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Evento: Calligrafia d'acqua_Stevens Vaughn
04/11/2015 - 30/11/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 28/10/2015 - 9:44 |
Luogo: | Torino (TO) - Piemonte |
Data di inizio: | 04/11/2015 |
Data di fine | 30/11/2015 |
Descrizione
The Hafnia Foundation ha il piacere di presentare la seconda mostra personale dell’artista americano
Stevens Vaughn in Italia. Con questa esposizione negli ampi spazi della Galleria Innerspace17 di Torino
l’artista presenta una serie di lavori elaborati nell’ultimo periodo con il titolo di “Calligrafia d’acqua”,
curata da Massimo Scaringella.
“Un quadro non è qualcosa che riguarda un’esperienza: è un’esperienza”. Questo pensiero di Mark Rothko
riflette il lavoro di Stevens Vaughn, che esprime il senso di una essenzialita visiva, strutturalmente legata
alla visione ironica e colorata della vita, con il suo incontenibile segno una depistante linea gestuale,
guidata da una manuale irruenza, identita piena di un espressionismo emotivo e culturale inserito in una
solida realta . Stevens Vaughn utilizza la tecnica del “dripping”, che non significa tirare il colore in modo
casuale, ma una “ritualita ” che in ogni opera e composta come l’espressione di un pensiero non verbale,
trasformato in una struttura articolata e consolidata nella rivelazione della realta : macchie, colature veloci,
prepotenze cromatiche, si contengono la definizione dello spazio, contendendo alla natura e alla poesia la
ricerca delle soluzioni formali dell’opera, risolte in un uso inquietante di un elemento primordiale come e
l’acqua.
Stevens Vaughn con queste opere ci vuole persuadere che l’idea stimolante e allo stesso tempo
provocatoria di fare arte e entrare nell’anarchia dell’assenza della struttura. Ma incredibilmente, questi
lavori, pieni di luce e di colore, rinviano a una visione concreta del mondo dell’oggi, in cui l’artista ha ben
presente le assimilazioni che gli derivano dei diversi incroci culturali incontrati durante il suo percorso
formativo e creativo.
La mostra e accompagnata da un catalogo con testi di Massimo Scaringella, Qin Jian e Stevens Vaughn (in
inglese, cinese e italiano).
Ufficio
Stevens Vaughn in Italia. Con questa esposizione negli ampi spazi della Galleria Innerspace17 di Torino
l’artista presenta una serie di lavori elaborati nell’ultimo periodo con il titolo di “Calligrafia d’acqua”,
curata da Massimo Scaringella.
“Un quadro non è qualcosa che riguarda un’esperienza: è un’esperienza”. Questo pensiero di Mark Rothko
riflette il lavoro di Stevens Vaughn, che esprime il senso di una essenzialita visiva, strutturalmente legata
alla visione ironica e colorata della vita, con il suo incontenibile segno una depistante linea gestuale,
guidata da una manuale irruenza, identita piena di un espressionismo emotivo e culturale inserito in una
solida realta . Stevens Vaughn utilizza la tecnica del “dripping”, che non significa tirare il colore in modo
casuale, ma una “ritualita ” che in ogni opera e composta come l’espressione di un pensiero non verbale,
trasformato in una struttura articolata e consolidata nella rivelazione della realta : macchie, colature veloci,
prepotenze cromatiche, si contengono la definizione dello spazio, contendendo alla natura e alla poesia la
ricerca delle soluzioni formali dell’opera, risolte in un uso inquietante di un elemento primordiale come e
l’acqua.
Stevens Vaughn con queste opere ci vuole persuadere che l’idea stimolante e allo stesso tempo
provocatoria di fare arte e entrare nell’anarchia dell’assenza della struttura. Ma incredibilmente, questi
lavori, pieni di luce e di colore, rinviano a una visione concreta del mondo dell’oggi, in cui l’artista ha ben
presente le assimilazioni che gli derivano dei diversi incroci culturali incontrati durante il suo percorso
formativo e creativo.
La mostra e accompagnata da un catalogo con testi di Massimo Scaringella, Qin Jian e Stevens Vaughn (in
inglese, cinese e italiano).
Ufficio
Altri eventi dell'inserzionista
Calligrafia d'acqua_Stevens Vaughn
04/11/2015 - 30/11/2015
Torino (TO) - Piemonte
Inserito da Laura Scaringella
The Hafnia Foundation ha il piacere di presentare la seconda mostra personale dell’artista americano
Stevens Vaughn in Italia. Con questa esposizione negli ampi spazi della Galleria Innerspace17 di Torino
l’artista presenta una serie di lavori elaborati nell’ultimo periodo con il titolo di “Calligrafia d’acqua”,
curata da Massimo Scaringella.
“Un quadro non è qualcosa che riguarda un’esperienza: è un’esperienza”. Questo pensiero di Mark Rothko
riflette il lavoro di Stevens Vaughn, che esprime il senso di una essenzialita visiva, strutturalmente legata
alla visione ironica e colorata della vita, con il suo incontenibile segno una depistante linea gestuale,
guidata da una manuale irruenza, identita piena di un espressionismo emotivo e culturale inserito in una
solida realta . Stevens Vaughn utilizza la tecnica del “dripping”, che non significa tirare il colore in modo
casuale, ma una “ritualita ” che in ogni opera e composta come l’espressione di un pensiero non verbale,
trasformato in una struttura articolata e consolidata nella rivelazione della realta : macchie, colature veloci,
prepotenze cromatiche, si contengono la definizione dello spazio, contendendo alla natura e alla poesia la
ricerca delle soluzioni formali dell’opera, risolte in un uso inquietante di un elemento primordiale come e
l’acqua.
Stevens Vaughn con queste opere ci vuole persuadere che l’idea stimolante e allo stesso tempo
provocatoria di fare arte e entrare nell’anarchia dell’assenza della struttura. Ma incredibilmente, questi
lavori, pieni di luce e di colore, rinviano a una visione concreta del mondo dell’oggi, in cui l’artista ha ben
presente le assimilazioni che gli derivano dei diversi incroci culturali incontrati durante il suo percorso
formativo e creativo.
La mostra e accompagnata da un catalogo con testi di Massimo Scaringella, Qin Jian e Stevens Vaughn (in
inglese, cinese e italiano).
Ufficio
Stevens Vaughn in Italia. Con questa esposizione negli ampi spazi della Galleria Innerspace17 di Torino
l’artista presenta una serie di lavori elaborati nell’ultimo periodo con il titolo di “Calligrafia d’acqua”,
curata da Massimo Scaringella.
“Un quadro non è qualcosa che riguarda un’esperienza: è un’esperienza”. Questo pensiero di Mark Rothko
riflette il lavoro di Stevens Vaughn, che esprime il senso di una essenzialita visiva, strutturalmente legata
alla visione ironica e colorata della vita, con il suo incontenibile segno una depistante linea gestuale,
guidata da una manuale irruenza, identita piena di un espressionismo emotivo e culturale inserito in una
solida realta . Stevens Vaughn utilizza la tecnica del “dripping”, che non significa tirare il colore in modo
casuale, ma una “ritualita ” che in ogni opera e composta come l’espressione di un pensiero non verbale,
trasformato in una struttura articolata e consolidata nella rivelazione della realta : macchie, colature veloci,
prepotenze cromatiche, si contengono la definizione dello spazio, contendendo alla natura e alla poesia la
ricerca delle soluzioni formali dell’opera, risolte in un uso inquietante di un elemento primordiale come e
l’acqua.
Stevens Vaughn con queste opere ci vuole persuadere che l’idea stimolante e allo stesso tempo
provocatoria di fare arte e entrare nell’anarchia dell’assenza della struttura. Ma incredibilmente, questi
lavori, pieni di luce e di colore, rinviano a una visione concreta del mondo dell’oggi, in cui l’artista ha ben
presente le assimilazioni che gli derivano dei diversi incroci culturali incontrati durante il suo percorso
formativo e creativo.
La mostra e accompagnata da un catalogo con testi di Massimo Scaringella, Qin Jian e Stevens Vaughn (in
inglese, cinese e italiano).
Ufficio
CALLIGRAFIA D’ACQUA opere di Stevens Vaughn
18/05/2015 - 30/09/2015
Venezia (VE) - Veneto
Inserito da Laura Scaringella
THE HAFNIA FUNDATION
presenta
CALLIGRAFIA D’ACQUA
OPERE DI Stevens Vaughn
a cura di Massimo Scaringella
INAUGURAZIONE: mercoledi 6 maggio 2015 - 18 h
Negli splendidi ambienti del quattrocentesco palazzo Dolfin Bollani che domina Campo Marina e in occasione della 56° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, l’artista americano Stevens Vaughn presenta la sua prima mostra personale in Italia dal titolo “Calligrafia d’acqua” curata da Massimo Scaringella.
L’esperienza artistica di Stevens Vaughn retaggio delle sue esperienze in Cina e Giappone, evolve il modo di vedere oltre l’espressione estetica in una condizione di privilegio fantastico. Perche non guarda fuori, ma dentro. Dentro alle sue origini, dentro al suo essere, scegliendo il gesto ideale, la forma ideale, tra proporzioni da contraddire, colori da esibire e segni onirici da sublimare. L’artista afferma: <“Ho un fascino per i rituali. I rituali creano un senso dell’ordine nella mia esistenza Il mistero è l’essenza del mio essere”>.
“Un quadro non è qualcosa che riguarda un’esperienza: è un’esperienza”. Si potrebbe partire da questo pensiero di Mark Rothko per descrivere il lavoro di Stevens Vaughn che esprime il senso di una essenzialità visiva, solo apparentemente confusa, ma strutturalmente legata alla visione ironica e colorata della vita, che esprime con il suo incontenibile segno una depistante linea gestuale, guidata da una manuale irruenza, identità piena di un espressionismo emotivo e culturale inserito in una solida realtà. La struttura, forse meglio dire la “ritualità” di ogni opera è composta quindi come l’espressione di un pensiero non verbale, trasformato in una struttura articolata e consolidata nella rivelazione della realtà, dove si raccoglie un esercizio stilistico capace di trasformare il desiderio nell’ironia della creatività, in una dilatazione differita del tempo e dello spazio. Macchie, colature veloci, prepotenze cromatiche, si contengono la definizione dello spazio, contendendo alla natura e alla poesia la ricerca delle soluzioni formali dell’opera, risolte in un uso inquietante di un elemento primordiale come è l’acqua.
Nel fare arte Stevens Vaughn utilizza sempre, come un rituale, la tecnica del “dripping” che non significa tirare il colore in modo casuale. Al contrario, significa con una ricerca sperimentata, distribuire ogni goccia di pigmento con un suo ordine relativo dove l’instabilità del getto fluido libero può dare origine a figure diverse: può rompersi in gocce, può schizzare a seconda dell’impatto con la superficie ma sempre in maniera bilanciata o, come in una parte degli lavori più recenti, la piegatura del foglio determina la superficie cromatica. Sia come sia, non concede mai nulla allo stile ne alle esigenze dello spettatore, ma solo al tenace e paziente rincorrersi del colore, spesso diluito con acqua che lo rende più veloce, sui fogli immacolati di carta, esprimendo una ricerca di qualcosa che c’è che esiste. Spesso non c’è nemmeno una storia da descrivere e si arriva direttamente all’interno dell’immagine piegando la tecnica all’esigenza espressiva della visione.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testi di Massimo Scaringella, Qin Jian e Stevens Vaughn (in inglese, cinese e italiano).
dal 7 maggio al 30 settembre del 2015
PALAZZO DOLFIN BOLLANI
CAMPO SANTA MARINA 6073/6074 – SESTIERE DI CASTELLO - VENEZIA
Presso Office: Laura Scaringella T +39 3381081088 scaringella.laura@gmail.com http://www.stevensvaughn.com
Orario: 11-19. Chiuso il martedi.
presenta
CALLIGRAFIA D’ACQUA
OPERE DI Stevens Vaughn
a cura di Massimo Scaringella
INAUGURAZIONE: mercoledi 6 maggio 2015 - 18 h
Negli splendidi ambienti del quattrocentesco palazzo Dolfin Bollani che domina Campo Marina e in occasione della 56° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, l’artista americano Stevens Vaughn presenta la sua prima mostra personale in Italia dal titolo “Calligrafia d’acqua” curata da Massimo Scaringella.
L’esperienza artistica di Stevens Vaughn retaggio delle sue esperienze in Cina e Giappone, evolve il modo di vedere oltre l’espressione estetica in una condizione di privilegio fantastico. Perche non guarda fuori, ma dentro. Dentro alle sue origini, dentro al suo essere, scegliendo il gesto ideale, la forma ideale, tra proporzioni da contraddire, colori da esibire e segni onirici da sublimare. L’artista afferma: <“Ho un fascino per i rituali. I rituali creano un senso dell’ordine nella mia esistenza Il mistero è l’essenza del mio essere”>.
“Un quadro non è qualcosa che riguarda un’esperienza: è un’esperienza”. Si potrebbe partire da questo pensiero di Mark Rothko per descrivere il lavoro di Stevens Vaughn che esprime il senso di una essenzialità visiva, solo apparentemente confusa, ma strutturalmente legata alla visione ironica e colorata della vita, che esprime con il suo incontenibile segno una depistante linea gestuale, guidata da una manuale irruenza, identità piena di un espressionismo emotivo e culturale inserito in una solida realtà. La struttura, forse meglio dire la “ritualità” di ogni opera è composta quindi come l’espressione di un pensiero non verbale, trasformato in una struttura articolata e consolidata nella rivelazione della realtà, dove si raccoglie un esercizio stilistico capace di trasformare il desiderio nell’ironia della creatività, in una dilatazione differita del tempo e dello spazio. Macchie, colature veloci, prepotenze cromatiche, si contengono la definizione dello spazio, contendendo alla natura e alla poesia la ricerca delle soluzioni formali dell’opera, risolte in un uso inquietante di un elemento primordiale come è l’acqua.
Nel fare arte Stevens Vaughn utilizza sempre, come un rituale, la tecnica del “dripping” che non significa tirare il colore in modo casuale. Al contrario, significa con una ricerca sperimentata, distribuire ogni goccia di pigmento con un suo ordine relativo dove l’instabilità del getto fluido libero può dare origine a figure diverse: può rompersi in gocce, può schizzare a seconda dell’impatto con la superficie ma sempre in maniera bilanciata o, come in una parte degli lavori più recenti, la piegatura del foglio determina la superficie cromatica. Sia come sia, non concede mai nulla allo stile ne alle esigenze dello spettatore, ma solo al tenace e paziente rincorrersi del colore, spesso diluito con acqua che lo rende più veloce, sui fogli immacolati di carta, esprimendo una ricerca di qualcosa che c’è che esiste. Spesso non c’è nemmeno una storia da descrivere e si arriva direttamente all’interno dell’immagine piegando la tecnica all’esigenza espressiva della visione.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testi di Massimo Scaringella, Qin Jian e Stevens Vaughn (in inglese, cinese e italiano).
dal 7 maggio al 30 settembre del 2015
PALAZZO DOLFIN BOLLANI
CAMPO SANTA MARINA 6073/6074 – SESTIERE DI CASTELLO - VENEZIA
Presso Office: Laura Scaringella T +39 3381081088 scaringella.laura@gmail.com http://www.stevensvaughn.com
Orario: 11-19. Chiuso il martedi.
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Natura
27/11/2016 - 14/01/2017
Venezia (VE) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
«È nel cuore dell’uomo che la vita dello spettacolo della natura esiste; per riuscire a vederlo, bisogna sentirlo». Dalla celebre frase di Jean-Jacques Rousseau, tre mostre sul tema della “Natura”, curate da Luigi Borettini alla Cantina Albinea Canali (Via Tassoni 213, Reggio Emilia) dal 27 novembre 2016 al 14 gennaio 2017.
Realizzato con il patrocinio del Comune di Albinea (RE), il progetto sarà inaugurato domenica 27 novembre alle ore 16.00. Saranno presenti, oltre agli artisti invitati, Luigi Borettini (curatore), Stefano Colli (Event Manager Cantina Albinea Canali), Angela Lazzaretti (Radium Artis Galleria d’Arte), Roberta Mori (Consigliere regionale Emilia Romagna), Federica Franceschini (Presidente della Commissione Scuola, attività ed istituzioni culturali, sport e tempo libero del Comune di Reggio Emilia) ed altri rappresentanti delle Istituzioni.
All’interno della Cantina Albinea Canali saranno allestite tre esposizioni: nella Sala Cavalieri, una personale del pittore piacentino Gianfranco Asveri, promossa e realizzata in collaborazione con Radium Artis Galleria d’Arte; nella Sala Ottocento, una collettiva con opere pittoriche degli artisti reggiani Luigi Camellini, Sara Giuberti, Stefano Grasselli, Giovanna Magnani, Rodolfo Pisi, Fabio Rota, Romano Salami; nel Salone delle Capriate, le ricerche fotografiche di Giovanni Badodi, Naide Bigliardi, Giuseppe Maria Codazzi, Marcello Grassi, Corrado Moscardini, Fabio Vezzani.
L’esposizione di Gianfranco Asveri raccoglie una quindicina di dipinti a tecnica mista su tela di recente produzione. «Un universo fantastico – scrive Luigi Borettini – in cui il visitatore ritorna alla sua prima infanzia, dove tutto è visto con occhi ingenui ma sinceri. La materia che stende sulla tela dai colori vivi non è casuale ma è ponderata, i segni che incide sono tutti calcolati e come note musicali vanno a comporre una melodia avvolgente. Gianfranco Asveri è un artista che permette quotidianamente al suo Io di esprimersi sulla tela, riuscendo a trasmettere, con le sue opere, poesia pura per la natura e per la vita».
Il tema della “Natura” è declinato in pittura nella Sala Ottocento. Dai paesaggi primitivi di Luigi Camellini agli acquerelli trasparenti e luminosi di Sara Giuberti, dalla natura matrigna di Stefano Grasselli, che nasconde insidie, alla natura madre di Giovanna Magnani, morbida e avvolgente, dalle tentazioni informali di Rodolfo Pisi alle contaminazioni tra fotografia e pittura di Fabio Rota, sino ai paesaggi lirici di Romano Salami che rivelano sottili vibrazioni.
Il Salone delle Capriate accoglie la sezione dedicata alla fotografia con opere di grande formato alternate a composizioni modulari. Dai paesaggi collinari di Giovanni Badodi, maestro della luce, alle ombre di Naide Bigliardi, dal reportage di Giuseppe Maria Codazzi, dedicato al Madagascar e ai tanti volti della natura umana, all’eterna germinazione della memoria nei bianchi e neri di Marcello Grassi, dalle immagini d’acqua e di luce di Corrado Moscardini alle immagini fortemente contrastate di Fabio Vezzani che offrono una lettura gotica del paesaggio emiliano.
Una sessantina di dipinti e fotografie tra dialoghi inattesi, assonanze e rimandi.
Domenica 27 novembre, alle ore 16.00, si terranno vernissage e rinfresco. A seguire, spettacolo teatrale della Compagnia Dialettale Teatro Nuovo di Scandiano, intitolato “Bim bam bum... somm ‘na màsa ed campanoun” (Autore/regia Rina Mareggini e Silvio Morini). La serata si concluderà con una degustazione a buffet al costo di € 15,00.
Le mostre saranno visitabili fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00. Ingresso libero. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522 569505, canali@riunite.it, scolli@riunite.it. Nel periodo espositivo si terranno diversi incontri e spettacoli. Il programma completo sarà visibile sulla pagina facebook della Cantina www.facebook/albineacanali.
Situata sulla principale strada di collegamento tra Reggio Emilia ed Albinea, la Cantina Albinea Canali nasce nel 1936 riunendo diversi vignaioli del Lambrusco e dell’Ancellotta e arrivando a contare, negli anni successivi, centosettanta conferenti. La Cantina Albinea Canali raccoglie le uve di un ristretto bacino, in una delle aree di maggior pregio, sotto il profilo dei suoli e del clima, dell’intera provincia reggiana. Dopo un accurato intervento di restauro conservativo, la sede affianca oggi alla produzione di vini di qualità anche una vasta gamma di servizi al pubblico, tra cui l’enoteca, la sala degustazione ed il Centro Convegni Albinea Canali, con sette ambienti, dotati di moderni impianti tecnologici, ideali per ospitare meeting e grandi eventi.
Realizzato con il patrocinio del Comune di Albinea (RE), il progetto sarà inaugurato domenica 27 novembre alle ore 16.00. Saranno presenti, oltre agli artisti invitati, Luigi Borettini (curatore), Stefano Colli (Event Manager Cantina Albinea Canali), Angela Lazzaretti (Radium Artis Galleria d’Arte), Roberta Mori (Consigliere regionale Emilia Romagna), Federica Franceschini (Presidente della Commissione Scuola, attività ed istituzioni culturali, sport e tempo libero del Comune di Reggio Emilia) ed altri rappresentanti delle Istituzioni.
All’interno della Cantina Albinea Canali saranno allestite tre esposizioni: nella Sala Cavalieri, una personale del pittore piacentino Gianfranco Asveri, promossa e realizzata in collaborazione con Radium Artis Galleria d’Arte; nella Sala Ottocento, una collettiva con opere pittoriche degli artisti reggiani Luigi Camellini, Sara Giuberti, Stefano Grasselli, Giovanna Magnani, Rodolfo Pisi, Fabio Rota, Romano Salami; nel Salone delle Capriate, le ricerche fotografiche di Giovanni Badodi, Naide Bigliardi, Giuseppe Maria Codazzi, Marcello Grassi, Corrado Moscardini, Fabio Vezzani.
L’esposizione di Gianfranco Asveri raccoglie una quindicina di dipinti a tecnica mista su tela di recente produzione. «Un universo fantastico – scrive Luigi Borettini – in cui il visitatore ritorna alla sua prima infanzia, dove tutto è visto con occhi ingenui ma sinceri. La materia che stende sulla tela dai colori vivi non è casuale ma è ponderata, i segni che incide sono tutti calcolati e come note musicali vanno a comporre una melodia avvolgente. Gianfranco Asveri è un artista che permette quotidianamente al suo Io di esprimersi sulla tela, riuscendo a trasmettere, con le sue opere, poesia pura per la natura e per la vita».
Il tema della “Natura” è declinato in pittura nella Sala Ottocento. Dai paesaggi primitivi di Luigi Camellini agli acquerelli trasparenti e luminosi di Sara Giuberti, dalla natura matrigna di Stefano Grasselli, che nasconde insidie, alla natura madre di Giovanna Magnani, morbida e avvolgente, dalle tentazioni informali di Rodolfo Pisi alle contaminazioni tra fotografia e pittura di Fabio Rota, sino ai paesaggi lirici di Romano Salami che rivelano sottili vibrazioni.
Il Salone delle Capriate accoglie la sezione dedicata alla fotografia con opere di grande formato alternate a composizioni modulari. Dai paesaggi collinari di Giovanni Badodi, maestro della luce, alle ombre di Naide Bigliardi, dal reportage di Giuseppe Maria Codazzi, dedicato al Madagascar e ai tanti volti della natura umana, all’eterna germinazione della memoria nei bianchi e neri di Marcello Grassi, dalle immagini d’acqua e di luce di Corrado Moscardini alle immagini fortemente contrastate di Fabio Vezzani che offrono una lettura gotica del paesaggio emiliano.
Una sessantina di dipinti e fotografie tra dialoghi inattesi, assonanze e rimandi.
Domenica 27 novembre, alle ore 16.00, si terranno vernissage e rinfresco. A seguire, spettacolo teatrale della Compagnia Dialettale Teatro Nuovo di Scandiano, intitolato “Bim bam bum... somm ‘na màsa ed campanoun” (Autore/regia Rina Mareggini e Silvio Morini). La serata si concluderà con una degustazione a buffet al costo di € 15,00.
Le mostre saranno visitabili fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00. Ingresso libero. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522 569505, canali@riunite.it, scolli@riunite.it. Nel periodo espositivo si terranno diversi incontri e spettacoli. Il programma completo sarà visibile sulla pagina facebook della Cantina www.facebook/albineacanali.
Situata sulla principale strada di collegamento tra Reggio Emilia ed Albinea, la Cantina Albinea Canali nasce nel 1936 riunendo diversi vignaioli del Lambrusco e dell’Ancellotta e arrivando a contare, negli anni successivi, centosettanta conferenti. La Cantina Albinea Canali raccoglie le uve di un ristretto bacino, in una delle aree di maggior pregio, sotto il profilo dei suoli e del clima, dell’intera provincia reggiana. Dopo un accurato intervento di restauro conservativo, la sede affianca oggi alla produzione di vini di qualità anche una vasta gamma di servizi al pubblico, tra cui l’enoteca, la sala degustazione ed il Centro Convegni Albinea Canali, con sette ambienti, dotati di moderni impianti tecnologici, ideali per ospitare meeting e grandi eventi.
III edizione di ArtAurea SINCRETISMI NATURALI
23/11/2013 - 06/12/2013
Rimini (RN) - Emilia-Romagna
Inserito da Mirco Beleffi
DODECAUREO GALLERY presenta
III edizione di ArtAurea: SINCRETISMI NATURALI
Interpretazioni del paesaggio e della figura
23/11/2013 - 6/12/2013
"Oggi il sincretismo non è da considerarsicome un "minus quam culturale", come fu in passato , in nome di "un purismo ideale" del pensiero o di un credo religioso ma, al contrario, appare connaturato all'evolversi della storia e delle civiltà, alla "contaminazione" in senso positivo tra popoli, culture, religioni. A ben riflettere, nulla è più frequente in natura del sincretismo: acqua e terra, aria e fuoco, luce e tenebre, è proprio il sincretismo degli opposti la magica alchimia che regola la vita del nostro pianeta." Lia Briganti
GLI ARTISTI:
Giuliano Badaracco, Mirco Beleffi, Lia Briganti, Mauro Caselli, Erick Normanni, Karin Silvia Retzlaff e Katia Mussoni, sorella di Morena Mussoni, a cui la mostra è dedicata.
Presentazione a cura di Lia Briganti
III edizione di ArtAurea: SINCRETISMI NATURALI
Interpretazioni del paesaggio e della figura
23/11/2013 - 6/12/2013
"Oggi il sincretismo non è da considerarsicome un "minus quam culturale", come fu in passato , in nome di "un purismo ideale" del pensiero o di un credo religioso ma, al contrario, appare connaturato all'evolversi della storia e delle civiltà, alla "contaminazione" in senso positivo tra popoli, culture, religioni. A ben riflettere, nulla è più frequente in natura del sincretismo: acqua e terra, aria e fuoco, luce e tenebre, è proprio il sincretismo degli opposti la magica alchimia che regola la vita del nostro pianeta." Lia Briganti
GLI ARTISTI:
Giuliano Badaracco, Mirco Beleffi, Lia Briganti, Mauro Caselli, Erick Normanni, Karin Silvia Retzlaff e Katia Mussoni, sorella di Morena Mussoni, a cui la mostra è dedicata.
Presentazione a cura di Lia Briganti