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Evento: I DEFEND 2015
17/07/2015 - 17/07/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 11/07/2015 - 22:47 |
Luogo: | Monaco-Monte Carlo () - |
Data di inizio: | 17/07/2015 |
Data di fine | 17/07/2015 |
Descrizione
I DEFEND 2015: arte e gastronomia, celebrities e grandi esponenti della cultura mondiale per la prima edizione del gala i cui proventi sosterranno il Robert F. Kennedy Human Rights Europe.
Il 16 luglio a Monte Carlo, nella suggestiva location del Riva Tunnel
Difendere lo straordinario valore dell'etica e dei principi umani, unendolo al bello di quanto l'uomo nelle arti ha saputo produrre. Ecco I Defend Gala 2015, una nuova serata a sostegno delle attività del Robert F. Kennedy Human Rights Europe che promuove progetti di educazione ai diritti umani. Dopo I Have a Dream presentato a Milano a Palazzo Reale, il 16 luglio sarà la volta di I defend ospitato da Lia Riva nel Monaco Boat Service, location ricca di una storia che dagli anni 50 ad oggi unisce il celebre cantiere navale italiano al Principato di Monaco. A presiedere la serata Kerry Kennedy figlia di Robert Kennedy, attivista, scrittrice e presidente della Robert F. Kennedy Human Rights. A supportare con la sua presenza I Defend Gala sarà eccezionalmente Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II di Monaco.
Un gala ideato all'insegna dell'eccellenza di arte gusto moda design (grazie al supporto di partner tecnici quali Maserati, Hotel Fairmont Montecarlo, Alitalia, Londa International, Artcurial e di Radio Montecarlo, media partner) che vede numerose personalità coinvolte: da Alan Friedman, giornalista di fama internazionale e conduttore della serata, a Frank La Rue, direttore della sede europea del Robert F. Kennedy Human Rights, avvocato tra i più esperti nei diritti umani e dal 2008 Special Rapporteur dell'ONU in materia di diritto alla libertà di espressione e di opinione, alla cantante Ilaria della Bidia, all’attrice Giorgia Surina e all’attore hollywoodiano Martin Sheen. Dopo un intervento di Kerry Kennedy, prenderà il via l'asta con opere selezionate dalle curatrici Melissa Proietti e Raffaella A. Caruso e battute da François Tajan, Co-Presidente della casa d’aste Artcurial. Dieci i lotti: un’opera di Michelangelo Pistoletto, una di Marco Nereo Rotelli e sei scatti del noto fotografo Harry Benson, presente con un cospicuo corpus di opere e ospite della serata, un bracciale Vhernier e il primo modello della nuovissima Fiat 500 lanciata il 4 luglio, certificata da John Elkann e personalizzata con interni in pelle dall’artista Stefano Conticelli.
A seguire una cena ideata dalla geniale creatività di Gualtiero Marchesi per 200 ospiti internazionali che nel corso della serata potranno aggiudicarsi mediante dispositivi digitali in asta silenziosa le opere in esposizione di Roberto Baronti, Matteo Basilé, Harry Benson, Blue and Joy, Jacopo Cascella, Bruno Ceccobelli, Antonio Ciarallo, Angelo Cricchi, Walter Di Giusto, Francesca Romana Di Nunzio, Stefano Esposito, Ottavio Fabbri, Fabio Ferrone Viola, Massimo Listri, Florencia Martinez, Giuliano Menegon, Patrizia Molinari, Claudio Palmieri, Matteo Peretti, Marcello Reboani, Alessandro Sansoni, Giorgio Tentolini.
Tunnel Riva, Monaco- Monte Carlo, 8, quai Antoine 1er
press@the-style-lab.com
montecarlogala@rfkhumanrights.org
http://rfkcenter.org/
Il 16 luglio a Monte Carlo, nella suggestiva location del Riva Tunnel
Difendere lo straordinario valore dell'etica e dei principi umani, unendolo al bello di quanto l'uomo nelle arti ha saputo produrre. Ecco I Defend Gala 2015, una nuova serata a sostegno delle attività del Robert F. Kennedy Human Rights Europe che promuove progetti di educazione ai diritti umani. Dopo I Have a Dream presentato a Milano a Palazzo Reale, il 16 luglio sarà la volta di I defend ospitato da Lia Riva nel Monaco Boat Service, location ricca di una storia che dagli anni 50 ad oggi unisce il celebre cantiere navale italiano al Principato di Monaco. A presiedere la serata Kerry Kennedy figlia di Robert Kennedy, attivista, scrittrice e presidente della Robert F. Kennedy Human Rights. A supportare con la sua presenza I Defend Gala sarà eccezionalmente Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II di Monaco.
Un gala ideato all'insegna dell'eccellenza di arte gusto moda design (grazie al supporto di partner tecnici quali Maserati, Hotel Fairmont Montecarlo, Alitalia, Londa International, Artcurial e di Radio Montecarlo, media partner) che vede numerose personalità coinvolte: da Alan Friedman, giornalista di fama internazionale e conduttore della serata, a Frank La Rue, direttore della sede europea del Robert F. Kennedy Human Rights, avvocato tra i più esperti nei diritti umani e dal 2008 Special Rapporteur dell'ONU in materia di diritto alla libertà di espressione e di opinione, alla cantante Ilaria della Bidia, all’attrice Giorgia Surina e all’attore hollywoodiano Martin Sheen. Dopo un intervento di Kerry Kennedy, prenderà il via l'asta con opere selezionate dalle curatrici Melissa Proietti e Raffaella A. Caruso e battute da François Tajan, Co-Presidente della casa d’aste Artcurial. Dieci i lotti: un’opera di Michelangelo Pistoletto, una di Marco Nereo Rotelli e sei scatti del noto fotografo Harry Benson, presente con un cospicuo corpus di opere e ospite della serata, un bracciale Vhernier e il primo modello della nuovissima Fiat 500 lanciata il 4 luglio, certificata da John Elkann e personalizzata con interni in pelle dall’artista Stefano Conticelli.
A seguire una cena ideata dalla geniale creatività di Gualtiero Marchesi per 200 ospiti internazionali che nel corso della serata potranno aggiudicarsi mediante dispositivi digitali in asta silenziosa le opere in esposizione di Roberto Baronti, Matteo Basilé, Harry Benson, Blue and Joy, Jacopo Cascella, Bruno Ceccobelli, Antonio Ciarallo, Angelo Cricchi, Walter Di Giusto, Francesca Romana Di Nunzio, Stefano Esposito, Ottavio Fabbri, Fabio Ferrone Viola, Massimo Listri, Florencia Martinez, Giuliano Menegon, Patrizia Molinari, Claudio Palmieri, Matteo Peretti, Marcello Reboani, Alessandro Sansoni, Giorgio Tentolini.
Tunnel Riva, Monaco- Monte Carlo, 8, quai Antoine 1er
press@the-style-lab.com
montecarlogala@rfkhumanrights.org
http://rfkcenter.org/
Altri eventi dell'inserzionista
Betty Bee: Amò
06/11/2015 - 09/11/2015
Forlì
Inserito da Raffaella Caruso
Nei padiglioni della Fiera di Forlì, venerdì 6 novembre si aprirà la 19ma edizione di FORLÌ ARTE CONTEMPORANEA (6-9 novembre) come sempre ricca di novità e di importanti nuove autorevoli partecipazioni. La rassegna propone ogni edizione collaterali di grande valore e spessore artistico. Sempre di più le fiere d’arte diventano incubatori di progetti collaterali che sono vere e proprie mostre per rigore di allestimento, ricchezza di opere e per la presenza di materiale documentario. È questo il caso di Betty Bee: Amò, progetto di Raffaella A. Caruso per Arte Forlì CONTEMPORANEA, grazie a un’esposizione arricchita da filmati con interviste all’artista, trasmissioni tv, performance, e il celeberrimo e provocatorio video-documentario Betty Bee (sopravvivere d'arte) Ciao Bucchì (1999) che vince il primo premio al Festival Cinema Giovani Torino.
Se ci si ferma alla superficie del lavoro di Betty Bee, la sua arte è tutta provocazione. In realtà ad essere provocatorio è l’intreccio che essa attua a volte consapevolmente, altre volte nella più totale inconsapevolezza tra arte e vita. È questo che rende forte e inconfondibile il suo lavoro: riuscire a sovrapporlo perfettamente alla vita, renderlo vita, senza più capire quale sia la sottile linea di demarcazione, che pure ella si ostina a segnare sulle sue tele come un mantra, cercando di proteggersi e di proteggere lo spettatore. Sì, perché lo spettatore non rimane mai indifferente al richiamo delle sue sirene, mentre in qualche angolo della mente sua e nostra si alza la marea e riaffiorano mostri e relitti…
In questo progetto pensato site specific per Contemporanea e curato da Raffaella A. Caruso il titolo Amò vuole essere un richiamo alle anime varie del suo lavoro: l’anima popolana che Betty si diverte a interpretare, arguta, fatta di sceneggiate, travestimenti, sguaiate e malinconiche risate, “ammò, stat buonn” (amore, stammi bene in un irritato e irriverente addio), il passato remoto di quei ricordi lontani in cui tutti abbiamo amato senza limite e protezione alcuna, e l’anima sofisticata e sensuale che veste di raffinatezza estrema l’altalena delle primordiali pulsioni dell’odi et amò (del carme 85 di Catullo nella pronuncia classica). Fiori, catene, filo spinato ma d’oro e d’argento, sirene, mostri, il conforto del colore e l’esuberanza di una vita che mentre noi parliamo e lei dipinge corre, avanti.
Nelle giornate di Contemporanea l’artista sarà presente per incontrare il suo pubblico e per l’occasione ha creato piccole sirene e mostri per rendere il suo lavoro accessibile ai collezioni che dagli anni Novanta la seguono da lontano.
http://www.fieracontemporanea.it/
via Punta di Ferro, 2
47122 Forlì · Italy
0543.798466 / 777420
0543.778482 / 778510
info@romagnafiere.it
ORARIO DI APERTURA:
venerdì dalle 17.00 alle 19.30
sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30
lunedì dalle 10.00 alle 13.00
COSTO INGRESSO:
- biglietto intero 10 euro
- biglietto ridotto* 5 euro
*riduzione valida per over 65, militari, disabili, invalidi,
con coupon scaricabile da internet
Se ci si ferma alla superficie del lavoro di Betty Bee, la sua arte è tutta provocazione. In realtà ad essere provocatorio è l’intreccio che essa attua a volte consapevolmente, altre volte nella più totale inconsapevolezza tra arte e vita. È questo che rende forte e inconfondibile il suo lavoro: riuscire a sovrapporlo perfettamente alla vita, renderlo vita, senza più capire quale sia la sottile linea di demarcazione, che pure ella si ostina a segnare sulle sue tele come un mantra, cercando di proteggersi e di proteggere lo spettatore. Sì, perché lo spettatore non rimane mai indifferente al richiamo delle sue sirene, mentre in qualche angolo della mente sua e nostra si alza la marea e riaffiorano mostri e relitti…
In questo progetto pensato site specific per Contemporanea e curato da Raffaella A. Caruso il titolo Amò vuole essere un richiamo alle anime varie del suo lavoro: l’anima popolana che Betty si diverte a interpretare, arguta, fatta di sceneggiate, travestimenti, sguaiate e malinconiche risate, “ammò, stat buonn” (amore, stammi bene in un irritato e irriverente addio), il passato remoto di quei ricordi lontani in cui tutti abbiamo amato senza limite e protezione alcuna, e l’anima sofisticata e sensuale che veste di raffinatezza estrema l’altalena delle primordiali pulsioni dell’odi et amò (del carme 85 di Catullo nella pronuncia classica). Fiori, catene, filo spinato ma d’oro e d’argento, sirene, mostri, il conforto del colore e l’esuberanza di una vita che mentre noi parliamo e lei dipinge corre, avanti.
Nelle giornate di Contemporanea l’artista sarà presente per incontrare il suo pubblico e per l’occasione ha creato piccole sirene e mostri per rendere il suo lavoro accessibile ai collezioni che dagli anni Novanta la seguono da lontano.
http://www.fieracontemporanea.it/
via Punta di Ferro, 2
47122 Forlì · Italy
0543.798466 / 777420
0543.778482 / 778510
info@romagnafiere.it
ORARIO DI APERTURA:
venerdì dalle 17.00 alle 19.30
sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30
lunedì dalle 10.00 alle 13.00
COSTO INGRESSO:
- biglietto intero 10 euro
- biglietto ridotto* 5 euro
*riduzione valida per over 65, militari, disabili, invalidi,
con coupon scaricabile da internet
Lucio Del Pezzo- Ritorno al futuro
20/11/2015 - 30/01/2016
Milano (MI) - Lombardia
Inserito da Raffaella Caruso
La Galleria Arte 92 (Milano, Via Moneta 1/A, www.arte92.it ) inaugura giovedì 19 novembre alle ore 18 la personale Lucio Del Pezzo- Ritorno al futuro a cura di Raffaella A. Caruso (20 novembre 2015 - 30 gennaio 2016, orario 10-13/ 16-19 lunedì e festivi chiuso).
In mostra un cospicuo corpus di opere che ripercorrono le tappe della produzione del Maestro e che vanno da alcuni rarissimi e fondamentali lavori storici degli anni 50 (Sole Giallo, 1958 e Frattura geologica, 1959) agli anni Sessanta in cui il linguaggio di Del Pezzo diviene particolarissimo, attuando una riflessione sui concetti di assemblage e di ready-made (Composizione, 1960 e Racconto Meccanico, 1961, Piccola Torre, 1963 e Flipper, 1967) sino al repertorio più noto dei Casellari e all’ultima produzione (Piccola mensola, Disseminazioni, 2015). In mostra anche una pregevole raccolta di chine.
L’esposizione ripercorre dunque la congruenza di un’esperienza pittorica che nasce nel dopoguerra e prosegue con un personale e sociale percorso di categorizzazione di simboli e oggetti.
Considerato grande maestro del pop europeo, Del Pezzo pur con suggestioni dada e surrealiste, organizza i suoi reperti in una dimensione architettonica, ordinata e metafisica, da archeologo, legando con il filo di un immaginario automatista le assonanze e la possibile convivenza di epoche e culture diverse e insegnandoci a parlare la lingua del mondo. In questo l’iter espositivo individua l’attualità senza tempo del suo linguaggio, analizzando formalmente epoche e contenuti differenti e svelando in opere completamente inedite una ricchezza e una vivacità del tutto impensata.
Come scrive nel testo in catalogo Raffaella A. Caruso “Del Pezzo l’archeologo che dal magma vulcanico della sua terra, dai panni stesi dei vicoli ha passato gran parte della sua vita a incasellare in edicole votive gli strumenti necessari per andare avanti e ridisegnare il mondo, traccia nuove traiettorie sparpagliando in soffio di vento, come in sogno, di nuovo le sue carte. Geniale. È come se consegnasse con queste Disseminazioni il suo lavoro nelle mani di noi spettatori chiamandoci all’agire. In prima persona. Chiedendo di ripercorrere, adesso che ci ha fornito gli strumenti, strade nuove. Invitandoci a nuove consapevolezze. In questi tempi duri dove si guarda il cielo per non combattere sulla terra, in questi tempi di astronavi e in cui si cercano segnali da pianeti lontani Del Pezzo aveva previsto tutto del necessario e umano ritorno al futuro.”
info: arte92@arte92.it
www.arte92.it
02.8052347
Catalogo in galleria con testo di Raffaella A. Caruso ita/eng e ricco apparato bibliografico e iconografico
In mostra un cospicuo corpus di opere che ripercorrono le tappe della produzione del Maestro e che vanno da alcuni rarissimi e fondamentali lavori storici degli anni 50 (Sole Giallo, 1958 e Frattura geologica, 1959) agli anni Sessanta in cui il linguaggio di Del Pezzo diviene particolarissimo, attuando una riflessione sui concetti di assemblage e di ready-made (Composizione, 1960 e Racconto Meccanico, 1961, Piccola Torre, 1963 e Flipper, 1967) sino al repertorio più noto dei Casellari e all’ultima produzione (Piccola mensola, Disseminazioni, 2015). In mostra anche una pregevole raccolta di chine.
L’esposizione ripercorre dunque la congruenza di un’esperienza pittorica che nasce nel dopoguerra e prosegue con un personale e sociale percorso di categorizzazione di simboli e oggetti.
Considerato grande maestro del pop europeo, Del Pezzo pur con suggestioni dada e surrealiste, organizza i suoi reperti in una dimensione architettonica, ordinata e metafisica, da archeologo, legando con il filo di un immaginario automatista le assonanze e la possibile convivenza di epoche e culture diverse e insegnandoci a parlare la lingua del mondo. In questo l’iter espositivo individua l’attualità senza tempo del suo linguaggio, analizzando formalmente epoche e contenuti differenti e svelando in opere completamente inedite una ricchezza e una vivacità del tutto impensata.
Come scrive nel testo in catalogo Raffaella A. Caruso “Del Pezzo l’archeologo che dal magma vulcanico della sua terra, dai panni stesi dei vicoli ha passato gran parte della sua vita a incasellare in edicole votive gli strumenti necessari per andare avanti e ridisegnare il mondo, traccia nuove traiettorie sparpagliando in soffio di vento, come in sogno, di nuovo le sue carte. Geniale. È come se consegnasse con queste Disseminazioni il suo lavoro nelle mani di noi spettatori chiamandoci all’agire. In prima persona. Chiedendo di ripercorrere, adesso che ci ha fornito gli strumenti, strade nuove. Invitandoci a nuove consapevolezze. In questi tempi duri dove si guarda il cielo per non combattere sulla terra, in questi tempi di astronavi e in cui si cercano segnali da pianeti lontani Del Pezzo aveva previsto tutto del necessario e umano ritorno al futuro.”
info: arte92@arte92.it
www.arte92.it
02.8052347
Catalogo in galleria con testo di Raffaella A. Caruso ita/eng e ricco apparato bibliografico e iconografico
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La prospettiva dell’effimero. Antonio Joli e la "scena per angolo"
18/09/2020 - 08/11/2020
Milano (MI) - Lombardia
Inserito da CSArt Serri
“La prospettiva dell’effimero. Antonio Joli e la scena per angolo” è il titolo della mostra che “La Galleria. Collezione e Archivio Storico” di BPER Banca presenta dal 18 settembre all’8 novembre 2020 presso gli spazi espositivi di via Scudari 9 a Modena.
L’esposizione viene inaugurata in occasione del festivalfilosofia 2020 e interpreta il tema selezionato per la ventesima edizione del festival – Macchine – a partire da una “scena per angolo” di Antonio Joli (Modena, 1700 - Napoli, 1777), parte della Collezione di BPER Banca. L’opera è testimonianza del desiderio di “spettacolarità” che caratterizza le corti barocche, non solo in relazione al gioco scenico, ma anche in un’accezione più ampia, in cui le idee di “artificio” e “meraviglia” rispondono ad esigenze di occasionale magnificenza dinastica.
Curato da Lucia Peruzzi, storica dell’arte e consulente di BPER Banca, il percorso espositivo si apre con l’opera ad olio su tela di proprietà di BPER Banca – “Sansone abbatte il tempio” – che consente di approfondire la fase iniziale del pittore, connotata da un marcato intento scenografico e teatrale, rendendo conto dei suoi primi interessi, orientati verso il genere del “capriccio architettonico”. Il dipinto è posto, quindi, in dialogo con due tele dello stesso autore, provenienti dal Museo Civico d’Arte di Modena: una seconda opera intitolata “Sansone abbatte il tempio” e un dipinto dedicato all’“Incendio di Troia”.
«Queste tele – scrive la curatrice – con la loro affascinante commistione di artificio e verità ci immergono nel mondo effimero e vivace dei teatri e della scenografia della corte estense agli inizi del Settecento e ci rimandano a quelle suggestive ‘apparenze di scena’ che si susseguivano sapientemente durante gli spettacoli: ‘atrii grandi illuminati, fabbriche remote e rovinate, fabbriche diroccate’. Già nel secolo precedente si erano affermate a Modena con grande successo le specializzazioni pittoriche del quadraturismo, del rovinismo e della scenografia prospettica. Nella città estense di primo Seicento, da poco assurta al rango di capitale del ducato, vengono impiegati progettisti e scenografi, architetti e noti pittori che, all’occasione, si cimentano in ardite invenzioni per offrire al pubblico artifici mirabolanti e soddisfare le richieste di una corte consapevole dell’importanza del messaggio dell’arte ai fini della propria celebrazione. Provengono in gran parte dalla vicina Bologna, il centro propulsore della cultura scenografica e teatrale del tempo, e realizzano imprese decorative assai vaste mostrandosi in grado anche di creare apparati scenici e festivi di carattere effimero: macchine, caroselli, tornei, giochi d’acqua e ‘fuochi d’allegrezza’. La tradizione scenografica emiliana riceve un impulso decisivo, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, con l’adozione della “scena per angolo” per opera di Ferdinando Galli Bibiena, del tutto innovativa rispetto alle tradizionali costruzioni prospettiche a unico asse centrale di ascendenza rinascimentale tipiche del teatro barocco. In questo contesto culturale si inserisce la produzione giovanile di Antonio Joli. Le opere qui presentate, nella soluzione del taglio obliquo della veduta, nei motivi di balaustre e di balconate aggettanti, denunciano un puntuale rimando ai dettami bibieneschi. Senza dubbio, per la loro forte evocazione di macchine e quinte teatrali, costituiscono trasposizioni di scenografie smarrite da collegare a opere musicali messe in scena intorno al 1725 al suo ritorno da Roma. In particolare nel Sansone la bellissima invenzione di rappresentare il crollo in atto costituisce una rarissima annotazione di tecnica teatrale, il cosiddetto ‘diroccamento a vista’, in cui, una macchina teatrale azionata per mezzo di complesse manovre di funi, pesi e contrappesi, anziché rappresentare staticamente un cumulo di macerie, fissa la dinamica del crollo proprio nel momento in cui l’architettura sta per abbattersi con fragore sul palcoscenico».
«Per il primo anno BPER Banca è main sponsor del festival e ciò conferma la concreta politica a sostegno della cultura, nelle sue diverse espressioni, avviata da tempo con numerosi interventi che affiancano all’attività bancaria specifica un’attenzione particolare ai progetti e alle iniziative di maggiore rilevanza provenienti dalle comunità servite – afferma il Presidente di BPER Banca Pietro Ferrari. La preziosa collaborazione con il Museo Civico d’Arte di Modena conferma, inoltre, la volontà di BPER Banca di creare una rete con le istituzioni cittadine, fondamentale soprattutto in questo momento di ripresa. Questa partnership, dunque, completa e vivifica un ampio progetto di collaborazione culturale e costituisce, al contempo, un nuovo importante tassello delle nostre attività di responsabilità sociale. Affrontare insieme l’incertezza è la chiave per garantire alla comunità un nuovo inizio positivo, partendo proprio dalla cultura».
L’esposizione viene inaugurata in occasione del festivalfilosofia 2020 e interpreta il tema selezionato per la ventesima edizione del festival – Macchine – a partire da una “scena per angolo” di Antonio Joli (Modena, 1700 - Napoli, 1777), parte della Collezione di BPER Banca. L’opera è testimonianza del desiderio di “spettacolarità” che caratterizza le corti barocche, non solo in relazione al gioco scenico, ma anche in un’accezione più ampia, in cui le idee di “artificio” e “meraviglia” rispondono ad esigenze di occasionale magnificenza dinastica.
Curato da Lucia Peruzzi, storica dell’arte e consulente di BPER Banca, il percorso espositivo si apre con l’opera ad olio su tela di proprietà di BPER Banca – “Sansone abbatte il tempio” – che consente di approfondire la fase iniziale del pittore, connotata da un marcato intento scenografico e teatrale, rendendo conto dei suoi primi interessi, orientati verso il genere del “capriccio architettonico”. Il dipinto è posto, quindi, in dialogo con due tele dello stesso autore, provenienti dal Museo Civico d’Arte di Modena: una seconda opera intitolata “Sansone abbatte il tempio” e un dipinto dedicato all’“Incendio di Troia”.
«Queste tele – scrive la curatrice – con la loro affascinante commistione di artificio e verità ci immergono nel mondo effimero e vivace dei teatri e della scenografia della corte estense agli inizi del Settecento e ci rimandano a quelle suggestive ‘apparenze di scena’ che si susseguivano sapientemente durante gli spettacoli: ‘atrii grandi illuminati, fabbriche remote e rovinate, fabbriche diroccate’. Già nel secolo precedente si erano affermate a Modena con grande successo le specializzazioni pittoriche del quadraturismo, del rovinismo e della scenografia prospettica. Nella città estense di primo Seicento, da poco assurta al rango di capitale del ducato, vengono impiegati progettisti e scenografi, architetti e noti pittori che, all’occasione, si cimentano in ardite invenzioni per offrire al pubblico artifici mirabolanti e soddisfare le richieste di una corte consapevole dell’importanza del messaggio dell’arte ai fini della propria celebrazione. Provengono in gran parte dalla vicina Bologna, il centro propulsore della cultura scenografica e teatrale del tempo, e realizzano imprese decorative assai vaste mostrandosi in grado anche di creare apparati scenici e festivi di carattere effimero: macchine, caroselli, tornei, giochi d’acqua e ‘fuochi d’allegrezza’. La tradizione scenografica emiliana riceve un impulso decisivo, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, con l’adozione della “scena per angolo” per opera di Ferdinando Galli Bibiena, del tutto innovativa rispetto alle tradizionali costruzioni prospettiche a unico asse centrale di ascendenza rinascimentale tipiche del teatro barocco. In questo contesto culturale si inserisce la produzione giovanile di Antonio Joli. Le opere qui presentate, nella soluzione del taglio obliquo della veduta, nei motivi di balaustre e di balconate aggettanti, denunciano un puntuale rimando ai dettami bibieneschi. Senza dubbio, per la loro forte evocazione di macchine e quinte teatrali, costituiscono trasposizioni di scenografie smarrite da collegare a opere musicali messe in scena intorno al 1725 al suo ritorno da Roma. In particolare nel Sansone la bellissima invenzione di rappresentare il crollo in atto costituisce una rarissima annotazione di tecnica teatrale, il cosiddetto ‘diroccamento a vista’, in cui, una macchina teatrale azionata per mezzo di complesse manovre di funi, pesi e contrappesi, anziché rappresentare staticamente un cumulo di macerie, fissa la dinamica del crollo proprio nel momento in cui l’architettura sta per abbattersi con fragore sul palcoscenico».
«Per il primo anno BPER Banca è main sponsor del festival e ciò conferma la concreta politica a sostegno della cultura, nelle sue diverse espressioni, avviata da tempo con numerosi interventi che affiancano all’attività bancaria specifica un’attenzione particolare ai progetti e alle iniziative di maggiore rilevanza provenienti dalle comunità servite – afferma il Presidente di BPER Banca Pietro Ferrari. La preziosa collaborazione con il Museo Civico d’Arte di Modena conferma, inoltre, la volontà di BPER Banca di creare una rete con le istituzioni cittadine, fondamentale soprattutto in questo momento di ripresa. Questa partnership, dunque, completa e vivifica un ampio progetto di collaborazione culturale e costituisce, al contempo, un nuovo importante tassello delle nostre attività di responsabilità sociale. Affrontare insieme l’incertezza è la chiave per garantire alla comunità un nuovo inizio positivo, partendo proprio dalla cultura».
"E tempo di sgabbiarsi dallo zoo massmediatico"
04/02/2015 - 21/02/2015
Paderno del Grappa (TV) - Veneto
Inserito da Marius Cruceriu
Dal 4 al 21 febbraio 2015 in mostra collettiva presso Art Design Factory - Rivoli, Torino
Mostra in occasione dell'anniversario della morte dell'artista e Maestro Rivolese Antonio Carena (Rivoli 29 aprile 1925 - 1 febbraio 2010)
Mostra in occasione dell'anniversario della morte dell'artista e Maestro Rivolese Antonio Carena (Rivoli 29 aprile 1925 - 1 febbraio 2010)