Evento: MOSTRA PERSONALE DI PITTURA " ????? ??? Panta rei" DELL’ARTISTA MARINO NAGRO
26/09/2015 - 14/10/2015
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Inserzionista
Altro , Padova
Dettagli
Data di inserimento: 20/09/2015 - 23:27
Luogo: Altichiero (PD) () -
Data di inizio: 26/09/2015
Data di fine 14/10/2015
Descrizione
COMUNICATO STAMPA
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA PERSONALE DI PITTURA " ????? ??? Panta rei" DELL’ARTISTA MARINO NAGRO

Sabato 26 settembre alle ore 17,30, presso il MAAAP – Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, via Querini 84, Altichiero (PD), si inaugurerà la mostra " ????? ??? Panta rei" del pittore Marino Nagro.
Il fiume Brenta, la sua rappresentazione pittorica e la sua storia sono al centro di questa mostra, che raccoglie i dipinti dell’artista padovano Marino Nagro ispirati al paesaggio fluviale e alla campagna circostante il nucleo urbano di Altichiero, dove l’artista ha trascorso la sua infanzia e tuttora risiede.
L’esposizione vuole essere un dovuto e voluto omaggio al fiume, compagno di giochi da bambino e nell’adolescenza per il pittore, e luogo deputato alla meditazione e alla riflessione naturalistica per la sua ricerca.
Al centro del percorso artistico di Marino Nagro, nell’arco di una carriera più che trentennale, vi è infatti la natura, intesa in senso rinascimentale quale sede di elezione per la creatura umana, forza romanticamente soverchiante, e rifugio dello spirito, in cui la raffigurazione realistica di stampo tonale e atmosferico, nel rispetto della tradizione veneta, cede il passo alla fantasia e al sogno, al recupero di temi e motivi di stampo antichizzante che si inseriscono perfettamente nel contesto dello spazio espositivo.
Sempre presente è l’attenzione ai temi dell’ecologia e della conservazione dei beni ambientali, che sola ci permette di preservare uno stile di vita più sano e consono alla nostra specie.
" ????? ??? Panta rei", ovvero “tutto scorre” secondo il pensiero del filosofo greco presocratico Eraclito, ben si addice alla poetica di Marino Nagro, al senso del suo fare arte: ovvero un’indagine in continua evoluzione, sempre passibile di mutamenti, che diventa cifra distintiva di un’intera esistenza, ciclo in perenne movimento: come l’acqua, fonte di vita, e come la vita stessa.
Cornice dell’evento lo splendido Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, sito nell’ex chiesa di Sant’Eufemia, in via Querini 84 ad Altichiero: il santuario, risalente ad epoca protostorica e romana, raccoglie reperti archeologici rinvenuti in Brenta e databili dal 750 a.c. al 400 d.c. ed una pregevole collezione di ceramiche rinascimentali risalenti al 1400 – 1700 d.c.: un’occasione da non perdere per ammirare una parte importante del patrimonio storico ed artistico della città di Padova.
Durante l’inaugurazione avrà luogo una degustazione di prodotti alimentari biologici.
La mostra resterà visitabile fino al 14 ottobre, in orario:
lunedì, mercoledì, venerdì e sabato 16,30 – 19,00.
Domenica 10,00 – 12,00 e 16,30 – 19,00.
Ingresso libero.

Per informazioni:
Marino Nagro
+39 349 834 6744
marino.nagro@gmx.com
http://www.marinonagro.tk

Maria Palladino
+39 334 169 5479
audramsa@outlook.it

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Mostra personale di pittura "Passione in Rosso" dell'artista Rita Sutera
23/04/2016 - 30/04/2016
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
Sabato 23 aprile alle ore 18,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di pittura “Passione in Rosso” dell’artista Rita Sutera.
A cura di Maria Palladino.
La pittura di Rita Sutera prende origine da un innato interesse e desiderio di sperimentazione sulle forme e le strutture anatomiche del corpo, sulle potenzialità di movimento ed espressività date dalla fisicità maschile e corrispondentemente dai contenuti molteplici, d’interesse psicologico e intellettuale che questa rappresentazione produce.
Tale ricerca portata avanti dall’artista con coerenza e chiarezza d’intenti dà vita a fisionomie ambivalenti, dall’accentuato carattere mascolino, rese possenti dalla solida e ben delineata muscolatura, che l’autrice piega a torsioni e distensioni al limite delle possibilità conferite alle membra e che tuttavia contraddice e cambia di segno negli atteggiamenti e nelle posture, languide e seducenti dei suoi modelli.
Una ricerca della grazia nella forza che ci conduce attraverso un excursus storico-artistico il quale dall’antichità classica con i suoi canoni e proporzioni approda alle figure tornite, massicce e vigorose del Rinascimento, per arrivare quindi ad una surrealtà che trova una sua realtà ben definita e un’armonia di pensiero nella ricerca di una verosimile e probabilmente realmente sussistente conciliazione degli opposti oltre il visibile.
Si tratta di un’arte complessa e raffinata, al di là della superficie, e che comunque suggerisce molto più di quanto mostri, configurandosi quale neofigurazione spiccatamente personale dalle molteplici suggestioni e simbolismi che stimolano l’attenzione ad indagare, arricchendo di significati dei significanti che riempiono lo sguardo di piacevole sorpresa, suscitando interrogativi e sollecitando emozioni e sentimenti sopiti nelle profondità della psiche.
Dalla religione indiana la teoria dei chakra ci riporta al valore del colore rosso, protagonista principale in queste pitture, che fa da fondale, quinta scenografica ai personaggi raffigurati, o li circonda avvolgendoli in morbidi drappi: il colore della vitalità, dell’energia, della passione, della forza, ma anche dell’equilibrio che contrasta con le tonalità brune dei corpi e ne fa risaltare la concretezza delle masse.
Rita Sutera ci accompagna in un percorso che rispecchia la sua volontà di arrivare al culmine delle aspettative del suo studio anatomico sulla materialità dell’involucro-uomo, che è poi in ultima analisi un interrogarsi sulla vera ed estrema sembianza dell’anima: queste figure proteggono con le loro fattezze rassicuranti e robuste, ma allo stesso tempo rivelano un aspetto fragile, un lato vulnerabile, femminile, sensibile, un insolito e sorprendente cambio di segno che ne dissesta la percezione.
Tale modalità descrittiva richiama la teoria del Tao, concetto cardine della storia del pensiero cinese, quale unità del tutto, fusione di tendenze opposte nell’assoluto ed eterno dinamismo, movimento perpetuo di ogni cosa vivente. 16.04.2015 Maria Palladino
Curriculum Rita Sutera
Nata a Padova, è attratta da sempre dal mondo dell’arte in tutte le sue espressioni e sfumature.
Comincia la sua carriera artistica vera e propria circa sette anni fa, presso la scuola A&T Design di Alessandra Andreose, che si è dimostrata essere la scelta più opportuna per portare avanti la sua ricerca, dando così inizio ad un lungo percorso di studio durante il quale, riscoprendo i grandi maestri del passato come Michelangelo, Caravaggio e Tiziano, riesce a dar vita ad uno stile personale costituito da colori ad olio, legno, gesso e sabbia.
Negli anni partecipa alle mostre collettive di A&T Design, ad un concorso d’arte contemporanea, “1010”, tenuto dal laboratorio La Bottega del Cigno nel 2011, con l’opera “Il tuffo dell’anima”, e al 6° concorso di pittura 2015/2016 di Arte & Cultura in Laguna con il quadro "L'attesa".
La mostra resterà visitabile fino al 30 aprile in orario: lunedì, mercoledì e venerdì: 15,30 - 19,30. Giovedì: 17,30 - 19,30. Sabato e domenica: 15,00 - 19,30.
Ingresso libero.
Per informazioni:
passioneinrosso@gmail.com
http://passioneinrosso.wix.com/passioneinrosso
Maria Palladino: 3341695479 audramsa@outlook.it
MOSTRA “METAMORFOSI TRA REALTA’ E SOGNO”, PERSONALE DEL FOTOGRAFO LORENZO BETTIO
06/02/2016 - 29/02/2016
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
Sabato 6 febbraio alle ore 18,00, presso l’Hotel Plaza Padova, Corso Milano 40, inaugurerà la mostra personale “Metamorfosi tra realtà e sogno” del fotografo Lorenzo Bettio.
A cura di Maria Palladino.
La particolare serie di opere fotografiche ospitate in mostra nasce da un incontro casuale fra chimica e natura, una combinazione fortuita – ma sapientemente seguita in tutte le sue fasi - di elementi di sostanze diverse che genera un’imprevisto stravolgimento, rappresentativo e cromatico, nel materiale d’origine, aprendo la strada a nuove possibilità e sperimentazioni.
Per Lorenzo Bettio la fotografia è evocazione, ancor più che rappresentazione, rifugge da qualsiasi esito puramente documentaristico per cercare, con costanza e passione, l’effetto: ovvero la sintesi di quel microcosmo emozionale che nasce allorché l’immagine s’imprime, sul supporto e ancora prima, fisicamente, al nostro organo visivo e produce un impatto sostanziale a livello sensoriale ed affettivo. E’ un arte delle emozioni quella che egli persegue: cioè un raffinato abbinamento dell’attimo necessario a cogliere l’essenzialità dello scatto - nelle opportune condizioni ambientali e tecniche che concorrono a renderlo ottimale – e l’infinito dipanarsi degli universi percorribili dal pensiero e dal sentimento personale dell’osservatore posto in rapporto ravvicinato col soggetto.
Sono paesaggi metafisici, ampie distese di colori e forme, in cui sembrano aprirsi improvvisamente squarci, nascere soli e astri inaspettati, mescolarsi campiture come magmatiche distese di colore, che richiamano all’astrattismo informale e ad una surrealtà che è più propriamente definibile quale percorso ideale in una dimensione parallela che renda irreale il reale, lasciando così campo libero all’”oltre”. Questo al fine di produrre, al di là dello stupore e della sorpresa iniziali, una forma di “riconoscimento” in chi guarda: come un riappropriarsi non soltanto di spazi, dettagli e figure note e familiari perché appartenenti al proprio luogo d’origine, ma anche una “universalizzazione” degli stessi. Alla ricerca di quelle categorie comuni dello spirito umano che permettono di rendere generale la nostra particolare visione delle cose per creare “unità”.
Tutto questo induce nello spettatore una condizione interiore di serena sospensione intellettuale e contemplativa che consente di godere appieno il piacere estetico altresì dell’oggetto ritratto quanto della sua trasfigurazione poetica ed artistica. 29.01.16 Maria Palladino
Curriculum di Lorenzo Bettio
La sua passione per la fotografia nasce guardando i libri del fotografo Fulvio Roiter.
Dal 1980 inizia a scattare le prime immagini e frequenta il Fotoclub Padova apprendendo la tecnica e le prime nozioni di fotografia.
Nel 1983 con altri amici appassionati di arte fotografica, fonda il Fotoclub Rubano.
Nel 1985 frequenta una scuola di fotografia professionale a Firenze, dove affina la tecnica di still life e fotografia industriale.
Successivamente comincia ad esporre in mostre fotografiche collettive e realizza la prima mostra personale nel Comune di Rubano PD.
Nel 1991 la fotografia diventa una professione.
Nel 2014 la prima importante mostra al RUBANO ART FESTIVAL, con “METAMORFOSI”.
Nel settembre 2015 partecipa alla “BIENNALE MILANO” International Art Meeting allo Spazio Tadini con il prof. Vittorio Sgarbi e il promoter Salvo Nugnes.
Nell’ottobre 2015 partecipa alla mostra collettiva “SPOLETO INCONTRA VENEZIA” nella prestigiosa sede di Palazzo Giustinian VE, con il prof. Vittorio Sgarbi e il promoter Salvo Nugnes.
Nel novembre 2015 è presente ad ART PADOVA FIERE.
Nel dicembre 2015 partecipa alla manifestazione “ROVOLON FOTOGRAFIA”.
Nel dicembre 2015 partecipa alla mostra d'arte collettiva:”ENERGIA CREATIVA” con Salvo Nugnes e il prof. Vittorio Sgarbi, esponendo ai “NAVIGLI” di Padova.
Nel febbraio 2016 mostra personale “METAMORFOSI” all' Hotel Plaza di Padova.
La mostra resterà visitabile fino al 29 febbraio in orario: lunedì – domenica 16,00 – 23,00. Ingresso libero.
Per informazioni:
Lorenzo Bettio:
3489112728 lorenzobettio@libero.it
https://www.facebook.com/lorenzo.bettio.5
Maria Palladino:
3341695479 audramsa@outlook.it
Hotel Plaza Padova: 049656822
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BAROQUE
19/05/2016 - 19/06/2016
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Raffaella Caruso
Inaugura giovedì 19 maggio presso Eidos Immagini Contemporanee ( www.galleriaeidos.com) Baroque personale di Chiara Dynys a cura di Raffaella A. Caruso. In mostra gli ormai celebri Poisoned Flowers declinati dall’artista in tre versioni, messe per la prima volta a confronto. I “monocromi” tout court dove l’immagine appare e scompare seguendo il movimento dello spettatore, i “pittorici” dove l’immagine fotografica ritorna alla pittura, e i “barocchi” dove la Dynys, assecondando le possibilità offerte dal lenticolare, ottiene con sofisticati passaggi un’immagine che prima di annullarsi nel monocromo conquista la terza dimensione. Il tema dello spazio, della sua percorribilità da parte dello spettatore è suggerita dalle grandi cornici in metacrilato che conferiscono all’opera l’allure della scultura facendola vivere anche di un forte momento installativo. Il percorso espositivo è accompagnato da un catalogo con testo di Raffaella A. Caruso in cui vengono evidenziati in parallelo la dimensione metafisica e onirica di questo interessantissimo ciclo e il senso quietamente drammatico dell’annullamento, della cancellazione, dell’inevitabile scomparire nel nulla, anche della Bellezza e del magnifico: “Il Barocco è un concetto molto interessante in un contemporaneo che vive di continue contaminazioni e comunque non può prescindere dalle linee guida di quanto fu nel seicento, dall’esuberanza di un colore quasi lascivo, dal senso di smarrimento e dalla conseguente estasi, dalle linee di un labirinto fisico e mentale, dal procedere per stanze di matrice plotiniana”. Il senso barocco della meraviglia è infatti l’imput iniziale fornito dal curatore allo spettatore che sarà guidato dallo stupore di fronte all’innegabile bellezza e felicità di queste opere tra alcuni dei temi più cari a Chiara Dynys: la percorribilità dello spazio pittorico che diviene con l’interazione dello spettatore spazio temporale, l’azione della luce, il duale, l’alterità, il recupero dell’identità tramite il confronto con l’opera, lo smarrimento e il labirinto. Come scrive ancora Caruso in catalogo “Visione, dualità, confine: c’è tutta l’epistemologia del contemporaneo in questi lavori.”
Chiara Dynys, una delle artiste italiane più conosciute e apprezzate nel mondo, vive e lavora a Milano. Conduce la sua ricerca su due binari, entrambi riconducibili ad un unico atteggiamento nei confronti del reale: identificare nel mondo e nelle forme la presenza e il senso dell'anomalia, della variante, del limen che consente alla mente di passare dalla realtà al metafisico. Per fare questo utilizza i materiali più vari, luce, vetro, specchi, ceramica, fusioni, tessuto e media quali video e fotografia, mantenendo ugualmente intatta una cifra stilistica fatta di equilibrio e rarefatta eleganza. Intento dell’opera è restituire allo spettatore il senso della sua presenza. Tra le principali e più recenti personali pubbliche si ricordano: Centre d’Art Contemporain, Ginevra (1996); Expression - Centre d’Exposition, Saint-Hyacinthe, Canada (1997); Museo Cantonale, Ala Est, Lugano, 2001; Museum Bochum, Bochum (2003); Kunstmuseum, Bonn (2004); Wolfsberg Executive Development Centre, Wolfsberg (2005); Rotonda di Via Besana, Milano (2007); Museo Bilotti, Roma; Palazzo Reale, Milano (2008); ZKM - Museum für Neue Kunst, Karlsruhe (2009); Archivio Centrale di Stato, Roma; Centro Italiano Arte Contemporanea, Foligno (2010); Casa della Memoria, Fondazione Mimmo Rotella, Catanzaro (2012); Museo Poldi Pezzoli, Milano (2013); Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (2014); Museo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese; M.AR.CA, Catanzaro; Galleria Nazionale di Cosenza, Cosenza (2015). Impossibile citare seppur velocemente le personali in gallerie private e le innumerevoli collettive. Sue opere sono in importanti collezioni tra cui: Civiche Raccolte d’Arte, Milano; MART, Rovereto; UBS, Milano, Manno, Zurigo; Kunstasammlung, Weimar; Banca Intesa San Paolo, Milano; Terna Energia, Roma; Museo Cantonale, Lugano; Collezione Panza, Varese; Fondazione Rocco Guglielmo, Catanzaro; Collezione Poldi Pezzoli, Milano; VAF-Stiftung, Francoforte; Collezione Volker W. Feierabend, Francoforte; ZKM, Karlsruhe; Galleria d’Arte Moderna, Roma.

Chiara Dynys - BAROQUE
A cura di Raffaella A. Caruso
19 maggio - 19 giugno 2016
Inaugurazione giovedì 19 maggio - ore 18.30
Eidos Immagini Contemporanee
Asti - Piazza Roma 11
tel/fax +39 0141 354176
Orario 10.30-12.30/ 16.00-19.30
Lunedì mattina chiuso


Mostra personale di fotografia di Alessandro Spadotto “Yemen. Un viaggio interrotto”
21/01/2017 - 04/02/2017
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
Sabato 21 gennaio alle ore 17,30, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, si inaugurerà la mostra “Yemen. Un viaggio interrotto”, personale di fotografia di Alessandro Spadotto. A cura di Maria Palladino.
La mostra “Yemen, un viaggio interrotto” racconta un viaggio compiuto dall’autore nel 2012, dal maggio all’agosto, nella repubblica dello Yemen, Stato confinante a nord con l’Arabia Saudita e a est con l’Oman. Bagnato a ovest dal Mar Rosso e a sud dal Golfo di Aden (Oceano Indiano), comprende inoltre l’arcipelago di Socotra, nell’Oceano Indiano, e gli arcipelaghi di Perim e Kamaran, nel Mar Rosso.
Il Paese, il più povero di tutta la Penisola Araba e fra i più poveri al mondo, è purtroppo teatro da marzo 2015 di una sanguinosa guerra civile, che vede coinvolti l’esercito governativo, i ribelli sciiti houthi, i miliziani di Al Qaeda e una coalizione di paesi arabi guidati dall’Arabia Saudita.
Nonostante l’estrema indigenza della popolazione, l’emergenza sanitaria e la situazione sociale e politica di grave entità, la repubblica dello Yemen rimane, dal punto di vista paesaggistico, architettonico e per storia e tradizioni uno dei paesi più affascinanti.
Già Pier Paolo Pasolini, che vi girò “Il fiore delle Mille e una notte” e dedicò alle mura di Sana’a, la capitale, un documentario nel 1971, ne descrisse l’incanto e l’assoluta necessità di preservare la bellezza dei suoi caratteristici edifici dalla distruzione del progresso dilagante, promuovendo un appello all’Unesco. Solo dopo la morte del regista, nel 1986, la città sarebbe stata dichiarata “patrimonio dell’umanità”.
Alessandro Spadotto cattura, in queste immagini di viaggio e di scoperta, lo spirito e l’anima di questo luogo, oltre a documentarne lo stato attuale e le consuetudini di vita del popolo yemenita.
La sua è una fotografia diretta, priva di orpelli, attenta alla focalizzazione dei dettagli, come ad ottenere una visione panoramica quanto più inclusiva e precisa sul paesaggio.
Le ampie distese desertiche, i monumenti architettonici e i palazzi costruiti come per tradizione secolare in mattoni d’argilla e paglia essiccata, rivestita d’intonaco chiaro e decorata con motivi fitomorfici e geometrici, i campi coltivati a qat e alberi da frutta. Si tratta di visioni senza tempo, in cui la storia si mescola alla contemporaneità, lasciando il quadro d’insieme più completo e suggestivo.
La fotografia di Alessandro Spadotto è interessata a comprendere e indagare, sempre comunque con sguardo rispettoso e discreto, le usanze e i modi di vivere delle persone ritratte: nei suoi ritratti fotografici spiccano in primissimo piano i volti, soprattutto gli occhi, che colpiscono per profondità e apparente innocenza.
Un paese di contraddizioni, un viaggio emozionante che si conclude purtroppo con la drammatica esperienza del rapimento, ma che ha lasciato ad ogni modo nel fotografo il desiderio di tornarvi, come per completare un’esperienza che da materiale e mentale diviene spirituale, che apre interessanti interrogativi sul presente e che si configura idealmente quasi quale ricerca sulle comuni origini e sulle talvolta apparentemente inconciliabili differenze esistenti fra etnie.
06.01.2017 Maria Palladino

Alessandro Spadotto nasce nel 1983 a San Vito al Tagliamento (PN). Comincia ad interessarsi alla fotografia nel 2008, e grazie al suo lavoro ha l'opportunità di conoscere luoghi accessibili a pochi, come Libano, Kosovo e Afghanistan. Nel 2012 arriva in Yemen dove resta affascinato dalla realtà locale, tesa tra i due estremi di un vivere semplice e modesto e le problematiche legate ai gravi conflitti sociali e politici che tuttora segnano la storia del Paese. La prospettiva di trascorrere sei mesi in Yemen viene bruscamente interrotta dal rapimento.
La mostra resterà visitabile fino a sabato 04 febbraio in orario: lun. - sab. 15,30 - 19,30. Ingresso libero.
Per informazioni:
www.momart.padova.it info@momartpadova.it
Alessandro Spadotto:
https://www.facebook.com/Alessandro-Spadotto-ph-486340624813127/
www.alessandrospadotto.com info@alessandrospadotto.com
Maria Palladino:
3341695479 audramsa@outlook.it