Evento: Hikari Kesho - ???? Shibara ?jo La principessa legata
18/06/2016 - 07/07/2016
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Inserzionista
Altro , Padova
Dettagli
Data di inserimento: 30/05/2016 - 0:01
Luogo: Padova (PD) - Veneto
Data di inizio: 18/06/2016
Data di fine 07/07/2016
Descrizione
Sabato 18 giugno alle ore 18,00, presso l’Hotel Plaza Padova, Corso Milano 40, inaugurerà la mostra-evento, personale di fotografia dell’artista Alberto Lisi aka Hikari Kesho, “???? Shibara ?jo La principessa legata. L’arte dello shibari nella tradizione del teatro Kabuki giapponese”.
Durante l’inaugurazione avrà luogo una performance di shibari dell’artista.
Ingresso libero.
A cura di Maria Palladino.
Il teatro Kabuki nacque in Giappone alla fine del XVI sec. come forma teatrale borghese, in alternativa al teatro Noh, sorto intorno al XIV sec. e considerato, per temi e modalità di rappresentazione, un’espressione più colta e aristocratica.
Lo Shibari, ovvero la pratica della legatura del corpo con le corde, ebbe origine dallo “hoj?jutsu”, arte marziale in uso dal XV sec., adoperata dalla polizia al fine di immobilizzare i prigionieri o come forma di tortura per ottenere una confessione.
Questa fu introdotta dal XVI sec. nel teatro Kabuki in alcune scene di accentuata valenza estetica e sensuale, allo scopo di esaltare e evidenziare le forme del corpo, quindi in un uso per la prima volta di segno diverso.
Sarà dalla fine della seconda guerra mondiale, grazie soprattutto all’opera di Ito Seiu, pittore, disegnatore, fotografo e scrittore giapponese, che si diffonderà dapprima negli Stati Uniti, e poi in tutto l’Occidente e nel resto del mondo, giungendo a quell’unitarietà di forma e di contenuto che fonde l’aspetto erotico di questa disciplina alla sua valenza artistica di forte impatto visivo e suggestione. Maria Palladino 14.05.2016
Curriculum di Alberto Lisi aka Hikari Kesho
Iscritto al fotoclub Padova all’età di 18 anni, riporta numerosi riconoscimenti a mostre e concorsi fotografici sino al 1985, anno in cui passa professionista. Da professionista si specializza nella fotografia di moda e collabora con alcune tra le più importanti aziende del settore: Alviero Martini, Romeo Gigli, Gianfranco Ferre, Mariella Burani…
Grazie alla sua continua ricerca di nuovi metodi espressivi, nel 1992 firma la prima campagna mondiale della Safilo usando tecniche di trattamento della pellicola che davano risultati oggi ottenibili solo con l’ausilio del computer.
Se la fotografia di moda è il suo lavoro, quella di fotografare corpi, per lo più di donne, è la sua grande passione. Nel 1997 è chiamato a partecipare al Castello di Mesola, a “Il corpo illustrato”, una mostra collettiva sulla storia del tatuaggio che vede le sue opere affiancate a quelle di Gian Paolo Barbieri, Oliviero Toscani; Bruce Weber ed altri grandi nomi della fotografia internazionale.
E’ tra i pionieri della fotografia digitale, nel 1998 la rivista Photo gli dedica 4 pagine per un servizio- test realizzato con fotocamera digitale per la Replay.
Lo stesso anno l’accademia delle belle arti di Urbino lo invita a tenere un incontro con gli studenti sulla fotografia di moda.
Nel 2002 una foto di campagna per lo stilista Ferrè, nata da un suo stesso concept, è candidata al premio “Eyeaward 2002”, “premio internazionale dedicato alla comunicazione pubblicitaria considerata più innovativa e brillante del settore dell’occhialeria” .Si piazzerà seconda, dietro solo a Chrisrtian Dior! Da allora in poi la fotografia commerciale, legata al mondo della pubblicità e della moda, e quella artistica, si sono succedute con grande successo e gratificazione. La prima consolidata da oltre 30 anni di esperienza nel settore, la seconda riscuotendo sempre più favori di pubblico su scala Mondiale, arricchendosi di esposizioni presso locali di tendenza, gallerie d’arte, pubblicazioni su riviste e libri fotografici.
Nel 2012 è tra i 20 selezionati al mondo per esporre le sue opere a Houston in Texas, durante il FOTOFEST 2012 BIENNIAL, la più grande biennale di fotografia negli USA, la sua foto “Observing the Stillness of Brenta
River” è stata scelta come poster ufficiale della biennale.
Nel 2013 firma con la Vecchiato Art Galleries, per la sua promozione nel circuito dell’arte contremporanea e nello stesso anno viene selezionato, unico Italiano in una selezionselezionato, unico Italiano in una selezione di 5 artisti, per la biennale Vught in Olanda ed in seguito espone alla fiera Internazionale di arte contemporanea Arte Padova.
Nel 2015 Italian Tramer Art Lounge espone alcune sue opere alla PhotoLA, una delle più importanti fiere di
arte contemporanea a Los Angeles.
A conclusione dell’esposizione, sabato 2 luglio, dalle 17,00 alle 20,00, nella stessa sede, l’autore terrà un incontro-lezione introduttivo di avvicinamento alla pratica dello shibari, arte giapponese della legatura del corpo con le corde.
Quota di partecipazione 25 € a persona.
Per informazioni e iscrizioni: info@hikarikesho.com
Maria Palladino: 3341695479 audraudramsa@outlook.it

http://www.hikarikesho.com
https://www.facebook.com/HikariKesho.PrincipessaLegata.01

La mostra fotografica resterà visitabile fino al 7 luglio, lunedì – domenica 16,00 – 23,00.
Ingresso libero.
Plaza Padova: 049656822
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“TUTTO E’ MUSICA”, MOSTRA PERSONALE DI PITTURA DELL’ARTISTA GIANNI DORIGO
01/04/2017 - 15/09/2017
Limena (PD)
Inserito da Maria Palladino
Sabato 1 aprile alle ore 18,00, presso la Banca Mediolanum - Family Banker Office, Via del Santo 25, 35010 Limena (Pd), inaugurerà la mostra personale di pittura “Tutto è musica” dell’artista Gianni Dorigo.
A cura di Maria Palladino.
Mostra personale di pittura ispirata al filone cinematografico dei "musicarelli", in voga fra gli anni '50 e i '70 allo scopo di promuovere e diffondere le canzoni e gli artisti del tempo, che hanno fatto storia e che a tutt'oggi costituiscono nomi di grande rilievo e pregio per la nostra nazione, nel panorama intenazionale: Mina, Celentano, Rita Pavone, Caterina Caselli, Little Tony e tanti altri.
Le opere, 30 inediti a tecnica mista su tela dell'artista Gianni Dorigo, ripercorrono, volgendo lo sguardo alle principali correnti del contemporaneo, queste pellicole, "rivissute" e arricchite attraverso la sensibilità, il gusto elaborativo e tecnico, il senso estetico e l'abilità interpretativa dell'artista.
Una esposizione che regala parte di un'epoca restituendola alla nostra attenzione e al piacere dello sguardo, alla memoria comune e, grazie alla qualità sinestetica delle opere, un viaggio introspettivo alla ricerca e alla scoperta di emozioni ritrovate.
17.03.2017 Maria Palladino
Curriculum di Gianni Dorigo
Gianni Dorigo, nato a Ferrara nel 1953, vive a Firenze ed opera come artista dalla fine degli anni Sessanta. Dal 1980 è docente di “Visual design”. Con un’ininterrotta attività, promossa e seguita da gallerie e firme di rilievo, a 21 anni, nel 1974, tiene la sua prima personale e del 1995 è già la sua prima antologica, nel Palazzo Pretorio di Certaldo ( a cura di Claudio Cerritelli). E’ stato invitato a molte delle più importanti rassegne d’arte sia in Italia che in Europa, tra le quali la “Quadriennale” di Roma. Da oltre un ventennio la sua ricerca intesse uno speciale ed originale dialogo tra pittura e cinema. Il cinema diviene non solo fonte iconografica e d’ispirazione narrativa ma riflesso di memorie ed emozioni personali.
La mostra resterà visitabile fino al 15 settembre 2017.
Orario di apertura: lunedì - venerdì 08,30 - 13,15, 14,15 - 18,30. Sabato 09,00 - 13,30.
Ingresso libero.
Per info: Banca Mediolanum Limena (Pd) 049768244
Gianni Dorigo 3478545108 giannidorigo4@gmail.com
Maria Palladino 3341695479 audramsa@outlook.it
https://www.facebook.com/tuttoemusicagiannidorigo/
https://www.facebook.com/Family-Banker-Office-di-Limena-394065624096951/
MOSTRA PERSONALE DI PITTURA E GRAFICA “BowiefaceS” DELL’ARTISTA SEBASTIANO MAGNANO
05/12/2015 - 19/12/2015
Padova (PD)
Inserito da Maria Palladino
COMUNICATO STAMPA
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA PERSONALE DI PITTURA E GRAFICA “BowiefaceS” DELL’ARTISTA SEBASTIANO MAGNANO

Sabato 5 dicembre alle ore 17,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di pittura e grafica “BowiefaceS” dell’artista Sebastiano Magnano. A cura di Maria Palladino.
L’esposizione raccoglie una serie di opere ad olio, acrilico, tecniche miste, incisioni e una grafica digitale dell’artista Sebastiano Magnano ispirata alla figura iconica ed eclettica del musicista britannico David Bowie, fin dagli anni 70 idolo di generazioni e portavoce di uno stile ricercato e camaleontico, nella produzione musicale come nell’estetica dell’immagine.
L’autore lo raffigura in ritratti che ne ripercorrono la carriera e le numerose metamorfosi: dall’alter ego “Aladdin Sane” all’ultimo volto, il più recente, la fisionomia “disvelata” e “disambiguata” di “the next day”: il volto umano del mito.
Attraverso una pratica artistica che riprende e reinterpreta secondo canoni personali e originali il linguaggio della Pop Art e del Neofigurativismo, con componenti gestuali e un incisivo carattere di concettualità queste opere si impongono alla nostra attenzione per la peculiare capacità di coniugare la ricerca sullo stile e la tecnica ad un’interessante indagine contenutistica sul soggetto.
Esse sollecitano l’autore ad interrogarsi sul significato della fama e sulla sua caducità, identica alla fragilità che contraddistingue ogni esistenza, nel suo nascere, crescere e disgregarsi, e sulla traccia più o meno permanente che la celebrità lascia attraverso il tempo nell’immaginario collettivo.
Il Bowie di Magnano resta e si conferma creatura umana oltre il personaggio, in una dualità di visione che mira ad evidenziarne le molteplici e multiformi maschere, non trascurando alcun dettaglio, per farne trasparire la vera e concreta essenza aldilà del simbolo.
Il lavoro dell’artista è insieme accurato e attento ai particolari e libero nell’esercizio di una pittura tanto dettagliata quanto mossa e vibratile, ricca di accenti espressivi e di rimandi alle singolarità della visione soggettiva e alle qualità di disgregazione e ricomposizione dell’immagine proprie dell’odierna tecnologia digitale, che sempre modificano e filtrano il reale pur lasciando trapelare accenni di verità.
La riproduzione seriale tipica delle tecniche incisorie offre la facoltà di esaminare l’oggetto ritratto moltiplicandolo all’infinito ed evidenziandone sfumature, dettagli, variazioni che ne restituiscono una serie infinitamente reiterabile di “facce”, tutti aspetti coerentemente interconnessi di quello stesso “insieme complesso” che è l’essere umano che ne evidenzia la natura al contempo labile e controversa, univoca e multiforme, un “paesaggio umano” singolare e in ogni esempio irripetibile.
28.11.2015 Maria Palladino
Curriculum Sebastiano Magnano
Sebastiano Magnano è di Francofonte (SR), nato a Lentini (SR), ha frequentato il Liceo Artistico e l'Accademia di, Belle Arti di Catania, vive e lavora a Modena dove insegna, in un Liceo Statale, Disegno e Storia dell'Arte.
Fra le esposizioni:
Vincitore del secondo premio del 1° Premio di grafica organizzato dal Comune di Catania, 1986.
Personale I luoghi del Mediterraneo, a cura di Paolo Giansiracusa, patrocinata dal Comune di Francofonte (SR), 1991.
Collettiva Street view, Galleria Spazio San Giorgio, Bologna, 2012.
Finalista del 13° PREMIO NAZIONALE D’ARTE CITTÀ DI NOVARA, 2013.
Selezionato dal curatore al 1° PREMIO ARTE CATANIA, 2014.
Collettiva Face’ARTS Merano, a cura di Mary Sperti, Merano (BZ), Dicembre 2014.
Selezionato con due Opere alla 2° BIENNALE INTERNAZIONALE DI PALERMO, EA Editore, Gennaio 2015.
Candidato dall’Assessore alla Cultura del Comune di Monreale al Secondo Premio Guglielmo II, EA Editore, Monreale 2015.
Collettiva Face’ARTS Verona, a cura di Mary Sperti, Verona, Agosto 2015.
Invitato dal Curatore a L’Isola che c’è, Fiera Arte Mercato, EA Editore, Palermo, Ottobre 2015
La mostra resterà visitabile fino al 19 dicembre in orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,00. Ingresso libero.
Per informazioni:
Maria Palladino:
3341695479
audramsa@outlook.it
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Storie di vite usate – la diversità in mostra
23/07/2016 - 25/09/2016
Padova (PD)
Inserito da CSArt Serri
L’Associazione Culturale Sentieri dell’Arte presenta, dal 23 luglio al 25 settembre 2016, presso il Museo PierMaria Rossi di Berceto (PR), “Storie di vite usate – la diversità in mostra”, esposizione etnologica che, richiamando gli antichi zoo umani, ripropone in chiave moderna la necessità di considerare “l’altro” non più come un nemico o un diverso.
Realizzata con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, del Comune di Berceto e dell’Associazione Borghi Autentici, in collaborazione con Survival Italia e Collezione Radauer di Vienna, la mostra sarà inaugurata sabato 23 luglio alle ore 17.00, alla presenza di Francesca Casella, Presidente di Survival Italia, e di Viviano Domenici, scrittore e giornalista.
In esposizione, materiali storici originali inerenti alle mostre etnologiche del secolo scorso, inseriti in un suggestivo percorso. Durante la programmazione della mostra il Museo PierMaria Rossi ospiterà, inoltre, conferenze di antropologi, scrittori e sociologi, nonché proiezioni di film e documentari inerenti l’argomento. Programma completo: www.museopiermariarossi.it.
Un commerciante di Amburgo, Carl Hagenbeck, riforniva di animali selvaggi i giardini zoologici di mezza Europa. Intorno al 1874 ebbe l’idea di esporre anche alcuni indigeni dell’isola di Samoa presentandoli come individui “puramente naturali”. Si rese presto posto conto di quanto potesse essere lucroso esporre uomini di etnie differenti da quella europea e inventò di fatto “gli zoo umani”, che divennero presto una delle maggiori attrazioni delle prime Esposizioni Universali. Dalla metà dell’Ottocento fino agli anni ‘40 del Novecento, gli zoo umani si diffusero in tutta Europa, venendo a costituire una sorta di rappresentazione del razzismo propagandato dalle teorie scientifiche dell’epoca.
Al Museo PierMaria Rossi è possibile ripercorrere la vita di intere famiglie alle quali sono state tolte le loro radici. Uomini e donne portati lontano dai paesi d’origine, considerati “diversamente umani”, in alcuni casi spacciati dal mondo scientifico come anelli mancanti tra l’uomo e la scimmia in una logica di darwinismo sociale.
Nonostante siano trascorsi molti anni dalle ultime grandi esposizioni etnologiche, la globalizzazione, nel bene o nel male, mette continuamente a confronto realtà e radici differenti, a volte con scambi culturali di grande respiro che portano ad una crescita individuale e ad una nuova consapevolezza collettiva, a volte con risultati disastrosi di intolleranza, fino ad arrivare al deprecabile fenomeno del razzismo.
Ancora oggi il “diverso” incute paura, disagio e pregiudizio. L’obiettivo della mostra è sensibilizzare i cittadini sulla necessità di considerare “l’Altro” non più come nemico in base alla sua appartenenza etnica, sociale, religiosa e politica.
L’esposizione è visitabile tutti i giorni con orario 10.30-12.30 e 16.00-20.00, chiuso lunedì mattina. Per l’occasione è stato stampato un catalogo di 200 pagine disponibile nel bookshop del museo. Per informazioni: tel. 335 6237878, tel. 393 6710042, segreteria@museopiermariarossi.it, www.museopiermariarossi.it.
Il Museo PierMaria Rossi si trova a Berceto, un piccolo ma importante paese della Provincia di Parma, ricco di storia e crocevia geograficamente strategico in quanto tappa importante della Via Francigena, a metà strada tra Parma e La Spezia. Dal 2014 la gestione è affidata all’Associazione Culturale Sentieri dell’Arte, presieduta da Giuseppe Bigliardi e Claudia Majavacchi. Negli spazi del Museo vengono allestite mostre e organizzati eventi artistici e culturali di grande respiro, pensati per essere itineranti e sempre arricchiti da conferenze ed eventi collaterali. Oltre ad affrontare tematiche originali e spesso dimenticate, un’attenzione particolare è rivolta all’antica Via Francigena per la quale è in corso un progetto che vede coinvolti al momento oltre 50 Comuni italiani. Fino al 20 settembre 2016 sono aperte le iscrizioni al concorso gratuito per acquerellisti avente come tema “Maria Luigia d’Asburgo nelle sue stanze” che prevede momenti espositivi presso il Museo PierMaria Rossi ed il Museo Glauco Lombardi di Parma.
Nyctografie. Scritture tra il visibile e l’invisibile - Stefano Cumia | Nunzio | Turi Rapisarda
23/09/2017 - 18/11/2017
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
RizzutoGallery (via Maletto 5, Palermo) è lieta di presentare “Nyctografie. Scritture tra il visibile e l’invisibile”, una mostra a tre voci che vede a fianco Stefano Cumia, Nunzio e Turi Rapisarda, a cura di Helga Marsala, che sarà inaugurata sabato 23 settembre 2017 alle ore 18, e resterà visitabile fino al 18 novembre, dal martedì al sabato, dalle 16.00 alle 20.00.
Stefano Cumia, artista palermitano con base a Milano, classe 1980, tra i più raffinati e interessanti esponenti della nuova astrazione pittorica italiana; un maestro come Nunzio (1954, Cagnano Amiterno, Abruzzo), tra le voci italiane più autorevoli nel campo delle scultura, riconosciuto fin dagli Anni Ottanta a livello internazionale; Turi Rapisarda, catanese di nascita, torinese d’adozione, talentuoso sperimentatore della fotografia, con una lunga carriera da outsider, fra traguardi professionali e spazi d’indipendenza. Le opere dei primi due, inedite, sono realizzate ad hoc per il progetto; quelle di Rapisarda appartengono a un ciclo del 2011 raramente esposto.
La mostra, che accosta tre linguaggi diversi (pittura, scultura, fotografia), sul filo di una stessa atmosfera umbratile e di una serie di riflessioni comuni sui meccanismi della visione, è parte di una ricerca curatoriale in corso, intorno alla relazione tra visibilità e invisibilità nel processo di formazione, nei percorsi di lettura e nello statuto concettuale dell’immagine.
Col termine “nyctography” (letteralmente “scrittura notturna”) Lewis Carroll, autore del leggendario “Alice nel paese delle meraviglie”, aveva battezzato una sua invenzione utile a fronteggiare quell’esigenza – così diffusa fra gli scrittori - di prendere appunti nel cuore della notte, sul filo di un’improvvisa ispirazione. Si tratta di un sistema di scrittura collegato a un “nyctografo”, piccola griglia ricavata da un tassello rettangolare di legno, i cui intagli servono da guida nel buio: una sorta di alfabeto astratto fatto di punti e linee, messo a punto da Carroll circa 60 anni dopo l’invenzione del linguaggio Braille. Scrittura in codice, dunque, da appuntare a occhi chiusi e trascrivere sul foglio il giorno dopo.
Da qui si dipanano una serie di suggestioni, per un viaggio simbolico e mentale lungo quello spazio notturno che è metafora di una visione altra, inattesa, radicale, cangiante: spazio di segni, forme, tracciati, soglie, buchi, velature, cecità e illuminazioni, scritture visive o testuali.
Nella serie di ritratti di Rapisarda dal titolo Unt Hitler (2011) i soggetti sono immersi in un’oscurità teatrale, quasi beckettiana, intenti a schermarsi da una luce invadente, che è denudamento, sistema di controllo e macchina spettacolare, per un’impropria “uscita dal margine, dall’intimo, dall’autentico, dal differente”. Passaggio netto dalla figura umana ai dipinti quasi monocromi di Cumia, fatti di tracce, gradienti, velature: l’immagine qui impone all’occhio - nell’assoluto contrasto tra la luce e il buio – “la necessaria disciplina per imparare a scorgere il nero nel nero, il bianco nel bianco, ma anche il segno e il colore celati nell’uno o nell’altro”. Infine le opere di Nunzio, astrazioni imponenti che aprono spazi di visibilità nel nero profondo e linee d’invisibilità nella tramatura dei materiali, tra l’articolazione di forme dispiegate in orizzontale e la testimonianza di ciò che la forma stessa era, col suo trasmutare: “L’oggetto plastico porta con sé la memoria indefinita dei materiali, dei luoghi d’origine, del primo sguardo e del prossimo, del non finito e dell’irrisolto”.

Nyctografie.
Scritture tra il visibile e l’invisibile
Stefano Cumia | Nunzio | Turi Rapisarda
a cura di Helga Marsala
Inaugurazione: sabato 23 settembre 2017 - ore 18
Dal 26 settembre al 18 novembre 2017
dal martedì al sabato | 16.00-20.00
RIZZUTOGALLERY
Palermo, via Maletto, 5
091. 7795443 - 347.1769901
www.rizzutogallery.com
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