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Evento: Luminous phenomena: una nuova collana NFC Edizioni dedicata alla fotografia internazionale
11/11/2020 - 30/11/2020
Dettagli
Data di inserimento: | 10/11/2020 - 23:31 |
Luogo: | Rimini (RN) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 11/11/2020 |
Data di fine | 30/11/2020 |
Descrizione
NFC Edizioni di Rimini festeggia i dieci anni di attività con il lancio di una nuova collana dedicata alla fotografia internazionale: “Luminous phenomena”. Libri monografici che indagano il rapporto tra essere umano e corpo, tra corpo e spazio circostante, attraverso lo sguardo di fotografi affermati e giovani promesse. Non dei cataloghi d’arte, bensì dei racconti d’arte, nei quali ogni autore si è espresso in totale libertà, selezionando personalmente le immagini e coinvolgendo un curatore in linea con la propria ricerca.
Ispirata a “The Pencil of Nature” di William Henry Fox Talbot (il primo libro illustrato da fotografie che sia mai stato commercializzato), la collana si compone di volumi di piccolo formato, prodotti in basse tirature con materiali e lavorazioni di pregio.
A cadenza bimestrale verrà pubblicato un libro che racchiuderà una grande storia: verranno raccontati i corpi, le persone, le luci e l’oscurità. Ogni pubblicazione sarà tradotta in tre lingue – italiano, francese, inglese – per consentirne un’ampia distribuzione. Ne saranno disponibili due versioni: Light e Deluxe, la prima in tiratura di 200 copie numerate, la seconda in tiratura di 100 copie firmate e numerate con una fotografia in edizione limitata.
«Ogni giorno – spiegano Amedeo Bartolini, direttore editoriale e fondatore di Agenzia NFC e NFC Edizioni, e Guya Bacciocchi, direttrice della collana – veniamo bombardati da immagini, ogni giorno vediamo più immagini noi di quante ne vedevano i nostri antenati in una vita intera… Si stima che ogni giorno ci vengano sottoposte, tra media e social, più di 400.000 immagini artificiali, cioè prodotte dall’uomo. Viviamo in un mondo frenetico, fatto di attimi, dove tutto può cambiare e mutare in pochi secondi. In questo mondo così fugace, vorremmo che le persone si fermassero e riscoprissero il piacere di sfogliare un libro. Da qui l’idea dei “Luminous Phenomena”… perché di cosa son fatte le immagini se non di fenomeni luminosi? Con questa collana vogliamo raccontare storie, vogliamo celebrare il rapporto viscerale tra corpo e ambiente circostante, tra essere umano e sessualità, per riscoprire una sensibilità ormai perduta verso il proprio essere. Vogliamo che una piccola parte delle immagini che ci vengono sottoposte ogni giorno siano immagini pure e belle, che ci facciano fermare a riflettere. La collana nasce a dieci anni dalla fondazione di Agenzia NFC (agenzia di comunicazione e casa editrice), e nasce in un periodo storico complicato dagli effetti del Covid-19. Nel 2010 abbiamo deciso di aprire Agenzia NFC proprio in conseguenza della grave crisi che tra il 2008 e il 2009 aveva messo in ginocchio il mondo. Allo stesso modo, decidiamo oggi di investire in cultura, portando a compimento un progetto che era nei nostri piani da anni, perché riteniamo che anche nella crisi e nell’insicurezza si possano intravvedere preziose opportunità per il futuro».
Il primo volume, uscito a settembre 2020 e subito esaurito nella versione Light, è dedicato a Lady Tarin, tra i nomi più seguiti della fotografia contemporanea italiana, capace di tradurre in immagine le infinite sfumature dell’erotismo. Il libro è corredato dai testi critici di Nathalie Leleu e Denis Curti.
«Se tu lettore/trice di questo libro fai parte di quella metà del genere umano confinata in Europa tra il marzo e il maggio del 2020 – scrive Nathalie Leleu – la sequenza di immagini predisposta da Tarin stimolerà tra i tuoi sensi quello più frustrato da questo periodo d’isolamento, e che tuttora resta limitato: il tatto. Tanto più il corpo si trova a essere ostacolato, quanto più l’immagine parla allo spirito come fosse una sorta di matrice che ne alimenta il desiderio e il piacere».
«La prima volta che ho avuto sotto gli occhi le stampe di Tarin, riprodotte su una fanzine – conclude Denis Curti – in modo quasi automatico ho pulito gli occhiali e ho lisciato la carta, come per stirare la pagina o, forse, per limitare il diaframma che mi separava da quei soggetti cosi? sorprendenti e immediati. Credo proprio che lo spaiamento che ho provato la prima volta abbia molto a che fare con la fascinazione di questo progetto e sono certo in quello stracciamento, in quella sensazione di non capire dove siamo, risieda la forza vera di queste immagini».
Nata a Rimini, Tarin si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna per poi trasferirsi a Milano, dove oggi vive e lavora. Inizia a fotografare per il mondo della moda mentre, dal 2008, intraprende un itinerario artistico che la conduce a realizzare opere fotografiche dedicate al mondo femminile, esaltandone la più intima essenza. Da quel momento, fedele allo scatto in pellicola, prende avvio quella ricerca personale al cui centro si situa l’idea di identificazione tra artista e soggetto che la conduce a rivelare la componente sensuale e psicologica del nudo femminile. Le sue opere sono state esposte in istituzioni italiane e internazionali. Ha pubblicato per NFC Edizioni “Stanze Private”, 2016.
Ispirata a “The Pencil of Nature” di William Henry Fox Talbot (il primo libro illustrato da fotografie che sia mai stato commercializzato), la collana si compone di volumi di piccolo formato, prodotti in basse tirature con materiali e lavorazioni di pregio.
A cadenza bimestrale verrà pubblicato un libro che racchiuderà una grande storia: verranno raccontati i corpi, le persone, le luci e l’oscurità. Ogni pubblicazione sarà tradotta in tre lingue – italiano, francese, inglese – per consentirne un’ampia distribuzione. Ne saranno disponibili due versioni: Light e Deluxe, la prima in tiratura di 200 copie numerate, la seconda in tiratura di 100 copie firmate e numerate con una fotografia in edizione limitata.
«Ogni giorno – spiegano Amedeo Bartolini, direttore editoriale e fondatore di Agenzia NFC e NFC Edizioni, e Guya Bacciocchi, direttrice della collana – veniamo bombardati da immagini, ogni giorno vediamo più immagini noi di quante ne vedevano i nostri antenati in una vita intera… Si stima che ogni giorno ci vengano sottoposte, tra media e social, più di 400.000 immagini artificiali, cioè prodotte dall’uomo. Viviamo in un mondo frenetico, fatto di attimi, dove tutto può cambiare e mutare in pochi secondi. In questo mondo così fugace, vorremmo che le persone si fermassero e riscoprissero il piacere di sfogliare un libro. Da qui l’idea dei “Luminous Phenomena”… perché di cosa son fatte le immagini se non di fenomeni luminosi? Con questa collana vogliamo raccontare storie, vogliamo celebrare il rapporto viscerale tra corpo e ambiente circostante, tra essere umano e sessualità, per riscoprire una sensibilità ormai perduta verso il proprio essere. Vogliamo che una piccola parte delle immagini che ci vengono sottoposte ogni giorno siano immagini pure e belle, che ci facciano fermare a riflettere. La collana nasce a dieci anni dalla fondazione di Agenzia NFC (agenzia di comunicazione e casa editrice), e nasce in un periodo storico complicato dagli effetti del Covid-19. Nel 2010 abbiamo deciso di aprire Agenzia NFC proprio in conseguenza della grave crisi che tra il 2008 e il 2009 aveva messo in ginocchio il mondo. Allo stesso modo, decidiamo oggi di investire in cultura, portando a compimento un progetto che era nei nostri piani da anni, perché riteniamo che anche nella crisi e nell’insicurezza si possano intravvedere preziose opportunità per il futuro».
Il primo volume, uscito a settembre 2020 e subito esaurito nella versione Light, è dedicato a Lady Tarin, tra i nomi più seguiti della fotografia contemporanea italiana, capace di tradurre in immagine le infinite sfumature dell’erotismo. Il libro è corredato dai testi critici di Nathalie Leleu e Denis Curti.
«Se tu lettore/trice di questo libro fai parte di quella metà del genere umano confinata in Europa tra il marzo e il maggio del 2020 – scrive Nathalie Leleu – la sequenza di immagini predisposta da Tarin stimolerà tra i tuoi sensi quello più frustrato da questo periodo d’isolamento, e che tuttora resta limitato: il tatto. Tanto più il corpo si trova a essere ostacolato, quanto più l’immagine parla allo spirito come fosse una sorta di matrice che ne alimenta il desiderio e il piacere».
«La prima volta che ho avuto sotto gli occhi le stampe di Tarin, riprodotte su una fanzine – conclude Denis Curti – in modo quasi automatico ho pulito gli occhiali e ho lisciato la carta, come per stirare la pagina o, forse, per limitare il diaframma che mi separava da quei soggetti cosi? sorprendenti e immediati. Credo proprio che lo spaiamento che ho provato la prima volta abbia molto a che fare con la fascinazione di questo progetto e sono certo in quello stracciamento, in quella sensazione di non capire dove siamo, risieda la forza vera di queste immagini».
Nata a Rimini, Tarin si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna per poi trasferirsi a Milano, dove oggi vive e lavora. Inizia a fotografare per il mondo della moda mentre, dal 2008, intraprende un itinerario artistico che la conduce a realizzare opere fotografiche dedicate al mondo femminile, esaltandone la più intima essenza. Da quel momento, fedele allo scatto in pellicola, prende avvio quella ricerca personale al cui centro si situa l’idea di identificazione tra artista e soggetto che la conduce a rivelare la componente sensuale e psicologica del nudo femminile. Le sue opere sono state esposte in istituzioni italiane e internazionali. Ha pubblicato per NFC Edizioni “Stanze Private”, 2016.
Altri eventi dell'inserzionista
Gioielli Fantasia. Sogni americani
16/04/2016 - 02/10/2016
Asti (AT) - Piemonte
Inserito da CSArt Serri
Dal 16 aprile al 2 ottobre 2016 Palazzo Mazzetti (Corso Vittorio Alfieri 357, Asti) ospita la mostra ”Gioielli Fantasia. Sogni americani”: oltre 500 esemplari di Gioielli Fantasia provenienti dalla Collezione personale di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
L’esposizione, promossa da Palazzo Mazzetti e Città di Asti, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, è realizzata con il patrocinio di Regione Piemonte e Provincia di Asti.
Collane, spille, orecchini e bracciali tracciano l’evoluzione della Costume Jewelry e raccontano una storia articolata e affascinante, dalle riproduzioni di gioielli classici alle creazioni pop degli anni '50 e '60, concepite ed elaborate dai più importanti designer, come Trifari, Marcel Boucher, Coro, De Rosa, Eisenberg, Miriam Haskell, Eugène Joseff, Kenneth J. Lane, Pennino, fino a Wendy Gell e Iradj Moini.
La storica dimora astigiana, scrigno di raffinate raccolte di intagli, tessuti antichi e ceramiche, si offre come luogo ideale per un’esposizione dedicata ad un settore particolare delle arti decorative come quello del “gioiello fantasia”.
Il percorso espositivo accompagna il visitatore alla riscoperta della produzione di costume jewelry, fenomeno socio-culturale nato negli Stati Uniti all’indomani della grande crisi del 1929-1939: con la drastica riduzione del mercato dei prodotti di lusso, la sperimentazione con materiali non preziosi diventa l’unica via di sopravvivenza per i gioiellieri, ma anche stimolo per la fantasia e per la messa a punto di nuove tecniche. Nascono ornamenti bellissimi e poco costosi che gli studi cinematografici di Hollywood non esitano ad adottare, facendoli diventare protagonisti della stagione d’oro del cinema americano. Sono gioielli molto grandi e vistosi, visibili durante le riprese e in grado di far risparmiare il denaro precedentemente speso per il noleggio di gioielli veri.
Nonostante l’utilizzo di pietre e leghe di costo contenuto, l’accuratezza delle finiture e il formato sorprendente sono il segno evidente delle straordinarie capacità creative dei designer dell’epoca e di una maggiore libertà di sperimentazione di nuovi materiali. Sono i gioielli indossati sugli abiti di scena dalle dive del cinema come Greta Garbo, Marlene Dietrich, Bette Davis e Vivien Leigh. Il leggendario Joseff crea monili per centinaia di pellicole di grande successo, tra cui “Via col Vento”. Ma anche le first ladies, come Mamie Eisenhower e Jacqueline Kennedy Onassis, non perdono l’occasione di esibirli in occasioni pubbliche.
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha sviluppato l’interesse per questi gioielli fantasia «perché rappresentano un patrimonio culturale che ci riporta a tempi difficili e a grandi cambiamenti sociali... É importante il significato e il contenuto che essi trasmettono, la loro aderenza e precisione col momento storico in cui sono stati realizzati. Nella Costume Jewelry ricerco la creatività, la fantasia e apprezzo l’uso di materiali innovativi, come la gomma vulcanizzata, gli strass, la celluloide, la bachelite, il plexiglas e l’acrilico, capaci di anticipare tante tendenze future. Sono gioielli “poveri ma belli”, accessibili e alla portata di tutti».
Splendidamente falso, Trifari da Napoli a New York, Il gioiello va in scena, Dalla creatività al design, Ditelo con i fiori: sono solo alcune delle sezioni del percorso espositivo arricchito pannelli illustrativi, immagini e proiezioni.
La mostra sarà visitabile da martedì a domenica con orario 9.30-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30), chiuso il lunedì ad eccezione del 25 aprile e del 15 maggio. Biglietto intero € 5.00, ridotto € 3.00. Catalogo edito da Sagep, Genova. Per informazioni: tel. 0141530403, info@palazzomazzetti.it, www.palazzomazzetti.it.
L’esposizione, promossa da Palazzo Mazzetti e Città di Asti, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, è realizzata con il patrocinio di Regione Piemonte e Provincia di Asti.
Collane, spille, orecchini e bracciali tracciano l’evoluzione della Costume Jewelry e raccontano una storia articolata e affascinante, dalle riproduzioni di gioielli classici alle creazioni pop degli anni '50 e '60, concepite ed elaborate dai più importanti designer, come Trifari, Marcel Boucher, Coro, De Rosa, Eisenberg, Miriam Haskell, Eugène Joseff, Kenneth J. Lane, Pennino, fino a Wendy Gell e Iradj Moini.
La storica dimora astigiana, scrigno di raffinate raccolte di intagli, tessuti antichi e ceramiche, si offre come luogo ideale per un’esposizione dedicata ad un settore particolare delle arti decorative come quello del “gioiello fantasia”.
Il percorso espositivo accompagna il visitatore alla riscoperta della produzione di costume jewelry, fenomeno socio-culturale nato negli Stati Uniti all’indomani della grande crisi del 1929-1939: con la drastica riduzione del mercato dei prodotti di lusso, la sperimentazione con materiali non preziosi diventa l’unica via di sopravvivenza per i gioiellieri, ma anche stimolo per la fantasia e per la messa a punto di nuove tecniche. Nascono ornamenti bellissimi e poco costosi che gli studi cinematografici di Hollywood non esitano ad adottare, facendoli diventare protagonisti della stagione d’oro del cinema americano. Sono gioielli molto grandi e vistosi, visibili durante le riprese e in grado di far risparmiare il denaro precedentemente speso per il noleggio di gioielli veri.
Nonostante l’utilizzo di pietre e leghe di costo contenuto, l’accuratezza delle finiture e il formato sorprendente sono il segno evidente delle straordinarie capacità creative dei designer dell’epoca e di una maggiore libertà di sperimentazione di nuovi materiali. Sono i gioielli indossati sugli abiti di scena dalle dive del cinema come Greta Garbo, Marlene Dietrich, Bette Davis e Vivien Leigh. Il leggendario Joseff crea monili per centinaia di pellicole di grande successo, tra cui “Via col Vento”. Ma anche le first ladies, come Mamie Eisenhower e Jacqueline Kennedy Onassis, non perdono l’occasione di esibirli in occasioni pubbliche.
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha sviluppato l’interesse per questi gioielli fantasia «perché rappresentano un patrimonio culturale che ci riporta a tempi difficili e a grandi cambiamenti sociali... É importante il significato e il contenuto che essi trasmettono, la loro aderenza e precisione col momento storico in cui sono stati realizzati. Nella Costume Jewelry ricerco la creatività, la fantasia e apprezzo l’uso di materiali innovativi, come la gomma vulcanizzata, gli strass, la celluloide, la bachelite, il plexiglas e l’acrilico, capaci di anticipare tante tendenze future. Sono gioielli “poveri ma belli”, accessibili e alla portata di tutti».
Splendidamente falso, Trifari da Napoli a New York, Il gioiello va in scena, Dalla creatività al design, Ditelo con i fiori: sono solo alcune delle sezioni del percorso espositivo arricchito pannelli illustrativi, immagini e proiezioni.
La mostra sarà visitabile da martedì a domenica con orario 9.30-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30), chiuso il lunedì ad eccezione del 25 aprile e del 15 maggio. Biglietto intero € 5.00, ridotto € 3.00. Catalogo edito da Sagep, Genova. Per informazioni: tel. 0141530403, info@palazzomazzetti.it, www.palazzomazzetti.it.
Iridescenze - Patrizia Atti
10/06/2017 - 28/06/2017
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Dal “Ritratto di Baldassarre Castiglione” dipinto da Raffaello Sanzio, un progetto pittorico di Patrizia Atti che, attraverso luci iridescenti e moltiplicazione dello sguardo, pone lo spettatore dinanzi ad un enigma in cui si fondono scienza e arte.
La Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 43) presenta, dal 10 al 28 giugno 2017, le “Iridescenze” di Patrizia Atti. Curata da Federico Bonioni, la mostra sarà inaugurata sabato 10 giugno alle ore 18.00.
In esposizione, cento opere ad olio su tela di piccole dimensioni (13x13 centimetri), tutte realizzate nel 2016 e nel 2017, che ritraggono fedelmente l’occhio sinistro di Baldassarre Castiglione. Unica variante, la colorazione dell’iride, esito di un’approfondita ricerca cromatica.
«Cento occhi. Stessa forma, diverso colore. Impercettibili mutamenti del segno – si legge nel testo di presentazione – che si traducono in moti dell’animo. L’arco del sopracciglio come lancetta dei cambiamenti del cuore. Cromatismi dell’iride affidati alle Rune Nordiche. Misteriosi processi alchemici dispiegano le loro tassidermie su latitudini e longitudini di “Mundus Imaginalis”, criptate nelle tonalità dell’iride. Pagine di occhi in proporzioni auree, dove la pupilla diventa il centro della spirale della conchiglia di un Nautilus. Iridescenze: unioni della natura con l’arte, della scienza con l’arte. Un lavoro, quello di Patrizia Atti, che trae ispirazione dallo sguardo di Baldassarre Castiglione dipinto da Raffaello, la cui iride azzurra, collocata dall’artista nell’angolo esterno dell’occhio, instaura con lo spettatore un rapporto di scambio, profondo, che cela un mistero, una consapevolezza segreta condivisa da pittore e scrittore. È uno sguardo in cui l’anima emana un enigma, presente ma inaccessibile. L’osservatore viene seguito, abbracciato dallo sguardo dipinto in qualunque posizione si trovi. L’artista opera come la natura, che nel suo riprodursi non è mai uguale a se stessa. Ripetizione del gesto che trasforma il linguaggio in poesia».
La personale sarà visitabile fino al 28 giugno 2017, da martedì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, chiuso il lunedì. Mercoledì 21 giugno 2017 apertura serale con orario 21.00-23.00 in occasione del primo Mercoledì Rosa promosso dal Tavolo Unico di Coordinamento del Commercio di Reggio Emilia. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it, www.facebook.com/bonioniarte.
Patrizia Atti nasce a Bologna, dove attualmente vive e lavora. Nel 1982 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna, sezione pittura, con Concetto Pozzati. Dal 1982 al 1990 compie una serie di viaggi con permanenze all’estero: Camargue, Isole Canarie, Messico e Brasile, dove svolge attività di ritrattista. Dal 1990 al 1994, rientrata in Italia, sposta la sua attenzione dall’antropologia alla botanica: la galleria dei ritratti diventa allora il giardino dei giardini, ovvero l’Eden, e le rose, soggetto privilegiato della sua ricerca, ne caratterizzano la fisionomia. Dal 1996 collabora con la casa di moda Gucci per l’ideazione e la realizzazione pittorica di soggetti per foulard. Tra le opere da lei create, tra il 1994 e il 1996, lo stilista Tom Ford individua i soggetti ideali per le collezioni del 1996 e del 1997. Nel 1997 l’impollinazione della rosa, regina dei fiori, conquista gli Stati Uniti. Patrizia Atti presenta le sue opere in New Mexico (“The land of enchantment”, Houshang Gallery, Santa Fe), dove la sua ricerca si carica di suggestioni ispirate dalla luce iridescente del luogo. Dal 1998 al 2005 si susseguono numerosi viaggi nel sud-ovest americano con varie esposizioni. “Marbles” è una serie di dipinti eseguiti nel 2005 e nel 2006, ispirata a “Il giuoco delle perle di vetro” di Herman Hesse: una ricerca sulla luce in cui la riflessione dei cristalli genera nuovi universi specchianti, in un caleidoscopio di colori. La sua ricerca artistica si sviluppa quindi nella fotografia e nella rappresentazione di “Mundus Imaginalis”, ovvero di “Giardini delle Meraviglie” in cui Jack, un elfo giullare, appare in un contesto floreale costruito ad arte. Nel 2016 ha inizio la realizzazione di una serie di dipinti ad olio su tela di piccole dimensioni dedicati all’occhio umano. Cento opere che, nel 2017, costituiscono la mostra “Iridescenze”, presentata allo Studio Oculistico d’Azeglio di Bologna in occasione di Art City White Night e successivamente alla Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia.
La Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 43) presenta, dal 10 al 28 giugno 2017, le “Iridescenze” di Patrizia Atti. Curata da Federico Bonioni, la mostra sarà inaugurata sabato 10 giugno alle ore 18.00.
In esposizione, cento opere ad olio su tela di piccole dimensioni (13x13 centimetri), tutte realizzate nel 2016 e nel 2017, che ritraggono fedelmente l’occhio sinistro di Baldassarre Castiglione. Unica variante, la colorazione dell’iride, esito di un’approfondita ricerca cromatica.
«Cento occhi. Stessa forma, diverso colore. Impercettibili mutamenti del segno – si legge nel testo di presentazione – che si traducono in moti dell’animo. L’arco del sopracciglio come lancetta dei cambiamenti del cuore. Cromatismi dell’iride affidati alle Rune Nordiche. Misteriosi processi alchemici dispiegano le loro tassidermie su latitudini e longitudini di “Mundus Imaginalis”, criptate nelle tonalità dell’iride. Pagine di occhi in proporzioni auree, dove la pupilla diventa il centro della spirale della conchiglia di un Nautilus. Iridescenze: unioni della natura con l’arte, della scienza con l’arte. Un lavoro, quello di Patrizia Atti, che trae ispirazione dallo sguardo di Baldassarre Castiglione dipinto da Raffaello, la cui iride azzurra, collocata dall’artista nell’angolo esterno dell’occhio, instaura con lo spettatore un rapporto di scambio, profondo, che cela un mistero, una consapevolezza segreta condivisa da pittore e scrittore. È uno sguardo in cui l’anima emana un enigma, presente ma inaccessibile. L’osservatore viene seguito, abbracciato dallo sguardo dipinto in qualunque posizione si trovi. L’artista opera come la natura, che nel suo riprodursi non è mai uguale a se stessa. Ripetizione del gesto che trasforma il linguaggio in poesia».
La personale sarà visitabile fino al 28 giugno 2017, da martedì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, chiuso il lunedì. Mercoledì 21 giugno 2017 apertura serale con orario 21.00-23.00 in occasione del primo Mercoledì Rosa promosso dal Tavolo Unico di Coordinamento del Commercio di Reggio Emilia. Per informazioni: tel. 0522 435765, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it, www.facebook.com/bonioniarte.
Patrizia Atti nasce a Bologna, dove attualmente vive e lavora. Nel 1982 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna, sezione pittura, con Concetto Pozzati. Dal 1982 al 1990 compie una serie di viaggi con permanenze all’estero: Camargue, Isole Canarie, Messico e Brasile, dove svolge attività di ritrattista. Dal 1990 al 1994, rientrata in Italia, sposta la sua attenzione dall’antropologia alla botanica: la galleria dei ritratti diventa allora il giardino dei giardini, ovvero l’Eden, e le rose, soggetto privilegiato della sua ricerca, ne caratterizzano la fisionomia. Dal 1996 collabora con la casa di moda Gucci per l’ideazione e la realizzazione pittorica di soggetti per foulard. Tra le opere da lei create, tra il 1994 e il 1996, lo stilista Tom Ford individua i soggetti ideali per le collezioni del 1996 e del 1997. Nel 1997 l’impollinazione della rosa, regina dei fiori, conquista gli Stati Uniti. Patrizia Atti presenta le sue opere in New Mexico (“The land of enchantment”, Houshang Gallery, Santa Fe), dove la sua ricerca si carica di suggestioni ispirate dalla luce iridescente del luogo. Dal 1998 al 2005 si susseguono numerosi viaggi nel sud-ovest americano con varie esposizioni. “Marbles” è una serie di dipinti eseguiti nel 2005 e nel 2006, ispirata a “Il giuoco delle perle di vetro” di Herman Hesse: una ricerca sulla luce in cui la riflessione dei cristalli genera nuovi universi specchianti, in un caleidoscopio di colori. La sua ricerca artistica si sviluppa quindi nella fotografia e nella rappresentazione di “Mundus Imaginalis”, ovvero di “Giardini delle Meraviglie” in cui Jack, un elfo giullare, appare in un contesto floreale costruito ad arte. Nel 2016 ha inizio la realizzazione di una serie di dipinti ad olio su tela di piccole dimensioni dedicati all’occhio umano. Cento opere che, nel 2017, costituiscono la mostra “Iridescenze”, presentata allo Studio Oculistico d’Azeglio di Bologna in occasione di Art City White Night e successivamente alla Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia.
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Omar Galliani, Souls – Anime. La seduzione del Disegno Italiano
01/12/2017 - 28/01/2018
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
La seduzione del disegno italiano di Omar Galliani in mostra a Treviso. Nell’ambito della rassegna “Artisti del XXI Secolo. Realtà del contemporaneo”, il Museo Civico Casa Robegan (Via A. Canova 38, Treviso) presenta, dal 2 dicembre 2017 al 28 gennaio 2018, “Souls – Anime”, esposizione personale di Omar Galliani, a cura di Daniel Buso.
Ideata e progettata da Giorgio Russi, la mostra sarà inaugurata venerdì 1 dicembre, alle ore 18.00, alla presenza di Giovanni Manildo (Sindaco di Treviso), Luciano Franchin (Assessore alla Cultura) ed Emilio Lippi (Direttore dei Musei Civici).
Il percorso espositivo comprende una ventina di opere su tavola, alcune delle quali di dimensioni monumentali, realizzate dagli anni Novanta ad oggi.
«Galliani ventenne – ricorda Flavio Caroli – era perso principalmente in due ambizioni. In una ricerca di magia, di seduzione, di fascino che è l’ossessione primaria di ogni grande artista, in qualsiasi tempo, sia egli tragico (Caravaggio), classico (Ingres) o fondamentalmente realista (Degas). Tutto cambia e tutto corre, ma non c’è grande artista quando non ci sia ricerca di Bellezza; di qualche forma di Bellezza. La seconda ossessione di Galliani era infatti la qualità esecutiva, proprio tecnica nel senso antichissimo del termine, della pittura e dei suoi misteri: cosa non facile in un tempo in cui i balbettii e la cattiva pittura parvero la chiave della modernità. Galliani otteneva risultati straordinari grazie ai miracoli realizzativi di una matita forse veramente fra le più dotate del secondo dopoguerra. Nei trenta e più anni che ci separano da quei giorni, il miracolo non ha fatto che approfondirsi».
«La ricerca di Omar Galliani – aggiunge Teodolinda Coltellaro – affonda nelle densità figurali del passato, nelle estensioni storiche dell’arte, di cui evoca modelli culturali e motivi linguistici che coniuga in una originale sintassi espressiva. La sua sensibilità, pienamente contemporanea, sa cogliere gli aspetti di transitorietà e complessità del nostro tempo, gli scenari mobili che ne connotano la dimensione sistemica, ma li traduce in modi e forme che sollecitano lo sguardo a percorsi interpretativi più profondi che non si esauriscano nel “qui ed ora”, proponendo il ricorso alla memoria e alla citazione come processo di rinascita creativa nell’alchimia della forma. […] Per Galliani, l’opera è, in modo prioritario, disegno: dalla dimensione fisica del tracciare (di esercizio muscolare protratto fino allo stremo), del coprire di segni una superficie al suo essere fenomeno articolato, fluttuante, vivente, animato da una propria biologia memoriale che ne determina l’esistenza e in cui si compenetrano mirabilmente e dialogano mondi di tenebra e luce».
L’esposizione, organizzata da Artika, è accompagnata da un catalogo bilingue italiano / inglese (Quaderni d’arte di Casa Robegan, 2017) con la riproduzione fotografica di alcune opere, una nota dello storico dell’arte Flavio Caroli ed una conversazione-intervista con il critico d’arte Teodolinda Coltellaro.
Il Museo Civico Casa Robegan è aperto al pubblico da martedì a venerdì con orario 10.00-13.00 e 15.00-19.00, sabato, domenica e festivi ore 10.00-20.00, lunedì chiuso. Ingresso Euro 6,00 (ridotto Euro 4,00). Per informazioni: tel. 0422 544895, mostre@artikaeventi.com, www.artikaeventi.com.
Omar Galliani, nato a Montecchio Emilia (RE) nel 1954, dove vive e lavora, è uno tra i più significativi artisti italiani di riconosciuta fama internazionale. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, insegna Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. A partire dai suoi esordi, già nel 1978, Enrico Crispolti evidenziava le sue straordinarie capacità disegnative e la sua forza evocativa invitandolo al Premio Michetti con l’installazione “Ritratto di dama con unicorno”. Invitato poi nel 1979 da Giovanni Maria Accame a “Le Alternative del Nuovo”, nello stesso anno Flavio Caroli lo invita a “Il Nuovo contesto” allo Studio Marconi di Milano e successivamente in “Magico Primario” a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Partecipa inoltre ad “Arte e critica 1980”, presentato ancora da Giovanni Maria Accame, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma a cura di Giorgio De Marchis e Ida Panicelli e, nel 1981, a “Linee della Ricerca Artistica in Italia” da Nello Ponente. Sarà negli anni successivi un susseguirsi di inviti a manifestazioni nazionali ed internazionali che porteranno l’artista, oltre ad essere invitato a tre consecutive Biennali di Venezia (1982, 1984, 1986), ad essere anche tra gli artisti selezionati per la Biennale di Pechino di quest’anno e a misurarsi sulla scena artistica non solo con i più importanti autori del contemporaneo, ma anche a confrontarsi con i grandi nomi della storia dell’arte del passato. Valga per tutti la partecipazione a mostre quali: “Galliani incontra Morandi” presso la Fondazione Giorgio Morandi nella sua casa natale nel 2014, “Omar Galliani – Lorenzo Puglisi. Caravaggio, la verità nel buio” a Palermo nel 2
Ideata e progettata da Giorgio Russi, la mostra sarà inaugurata venerdì 1 dicembre, alle ore 18.00, alla presenza di Giovanni Manildo (Sindaco di Treviso), Luciano Franchin (Assessore alla Cultura) ed Emilio Lippi (Direttore dei Musei Civici).
Il percorso espositivo comprende una ventina di opere su tavola, alcune delle quali di dimensioni monumentali, realizzate dagli anni Novanta ad oggi.
«Galliani ventenne – ricorda Flavio Caroli – era perso principalmente in due ambizioni. In una ricerca di magia, di seduzione, di fascino che è l’ossessione primaria di ogni grande artista, in qualsiasi tempo, sia egli tragico (Caravaggio), classico (Ingres) o fondamentalmente realista (Degas). Tutto cambia e tutto corre, ma non c’è grande artista quando non ci sia ricerca di Bellezza; di qualche forma di Bellezza. La seconda ossessione di Galliani era infatti la qualità esecutiva, proprio tecnica nel senso antichissimo del termine, della pittura e dei suoi misteri: cosa non facile in un tempo in cui i balbettii e la cattiva pittura parvero la chiave della modernità. Galliani otteneva risultati straordinari grazie ai miracoli realizzativi di una matita forse veramente fra le più dotate del secondo dopoguerra. Nei trenta e più anni che ci separano da quei giorni, il miracolo non ha fatto che approfondirsi».
«La ricerca di Omar Galliani – aggiunge Teodolinda Coltellaro – affonda nelle densità figurali del passato, nelle estensioni storiche dell’arte, di cui evoca modelli culturali e motivi linguistici che coniuga in una originale sintassi espressiva. La sua sensibilità, pienamente contemporanea, sa cogliere gli aspetti di transitorietà e complessità del nostro tempo, gli scenari mobili che ne connotano la dimensione sistemica, ma li traduce in modi e forme che sollecitano lo sguardo a percorsi interpretativi più profondi che non si esauriscano nel “qui ed ora”, proponendo il ricorso alla memoria e alla citazione come processo di rinascita creativa nell’alchimia della forma. […] Per Galliani, l’opera è, in modo prioritario, disegno: dalla dimensione fisica del tracciare (di esercizio muscolare protratto fino allo stremo), del coprire di segni una superficie al suo essere fenomeno articolato, fluttuante, vivente, animato da una propria biologia memoriale che ne determina l’esistenza e in cui si compenetrano mirabilmente e dialogano mondi di tenebra e luce».
L’esposizione, organizzata da Artika, è accompagnata da un catalogo bilingue italiano / inglese (Quaderni d’arte di Casa Robegan, 2017) con la riproduzione fotografica di alcune opere, una nota dello storico dell’arte Flavio Caroli ed una conversazione-intervista con il critico d’arte Teodolinda Coltellaro.
Il Museo Civico Casa Robegan è aperto al pubblico da martedì a venerdì con orario 10.00-13.00 e 15.00-19.00, sabato, domenica e festivi ore 10.00-20.00, lunedì chiuso. Ingresso Euro 6,00 (ridotto Euro 4,00). Per informazioni: tel. 0422 544895, mostre@artikaeventi.com, www.artikaeventi.com.
Omar Galliani, nato a Montecchio Emilia (RE) nel 1954, dove vive e lavora, è uno tra i più significativi artisti italiani di riconosciuta fama internazionale. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, insegna Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. A partire dai suoi esordi, già nel 1978, Enrico Crispolti evidenziava le sue straordinarie capacità disegnative e la sua forza evocativa invitandolo al Premio Michetti con l’installazione “Ritratto di dama con unicorno”. Invitato poi nel 1979 da Giovanni Maria Accame a “Le Alternative del Nuovo”, nello stesso anno Flavio Caroli lo invita a “Il Nuovo contesto” allo Studio Marconi di Milano e successivamente in “Magico Primario” a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Partecipa inoltre ad “Arte e critica 1980”, presentato ancora da Giovanni Maria Accame, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma a cura di Giorgio De Marchis e Ida Panicelli e, nel 1981, a “Linee della Ricerca Artistica in Italia” da Nello Ponente. Sarà negli anni successivi un susseguirsi di inviti a manifestazioni nazionali ed internazionali che porteranno l’artista, oltre ad essere invitato a tre consecutive Biennali di Venezia (1982, 1984, 1986), ad essere anche tra gli artisti selezionati per la Biennale di Pechino di quest’anno e a misurarsi sulla scena artistica non solo con i più importanti autori del contemporaneo, ma anche a confrontarsi con i grandi nomi della storia dell’arte del passato. Valga per tutti la partecipazione a mostre quali: “Galliani incontra Morandi” presso la Fondazione Giorgio Morandi nella sua casa natale nel 2014, “Omar Galliani – Lorenzo Puglisi. Caravaggio, la verità nel buio” a Palermo nel 2
ART MONACO'-L'ART FAIR PAR EXCELLENCE
27/04/2014 - 27/04/2014
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Studio QueenArt
Pronti per la Favola 2014?
Nella terra e nel palazzo dei Principi di Savoia , nella Costa Azzurra, nella Fiera d'Arte Internazionale Contemporanea del lusso e dello stile
QueenArtStudio apre le adesioni e sarà presente con i suoi Artisti
Art Monaco è un esclusiva Fiera Internazionale d'Arte, che riunisce collezionisti, gallerie e appassionati d'arte provenienti da tutto il mondo.
Il salone è diventato rapidamente tra i luoghi d'incontro preferiti nel mondo per gli ammiratori, i commercianti e gli investitori in arte contemporanea, antiquariato, gioielli e mobili appositamente progettati
ART MONACO oggi è uno degli spettacoli più esclusivi d'Europa, mescolando arte, cultura, spettacolo e responsabilità sociale.
http://www.artemonaco.com/
Alcuni dei nomi degli ospiti che hanno dato ulteriore lustro all'evento sono il Principe Alberto II, Pal Sarkozy e la famiglia, HM Imperatrice Farah Pahlavi, H. M. Principessa Gabrielle María de Savoie, baronessa de Massy, il barone e la baronessa Roland Gillion Crowet, il principe Stefan de Montenegro, Principessa Angelique Monet, Cuba Gooding Jr., ecc che non mancheranno di essere presenti in questa nuova edizione
La Fiera si svolgerà dal 24 al 27 Aprile 2014 a Palazzo Grimaldi in Costa Azzurra nel Principato di Monaco
*L’evento sarà promosso su vari canali network da parte dell’Organizzazione mezzo stampa e attraverso materiale cartaceo(locandina brochure ecc) e attraverso il magazine ExpoArt che sarà distribuito durante tutta la manifestazione
Per esporre contattare Maria Grazia Todaro Art Director di QueenArtStudio all'email queenartstudiopadova@gmail.com
www.queenartstudio.it
Considerata l'alta richiesta di partecipazione consigliamo di proporre le proprie Opere nel più breve tempo possibile
Ready for the Fable 2014?
On the ground and in the palace of the Prince of Savoy, in the French Riviera, in the International Contemporary Art Fair of luxury and style
QueenArtStudio opens the adhesions and will be present with its Artists
International modern and contemporary art fair – Exhibition & Sale
SHOW - from 24 until Apr 27, 2014
The international art show returns for a new edition.
Art Monaco is the international art fair that brings together art collectors, galleries and art lovers from all over the world.
Parce que la vie est aussi un art ... Art Monaco'14
Art Monaco is an exclusive international art fair, bringing together collectors, galleries and art lovers from all over the world. The salon has rapidly become among the world's preferred meeting places for admirers, dealers and investors in contemporary fine art, antiques, jewellery and specially-designed furniture - in fact for anyone with an eye for luxury and style.
http://www.artemonaco.com/
ART MONACO today is one of the most exclusive shows in Europe, mixing art, culture , entertainment and social responsibility. Some of the names we have on our guest list are Prince Albert II, Pal Sarkozy and family, H.M. Empress Farah Pahlavi, H.M. Princess Gabrielle María de Savoie, Baroness de Massy, Baron and Baroness Roland Gillion Crowet, Prince Stefan de Montenegro, Princess Angelique Monet, Cuba Gooding Jr. etc. that will surely to be present in this new edition
ART MONACO 2014 avril 24 to 27 2014
CONTACT US FOR DETAILS queenartstudiopadova@gmail.com
www.queenartstudio.it
Given the high demand for participation recommend that put forward their works in the shortest possible time
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