Accedi
Evento: Hyena, Solo Show. 2001 - 2016, quindici anni di opere
27/02/2016 - 27/03/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 22/02/2016 - 12:02 |
Luogo: | Correggio (RE) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 27/02/2016 |
Data di fine | 27/03/2016 |
Descrizione
“Hyena, Solo Show. 2001 - 2016, quindici anni di opere” è il titolo della mostra monografica dedicata a Hyena in occasione dei suoi primi quindici anni di attività artistica. Promossa dal Comune di Correggio nella Galleria Espositiva del Museo “Il Correggio” (Palazzo dei Principi, C.so Cavour, 7, Correggio), l’esposizione è curata da Margherita Fontanesi.
La mostra, che inaugura sabato 27 febbraio alle ore 17, ripercorre le tappe principali della storia dell’artista novellarese, attraverso i suoi più fortunati progetti di ricerca, arrivando a presentare anche “Vanitas”, suo ultimo lavoro.
Il percorso espositivo si apre con “Catone e la Route 181”, progetto con il quale Hyena mosse i primi passi nell’arte contemporanea, con scatti realizzati nel sud della Francia, a Saint Marie de la Mer, durante il raduno dei gitani per la festa di Santa Sara nel 2001.
Ampio spazio è dedicato alle serie sul nudo femminile, con opere che hanno reso famoso l’artista e che celebrano la donna sotto diversi aspetti, da quello di “dea madre” a quella di “compagna e amante”.
Presenti, inoltre, opere della serie “Landscape”, che coniuga suggestioni padane con il paesaggismo giapponese passando attraverso echi nordeuropei, accanto alle opere della suggestiva serie “Roots” con i suoi alberi dalle radici fluttuanti nel vuoto ed opere che ritraggono Luciano Ligabue, con il quale Hyena ha collaborato in diverse occasioni, producendo opere ruvide e poetiche allo stesso tempo.
La passione per la musica, che da sempre accompagna Hyena accanto a quella per la fotografia, ha dato vita alla serie “II/IV/I” dedicata al jazz e alla danza contemporanea con le prime opere che contengono movimento e un accenno di colore.
Ultimo lavoro, infine, la serie “Vanitas”, nature morte di ispirazione rinascimentale che riflettono sulla caducità della vita. In mostra anche diverse curiosità, importanti nel percorso artistico di Hyena, dai libri d’artista a video e cortometraggi.
La mostra è realizzata grazie al sostegno di Banca Generali Private Financial Planner, in collaborazione con la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia, che ha promosso e accompagnato Hyena nel suo percorso artistico.
La sede espositiva è aperta al pubblico il sabato ore 15.30-18.30 e la domenica ore 10-12.30 e 15.30-18.30; gli altri giorni su appuntamento (tel. 0522 691806). Ingresso libero. Catalogo disponibile in mostra. Per informazioni: museo@comune.correggio.re.it, www.museoilcorreggio.org.
Hyena (Novellara, Reggio Emilia, 1965) inizia a fotografare alla fine degli anni ‘70 con una ricerca sulla scena musicale dei gruppi emergenti. Dalla fine degli anni ‘90 lavora come freelance nei settori della moda e dello spettacolo collaborando con alcuni tra i maggiori artisti italiani come Luciano Ligabue e Piero Pelù. Le sue fotografie sono state pubblicate su Corriere della Sera, Max, Trends, Must e Fotopratica. Dal 2001 inizia un percorso creativo che lo porta a contaminare le proprie fotografie con tecniche di restauro e pittura. Collabora oggi con gallerie nazionali ed internazionali. Hyena ha un percorso ricco e importante che comprende pubblicazioni su riviste italiane e straniere, numerosi cataloghi monografici, la partecipazione all’edizione di Fotografia Europea 2011 nel circuito ufficiale e la realizzazione di un’opera pubblica permanente: l’installazione site-specific per l’Aula della Memoria di Colle Ameno (BO).
La mostra, che inaugura sabato 27 febbraio alle ore 17, ripercorre le tappe principali della storia dell’artista novellarese, attraverso i suoi più fortunati progetti di ricerca, arrivando a presentare anche “Vanitas”, suo ultimo lavoro.
Il percorso espositivo si apre con “Catone e la Route 181”, progetto con il quale Hyena mosse i primi passi nell’arte contemporanea, con scatti realizzati nel sud della Francia, a Saint Marie de la Mer, durante il raduno dei gitani per la festa di Santa Sara nel 2001.
Ampio spazio è dedicato alle serie sul nudo femminile, con opere che hanno reso famoso l’artista e che celebrano la donna sotto diversi aspetti, da quello di “dea madre” a quella di “compagna e amante”.
Presenti, inoltre, opere della serie “Landscape”, che coniuga suggestioni padane con il paesaggismo giapponese passando attraverso echi nordeuropei, accanto alle opere della suggestiva serie “Roots” con i suoi alberi dalle radici fluttuanti nel vuoto ed opere che ritraggono Luciano Ligabue, con il quale Hyena ha collaborato in diverse occasioni, producendo opere ruvide e poetiche allo stesso tempo.
La passione per la musica, che da sempre accompagna Hyena accanto a quella per la fotografia, ha dato vita alla serie “II/IV/I” dedicata al jazz e alla danza contemporanea con le prime opere che contengono movimento e un accenno di colore.
Ultimo lavoro, infine, la serie “Vanitas”, nature morte di ispirazione rinascimentale che riflettono sulla caducità della vita. In mostra anche diverse curiosità, importanti nel percorso artistico di Hyena, dai libri d’artista a video e cortometraggi.
La mostra è realizzata grazie al sostegno di Banca Generali Private Financial Planner, in collaborazione con la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia, che ha promosso e accompagnato Hyena nel suo percorso artistico.
La sede espositiva è aperta al pubblico il sabato ore 15.30-18.30 e la domenica ore 10-12.30 e 15.30-18.30; gli altri giorni su appuntamento (tel. 0522 691806). Ingresso libero. Catalogo disponibile in mostra. Per informazioni: museo@comune.correggio.re.it, www.museoilcorreggio.org.
Hyena (Novellara, Reggio Emilia, 1965) inizia a fotografare alla fine degli anni ‘70 con una ricerca sulla scena musicale dei gruppi emergenti. Dalla fine degli anni ‘90 lavora come freelance nei settori della moda e dello spettacolo collaborando con alcuni tra i maggiori artisti italiani come Luciano Ligabue e Piero Pelù. Le sue fotografie sono state pubblicate su Corriere della Sera, Max, Trends, Must e Fotopratica. Dal 2001 inizia un percorso creativo che lo porta a contaminare le proprie fotografie con tecniche di restauro e pittura. Collabora oggi con gallerie nazionali ed internazionali. Hyena ha un percorso ricco e importante che comprende pubblicazioni su riviste italiane e straniere, numerosi cataloghi monografici, la partecipazione all’edizione di Fotografia Europea 2011 nel circuito ufficiale e la realizzazione di un’opera pubblica permanente: l’installazione site-specific per l’Aula della Memoria di Colle Ameno (BO).
Altri eventi dell'inserzionista
Manuel Felisi. Di terra e d'acqua
16/05/2015 - 03/06/2015
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
In occasione della decima edizione di “Fotografia Europea”, la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia propone, in collaborazione con Fai Giovani Reggio Emilia, “Di terra e d’acqua”, mostra personale di Manuel Felisi, artista milanese che parte da un supporto fotografico per dar vita a complesse opere d’arte multidisciplinari e polimateriche.
L’esposizione sarà allestita, dal 16 maggio al 3 giugno 2015, nella doppia sede della Galleria de’ Bonis (Viale dei Mille, 44/B) e di Palazzo Manenti (Corso Garibaldi, 5) che, sabato 16 maggio, alle ore 18.00, ospiterà il vernissage.
Accanto alla fotografia, Felisi si serve della pittura e del collage e sviluppa le sue opere attraverso diversi materiali, dalla tela alla carta, dal cemento armato alla resina.
La mostra si articola su due tematiche: la terra e l’acqua. Il primo nucleo di opere, esposte alla Galleria de’ Bonis, ha il suo cuore in una serie di pezzi su cemento armato che hanno come protagonista proprio la città di Reggio Emilia, per poi svilupparsi in opere su tela di più ampio respiro che esplorano ambiente e persone. A Palazzo Manenti sono invece presenti opere che ritraggono figure umane immerse nell’acqua in un’atmosfera rarefatta e onirica.
La collaborazione con la delegazione di Reggio Emilia del FAI Giovani ha reso possibile ambientare parte delle opere nella suggestiva cornice di Palazzo Manenti. L’edificio, dimora tardo-rinascimentale fondata su misure-simbolo e intessuta di episodi figurativi, racconta i cinque secoli di storia muraria e di eventi che lo hanno visto imprescindibile tassello e protagonista nella vita urbana, politica e artistica di Reggio Emilia. Ancor vivo nel Palazzo è un genius loci che non si disperde nelle mutate temperie culturali, ideologiche ed estetiche ma permane con forza tra le sue pietre.
È stato così possibile raddoppiare lo spazio espositivo per questo artista che sta vivendo un momento di grandissimo successo, scandito da importanti mostre in Italia e all’estero.
La mostra, realizzata con il sostegno di Reggiana Gourmet, Reggionline e Maioli Piante, sarà visitabile fino al 3 giugno 2015. La Galleria de’ Bonis è aperta da martedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Palazzo Manenti sarà eccezionalmente aperto al pubblico sabato 16 e domenica 17, sabato 23 e domenica 24 maggio ore 10.00-13.00 e 15.00-20.00. Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
Manuel Felisi nasce a Milano, dove vive e lavora. Ha partecipato, negli ultimi anni, a mostre personali e collettive a Roma, Milano, Lugano, Barcellona, Istanbul, Pechino. Le sue opere sono sempre presenti nelle principali fiere, da Bologna a Parigi e Basilea. Hanno scritto di lui Ivan Quaroni, Chiara Canali, Alberto Mattia Martini e tanti altri.
L’esposizione sarà allestita, dal 16 maggio al 3 giugno 2015, nella doppia sede della Galleria de’ Bonis (Viale dei Mille, 44/B) e di Palazzo Manenti (Corso Garibaldi, 5) che, sabato 16 maggio, alle ore 18.00, ospiterà il vernissage.
Accanto alla fotografia, Felisi si serve della pittura e del collage e sviluppa le sue opere attraverso diversi materiali, dalla tela alla carta, dal cemento armato alla resina.
La mostra si articola su due tematiche: la terra e l’acqua. Il primo nucleo di opere, esposte alla Galleria de’ Bonis, ha il suo cuore in una serie di pezzi su cemento armato che hanno come protagonista proprio la città di Reggio Emilia, per poi svilupparsi in opere su tela di più ampio respiro che esplorano ambiente e persone. A Palazzo Manenti sono invece presenti opere che ritraggono figure umane immerse nell’acqua in un’atmosfera rarefatta e onirica.
La collaborazione con la delegazione di Reggio Emilia del FAI Giovani ha reso possibile ambientare parte delle opere nella suggestiva cornice di Palazzo Manenti. L’edificio, dimora tardo-rinascimentale fondata su misure-simbolo e intessuta di episodi figurativi, racconta i cinque secoli di storia muraria e di eventi che lo hanno visto imprescindibile tassello e protagonista nella vita urbana, politica e artistica di Reggio Emilia. Ancor vivo nel Palazzo è un genius loci che non si disperde nelle mutate temperie culturali, ideologiche ed estetiche ma permane con forza tra le sue pietre.
È stato così possibile raddoppiare lo spazio espositivo per questo artista che sta vivendo un momento di grandissimo successo, scandito da importanti mostre in Italia e all’estero.
La mostra, realizzata con il sostegno di Reggiana Gourmet, Reggionline e Maioli Piante, sarà visitabile fino al 3 giugno 2015. La Galleria de’ Bonis è aperta da martedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Palazzo Manenti sarà eccezionalmente aperto al pubblico sabato 16 e domenica 17, sabato 23 e domenica 24 maggio ore 10.00-13.00 e 15.00-20.00. Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
Manuel Felisi nasce a Milano, dove vive e lavora. Ha partecipato, negli ultimi anni, a mostre personali e collettive a Roma, Milano, Lugano, Barcellona, Istanbul, Pechino. Le sue opere sono sempre presenti nelle principali fiere, da Bologna a Parigi e Basilea. Hanno scritto di lui Ivan Quaroni, Chiara Canali, Alberto Mattia Martini e tanti altri.
Bruno Canova, Mai più
22/01/2017 - 26/02/2017
Correggio (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Dal 22 gennaio al 26 febbraio 2017 il Museo “Il Correggio” (Palazzo dei Principi, C.so Cavour, 7, Correggio) ospita la mostra “Mai più”, personale di Bruno Canova – artista testimone della Shoah – promossa dal Comune di Correggio in occasione del Giorno della Memoria. L’esposizione fa parte di un progetto internazionale, curato da Margherita Fontanesi e Lorenzo Canova, che vede coinvolto l’Istituto di Cultura Italiana di Lisbona che ospiterà, in contemporanea alla mostra di Correggio, disegni e grafiche dello stesso Bruno Canova.
Bruno Canova (1925 – 2012) è stato un grande interprete dell’arte italiana, avendo vissuto la terribile esperienza del campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. La mostra indagherà un aspetto in particolare della Shoah attraverso le opere di chi ha vissuto la guerra e la persecuzione in prima persona. Un approccio del tutto nuovo per esplorare ogni modo in cui l’arte può essere interprete e portavoce della storia.
Artista militante e antifascista, attivo nella Resistenza partigiana e per questo arrestato e deportato come prigioniero politico nel campo di concentramento di Brüx nel Sudetenland, Canova, nonostante il vissuto personale di oppositore politico, non ha messo solo il suo vissuto personale al centro del suo lavoro, ma ha dedicato molto spazio, nel suo narrare, alla persecuzione antiebraica. La maggior parte delle opere in mostra appartengono a un ciclo unitario di dipinti intitolato “L’arte della Guerra”, il cui nucleo principale risale agli anni ’70. Si tratta di opere di medie e grandi dimensioni, fra le quali si distinguono numerosi collage realizzati con documenti, quotidiani e manifesti dell’epoca che danno al lavoro un taglio quasi scientifico.
Attraverso le opere di Canova è possibile trovare l’intera parabola di nascita, sviluppo e fine del Nazifascismo.
“In questi anni stiamo caratterizzando le proposte di Correggio in occasione del Giorno della Memoria attraverso l’allestimento di percorsi artistici contemporanei”, commenta il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi. “Confortati in questa scelta dall’apprezzamento ricevuto, quest’anno ospitiamo la mostra di Bruno Canova, che propone il punto di vista di un artista che ha vissuto l’orrore dei campi di concentramento non perché ebreo, ma in quanto prigioniero politico. Grazie alla collaborazione con i curatori, la contemporaneità della mostra con l’esposizione all’Istituto di Cultura Italiana di Lisbona offre all’evento un respiro internazionale di cui siamo ovviamente felici”.
“Il linguaggio artistico fortemente espressionista di Canova”, spiega Margherita Fontanesi, “si intreccia ai documenti storici e ai ricordi personali in opere alle quali è impossibile sottrarre gli occhi e la coscienza. Nelle sue opere si trovano echi delle avanguardie di inizio Novecento, di Hieronymus Bosch e dei suoi quadri brulicanti di figure mostruose e disperate, della Neue Sachlichkeit ma anche dello stile degli amici e compagni con cui ha condiviso pittura e ideali: Renzo Vespignani, Mario Mafai, Antonietta Raphaël. Quello di Canova è un simbolismo non onirico ma storico e bellico al cui servizio è stata declinata la tecnica del collage, impiegata solitamente da movimenti artistici dai contenuti molto distanti da questo, come il futurismo e il dadaismo”.
Domenica 22 gennaio, alle ore 17, in occasione dell’inaugurazione della mostra, sarà presente a Correggio anche Lorenzo Canova – figlio dell’artista, critico d’arte, professore di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università del Molise e direttore dell’Archivio Bruno Canova – che illustrerà al pubblico l’opera del padre.
L’esposizione sarà visitabile fino al 26 febbraio 2017, il sabato con orario 15,30 - 18,30 e la domenica ore 10 - 12,30 e 15,30 - 18,30. Venerdì 27 gennaio, Giorno della Memoria, apertura straordinaria con orario 10 - 12,30 e 15,30 - 18,30. Altri giorni su appuntamento. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 691806, museo@comune.correggio.re.it, www.museoilcorreggio.org.
Bruno Canova (1925 – 2012) è stato un grande interprete dell’arte italiana, avendo vissuto la terribile esperienza del campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. La mostra indagherà un aspetto in particolare della Shoah attraverso le opere di chi ha vissuto la guerra e la persecuzione in prima persona. Un approccio del tutto nuovo per esplorare ogni modo in cui l’arte può essere interprete e portavoce della storia.
Artista militante e antifascista, attivo nella Resistenza partigiana e per questo arrestato e deportato come prigioniero politico nel campo di concentramento di Brüx nel Sudetenland, Canova, nonostante il vissuto personale di oppositore politico, non ha messo solo il suo vissuto personale al centro del suo lavoro, ma ha dedicato molto spazio, nel suo narrare, alla persecuzione antiebraica. La maggior parte delle opere in mostra appartengono a un ciclo unitario di dipinti intitolato “L’arte della Guerra”, il cui nucleo principale risale agli anni ’70. Si tratta di opere di medie e grandi dimensioni, fra le quali si distinguono numerosi collage realizzati con documenti, quotidiani e manifesti dell’epoca che danno al lavoro un taglio quasi scientifico.
Attraverso le opere di Canova è possibile trovare l’intera parabola di nascita, sviluppo e fine del Nazifascismo.
“In questi anni stiamo caratterizzando le proposte di Correggio in occasione del Giorno della Memoria attraverso l’allestimento di percorsi artistici contemporanei”, commenta il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi. “Confortati in questa scelta dall’apprezzamento ricevuto, quest’anno ospitiamo la mostra di Bruno Canova, che propone il punto di vista di un artista che ha vissuto l’orrore dei campi di concentramento non perché ebreo, ma in quanto prigioniero politico. Grazie alla collaborazione con i curatori, la contemporaneità della mostra con l’esposizione all’Istituto di Cultura Italiana di Lisbona offre all’evento un respiro internazionale di cui siamo ovviamente felici”.
“Il linguaggio artistico fortemente espressionista di Canova”, spiega Margherita Fontanesi, “si intreccia ai documenti storici e ai ricordi personali in opere alle quali è impossibile sottrarre gli occhi e la coscienza. Nelle sue opere si trovano echi delle avanguardie di inizio Novecento, di Hieronymus Bosch e dei suoi quadri brulicanti di figure mostruose e disperate, della Neue Sachlichkeit ma anche dello stile degli amici e compagni con cui ha condiviso pittura e ideali: Renzo Vespignani, Mario Mafai, Antonietta Raphaël. Quello di Canova è un simbolismo non onirico ma storico e bellico al cui servizio è stata declinata la tecnica del collage, impiegata solitamente da movimenti artistici dai contenuti molto distanti da questo, come il futurismo e il dadaismo”.
Domenica 22 gennaio, alle ore 17, in occasione dell’inaugurazione della mostra, sarà presente a Correggio anche Lorenzo Canova – figlio dell’artista, critico d’arte, professore di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università del Molise e direttore dell’Archivio Bruno Canova – che illustrerà al pubblico l’opera del padre.
L’esposizione sarà visitabile fino al 26 febbraio 2017, il sabato con orario 15,30 - 18,30 e la domenica ore 10 - 12,30 e 15,30 - 18,30. Venerdì 27 gennaio, Giorno della Memoria, apertura straordinaria con orario 10 - 12,30 e 15,30 - 18,30. Altri giorni su appuntamento. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 691806, museo@comune.correggio.re.it, www.museoilcorreggio.org.
Eventi che potrebbero interessarti
LA GIOSTRA DORATA Mostra di Poesia Sculturata di Giovanna Fileccia
05/01/2016 - 31/01/2016
Terrasini (PA) - Sicilia
Inserito da Giovanna Fileccia
"LA GIOSTRA DORATA
Mostra di Poesia Sculturata di Giovanna Fileccia"
La mostra, patrocinata dal Comune di Carini, rimane al Castello La Grua Talamanca fino a DOMENICA 31 DICEMBRE 2016 in tre locali del Castello: nel Salone delle Arcate, nella Stanza del Delitto e nella stanzetta attigua.
Nella Stanza del Delitto accanto la Poesia Sculurata “Imperia”, c’è la lettera che l'autrice ha scritto alla donna che era.
Apertura Castello: dalle 9 alle 13, e dalle 15 alle 19.
Giovanna Fileccia ha ideato il neologismo Poesia Sculturata: un concetto astratto destinato a concretizzarsi sotto forma di opere d’arte materica che, partendo dal titolo e dai versi della poesia ispiratrice, si evolvono in forme tridimensionali create da lei stessa.
Dice L'autrice: “Mi viene spontaneo utilizzare i versi delle mie poesie ed elementi della natura. È come se avessi bisogno di assemblare gli elementi per creare qualcosa che ai miei occhi comprenda il Tutto Che Mi Attornia. Cerco di dare voce al mio mondo interiore dove spirito e materia convivono, tra armonia e conflitto, in perenne movimento, oscillando tra cielo e terra.”
La mostra "La Giostra Dorata" é stata inaugurata Domenica 27 dicembre 2015, nel Salone delle Arcate, con una recita di prosa e poesie tratte dai libri di Giovanna Fileccia "Sillabe nel Vento" (Ed. Simposium 2012) e "La Giostra dorata del Ragno che tesse" (Ed. Simposium 2015).
Durante il recital la Fileccia é stata accompagnata dal chitarrista Giuseppe Andolina che ha composto la melodia per tre poesie.
Hanno parlato di Giovanna Fileccia: Anna Barone, che ha interpretato i brani in prosa che introducevano le poesie, Veronica Giuseppina Billone, editrice dei due libri "Sillabe nel Vento" e "La Giostra dorata del Ragno che tesse", e la professoressa Maria Antonia Manzella.
Oltre le opere di Poesia Sculturata al Castello è esposta l'opera pittorica LA TELA che Leo Di Mercurio ha dipinto per la copertina del libro.
Hanno detto di Giovanna Fileccia:
“La concezione del mondo e della vita e il geniale linguaggio espressivo di Giovanna, letterario e plastico-figurativo, fanno sì che il suo estro inventivo sia fatto di poesia, armonia ritmica e cromatica, fabbrilità creativa di rara ricercatezza.” Pippo Oddo
“La Poesia Sculturata di Giovanna Fileccia ci coinvolge, ridesta in noi echi armoniosi. Tutte le sue creazioni raccontano di una donna apparentemente fragile ma con una personalità forte e determinata.” Maria Antonia Manzella
“L’autrice possiede un’indole acrobatica e si nutre di leggerezza e di lieve perfidia, nei confronti della vita, che considera a volte matrigna. La stessa gioca con la fantasia e la realtà, alla ricerca di una esilità salda, come fili dorati.” Francesca Currieri
“Parlare di Giovanna è come parlare di una golosa coppa di gelato che a prima vista sembra solo buona ma, dopo alcune cucchiaiate, ti accorgi che è diventato un delizioso dessert ricco di tante prelibatezze.” Veronica G. Billone
Dialoghi visivi
05/12/2015 - 23/12/2015
Terrasini (PA) - Sicilia
Inserito da CSArt Serri
Dal 5 al 31 dicembre 2015, presso la Saletta Galaverni di Reggio Emilia (Via Dell’Aquila, 6/c), si terrà la mostra collettiva “Dialoghi visivi” con opere scelte di Valerio Adami, Davide Benati, Gabriella Benedini, Enrico Della Torre, Iler Melioli ed Emilio Tadini.
Il titolo, in questo caso, non investe soltanto i contenuti espressivi nelle diverse declinazioni poetiche degli autori in esposizione, ma apre anche lo sguardo verso un preciso modo di fruirla.
Come spiega, infatti, il gallerista Libero Galaverni, «Esistono percorsi dialogici che in taluni casi accumunano le ricerche dei diversi artisti: il tema della natura, ad esempio, nel lavoro di Davide Benati ed Iler Melioli, l’iconismo “popolare” nei dipinti di Valerio Adami ed Emilio Tadini, il rapporto tra figura ed astrazione nelle opere di Enrico Della Torre e Gabriella Benedini».
Accostamenti non casuali, itinerari di incontro e confronto tra autori diversi per esperienza e linguaggio, che offrono al fruitore l’opportunità di vedere “oltre” il dato apparente.
L’esposizione, che sarà aperta al pubblico sabato 5 dicembre alle ore 17.00, sarà visitabile fino al 23 dicembre 2015, tutti i giorni con orario 9.30-12.30 e 16.00-19.30, chiuso giovedì pomeriggio. Ingresso libero. Per informazioni: cell. 335 6388448, info@galaverni.com.
Il titolo, in questo caso, non investe soltanto i contenuti espressivi nelle diverse declinazioni poetiche degli autori in esposizione, ma apre anche lo sguardo verso un preciso modo di fruirla.
Come spiega, infatti, il gallerista Libero Galaverni, «Esistono percorsi dialogici che in taluni casi accumunano le ricerche dei diversi artisti: il tema della natura, ad esempio, nel lavoro di Davide Benati ed Iler Melioli, l’iconismo “popolare” nei dipinti di Valerio Adami ed Emilio Tadini, il rapporto tra figura ed astrazione nelle opere di Enrico Della Torre e Gabriella Benedini».
Accostamenti non casuali, itinerari di incontro e confronto tra autori diversi per esperienza e linguaggio, che offrono al fruitore l’opportunità di vedere “oltre” il dato apparente.
L’esposizione, che sarà aperta al pubblico sabato 5 dicembre alle ore 17.00, sarà visitabile fino al 23 dicembre 2015, tutti i giorni con orario 9.30-12.30 e 16.00-19.30, chiuso giovedì pomeriggio. Ingresso libero. Per informazioni: cell. 335 6388448, info@galaverni.com.