sdoppiamento e contemporanea fusione di piani, dove le due parti si scindono e s’incontrano, cercando un punto d’unione, imprescindibile e necessario.
Le grandi effigi floreali sembrano osservarci attraverso la loro bidimensionalità sospesa, silenziose e interrogative, paiono porci domande e voler stimolare quesiti: sulla vita, sul mondo, sulla caducità delle cose e sulla storia, personale e universale. Spettatori benevoli e attenti, colpiscono per la loro assenza di appigli: non hanno appoggi su cui sostare, né gambi ancorati al suolo, ma paiono fluttuare, librandosi davanti ai nostri occhi, liberi e allo stesso tempo caduchi, come generati e distaccati dalla matrice. Nel fulgore dell’esistenza, al culmine del loro percorso, verso la fine cui sono connaturatamente destinati.
Questo fare figurativo, con accenti informali nelle colature e sottili gocciolature, velature impalpabili che imprigionano in un’aura d’indefinita malinconia tali grembi immacolati e gravidi, di pensieri, sensazioni, emozioni mai sopite, apre le porte alla dimensione spirituale e all’inconscio.
Le ombre si addensano lì dove l’ignoto aspetta sulla soglia e definiscono carnalità e volumi, ponendo allo stesso tempo l’accento sul divario fra interiorità ed esteriorità. Estetica e poetica quindi, l’opera di Egle Piaser ci invita ad entrare, rispettosamente e con discrezione, come fanno le sue creature, all’interno del suo mondo, per non sciupare il delicato segreto che vi è racchiuso: il racconto di un’anima, la descrizione di un cammino, artistico ed esistenziale, in continua valutazione e autoriflessione, opera matura e al contempo in perpetuo corso di svolgimento, come ogni cosa transitoria su questa terra.
23.10.2017 Maria Palladino
EGLE PIASER
Nasce a Conegliano(Treviso) nel 1965, città in cui attualmente vive e lavora.
Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, nel corso di Pittura, insegna Arte e Immagine.
MOSTRE COLLETTIVE E PERSONALI
1994.
“Artisti a Pordenone” Quartiere Fiera, Pordenone
“Architravi dipinti” Galleria Il Cantiere, Venezia
“100 artisti per 100 collezionisti” Galleria Cheiros, Vicenza
“Ritaglia e cuci” personale, Studio Grafo, Mestre (Venezia)
“Sacher & profano” Galleria Crossing, Portogruaro (Venezia)
1995
“Cos’hai che non parli...?” personale Biblioteca di Sarmede (TV)
“Vicenza Arte ‘95” Quartiere Fiera, Galleria Cheiros, Vicenza
“Arte a Pordenone” Quartiere Fiera, Pordenone
“Sacher & profano” Biennale Internazionale della Moda, Venezia
“Etruriarte 95” Quartiere Fiera, Venturina (LI)
1996
“100 artisti per 100 collezionisti” Galleria Cheiros, Vicenza
“Specchio specchio delle...” personale, Galleria La Spirale, Prato
1997
“Nuove figure” Accademia di Belle Arti di Venezia
1999
“Rosa Rosae” Galleria Tuttarte, Prato
2010
“L’art…un langage commun européen” Iistitut Saint-Anne, Gosselies,Belgio
“L’art…un langage commun européen” Biblioteca Publica de Leida,Spagna
2017
“Gatti ad arte” collettiva, febbraio, Palazzo Ragazzoni, Sacile (PN)
“Panorama chiama Europa per l’arte” rassegna di pittura, scultura e fotografia. Maggio, Corte Beato Marco d’Aviano, Palazzo della Provincia, Pordenone.
“Bagliori” 30 giugno – 30 luglio, museo della Lanterna, Genova
“Percorsi di mare fra terra e cielo”, luglio, Pescheria Vecchia, Este (PD)
“Arte natura tradizioni, emozioni da un luogo del cuore” personale, borgo dello scalpellino, Fregona (TV)
La mostra resterà visitabile fino al 18 novembre.
Orario di apertura: mercoledì – sabato, 10,30 – 12,30 e 16,30 - 19,30. Ingresso libero.
Per informazioni:
www.gallerialateca.com
info@gallerialateca.com
ph. +39 3474670115 - +39 3496650016
Maria Palladino: 3341695479 audramsa@outlook.it
Altri eventi dell'inserzionista
Claudio Gallo, “IL GIOCO DEGLI ELEMENTI – RAKU – TERRA, ACQUA, FUOCO, ARIA”
07/11/2015 - 21/11/2015
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
COMUNICATO STAMPA
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI CERAMICA RAKU DELL’ARTISTA CLAUDIO GALLO
“IL GIOCO DEGLI ELEMENTI – RAKU – TERRA, ACQUA, FUOCO, ARIA”
Sabato 7 novembre alle ore 17,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di opere in ceramica raku “Il gioco degli elementi – Raku – terra, acqua, fuoco, aria” dell’artista Claudio Gallo.
A cura di Maria Palladino.
L'antica tecnica ceramica del raku nasce in Giappone a metà del XVI sec., nel sobborgo di Kyoto, ad opera dell’artigiano di origine coreana Chojiro, inizialmente produttore di tegole in tale materiale. Questi manufatti pare colpissero l’interesse del monaco Sen no Riky?, maestro della cerimonia del tè, che egli codificò secondo la formula filosofica detta wabi-cha, e ispirata ad un ideale estetico ed esistenziale basato sul gusto per l’estrema semplicità e il rifiuto dell’ostentazione. Di qui la nascita del raku, in sostituzione della raffinata porcellana di stampo tradizionale per preferire oggetti di fattura apparentemente grezza e modesta, ma di grande valore spirituale. Lo sviluppo di questa nuova forma ceramica prenderà le mosse da quel ramo della filosofia zen denominato “wabi-sabi”: ovvero la bellezza delle cose umili, elementari, imperfette, transitorie, irregolari, che poco apparentemente colpiscono l’occhio ma di grandissimo valore intrinseco. La codificazione degli schemi della cerimonia in gesti precisi e ripetuti, una ben scandita rappresentazione di carattere religioso, sociale ed artistico troverà spazio ed istituzionalizzazione negli spettacoli del tradizionale teatro n?.
Negli anni 60 e 70 la tecnica verrà importata in Occidente, e declinata secondo nuove maniere e procedimenti operativi: dapprima in Inghilterra, grazie al libro “The Pottery Book” del ceramista Bernhard Leach, e successivamente in America, con Warren Gilberston e Paul Soldner che ne sperimentarono le possibilità tramite soggiorni in Giappone e l’arricchirono di metodi innovativi di cottura e di colorazione.
Claudio Gallo, ceramista contemporaneo, riprende e reinterpreta, rivivificandola, la tecnica originale, con apporti dati dalla sua inventiva, dall’estro creativo e dal desiderio di sperimentazione, da quell’impulso di fattore sotteso ad ogni azione che è proprio della personalità del vero artista. Potenza espressiva e gestualità spontanea intervengono a generare una sorta di “performance” intimistica, un dialogo silenzioso con la materia la cui componente ineffabile ed inesprimibile ne costituisce il fascino potente.
Il risultato sono opere scultoree, spesso di aspetto organico - per un ovvio richiamo alla materia di cui sono foggiate - ma anche di carattere informale: strutture che derivano solo in parte dallo sviluppo e dall’evoluzione di un’idea e che in realtà seguono un percorso proprio, una genesi singolare ed individuale costituendo l’estrinsecazione fattuale di un moto dell’anima impetuoso e sincero, dall’inizio alla fine, dall’urgenza del produrre alla sua inevitabile estinzione nell’oggetto compiuto.
La sua ispirazione dà vita a pezzi unici nell’ambito del design e dell’opera d’arte, rendendo evidente come il suo campo d’azione sottenda ad una vera e propria disciplina: fisica, ma anche spirituale e mentale, in cui l’elemento umano costituisce il cardine e il principio ultimo che tiene uniti e soffonde espressione ed unicità alle quattro componenti che vi compartecipano.
31.10.2015 Maria Palladino
Curriculum Claudio Gallo
Claudio Gallo nato nel 1958 vive e lavora a Camposampiero (Pd). Si definisce autodidatta anche se ha trascorso brevi periodi a contatto con esperti ceramisti nelle botteghe artigiane toscane e in alcuni laboratori di Nove di Bassano. Crea soprattutto per la gioia che ne ricava, ha presentato le sue opere in una collettiva a San Donà' di Piave e in Giappone a Fukuoka, al museo storico del bottone intitolato a "Sandro Partesotti" a Vigorovea (Pd).
Inizia la sua ricerca nell'ambito della ceramica alla fine degli anni 80 puntando su forme realizzate con tecniche miste e rifinite tramite diversi tipi di cottura, in particolare quella 'rapida' detta Raku.
La mostra resterà visitabile fino al 21 novembre in orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,30. Ingresso libero.
Per informazioni:
Claudio Gallo: icoppi58@gmail.com
Maria Palladino:
3341695479
audramsa@outlook.it
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI CERAMICA RAKU DELL’ARTISTA CLAUDIO GALLO
“IL GIOCO DEGLI ELEMENTI – RAKU – TERRA, ACQUA, FUOCO, ARIA”
Sabato 7 novembre alle ore 17,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di opere in ceramica raku “Il gioco degli elementi – Raku – terra, acqua, fuoco, aria” dell’artista Claudio Gallo.
A cura di Maria Palladino.
L'antica tecnica ceramica del raku nasce in Giappone a metà del XVI sec., nel sobborgo di Kyoto, ad opera dell’artigiano di origine coreana Chojiro, inizialmente produttore di tegole in tale materiale. Questi manufatti pare colpissero l’interesse del monaco Sen no Riky?, maestro della cerimonia del tè, che egli codificò secondo la formula filosofica detta wabi-cha, e ispirata ad un ideale estetico ed esistenziale basato sul gusto per l’estrema semplicità e il rifiuto dell’ostentazione. Di qui la nascita del raku, in sostituzione della raffinata porcellana di stampo tradizionale per preferire oggetti di fattura apparentemente grezza e modesta, ma di grande valore spirituale. Lo sviluppo di questa nuova forma ceramica prenderà le mosse da quel ramo della filosofia zen denominato “wabi-sabi”: ovvero la bellezza delle cose umili, elementari, imperfette, transitorie, irregolari, che poco apparentemente colpiscono l’occhio ma di grandissimo valore intrinseco. La codificazione degli schemi della cerimonia in gesti precisi e ripetuti, una ben scandita rappresentazione di carattere religioso, sociale ed artistico troverà spazio ed istituzionalizzazione negli spettacoli del tradizionale teatro n?.
Negli anni 60 e 70 la tecnica verrà importata in Occidente, e declinata secondo nuove maniere e procedimenti operativi: dapprima in Inghilterra, grazie al libro “The Pottery Book” del ceramista Bernhard Leach, e successivamente in America, con Warren Gilberston e Paul Soldner che ne sperimentarono le possibilità tramite soggiorni in Giappone e l’arricchirono di metodi innovativi di cottura e di colorazione.
Claudio Gallo, ceramista contemporaneo, riprende e reinterpreta, rivivificandola, la tecnica originale, con apporti dati dalla sua inventiva, dall’estro creativo e dal desiderio di sperimentazione, da quell’impulso di fattore sotteso ad ogni azione che è proprio della personalità del vero artista. Potenza espressiva e gestualità spontanea intervengono a generare una sorta di “performance” intimistica, un dialogo silenzioso con la materia la cui componente ineffabile ed inesprimibile ne costituisce il fascino potente.
Il risultato sono opere scultoree, spesso di aspetto organico - per un ovvio richiamo alla materia di cui sono foggiate - ma anche di carattere informale: strutture che derivano solo in parte dallo sviluppo e dall’evoluzione di un’idea e che in realtà seguono un percorso proprio, una genesi singolare ed individuale costituendo l’estrinsecazione fattuale di un moto dell’anima impetuoso e sincero, dall’inizio alla fine, dall’urgenza del produrre alla sua inevitabile estinzione nell’oggetto compiuto.
La sua ispirazione dà vita a pezzi unici nell’ambito del design e dell’opera d’arte, rendendo evidente come il suo campo d’azione sottenda ad una vera e propria disciplina: fisica, ma anche spirituale e mentale, in cui l’elemento umano costituisce il cardine e il principio ultimo che tiene uniti e soffonde espressione ed unicità alle quattro componenti che vi compartecipano.
31.10.2015 Maria Palladino
Curriculum Claudio Gallo
Claudio Gallo nato nel 1958 vive e lavora a Camposampiero (Pd). Si definisce autodidatta anche se ha trascorso brevi periodi a contatto con esperti ceramisti nelle botteghe artigiane toscane e in alcuni laboratori di Nove di Bassano. Crea soprattutto per la gioia che ne ricava, ha presentato le sue opere in una collettiva a San Donà' di Piave e in Giappone a Fukuoka, al museo storico del bottone intitolato a "Sandro Partesotti" a Vigorovea (Pd).
Inizia la sua ricerca nell'ambito della ceramica alla fine degli anni 80 puntando su forme realizzate con tecniche miste e rifinite tramite diversi tipi di cottura, in particolare quella 'rapida' detta Raku.
La mostra resterà visitabile fino al 21 novembre in orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,30. Ingresso libero.
Per informazioni:
Claudio Gallo: icoppi58@gmail.com
Maria Palladino:
3341695479
audramsa@outlook.it
MOSTRA “PERCORSI DI MARE, FRA TERRA E CIELO. UNO SGUARDO INTERIORIZZATO AL TERRITORIO”, ESPOSIZIONE
14/07/2017 - 31/07/2017
Este (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
Venerdì 14 luglio alle ore 19,00, nella Sala espositiva della Pescheria Vecchia di Este (PD), via Massimo D’Azeglio 11, inaugurerà la mostra collettiva di pittura, scultura e pittoscultura “Percorsi di mare, fra terra e cielo. Uno sguardo interiorizzato al territorio”. Espongono gli artisti Lino Legnaghi, Egle Piaser, Federica Pellegrino, Luca Zuliani, Massimo Fogarin.
A cura di Maria Palladino.
La collettiva raccoglie opere ispirate al paesaggio veneto, tema dell’esposizione, e alla contemporaneità, e si propone di essere un omaggio alla città di Este e a tutta la regione, le cui bellezze naturali e eccellenze artistiche informano di sé l’operato e la poetica degli autori in mostra.
Terra ricca di corsi d’acqua, il fascino della laguna e del mare, il senso del mito e della storia locale, divengono protagonisti dei dipinti e delle sculture, così come boschi, rilievi e pianure, in cui l’atmosfericità dell’aria e i giochi di luci, ombre e riflessi fanno da comprimari.
Ciascun artista manifesta il suo personale rapporto e studio sulla forma e la materia della propria disciplina, con uno sguardo costante al tempo attuale e alla sua problematicità, in un dialogo che intesse un interessante confronto fra passato e presente, fra la concretezza dell’esperienza quotidiana e il vissuto interiore.
Stimolante confronto tra conoscenze e trascorsi artistici molto diversi, scopo della collettiva è coinvolgere lo spettatore in una sorta di viaggio immaginario attraverso i luoghi noti e amati interpretati e tradotti secondo ottiche e punti di vista che nelle similitudini fanno tesoro delle differenze.
Notiamo quali fili conduttori uno studio comune sugli effetti e sul trattamento del colore, che si esplicita in stesure materiche o gocciolature o si dissolve in abili trasparenze, lasciando al disegno la giusta parte, ovvero quella di definire, senza ingabbiare, le forme e le fattezze delle cose, le quali prendono sembianza e al contempo si stemperano nelle tonalità e nell’aria, lì dove in scultura la forma plastica cerca un rapporto con l’ambiente, come proprio della tradizione.
Differenti punti di vista danno adito ad interrogarsi, sull’importanza della tutela del territorio e del patrimonio storico ed artistico, ovvero dell’identità locale in rapporto alla frenetica mutevolezza della realtà attuale, proiettata verso indefiniti confini tecnologici e di sensibilità.
Quello che emerge come importante è il profilo umano di ciascuna soggettività artistica, che a suo modo e secondo il suo particolare mondo poetico, abilità tecnica, segno espressivo, mette in evidenza gli aspetti salienti dell’ambiente vitale, che hanno informato di sé e lasciato un segno indelebile nella sua arte.
Tutto ciò senza tralasciare un certo aspetto romantico e surreale, concettuale nelle creazioni, elemento che consente alla mente di spaziare e di non fermarsi alla materialità della superficie, ma di penetrarvi con l’intelletto e col cuore, al fine di coglierne aspetti reconditi, immaginarne ulteriori e inesplorate possibilità e inoltre ipotizzare e congetturare nuove e desiderabili visioni future.
Osserviamo una cura della resa prospettica e della profondità visiva che si esplicita attraverso la materia e il colore, secondo il retaggio culturale e artistico dell’illustre passato, ma anche una volontà di innovazione e il configurarsi di specifiche e ben definite caratteristiche che testimoniano dell’entusiasmo e della dedizione che ognuno dei protagonisti di questa rassegna pone nel proprio operato.
Una esposizione di sicuro coinvolgimento quindi, che collega passato e presente in un dialogo muto e appassionato il quale si esplicita grazie alla manifestazione più alta dello spirito umano, ovvero l’arte e la cultura.
03.07.2017 Maria Palladino
La mostra resterà visitabile fino al 30 luglio.
Orario di apertura: lunedì – venerdì, dalle ore 17,00 alle 21,00.
Sabato: dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle ore 17,00 alle 21,30.
Domenica: dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle ore 17,00 alle 21,00. Ingresso libero.
Per informazioni:
Comune di Este - Piazza Maggiore 6, 35042 Este (PD)
Tel.: 0429 617511 // Fax: 0429 600632
polisportello@comune.este.pd.it
Maria Palladino
3341695479 audramsa@outlook.it
A cura di Maria Palladino.
La collettiva raccoglie opere ispirate al paesaggio veneto, tema dell’esposizione, e alla contemporaneità, e si propone di essere un omaggio alla città di Este e a tutta la regione, le cui bellezze naturali e eccellenze artistiche informano di sé l’operato e la poetica degli autori in mostra.
Terra ricca di corsi d’acqua, il fascino della laguna e del mare, il senso del mito e della storia locale, divengono protagonisti dei dipinti e delle sculture, così come boschi, rilievi e pianure, in cui l’atmosfericità dell’aria e i giochi di luci, ombre e riflessi fanno da comprimari.
Ciascun artista manifesta il suo personale rapporto e studio sulla forma e la materia della propria disciplina, con uno sguardo costante al tempo attuale e alla sua problematicità, in un dialogo che intesse un interessante confronto fra passato e presente, fra la concretezza dell’esperienza quotidiana e il vissuto interiore.
Stimolante confronto tra conoscenze e trascorsi artistici molto diversi, scopo della collettiva è coinvolgere lo spettatore in una sorta di viaggio immaginario attraverso i luoghi noti e amati interpretati e tradotti secondo ottiche e punti di vista che nelle similitudini fanno tesoro delle differenze.
Notiamo quali fili conduttori uno studio comune sugli effetti e sul trattamento del colore, che si esplicita in stesure materiche o gocciolature o si dissolve in abili trasparenze, lasciando al disegno la giusta parte, ovvero quella di definire, senza ingabbiare, le forme e le fattezze delle cose, le quali prendono sembianza e al contempo si stemperano nelle tonalità e nell’aria, lì dove in scultura la forma plastica cerca un rapporto con l’ambiente, come proprio della tradizione.
Differenti punti di vista danno adito ad interrogarsi, sull’importanza della tutela del territorio e del patrimonio storico ed artistico, ovvero dell’identità locale in rapporto alla frenetica mutevolezza della realtà attuale, proiettata verso indefiniti confini tecnologici e di sensibilità.
Quello che emerge come importante è il profilo umano di ciascuna soggettività artistica, che a suo modo e secondo il suo particolare mondo poetico, abilità tecnica, segno espressivo, mette in evidenza gli aspetti salienti dell’ambiente vitale, che hanno informato di sé e lasciato un segno indelebile nella sua arte.
Tutto ciò senza tralasciare un certo aspetto romantico e surreale, concettuale nelle creazioni, elemento che consente alla mente di spaziare e di non fermarsi alla materialità della superficie, ma di penetrarvi con l’intelletto e col cuore, al fine di coglierne aspetti reconditi, immaginarne ulteriori e inesplorate possibilità e inoltre ipotizzare e congetturare nuove e desiderabili visioni future.
Osserviamo una cura della resa prospettica e della profondità visiva che si esplicita attraverso la materia e il colore, secondo il retaggio culturale e artistico dell’illustre passato, ma anche una volontà di innovazione e il configurarsi di specifiche e ben definite caratteristiche che testimoniano dell’entusiasmo e della dedizione che ognuno dei protagonisti di questa rassegna pone nel proprio operato.
Una esposizione di sicuro coinvolgimento quindi, che collega passato e presente in un dialogo muto e appassionato il quale si esplicita grazie alla manifestazione più alta dello spirito umano, ovvero l’arte e la cultura.
03.07.2017 Maria Palladino
La mostra resterà visitabile fino al 30 luglio.
Orario di apertura: lunedì – venerdì, dalle ore 17,00 alle 21,00.
Sabato: dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle ore 17,00 alle 21,30.
Domenica: dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle ore 17,00 alle 21,00. Ingresso libero.
Per informazioni:
Comune di Este - Piazza Maggiore 6, 35042 Este (PD)
Tel.: 0429 617511 // Fax: 0429 600632
polisportello@comune.este.pd.it
Maria Palladino
3341695479 audramsa@outlook.it
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La Linea Continua. Disegni dei Musei Civici di Reggio Emilia. Da Lelio Orsi a Omar Galliani
19/12/2015 - 28/03/2016
Este (PD) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
Omar Galliani, artista che ha portato la grande tradizione del disegno italiano nel mondo, è stato invitato a dialogare con la collezione di disegni antichi dei Musei Civici di Reggio Emilia. Trecento opere dal Cinquecento ad oggi, esposte dal 19 dicembre 2015 al 28 marzo 2016 nel Palazzo dei Musei e raccolte nel volume “La linea continua. Disegni antichi dei Musei Civici di Reggio Emilia” (ed. Skira), promosso dalla Fondazione Manodori in collaborazione con i Musei Civici.
Nel Palazzo dei Musei (via Spallanzani 1, Reggio Emilia), dal 19 dicembre 2015 al 28 marzo 2016, una grande mostra dal titolo “La Linea Continua. Disegni dei Musei Civici di Reggio Emilia. Da Lelio Orsi a Omar Galliani” per scoprire circa 300 disegni di diversi autori, dal Cinquecento ai giorni nostri, in un ideale dialogo tra opere antiche, opere del XIX secolo e del Novecento e disegni contemporanei. L’esposizione sarà inaugurata sabato 19 dicembre alle ore 17.00, alla presenza dei promotori, dei curatori Alessandra Bigi Iotti, Elisabetta Farioli, Alessandro Gazzotti, Giulio Zavatta e dell’artista Omar Galliani.
All’interno del ricco corpus di disegni conservati negli archivi del Museo, Omar Galliani ha selezionato un foglio a matita su carta di Antonio Fontanesi, dal quale ha tratto ispirazione per realizzare alcune opere originali. La sezione dedicata all’autore propone, inoltre, una selezione di carte realizzate negli anni Settanta che si pongono in serrato dialogo con alcuni disegni antichi e dieci tavole tratte dal libro in poesia di Gian Ruggero Manzoni “Nel vortice delle acque superiori” (Raffaelli Editore, Rimini, 2015).
«Cosa avrà letto – si chiede Omar Galliani – la fanciulla seduta con in mano un libro nel piccolo disegno di Antonio Fontanesi? Forse aspettava qualcuno? Lo stesso Antonio che poi l’avrà fatta posare per qualche istante prima di chiudere il cavalletto sul tocco di biacca dell’ultimo paesaggio della sera? Quale era il suo nome? Non lo sapremo mai. Antonio non ha dipinto molte figure preferendo paesaggi, paesaggi dell'anima, direi, più che en plein air. Forse tra le mani stringeva l’album di schizzi di Antonio? Un’amante segreta? Una figlia senza nome? Forse l’avrà dipinta a Tokyo ed è oggi appesa in qualche collezione di quel lontano paese dove la pittura era d’inchiostro e le donne vestivano di sete fiorite e i fiori di pesco si sostituivano ai pioppi della sua grande pianura? I disegni a volte nel tempo restano muti per sempre e nel loro siderale silenzio compiono viaggi straordinari che non riusciremo mai a ricostruire. La rivisitazione dell’opera esige rispetto. Il suo silenzio chiede rispetto. Sta a noi cercare quel piano inclinato tra ieri e oggi che possa rigenerarsi all’interno dell’opera stessa».
Nei Musei di Reggio Emilia è conservato un tesoro nascosto: una raccolta di disegni, studi preparatori per dipinti, bozzetti d’architettura e di scenografia che coprono l’arco cronologico che va dal Cinquecento al Novecento. “La linea continua” è il concetto che unifica l’esposizione, poiché una caratteristica peculiare del collezionismo e della pratica del disegno a Reggio Emilia è, fin dai secoli trascorsi, quella di ispirarsi alla grande tradizione per creare opere moderne.
La Fondazione Manodori, in collaborazione con i Musei Civici, ha promosso la realizzazione di un volume, edito da Skira, dal titolo “La linea continua. Disegni antichi dei Musei Civici di Reggio Emilia”, che analizza, in particolare, il fondo dei disegni antichi dal XVI al XVII secolo, formato da duecento fogli di notevole pregio, quasi del tutto sconosciuti; un “tesoro nascosto” che finalmente viene proposto all’attenzione del pubblico e della critica. Il libro sarà presentato sabato 19 dicembre, alle ore 11.00, nell’Aula Magna dell’Università di Reggio Emilia. Interverranno Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Marzia Faietti, direttore del Gabinetto delle Stampe degli Uffizi, Elisabetta Farioli, direttore dei Musei Civici. Ad illustrare l’opera sarà Giulio Zavatta, che ha curato il volume insieme ad Alessandra Bigi Iotti.
La mostra sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 9.00-12.00, sabato, domenica e festivi ore 9.00-12.00 e 16.00-19.00; 1 gennaio 2016 apertura solo al pomeriggio ore 16.00-19.00. Ingresso gratuito. Sono in programma visite guidate e laboratori didattici. Per informazioni: www.musei.re.it, www.omargalliani.com.
Nel Palazzo dei Musei (via Spallanzani 1, Reggio Emilia), dal 19 dicembre 2015 al 28 marzo 2016, una grande mostra dal titolo “La Linea Continua. Disegni dei Musei Civici di Reggio Emilia. Da Lelio Orsi a Omar Galliani” per scoprire circa 300 disegni di diversi autori, dal Cinquecento ai giorni nostri, in un ideale dialogo tra opere antiche, opere del XIX secolo e del Novecento e disegni contemporanei. L’esposizione sarà inaugurata sabato 19 dicembre alle ore 17.00, alla presenza dei promotori, dei curatori Alessandra Bigi Iotti, Elisabetta Farioli, Alessandro Gazzotti, Giulio Zavatta e dell’artista Omar Galliani.
All’interno del ricco corpus di disegni conservati negli archivi del Museo, Omar Galliani ha selezionato un foglio a matita su carta di Antonio Fontanesi, dal quale ha tratto ispirazione per realizzare alcune opere originali. La sezione dedicata all’autore propone, inoltre, una selezione di carte realizzate negli anni Settanta che si pongono in serrato dialogo con alcuni disegni antichi e dieci tavole tratte dal libro in poesia di Gian Ruggero Manzoni “Nel vortice delle acque superiori” (Raffaelli Editore, Rimini, 2015).
«Cosa avrà letto – si chiede Omar Galliani – la fanciulla seduta con in mano un libro nel piccolo disegno di Antonio Fontanesi? Forse aspettava qualcuno? Lo stesso Antonio che poi l’avrà fatta posare per qualche istante prima di chiudere il cavalletto sul tocco di biacca dell’ultimo paesaggio della sera? Quale era il suo nome? Non lo sapremo mai. Antonio non ha dipinto molte figure preferendo paesaggi, paesaggi dell'anima, direi, più che en plein air. Forse tra le mani stringeva l’album di schizzi di Antonio? Un’amante segreta? Una figlia senza nome? Forse l’avrà dipinta a Tokyo ed è oggi appesa in qualche collezione di quel lontano paese dove la pittura era d’inchiostro e le donne vestivano di sete fiorite e i fiori di pesco si sostituivano ai pioppi della sua grande pianura? I disegni a volte nel tempo restano muti per sempre e nel loro siderale silenzio compiono viaggi straordinari che non riusciremo mai a ricostruire. La rivisitazione dell’opera esige rispetto. Il suo silenzio chiede rispetto. Sta a noi cercare quel piano inclinato tra ieri e oggi che possa rigenerarsi all’interno dell’opera stessa».
Nei Musei di Reggio Emilia è conservato un tesoro nascosto: una raccolta di disegni, studi preparatori per dipinti, bozzetti d’architettura e di scenografia che coprono l’arco cronologico che va dal Cinquecento al Novecento. “La linea continua” è il concetto che unifica l’esposizione, poiché una caratteristica peculiare del collezionismo e della pratica del disegno a Reggio Emilia è, fin dai secoli trascorsi, quella di ispirarsi alla grande tradizione per creare opere moderne.
La Fondazione Manodori, in collaborazione con i Musei Civici, ha promosso la realizzazione di un volume, edito da Skira, dal titolo “La linea continua. Disegni antichi dei Musei Civici di Reggio Emilia”, che analizza, in particolare, il fondo dei disegni antichi dal XVI al XVII secolo, formato da duecento fogli di notevole pregio, quasi del tutto sconosciuti; un “tesoro nascosto” che finalmente viene proposto all’attenzione del pubblico e della critica. Il libro sarà presentato sabato 19 dicembre, alle ore 11.00, nell’Aula Magna dell’Università di Reggio Emilia. Interverranno Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Marzia Faietti, direttore del Gabinetto delle Stampe degli Uffizi, Elisabetta Farioli, direttore dei Musei Civici. Ad illustrare l’opera sarà Giulio Zavatta, che ha curato il volume insieme ad Alessandra Bigi Iotti.
La mostra sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 9.00-12.00, sabato, domenica e festivi ore 9.00-12.00 e 16.00-19.00; 1 gennaio 2016 apertura solo al pomeriggio ore 16.00-19.00. Ingresso gratuito. Sono in programma visite guidate e laboratori didattici. Per informazioni: www.musei.re.it, www.omargalliani.com.
Lirismo nel paesaggio
21/06/2016 - 30/06/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
Mostra personale di pittura di Salvatore De Curtis c/o Salvatore Serio galleria d’arte.
Via Guglielmo Oberdan 8, Napoli.
Dal 21 al 30 giugno 2016.
Vernissage: martedì 21 giugno ore 18:00.Ingresso libero.
Orari: dal lunedì al sabato 10:30-13:00; 16:30-19:30.
UNA POESIA SCRITTA COL PENNELLO: LIRISMO NEL PAESAGGIO.
Paesaggi che si perdono, atmosfere incantate e sognanti. Visioni idilliache che si confondono tra orizzonti indefiniti. Una natura incontaminata e priva delle brutture e dell’invasiva attitudine dell’uomo a colonizzarla. Lo sguardo del fruitore spazia tra la linea sottile del mare e della campagna. È questo il leitmotiv delle opere dell’artista napoletano Salvatore De Curtis, classe 1944.
In questa mostra, dal titolo Lirismo nel paesaggio presso la Galleria d’Arte Salvatore Serio di Napoli, il pittore espone una serie di paesaggi di piccolo/medio formato, dove è possibile ravvisare le principali caratteristiche della sua tradizione artistica: una natura bucolica, pura, spogliata e “depurata” dagli elementi architettonici di disturbo. Le opere di De Curtis si avvalgono di paesaggi reali che si presentano come testimoni silenziosi di una natura primigenia: la campagna, gli scorci marini, gli onirici paesaggi flegrei, ci parlano delle nostre origini e ci costringono a confrontarli con gli orrori dell’industrializzazione, della speculazione edilizia e dell’urbanizzazione selvaggia, che li hanno irrimediabilmente compromessi.
La passione per la pittura accompagna Salvatore fin da bambino: le sue rappresentazioni paesaggistiche sono intimistiche, a tratti nebbiose e sfumate, o anche letteralmente “graffiate” e con pennellate veloci. Evidente risulta il richiamo ai paesaggisti dell’800 napoletano (Scuola di Posillipo e Scuola di Resina), nonché al pittore pugliese, ma napoletano d’adozione, Giuseppe Casciaro (l’utilizzo dei pastelli è senz’altro uno spunto fondamentale per la sua opera). De Curtis predilige, inoltre, la pittura ad olio o l’acrilico, mezzi espressivi adeguati alla sua poetica naturalistica ed “en plein air”.
Osservando attentamente le sue opere intraprendendo questo viaggio paesaggistico tra le tele di questo pittore-poeta, un senso vago di nostalgia ci fa smarrire tra le nebbie, le brezze e la brina della campagna. Può questa natura che trasuda visioni ancestrali rimediare ai nostri errori?
Rosalba Volpe.