Evento: Trame e Colori. Intrecci tra Arte e Maglieria
12/09/2015 - 01/11/2015
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Data di inserimento: 31/08/2015 - 17:04
Luogo: Carpi (MO) - Emilia-Romagna
Data di inizio: 12/09/2015
Data di fine 01/11/2015
Descrizione
Tradizione e innovazione, sapienza tecnica e arte: una nuova identità per il “distretto della maglieria” di Carpi (MO) che, aprendo il “Labirinto della Moda” a dieci autori contemporanei, lancia un ponte tra passato, presente e futuro.
Il Comune di Carpi, in collaborazione con Carpi Fashion System, presenta, dal 12 settembre al 1 novembre 2015, presso l’Appartamento inferiore di Palazzo dei Pio (Piazza dei Martiri), “Trame e Colori. Intrecci tra Arte e Maglieria”, progetto ideato dal Circolo Arci “Quello Che Non Ho”.
Realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, la mostra sarà inaugurata sabato 12 settembre dalle ore 18:30 alle ore 24:00, alla presenza degli artisti.
In esposizione, una ricca selezione di punti e tessuti a maglia provenienti dal “Labirinto della Moda”, archivio in fase di catalogazione con materiali dagli anni Sessanta ad oggi, unitamente ad opere realizzate per l’occasione da Carlotta Bertelli / Gianluca Guaitoli, Luigi Bertogalli, Giamprimo Bertoni, Dario D’Incerti, Fabio Iemmi, Stefano Mariani, Claudia Marini, Mr Fijodor, Ketty Tagliatti ed Elena Viappiani.
La mostra – scrive Simone Morelli, Assessore alla Cultura e all’Economia del Comune di Carpi – «fa parte di un percorso il cui scopo prioritario è perseguire politiche che valorizzino il saper fare e la capacità di innovazione del settore tessile-abbigliamento, anche negli aspetti interpretativi e culturali, proponendo chiavi di lettura di una moda che sempre più intreccia i contenuti produttivi e commerciali a quelli culturali, emozionali ed artistici, in un processo di contaminazione ed interazione continuo, ora a disposizione di tutti i cittadini».
Come spiega il curatore Pierluigi Sgarbi, «Trame e Colori non è una collettiva di autori vari, ma una sequenza di opere progettate per le sale che occupano». Agli artisti selezionati sono stati infatti sottoposti alcuni significativi campioni, con l’invito a declinarli in pittura, scultura, installazioni, incisioni, collage, fotografie, ceramica, video e street art.
L’elemento generatore è costituito dal “Labirinto della Moda” che – spiega la responsabile Deanna Borghi – non è solo una fonte di informazione, ma anche di grandi emozioni. […] Uno spazio in cui trovare un supporto per l’attività progettuale, studiare l’evoluzione del costume e delle tecniche produttive, le trasformazioni del settore a livello nazionale e quelle del distretto, ma anche un luogo in cui incontrarsi e dar vita ad iniziative di carattere culturale e formativo».
Il percorso espositivo si snoda attraverso le quattro stanze che compongono l’Appartamento inferiore di Palazzo dei Pio. Nella Sala dei Cervi sono messi a confronto campioni e materiali inerenti alla produzione con un’installazione di Elena Viappiani, fotografie di Pierluigi Sgarbi ed opere tessili di Ketty Tagliatti, oltre ad un pannello in ceramica Monolite Ipergres elaborato da Laboratorio Pesaro. Come attivo tappeto di sottofondo, l’audio realizzato da Dario D’Incerti. Nella Sala degli Stemmi sono presentati ulteriori campioni unitamente ad un’opera incisoria di grandi dimensioni di Elena Viappiani, un trittico fotografico di Stefano Mariani, collage di Claudia Marini ed una seduta in ceramica di Fabio Iemmi realizzata da Laboratorio Pesaro. Nella Sala dei Gigli sono esposte una fotografia di Carlotta Bertelli / Gianluca Guaitoli, un pannello di Mr Fijodor, un video di Dario D’Incerti e sedute realizzate da Pierluigi Sgarbi. Nella Sala delle Muse, per finire, le sculture in ferro di Giamprimo Bertoni dialogano con un’installazione di Fabio Iemmi ed un’opera 3D di Luigi Bertogalli. Le stanze, messe gentilmente a disposizione da “I Musei di Palazzo dei Pio”, sono state allestite da Fabio Iemmi, Pierluigi Sgarbi ed Elena Viappiani.
A mostra conclusa, il “Labirinto della Moda” riceverà un’opera da parte di ogni artista. Un primo lascito per la creazione di un’esposizione permanente, motivo di attrazione e manifesto di ricerca creativa.
La collettiva è visitabile di sabato e domenica con orario 10:00-13:00 e 15:00-19:00. Aperture speciali per “Festival Filosofia” (18-19 settembre, ore 10:00-23:00; 20 settembre ore 10:00-20:00) e “Festa del Racconto” (3 ottobre, ore 10:00-23:00; 4 ottobre ore 10:00-19:00). Sono inoltre in programma tre serate letterarie a cura di Aporie: 25 settembre, ore 21:15-22:30, “Una seconda pelle – Storie di anime, abiti ed accessori”; 9 ottobre, ore 21:15-22:30, “L’arte addosso – La moda narrata da artisti, stilisti e correnti letterarie”, con la partecipazione di Agatha Bocedi (arpa); 23 ottobre, ore 21:15-22:30, “Trame di donne – racconti di tradizione e di rivoluzione”. Ingresso libero alla mostra e alle iniziative collegate. Catalogo disponibile in sede con testi di Simone Morelli, Pierluigi Sgarbi, Deanna Borghi e schede dedicate alle opere. Per informazioni: tel. 059 649357, tel. 059 649966 (mostra), pier@piersgarbi.it, www.facebook.com/tramecolori.
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Omar Galliani, Souls – Anime. La seduzione del Disegno Italiano
01/12/2017 - 28/01/2018
Treviso (TV) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
La seduzione del disegno italiano di Omar Galliani in mostra a Treviso. Nell’ambito della rassegna “Artisti del XXI Secolo. Realtà del contemporaneo”, il Museo Civico Casa Robegan (Via A. Canova 38, Treviso) presenta, dal 2 dicembre 2017 al 28 gennaio 2018, “Souls – Anime”, esposizione personale di Omar Galliani, a cura di Daniel Buso.
Ideata e progettata da Giorgio Russi, la mostra sarà inaugurata venerdì 1 dicembre, alle ore 18.00, alla presenza di Giovanni Manildo (Sindaco di Treviso), Luciano Franchin (Assessore alla Cultura) ed Emilio Lippi (Direttore dei Musei Civici).
Il percorso espositivo comprende una ventina di opere su tavola, alcune delle quali di dimensioni monumentali, realizzate dagli anni Novanta ad oggi.
«Galliani ventenne – ricorda Flavio Caroli – era perso principalmente in due ambizioni. In una ricerca di magia, di seduzione, di fascino che è l’ossessione primaria di ogni grande artista, in qualsiasi tempo, sia egli tragico (Caravaggio), classico (Ingres) o fondamentalmente realista (Degas). Tutto cambia e tutto corre, ma non c’è grande artista quando non ci sia ricerca di Bellezza; di qualche forma di Bellezza. La seconda ossessione di Galliani era infatti la qualità esecutiva, proprio tecnica nel senso antichissimo del termine, della pittura e dei suoi misteri: cosa non facile in un tempo in cui i balbettii e la cattiva pittura parvero la chiave della modernità. Galliani otteneva risultati straordinari grazie ai miracoli realizzativi di una matita forse veramente fra le più dotate del secondo dopoguerra. Nei trenta e più anni che ci separano da quei giorni, il miracolo non ha fatto che approfondirsi».
«La ricerca di Omar Galliani – aggiunge Teodolinda Coltellaro – affonda nelle densità figurali del passato, nelle estensioni storiche dell’arte, di cui evoca modelli culturali e motivi linguistici che coniuga in una originale sintassi espressiva. La sua sensibilità, pienamente contemporanea, sa cogliere gli aspetti di transitorietà e complessità del nostro tempo, gli scenari mobili che ne connotano la dimensione sistemica, ma li traduce in modi e forme che sollecitano lo sguardo a percorsi interpretativi più profondi che non si esauriscano nel “qui ed ora”, proponendo il ricorso alla memoria e alla citazione come processo di rinascita creativa nell’alchimia della forma. […] Per Galliani, l’opera è, in modo prioritario, disegno: dalla dimensione fisica del tracciare (di esercizio muscolare protratto fino allo stremo), del coprire di segni una superficie al suo essere fenomeno articolato, fluttuante, vivente, animato da una propria biologia memoriale che ne determina l’esistenza e in cui si compenetrano mirabilmente e dialogano mondi di tenebra e luce».
L’esposizione, organizzata da Artika, è accompagnata da un catalogo bilingue italiano / inglese (Quaderni d’arte di Casa Robegan, 2017) con la riproduzione fotografica di alcune opere, una nota dello storico dell’arte Flavio Caroli ed una conversazione-intervista con il critico d’arte Teodolinda Coltellaro.
Il Museo Civico Casa Robegan è aperto al pubblico da martedì a venerdì con orario 10.00-13.00 e 15.00-19.00, sabato, domenica e festivi ore 10.00-20.00, lunedì chiuso. Ingresso Euro 6,00 (ridotto Euro 4,00). Per informazioni: tel. 0422 544895, mostre@artikaeventi.com, www.artikaeventi.com.
Omar Galliani, nato a Montecchio Emilia (RE) nel 1954, dove vive e lavora, è uno tra i più significativi artisti italiani di riconosciuta fama internazionale. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, insegna Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. A partire dai suoi esordi, già nel 1978, Enrico Crispolti evidenziava le sue straordinarie capacità disegnative e la sua forza evocativa invitandolo al Premio Michetti con l’installazione “Ritratto di dama con unicorno”. Invitato poi nel 1979 da Giovanni Maria Accame a “Le Alternative del Nuovo”, nello stesso anno Flavio Caroli lo invita a “Il Nuovo contesto” allo Studio Marconi di Milano e successivamente in “Magico Primario” a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Partecipa inoltre ad “Arte e critica 1980”, presentato ancora da Giovanni Maria Accame, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma a cura di Giorgio De Marchis e Ida Panicelli e, nel 1981, a “Linee della Ricerca Artistica in Italia” da Nello Ponente. Sarà negli anni successivi un susseguirsi di inviti a manifestazioni nazionali ed internazionali che porteranno l’artista, oltre ad essere invitato a tre consecutive Biennali di Venezia (1982, 1984, 1986), ad essere anche tra gli artisti selezionati per la Biennale di Pechino di quest’anno e a misurarsi sulla scena artistica non solo con i più importanti autori del contemporaneo, ma anche a confrontarsi con i grandi nomi della storia dell’arte del passato. Valga per tutti la partecipazione a mostre quali: “Galliani incontra Morandi” presso la Fondazione Giorgio Morandi nella sua casa natale nel 2014, “Omar Galliani – Lorenzo Puglisi. Caravaggio, la verità nel buio” a Palermo nel 2
Giordano Montorsi, Sandra Moss, Matteo Messori - Contrapposizioni
17/12/2016 - 07/01/2017
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Un nuovo spazio espositivo a Reggio Emilia. Tullio Masoni, il più piccolo produttore di vino al mondo, con un vigneto sospeso tra i tetti della città storica, estende il marchio ViaMari10 all’arte contemporanea, allestendo al numero 10 di via Mari una mostra collettiva con opere di Giordano Montorsi, Sandra Moss e Matteo Messori.
Realizzata con il sostegno di Sanfelice 1893 Banca Popolare, l’esposizione sarà inaugurata sabato 17 dicembre 2016 alle ore 17.00.
“Contrapposizioni” è il titolo del progetto, che raccoglie una selezione di dipinti, sculture ed installazioni site-specific realizzate dai tre artisti, differenti per esperienza, provenienza e linguaggio, ma accomunati dalla ricerca di tipo concettuale e da una gestualità ampia ed articolata.
«La vita di tutti i giorni – spiegano gli autori – è in continuo mutamento. Spetta a noi decidere ciò che i nostri occhi possono vedere e, tramite essi, plasmare una personale concezione critico-visiva. Come una macchia nera nella nostra retina, mettiamo a fuoco le contrapposizioni della vita, che man mano occupano il nostro campo visivo, proiettando davanti a noi immagini che possono creare cortocircuiti inaspettati».
Giordano Montorsi, docente di Pittura all’Accademia di Brera, presenta due opere su carta della serie “Figure Metacosmiche” (2014), in cui l’aspetto figurale va oltre l’ordine costituito, unitamente ad una scultura-oggetto (“Topsy-turvy, sottosopra”, 2014) che, attraverso il capovolgimento di un tavolo ligneo, rivela una narrazione latente, un paesaggio spirituale in blu Klein, circondato da quattro fusi in ottone, ideale congiunzione tra terra e cielo.
Sandra Moss, artista originaria dell’Ohio, espone una selezione di opere ad encausto e pastello su cartoncino, tratte dalla serie “The wild: outside in” (2016). Una riflessione sul tema del “selvaggio” (The wild) in natura (outside) e nella civiltà (in), sull’idea di crescita e di declino, sui processi di raccolto, abbandono e rigenerazione. Il tutto, all’interno di una ricerca volta ad analizzare il rapporto uomo-natura, tra consapevolezza e negazione.
Matteo Messori, artista classe 1993 diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, presenta opere selezionate che testimoniano il doppio binario su cui corre il suo lavoro: da un lato la pittura, in cui il gesto si libera allontanando l’osservatore dal vivere quotidiano, dall’altro l’installazione, veicolo per riflettere sulla società contemporanea e sui filtri che vengono imposti (o noi stessi poniamo) al nostro sguardo (“Filtri”, 2016).
La collettiva sarà visitabile fino al 7 gennaio 2017, da venerdì a domenica ore 16.00-20.00, oppure su appuntamento; chiuso 25 dicembre e 1 gennaio, aperto 6 gennaio ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 335 6352424, tumasoni@tin.it, www.viamari10.it.
ViaMari10 è il primo vino prodotto in un vigneto urbano, su un terrazzo collocato al quarto piano dell’omonima strada, nel centro storico di Reggio Emilia. Una trentina di bottiglie di Sangiovese ottenute da venticinque piante che si affacciano sui tetti della città, assorbendone effervescenza e vitalità. ViaMari10 – spiega Tullio Masoni – «è un vino estremo, eroico, un avamposto contro la barbarie cittadina». «I vigneti si devono avvicinare ai nuclei storici delle città – aggiunge – per farle progredire. Con la forza della sua vulnerabilità il ViaMari10 genera sviluppo dalla fragilità e assume le sembianze di un dipinto che esprime i colori coi sapori». Tullio Masoni è citato da Federico Graziani e Marco Pozzali tra i venti produttori italiani selezionati per il libro “Storie di vino e cucina” (Mondadori, 2015). Dal dicembre 2016 gli spazi siti al piano terra di via Mari 10 saranno dedicati alla ricerca artistica contemporanea, con mostre d’arti visive.
Giordano Montorsi, nato a Scandiano (RE) e diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dagli anni ‘80 espone con continuità in Italia ed all’estero, focalizzandosi sul duplice versante della pittura e dell’installazione. Le sue opere si caratterizzano per le forti valenze simboliche, enigmatiche e sacrali. Tra le mostre più importanti, “Come il vento le parole” (Galleria d'Arte Contemporanea, Siracusa, 1980), “Tendenze italiane degli anni Novanta” (Galleria d'Arte Moderna, Zagabria, 1986), “Design-Dasein” (Salone Internazionale della Scultura, Carrara, Massa Carrara, 1998), “L’opera al nero” (Mole Vanvitelliana, Ancona, 2005), “Disseminario: varietas varietatum et omnia varietas” (Musei Civici, Galleria Parmiggiani, Sinagoga e Officina delle Arti, Reggio Emilia, 2010), “Nel cuore degli abissi” (Galleria 8,75 Artecontemporanea, Reggio Emilia, 2011) e “The Detachment” (Palazzo dei Principi, Correggio, Reggio Emilia, 2014). Vive e lavora tra Macigno (RE). È docente di Pittura all’Accademia di Brera. Dal 2012 al 2016, insieme a Sandra Moss, ha animato Artpoint18, un avamposto d’arte contemporanea nel centro di Reggio Emilia.
Sandra Moss, nata in Ohio, USA, vive e lavora a Macigno (RE)
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Familydom è una open call internazionale per progetti fotografici aperta a fotografi ed artisti senza limiti di età e di esperienza.

4.000 € di premi in denaro per il ‘Best Project’ e per il ‘Best Runner-up Project’.

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Il termine ultimo per aderire è il 28 febbraio il 2015.

La quota di adesione per un Progetto che può presentare fino a 10 immagini è di 70 €.

Per aderire online: iscriviti gratuitamente a Celeste Network, trova il box Familydom al centro della tua pagina di amministrazione, clicca sul bottone 'Partecipa con un progetto’ e segui gli steps per il pagamento della quota e l’inserimento delle opere.

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Nell’ambito dell’esposizione, sabato 5 dicembre, alle ore 18, si terrà il concerto di Annalisa Ferrarini (soprano) ed Elisa Montipò (pianoforte) per ringraziare tutte le persone che hanno partecipato con grande generosità alla raccolta fondi e giocattoli in favore di AGEOP Ricerca Onlus (www.ageop.org), associazione che da oltre trent’anni accoglie e assiste i bambini e i ragazzi malati di tumore e le loro famiglie e finanzia la ricerca scientifica nella lotta al cancro infantile. L’evento è parte di “Musicali Domestici”, rassegna di concerti privati nelle case di Reggio Emilia, nata da un’idea di Francesca Codeluppi, Elena Bertacchini ed Elena Boni.