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Evento: DIGITAL CYRCUS. Design d’autore in digital fabrication
12/11/2016 - 31/12/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 10/11/2016 - 17:24 |
Luogo: | Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 12/11/2016 |
Data di fine | 31/12/2016 |
Descrizione
Vicolo Folletto Art Factories di Reggio Emilia (Vicolo Folletto, 1) si apre al design contemporaneo presentando Cyrcus (www.cyrcus.it), un movimento/azienda, fondato dal designer Denis Santachiara e sviluppato con lo studio Coppa+Landini, che traccia una nuova utopia nelle arti e nel design industriale, perché la cultura e il fare digitale diventino una vera rivoluzione nel dibattito estetico, creativo e sociale.
L’esposizione “DIGITAL CYRCUS. Design d’autore in digital fabrication” sarà inaugurata sabato 12 novembre alle ore 18.00.
Grazie alla sua piattaforma online, Cyrcus produce e vende design autoriale, che si esprime nella forma e nei processi attraverso la digital fabrication professionale, una modalità produttiva che consente la massima possibilità di personalizzazione da parte del cliente.
Tutti gli oggetti esposti sono quindi stati realizzati grazie a macchine professionali come stampanti 3D, laser cut, frese CNC, da grandi autori come Alessandro Mendini, Ronen Kadushin, Sebastian Bergne, Michele De Lucchi, Paolo Deganello, Denis Santachiara, Alberto Meda, Giulio Iacchetti, Alberto Nason, Maria Christina Hamel, Paolo Ulian, Moreno Ratti, Odo Fioravanti, Anna Gili, Emilio Nanni e molti altri.
In mostra, anche la panchina in marmo di Carrara “Playpanca” di Denis Santachiara, vincitrice del premio Icon Award 2017 ed il vassoio “Rez”, appositamente creato da Denis Santachiara per Marta in Cucina.
A fianco di autori così internazionalmente riconosciuti, Cyrcus promuove anche giovani designer, inserendo i loro progetti nella sua collezione.
Cyrcus espone, inoltre, negli spazi di Vicolo Folletto Art Factories, opere uniche o numerate perché prodotte in piccola serie dai designer, progettate per questa complessa modalità produttiva al fine di indagare nuove estetiche e nuove empatie creative.
«Grazie alla digital fabrication», dice il designer Denis Santachiara, «il rapporto con il cliente torna ad essere più vivo e proattivo: è possibile richiedere personalizzazioni per forma, colore, dimensione, materiale di un progetto pensato appositamente dal designer per essere flessibile ed adattabile alle esigenze di chi lo acquista, come se il cliente diventasse anche committente, realizzando così l’utopia della mass customization».
Nella galleria sarà attivata, per questo motivo, anche una postazione internet collegata alla piattaforma Cyrcus per permettere agevolmente ai visitatori di scegliere, personalizzare e prenotare gli oggetti esposti.
L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 31 dicembre 2016, da martedì a venerdì ore 16.00-19.30, sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.30, chiuso lunedì e giovedì. Ingresso libero. Per informazioni: tel. +39 366 4115803, gallery@vicolofolletto.it, www.vicolofolletto.it. Durante il periodo della mostra si terrà un incontro con Denis Santachiara. La data e l’orario saranno comunicati sul sito della galleria.
Studio Santachiara
Fondato da Denis Santachiara, da sempre indaga le potenzialità poetico-linguistiche del mondo artificiale, le nuove tecnologie e i processi estetici che ne possono nascere in ambito industriale. Ha collaborato e tuttora collabora con aziende e musei italiani e stranieri per il design e la ricerca di nuovi prodotti.
https://it.wikipedia.org/wiki/Denis_Santachiara
Coppa+Landini
È una società di consulenza sull’innovazione per brand, servizi e prodotti che adotta il design thinking, ovvero un approccio multidisciplinare che mette le persone al centro del progetto.
http://coppalandini.com/
Vicolo Folletto Art Factories
È un progetto che esplora il paesaggio culturale del nostro tempo, lo interpreta e lo ridisegna. Lo fa attraverso una visione immaginaria e umana, storica e contemporanea. Vicolo Folletto Art Factories è uno spazio di ricerca artistica contemporanea, è conservazione e restauro dell’arte esistente, è didattica; funzioni che seppur distinte sono interconnesse tra loro in maniera fluida ed interscambiabile, dove lo spazio del palazzo vede la compresenza di progetti e oggetti, materiali e idee che appartengono a logiche solo apparentemente diverse.
www.vicolofoletto.it
L’esposizione “DIGITAL CYRCUS. Design d’autore in digital fabrication” sarà inaugurata sabato 12 novembre alle ore 18.00.
Grazie alla sua piattaforma online, Cyrcus produce e vende design autoriale, che si esprime nella forma e nei processi attraverso la digital fabrication professionale, una modalità produttiva che consente la massima possibilità di personalizzazione da parte del cliente.
Tutti gli oggetti esposti sono quindi stati realizzati grazie a macchine professionali come stampanti 3D, laser cut, frese CNC, da grandi autori come Alessandro Mendini, Ronen Kadushin, Sebastian Bergne, Michele De Lucchi, Paolo Deganello, Denis Santachiara, Alberto Meda, Giulio Iacchetti, Alberto Nason, Maria Christina Hamel, Paolo Ulian, Moreno Ratti, Odo Fioravanti, Anna Gili, Emilio Nanni e molti altri.
In mostra, anche la panchina in marmo di Carrara “Playpanca” di Denis Santachiara, vincitrice del premio Icon Award 2017 ed il vassoio “Rez”, appositamente creato da Denis Santachiara per Marta in Cucina.
A fianco di autori così internazionalmente riconosciuti, Cyrcus promuove anche giovani designer, inserendo i loro progetti nella sua collezione.
Cyrcus espone, inoltre, negli spazi di Vicolo Folletto Art Factories, opere uniche o numerate perché prodotte in piccola serie dai designer, progettate per questa complessa modalità produttiva al fine di indagare nuove estetiche e nuove empatie creative.
«Grazie alla digital fabrication», dice il designer Denis Santachiara, «il rapporto con il cliente torna ad essere più vivo e proattivo: è possibile richiedere personalizzazioni per forma, colore, dimensione, materiale di un progetto pensato appositamente dal designer per essere flessibile ed adattabile alle esigenze di chi lo acquista, come se il cliente diventasse anche committente, realizzando così l’utopia della mass customization».
Nella galleria sarà attivata, per questo motivo, anche una postazione internet collegata alla piattaforma Cyrcus per permettere agevolmente ai visitatori di scegliere, personalizzare e prenotare gli oggetti esposti.
L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 31 dicembre 2016, da martedì a venerdì ore 16.00-19.30, sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.30, chiuso lunedì e giovedì. Ingresso libero. Per informazioni: tel. +39 366 4115803, gallery@vicolofolletto.it, www.vicolofolletto.it. Durante il periodo della mostra si terrà un incontro con Denis Santachiara. La data e l’orario saranno comunicati sul sito della galleria.
Studio Santachiara
Fondato da Denis Santachiara, da sempre indaga le potenzialità poetico-linguistiche del mondo artificiale, le nuove tecnologie e i processi estetici che ne possono nascere in ambito industriale. Ha collaborato e tuttora collabora con aziende e musei italiani e stranieri per il design e la ricerca di nuovi prodotti.
https://it.wikipedia.org/wiki/Denis_Santachiara
Coppa+Landini
È una società di consulenza sull’innovazione per brand, servizi e prodotti che adotta il design thinking, ovvero un approccio multidisciplinare che mette le persone al centro del progetto.
http://coppalandini.com/
Vicolo Folletto Art Factories
È un progetto che esplora il paesaggio culturale del nostro tempo, lo interpreta e lo ridisegna. Lo fa attraverso una visione immaginaria e umana, storica e contemporanea. Vicolo Folletto Art Factories è uno spazio di ricerca artistica contemporanea, è conservazione e restauro dell’arte esistente, è didattica; funzioni che seppur distinte sono interconnesse tra loro in maniera fluida ed interscambiabile, dove lo spazio del palazzo vede la compresenza di progetti e oggetti, materiali e idee che appartengono a logiche solo apparentemente diverse.
www.vicolofoletto.it
Altri eventi dell'inserzionista
Flos, Floris - La declinazione di un fiore
28/05/2017 - 01/07/2017
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
La Cantina Albinea Canali (Via Tassoni 213, Reggio Emilia) rende omaggio a Flora, divinità romana della fioritura, protettrice della vite e degli alberi da frutto, con la mostra “Flos, floris. La declinazione di un fiore”, curata da Luigi Borettini con opere pittoriche e fotografiche di Pietro Bandini, Carlo Ferrari, Giulio Montecchi e Sonia Strukul.
Realizzata in occasione della XXV edizione di “Cantine Aperte”, l’esposizione sarà inaugurata domenica 28 maggio 2017, alle ore 11.00. Saranno presenti al vernissage, oltre agli artisti invitati, Luigi Borettini (curatore), Stefano Colli (Event Manager Cantina Albinea Canali) e Ottavia Soncini (Vicepresidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna).
«Un progetto che – spiega il curatore – desidera approfondire il tema della “Natura” posto in essere dalla precedente mostra, focalizzando questa volta l’attenzione sui fiori, reali o immaginari, e più in generale sulle varierà animali e vegetali che “abitano” il nostro territorio, parti fondanti di una biodiversità da tutelare e preservare».
Il percorso espositivo si articola in due sezioni: al primo piano, rispettivamente nella Sala dell’Ottocento e nella Sala dei Cavalieri, le ricerche pittoriche di Carlo Ferrari e Sonia Strukul; a piano terra, nella Sala delle Capriate, le fotografie di Pietro Bandini e Giulio Montecchi.
La ricerca di Carlo Ferrari é caratterizzata da una grande perizia tecnica, maturata attraverso lo studio dei maestri del tardo Cinquecento e del Seicento, così come da una scelta tematica che privilegia papaveri rossi, calle e amarillis. Nel panorama della pittura contemporanea, è uno dei pochissimi artisti che utilizza i materiali classici – colori naturali, olio di cartamo o di papavero, tele rigorosamente di lino – per studiare la luce promanata dal pigmento stesso, steso per velature successive.
Sonia Strukul, sulla scia dei pittori veneti del Cinquecento, è attratta dalla luce e dal colore. Tra i suoi temi ricorrenti: il camaleonte, animale mutevole, metafora di cambiamento ed adattabilità, ed il paesaggio, luogo in cui si esplica l’interiorità e, allo stesso tempo, si organizzano realtà complesse. Da alcune importanti collaborazioni nell’ambito del tessuto e del gioiello, trae l’utilizzo dei cristalli Swarovski, applicati uno ad uno sulla tela per esaltare la rifrazione luminosa.
La fotografia per Pietro Bandini è stratificazione di memorie ed immagini. Esposizioni multiple, ottenute in fase di ripresa, attraverso le quali descrive paesaggi umani e naturali. Atmosfere oniriche, apparizioni misteriose, composizioni surreali che catturano lo sguardo dello spettatore, conducendolo oltre la superficie dell’immagine. Fedele alla fotografia analogica in bianco e nero, l’autore stampa le sue opere su carta cotone, che esalta le forme restituendo un senso di tridimensionalità.
Giulio Montecchi si occupa dagli anni Ottanta di fotografia naturalistica. Ogni suo fotogramma si compone di tre elementi fondamentali: l’insetto, generalmente in movimento, l’inserto vegetale, che arricchisce l’inquadratura, ed il fondale dipinto, che dona profondità all’immagine. Puntando l’obiettivo sull’infinitamente piccolo, focalizza l’attenzione su animali e piante di uno stesso ambiente, la cui sopravvivenza dipende dall’integrazione delle diverse specie.
Realizzata con il patrocinio del Comune di Albinea (Re), la mostra sarà visitabile fino al 1 luglio 2017, da martedì a sabato ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00; chiuso 2 giugno. Ingresso libero. Nel corso dell’esposizione si terranno diversi incontri. Il programma completo sarà pubblicato sulla pagina facebook della Cantina: www.facebook/albineacanali. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522 569505, canali@riunite.it, scolli@riunite.it.
Situata sulla principale strada di collegamento tra Reggio Emilia ed Albinea, la Cantina Albinea Canali nasce nel 1936 riunendo diversi vignaioli del Lambrusco e dell’Ancellotta e arrivando a contare, negli anni successivi, centosettanta conferenti. La Cantina Albinea Canali raccoglie le uve di un ristretto bacino, in una delle aree di maggior pregio, sotto il profilo dei suoli e del clima, dell’intera provincia reggiana. Dopo un accurato intervento di restauro conservativo, la sede affianca oggi alla produzione di vini di qualità anche una vasta gamma di servizi al pubblico, tra cui l’enoteca, la sala degustazione ed il Centro Convegni Albinea Canali, con sette ambienti, dotati di moderni impianti tecnologici, ideali per ospitare meeting e grandi eventi.
Realizzata in occasione della XXV edizione di “Cantine Aperte”, l’esposizione sarà inaugurata domenica 28 maggio 2017, alle ore 11.00. Saranno presenti al vernissage, oltre agli artisti invitati, Luigi Borettini (curatore), Stefano Colli (Event Manager Cantina Albinea Canali) e Ottavia Soncini (Vicepresidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna).
«Un progetto che – spiega il curatore – desidera approfondire il tema della “Natura” posto in essere dalla precedente mostra, focalizzando questa volta l’attenzione sui fiori, reali o immaginari, e più in generale sulle varierà animali e vegetali che “abitano” il nostro territorio, parti fondanti di una biodiversità da tutelare e preservare».
Il percorso espositivo si articola in due sezioni: al primo piano, rispettivamente nella Sala dell’Ottocento e nella Sala dei Cavalieri, le ricerche pittoriche di Carlo Ferrari e Sonia Strukul; a piano terra, nella Sala delle Capriate, le fotografie di Pietro Bandini e Giulio Montecchi.
La ricerca di Carlo Ferrari é caratterizzata da una grande perizia tecnica, maturata attraverso lo studio dei maestri del tardo Cinquecento e del Seicento, così come da una scelta tematica che privilegia papaveri rossi, calle e amarillis. Nel panorama della pittura contemporanea, è uno dei pochissimi artisti che utilizza i materiali classici – colori naturali, olio di cartamo o di papavero, tele rigorosamente di lino – per studiare la luce promanata dal pigmento stesso, steso per velature successive.
Sonia Strukul, sulla scia dei pittori veneti del Cinquecento, è attratta dalla luce e dal colore. Tra i suoi temi ricorrenti: il camaleonte, animale mutevole, metafora di cambiamento ed adattabilità, ed il paesaggio, luogo in cui si esplica l’interiorità e, allo stesso tempo, si organizzano realtà complesse. Da alcune importanti collaborazioni nell’ambito del tessuto e del gioiello, trae l’utilizzo dei cristalli Swarovski, applicati uno ad uno sulla tela per esaltare la rifrazione luminosa.
La fotografia per Pietro Bandini è stratificazione di memorie ed immagini. Esposizioni multiple, ottenute in fase di ripresa, attraverso le quali descrive paesaggi umani e naturali. Atmosfere oniriche, apparizioni misteriose, composizioni surreali che catturano lo sguardo dello spettatore, conducendolo oltre la superficie dell’immagine. Fedele alla fotografia analogica in bianco e nero, l’autore stampa le sue opere su carta cotone, che esalta le forme restituendo un senso di tridimensionalità.
Giulio Montecchi si occupa dagli anni Ottanta di fotografia naturalistica. Ogni suo fotogramma si compone di tre elementi fondamentali: l’insetto, generalmente in movimento, l’inserto vegetale, che arricchisce l’inquadratura, ed il fondale dipinto, che dona profondità all’immagine. Puntando l’obiettivo sull’infinitamente piccolo, focalizza l’attenzione su animali e piante di uno stesso ambiente, la cui sopravvivenza dipende dall’integrazione delle diverse specie.
Realizzata con il patrocinio del Comune di Albinea (Re), la mostra sarà visitabile fino al 1 luglio 2017, da martedì a sabato ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00; chiuso 2 giugno. Ingresso libero. Nel corso dell’esposizione si terranno diversi incontri. Il programma completo sarà pubblicato sulla pagina facebook della Cantina: www.facebook/albineacanali. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522 569505, canali@riunite.it, scolli@riunite.it.
Situata sulla principale strada di collegamento tra Reggio Emilia ed Albinea, la Cantina Albinea Canali nasce nel 1936 riunendo diversi vignaioli del Lambrusco e dell’Ancellotta e arrivando a contare, negli anni successivi, centosettanta conferenti. La Cantina Albinea Canali raccoglie le uve di un ristretto bacino, in una delle aree di maggior pregio, sotto il profilo dei suoli e del clima, dell’intera provincia reggiana. Dopo un accurato intervento di restauro conservativo, la sede affianca oggi alla produzione di vini di qualità anche una vasta gamma di servizi al pubblico, tra cui l’enoteca, la sala degustazione ed il Centro Convegni Albinea Canali, con sette ambienti, dotati di moderni impianti tecnologici, ideali per ospitare meeting e grandi eventi.
Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena
01/01/1970 - 01/01/1970
Piacenza (PC) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
A Piacenza, all’interno di una chiesa barocca affrescata da Ferdinando Galli Bibiena, ha sede il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, una realtà culturale unica al mondo che consente di toccare con mano la Poesia, collante di tutte le arti.
Il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, in sinergia con la nascente “LABiennale POESIA e oltre”, di cui il Museo è tra i soci fondatori, presenta dal 23 aprile al 24 settembre 2022 la mostra “Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena”: un dialogo affascinante, e per certi versi abissale, tra un grande maestro contemporaneo, Omar Galliani, e il maestro del quadraturismo barocco, Ferdinando Galli Bibiena, artefice dell’affresco della cupola.
Curato da Massimo Silvotti (ideatore e direttore generale del Museo), il progetto si configura come una sorta di bi-personale sui generis, in cui tutto si rovescia e moltiplica per il tramite di una grande pedana rifrangente che raddoppia i quadri e gli affreschi. Il percorso espositivo comprende una quindicina di opere di Omar Galliani, distribuite all’interno della Chiesa e negli attigui locali dell’Oratorio di San Cristoforo, sede della Biblioteca di Poesia contemporanea. Se nella Chiesa è presentata una selezione di grandi disegni su tavola, tra cui i tre inediti “Botanica della fede” (2022), “Litania del cuore” (2022) e “Oltre la croce” (2022), nella Biblioteca sono esposte alcune opere storiche su tavola e su carta che illustrano il percorso dell’artista.
«Ombra che rischiara, luce che adombra. Siamo – scrive il curatore Massimo Silvotti – nell’Oratorio di San Cristoforo e già questa Cupola del Bibiena dove l’altezza è profondità, ci disorienta. Tutto è precipiziale, eppure saldo, possente, marmoreo. E la sontuosità del Barocco che pure ci cinge di allori, appare fuori casa, spaesata. La chiesa è un teatro, la preghiera, l’acuto di una soprano. È qui che s’innesta Galliani, anch’egli a suo modo Barocco, per sottrazione. Egli ci conduce lo sguardo verso dettagli vibranti, dove parrebbe che tutto abbia inizio. Il buio si riaccende e i neri o i grigi, svestendosi della loro opacità ci invitano a un sussulto di vita. Si avverte in lontananza un sussurro, somiglia a un richiamo, una eco. La solennità del silenzio».
«Galliani – spiega Elena Pontiggia – è uno dei pochi artisti contemporanei che hanno rivalutato e praticato quella che le epoche classiche consideravano l’arte più importante, anzi l’essenza stessa dell’arte. In un mondo dove tutto è virtuale, il disegno è ancora l’arte della mano, del polso, dell’homo faber. Il disegno, con le sue ombre e i suoi contrappunti, le sue gradazioni e le sue sfumature, le sue tonalità espressive mai urlate e mai sgargianti, è una delle tecniche artistiche più capaci di parlare attraverso accenni e allusioni, cioè di rivelare. Proprio questa tecnica lenta, millimetrica, paziente, reticente, retrattile, introversa, sottocutanea, è capace di dire quello che a rigore non è possibile dire. […] La pittura di Galliani è metafisica non perché dipinge manichini e piazze straniate, come de Chirico, ma perché disegna tutto alla luce, anzi nell'oscurità, di un infinito mistero».
«Nella sua arte – conclude Giovanni Gazzaneo – Omar Galliani aspira a un disegno infinito, ma prima che senza confine è senza tempo. Non si consuma nell’ossessione del presente. Non si specchia nel nobile passato. L’arte di Galliani è aperta all’irrompere dell’Oltre, è ricerca struggente di bellezza. Una bellezza che non ti aspetti e che ti sorprende. Prima non c’era. O forse si annunciava come sogno. Di più: come speranza. Eccola che si fa volto, cuore, paesaggio, fiore, stelle, corona di spine…».
In occasione della mostra, è possibile visionare anche la collezione del Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, costituita da poesie inedite, lettere autografe, libri di poesia di assoluta rarità, riviste letterarie introvabili, installazioni, quadri, sculture, opere di poesia visiva, lineare, concreta. All’interno dell’Oratorio di San Cristoforo è, inoltre, contenuta una fornitissima biblioteca di poesia contemporanea (ma non solo), italiana e internazionale.
L’esposizione è realizzata con il sostegno di Banca di Piacenza (main sponsor), Fondazione di Piacenza e Vigevano (main sponsor) e Confindustria Piacenza (sponsor), con il supporto della Diocesi di Piacenza e Bobbio, della Fondazione Crocevia, della Fondazione Donatella Ronconi - Enrica Prati, di Piacenza musei in rete e del Quotidiano Libertà (media partner).
Il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, in sinergia con la nascente “LABiennale POESIA e oltre”, di cui il Museo è tra i soci fondatori, presenta dal 23 aprile al 24 settembre 2022 la mostra “Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena”: un dialogo affascinante, e per certi versi abissale, tra un grande maestro contemporaneo, Omar Galliani, e il maestro del quadraturismo barocco, Ferdinando Galli Bibiena, artefice dell’affresco della cupola.
Curato da Massimo Silvotti (ideatore e direttore generale del Museo), il progetto si configura come una sorta di bi-personale sui generis, in cui tutto si rovescia e moltiplica per il tramite di una grande pedana rifrangente che raddoppia i quadri e gli affreschi. Il percorso espositivo comprende una quindicina di opere di Omar Galliani, distribuite all’interno della Chiesa e negli attigui locali dell’Oratorio di San Cristoforo, sede della Biblioteca di Poesia contemporanea. Se nella Chiesa è presentata una selezione di grandi disegni su tavola, tra cui i tre inediti “Botanica della fede” (2022), “Litania del cuore” (2022) e “Oltre la croce” (2022), nella Biblioteca sono esposte alcune opere storiche su tavola e su carta che illustrano il percorso dell’artista.
«Ombra che rischiara, luce che adombra. Siamo – scrive il curatore Massimo Silvotti – nell’Oratorio di San Cristoforo e già questa Cupola del Bibiena dove l’altezza è profondità, ci disorienta. Tutto è precipiziale, eppure saldo, possente, marmoreo. E la sontuosità del Barocco che pure ci cinge di allori, appare fuori casa, spaesata. La chiesa è un teatro, la preghiera, l’acuto di una soprano. È qui che s’innesta Galliani, anch’egli a suo modo Barocco, per sottrazione. Egli ci conduce lo sguardo verso dettagli vibranti, dove parrebbe che tutto abbia inizio. Il buio si riaccende e i neri o i grigi, svestendosi della loro opacità ci invitano a un sussulto di vita. Si avverte in lontananza un sussurro, somiglia a un richiamo, una eco. La solennità del silenzio».
«Galliani – spiega Elena Pontiggia – è uno dei pochi artisti contemporanei che hanno rivalutato e praticato quella che le epoche classiche consideravano l’arte più importante, anzi l’essenza stessa dell’arte. In un mondo dove tutto è virtuale, il disegno è ancora l’arte della mano, del polso, dell’homo faber. Il disegno, con le sue ombre e i suoi contrappunti, le sue gradazioni e le sue sfumature, le sue tonalità espressive mai urlate e mai sgargianti, è una delle tecniche artistiche più capaci di parlare attraverso accenni e allusioni, cioè di rivelare. Proprio questa tecnica lenta, millimetrica, paziente, reticente, retrattile, introversa, sottocutanea, è capace di dire quello che a rigore non è possibile dire. […] La pittura di Galliani è metafisica non perché dipinge manichini e piazze straniate, come de Chirico, ma perché disegna tutto alla luce, anzi nell'oscurità, di un infinito mistero».
«Nella sua arte – conclude Giovanni Gazzaneo – Omar Galliani aspira a un disegno infinito, ma prima che senza confine è senza tempo. Non si consuma nell’ossessione del presente. Non si specchia nel nobile passato. L’arte di Galliani è aperta all’irrompere dell’Oltre, è ricerca struggente di bellezza. Una bellezza che non ti aspetti e che ti sorprende. Prima non c’era. O forse si annunciava come sogno. Di più: come speranza. Eccola che si fa volto, cuore, paesaggio, fiore, stelle, corona di spine…».
In occasione della mostra, è possibile visionare anche la collezione del Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, costituita da poesie inedite, lettere autografe, libri di poesia di assoluta rarità, riviste letterarie introvabili, installazioni, quadri, sculture, opere di poesia visiva, lineare, concreta. All’interno dell’Oratorio di San Cristoforo è, inoltre, contenuta una fornitissima biblioteca di poesia contemporanea (ma non solo), italiana e internazionale.
L’esposizione è realizzata con il sostegno di Banca di Piacenza (main sponsor), Fondazione di Piacenza e Vigevano (main sponsor) e Confindustria Piacenza (sponsor), con il supporto della Diocesi di Piacenza e Bobbio, della Fondazione Crocevia, della Fondazione Donatella Ronconi - Enrica Prati, di Piacenza musei in rete e del Quotidiano Libertà (media partner).
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Linda Randazzo - Paradiso perduto
18/06/2016 - 13/07/2016
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Da sabato 18 giugno l’atelier e spazio espositivo di Valeria Cacioppo “Incontri in Arte” (via Siracusa 9) ospita la personale di Linda Randazzo dal titolo Paradiso Perduto, a cura di Tiziana Pantaleo.
La pittrice palermitana presenta una raccolta di opere inedite, alcuni oli su tela e una serie di acquerelli, realizzati nell’ultimo anno appositamente per questa mostra. Lavori che nascono come omaggio al legame assoluto che ha con il mare, e le infinite emozioni che questo elemento è capace di evocare. L’artista lascia per un attimo la sua posizione da ritrattista, per dedicarsi alla creazione di alcuni paesaggi in cui si mischiano le atmosfere di ieri e di oggi, e che sembrano uscire dai nostri ricordi o dagli album di famiglia. Le ambientazioni sono le spiagge e i circoli balneari, popolati da bagnanti, bambini, pescatori, surfisti e gabbiani.
Il titolo prende origine da una vicinanza emotiva con il poema epico Paradiso perduto di John Milton, il più grande rappresentante della letteratura inglese dopo Shakespeare, in cui è trattato un argomento intenso come la Cacciata dei progenitori dall'Eden. Un “dramma cosmico” che affronta temi profondi e ancestrali, e che dopo 350 anni dalla sua pubblicazione, rimane un’opera di incredibile modernità. Linda Randazzo si lascia ispirare dal tema e lo interpreta poeticamente; mutuando il senso malinconico della perdita, mette in atto uno slittamento spazio-temporale proiettando questo sentimento nei suoi luoghi, manifestando la volontà di non arrendersi e rivelando la capacità di ritrovare ciò che si è perduto…
La mostra resterà aperta fino al 13 luglio, visitabile dal lunedì al venerdì dalle 16:30 alle 19:30, e tutte le mattine su appuntamento.
Durante l’inaugurazione la casa editrice Glifo presenterà il terzo volume di “Betulla”, una collana di libretti d’artista per appunti dedicati all’annotazione e al rapporto fra disegno e parola; Dopo due volumi monografici questa è la prima Betulla tematica, dedicata all'affascinante mondo della danza, illustrata da 8 artisti, tra cui Linda Randazzo.
BIO:
Linda Randazzo (Palermo, 1979) pittrice, illustratrice, scenografa, costumista, e stilista di moda, ha studiato scenografia all’Accademia di Belle Arti di Palermo e a Milano, dedicandosi per lungo tempo al teatro. Dopo una serie di esperienze, incontra la pittura e se ne innamora. Dipingere diventa allora un bisogno costante. L’autrice assimila la pittura siciliana, prendendone le fortune e le sventure. Fondamentalmente ritrattista, dipinge volti sconvolti dall’esistenza, con quella sincerità brutale, che si mitiga nel disegno - immediato e genuino - e che trascende negli acquerelli, leggeri e sublimi.
Vive e lavora in Sicilia.
INFO:
Linda Randazzo - PARADISO PERDUTO
a cura di Tiziana Pantaleo
inaugurazione sabato 18 giugno 2016, ore 19
fino al 13 luglio
da lunedì a venerdì 16:30 - 19:30
le mattine su appuntamento
Incontri in Arte
Atelier e Spazio Espositivo
via Siracusa 9 - Palermo
091/5078287
La pittrice palermitana presenta una raccolta di opere inedite, alcuni oli su tela e una serie di acquerelli, realizzati nell’ultimo anno appositamente per questa mostra. Lavori che nascono come omaggio al legame assoluto che ha con il mare, e le infinite emozioni che questo elemento è capace di evocare. L’artista lascia per un attimo la sua posizione da ritrattista, per dedicarsi alla creazione di alcuni paesaggi in cui si mischiano le atmosfere di ieri e di oggi, e che sembrano uscire dai nostri ricordi o dagli album di famiglia. Le ambientazioni sono le spiagge e i circoli balneari, popolati da bagnanti, bambini, pescatori, surfisti e gabbiani.
Il titolo prende origine da una vicinanza emotiva con il poema epico Paradiso perduto di John Milton, il più grande rappresentante della letteratura inglese dopo Shakespeare, in cui è trattato un argomento intenso come la Cacciata dei progenitori dall'Eden. Un “dramma cosmico” che affronta temi profondi e ancestrali, e che dopo 350 anni dalla sua pubblicazione, rimane un’opera di incredibile modernità. Linda Randazzo si lascia ispirare dal tema e lo interpreta poeticamente; mutuando il senso malinconico della perdita, mette in atto uno slittamento spazio-temporale proiettando questo sentimento nei suoi luoghi, manifestando la volontà di non arrendersi e rivelando la capacità di ritrovare ciò che si è perduto…
La mostra resterà aperta fino al 13 luglio, visitabile dal lunedì al venerdì dalle 16:30 alle 19:30, e tutte le mattine su appuntamento.
Durante l’inaugurazione la casa editrice Glifo presenterà il terzo volume di “Betulla”, una collana di libretti d’artista per appunti dedicati all’annotazione e al rapporto fra disegno e parola; Dopo due volumi monografici questa è la prima Betulla tematica, dedicata all'affascinante mondo della danza, illustrata da 8 artisti, tra cui Linda Randazzo.
BIO:
Linda Randazzo (Palermo, 1979) pittrice, illustratrice, scenografa, costumista, e stilista di moda, ha studiato scenografia all’Accademia di Belle Arti di Palermo e a Milano, dedicandosi per lungo tempo al teatro. Dopo una serie di esperienze, incontra la pittura e se ne innamora. Dipingere diventa allora un bisogno costante. L’autrice assimila la pittura siciliana, prendendone le fortune e le sventure. Fondamentalmente ritrattista, dipinge volti sconvolti dall’esistenza, con quella sincerità brutale, che si mitiga nel disegno - immediato e genuino - e che trascende negli acquerelli, leggeri e sublimi.
Vive e lavora in Sicilia.
INFO:
Linda Randazzo - PARADISO PERDUTO
a cura di Tiziana Pantaleo
inaugurazione sabato 18 giugno 2016, ore 19
fino al 13 luglio
da lunedì a venerdì 16:30 - 19:30
le mattine su appuntamento
Incontri in Arte
Atelier e Spazio Espositivo
via Siracusa 9 - Palermo
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La scultura è una cosa seria
27/05/2016 - 24/07/2016
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da CSArt Serri
La Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 43) presenta, dal 27 maggio al 24 luglio 2016, “La scultura è una cosa seria”, esposizione collettiva a cura di Niccolò Bonechi.
Una ricognizione attraverso il medium espressivo, dalle opere dei maestri (Alik Cavaliere, Arnaldo Pomodoro, Daniel Spoerri) alle giovani generazioni (Luca Freschi, Andreas Senoner), con un occhio rivolto anche all’uso di sostanze particolari, come il nastro adesivo (CCH), la carta (Nicola Bolla, Amanda Chiarucci) e le resine (Emanuele Giannelli, Renata e Cristina Cosi).
Il titolo della mostra, tratto da una celebre frase di Bruno Munari (“Il gioco è una cosa seria”), intende porre l’accento sull’aspetto ludico del fare scultura, una pratica che, come spiega il curatore, «proietta la memoria di tutti verso la propria infanzia, verso quei momenti di svago e apprendimento che attraverso l’uso della materia e della relativa manipolazione rendevano capaci di liberare la fantasia ed allo stesso tempo di prendere coscienza dello spazio tridimensionale».
In esposizione, opere realizzate da una ventina di artisti contemporanei, diversi per esperienza e linguaggio: dalle sculture in acciaio di Eduard Habicher ed Iler Melioli alle composizioni con cannucce di Francesca Pasquali, dal lavoro ironico di Corrado Bonomi al marmo rivisitato da Michelangelo Galliani, dalle macchine di Umberto Cavenago alle lettere di Rudy Pulcinelli, dalle sculture su lastra specchiante di Bonzanos Art Group alle installazioni concettuali di Giordano Montorsi.
Completano il percorso, i lavori di alcuni artisti conosciuti per la produzione pittorica ma che, saltuariamente, hanno fatto incursioni anche nel campo della scultura, come Getulio Alviani e Concetto Pozzati, oltre ai più giovani Mirko Baricchi e Luca Moscariello.
La collettiva, che sarà inaugurata venerdì 27 maggio alle ore 18.00, sarà visitabile fino al 24 luglio 2016, da martedì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, chiuso il lunedì. In occasione dei “Mercoledì Rosa”, dal 15 giugno al 20 luglio 2016, la galleria rimarrà aperta anche il mercoledì sera con orario 21.00-23.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it.
Una ricognizione attraverso il medium espressivo, dalle opere dei maestri (Alik Cavaliere, Arnaldo Pomodoro, Daniel Spoerri) alle giovani generazioni (Luca Freschi, Andreas Senoner), con un occhio rivolto anche all’uso di sostanze particolari, come il nastro adesivo (CCH), la carta (Nicola Bolla, Amanda Chiarucci) e le resine (Emanuele Giannelli, Renata e Cristina Cosi).
Il titolo della mostra, tratto da una celebre frase di Bruno Munari (“Il gioco è una cosa seria”), intende porre l’accento sull’aspetto ludico del fare scultura, una pratica che, come spiega il curatore, «proietta la memoria di tutti verso la propria infanzia, verso quei momenti di svago e apprendimento che attraverso l’uso della materia e della relativa manipolazione rendevano capaci di liberare la fantasia ed allo stesso tempo di prendere coscienza dello spazio tridimensionale».
In esposizione, opere realizzate da una ventina di artisti contemporanei, diversi per esperienza e linguaggio: dalle sculture in acciaio di Eduard Habicher ed Iler Melioli alle composizioni con cannucce di Francesca Pasquali, dal lavoro ironico di Corrado Bonomi al marmo rivisitato da Michelangelo Galliani, dalle macchine di Umberto Cavenago alle lettere di Rudy Pulcinelli, dalle sculture su lastra specchiante di Bonzanos Art Group alle installazioni concettuali di Giordano Montorsi.
Completano il percorso, i lavori di alcuni artisti conosciuti per la produzione pittorica ma che, saltuariamente, hanno fatto incursioni anche nel campo della scultura, come Getulio Alviani e Concetto Pozzati, oltre ai più giovani Mirko Baricchi e Luca Moscariello.
La collettiva, che sarà inaugurata venerdì 27 maggio alle ore 18.00, sarà visitabile fino al 24 luglio 2016, da martedì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, chiuso il lunedì. In occasione dei “Mercoledì Rosa”, dal 15 giugno al 20 luglio 2016, la galleria rimarrà aperta anche il mercoledì sera con orario 21.00-23.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it.