Accedi
Evento: Reading Impressioni d'Africa
06/09/2014 - 06/09/2014
Dettagli
Data di inserimento: | 03/09/2014 - 11:39 |
Luogo: | Carrara (MS) - Toscana |
Data di inizio: | 06/09/2014 |
Data di fine | 06/09/2014 |
Descrizione
Galleria Duomo
in collaborazione con CONVIVERE Festival
presenta
Reading Impressioni d’Africa
a cura di Maria Paola Parente e Filippo Rolla
sabato 6 settembre ore 18.30 - Piazza Duomo
Interviene Sergio Bontempelli, Presidente Associazione Africa Insieme Pisa
Artisti partecipanti
Marco Cardini, Ilaria Distante, Ciro Formisano, Stefania Grassi, Ibrahima,
Roberto Maggiani, Adriana Michetti, Filippo Rolla e Patrizia Tamburi
Improvvisazioni musicali
Marco Cattani e Michele Vannucci
Il Reading Impressioni d’Africa inserito nel programma di Con_Vivere Carrara Festival 2014 vuol esser un omaggio al continente africano e trasformarsi in un particolare momento di condivisione di pensieri, esperienze e tradizioni.
Protagonisti della serata sono artisti e musicisti che offriranno un loro personale e originale contributo.
in collaborazione con CONVIVERE Festival
presenta
Reading Impressioni d’Africa
a cura di Maria Paola Parente e Filippo Rolla
sabato 6 settembre ore 18.30 - Piazza Duomo
Interviene Sergio Bontempelli, Presidente Associazione Africa Insieme Pisa
Artisti partecipanti
Marco Cardini, Ilaria Distante, Ciro Formisano, Stefania Grassi, Ibrahima,
Roberto Maggiani, Adriana Michetti, Filippo Rolla e Patrizia Tamburi
Improvvisazioni musicali
Marco Cattani e Michele Vannucci
Il Reading Impressioni d’Africa inserito nel programma di Con_Vivere Carrara Festival 2014 vuol esser un omaggio al continente africano e trasformarsi in un particolare momento di condivisione di pensieri, esperienze e tradizioni.
Protagonisti della serata sono artisti e musicisti che offriranno un loro personale e originale contributo.
Altri eventi dell'inserzionista
Frontiere di equilibrio: rallentare, attendere e permanere.
10/09/2016 - 10/09/2016
Carrara (MS) - Toscana
Inserito da Filippo Rolla
Galleria Duomo presenta brevi osservazioni di Filippo Rolla e note musicali di Davide Giromini: dal titolo: Frontiere di equilibrio: rallentare, attendere e permanere.
Mediante brevi osservazioni e note musicali, Filippo Rolla e Davide Giromini vogliono evidenziare tre “dimensioni” dell’esistenza umana: la lentezza, l’attesa e la permanenza che, nella odierna società, si stanno perdendo, con conseguenze non sempre positive.
Come ritrovare una frontiera di equilibrio che ci possa preservare dal cambiamento antropologico in atto voluto dalla società dei consumi? L’idea è quella di trovare uno slowfood per la mente, un nutrimento calmo, piacevole e naturale che ci riporti ai nostri originari bisogni, alle nostre più intime emozioni.
Mediante brevi osservazioni e note musicali, Filippo Rolla e Davide Giromini vogliono evidenziare tre “dimensioni” dell’esistenza umana: la lentezza, l’attesa e la permanenza che, nella odierna società, si stanno perdendo, con conseguenze non sempre positive.
Come ritrovare una frontiera di equilibrio che ci possa preservare dal cambiamento antropologico in atto voluto dalla società dei consumi? L’idea è quella di trovare uno slowfood per la mente, un nutrimento calmo, piacevole e naturale che ci riporti ai nostri originari bisogni, alle nostre più intime emozioni.
Emozioni della settimana
07/01/2018 - 14/01/2018
Carrara (MS) - Toscana
Inserito da Filippo Rolla
Emozioni della settimana
Non smettere di sognare, solo chi sogna può volare
James Matthew Barrie
La pittura di Alessandro Leon si muove tra ciò che è costruito e ciò che è naturale, tra ciò che è manifesto e ciò che è nascosto. Infatti essa non si propone come rappresentazione naturalistica del mondo ma è piuttosto una pittura che abbraccia in un unico sguardo ciò che è visibile e ciò che è invisibile.
I suoi dipinti, tra acrilico e olio, hanno per oggetto il mondo visibile ed il realismo di Alessandro Leon consiste proprio nel rendere visibile ciò che è nascosto con fantasia e creatività, nel mostrare un evento che appartiene al suo mondo interiore.
Si può parlare di una relazione tra il mondo circostante, quello interiore e la mano che insieme gli suggeriscono come affrontare una tela bianca. Quando dipinge ciò a cui aspira è riscoprire quella visione d'insieme di una lezione che a scuola lo ha incuriosito, di un particolar paesaggio o scorcio che ha visto in montagna o al mare, di un cartone animato o film che lo ha colpito, o qualsiasi vissuto che lo ha segnato interiormente in maniera indelebile.
Proprio a partire dal vissuto, un sentire frammentario del reale, da quel ricordo, da quelle emozioni della settimana che porta dentro di sé e non vede l’ora di dipingerle il venerdì a casa dei nonni. Questo è ciò che percepisco nella pittura di Alessandro Leon, il frammento e la sua sfumatura d’insieme. Perché l’insieme e tanto importante quanto il frammento, ed il frammento non è visto come parte di un tutto, ma come realtà in sé.
Nasce così Fonte creata naturalmente, una sorgente che nella memoria di Alessandro ha albergato un po' di tempo insieme ad una roccia prima di prender poi, un pomeriggio, forma e colore nella tela. Così in un quadro sono racchiuse nuove esperienze, emozioni e luoghi, come se si fosse trattato di fare del frammento un universo.
Molti aspetti dell'interiorità sono stati dipinti con velocità dalla mano, capace di raccogliere le più diverse suggestioni così il labirinto umano è concepito come un percorso da attraversare fisicamente per ritrovare se stessi ed il senso che diamo alla nostra vita.
Mentre nel quarto confine, robot nella neve sembra di assistere ad un limite territoriale oltre al quale si trova l’ignoto, terrificante da un lato per il senso di vuoto che ci condiziona ma appetibile dall’altro per la possibilità di trovare una soluzione al nostro vivere.
Così Alessandro dipingendo il suo stato d'animo, svela la sua realtà interiore, il suo vissuto che si è fatto esperienza trasformandosi in immagine. Un'immagine che diventa, poco alla volta, il punto di partenza della sua ricerca artistica e che può esser modificata dalla sua immaginazione.
Mi racconta che inizia sempre da un'immagine semplice e precisa per poi arrivare alla sua complessità, come possiamo notare in una esplosione di esplosioni, un vortice dove i colori hanno la funzione di render bello il quadro ed aiutano a creare emozioni nell'osservatore.
La sua attenzione si rivolge anche ai cambiamenti climatici essendo oramai un tema centrale e molto sentito da tutti noi e li rappresenta, senza imbarazzo né timore, con un tornado artificiale oppure si ricollega ai vari disastri ambientali col dipinto albero con fiume.
È ovvio che il vissuto dipinto su tela da Alessandro Leon è un tempo trascorso e non ancora oggetto di consapevolezza radicata in valori e credenze, ma non è detto che quel frammento vissuto in quel momento, possa poi cambiare ed assumere caratteristiche totalmente diverse così come è successo per uno spiritello di fuoco, autentico e sincero, che protegge con amore il suo ambiente.
Per questo motivo possiamo concepire la pittura di Alessandro come un itinerario, un viaggio nelle emozioni della settimana, perché lo spettatore è invitato a fondersi col quadro dimenticando se stesso, ciò a significare che l'universo pittorico del nostro, piccolo d'età ma grande artista, apre ad un realtà altra, la realtà interiore.
Filippo Rolla, Carrara 3 dicembre 2017
Biografia
Alessandro Leon Bertieri, nato a Sarzana nel 2009, oggi frequenta la classe III A dell’Istituto Pa-radiso di Marina di Carrara.
Non smettere di sognare, solo chi sogna può volare
James Matthew Barrie
La pittura di Alessandro Leon si muove tra ciò che è costruito e ciò che è naturale, tra ciò che è manifesto e ciò che è nascosto. Infatti essa non si propone come rappresentazione naturalistica del mondo ma è piuttosto una pittura che abbraccia in un unico sguardo ciò che è visibile e ciò che è invisibile.
I suoi dipinti, tra acrilico e olio, hanno per oggetto il mondo visibile ed il realismo di Alessandro Leon consiste proprio nel rendere visibile ciò che è nascosto con fantasia e creatività, nel mostrare un evento che appartiene al suo mondo interiore.
Si può parlare di una relazione tra il mondo circostante, quello interiore e la mano che insieme gli suggeriscono come affrontare una tela bianca. Quando dipinge ciò a cui aspira è riscoprire quella visione d'insieme di una lezione che a scuola lo ha incuriosito, di un particolar paesaggio o scorcio che ha visto in montagna o al mare, di un cartone animato o film che lo ha colpito, o qualsiasi vissuto che lo ha segnato interiormente in maniera indelebile.
Proprio a partire dal vissuto, un sentire frammentario del reale, da quel ricordo, da quelle emozioni della settimana che porta dentro di sé e non vede l’ora di dipingerle il venerdì a casa dei nonni. Questo è ciò che percepisco nella pittura di Alessandro Leon, il frammento e la sua sfumatura d’insieme. Perché l’insieme e tanto importante quanto il frammento, ed il frammento non è visto come parte di un tutto, ma come realtà in sé.
Nasce così Fonte creata naturalmente, una sorgente che nella memoria di Alessandro ha albergato un po' di tempo insieme ad una roccia prima di prender poi, un pomeriggio, forma e colore nella tela. Così in un quadro sono racchiuse nuove esperienze, emozioni e luoghi, come se si fosse trattato di fare del frammento un universo.
Molti aspetti dell'interiorità sono stati dipinti con velocità dalla mano, capace di raccogliere le più diverse suggestioni così il labirinto umano è concepito come un percorso da attraversare fisicamente per ritrovare se stessi ed il senso che diamo alla nostra vita.
Mentre nel quarto confine, robot nella neve sembra di assistere ad un limite territoriale oltre al quale si trova l’ignoto, terrificante da un lato per il senso di vuoto che ci condiziona ma appetibile dall’altro per la possibilità di trovare una soluzione al nostro vivere.
Così Alessandro dipingendo il suo stato d'animo, svela la sua realtà interiore, il suo vissuto che si è fatto esperienza trasformandosi in immagine. Un'immagine che diventa, poco alla volta, il punto di partenza della sua ricerca artistica e che può esser modificata dalla sua immaginazione.
Mi racconta che inizia sempre da un'immagine semplice e precisa per poi arrivare alla sua complessità, come possiamo notare in una esplosione di esplosioni, un vortice dove i colori hanno la funzione di render bello il quadro ed aiutano a creare emozioni nell'osservatore.
La sua attenzione si rivolge anche ai cambiamenti climatici essendo oramai un tema centrale e molto sentito da tutti noi e li rappresenta, senza imbarazzo né timore, con un tornado artificiale oppure si ricollega ai vari disastri ambientali col dipinto albero con fiume.
È ovvio che il vissuto dipinto su tela da Alessandro Leon è un tempo trascorso e non ancora oggetto di consapevolezza radicata in valori e credenze, ma non è detto che quel frammento vissuto in quel momento, possa poi cambiare ed assumere caratteristiche totalmente diverse così come è successo per uno spiritello di fuoco, autentico e sincero, che protegge con amore il suo ambiente.
Per questo motivo possiamo concepire la pittura di Alessandro come un itinerario, un viaggio nelle emozioni della settimana, perché lo spettatore è invitato a fondersi col quadro dimenticando se stesso, ciò a significare che l'universo pittorico del nostro, piccolo d'età ma grande artista, apre ad un realtà altra, la realtà interiore.
Filippo Rolla, Carrara 3 dicembre 2017
Biografia
Alessandro Leon Bertieri, nato a Sarzana nel 2009, oggi frequenta la classe III A dell’Istituto Pa-radiso di Marina di Carrara.
Eventi che potrebbero interessarti
Art Rome Contemporary CExhibitiony Exhibition February 2016
19/02/2016 - 19/02/2016
Dosson Di Casier (TV)
Inserito da Elena Izzo
Mostra collettiva d'arte contemporanea presso FlyerArt Gallery
Giordano Montorsi, Sandra Moss, Matteo Messori - Contrapposizioni
17/12/2016 - 07/01/2017
Dosson Di Casier (TV)
Inserito da CSArt Serri
Un nuovo spazio espositivo a Reggio Emilia. Tullio Masoni, il più piccolo produttore di vino al mondo, con un vigneto sospeso tra i tetti della città storica, estende il marchio ViaMari10 all’arte contemporanea, allestendo al numero 10 di via Mari una mostra collettiva con opere di Giordano Montorsi, Sandra Moss e Matteo Messori.
Realizzata con il sostegno di Sanfelice 1893 Banca Popolare, l’esposizione sarà inaugurata sabato 17 dicembre 2016 alle ore 17.00.
“Contrapposizioni” è il titolo del progetto, che raccoglie una selezione di dipinti, sculture ed installazioni site-specific realizzate dai tre artisti, differenti per esperienza, provenienza e linguaggio, ma accomunati dalla ricerca di tipo concettuale e da una gestualità ampia ed articolata.
«La vita di tutti i giorni – spiegano gli autori – è in continuo mutamento. Spetta a noi decidere ciò che i nostri occhi possono vedere e, tramite essi, plasmare una personale concezione critico-visiva. Come una macchia nera nella nostra retina, mettiamo a fuoco le contrapposizioni della vita, che man mano occupano il nostro campo visivo, proiettando davanti a noi immagini che possono creare cortocircuiti inaspettati».
Giordano Montorsi, docente di Pittura all’Accademia di Brera, presenta due opere su carta della serie “Figure Metacosmiche” (2014), in cui l’aspetto figurale va oltre l’ordine costituito, unitamente ad una scultura-oggetto (“Topsy-turvy, sottosopra”, 2014) che, attraverso il capovolgimento di un tavolo ligneo, rivela una narrazione latente, un paesaggio spirituale in blu Klein, circondato da quattro fusi in ottone, ideale congiunzione tra terra e cielo.
Sandra Moss, artista originaria dell’Ohio, espone una selezione di opere ad encausto e pastello su cartoncino, tratte dalla serie “The wild: outside in” (2016). Una riflessione sul tema del “selvaggio” (The wild) in natura (outside) e nella civiltà (in), sull’idea di crescita e di declino, sui processi di raccolto, abbandono e rigenerazione. Il tutto, all’interno di una ricerca volta ad analizzare il rapporto uomo-natura, tra consapevolezza e negazione.
Matteo Messori, artista classe 1993 diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, presenta opere selezionate che testimoniano il doppio binario su cui corre il suo lavoro: da un lato la pittura, in cui il gesto si libera allontanando l’osservatore dal vivere quotidiano, dall’altro l’installazione, veicolo per riflettere sulla società contemporanea e sui filtri che vengono imposti (o noi stessi poniamo) al nostro sguardo (“Filtri”, 2016).
La collettiva sarà visitabile fino al 7 gennaio 2017, da venerdì a domenica ore 16.00-20.00, oppure su appuntamento; chiuso 25 dicembre e 1 gennaio, aperto 6 gennaio ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 335 6352424, tumasoni@tin.it, www.viamari10.it.
ViaMari10 è il primo vino prodotto in un vigneto urbano, su un terrazzo collocato al quarto piano dell’omonima strada, nel centro storico di Reggio Emilia. Una trentina di bottiglie di Sangiovese ottenute da venticinque piante che si affacciano sui tetti della città, assorbendone effervescenza e vitalità. ViaMari10 – spiega Tullio Masoni – «è un vino estremo, eroico, un avamposto contro la barbarie cittadina». «I vigneti si devono avvicinare ai nuclei storici delle città – aggiunge – per farle progredire. Con la forza della sua vulnerabilità il ViaMari10 genera sviluppo dalla fragilità e assume le sembianze di un dipinto che esprime i colori coi sapori». Tullio Masoni è citato da Federico Graziani e Marco Pozzali tra i venti produttori italiani selezionati per il libro “Storie di vino e cucina” (Mondadori, 2015). Dal dicembre 2016 gli spazi siti al piano terra di via Mari 10 saranno dedicati alla ricerca artistica contemporanea, con mostre d’arti visive.
Giordano Montorsi, nato a Scandiano (RE) e diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dagli anni ‘80 espone con continuità in Italia ed all’estero, focalizzandosi sul duplice versante della pittura e dell’installazione. Le sue opere si caratterizzano per le forti valenze simboliche, enigmatiche e sacrali. Tra le mostre più importanti, “Come il vento le parole” (Galleria d'Arte Contemporanea, Siracusa, 1980), “Tendenze italiane degli anni Novanta” (Galleria d'Arte Moderna, Zagabria, 1986), “Design-Dasein” (Salone Internazionale della Scultura, Carrara, Massa Carrara, 1998), “L’opera al nero” (Mole Vanvitelliana, Ancona, 2005), “Disseminario: varietas varietatum et omnia varietas” (Musei Civici, Galleria Parmiggiani, Sinagoga e Officina delle Arti, Reggio Emilia, 2010), “Nel cuore degli abissi” (Galleria 8,75 Artecontemporanea, Reggio Emilia, 2011) e “The Detachment” (Palazzo dei Principi, Correggio, Reggio Emilia, 2014). Vive e lavora tra Macigno (RE). È docente di Pittura all’Accademia di Brera. Dal 2012 al 2016, insieme a Sandra Moss, ha animato Artpoint18, un avamposto d’arte contemporanea nel centro di Reggio Emilia.
Sandra Moss, nata in Ohio, USA, vive e lavora a Macigno (RE)
Realizzata con il sostegno di Sanfelice 1893 Banca Popolare, l’esposizione sarà inaugurata sabato 17 dicembre 2016 alle ore 17.00.
“Contrapposizioni” è il titolo del progetto, che raccoglie una selezione di dipinti, sculture ed installazioni site-specific realizzate dai tre artisti, differenti per esperienza, provenienza e linguaggio, ma accomunati dalla ricerca di tipo concettuale e da una gestualità ampia ed articolata.
«La vita di tutti i giorni – spiegano gli autori – è in continuo mutamento. Spetta a noi decidere ciò che i nostri occhi possono vedere e, tramite essi, plasmare una personale concezione critico-visiva. Come una macchia nera nella nostra retina, mettiamo a fuoco le contrapposizioni della vita, che man mano occupano il nostro campo visivo, proiettando davanti a noi immagini che possono creare cortocircuiti inaspettati».
Giordano Montorsi, docente di Pittura all’Accademia di Brera, presenta due opere su carta della serie “Figure Metacosmiche” (2014), in cui l’aspetto figurale va oltre l’ordine costituito, unitamente ad una scultura-oggetto (“Topsy-turvy, sottosopra”, 2014) che, attraverso il capovolgimento di un tavolo ligneo, rivela una narrazione latente, un paesaggio spirituale in blu Klein, circondato da quattro fusi in ottone, ideale congiunzione tra terra e cielo.
Sandra Moss, artista originaria dell’Ohio, espone una selezione di opere ad encausto e pastello su cartoncino, tratte dalla serie “The wild: outside in” (2016). Una riflessione sul tema del “selvaggio” (The wild) in natura (outside) e nella civiltà (in), sull’idea di crescita e di declino, sui processi di raccolto, abbandono e rigenerazione. Il tutto, all’interno di una ricerca volta ad analizzare il rapporto uomo-natura, tra consapevolezza e negazione.
Matteo Messori, artista classe 1993 diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, presenta opere selezionate che testimoniano il doppio binario su cui corre il suo lavoro: da un lato la pittura, in cui il gesto si libera allontanando l’osservatore dal vivere quotidiano, dall’altro l’installazione, veicolo per riflettere sulla società contemporanea e sui filtri che vengono imposti (o noi stessi poniamo) al nostro sguardo (“Filtri”, 2016).
La collettiva sarà visitabile fino al 7 gennaio 2017, da venerdì a domenica ore 16.00-20.00, oppure su appuntamento; chiuso 25 dicembre e 1 gennaio, aperto 6 gennaio ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 335 6352424, tumasoni@tin.it, www.viamari10.it.
ViaMari10 è il primo vino prodotto in un vigneto urbano, su un terrazzo collocato al quarto piano dell’omonima strada, nel centro storico di Reggio Emilia. Una trentina di bottiglie di Sangiovese ottenute da venticinque piante che si affacciano sui tetti della città, assorbendone effervescenza e vitalità. ViaMari10 – spiega Tullio Masoni – «è un vino estremo, eroico, un avamposto contro la barbarie cittadina». «I vigneti si devono avvicinare ai nuclei storici delle città – aggiunge – per farle progredire. Con la forza della sua vulnerabilità il ViaMari10 genera sviluppo dalla fragilità e assume le sembianze di un dipinto che esprime i colori coi sapori». Tullio Masoni è citato da Federico Graziani e Marco Pozzali tra i venti produttori italiani selezionati per il libro “Storie di vino e cucina” (Mondadori, 2015). Dal dicembre 2016 gli spazi siti al piano terra di via Mari 10 saranno dedicati alla ricerca artistica contemporanea, con mostre d’arti visive.
Giordano Montorsi, nato a Scandiano (RE) e diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dagli anni ‘80 espone con continuità in Italia ed all’estero, focalizzandosi sul duplice versante della pittura e dell’installazione. Le sue opere si caratterizzano per le forti valenze simboliche, enigmatiche e sacrali. Tra le mostre più importanti, “Come il vento le parole” (Galleria d'Arte Contemporanea, Siracusa, 1980), “Tendenze italiane degli anni Novanta” (Galleria d'Arte Moderna, Zagabria, 1986), “Design-Dasein” (Salone Internazionale della Scultura, Carrara, Massa Carrara, 1998), “L’opera al nero” (Mole Vanvitelliana, Ancona, 2005), “Disseminario: varietas varietatum et omnia varietas” (Musei Civici, Galleria Parmiggiani, Sinagoga e Officina delle Arti, Reggio Emilia, 2010), “Nel cuore degli abissi” (Galleria 8,75 Artecontemporanea, Reggio Emilia, 2011) e “The Detachment” (Palazzo dei Principi, Correggio, Reggio Emilia, 2014). Vive e lavora tra Macigno (RE). È docente di Pittura all’Accademia di Brera. Dal 2012 al 2016, insieme a Sandra Moss, ha animato Artpoint18, un avamposto d’arte contemporanea nel centro di Reggio Emilia.
Sandra Moss, nata in Ohio, USA, vive e lavora a Macigno (RE)