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Evento: OPENING - TETSURO SHIMIZU - LUME
18/11/2021 - 18/01/2022
Dettagli
Data di inserimento: | 07/11/2021 - 15:04 |
Luogo: | Milano (MI) - Lombardia |
Data di inizio: | 18/11/2021 |
Data di fine | 18/01/2022 |
Descrizione
La Galleria Il Milione è lieta di annunciare la mostra Lume di Tetsuro Shimizu con testo critico di Matteo Galbiati.
Cinque anni dopo la sua ultima personale in Galleria, Shimizu con questa nuova mostra espone gli esiti più recenti della sua coerente ricerca artistica e della sua attenta indagine estetica. Attraverso una serie di opere degli anni 2020 e 2021, l’artista racchiude le ultime tensioni sensibili che l’impasto multiforme delle sue cremie è sempre in grado di rinnovare e mutare. Il suo lavoro è reso inconfondibile dai tagli-forme conferiti al quadro che “ne disabilitano l’oggettualità” e su queste superfici irregolari si predispone il suo linguaggio forte e delicato al contempo, ricco di un’espressività incisiva e caratterizzante che denuncia sempre la piena libertà narrativa del colore. “Shimizu pone l’immagine pittorica in uno stato di fibrillazione tensiva che esercita, nella definizione ultima dell’opera, un potere vorticoso e coinvolgente per lo sguardo che viene letteralmente assorbito dalle onde, dai segni, dai frammenti, dagli intrecci di una pennellata permanentemente viva e pulsante”. Il colore vive allora di infinite cromie che creano evoluzioni potenziali di qualcosa di incontrollabile e incoglibile e ciò “rende le sue opere una concatenazione di eventi narrativi che nel lavoro che deve ancora venire avrà, forse, la sua possibile risposta definitiva”. “Dipingere, quindi, è per l’artista un dovere da espletare in continuità con quanto appena trovato, è dovere di scavare nel profondo per far emergere ogni latenza inesplorata.”
Con Lume Shimizu riunisce una quindicina di opere di formati diversi che, seguendo un allestimento misurato e suddiviso per “temperature” cromatiche, le quali passano dal bianco al blu e culminano nel rosso, favoriscono quell’afflato poetico tipico del suo segno-gesto. “La pittura prevale come atto di coinvolgimento empatico, travolgente e inevitabile; non occorre alcuna rappresentazione veridica, nessuna deduzione riconducibile al reale, perché è un atto di sentimento, è forza propulsiva che avvolge l’immaginazione e apre con noi un in-comprensibile dialogo il cui codice è la spontaneità stessa con cui si coglie quella vertigine prodotta, nel nostro stesso sguardo, dal colore.” Su tutte le opere troneggia Anelito T-16 del 2020, opera monumentale che, assumendo una connotazione ambientale, trasferisce su vasta scala la potenza della pittura dell’artista, qui fortemente amplificata nello spazio espositivo.
A completamento della mostra la Galleria pubblicherà il suo consueto Bollettino (n°204) che raccoglie la riproduzione di alcune opere, le vedute della mostra, il testo critico di Matteo Galbiati e una biografia selezionata e aggiornata dell’artista. Alla versione cartacea si rende disponibile sul sito della galleria anche la versione versione web, liberamente scaricabile. In occasione della mostra sarà online la nuova versione del sito Internet della Galleria.
Cinque anni dopo la sua ultima personale in Galleria, Shimizu con questa nuova mostra espone gli esiti più recenti della sua coerente ricerca artistica e della sua attenta indagine estetica. Attraverso una serie di opere degli anni 2020 e 2021, l’artista racchiude le ultime tensioni sensibili che l’impasto multiforme delle sue cremie è sempre in grado di rinnovare e mutare. Il suo lavoro è reso inconfondibile dai tagli-forme conferiti al quadro che “ne disabilitano l’oggettualità” e su queste superfici irregolari si predispone il suo linguaggio forte e delicato al contempo, ricco di un’espressività incisiva e caratterizzante che denuncia sempre la piena libertà narrativa del colore. “Shimizu pone l’immagine pittorica in uno stato di fibrillazione tensiva che esercita, nella definizione ultima dell’opera, un potere vorticoso e coinvolgente per lo sguardo che viene letteralmente assorbito dalle onde, dai segni, dai frammenti, dagli intrecci di una pennellata permanentemente viva e pulsante”. Il colore vive allora di infinite cromie che creano evoluzioni potenziali di qualcosa di incontrollabile e incoglibile e ciò “rende le sue opere una concatenazione di eventi narrativi che nel lavoro che deve ancora venire avrà, forse, la sua possibile risposta definitiva”. “Dipingere, quindi, è per l’artista un dovere da espletare in continuità con quanto appena trovato, è dovere di scavare nel profondo per far emergere ogni latenza inesplorata.”
Con Lume Shimizu riunisce una quindicina di opere di formati diversi che, seguendo un allestimento misurato e suddiviso per “temperature” cromatiche, le quali passano dal bianco al blu e culminano nel rosso, favoriscono quell’afflato poetico tipico del suo segno-gesto. “La pittura prevale come atto di coinvolgimento empatico, travolgente e inevitabile; non occorre alcuna rappresentazione veridica, nessuna deduzione riconducibile al reale, perché è un atto di sentimento, è forza propulsiva che avvolge l’immaginazione e apre con noi un in-comprensibile dialogo il cui codice è la spontaneità stessa con cui si coglie quella vertigine prodotta, nel nostro stesso sguardo, dal colore.” Su tutte le opere troneggia Anelito T-16 del 2020, opera monumentale che, assumendo una connotazione ambientale, trasferisce su vasta scala la potenza della pittura dell’artista, qui fortemente amplificata nello spazio espositivo.
A completamento della mostra la Galleria pubblicherà il suo consueto Bollettino (n°204) che raccoglie la riproduzione di alcune opere, le vedute della mostra, il testo critico di Matteo Galbiati e una biografia selezionata e aggiornata dell’artista. Alla versione cartacea si rende disponibile sul sito della galleria anche la versione versione web, liberamente scaricabile. In occasione della mostra sarà online la nuova versione del sito Internet della Galleria.
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OPENING - TETSURO SHIMIZU - LUME
18/11/2021 - 18/01/2022
Milano (MI) - Lombardia
Inserito da Galleria Il Milione
La Galleria Il Milione è lieta di annunciare la mostra Lume di Tetsuro Shimizu con testo critico di Matteo Galbiati.
Cinque anni dopo la sua ultima personale in Galleria, Shimizu con questa nuova mostra espone gli esiti più recenti della sua coerente ricerca artistica e della sua attenta indagine estetica. Attraverso una serie di opere degli anni 2020 e 2021, l’artista racchiude le ultime tensioni sensibili che l’impasto multiforme delle sue cremie è sempre in grado di rinnovare e mutare. Il suo lavoro è reso inconfondibile dai tagli-forme conferiti al quadro che “ne disabilitano l’oggettualità” e su queste superfici irregolari si predispone il suo linguaggio forte e delicato al contempo, ricco di un’espressività incisiva e caratterizzante che denuncia sempre la piena libertà narrativa del colore. “Shimizu pone l’immagine pittorica in uno stato di fibrillazione tensiva che esercita, nella definizione ultima dell’opera, un potere vorticoso e coinvolgente per lo sguardo che viene letteralmente assorbito dalle onde, dai segni, dai frammenti, dagli intrecci di una pennellata permanentemente viva e pulsante”. Il colore vive allora di infinite cromie che creano evoluzioni potenziali di qualcosa di incontrollabile e incoglibile e ciò “rende le sue opere una concatenazione di eventi narrativi che nel lavoro che deve ancora venire avrà, forse, la sua possibile risposta definitiva”. “Dipingere, quindi, è per l’artista un dovere da espletare in continuità con quanto appena trovato, è dovere di scavare nel profondo per far emergere ogni latenza inesplorata.”
Con Lume Shimizu riunisce una quindicina di opere di formati diversi che, seguendo un allestimento misurato e suddiviso per “temperature” cromatiche, le quali passano dal bianco al blu e culminano nel rosso, favoriscono quell’afflato poetico tipico del suo segno-gesto. “La pittura prevale come atto di coinvolgimento empatico, travolgente e inevitabile; non occorre alcuna rappresentazione veridica, nessuna deduzione riconducibile al reale, perché è un atto di sentimento, è forza propulsiva che avvolge l’immaginazione e apre con noi un in-comprensibile dialogo il cui codice è la spontaneità stessa con cui si coglie quella vertigine prodotta, nel nostro stesso sguardo, dal colore.” Su tutte le opere troneggia Anelito T-16 del 2020, opera monumentale che, assumendo una connotazione ambientale, trasferisce su vasta scala la potenza della pittura dell’artista, qui fortemente amplificata nello spazio espositivo.
A completamento della mostra la Galleria pubblicherà il suo consueto Bollettino (n°204) che raccoglie la riproduzione di alcune opere, le vedute della mostra, il testo critico di Matteo Galbiati e una biografia selezionata e aggiornata dell’artista. Alla versione cartacea si rende disponibile sul sito della galleria anche la versione versione web, liberamente scaricabile. In occasione della mostra sarà online la nuova versione del sito Internet della Galleria.
Cinque anni dopo la sua ultima personale in Galleria, Shimizu con questa nuova mostra espone gli esiti più recenti della sua coerente ricerca artistica e della sua attenta indagine estetica. Attraverso una serie di opere degli anni 2020 e 2021, l’artista racchiude le ultime tensioni sensibili che l’impasto multiforme delle sue cremie è sempre in grado di rinnovare e mutare. Il suo lavoro è reso inconfondibile dai tagli-forme conferiti al quadro che “ne disabilitano l’oggettualità” e su queste superfici irregolari si predispone il suo linguaggio forte e delicato al contempo, ricco di un’espressività incisiva e caratterizzante che denuncia sempre la piena libertà narrativa del colore. “Shimizu pone l’immagine pittorica in uno stato di fibrillazione tensiva che esercita, nella definizione ultima dell’opera, un potere vorticoso e coinvolgente per lo sguardo che viene letteralmente assorbito dalle onde, dai segni, dai frammenti, dagli intrecci di una pennellata permanentemente viva e pulsante”. Il colore vive allora di infinite cromie che creano evoluzioni potenziali di qualcosa di incontrollabile e incoglibile e ciò “rende le sue opere una concatenazione di eventi narrativi che nel lavoro che deve ancora venire avrà, forse, la sua possibile risposta definitiva”. “Dipingere, quindi, è per l’artista un dovere da espletare in continuità con quanto appena trovato, è dovere di scavare nel profondo per far emergere ogni latenza inesplorata.”
Con Lume Shimizu riunisce una quindicina di opere di formati diversi che, seguendo un allestimento misurato e suddiviso per “temperature” cromatiche, le quali passano dal bianco al blu e culminano nel rosso, favoriscono quell’afflato poetico tipico del suo segno-gesto. “La pittura prevale come atto di coinvolgimento empatico, travolgente e inevitabile; non occorre alcuna rappresentazione veridica, nessuna deduzione riconducibile al reale, perché è un atto di sentimento, è forza propulsiva che avvolge l’immaginazione e apre con noi un in-comprensibile dialogo il cui codice è la spontaneità stessa con cui si coglie quella vertigine prodotta, nel nostro stesso sguardo, dal colore.” Su tutte le opere troneggia Anelito T-16 del 2020, opera monumentale che, assumendo una connotazione ambientale, trasferisce su vasta scala la potenza della pittura dell’artista, qui fortemente amplificata nello spazio espositivo.
A completamento della mostra la Galleria pubblicherà il suo consueto Bollettino (n°204) che raccoglie la riproduzione di alcune opere, le vedute della mostra, il testo critico di Matteo Galbiati e una biografia selezionata e aggiornata dell’artista. Alla versione cartacea si rende disponibile sul sito della galleria anche la versione versione web, liberamente scaricabile. In occasione della mostra sarà online la nuova versione del sito Internet della Galleria.
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Ritorno alle origini "Fixcrystal"
19/05/2017 - 27/05/2017
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
Ritorno alle origini "Fixcrystal"
Dal 19 al 27 maggio 2017 la galleria Salvatore Serio ospita la mostra personale di Stefania Ciccarella.
Stefania Ciccarella è un'artista napoletana, la sua arte spazia dalla fotografia all'illustrazione e ora anche la pittura fa parte del suo mondo visionario.
Stefania Ciccarella, in arte "FIX", presenta il suo alter ego "FIXCRYSTAL".
Il suo "AVATAR" dipinto su tela ad acrilico con colori fluo che reagiscono a luci fredde come le lampade wood, vive in un mondo parallelo al reale, dove è possibile immaginare la sua identità in una visione cyber, un'identità proiettata nel virtuale nel quale il suo essere diventa libero di poter sprigionare la propria energia.
Le costrizioni, i legami, le bende, gli artigli fanno parte dell'immaginario di Fix, rappresentano per lei la costrizione dell'anima.
Il suo è un Avatar arrabbiato, seducente ma che è pronto a difendersi da qualsiasi tipo di attacco.
Le punte, gli artigli, il suo abbigliamento costrittivo la proteggono, nella sua seconda vita "una vita virtuale" Fix riesce così a controllare tutto e tutti senza essere mai scalfita.
Il suo Avatar ammalia, conquista, prendendosi solo piaceri che nutrono il suo ego.
"AVATAR"
La parola Avatar ha le sue radici nella religione induista, e sta ad indicare l'assunzione di un corpo fisico da parte della divinità. Nello specifico, la parola in questione deriva dal sanscrito "perfezionato" e significa letteralmente "disceso": il Dio, facendo la sua discesa sulla Terra, si manifesta incarnandosi in un corpo materiale.
"FIXCRYSTAL" invece vive una realtà virtuale, dove la quasi totalità di questi ambienti virtuali, rimangono prevalentemente esperienze visive e sonore, che danno al creatore totale libertà di espressione delle proprie fantasie, senza quei limiti che purtroppo il mondo reale impone.
Stefania Ciccarella
Ritorno alle origini "Fixcrystal" – Mostra personale di Stefania Ciccarella
Dal 19 al 27 maggio 2017
Vernissage venerdì 19 maggio, ore 18:00
Galleria d’Arte Salvatore Serio
Via Oberdan 8, Napoli
Orari galleria: dal lunedì al sabato 10.30-13.00/16.30
Dal 19 al 27 maggio 2017 la galleria Salvatore Serio ospita la mostra personale di Stefania Ciccarella.
Stefania Ciccarella è un'artista napoletana, la sua arte spazia dalla fotografia all'illustrazione e ora anche la pittura fa parte del suo mondo visionario.
Stefania Ciccarella, in arte "FIX", presenta il suo alter ego "FIXCRYSTAL".
Il suo "AVATAR" dipinto su tela ad acrilico con colori fluo che reagiscono a luci fredde come le lampade wood, vive in un mondo parallelo al reale, dove è possibile immaginare la sua identità in una visione cyber, un'identità proiettata nel virtuale nel quale il suo essere diventa libero di poter sprigionare la propria energia.
Le costrizioni, i legami, le bende, gli artigli fanno parte dell'immaginario di Fix, rappresentano per lei la costrizione dell'anima.
Il suo è un Avatar arrabbiato, seducente ma che è pronto a difendersi da qualsiasi tipo di attacco.
Le punte, gli artigli, il suo abbigliamento costrittivo la proteggono, nella sua seconda vita "una vita virtuale" Fix riesce così a controllare tutto e tutti senza essere mai scalfita.
Il suo Avatar ammalia, conquista, prendendosi solo piaceri che nutrono il suo ego.
"AVATAR"
La parola Avatar ha le sue radici nella religione induista, e sta ad indicare l'assunzione di un corpo fisico da parte della divinità. Nello specifico, la parola in questione deriva dal sanscrito "perfezionato" e significa letteralmente "disceso": il Dio, facendo la sua discesa sulla Terra, si manifesta incarnandosi in un corpo materiale.
"FIXCRYSTAL" invece vive una realtà virtuale, dove la quasi totalità di questi ambienti virtuali, rimangono prevalentemente esperienze visive e sonore, che danno al creatore totale libertà di espressione delle proprie fantasie, senza quei limiti che purtroppo il mondo reale impone.
Stefania Ciccarella
Ritorno alle origini "Fixcrystal" – Mostra personale di Stefania Ciccarella
Dal 19 al 27 maggio 2017
Vernissage venerdì 19 maggio, ore 18:00
Galleria d’Arte Salvatore Serio
Via Oberdan 8, Napoli
Orari galleria: dal lunedì al sabato 10.30-13.00/16.30
MOSTRA “VISIONI INTROSPETTIVE: DAL PAESAGGIO AMATO AL SOGNO”, PERSONALE DEL PITTORE MARINO NAGRO
10/06/2017 - 10/07/2017
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
Sabato 10 giugno alle ore 18,00, presso l’Antica Drogheria Caberlotto, Via Manin 11, Padova, inaugurerà la mostra personale “Visioni introspettive: dal paesaggio amato al sogno” del pittore Marino Nagro.
Durante l’inaugurazione avrà luogo un concerto del musicista Roberto Giannelli.
A cura di Maria Palladino.
La pittura di Marino Nagro trae origine ed ispirazione dalla realtà del quotidiano, una realtà comunque meditata ed elaborata attraverso il filtro della sensibilità e dell’inconscio, della memoria, come della fantasia e di una cultura visiva da cui media modelli e tecniche di rappresentazione, rivisitati e fatti propri, rivissuti grazie all’abilità pratica e alla finezza significativa raggiunte in oltre un quarantennio di carriera artistica.
Elementi desunti dal mondo rinascimentale si sposano con motivi di stampo romantico, un senso della Natura soverchiante e annichilente nella sua maestosità, una Natura che comunque rimane sempre madre e si rispecchia nel paesaggio vissuto e profondamente sentito e amato della natìa Padova: il fiume Brenta e i Colli Euganei, come anche Chioggia e Venezia, vengono ritratti e trasfigurati attraverso un senso di atmosfericità trascolorante, che si richiama alla tradizione veneta come all’influsso dello sfumato leonardesco, il quale appare talvolta in alcuni scenari immaginari simili a quinte di sogno in contrasto ai solidi, volumetrici primi piani.
La concretezza plastica degli oggetti e delle figure nasce dalla lunga osservazione e dalla consuetudine della pittura dal vero, che sola permette all’artista di acquisire il senso delle forme, dei volumi e della prospettiva e da una familiarità col colore che da adito, grazie ad innumerevoli prove e stesure di velature e contrapposizioni ad ottenere quegli accordi che comunicano gli effetti desiderati e trasmettono agli occhi di chi osserva le sensazioni che l’artista ha voluto raffigurare.
Presenti in mostra, oltre ai dipinti di paesaggio, anche le nature morte e i nudi, dove ricordo e trasposizione immaginifica danno vita a soluzioni di grande ricercatezza e delicatezza ed alcune opere tratte dalle serie delle “teste di donna” che derivano spunti dall’antichità greco-romana, bizantina, etrusca, orientale e dal busto-ritratto rinascimentale, dalla cultura sudamericana e altresì da un sottile gusto surrealista per l’illusione visiva e il paradosso simbolico.
Il realismo nell’arte di Marino Nagro è sempre un linguaggio che viene trasformato e arricchito da una profondità introspettiva la quale rende possibile all’autore raggiungere una propria dimensione espressiva e quindi un proprio stile ben identificabile, sia nelle opere di stampo più prettamente veristico che in quelle di invenzione e che quindi fa in modo che sia ben individuabile e riconoscibile a prima vista il suo segno.
Si tratta ad ogni modo di una cifra stilistica non semplicisticamente indagabile in tutte le sue implicazioni di intimistica passione e dedizione per quanto costituisce da molti anni il suo mondo poetico e il suo sentire e a cui avvicinarsi con mente e cuore aperti al fine di carpirne quanto più possibile tutte le connessioni materiali e contenutistiche di raffinata elaborazione.
02.06.2017 Maria Palladino
Curriculum vitae di Marino Nagro
Marino Nagro, pittore padovano, attivo in campo artistico da oltre un trentennio, possiede una innata vocazione alla pittura, fin dai primi anni di età. Comincia a produrre in maniera assidua dagli anni Settanta, frequentando gruppi di artisti indipendenti e prendendo parte a studi di nudo, senza mai perdere la sua spontanea inclinazione per il paesaggio e l’osservazione diretta e meditata dell’elemento naturale, sempre trasfondendo in essa una particolare sensibilità visiva che lo porta alla creazione di un suo particolare universo immaginifico, soffuso di lirismo, fantasia e memoria.
Fra le esposizioni realizzate:
1975: mostra collettiva per l’inaugurazione della Galleria Fioretto, Padova;
1988: mostra personale al Circolo Artistico Città di Padova;
1999: mostra personale Pro Telethon presso la B.N.L. a Padova;
2007: mostra collettiva “L’altro volto della pittura” a Palazzo Moroni presso il Comune di Padova;
2010: mostra collettiva “Dialoghi nel colore” al Palazzo della Gran Guardia, del Comune di Padova;
2013: mostra personale “Paesaggi dell’anima” al Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo (PD);
2014: mostra personale “Ritorno al paesaggio” al Centro Culturale Altinate San Gaetano (PD);
2015: mostra personale " ????? ??? Panta rei" presso il Maaap – Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, ad Altichiero (PD).2015 - Personale " Fantasie Eclettiche", presso il Superflash Store Padova, della Cassa di Risparmio del Veneto, Padova
Molte opere si possono trovare presso collezioni private all'estero (Germania, Francia, U.S.A.)
La mostra resterà visitabile fino al 10 luglio. Orario di apertura: lunedì - sabato, 08,30 - 12,30, 15,30 - 19,30.
Ingresso libero.
Per
Durante l’inaugurazione avrà luogo un concerto del musicista Roberto Giannelli.
A cura di Maria Palladino.
La pittura di Marino Nagro trae origine ed ispirazione dalla realtà del quotidiano, una realtà comunque meditata ed elaborata attraverso il filtro della sensibilità e dell’inconscio, della memoria, come della fantasia e di una cultura visiva da cui media modelli e tecniche di rappresentazione, rivisitati e fatti propri, rivissuti grazie all’abilità pratica e alla finezza significativa raggiunte in oltre un quarantennio di carriera artistica.
Elementi desunti dal mondo rinascimentale si sposano con motivi di stampo romantico, un senso della Natura soverchiante e annichilente nella sua maestosità, una Natura che comunque rimane sempre madre e si rispecchia nel paesaggio vissuto e profondamente sentito e amato della natìa Padova: il fiume Brenta e i Colli Euganei, come anche Chioggia e Venezia, vengono ritratti e trasfigurati attraverso un senso di atmosfericità trascolorante, che si richiama alla tradizione veneta come all’influsso dello sfumato leonardesco, il quale appare talvolta in alcuni scenari immaginari simili a quinte di sogno in contrasto ai solidi, volumetrici primi piani.
La concretezza plastica degli oggetti e delle figure nasce dalla lunga osservazione e dalla consuetudine della pittura dal vero, che sola permette all’artista di acquisire il senso delle forme, dei volumi e della prospettiva e da una familiarità col colore che da adito, grazie ad innumerevoli prove e stesure di velature e contrapposizioni ad ottenere quegli accordi che comunicano gli effetti desiderati e trasmettono agli occhi di chi osserva le sensazioni che l’artista ha voluto raffigurare.
Presenti in mostra, oltre ai dipinti di paesaggio, anche le nature morte e i nudi, dove ricordo e trasposizione immaginifica danno vita a soluzioni di grande ricercatezza e delicatezza ed alcune opere tratte dalle serie delle “teste di donna” che derivano spunti dall’antichità greco-romana, bizantina, etrusca, orientale e dal busto-ritratto rinascimentale, dalla cultura sudamericana e altresì da un sottile gusto surrealista per l’illusione visiva e il paradosso simbolico.
Il realismo nell’arte di Marino Nagro è sempre un linguaggio che viene trasformato e arricchito da una profondità introspettiva la quale rende possibile all’autore raggiungere una propria dimensione espressiva e quindi un proprio stile ben identificabile, sia nelle opere di stampo più prettamente veristico che in quelle di invenzione e che quindi fa in modo che sia ben individuabile e riconoscibile a prima vista il suo segno.
Si tratta ad ogni modo di una cifra stilistica non semplicisticamente indagabile in tutte le sue implicazioni di intimistica passione e dedizione per quanto costituisce da molti anni il suo mondo poetico e il suo sentire e a cui avvicinarsi con mente e cuore aperti al fine di carpirne quanto più possibile tutte le connessioni materiali e contenutistiche di raffinata elaborazione.
02.06.2017 Maria Palladino
Curriculum vitae di Marino Nagro
Marino Nagro, pittore padovano, attivo in campo artistico da oltre un trentennio, possiede una innata vocazione alla pittura, fin dai primi anni di età. Comincia a produrre in maniera assidua dagli anni Settanta, frequentando gruppi di artisti indipendenti e prendendo parte a studi di nudo, senza mai perdere la sua spontanea inclinazione per il paesaggio e l’osservazione diretta e meditata dell’elemento naturale, sempre trasfondendo in essa una particolare sensibilità visiva che lo porta alla creazione di un suo particolare universo immaginifico, soffuso di lirismo, fantasia e memoria.
Fra le esposizioni realizzate:
1975: mostra collettiva per l’inaugurazione della Galleria Fioretto, Padova;
1988: mostra personale al Circolo Artistico Città di Padova;
1999: mostra personale Pro Telethon presso la B.N.L. a Padova;
2007: mostra collettiva “L’altro volto della pittura” a Palazzo Moroni presso il Comune di Padova;
2010: mostra collettiva “Dialoghi nel colore” al Palazzo della Gran Guardia, del Comune di Padova;
2013: mostra personale “Paesaggi dell’anima” al Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo (PD);
2014: mostra personale “Ritorno al paesaggio” al Centro Culturale Altinate San Gaetano (PD);
2015: mostra personale " ????? ??? Panta rei" presso il Maaap – Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, ad Altichiero (PD).2015 - Personale " Fantasie Eclettiche", presso il Superflash Store Padova, della Cassa di Risparmio del Veneto, Padova
Molte opere si possono trovare presso collezioni private all'estero (Germania, Francia, U.S.A.)
La mostra resterà visitabile fino al 10 luglio. Orario di apertura: lunedì - sabato, 08,30 - 12,30, 15,30 - 19,30.
Ingresso libero.
Per