Evento: La Linea Continua. Disegni dei Musei Civici di Reggio Emilia. Da Lelio Orsi a Omar Galliani
19/12/2015 - 28/03/2016
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Data di inserimento: 11/12/2015 - 15:29
Luogo: Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Data di inizio: 19/12/2015
Data di fine 28/03/2016
Descrizione
Omar Galliani, artista che ha portato la grande tradizione del disegno italiano nel mondo, è stato invitato a dialogare con la collezione di disegni antichi dei Musei Civici di Reggio Emilia. Trecento opere dal Cinquecento ad oggi, esposte dal 19 dicembre 2015 al 28 marzo 2016 nel Palazzo dei Musei e raccolte nel volume “La linea continua. Disegni antichi dei Musei Civici di Reggio Emilia” (ed. Skira), promosso dalla Fondazione Manodori in collaborazione con i Musei Civici.
Nel Palazzo dei Musei (via Spallanzani 1, Reggio Emilia), dal 19 dicembre 2015 al 28 marzo 2016, una grande mostra dal titolo “La Linea Continua. Disegni dei Musei Civici di Reggio Emilia. Da Lelio Orsi a Omar Galliani” per scoprire circa 300 disegni di diversi autori, dal Cinquecento ai giorni nostri, in un ideale dialogo tra opere antiche, opere del XIX secolo e del Novecento e disegni contemporanei. L’esposizione sarà inaugurata sabato 19 dicembre alle ore 17.00, alla presenza dei promotori, dei curatori Alessandra Bigi Iotti, Elisabetta Farioli, Alessandro Gazzotti, Giulio Zavatta e dell’artista Omar Galliani.
All’interno del ricco corpus di disegni conservati negli archivi del Museo, Omar Galliani ha selezionato un foglio a matita su carta di Antonio Fontanesi, dal quale ha tratto ispirazione per realizzare alcune opere originali. La sezione dedicata all’autore propone, inoltre, una selezione di carte realizzate negli anni Settanta che si pongono in serrato dialogo con alcuni disegni antichi e dieci tavole tratte dal libro in poesia di Gian Ruggero Manzoni “Nel vortice delle acque superiori” (Raffaelli Editore, Rimini, 2015).
«Cosa avrà letto – si chiede Omar Galliani – la fanciulla seduta con in mano un libro nel piccolo disegno di Antonio Fontanesi? Forse aspettava qualcuno? Lo stesso Antonio che poi l’avrà fatta posare per qualche istante prima di chiudere il cavalletto sul tocco di biacca dell’ultimo paesaggio della sera? Quale era il suo nome? Non lo sapremo mai. Antonio non ha dipinto molte figure preferendo paesaggi, paesaggi dell'anima, direi, più che en plein air. Forse tra le mani stringeva l’album di schizzi di Antonio? Un’amante segreta? Una figlia senza nome? Forse l’avrà dipinta a Tokyo ed è oggi appesa in qualche collezione di quel lontano paese dove la pittura era d’inchiostro e le donne vestivano di sete fiorite e i fiori di pesco si sostituivano ai pioppi della sua grande pianura? I disegni a volte nel tempo restano muti per sempre e nel loro siderale silenzio compiono viaggi straordinari che non riusciremo mai a ricostruire. La rivisitazione dell’opera esige rispetto. Il suo silenzio chiede rispetto. Sta a noi cercare quel piano inclinato tra ieri e oggi che possa rigenerarsi all’interno dell’opera stessa».
Nei Musei di Reggio Emilia è conservato un tesoro nascosto: una raccolta di disegni, studi preparatori per dipinti, bozzetti d’architettura e di scenografia che coprono l’arco cronologico che va dal Cinquecento al Novecento. “La linea continua” è il concetto che unifica l’esposizione, poiché una caratteristica peculiare del collezionismo e della pratica del disegno a Reggio Emilia è, fin dai secoli trascorsi, quella di ispirarsi alla grande tradizione per creare opere moderne.
La Fondazione Manodori, in collaborazione con i Musei Civici, ha promosso la realizzazione di un volume, edito da Skira, dal titolo “La linea continua. Disegni antichi dei Musei Civici di Reggio Emilia”, che analizza, in particolare, il fondo dei disegni antichi dal XVI al XVII secolo, formato da duecento fogli di notevole pregio, quasi del tutto sconosciuti; un “tesoro nascosto” che finalmente viene proposto all’attenzione del pubblico e della critica. Il libro sarà presentato sabato 19 dicembre, alle ore 11.00, nell’Aula Magna dell’Università di Reggio Emilia. Interverranno Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Marzia Faietti, direttore del Gabinetto delle Stampe degli Uffizi, Elisabetta Farioli, direttore dei Musei Civici. Ad illustrare l’opera sarà Giulio Zavatta, che ha curato il volume insieme ad Alessandra Bigi Iotti.
La mostra sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 9.00-12.00, sabato, domenica e festivi ore 9.00-12.00 e 16.00-19.00; 1 gennaio 2016 apertura solo al pomeriggio ore 16.00-19.00. Ingresso gratuito. Sono in programma visite guidate e laboratori didattici. Per informazioni: www.musei.re.it, www.omargalliani.com.
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Alberto Zamboni. Deep
10/10/2015 - 10/11/2015
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
La Galleria VV8artecontemporanea di Reggio Emilia (Cortile di Palazzo Borzacchi, Via Emilia S. Stefano, 14) presenta la mostra personale di Alberto Zamboni, che sarà inaugurata sabato 10 ottobre, alle ore 18.00, alla presenza dell’artista. Evento organizzato in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.
“Deep” è il titolo dell’esposizione che presenta una nuova produzione di opere, tutte di grande formato, realizzate nel 2015, attraverso l’utilizzo di colori ad olio, ossidi e acrilici su tela. L’autore nei suoi lavori nasconde; non svela o svela solo in parte. Piuttosto: confonde. Ci avvolge di piacevole mistero, diventa quasi un alibi, una rappresentazione confusa, comunque evocativa.
Di certo è un universo “liquido” quello di Zamboni; non soltanto quando inquadra le “profondità”, ma ogni volta che ci mostra le sue visioni.
Il progetto espositivo, che conferma la proficua collaborazione tra l’autore e la Galleria, promuove la ricerca sul contemporaneo che VV8artecontemporanea sostiene dal 2007.
L’esposizione sarà visitabile fino al 10 novembre 2015, da martedì a sabato con orario 10.30-13.00 e 16.30-20.00, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 0522 432103, info@vv8artecontemporanea.it, www.vv8artecontemporanea.it.
Alberto Zamboni nasce nel 1971 a Bologna, dove vive e lavora. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, prende parte a numerose mostre personali e collettive, nonché alle più importanti fiere d’arte, come “Arte Fiera” (Bologna) e “MiArt” (Milano). Selezionato alla IV edizione del Premio Cairo, è stato invitato ad esporre in spazi pubblici e privati come Museo della Permanente (Milano, 2005), Museo d’Arte Contemporanea di S. Marino (S. Marino, 2005), Museo Michetti (Francavilla al Mare, 2007), Galleria Il Segno (Roma, 2002, 2006, 2009), Galerie Carzaniga (Basel, 2002, 2004, 2007, 2010), Galleria VV8artecontemporanea (Reggio Emilia, 2010, 2012) e Galleria Grafique (Bologna, 2011). I suoi dipinti sono presenti presso le collezioni d’arte di UniCredit Private Banking e Fondazione Carisbo.
Profeti in Patria - Cammini d'artista a Montecchio Emilia. Graziano Pompili
21/02/2016 - 28/02/2016
Montecchio Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Con la mostra personale di Graziano Pompili, in programma fino al 28 febbraio 2016 al Castello Medievale di Montecchio Emilia (RE), si apre la rassegna “Profeti in patria - Cammini d’artista a Montecchio Emilia” promossa dall’amministrazione comunale. L’intento del progetto è quello di permettere ai cittadini di conoscere gli artisti che vivono ed operano nel Comune non solo attraverso la loro opera ma anche grazie a momenti di incontro e confronto personali.
Curata da Sandro Parmiggiani, l’esposizione presenta una selezione di opere in terracotta realizzate negli anni ’70 e ’80. Come scrive, infatti, il curatore, «A partire dal 1978, e per almeno un decennio, la terracotta diventa il materiale elettivo di Pompili, che dà vita a un ciclo di particolare fascino, le “Ri-archeologie”, terrecotte che ripropongono lo splendore delle sembianze dell’antico, riemerso dagli abissi del tempo: mostrano, infatti, ferite e mutilazioni, accentuate dal fatto che l’artista le riduce in frammenti all’uscita dal forno di cottura, per poi ricomporle con ganci di ferro».
Il percorso espositivo, pensato per gli spazi del Castello, comprende un’opera monumentale nell’atrio d’ingresso (“Domotica”, 2008), la sequenza ritmica di “Archeologia del ‘900” nella stanza laterale e tre opere riferibili alla prima metà degli anni ’80 – “Grande scudo”, “Acrolito”, “Emmaus” – immerse nell’ombra dei sotterranei.
«Queste cinque opere sul tema delle Ri-archeologie – spiega Graziano Pompili – realizzate più di vent’anni fa, dopo essere state esposte in decine di spazi pubblici e privati, sia in Italia che all'estero, trovano ora posto all'interno del piccolo Castello medievale di Montecchio Emilia, un luogo “ideale” nel quale si instaura un dialogo privilegiato tra la scultura e lo spazio che la contiene».
Domenica 21 febbraio, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, l’artista sarà presente in mostra ed accompagnerà i visitatori alla scoperta delle opere esposte.
La personale è visitabile fino al 28 febbraio 2016 di lunedì e giovedì ore 9.00-13.00 e 15.00-18.00, martedì e venerdì ore 15.00-18.00, mercoledì ore 9.00-13.00, sabato ore 9.00-12.00. Ingresso libero. Per informazioni: Biblioteca Comunale di Montecchio Emilia (tel. 0522 861864, biblioteca@comune.montecchio-emilia.re.it, www.comune.montecchio-emilia.re.it).
Il ciclo di iniziative che il Comune di Montecchio Emilia ha inteso dedicare a Graziano Pompili proseguirà fino a giugno 2016 con mostre temporanee, appuntamenti ed incontri. Il prossimo evento espositivo sarà dedicato alla “Via Crucis” realizzata dall’artista nel 2003. L’opera sarà allestita dal 19 marzo 2016 negli spazi di Casa Cavezzi, quattrocentesco palazzo nel centro storico di Montecchio Emilia.
Graziano Pompili nasce a Fiume nel 1943. La sua formazione avviene all’Istituto d’Arte Internazionale per la Ceramica di Faenza e all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove nel 1977 diventerà docente di Scultura in marmo. Nel 1982 si stabilisce a Montecchio Emilia (RE). Molti sono i materiali con cui si è misurato nella sua attività di scultore: il marmo, la terracotta, il bronzo, il ferro, il legno e la pietra, realizzando anche opere di grandi dimensioni ed alcune installazioni. Tiene numerose mostre personali in Italia e all’estero, in musei pubblici e in gallerie private. Tra le recenti esposizioni, si segnalano: “La memoria del sacro” (Palazzo Magnani, Reggio Emilia, 2006; MUSMA, Matera, 2013; Complesso Monumentale di Santa Maria della Vita, Bologna, 2014), “ORT” (Castello di Pergine Valsugana, Trento, 2011) e “Der Feldweg” (Giardino di Daniel Spoerri, Seggiano, Grosseto, 2002). Vive e lavora tra Montecchio Emilia e Carrara.
Il Castello di Montecchio Emilia, di proprietà comunale, domina il centro storico ed è una delle più interessanti architetture fortificate matildiche della provincia. Non è nota la data della fondazione del Castello, esistente però già nel 1114 secondo un placito matildico, e denominato “Castrum vetus” nel 1259. Il suo primo nucleo probabilmente esisteva già nel X sec. d.C. La Rocca fu, nel XIII sec., oggetto di aspre contese fra i Vescovi e il Comune di Parma. Successivamente si avvicendarono, nel dominio del Castello, i Vicedomini e importanti famiglie afferenti alle signorie dei Visconti e degli Este. Nel 1426 Montecchio passò definitivamente sotto il controllo degli Estensi e, per la sua notevole importanza strategica, nel 1562 fu elevato a Marchesato. Fino all'Unità d'Italia – con la breve eccezione del periodo napoleonico – Montecchio seguì le sorti del Ducato Estense. Per secoli e fino al 1960, la Rocca fu adibita a carcere mandamentale.
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Frammenti d’arte, Franca Grigoletto.
03/12/2016 - 31/12/2016
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Angela Forin
Gioielli, dipinti e piccole sculture di oreficeria: i Frammenti d’arte dell’artista Franca Grigoletto dal 3 al 31 dicembre 2016 saranno in mostra nello Spazio Espositivo Farmacia Meltias di Conselve (Padova). Curata da Sonia Strukul, con il patrocinio della Città di Conselve, l’esposizione sarà inaugurata sabato 3 dicembre alle ore 18.00. Ingresso libero.

Frammenti d’arte. Già dal titolo la curatrice Sonia Strukul ha voluto evidenziare la poliedricità e la curiosità nella sperimentazione di Franca Grigoletto, artista di grande talento che si muove in una ricerca di mezzi e tecniche con un comune denominatore: dare significato a ogni sua opera oltre a ciò che appare.

«Il valore di un gioiello di ricerca sta sopratutto nello sviluppo del disegno. Disegnare significa osservare, ricordare, analizzare e organizzare le informazioni visive al fine di esprimere un’idea materialmente – spiega la curatrice Sonia Strukul – È la difficoltà di realizzazione o il bisogno di spiegare un’idea o di esprimere un punto di vista, oppure la dimensione del pezzo, la natura dei materiali, o il fascino della tecnologia, a rendere un oggetto particolarmente interessante».

Non solo gioielli, ma anche sculture, dipinti, pannelli che rimandano a un’idea di macro gioielleria, e ancora spille gigantesche e pendenti macroscopici. La gioielleria di Franca Grigoletto è ricerca sperimentale con l'impiego di materiali avulsi da quelli tradizionali come l’oro e l’argento che permettono realizzazioni ricche di originali possibilità inventive. La ricerca artistica sta anche nel significato dell’opera che accomuna sia i ritratti dipinti che gli oggetti d’oreficeria: se nelle tele si colgono l'essenza e i tratti psicosomatici, nel gioiello progettato si fa riferimento alla persona a cui è destinato l’oggetto stesso.

In corso di mostra sarà organizzato sabato 17 dicembre alle ore 18.00 un incontro con Franca Grigoletto dal titolo “Il mondo dell’oreficeria, la lavorazione”. Un occasione per conoscere l’Artista e scoprire i segreti dell’arte orafa con illustrazione delle tecniche di lavorazione dei metalli nobili e la loro suddivisione nelle varie fasi di lavorazione, dalla fusione del metallo alla realizzazione di un gioiello.

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FRANCA GRIGOLETTO Si diploma Maestro d'Arte in Oreficeria all'Istituto d'Arte Pietro Selvatico di Padova ed è l'oreficeria che caratterizza il suo percorso artistico e professionale. Per molti anni gestisce un negozio/laboratorio dove realizza le sue creazioni, ha delle collaborazioni internazionali importanti con la ditta tedesca Friedrich Dittler, partecipa a numerose mostre di gioielleria, tiene seminari.

La mostra, realizzata con il patrocinio della Città di Conselve, sarà ospitata nello Spazio Espositivo della Farmacia Meltias di Conselve (Padova), un insieme di spazi, professionisti, servizi e prodotti d’eccellenza che propongono un approccio olistico al benessere dei propri clienti. In questo contesto, per volontà del dott. Lucio Merlo e del dott. Roberto Sannito, nel 2014 è stato creato uno spazio dedicato ad eventi culturali e formativi, dove ritrovare utili informazioni e, al contempo, visionare opere d’arte per perseguire il proprio benessere. La farmacia quindi come luogo del benessere sia fisico che emotivo.



FRANCA GRIGOLETTO
Frammenti d’arte
a cura di Sonia Strukul
Spazio Espositivo Farmacia MELTIAS
Via Vittorio Emanuele II, 21, Conselve (PD)
dal 3 al 31 dicembre 2016
vernissage sabato 3 dicembre ore 18.00
Orari di apertura:
da lunedì a sabato ore 08.30-12.45 e 15.30-19.45
Ingresso libero

Per informazioni:
Farmacia Meltias Conselve
Tel. 049 5384165
www.farmaciemeltias.it
conselve@farmaciemeltias.it
Giordano Montorsi, Sandra Moss, Matteo Messori - Contrapposizioni
17/12/2016 - 07/01/2017
Padova (PD) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
Un nuovo spazio espositivo a Reggio Emilia. Tullio Masoni, il più piccolo produttore di vino al mondo, con un vigneto sospeso tra i tetti della città storica, estende il marchio ViaMari10 all’arte contemporanea, allestendo al numero 10 di via Mari una mostra collettiva con opere di Giordano Montorsi, Sandra Moss e Matteo Messori.
Realizzata con il sostegno di Sanfelice 1893 Banca Popolare, l’esposizione sarà inaugurata sabato 17 dicembre 2016 alle ore 17.00.
“Contrapposizioni” è il titolo del progetto, che raccoglie una selezione di dipinti, sculture ed installazioni site-specific realizzate dai tre artisti, differenti per esperienza, provenienza e linguaggio, ma accomunati dalla ricerca di tipo concettuale e da una gestualità ampia ed articolata.
«La vita di tutti i giorni – spiegano gli autori – è in continuo mutamento. Spetta a noi decidere ciò che i nostri occhi possono vedere e, tramite essi, plasmare una personale concezione critico-visiva. Come una macchia nera nella nostra retina, mettiamo a fuoco le contrapposizioni della vita, che man mano occupano il nostro campo visivo, proiettando davanti a noi immagini che possono creare cortocircuiti inaspettati».
Giordano Montorsi, docente di Pittura all’Accademia di Brera, presenta due opere su carta della serie “Figure Metacosmiche” (2014), in cui l’aspetto figurale va oltre l’ordine costituito, unitamente ad una scultura-oggetto (“Topsy-turvy, sottosopra”, 2014) che, attraverso il capovolgimento di un tavolo ligneo, rivela una narrazione latente, un paesaggio spirituale in blu Klein, circondato da quattro fusi in ottone, ideale congiunzione tra terra e cielo.
Sandra Moss, artista originaria dell’Ohio, espone una selezione di opere ad encausto e pastello su cartoncino, tratte dalla serie “The wild: outside in” (2016). Una riflessione sul tema del “selvaggio” (The wild) in natura (outside) e nella civiltà (in), sull’idea di crescita e di declino, sui processi di raccolto, abbandono e rigenerazione. Il tutto, all’interno di una ricerca volta ad analizzare il rapporto uomo-natura, tra consapevolezza e negazione.
Matteo Messori, artista classe 1993 diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, presenta opere selezionate che testimoniano il doppio binario su cui corre il suo lavoro: da un lato la pittura, in cui il gesto si libera allontanando l’osservatore dal vivere quotidiano, dall’altro l’installazione, veicolo per riflettere sulla società contemporanea e sui filtri che vengono imposti (o noi stessi poniamo) al nostro sguardo (“Filtri”, 2016).
La collettiva sarà visitabile fino al 7 gennaio 2017, da venerdì a domenica ore 16.00-20.00, oppure su appuntamento; chiuso 25 dicembre e 1 gennaio, aperto 6 gennaio ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 335 6352424, tumasoni@tin.it, www.viamari10.it.
ViaMari10 è il primo vino prodotto in un vigneto urbano, su un terrazzo collocato al quarto piano dell’omonima strada, nel centro storico di Reggio Emilia. Una trentina di bottiglie di Sangiovese ottenute da venticinque piante che si affacciano sui tetti della città, assorbendone effervescenza e vitalità. ViaMari10 – spiega Tullio Masoni – «è un vino estremo, eroico, un avamposto contro la barbarie cittadina». «I vigneti si devono avvicinare ai nuclei storici delle città – aggiunge – per farle progredire. Con la forza della sua vulnerabilità il ViaMari10 genera sviluppo dalla fragilità e assume le sembianze di un dipinto che esprime i colori coi sapori». Tullio Masoni è citato da Federico Graziani e Marco Pozzali tra i venti produttori italiani selezionati per il libro “Storie di vino e cucina” (Mondadori, 2015). Dal dicembre 2016 gli spazi siti al piano terra di via Mari 10 saranno dedicati alla ricerca artistica contemporanea, con mostre d’arti visive.
Giordano Montorsi, nato a Scandiano (RE) e diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dagli anni ‘80 espone con continuità in Italia ed all’estero, focalizzandosi sul duplice versante della pittura e dell’installazione. Le sue opere si caratterizzano per le forti valenze simboliche, enigmatiche e sacrali. Tra le mostre più importanti, “Come il vento le parole” (Galleria d'Arte Contemporanea, Siracusa, 1980), “Tendenze italiane degli anni Novanta” (Galleria d'Arte Moderna, Zagabria, 1986), “Design-Dasein” (Salone Internazionale della Scultura, Carrara, Massa Carrara, 1998), “L’opera al nero” (Mole Vanvitelliana, Ancona, 2005), “Disseminario: varietas varietatum et omnia varietas” (Musei Civici, Galleria Parmiggiani, Sinagoga e Officina delle Arti, Reggio Emilia, 2010), “Nel cuore degli abissi” (Galleria 8,75 Artecontemporanea, Reggio Emilia, 2011) e “The Detachment” (Palazzo dei Principi, Correggio, Reggio Emilia, 2014). Vive e lavora tra Macigno (RE). È docente di Pittura all’Accademia di Brera. Dal 2012 al 2016, insieme a Sandra Moss, ha animato Artpoint18, un avamposto d’arte contemporanea nel centro di Reggio Emilia.
Sandra Moss, nata in Ohio, USA, vive e lavora a Macigno (RE)